Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n. 1/66 in data 1.9.1966 Direttore Responsabile: Dott. Gianfranco Cavallin Editore: Centro Culturale di Conco Cod. Fisc. / Part. IVA 01856280241 Stampa a cura della Litografia La Grafica di De Pellegrin Flavino Via Mattarella, 11 - 36061 Bassano del Grappa (VI) P. IVA 02000040242 Spedizione in abbonamento postale - Comma 27 - Art. 2 - L. 549/95 - Taxe perçue - Tassa risc. - Vicenza PAR AVION In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a corrispondere il diritto fisso Ottobre 2003 - N. 59 AL MITTENTE - A L’ENVOYEUR 4 CIACOLE FRA NOIALTRI DE CONCO Via Reggenza 7 Comuni, 5 - 36062 Conco (VI) Italia e-mail: [email protected] Tel. +39 0424 700151 - Fax +39 0424 704189 C/C postale n. 10276368 - € 2,00 F inalmente arriva anche 4 Ciacole! Sappiamo che siete in tanti ad aspettarlo e quando non arriva qualcuno magari impreca anche! Abbiamo sentito le vostre lamentele, ma come ben sapete 4 Ciacole esce dove, come e quando può… e più non dimandare, direbbe il poeta. A rinviare l’uscita di questo numero non sono stati solamente gli impegni del sottoscritto, ma anche – in buona parte – le notizie che “dovevamo” dare. A Conco accade di tutto (come in ogni altra parte del mondo, del resto), ma quando ad essere interessate alle notizie più importanti sono le “Istituzioni” non è facile per il cronista trovare le parole giuste per dire ciò che deve dire. E già qui, come ben avete capito, mi sto arrampicando sugli specchi, per dire che in questo numero ci interessiamo di Parrocchia e di Comune. Istituzioni queste che sono la base del vivere civile per chi abita in un piccolo paese come il nostro. Istituzioni che, per un motivo o per un altro sono, in questi ultimi tempi, balzate agli onori delle cronache in quanto alcuni “uomini” che le rappresentano non avrebbero tenuto comportamenti idonei alle responsabilità loro demandate. Sono così finiti sulla boc- Indirizzo - Adresse: ❑ Insufficiente - Insuffisante Inesatto - Inexacte ❑ Oggetto - Objet: Destinatario - Destinataire: ❑ Sconosciuto - Inconnu ❑ Trasferito - Trasféré ❑ Deceduto - Decédé ❑ Rifiutato - Refusé Partito - Parti ❑ Irreperibile - Introuvable ❑ Non richiesto - Non réclamé ❑ ❑ Non ammesso - Non admis Firma - Signature Arrampicarsi sugli specchi ca di tutti, per motivi diversi e che nulla hanno a che vedere l’uno con l’altro, l’ex Sindaco Gherardo Girardi e l’attuale Parroco di Conco Don Antonio Rivan. Il primo è, da sempre, nostro collaboratore e quindi parlare della sua vicenda diventa particolarmente difficile, oltre che impossibile, farlo con quel distacco e quella estraneità che il cronista dovrebbe avere nello stilare l’articolo. Il secondo è da dieci anni il parroco di Conco e, fin dagli inizi, i parrocchiani si sono divisi (ma crediamo che questo accada dovunque) fra sostenitori e contrari al suo modo di operare e “gestire” la parrocchia. Nel primo caso l’amicizia mi impedisce serenità di giudizio, nel secondo la serenità di giudizio è difficile perché la questione è particolarmente delicata. Se il comportamento di “uomini” che rappresentano “istituzioni” danneggiano le istituzioni stesse, la gente perde fiducia non già negli uomini (che potrebbero anche essere compresi e perdonati), ma nelle istituzioni. Molti anni fa 4 Ciacole pubblicò un articolo che parlava di un giovane che ne aveva combinate di grosse. Quando la madre di quel ragazzo lesse il giornale prese carta e penna per scriverci. Lei, precisò, credeva che 4 Ciacole fosse un giornalino di paese, nel quale si pubblicavano solo cose belle, nel quale si parlava della vita idilliaca che i Conchesi conducevano. Credeva fosse un gior- nalino fatto per gli emigranti che non amano certo sapere che nel loro Conco accadono anche fatti incresciosi. Era amareggiata, delusa, triste ed arrabbiata perché