Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa
n. 1/66 in data 1.9.1966
Direttore Responsabile: Dott. Gianfranco Cavallin
Editore: Centro Culturale di Conco
Cod. Fisc. / Part. IVA 01856280241
Stampa a cura della
Litografia La Grafica di De Pellegrin Flavino
Via Mattarella, 11 - 36061 Bassano del Grappa (VI)
P. IVA 02000040242
Spedizione in A. P. 45% - Art. 2 - Comma 20/b - L. 662/96 DCI VI - Taxe perçue - Tassa risc. - Vicenza
PAR AVION
In caso di mancato recapito si prega di restituire al
mittente che si impegna a corrispondere il diritto fisso
Luglio 2005 - N. 63
92° numero dalla fondazione
AL MITTENTE - A L’ENVOYEUR
4 CIACOLE FRA NOIALTRI DE CONCO
❑ Sconosciuto - Inconnu
e-mail: [email protected]
❑ Trasferito - Trasféré
Tel. +39 0424 700151 - Fax +39 0424 704189
❑ Deceduto - Decédé
C/C postale n. 10276368 - € 2,00
a fine del 2004 (il giorno di Santo Stefano)
ha portato al mondo un’immane tragedia. Non bastando
guerre e terremoti, terroristi ed
alluvioni, pestilenze ed uragani, questa nostra povera terra
ha dovuto fare i conti anche con
lo “tsunami”. Prima non sapevamo nemmeno che cosa fosse, oggi tutti lo conosciamo, soprattutto perché ha fatto più
morti della bomba atomica.
Il 2005, a Conco, è cominciato così in tono minore e siccome il primo dell’anno cadeva pochi giorni dopo il luttuoso evento, i previsti fuochi artificiali per festeggiarlo sono
stati sospesi. Comune e Pro
Loco hanno deciso di ridurre
le spese e di fare una festa in
tono minore, cosa che la popolazione ha capito e condiviso.
bbiamo avuto poi le
Elezioni Regionali
con la vittoria, in gran parte
d’Italia, delle sinistre. Nel nostro Veneto ha retto il centro
destra e Galan è – per la terza
volta – Presidente (oggi si preferisce chiamarlo Governatore). A non venire (ri)eletta è
stata Nadia Qualarsa (nata a
Lusiana) che a Conco, ma soprattutto a Lusiana, ha ricevuto moltissimi voti. Aveva indubbiamente fatto molto per
l’Altopiano e quindi, si è respirata nell’aria un po’ d’amarezza. D’altra parte Bismarck
diceva: La politica non è una
Oggetto - Objet:
Destinatario - Destinataire:
Via Reggenza 7 Comuni, 5 - 36062 Conco (VI) Italia
L
Indirizzo - Adresse:
❑ Insufficiente - Insuffisante
Inesatto - Inexacte ❑
❑ Rifiutato - Refusé
Partito - Parti ❑
Irreperibile - Introuvable ❑
Non richiesto - Non réclamé ❑
❑ Non ammesso - Non admis
Firma - Signature
Non ne parliamo
scienza esatta. Come dargli
torto?
i sono poi stati i referendum su temi talmente complessi e di difficile
comprensione per i comuni
mortali che, complice la Chiesa, quasi nessuno è andato a
votare. Chi ci è andato (per votare “si”) ha detto che gli altri
sono degli esimi ignoranti.
Può anche essere vero, ma
C
degli Italiani sono degli ignoranti? Con tutti i Maestri, i
Professori, i Dottori, gli Ingegneri, i Notai, i Ragionieri, i
Filosofi, i Geometri, i Politici, gli ex Politici e gli Studenti che ci sono?
d un anno dalle elezioni comunali, abbiamo anche il nuovo Presidente
della Comunità Montana. Si
tratta di Giancarlo Bortoli,
A
A
è scritta da nessuna parte e così,
per forzare la mano, si è dimesso da Sindaco con l’intenzione
– si dice – di far dimettere un
suo assessore che l’aveva abbandonato (leggi: tradito). Ma
la cosa gli è andata storta e dopo
aver perso la poltrona di Sindaco ha perso anche quella di Presidente della Comunità. Bortoli,
comunque, ci sembra un buon
Presidente, alla faccia della rotazione!
Vicenza è morto, all’
età di 71 anni, Danilo
Longhi. Era stato per moltissimi anni il Presidente dell’Ente
Vicentini del Mondo e, in questa sua veste, molti nostri lettori emigranti sicuramente lo ricordano. Aveva, indubbiamente, molti meriti ed è stato un
grande vicentino ed un grande
italiano.
mmagino che arrivati a
questo punto del mio
scritto, qualcuno di voi si chiederà se 4 Ciacole (leggi: Bruno Pezzin) ha perduto la tramontana oppure si è dato ai
grandi argomenti ed ha tralasciato il paesello.
No, cari lettori, molto più
semplicemente, quelli che
avete letto appena sopra sono
gli argomenti dei quali NON
parliamo in questo numero del
giornale. E allora? Beh, troverete tante altre notizie. Per
questa volta cercate di accontentarvi e… buona lettura!
Bruno Pezzin
A
I
Conco, 31 dicembre 2004: l’ultimo tramonto dell’anno
molti di quelli che ci sono andati lo hanno fatto per partito
preso (leggi: per ordine di partito) e quindi immaginiamo
che buona parte anche di costoro il problema non l’abbiano ben capito. E poi, come si
fa a dire che l’80 per cento
Asiaghese, che l’ha spuntata su
Edoardo Sartori. Quest’ultimo
era il Sindaco di Rotzo, che sosteneva dovesse essere rispettata
la regola della rotazione e cioè
che ad ogni Comune spettasse
– a turno – la Presidenza della
Comunità. La regola però non
“4 Ciacole” - pag. 2
NOVITÀ (SI FA PER DIRE) SULLA STORIA DEL COMUNE DI CONCO
I
n un libro di araldica conservato in Municipio è rappresentato lo Stemma del Comune di Conco.
Ma nella presentazione dello stesso c’è un’inesattezza, che
a suo tempo avevo rilevato e fatta presente in un mio precedente articolo su 4 Ciacole; vi è infatti scritto che il Comune è
nato nel 1796.
Un evidente errore in quanto nel 1793 il Comune di Dossanti
(S. Caterina e S. Antonio di Fontanelle) era nato, per separazione, proprio dal preesistente Comune di Conco.
Ma non basta perché avevo fatto notare che, come si apprende dall’opera di Giancarlo Muraro sul Notariato Vicentino,
a Conco già nel 1526 operava un Nodaro, quel personaggio
cioè che all’epoca fungeva da Segretario Comunale: concludevo perciò che se c’era un Segretario Comunale ci doveva
essere anche un Comune.
Nell’inserto del precedente numero di 4 Ciacole dal titolo
“Stampa del Commun di Conco” ho illustrato gli avvenimenti
che si sono succeduti nel nostro territorio ed ho posto in evidenza il fatto che il 20 novembre 1681 si era addivenuti alla
separazione di Conco e Gomarollo da Crosara, Valle S. Floriano
e Vallonata che, all’epoca erano riuniti nel Comune di Roveredo
Alto. Di qui la mia convinzione che la nascita del Comune dovesse portare quantomeno quella data.
Anzi per la curiosità dei lettori riporto qui il testo integrale
di quel documento
1681. 20. Novembre.
C
ol riflesso al male, che partoriscono li dissidi, che fra Sudditi vanno serpendo, si rendessimo Noi Benetto Capello
per la Serenissima Republica di Venezia &c. Capitanio di
Vicenza, e suo Distretto grandemente anzioso, e sollecito di
sedare li disordini, che fra quei di Conco, e la Crosara si
nodrivano. Contribuita perciò da Noi una fissa applicazione
a questo interesse, abbiamo voluto per troncar le occasioni
alli futuri Litiggj con reciproca soddisfazione dell’una, e
dell’altra parte decretare l’infrascritta composizione, e
nell’istesso tempo reconciliare l’animo di quei Popoli al
Prencipe Seren. tanto cari.
Per levar dunque le occasioni, e nuove vessazioni, diciamo, e
decretiamo in primo luogo.