pubblicammo quelle notizie, anche se quelle stesse notizie erano già state pubblicate da altri giornali ben più importanti e letti del nostro dandone un certo risalto nelle pagine della cronaca nera. Quella lettera non l’abbiamo mai pubblicata. Io però, privatamente, risposi a quella madre dicendo che comprendevo bene la sua protesta e che non era stato facile decidere di pubblicare la notizia. Alla fine, scrissi, a farci propendere per la pubblicazione non fu soltanto il fatto che la notizia era già da tempo di pubblico dominio, ma la possibilità che qualche giovane lettore prendesse spunto da quanto pubblicato per desistere dal percorrere strade analoghe a quelle che suo figlio aveva intrapreso. Da quel momento capii che 4 Ciacole doveva anche pubblicare notizie “scomode” ed oggi, purtroppo, non possiamo esimerci da questo nostro compito. Mi auguro che i lettori comprendano. Conco non è migliore o peggiore di qualsiasi altro luogo della terra. Il compito del giornale è quello di scriverne la vita, riportarne le cronache, raccontarne la storia. E se la vita, le cronache, la storia sono quelle che descriviamo, facciamo solo il nostro dovere. Credo di aver finito di arrampicarmi sugli specchi e perciò vi auguro buona lettura! Bruno Pezzin DALL’ORTIGARA ALLE ANDE “4 Ciacole” - pag. 2 Quattro Boys di Conco, assieme ad altri amici del CAI di Asiago, dopo essersi allenati sulle nostre montagne, sono andati sulle Ande Peruviane alla conquista del Nevado Pisco - di Roberto Pezzin - L a voglia di partire era tanta e tutti noi eravamo sulle spine perché non sapevamo bene cosa trovavamo in quel paese così lontano e cosi diverso dal nostro. Avevamo anche la preoccupazione di dover passare dodici giorni in tenda e nei rifugi a più di 3500 metri d’altezza, incerti sulle condizioni climatiche e sui materiali che avrebbero dovuto servirci. Siamo partiti da Venezia, destinazione Lima, passando per Milano e Caracas carichi di borsoni e bidoni da fare incuriosire tutti i passeggeri che incontravamo. Lo scopo del nostro viaggio era, essendo tutti iscritti al Club Alpino Italiano, camminare e salire il più in alto possibile una montagna andina, anche se andando a visitare Machu Picchu ed altri siti Incas l’aspetto culturale non era da trascurare. Il viaggio, come dicevo, è stato organizzato dal Cai di Asiago, ma una grossa mano logistica ci è stata data dall’O.M.G. (Operazione Mato Grosso*) che ci ha ospitato nelle proprie case a Lima, Cuzco ed anche a Marcara’, dove si trovava la base del nostro trekking esplorativo sulla “Cordillera Blanca”. Abbiamo passato una notte a Lima, città caotica e piena di smog, per poi partire per Cuzco, “l’ombelico del mondo”, dove abbiamo visitato la Valle sacra con i suoi numerosi siti Incaici ma soprattutto le splendide rovine di Machu Picchu, un luogo veramente magico dove i “conquistadores” spagnoli non sono mai arrivati. Dopo tre giorni passati da turisti siamo adesso pronti per le grandi camminate. Rivoliamo a Lima dove dormiamo un’altra notte per poi la mattina prendere un pullman che dopo otto ore ci porta all’accogliente missione di Marcarà, piccolo paesetto a 3200 metri posto ai piedi delle Ande, dove ci aspettano una guida alpina, un cuoco e ben diciotto portatori, tutti giovanissimi, che vivono nei villaggi vicini e che ci aiuteranno nel nostro trekking (**). Le giornate passate sulle Ande sono state fantastiche, i portatori anche se molto giovani erano infaticabili, il tempo è stato quasi sempre soleggiato e anche l’altitudine, pur fiaccandoci le gambe e rendendoci la testa pesante non ci ha mai dato seri problemi. I panorami erano mozzafiato, camminavamo tra sentieri e vallate circondati da ghiacciai mastodontici che superavano i 6000 metri di quota costeggiando di tanto in tanto laghetti (loro li chiamano “lagune”) di una bellezza