Che il Comune di Conco, e Gomarolo, e sue Contrade da una
siano, e s’intendano divise affatto dal Comune di Crosara,
Val di San Florian, e Valonara dall’altra, cosicché de cætero,
come Comuni separati debbano a loro benefizio regolarsi
con li patti & Accordi infrascritti.
Li Spiaggi, che pendono verso la Crosara (salve sempre le Parti
del Prencipe Seren. dipendenti in questo proposito) siano, e
restino in avvenire a solo uso, e benefizio di quelli della
Crosara, con risserva però, che le case della Tortima, & altre ivi prossime, per solo domestico uso, e con loro proprj
Animali possano con quelli della Crosara aver l’uso del pascolare.
Che tutti gli altri Beni, e Boschi nella parte superiore (salve le
Parti, ut supra) siano, e rimaner debbano in avvenire a solo
uso, e benefizio di quei di Conco, e sue Contrade per qualunque loro bisogno con i patti, e condizioni infrascritte.
Primo. Resta risservato a quelli della Crosara l’uso domestico
delle Legna in detti Boschi, così che sempre anco in avenire
possino avere l’intiero loro bisogno per l’uso domestico, e
non per Mercanzia.
Secondo. Le contrade di Speron, & Erta, come prossime ai detti Boschi, non solo doveranno aver l’uso domestico, come
sopra, ma anco facoltà di far Mercanzia de’ Fassetti.
Terzo. Doverà Conco corrispondere annualmente per causa di
detti Beni, e Boschi a quelli della Crosara, e sue Contrade
Ducati ventiotto.
Quarto. Per l’imposizion de’ Dazj soliti pagarsi in Camera
Ducale, Conco doverà in avvenire corrispondere Ducati
quarantacinque all’Anno, & il resto doverà corrisponder
quello della Crosara.
Quinto. Che per l’ultima Imposizion, e Pestrin, Conco sia tenuto pagar ogni Anno Ducati diciotto in Camera Fiscale, &
il di più supplire debbano quelli della Crosara.
Omissis.
Ottavo. Doveranno esser riconosciuti, e liquidati li sopraccennati
Confini delle Spiagi, e posti li Termini, ove ricercasse il bisogno, deputando a questo effetto la virtù del Sign Colonnello Co: Gio: Paolo Barbieri, della prudenza, e desterità
del quale speriamo esiger frutti consimili.
Omissis.
Nascendo poi controversia sopra li presenti Capitoli, risserviamo
a Noi e Successori nostri, in qualunque tempo, servatis
servandis, decider ciò, che apportasse le emergenze.
Vicenza 20. Novembre 1681.
Benetto Capello Cap.
Gio: Ternignatti Canc.
Io Gio: Maria Ghirardi come Interveniente di Conco laudo quanto di sopra.
Io Pietro dal Cortivo Sindico del Comun di Conco laudo quanto di sopra.
Io Bortolo Volpato Sindico di Crosara laudo quanto di sopra.
Io Andrea Rubi come Interv. di Crosara.
1681. 9. Decembre
U
miliandomi alle Commissioni riverite dell’Illustr., &
Eccell. Sier Benedetto Capello Capitanio Degnissimo di
Vicenza, mi son portato Lunedì otto corrente alla Tortima
Comunità di Conco, per riconoscere, e liquidare li Confini,
e poner li Termini in quanto occorresse alli Spiagi, che pendono verso la Crosara, esecutivamente al componimento
seguito tra detto Comune della Crosara da una, col Commune
di Conco dall’altra.
La Contrà, e Case di Conco poste in vicinanza di detti Spiagi
possano anco in avvenire continuare l’uso del Pascolo
promiscuamente con quelli della Crosara in detti Spiagi.
Li Beni, che al tempo presente fanno coll’Estimo, così di Conco,
come della Crosara debbano sempre permanere, e continuare
coll’istesso Estimo.
Alle Fontanelle in Casa di s. Bastian Rudighiero li 9. Dicembre
1681.
Gio: Domenico Barbieri Deputato da S.E. a tal fonzione.
Io Gio: Maria de Ghirardi laudo quanto di sopra come Interv.
del Comun di Conco.
Io Pietro dal Cortivo Sindico del Comun di Conco laudo quanto di sopra.
Io Bastian Rudighiero uno de’ Giudici di Conco laudo quanto
di sopra.
“4 Ciacole” - pag. 3
Io Bortolo Volpato Sindico della Crosara laudo quanto di sopra.
Io Domenico Volpato Giudice della Crosara laudo quanto di
sopra.
distanza di oltre tre secoli non era riuscito a ricopiare dalla
pergamena originale
Aloysius Contareno Dei Gratia Dux Venetiarum; Nob., et Sap.
Viro Benedicto Capello de suo Mandato Capit. V. Potest.
Fideli dilecto salutem, et dilectionis affectum.
A
N
iente dissimile dall’aspettazione è riuscito il frutto delle
diligenze, con zelo e prudenza da Voi impiegate per sedare, e riconciliare gli animi di Crosara, e di Conco colà nei
Sette Comuni, e quanto più inviluppata, e difficile è stata la
materia, tanto più spicca il merito della vostra savia
prudentissima direzione, che con destrezza comendabile ha
saputo venire a capo d’un negozio, ch’era veramente importante, e di somma premura, sprezzando gl’incomodi, e
patimenti, per eseguire perfettamente le Pubbliche Commissioni. Vi esprimiamo però…[manca il seguito del testo]
Sennonché la recente pubblicazione di un interessantissimo
libro sui Privilegi della Reggenza scritto da Stoppato Badoer
(e del quale rinvio alla recensione) mi ha indotto a prendere
visione di una Ducale del Doge Agostino Barbarigo (1486 1501), datata 14 dicembre 1487, contenuta in un libro custodito nella Biblioteca Marciana di Venezia e dal titolo PRIVILEGI
ORIGINARJ DUCALI, DECRETI, TERMINAZIONI E GIUDIZI ESECUTIVI DELLI
SETTE COMUNI E CONTRADE = a cura del Notaio asiaghese
Domenico Rigoni, Venezia, presso la stamperia Andreoli, 1803
Un salto indietro negli anni: il 20 febbraio 1405 la Reggenza dei Sette Comuni aveva fatto atto di spontanea dedizione
alla Serenissima Repubblica di Venezia ottenendone in cambio
la conferma e l’ampliamento dei Privilegi che già godeva prima sotto il dominio degli Scaligeri di Verona quindi dei Visconti di Milano.
Come ho già raccontato, il 13 aprile 1487 era scoppiata la
guerra, detta Retico-Austriaca, fra la Repubblica di Venezia e
Sigismondo Arciduca d’Austria e nel mese di luglio un’improvvisa scorreria di truppe tedesche salite da Caldonazzo colse di
sorpresa gli abitanti dei 7 Comuni che tentarono di resistere
provocando la violenta reazione degli occupanti. Asiago,
Canove e Roana vennero date alle fiamme, quindi gli invasori
tentarono di proseguire la marcia verso sud ma trovarono
un’inaspettata resistenza da parte degli abitanti di Conco e
Gomarolo e ciò (unitamente ad altri fattori) li convinse a sgomberare l’Altopiano.
La guerra si concluse il 13 novembre ed un mese dopo ambasciatori della Reggenza presentarono al Doge una petizione
in otto punti, uno dei quali, il settimo, riguardava
specificatamente Conco e Gomarolo.
(Una piccola interessante parentesi per far meglio comprendere il contenuto di alcuni punti di questa petizione.
In data 6 Aprile 1487, quindi poco prima dell’inizio delle
ostilità, era stata pubblicata una Ducale a favore dei Sette Comuni per annullare una sentenza del Capitanio di Marostica
che li aveva assoggettati a contribuire alle spese per lo scavo
dei fossati contornanti quella fortezza.)
Ma ecco il testo tradotto, della Ducale che (con gli otto articoli di cui ho detto) è la terza conferma delle esenzioni e privilegi dei Sette Comuni. In due punti (indicati tra parentesi)
mancano alcune parole, che evidentemente il notaio Rigoni, a
--gostino Barbarigo per Grazia di Dio Doge dei Veneti ecc.
ai Nobili, & Saggi Signori Vincenzo Catena, per suo Mandato Podestà, a Marco Bragadino Capitanio di Vicenza, ed ai
suoi Fedeli diletti Sottoposti, il saluto & l’espressione della stima.