unica. Meta ambita della nostra camminata era sicuramente raggiungere la cima del Nevado Pisco, montagna relativamente semplice, alta comunque 5700 metri e che ri- Ande Peruviane: i componenti del CAI di Asiago posano per il fotografo di “4 Ciacole” davanti al “Refugio Perù” a quota 4809. (*) L’O.M.G. è un’organizzazione umanitaria che rifacendosi a principi religiosi si è inserita nel tessuto sociale cercando di creare un futuro migliore per le nuove generazioni. Per esempio ha istituito scuole che formano scalpellini, intarsiatori, infermieri, sarti e guide andine. (**) Il trekking è durato 12 giorni, abbiamo percorso circa 120 km per un dislivello in salita di mt. 9.800. “4 Ciacole” - pag. 3 chiedeva una certa esperienza di progressione su ghiaccio, servivano infatti i ramponi, la piccozza e per salire ci si legava in cordata con altri compagni. Non tutti sono saliti in vetta e purtroppo la febbre ha bloccato anche me al rifugio sottostante, ma tutti quelli che sono andati sono ridiscesi si stanchissimi, ma con un entusiasmo ed una soddisfazione immensi che non avevo mai visto. Gli ultimi due giorni del nostro viaggio li abbiamo passati alla missione di Marcarà dove abbiamo recuperato le forze spese durante le lunghe camminate andando a visitare Huaraz, chiamata la Katmandu delle Ande per il suo viavai di alpinisti, e Carhuaz, piccolo villaggio con un caotico mercato. Volevo anche ricordare che molto materiale che abbiamo usato per il trekking e che avevamo acquistato con l’aiuto economico degli sponsor dell’Altopiano è stato alla fine donato al responsabile dell’O.M.G. di Marcara’. Le riflessioni del viaggio le lascio ad Olindo, mio compagno di viaggio. DALL’ALTRA PARTE DELLO SCHERMO Un pizzico di malinconia, un torrente di ricordi, una ricchezza d’emozioni! - di Olindo Trotto - E ccoci qua!!! Dopo ventuno giorni trascorsi in terra lontana siamo ritornati a Conco: a casa! Con un pizzico di malinconia (qualcuno un po’ di più) ricordiamo queste tre settimane trascorse in un batter d’occhio, tanto dense di impegni e ricche di emozioni. Un torrente di ricordi e di immagini attraversa la mente, proiettandoci diecimila chilometri più in là, dove il tempo scorre più lentamente e la vita ha una scala di valori diversa dalla nostra. La dimensione umana trovata assume un significato straordinario in quanto ci ha messi di fronte ai nostri più futili sentimenti capitalistici mostrandoci cosa significhi vivere serenamente anche senza possedere niente! Il sorriso di Robert (un portatore) con venticinque kg sulla schiena (25 !!!) mentre salivamo un erto e faticoso pendio rappresenta degnamente la vita di un popolo abituato ai sacrifici e alla fatica, che però anche nei momenti difficili trova la forza di sorridere. 1.46’.55”.09 P otrebbero essere i nu meri del lotto, ma nel nostro caso 1.46’.55”.09 rappresenta il tempo impiegato da Marco Crestani per percorrere con gli sci da fondo i 45 chilometri della terza “Campolonga”. Dobbiamo precisare: a) Marco Crestani è figlio del Sidonio, abita a Rubbietto, fa l’imprenditore edile, ha 38 anni e tutto il suo tempo libero lo dedica allo sport: Ski Roll e sci da fondo. b) La “Campolonga” è una gara regionale di sci da fondo che si corre a Rotzo in località Campolongo. c) Nell’inverno 2002 – 2003 a vincere la terza Campolonga, è stato Marco Crestani. Il nostro concittadino si è fatto valere anche in altre gare ben più importanti di quella di Rotzo. E’ arrivato secondo nella gara nazionale “master” che si è tenuta in Val d’Aosta (120 concorrenti, dieci chilometri di lunghezza). Ed è arrivato ancora secondo alla 30 chilometri di Misurina in una gara valida per il titolo italiano alla quale partecipavano 42 fondisti. Non ci risulta che Marco abbia mai vinto al lotto, ma è chiaro che di numeri da giocare ne ha parecchi e le sue vittorie