1487. 14. Decembre &
V
ennero alla nostra presenza i Rappresentanti dei Nostri
Fedeli Sudditi dei Sette Comuni delle suddette Montagne e presentarono i sottoscritti Capitoli a ciascuno dei quali
rispondiamo insieme al nostro Collegio come sotto annotato.
In primo luogo chiesero, ed agli stessi nostri fedeli concediamo, alcune agevolazioni e disposizioni per il pagamento dei
loro debiti a seguito dei danni che subirono nella guerra recentemente conclusa. (…) vogliamo che i nostri Rettori di
Vicenza persuadano, con le parole più efficaci, i creditori
degli stessi Fedeli a concedere il maggior tempo possibile
per il pagamento.
Secondo – Che siano confermati e rispettati tutti i loro privilegi
e le antiche usanze.
A ciò rispondiamo che sia come chiedono.
Terzo – Che possano portare sulle stesse montagne ogni tipo di
biade e di alimenti per loro uso attraverso i nostri territori
ossia Vicentino, Veronese, Bassanese e Padovano, senza alcun ostacolo od obbligo di documento.
Quarto – Che durante il viaggio possano portare armi per la
difesa personale senza ostacoli da parte di Commilitoni od
Ufficiali. (*) (…) esclusi tuttavia gli archibugi e le armi proibite in tutto il territorio.
Quinto – Che non siano obbligati ad assolvere ad alcun altro
impegno che abbiano assunto durante la recente guerra sui
Monti della Città di Vicenza, che furono allora occupati dai
nostri nemici e (…) riconquistati con il proprio sangue dei
Sette Comuni –
A ciò rispondiamo che se le cose stanno come dicono, noi
siamo contenti che sia come chiedono.
Sesto – Che concediamo loro di poter far valere il diritto su
tutti i loro territori di confine non ostante alcune sospensioni temporanee, atteso che alcuni di tali territori furono loro
ingiustamente usurpati.
A ciò rispondiamo che, poiché su tale argomento possono
tentare di deliberare sul come si sia verificata una qualche
limitazione, prima che tutto venga definito e dopo esserci adeguatamente informati delibereremo secondo giustizia ed equità
e secondo quanto esige il merito degli stessi nostri Fedeli.
(*) Il Podestà (un nobile veneziano, supremo magistrato di un territorio detta Podestaria) “portava con sé un Cancelliere, con funzioni
di notaio, ed un Commilitone o cavaliere, preposto agli Ufficiali del
Comune, al quale spettava di sovrintendere l’ordine pubblico” [G.A.
Muraro – Il Palazzo del Doglione nella storia di Marostica – Banca
Popolare di Marostica, 1995]
“4 Ciacole” - pag. 4
Settimo – Poiché gli uomini di Conco e Gomarollo durante
tutto il tempo della predetta guerra furono uniti con gli
stessi Sette Comuni ed alla pari con loro affrontarono i
medesimi pericoli, che non debbano esser costretti ad
esser soggetti alle angarie(**) con gli altri sottoposti alla
Podesteria di Marostica, e in primo luogo che siano loro
restituiti i pegni e quant’altro ricevuto da quelli di
Marostica, e poiché gli stessi di Conco e Gomarollo sono
sempre stati esentati insieme agli stessi Sette Comuni
dalla tassa sul Sale e dai Dazi, supplicarono che vogliamo concedere che facciano in tutto e per tutto come gli
stessi Sette Comuni anche in occasione delle angarie.
A ciò rispondiamo che se le attività belliche dei detti uomini della Contrada di Conco e Gomarollo furono attuate assieme ai detti Sette Comuni, non ci sembra onesto, né lo vogliamo, che siano costretti da parte di quelli
di Marostica per quel particolare periodo di tempo per
non esser doppiamente aggravati, anzi [vogliamo] che
siano loro restituiti i denari ed i pegni ricevuti in quell’occasione, e per quanto riguarda le future angarie, assunte adeguate informazioni decideremo ciò che ci apparirà giusto.
colare: la chiesa, ed in seguito la vastissima Parrocchia, di
Santa Caterina, all’epoca legata alla Chiesa di S. Maria Assunta di Marostica, portava il nome di Santa Cattarina de
Gomarollo. Questo particolare fa supporre che, in tempi precedenti a quelli qui presi in considerazione, la “Villa” di
Gomarollo avesse una relativa maggior importanza di quella
di Conco, sia pure solamente dal punto di vista religioso. Infatti a Gomarolo sulla facciata della casa Poli, nell’omonima
contrada, spicca una bifora gotica, in uno stile cioè nettamente anteriore a quello di qualsiasi altro edificio del comune (la
data più antica che ho trovata scolpita sull’architrave di una
porta in Contrada Ciscati è del 1565). Non solo, più di quarant’anni or sono (ero da poco arrivato a Conco e della bifora
era visibile solamente il simbolo di S. Bernardino da Siena) mi
raccontarono che la tradizione voleva che quell’edificio fosse
stato sede di un convento.
A parte tutte queste considerazioni, in conclusione, pur non
avendo ancora una data sicura, avanzo l’ipotesi che già, nel
1487 questo territorio costituisse un’unità amministrativa.
Intanto continuo a cercare sempre sperando che sia valido
il vecchio proverbio che recita “Chi cerca trova”. Chissà…
Ottavo – Considerato che i Consoli di Vicenza ricevettero da
loro pegni per quattordici Ducati in occasione dell’uccisione di un tale degli stessi Sette Comuni, che ribelle al nostro
Dominio avrebbe lasciato entrare i nemici sulle dette montagne, e nondimeno gli stessi nemici vennero annientati, che
gli stessi [Consoli] vogliano provvedere alla restituzione di
queste loro indennità e pegni.
A quest’ultima richiesta rispondiamo che non sembra né giusto né conveniente che ciò che è da lodare e premiare si
tramuti per loro in danno e nocumento, e pertanto sia come
chiedono.
CROSARA RICORDA
I 600 ANNI DELLA DEDIZIONE A VENEZIA
Dato nel nostro Palazzo Ducale il giorno 14 Dicembre. Sesta
Indizione, 1487
Che cosa possiamo dunque ricavare dalle parole contenute
in questa Ducale, tenuto conto che tutti i Colonnelli di Roveredo
alto facevano parte della Reggenza?
Innanzitutto ho voluto apposta richiamare la Ducale del 6
Aprile per porre in evidenza come, ove possibile, quelli di
Marostica, che mal sopportavano il fatto che gente abitante
quasi sotto le loro mura potesse avere un trattamento fiscale
diverso e più favorevole, in primis di non pagare proprio a loro
i dazi e le altre gabelle, approfittassero di ogni occasione per
“dimenticarsi” di questi privilegi. Non per niente i Sette Comuni avevano protestato per una contribuzione alle spese per
lo scavo dei fossati, cioè per un lavoro fatto fuori dai confini
della Reggenza.
Inoltre mi sembra di capire che le “contrade annesse” non
avessero proprio “tutti” i privilegi dei Sette Comuni.
Non per niente, appellandosi al contributo di sangue durante gli eventi bellici, con la petizione e conseguente ducale
del 14 dicembre 1487 viene richiesto un trattamento particolare per “quella” particolare Contrada con i due colonnelli di
Conco e Gomarollo, per far scomparire anche l’obbligo dei
lavori personali gratuiti (le “angarie”, appunto).
Con l’occasione va preso in considerazione un altro parti(**) Con il termine “angaria” nel Medio Evo si intendeva una prestazione personale gratuita imposta al suddito dallo stato e specialmente dal signore feudale.
Luciano Cremonini
M
artedì 21 giugno, all’Ecomuseo della paglia di Crosara
si è tenuto un interessante incontro previsto nell’ambito delle manifestazioni che Marostica ha organizzato per commemorare i 600 anni del patto di dedizione alla Serenissima Repubblica di Venezia. Alla serata doveva partecipare quale relatore
il Prof. Sergio Bonato, presidente dell’Istituto di cultura Cimbra di
Roana, che però, all’ultimo momento si è fatto sostituire da un
altro Membro dello stesso Istituto, il prof. Pesavento.
L’interessante relazione tenuta dal Prof. Pesavento ha accompagnato i presenti lungo un tratto di storia locale di quasi mille
anni, con particolare approfondimento dei fatti salienti del periodo
1300-1700 interessato dal dominio della Serenissima.