sono più preziose di un terno. L’attestato che conferma il 1° posto conquistato da Marco Crestani alla Campolonga di Rotzo. Popolo che vive ai piedi di montagne bellissime, corone di ghiaccio alte sino a 6.800 metri, che riflettono i mille colori del creato riempiendo l’anima e donando serenità a chi ha la fortuna di essere al loro cospetto. Il nostro essere “montanari”, la nostra passione e la continua ricerca di un contatto profondo con essa ha trovato in quei luoghi una intima e sincera realizzazione. Montagna che unisce e rafforza sentimenti quali l’amicizia e l’altruismo, (non per niente gli altri componenti del gruppo ci hanno affettuosamente soprannominati i “Conco Boys”): disagi e fatica uniscono e rafforzano. Dopo aver visto quei posti per televisione, per una volta (sperando non sia l’ultima) siamo andati dall’altra parte dello schermo!!! A proposito, quando saranno pronte si farà una serata di diapositive qui a Conco. I Conco Boys Carlo (Pens), Maurizio (Ciupelo), Olindo (Olly) e Roberto (Bojaco) “4 Ciacole” - pag. 4 LA VICENDA GIRARDI SULLE PAGINE DEI GIORNALI I l Gazzettino ed il Giornale di Vicenza hanno dedicato più volte spazi anche notevoli alla vicenda che vede protagonista il nostro ex Sindaco ed ex Assessore della Comunità Montana Gherardo Girardi. Come sempre accade in questi casi, le notizie sono corse di bocca in bocca con la velocità del fulmine e tutto il paese ne è stato investito. Gherardo è molto ben conosciuto e tutti voi, cari lettori, sapete che è stato da sempre nostro collaboratore e sostenitore del giornale. Non ce la sentiamo quindi di commentare quanto accaduto, anche perché, come detto nell’editoriale, non potremmo avere quella serenità di giudizio e quel distacco che in casi del genere sono indispensabili al cronista. Ci limitiamo quindi a riportare, quanto pubblicato dal Giornale di Vicenza del 21 giugno scorso. Nell’articolo, come potete leggere, si usa molto spesso il condizionale (che in questi casi è d’obbligo) in quanto la sentenza, che è di primo grado, non è definitiva e c’è la possibilità di ricorso ai gradi superiori di giudizio. Ecco il testo del Giornale di Vicenza: Gherardo Girardi, 53 anni attualmente in Messico, ex sindaco ed ex consigliere di Conco oltre che ex assessore al bilancio della Comunità Montana Altopiano 7 Comuni, è stato condannato ad un anno e nove mesi di reclusione per tentata estorsione, minaccia e diffamazione nei confronti di un carabiniere. Questo l’esito del processo celebratosi a porte chiuse in tribunale a Bassano. I fatti risalgono al novembre del 2000. Girardi intrattenne per circa sette anni un rapporto affettivo con un militare dell’Arma. Nell’autunno di tre anni fa il legame si interruppe e fu a questo punto che scattò la denuncia per l’ex amministratore comunale. Stando all’accusa sostenuta in aula dal Pm Linda Arata, l’ex sindaco minacciò di rendere nota la relazione intercorsa con il carabiniere qualora questi non gli avesse versato quaranta milioni di lire di allora. Girardi, inoltre, avrebbe divulgato le videocassette contenenti immagini dei loro incontri. Questa la versione dei fatti cui ha dato credito il giudice Monica Attanasio che ha condannato Girardi, difeso dall’avvocato De Toni del Foro di Padova. Il carabiniere, costituitosi parte civile e rappresentato dall’avvocato vicentino Paolo De Meo, ha ottenuto inoltre la condanna dell’imputato al versamento di una provvisionale di 40 mila euro con il risarcimento del danno in separata sede. L’articolo prosegue poi precisando che il Girardi si trova in altri guai giudiziari per una indagine della Procura Bassanese per i compensi da lui percepiti durante i mandati che ricopriva quale consigliere comunale ed assessore alla Comunità Montana. L’indagine, scaturita da una denuncia anonima, è ancora in corso ed ha portato alle dimissioni del Girardi (nel gennaio scorso) da ogni incarico amministrativo. A quanto ci è dato sapere non sembra però che per questa vicenda possano essere addebitate al Girardi responsabilità penali. Vedremo, ovviamente, cosa decideranno i giudici. È facile prevedere, purtroppo, che la condanna già avuta, non giocherà a suo favore. I giornali “Il Gazzettino” e “Il Giornale di Vicenza” si sono interessati alla vicenda Girardi in più occasioni. LETTERE AL GIORNALE Dall’Argentina riceviamo questa e-mail: Io sono Rodolfo Bruno Girardi, figlio de Luigi Bruno Girardi da Conco. Mi padre che figlio di Giuseppe Girardi e Katerina Bertuzzi e fratello di Maria, Sante, Giovanni e Livia. Vivo in Tandil, Provincia de Buenos Aires, Argentina. Voleva salutare a voi e salutare per suoi intermedio a tutti i miei parenti. Un forte abbraccio. Qualche settimana dopo abbiamo ricevuto un’altra e-mail nella quale Rodolfo Bruno Girardi ricordava un racconto del padre circa gli avvenimenti della guerra partigiana, ma lo scritto è in spagnolo e gli avvenimenti raccontati sono già ben conosciuti dai nostri lettori. Ringraziamo comunque il nostro lontano lettore che si sente ancora molto legato a Conco. Arduino Pilati di contrada Lova ci ha portato a mano questa lettera che arriva dall’Australia e che ben volentieri pubblichiamo. Carissimi tutti di 4 Ciacole fra noialtri de Conco, io mi chiamo Ida Pilati (la vedova di Luigi Pilati). Ricevo il vostro interessante giornale, che leggo molto volentieri, e leggendolo mi sembra di parlare con Luigi, anche se sono passati più di 23 anni da quando ci ha lasciati. Ho potuto godere il nostro matrimonio poco più di 13 anni (sono stati pochi), ma mi teneva come una regina. Vi ringrazio molto del libretto della vita del dottore Marco Poli. Io me lo ricordo, ero piccola, e lui veniva a vedere i miei nonni. Tutti gli volevamo tanto bene, era umile, gentile e sempre pronto verso i suoi ammalati. Quando ha lasciato Pianezze tutti ne siamo stati spiacenti. Scusate lo scritto e il ritardo di mandare la mia offerta al giornale. Ancora tante grazie. Anche se ho vissuto poco a Conco, vi penso Saluti Ida Pilati Siamo noi, cara Ida a dover ringraziare lei. “4 Ciacole” - pag. 5 MOLVENA INTITOLA UNA PIAZZA AL DR. MARCO POLI Villa di Molvena: Al dott. Marco Poli è stata dedicata la piazza del piccolo centro di Villa, in Comune di Molvena. La nipote Luisa Poli, che era la madrina della cerimonia, ha letto un breve discorso nel quale ricordava le vicende della famiglia Poli. I l 25 Aprile 2003 in località Villa del Comune di Molvena sono state inaugurate una nuova Piazza, intitolata al nostro Concittadino dott. Marco Aurelio Poli, ed il monumento a ricordo delle vittime di tutte le guerre. Come è tradizione erano presenti con i gonfaloni i Sindaci od i loro delegati dei Comuni del comprensorio, Marostica, Nove, Schiavon, Pianezze, Mason e Molvena e, con i gagliardetti, i rappresentanti delle Associazioni d’Ar- ma, del Nastro Azzurro, dell’AIDO e dell’ANA. Tra gli invitati anche il delegato del Comune di Conco avv. Rudy Cortese. Dopo l’arrivo del corteo il Sindaco con la signora Luisa Poli, nipote del dott. Poli e madrina della piazza hanno proceduto al taglio del nastro ed allo scoprimento del cippo. Dopo il Sindaco di Molvena, Eugenio Azzolin, ha preso la parola il prof. Benito Gramola (autore di un capitolo dal titolo “Il medico buo- Il dott. Luciano Cremonini mentre ricorda la figura del collega Marco Poli. no” nel libro della fondazione Rezzara dedicato a figure particolari della civiltà rurale vicentina). Egli ha ricordato il dott. Poli, tuttora ben presente alle popolazioni di Pianezze e Molvena dove esercitò per molti anni la professione del medico condotto con una abnegazione ed una umanità tali che il Comune di Marostica, nel 1953, subito dopo il suo