Un secondo importante incontro è previsto per sabato 13 agosto quando a parlare di “Pietre nelle tradizioni popolari” sarà
Giancarlo Bortoli, presidente della Comunità Montana, nonché appassionato e preparato studioso di storia locale.
A margine dell’incontro dobbiamo riferire che gli amici di
Crosara, sempre molto attenti agli aspetti storici e culturali del loro
paese, hanno recentemente pubblicato un libro dal titolo “Ecomuseo
della Paglia nella tradizione contadina” curato da Emilia Bertacco
e Maria Angela Cuman, libro che è una fonte importante di notizie
non solo sulla lavorazione della paglia, ma anche sulla vita “de sti
ani” di Crosara. Si ricordano, ad esempio, le figure più significative del paese, la tradizione contadina e i vecchi mestieri. Tra queste
figure, ci è parso simpatico annoverare “el scarparo” Girardi Carlo
Tonai di Conco.
A proposito della strada del Sejo di cui parliamo in altra parte
del giornale, scoperto recentemente che trattasi con ogni probabilità di una strada armentaria romana, gli amici di Crosara, per bocca del loro Presidente Luigi Chiminello, hanno lanciato la proposta di incontrarsi con i responsabili del Comitato Relazioni Pubbliche di Gomarolo per vedere se è possibile organizzare una manifestazione che ricordi a tutti l’importanza della strada.
Dalle pagine del nostro giornale, rilanciamo perciò il messaggio nella speranza che venga accolto nel segno dell’amicizia, della
storia e della cultura locali che sono aspetti importantissimi della
vita delle nostre comunità
Bruno Pezzin
“4 Ciacole” - pag. 5
ERRATA CORRIGE (per essere benevoli)
S
i, “per essere benevoli”. Perché mi devo scusare in particolare con quei lettori che sino ad ora hanno apprezzato i miei
“inserti” dedicati a Conco. Perché l’errore questa volta non è stato “di stampa” ma “d’autore”.
Mi riferisco all’ultimo inserto dal titolo “STAMPA DEL COMMUN DI CONCO” nel quale, a pagina 6, quando cito la data
della dedizione della Reggenza alla Serenissima (e cioè il 20 febbraio 1405), tra parentesi ho scritto “due mesi dopo fu la volta
della città di Vicenza”. Difatti la “dedizione” di Vicenza era avvenuta non “dopo” ma dieci mesi “prima”: quindi avrei dovuto
scrivere “il 28 aprile 1404 era stata la volta della città di Vicenza”.
Colpa dell’errore è stata la mia fiducia cieca (cosa che solitamente non è di mia abitudine) negli antichi Autori tra i quali il
grande Modesto Bonato, i quali infatti, forse per eccesso di “patriottismo”, hanno equivocato sulle date.
A chiarirmi le idee è stato il libro che ha visto la luce quasi contemporaneamente alla pubblicazione di 4 Ciacole (e di cui si
può leggere in questo numero la recensione) opera di Roberto Stoppato Badoer dal titolo “Autonomia e Privilegi della Spettabile
Reggenza dei Sette Comuni nella Veneta Serenissima Repubblica”.
In esso l’Autore spiega dettagliatamente la diversità tra il calendario della Serenissima ed il nostro attuale calendario.
All’epoca, le varie Cancellerie adottavano uno “stile” particolare per quanto riguardava il calendario. Così secondo lo “stile”
Bizantino, in uso in quella Corte, l’anno iniziava il 1 Settembre e terminava il 31 Agosto successivo; altrove era in uso lo “stile”
della Natività (dal 25 Dicembre al 24 Dicembre successivo) oppure quello della Circoncisione (dal 1 Gennaio al 31 Dicembre)
che è quello attualmente in uso nel mondo occidentale.
Lo stile Veneto, in uso nella Serenissima, faceva iniziare l’anno il 1 Marzo e finire il successivo 28 (o 29) Febbraio. Ecco
perché quelle date oggi vengono indicate con la nota m.v. vale a dire more veneto (cioè secondo il calendario della Serenissima,
che restò in uso sino ai primi decenni del ‘700). Naturalmente, nessuna differenza per quanto riguardava i mesi, i giorni e le
ricorrenze religiose.
Il che vuol dire che la data del 28 aprile 1404 del calendario Veneto corrisponde a quella del calendario attuale mentre quella
del 20 Febbraio 1404 more veneto corrisponde al 20 Febbraio 1405 del nostro calendario. Chiaro?
In conclusione le date delle “dedizioni” a Venezia, rivedute e corrette sono: nel 1404, 28/4 Vicenza; 7/5 Cologna Veneta;
18/5 Belluno; 10/6 Bassano; 15/6 Feltre e, nel 1405, 20/2 la Reggenza dei Sette Comuni; 23/6 Verona e, dopo un assedio, 22/11
Padova.
QUEL 2 MAGGIO DEL ’44 PARTÌ UNA LETTERA
Conco 2.5.44
Mariano mio Caro
Proprio oggi ricevetti questa lettera contenta
che di salute ti trovi bene così pure e di me
e la cara bambina. Mariano proprio
il giorno 25 Aprile ricevetti due modoli
io il giorno 29 Aprile ti ò fatto un
pacco e poi il giorno 19 Aprile te ne
ò fatto un altro paco, ma però cuello
era un pacco che si potteva spedire
senza modolo parti proprio con un
vagone da Bassano più di 400 pacchi
duncue cuello spero che ti abbia a
raggiungere presto. Mariano il primo pacco
non ò potuto a metterti tabacco
perché non si potteva, ma poi nel secondo
pacco mi anno concesso. Noi non possia
mo più scrivere cartoline come scrivevimo
noi possiamo scrivere solo quelle
corrispondenze che mi mandi tu.
Immagina mia Caro
quanto ti penso tutti i
momenti mi sei presente ...sa alle tue
condizioni preso (prego) sempre al buon Dio
per te che ti aiuta al cammino della tua vita la
nostra cara bambina cresce assai bene almeno
che potessi a mandarti la fottografia ti saluto
e ti mando mille e più mille baci alla tua
adorata bocca, tua Rina
Prima che ti arriva il pacco mandami modoli
I
l testo sopra riportato è scritto in una “lettera di risposta” indirizzata al
“prigioniero di guerra Colpo Mariano, numero di prigioniero 9818 al campo M. Stammlager VI G di Bonn a. Rhein – Germania”.
La lettera porta il timbro di partenza dall’Ufficio Postale di Conco del 2.5.44
ed è stata scritta da Colpo Poli Rina (la Rina dei Colpi) al marito che era, per
l’appunto, prigioniero in Germania.
Le poste l’hanno consegnata al mittente (cioè alla Rina) nell’agosto del 2004
e quindi più di 60 anni dopo la partenza.
La lettera porta anche un timbro tedesco e quindi fino in Germania è arrivata.
Cos’è successo poi?
Non sappiamo se il Mariano l’abbia ricevuta. Vogliamo pensare che qualcuno l’abbia rinvenuta in qualche archivio e, invece di buttarla nel cestino, abbia
provveduto ad inviarla al mittente. E così la Rina, quando l’ha ricevuta, ha
ripercorso quegli anni, quei pensieri, quella lontananza forzata, le emozioni, la
paura, la speranza. Oggi quella lettera è diventata il ricordo più importante di
tutta una vita, un cimelio da conservare gelosamente.
E la notizia può ben finire sui giornali.
Mariano e Rina Colpo
“4 Ciacole” - pag. 6
Il Consiglio Comunale ha
approvato il 25 febbraio scorso il progetto per la realizzazione di una nuova palestra a
servizio delle scuole medie.
Nell’edificio, al piano seminterrato, troverà posto anche una autorimessa ed un
magazzino per il Comune e la
Protezione Civile di complessivi 850 metri quadrati.
Dal progetto risulta evidente come l’area occupata
dal nuovo complesso sportivo
andrà a coprire uno spazio
maggiore dell’attuale scuola
media. Come si può vedere dal
disegno che pubblichiamo, i
due edifici saranno collegati
da un “corpo” che servirà, oltre che da ingresso alla palestra anche da biglietteria e bar.