volontario collocamento a riposo (anticipato per le conseguenze della grave ferita riportata in guerra) gli conferì il “Premio della bontà”. È stata poi la volta della signora Luisa Poli, che ha ringraziato a nome della grande famiglia Poli, quindi del dott. Cremonini, che era presente tra gli invitati (quale autore dell’inserto apparso nell’ultimo numero del nostro giornale) ed ha ricordato alcuni momenti degli ultimi anni di vita del dott. Marco Aurelio. È poi seguita la S. Messa e, alla fine il Sindaco e la signora Rita Toaldo, figlia di Giuseppe Toaldo caduto in guerra, hanno inaugurato il monumento, pregevole opera dello scultore Alberto Lanaro. Con l’occasione ricordiamo che nel 1980 a Conco, al dott. Marco Aurelio Poli venne intitolato il viale che dalla piazza S. Marco porta a contrada Brunelli. Il cippo di marmo che ricorda il nostro concittadino è posto in una aiuola della piazza di Villa. “4 Ciacole” - pag. 6 TALENTI, PROFETI, TESTAMENTI E DEBITI OVVERO: LA PARROCCHIA NELLA BUFERA - di Bruno Pezzin - N el dicembre del 1997 è uscito il numero 46 di 4 Ciacole. A pagina 8 c’era un articolo intitolato “La Nina e i talenti”. Nell’annunciare la morte della Nina Gnogna avvenuta ad agosto di quello stesso anno, concludevo l’articolo con queste parole: “La Nina ha donato alla Chiesa molti dei suoi talenti: in primis il suo canto. Ma è stata anche Consigliere Parrocchiale e, da anni, responsabile della distribuzione dei foglietti settimanali, lavoro che svolgeva con passione e responsabilità. Morendo – a quanto è dato sapere – ha dato anche molto altro. Ci auguriamo che la Chiesa, sulla scia evangelica, sappia mettere a buon frutto i “talenti” che Nina ha lasciato”. Nella pagina successiva era pubblicato l’articolo della Banda dei Quattro “Ah!… Conco, Conco”. Rileggiamo assieme questo passo: “… ne vien anca in mente la cara Nina Gnogna che, si dice, abbia lasciato quasi tutti i suoi beni alla Parrocchia di Conco. Sicome no vulimo che stì soldi vaga fora dal paese, massimo qualcossa par le mission (de Padova e non de Palermo, però), proponiamo ai maggiorenti del nuovo Consiglio Pastorale (giunge notizia che finalmente venne testè rinnovato), de costituire un C.C.T. (Comitato Controllo Testamenti), che tenda, controla e renda publica la “fine” de stì soldi. E sicome simo drio vignere veci e i nostri fiuli no ne tendarà, parchè no pensare a qualche stansa dell’asilo pai nostri ultimi ani? Basta! Chi ga rece da intendere, intenda. I nuvi fabrisieri ga da rendere conto al popolo.” A raccontarvi, cari lettori, quel che è accaduto a Conco in questi ultimi anni, potremmo dire che siamo stati dei profeti, ma – credeteci – così non è. Non occorreva, infatti, essere profeti per capire come sarebbero andate a finire le cose. Ma veniamo ai fatti, e partiamo dai giorni nostri. Il comitato dell’asilo, formato da genitori di bambini che frequentano quella scuola, sa – da più di un anno - che da settembre di quest’anno ci sarà un consistente aumento di iscrizioni (da poco più di 40 si passerà a 60 bambini). L’edificio dov’è ospitata la scuola è di proprietà della Parrocchia ed abbisogna di grossi lavori di sistemazione. Occorrono almeno due nuove aule e poi bisogna sistemare il tetto. I genitori si rivolgono al Parroco per chiedere di intervenire, magari mettendo a disposizione l’eredità delle Gnogne che si vocifera essere intorno al mezzo miliardo di vecchie lire. Non basterà, pensano, ma è una buona partenza! Dal 1997 ad oggi, sul bollettino parrocchiale non è mai stato pubblicato un riassunto di cosa avevano lasciato le Gnogne e si sapeva solamente che, oltre al testamento a favore della Parrocchia, ce n’era un altro a favore di Enrico Poli (figlio di un cugino della Nina) che però era stato dichiarato non autentico. Si erano spesi un po’ di soldi per periti e avvocati, ma