Per accedere alla nuova
struttura è prevista la costruzione di una strada che partendo
da Via Reggenza 7 Comuni,
scende lungo la stradina che
porta a Contrà Ronchi per poi
svoltare a sinistra e dirigersi,
con un paio di curve ad “S”,
verso la palestra. Sul lato nordovest verrà realizzato anche un
parcheggio. La spesa complessiva preventivata è di €
1.300.000 circa ed è previsto
l’esproprio di terreni appartenenti ad una decina di privati.
Molto critica la minoranza consiliare che vede stravolto l’originario progetto di costruzione della palestra come
naturale proseguimento dell’attuale edificio delle scuole.
Il Sindaco, nel presentare
il progetto ai cittadini, ha riferito di una miriade di norme
da rispettare, e di un edificio
che sarà costruito con i criteri
antisismici previsti per le nostre zone.
Il magazzino sarà alto 4
metri, mentre la palestra dovrà
essere di almeno 7 metri (il progetto ne prevede 7,1). Il pavimento sarà in PVC e vi saranno disegnati tre campi: uno di
minibasket, uno di pallavolo ed
uno di calcio a 5 (calcetto).
Vi saranno spogliatoi, servizi igienici, biglietteria, bar ed
ingressi separati per il pubblico e gli atleti, come previsto
dalla normativa del CONI.
Vengono rispettate anche tutte
le norme concernenti l’uso della struttura da parte dei disabili,
siano essi spettatori che atleti
e vi sarà la possibilità di ospitare sino a 171 spettatori.
Il tetto verrà eseguito in
legno lamellare, il riscaldamento sarà ad aria e per l’illuminazione è prevista l’installazione di una ventina di fari
a soffitto.
Il Sindaco ha promesso che
la struttura sarà di libero accesso anche a tutte quelle manifestazioni che si dovessero
organizzare in paese quali incontri, riunioni di gruppi, mostre, ecc ed avrà quindi la funzione di “sala polivalente”.
anno, per riscaldare le nostre
case, abbandoneremo tutti gas e
gasolio e torneremo alla vecchia,
cara legna di “fagaro”?
Lavori Pubblici
A
d un anno dalle elezioni, i nuovi amministratori si sono presentati ai
cittadini per informarli sui progetti in corso ed un incontro è
stato organizzato a Tortima nell’edificio che ospita il Centro
ricreativo degli anziani.
Alla presenza di una quarantina di persone e tra loro,
ovviamente alcuni amministratori, il Sindaco, assistito da
un tecnico comunale che proiettava sullo schermo apposite diapositive, ha illustrato i tre
principali progetti in fase di
realizzazione: la piazza di
Conco, la palestra e l’ecocentro di S. Caterina.
LA PIAZZA
Bella e funzionale – ha detto il Sindaco – sarà come un
piccolo anfiteatro. Si tratta di
un progetto predisposto dalla
precedente amministrazione
che se lo è visto contestare
anche pesantemente da alcuni
cittadini per il fatto che non
prevedeva il parcheggio di
auto. Ora è divenuto il frutto
di un compromesso tra coloro
che la volevano comunque
adibita a parcheggio e coloro
che la volevano “piazza-salotto”. Potrà ospitare 12 auto con
disco orario. In caso di particolari avvenimenti quali feste,
matrimoni, funerali, ecc. potrà anche riempirsi del tutto.
E’ previsto l’uso del por-
BIOMASSA
L
a chiamano “biomassa” e
sembra essere divenuta la
panacea per il risparmio energetico e per la soluzione dei problemi legati all’inquinamento atmosferico.
A Conco, un impianto di biomassa è stato costruito dall’Amministrazione Comunale con l’intento di riscaldare i locali delle
Scuole medie e del Municipio. E’
entrato in funzione, per la prima
volta, martedì 21 dicembre 2004,
ma dopo qualche giorno si son
dovuti fermare i macchinari perché il “cippato” (cioè i trucioli di
legno che servono da combusti-
fido, ma il Sindaco ha parlato
anche di smolleri, binderi (che
poi il tecnico ha spiegato cosa
sono) ed acciottolato, di lastre
di marmo per i marciapiedi e
di un “muretto-panca” davanti alla chiesa. Ci saranno gradini nella parte alta ed un gradino dividerà anche la strada
provinciale e la piazza, salvo
nella parte dov’è previsto l’ingresso per le auto.
Il disegno sarà a semicerchi concentrici, verrà tolta l’attuale illuminazione che sarà
sostituita con una che prevede punti luce a terra. L’acqua
si infilerà su apposite strette
fessure e quindi non ci saranno tombini, se non uno vicino
al pozzo che però verrà realizzato solo per poter istallare
l’albero di natale e non per lo
scolo delle acque.
I lavori prevedono anche
un marciapiede che sale sino
alla bottega di Paola Girardi,
e la sistemazione della piazzetta davanti ai negozi di Maria Luisa Passuello. A valle,
verrà invece sistemato l’ingresso all’asilo che verrà completamente rivisto. Anche davanti alla gradinata del monumento verrà realizzato un tratto di marciapiede. Verranno
poi tagliate le due attuali piante e spostate più in altro le
bombe con le catene.
Il costo complessivo preventivato sfiora i 500 milioni
di euro ed è interamente finanbile) non era sufficientemente
asciutto e la combustione non risultava ottimale. Dopo qualche
mese l’impianto è entrato nuovamente in funzione ed ora sembra
che i problemi della prima ora
siano superati. Si fa un gran parlare del risparmio legato alle fonti
rinnovabili di energia (leggi boschi), ma a quanto ci è dato sapere, i nostri vecchi conoscevano la
materia da secoli, tant’è che esistono i diritti di uso civico, il più
conosciuto dei quali è proprio il
“legnatico” e cioè il diritto ad
usufruire di una certa quantità
annua di legna da riscaldamento
per ogni famiglia del paese.
Vuoi vedere che tra qualche
ziato con contributi della Comunità Europea.
LA PALESTRA
ENTE VICENTINI NEL MONDO
L
’Ente Vicentini nel
Mondo festeggia a luglio il suo 50° anno di fondazione.
Con una serie di manifestazioni davvero imponenti guidate dal Presidente Giuseppe
Sbalchiero, Vicenza diventa per
ben 5 giorni consecutivi la capitale del mondo dei migranti.
Saranno presenti le Associazioni Venete per l’Emigrazione,
i rappresentanti dei Circoli dei
Vicentini nel Mondo e molti
emigranti. Sono previste conferenze, visite guidate al territorio della provincia, spettacoli e
colazioni di lavoro.
Le manifestazioni si chiuderanno domenica 31 luglio a
Lusiana con la S. Messa nella
Chiesetta dell’Emigrante a
Velo e la consegna della Targa d’Oro.
“4 Ciacole” - pag. 7
SCUOLA MEDIA
NUOVA PALESTRA
La Piazza San Marco si rifà il lifting
Più d’uno a chiedersi come mai si iniziava a lavorare in piena estate e cioè in piena stagione turistica.
Il Sindaco, che evidentemente conosce bene i suoi concittadini, aveva però contemporaneamente fatto affiggere dei
manifestini nei quali spiegava che se non si iniziavano più che
in fretta i lavori, si rischiava di perdere il contributo concesso
dalla Comunità Europea. (Per dirla col proverbio: o magnare
sta minestra o saltare sta finestra).
I lavori dovrebbero terminare il 12 dicembre.
L
a Piazza San Marco a Conco sarà il salotto dei Conchesi.
Ci viene in mente quella omonima di Venezia anche se
il paragone, ovviamente, non regge. Lì, infatti si parcheggiano
gondole, qui – al massimo - una dozzina di automobili.
Per i nostalgici del passato, pubblichiamo la foto della Piazza così come si presentava il mattino del 21 luglio scorso. Il
giorno prima erano stati posti su dei cavalletti un paio di avvisi
che informavano che sarebbero subito iniziati i lavori di sistemazione.
“4 Ciacole” - pag. 8
ULMO BURUL:
UN MEDICO DI GRANDE UMANITÀ
Q
ualche mese fa apparve sul Giornale di Vicenza una
pagina intera ove un esule istriano del primo dopoguerra
descriveva la sua triste vicenda personale vissuta al tempo della guerra e dell’espatrio forzato dalle terre natìe, ma anche del
successivo periodo considerato fortunato in cui ha esercitato la
professione di medico condotto in vari Comuni del Vicentino
compreso anche il Comune di Conco.
La persona che raccontava tutto ciò è il dott. Ulmo Burul noto
a molti abitanti di Conco, in quanto ha svolto la professione di
medico condotto nel nostro Comune nei primi anni cinquanta.
L’ho contattato telefonicamente per compiacermi di tale articolo ricordando i tempi passati a Conco ove ha riscosso stima
e simpatia. L’ho invitato a scrivere qualche appunto per il giornale Quatro Ciacole, cosa che ha fatto ben volentieri. Il suo
“ricordo” è pubblicato qui di seguito.
Alferio Crestani
Longare 30/5/2005
Caro Alferio,
eccomi per il Tuo desiderio di sapere del mio quinquennale
soggiorno a Conco, come l’ho vissuto e quale posto occupa nel
mio animo.
Nei cinque anni trascorsi in condotta a Rotzo, l’Ostetrica
comunale Sig.ra Vereconda, moglie di Pezzin Bepi, mi parlava
sempre di Conco, fortemente nostalgica: spesso pensavo che
sarebbe stato bello arrivarci!
Da Rotzo andai a Poiana Maggiore, basso Vicentino. Ritrovo il povero collega Dott. Schenardi che da Lusiana era andato
a Campiglia dei Berici: eravamo vicini.
Senti un po’! Schenardi viene a trovarmi per dirmi che, se
mi interessava, la condotta di Conco si rendeva libera, e se lo
volevo, suo cognato, il Dott. D’Alessandro, che era stato Segretario Comunale a Conco, mi avrebbe volentieri accompagnato a presentarmi al Sig. Predebon, Sindaco. Andammo così
la domenica mattina… e tutto andò bene.
Ecco come sono arrivato tra Voi: non è solamente “per
caso”, è molto di più, non Ti pare?
Come mi sono trovato a Conco? Benissimo, gente seria, rispettosa, educata, Autorità Comunali signorili, dal Sig.
Predebon a tuo padre, Sig. Crestani, che vedevo ogni giorno
fermandomi al suo Albergo per raccogliere eventuali telefonate, per fare magari “due ciacole” avendo con Lui più confidenza, al carissimo collega Marco Poli.
E l’ambiente naturale? La pianura vista da Tortima quando tutto è sotto un manto bianco di nebbia, ma noi col sole.
Oppure Rubbio e le sue Contrade di cui ho memoria di un inverno con la neve: sono andato a piedi fino al “ponte radio” e
ai “Casoni Alti”, con un vento gelido dalla Valsugana, e non
ricordo se ho poi dormito!
Fontanelle e Conco con le loro contrade, la “Bocchetta” e
poi a destra per Rubbietto e Rubbio!
Ho avuto una “buona sorte”, e adesso che sono proprio
vecchio (di età), la mente torna indietro e giudico, passando in
rassegna le vicende della vita. Sono stato fortunato.
Conco rimane nel mio cuore come un prezioso dono della
Provvidenza!
Un caro affettuoso saluto a te, alle tue sorelle che ricordo
benissimo, a chi mi ricorda (ci sarà qualcuno?).
Ogni bene
Ulmo Burul
Miriam Pozza soldato
Dal 1° luglio 2005, abolita la leva obbligatoria, molti maschi
non faranno più la naja. Ecco allora farsi avanti le ragazze
che possono essere arruolate come volontarie.
I
l 9 Aprile 2005
ad Ascoli Piceno
presso il campo sportivo “F. Squarcia” si è
tenuto un Giuramento
di Fedeltà alla Repubblica davvero speciale.
Di buon mattino i nostri compaesani Pozza
Demetrio, Colpo Cinzia di Santa Caterina,
con la figlia Francesca
e alcuni famigliari al
seguito sono giunti
nella cittadina marchigiana per presenziare a
una cerimonia militare del tutto singolare
per come siamo abituati a immaginarla. A
rendere unico l’evento
è stato il coro di voci
femminili che a metà
mattinata si è alzato
alto in cielo gridando
“lo giuro”.
Tra le 350 protago- Miriam Pozza in divisa.
niste convinte, schierate sull’attenti, c’era la nostra Miriam Pozza,la prima ragazza dei nostri monti ad aver scelto di servire la patria.
Miriam, classe 85 è stata accolta il 28 febbraio 2005 nelle
Forze Armate, alla Caserma “Emidio Clementi” di Ascoli Piceno
dopo un concorso molto selettivo che ne ha dimostrato la determinazione e la convinzione delle scelte maturate. Ora si trova occupata a Firenze presso la caserma Perotti è stata promossa caporale e svolge il ruolo di autista.
Come è noto da quest’anno l’arruolamento avviene solo su
basi volontarie e le Forze Armate sono composte, per quanto
ottiene i militari di Truppa, da volontari in ferma annuale. Al
termine di questo periodo quindi, Miriam potrà scegliere se rimanere in servizio per un altro anno o partecipare a una nuova
selezione per prolungare la ferma di altri 4 anni al termine dei
quali potrebbe diventare un soldato professionista in servizio
permanente. Per Miriam questa esperienza lavorativa e solo il
primo gradino della professione militare che potrebbe costituire un trampolino di lancio per accedere a ruoli superiori. Oltre
che singolare la scelta della nostra Miriam è davvero lodevole
poiché ha scelto di vivere in una realtà dove regna lo spirito di
servizio, il senso della disciplina e della responsabilità. Il motto del 235°Reggimento “Piceno” al quale il soldato Miriam
appartiene è “SEMPRE NELLA VITTORIA”.
Vuol essere quest’ultimo anche il nostro augurio.
Siamo certi che le scelte di vivere ogni sua giornata al servizio del nostro Paese, scelta coraggiose a determinata, non può
che risultare vincente.
Congratulazioni vivissime.
Federica e Samuele
“4 Ciacole” - pag. 9
Gruppo Alpini di Conco
FONTANELLE:
GRUPPI CHE SI RINNOVANO
A
bbiamo ricevuto, e ben
volentieri pubblichiamo, queste notizie relative alla
vita dei Gruppi di volontariato
che operano a Fontanelle. Con
un certo “humour” – che non
fa mai male e che ci auguriamo sia alla base di nuova vitalità - l’hanno titolato:
“ECO CHI
CHE TIRA EL CARETO”
Tra Gennaio e Febbraio 2005
si sono rinnovati i consigli di
tre importanti gruppi che danno un tocco di vitalità alla nostra comunità di Fontanelle.
Ecco di seguito le varie nomine:
GRUPPO ALPINI
DI FONTANELLE:
CAPOGRUPPO
MIGLIORETTO NICO
VICE CAPOGRUPPO
MARCHIORI FAUSTO
TESORIERE-CASSIERE
RODIGHIERO PIO
SEGRETARIO
PIZZATO ROLANDO
REVISORI DEI CONTI
BERTACCO LIVIO
POLI ERNESTO
CONSIGLIERI
BUSATTA FIORINDO
CRESTANI BATTISTA
DINALE ALBERTO
MIGLIORETTO GRAZIANO
PREDEBON CLAUDIO
ZANELLA ALFREDO
ASSOCIAZIONE
“AMICI DI FONTANELLE”:
Nuovo consiglio 16.02.2005
PRESIDENTE
CISCATO DEVIS
VICE PRESIDENTE
BERTACCO GIORGIO
SEGRETARIE
BATTAGLIN SARA
CISCATO DANIELA
CONSIGLIERI
CISCATO MORGAN
CRESTANI ANDREA
CRESTANI DANIELA
CRESTANI GIANLUCA*
CRESTANI LUCA
DINALE RUDY
MIGLIORETTO GIADA
MINUZZO CARLO
MIOTTO ROBERTO
RODIGHIERO ALDO*
TROTTO ANDREA
TUMELERO VALENTINA
ZAMPESE MIRKO
ZOCCARATO ELENA
*rappresentanti in
PROLOCO COMUNALE
BANDA MUSICALE
DI FONTANELLE:
PRESIDENTE
BERTACCO GUERRINO
VICEPRESIDENTE
e MAESTRO
DINALE ALBERTO
SEGRETARIE
BRESSAN OSVALDA
TUMELERO VALENTINA
CONSIGLIERI
MIGLIORETTO GIADA
MINUZZO ANNA
POLI KATJA
RODIGHIERO CARLA
SCHIRATO MARGHERITA
RINNOVATO IL CONSIGLIO
All’Assemblea del Gruppo Alpini di Conco ha partecipato anche
il vice presidente nazionale ANA, prof. Vittorio Brunello, qui
ritratto con Gianantonio Bertuzzi e Walter Predebon.