poi la Parrocchia era venuta in possesso di tutti i beni e di tutti i soldi. Alla richiesta del Comitato d’Asilo di impegnare il denaro per la sistemazione del fabbricato (come sembra avesse voluto anche la Nina), il Parroco risponde che di quei soldi non esiste più una lira. La sorpresa è grande, ma il Comitato dei genitori, non demorde. Dopo qualche riunione “a porte chiuse” si decide così di informare tutta la parrocchia e si arriva alla sera del 26 giugno 2003, quando – in Chiesa – viene convocata l’assemblea dei capi famiglia. C’è parecchia gente, ma la chiesa non è gremita. Dopo alcune risposte che il parroco dà a chi domanda cosa accorre fare per il fabbricato dell’asilo, lo stesso Don Antonio ammette di non avere più un soldo e che anzi ha dovuto far ricorso ad un avvallo perché c’è qualche debituccio. Dice che una parte dei soldi sono stati prestati, ma non sono rientrati alla scadenza pattuita. A quella riunione sono intervenuto anch’io in quanto conoscevo fatti che ritenevo opportuno rendere pubblici soprattutto con lo scopo di evitare chiacchiere e pettegolezzi che in una vicenda così delicata possono solo far più male che bene. Siccome ritengo che quanto da me letto quella sera all’assemblea dei capi famiglia sia un documento che rende, almeno in parte, chiara la vicenda, ve lo propongo integralmente. Credo di essere in obbligo di intervenire per due motivi: Il primo è legato alla mia posizione di ex componente del Consiglio Amministrativo parrocchiale (fino a circa 8-9 anni fa) e poi quale consulente della Nina Gnogna nei suoi ultimi anni di vita. Se invece di essere in questa nostra bella chiesa, fossimo davanti ad un magistrato potremmo dire, che il mio è un intervento di “persona informata dei fatti” (almeno in parte). Il secondo motivo, invece, è – per così dire – un motivo di ordine morale. Invitato da più persone ad intervenire lo faccio per poter chiarire alcuni fatti (e parlo di FATTI, non di commenti, chiacchiere, di supposizioni). PRIMO FATTO: Nella mia veste di ex componente del Consiglio Amministrativo parrocchiale, vi assicuro che quando è arrivato a Conco l’attuale Parroco, la parroc- chia non aveva debiti. Siccome in questi giorni si sono sentite voci che andavano esattamente nel verso opposto e cioè che Don Antonio ha dovuto pagare decine (forse qualcuno avrà anche detto centinaia) di milioni di lire di debiti, io vi assicuro che così non è e chiederei gentilmente al Parroco – se lo ritiene - di confermare questa mia asserzione. D’altro canto non sono il solo a conoscere questi fatti perché anche gli altri componenti il Consiglio Amministrativo, tutti i componenti del Consiglio Parrocchiale (una trentina) e molti parrocchiani lo sapevano (che non c’erano debiti). Mi meraviglia quindi non poco, che oggi, a distanza di quasi 10 anni, in paese circolino queste voci indubbiamente… FALSE E TENDENZIOSE! SECONDO FATTO: Sempre 8-9 anni or sono, in Parrocchia ci fu una raccolta di firme (furono un centinaio circa) in calce ad una specie di petizione che chiedeva il rinnovo del Consiglio Parrocchiale perché, se ricordo bene, era definito poco democratico e poco rappresentativo delle varie contrade. C’erano in realtà altri motivi, ma è meglio qui soprassedere. Dopo 89 anni, se io vado a chiedere a quei firmatari se conoscono i nomi di – diciamo 3 o 5 – degli attuali componenti del Consiglio Pastorale, credo che non mi saprebbero rispondere. Mi chiedo: come mai non fanno ora un’altra petizione, visto che la situazione lungi dall’essere migliorata è, a parer mio, di molto peggiorata? A costoro non interessa più la democrazia, la rappresentatività, la chiarezza, ecc.? Dove sono andati coloro che raccoglievano firme, scrivevano al Vescovo, sbraitavano nelle osterie e nelle piazze e non disdegnavano di dare qualche spruzzatina di fango a destra