L
a direzione del Gruppo Alpini di Conco comunica che
in data 9 gennaio 2005 si sono tenute le votazioni per il
rinnovo del Consiglio e che a seguito di tali votazioni e del successivo incontro degli eletti, le cariche sono ora così distribuite:
Capogruppo: Giannatonio Bertuzzi
Vice Capogruppo: Benedetto Pernechele
Segretario: Mario Colpo
Alfiere: Sergio Dalle Nogare
I Consiglieri sono: Gabriele Pozza, Valerio Bordignon,
Walter Predebon, Denis Poli, Giampaolo Colpo, Gustavo
Pezzin, Diego Peterlin, Savino Colpo e Clerio Pozza.
A Giannantonio Bertuzzi (Morte) che per l’ennesima volta
ricopre la carica di Capo Gruppo, e a tutti gli eletti, facciamo
gli auguri di buon lavoro. Auguri che sono sinceri e cordiali
visto che anche ai nostri Alpini compete il gravoso compito di
ospitare nel maggio 2006 l’adunata nazionale che si svolgerà
ad Asiago.
A tutti l’augurio di un buon
lavoro e di una proficua collaborazione.
TERZO RADUNO
INTERNAZIONALE
PER I CRESTANI
4 Ciacole si associa all’augurio con la certezza che ogni
associazione (e non solo quelle di Fontanelle) nel loro operare per gli altri sappiano altresì collaborare anche con tutte le altre organizzazioni esistenti in paese, oltre che – ovviamente – con le Istituzioni
quali ad esempio il Comune, le
Parrocchie e gli Enti
sovracomunali. Ci viene in
mente quel grosso appuntamento che nel 2006 vedrà
l’adunata nazionale degli Alpini ospitata nel nostro
Altopiano, per l’organizzazione della quale saranno sicuramente chiamate a collaborare
tutte le forze disponibili. Chi
meglio delle organizzazioni di
volontariato potrà dare una
mano?
restani di tutto il mondo unitevi!
E’ previsto per il 28 agosto prossimo il terzo raduno
internazionale di tutti coloro che portano il cognome Crestani.
Il Comitato organizzatore ci ha fatto pervenire il programma che prevede:
- ore 10,00 l’incontro davanti alla scuola elementare di
Fontanelle;
- ore 10,30 la S.Messa nella Chiesa di Fontanelle;
- ore 12,30 il convivio, che sarà allietato da un gruppo
folcloristico, in un apposito tendone allestito sempre a
Fontanelle.
Le adesioni devono essere date entro il giorno 20 agosto a:
- Alferio Crestani di Bassano (tel.0424.521554);
- Azzurra Crestani di Coggiola (tel. 015.78334);
- Giordano Crestani di Castronno (tel. 0332.892605);
- Bruno Crestani di Conco (tel.0424.700140);
- Enzo Crestani di Conco (tel. 0424.709271)
- Pizzeria Rondinella di Tortima, al n. 0424.709421.Gli organizzatori informano che… “la festa è aperta a quanti registrano nel loro albero genealogico una anche lontana presenza del cognome Crestani”
C
“4 Ciacole” - pag. 10
Il Racconto
Il Buon Cavaliere
di Lorenzo Cesco
C
’era una volta sull’
altopiano coronato di
verdi montagne, un castello
racchiuso tra alte mura. Sui
torrioni sventolavano stendardi e bandiere; tutt’intorno, a
difesa, c’era un profondo fossato sulle cui limpide acque si
rincorrevano le anitre e scivolavano i candidi cigni.
Era un bellissimo castello
che il re aveva affidato ad un
giovane cavaliere perché da lì
potesse vigilare sui confini e
provvedesse a soccorrere i pastori e contadini che abitavano quei monti.
Aveva, il cavaliere, lunghi
capelli raccolti sulla nuca ed un
volto illuminato da occhi azzurri e profondi. Quando, avvolto nel celeste mantello in
sella al suo veloce destriero
bianco si recava a visitare i borghi sparsi nelle valli e sostava
nelle povere case di legno dei
pastori, era da tutti ammirato.
Le fanciulle lo attendevano con
ansia, ben sapendo che neanche la pioggia o la neve potevano ostacolare il suo cammino e quello del suo cavallo che,
per tante cavalcate, conosceva
ogni sentiero.
Era una fredda sera quella
in cui il cavaliere, rientrato al
castello, venne informato che
una giovane ammalata, sentendosi morire, aveva espresso il desiderio di vederlo per
l’ultima volta: era la figlia di
un pastore che da tempo giaceva in un letto di foglie.
Il cavaliere non pose indugi e subito decise di partire.
Si era intanto fatto buio. Dai
monti scendeva un forte vento
gelido e comparvero faville di
neve che ben presto si infittirono svolazzanti nel cielo.
Nelle loro tane i lupi e le
volpi si avvolgevano intorno
ai loro piccoli e tra i dirupi le
aquile proteggevano i nidi sotto le grandi ali.
“Non partire, tra poco sarà
bufera, troppo alta sarà la
neve sui sentieri del bosco” –
imploravano i suoi. “non posso indugiare” – rispondeva il
cavaliere – “voglio essere vicino a quella giovane che sta
per morire”. Si avvolse quindi sul suo mantello e, fattosi
consegnare una grande torcia
accesa, ordinò che si abbassasse il ponte levatoio, inoltrandosi veloce nella bufera.
Attraversò di buon passo la
radura e presto si trovò nel
bosco tra gli abeti curvi ed
ondeggianti sotto il peso della neve.
Ad un tratto si udì uno
schianto: un grosso ramo, carico di neve, staccatosi dalla
sommità di un albero, con
gran fragore precipitò sul
sottostante sentiero ai piedi del
cavallo che, per evitarlo, si
sollevò ritto lanciando un lacerante nitrito.
Il cavaliere, colto di sorpresa dall’improvviso movimento, rovinò disarcionato sulla
neve. La torcia che gli era servita per illuminare il cammino, lentamente si spense. Nonostante ogni sforzo, il cavaliere non riuscì a rialzarsi restando dolorante disteso nella
fredda neve.
Il cavallo comprese il pericolo in cui si trovava il padrone e sospinto dall’istinto,
ripercorse tra le tenebre e la
bufera il cammino fino al
maniero. Qui i castellani, vedendolo disarcionato e con le
briglie sciolte, compresero
quanto era accaduto e partirono immediatamente in soccor-
I giovani Cinquantenni
I
nati nel 1955 compiono quest’anno i loro primi cinquant’anni, che non è –
ci rendiamo conto – impresa
facile!
Nella foto che pubblichiamo sono ben 41 i coscritti riuniti sabato 16 aprile; ve ne
sono di Conco e di Lusiana,
ma uno proviene anche da
Sasso di Asiago (Roberto
Baù).
Gli organizzatori, in primis
Lamberto ed Ettorina, hanno
previsto una gita a Redipuglia
e un pranzo a base di pesce.
Severamente vietato portare coniugi e amanti che non
fossero della stessa classe.
so guidati dal cavallo.
All’alba, giunti sul posto,
non restò loro che raccogliere
il freddo corpo morto del cavaliere avvolgendolo nell’azzurro mantello.
A primavera alzarono una
croce ed un cippo di pietra rosa
su cui, ancor oggi, nei pressi
di Rubbio, piccolo borgo tra i
monti dell’altopiano di Asiago,
si legge il nome del cavaliere
che era Stevan e la data del 13
novembre 1773, giorno in cui
accaddero questi fatti.
Raccontano i pastori che la
giovane, dopo tante sofferenze, guarì. Su quel cippo, per
lunghi anni portò i fiori dei
monti.
Nota: L’avvenimento cui si riferisce
il cippo, che realmente esiste a
Rubbio nei pressi di Monte Cogolin,
ha in comune con il racconto la morte di un cavaliere ed il comportamento del cavallo. Ho scritto questa favola per renderlo adatto alla fantasia dei piccoli.
Alla pagina seguente pubblichiamo il fumetto del racconto realizzato per noi da
Del Vaglio, famoso disegnatore per “Famiglia Cristiana”.
“4 Ciacole” - pag. 11
“4 Ciacole” - pag. 12
LA FESTA DEI FORESTALI
I
l 12 luglio 2005 i Forestali dell’Altopiano (e
non solo) si sono ritrovati a
Conco per la Festa del loro
Patrono. Erano una cinquantina e forse più e tra loro molti ex, cioè molti pensionati.
Alle 11 Santa Messa seguita
dai discorsi pronunciati in
Chiesa e poi, dopo le foto di
rito davanti al Monumento,
tutti a pranzo a Bocchetta.
In rappresentanza dell’Amministrazione Comunale
era presente il Sindaco che ha
tra loro vive un albero che è
chiamato il Faggio Santo. E’
questa una pianta secolare alla
cui ombra, narra la leggenda,
San Giovanni Gualberto si riposò appena giunto a Vallombrosa.
Da allora il faggio, in primavera, mette le foglie prima
di tutte le altre piante dei dintorni e le perde per ultimo.
Membro della nobile famiglia Visdomini, durante la gioventù Giovanni fu dedito ai
divertimenti mondani finché
perdonò. Ripresa la strada verso Firenze, arrivò probabilmente a quella che oggi è la
Chiesa di San Miniato. Entrò
a pregare davanti ad un Crocifisso che chinò il capo verso di lui, quasi a ringraziarlo
per aver usato misericordia al
suo nemico.*
Giovanni riprese la strada
per Firenze, ma poi ritornò a
San Miniato e chiese di farsi
monaco benedettino.
Dopo alcuni anni venne a
sapere che l’abate Oberto ave-
Conco, 12 luglio 2005: Festa di San Giovanni Gualberto. Forestali ed ex forestali in posa sulle gradinate del
Monumento, con il Parroco e il Sindaco, in occasione della Festa del loro Patrono.
pronunciato un breve discorso di ringraziamento per aver
scelto il nostro paese per questo incontro e per averlo scelto altresì per costruirvi una
nuova Casermetta Forestale.
Il 12 luglio la Chiesa ricorda (per la verità in tono minore) San Giovanni Gualberto,
che morì il 12 luglio del 1073
a Passignano in uno dei Monasteri da lui fondato.
In una località chiamata
Paradisino vi sono ancora oggi
un monastero ed un eremo e
un giorno, durante uno scontro, un suo parente (forse un
fratello) rimase ucciso.
Gualberto, il papà di Giovanni, voleva vendicarsi, ma
a trovarel’assassino fu, un Venerdì Santo, proprio Giovanni che, diretto a Firenze in
compagnia dei suoi armigeri,
lo incontrò in un posto angusto della strada. L’uccisore,
terrorizzato, scese da cavallo,
si inginocchiò e chiese perdono. Giovanni non ebbe il coraggio di ucciderlo ed anzi lo
va ottenuto quell’ufficio pagando il Vescovo di Firenze:
era dunque un simoniaco**.
Giovanni, che voleva rispettare alla lettera la regola
di San Benedetto, si staccò da
San Miniato e, con alcuni suoi
compagni, fondò nuovi monasteri, tra cui quello di Vallombrosa in Valdarno.
La chiesa del suo tempo
era assetata di ricchezza e
c’era chi chiedeva denaro anche solo per amministrare i
sacramenti. Giovanni combat-
té contro la simonia ed il
nicolaismo, cioè il matrimonio
dei Sacerdoti o il loro concubinaggio.
Ma Giovanni fu attento
anche ai più derelitti e per loro
(ex servi della gleba, oppure
schiavi fuggitivi) creò una
nuova categoria di religiosi: i
Conversi. Costoro non erano
obbligati alla clausura e fungevano da tramite fra i monasteri ed il mondo.
La lotta contro la simonia
si allargò ed il clero fiorentino,
appoggiato dai monaci di
Vallombrosa, nel 1068, accusò di simonia il proprio Vescovo provocandone la deposizione da parte del Papa. Celebre,
a questo proposito, è l’episodio che vide il monaco Pietro
uscire indenne dalla prova del
fuoco, dimostrando così la
colpevolezza del Vescovo.
Si arrivò a quello che oggi
chiameremmo “fondamentalismo” e cominciarono ad arrivare anche dure critiche, tanto
che la lotta contro la simonia e
il nicolaismo passò nelle mani
di Papa Gregorio VII il quale
invitò i monaci Vallombrosiani
a rientrare nei ranghi.
A Vallombrosa, nella Cappella di San Giovanni Gualberto, dove si conserva quale
reliquia un suo braccio, vi è
la lampada votiva del Corpo
Forestale dello Stato che viene alimentata dall’olio che
ogni anno una Regione d’Italia offre il 12 luglio. San Giovanni Gualberto è il patrono
dei Forestali dal 1951 ed è stato da loro voluto in quanto i
Vallombrosiani hanno sempre
dimostrato grande cura per le
foreste che li circondano e perché l’abbazia annovera molti
celebri studiosi che hanno
dato splendore e sviluppo alle
scienze botaniche e forestali.
Non dimentichiamoci che
c’è poi, da quelle parti, perfino un faggio che è santo!
Bruno Pezzin
* Sembra che quel Crocifisso sia stato portato nel 1671 nella Chiesa di Santa Trinità a Firenze.
** la simonia è il traffico di cose sacre e di cariche religiose, per lucro. La parola trae origine da Simon Mago che cercò di comperare da San Pietro il potere
di comunicare i doni dello Spirito Santo.
“4 Ciacole” - pag. 13
1965 – 2005, e fanno
quaranta!
È da quarant’anni che
Quatro Ciacole accompagna la vita dei Conchesi,
soprattutto di quelli che
l’emigrazione ha portato
lontano.
Ci piacerebbe, nel
prossimo numero pubblicare i vostri scritti.
Chi si ricorda qualche
avvenimento di quarant’anni fa, chi vuol raccontare un fatto, un’emozione, una gioia (o un
dolore) legati in qualche
modo al giornale di
Conco, ci scriva.
Avete una foto o un documento che vorreste vedere pubblicati?
Volete partecipare alla
genetliaco
realizzazione del prossimo numero del giornale?
Ebbene, scriveteci,
mandateci un fax, una email, un dischetto, un
CD.
Cercheremo, nei limiti del possibile, di pubblicare tutto ciò che ci invierete.
Il prossimo numero
del giornale è vostro!
La Banda
P
erché “Quatro Ciàcole”, piacevole e bene
informato giornaletto conchese, aveva una divertente rubrica dal titolo “Ah, Conco,
Conco!” firmata “La Banda
dei Quattro”?
Quanti sono i lettori di
buona memoria che lo sanno?
Per rispondere alla curiosità su “la Banda dei quattro”
bisogna conoscere un po’ di
storia cinese.
Circa quarant’anni fa, nel
1966, fu lanciata in Cina la cosiddetta “Rivoluzione culturale”, un movimento che durò
dieci anni (fino alla morte di
Mao Tse Tung nel 1976) e che
si proponeva di abolire del tutto la proprietà privata, incentivi materiali e moneta. La
“Rivoluzione culturale” fu
lanciata dallo stesso Mao e
condotta da quattro personaggi principali: Jiang Qing, quarta moglie di Mao, il vicepremier Zhang Chunqiao, Yao
Wenyuan e Wang Hongwen.
Furono questi i QUATTRO
che guidarono le giovani
“Guardie Rosse” (tutte col “libretto rosso” da sventolare in
aria) durante l’attività rivoluzionaria. Attività che consiste-
va soprattutto nella distruzione di biblioteche, opere d’arte, corpi di ballo (come l’opera di Pechino), laboratori artigianali, piccole industrie familiari, fattorie agricole. Lo slogan dei rivoluzionari era: “rovesciare tutto”.
I “borghesi”, classificati
“sementi velenose”, vennero
processati nelle piazze. Circa
750 mila (ma, probabilmente
molti di più) di questi borghesi (insegnanti, impiegati, professionisti, sacerdoti, medici,
intellettuali) furono perseguitati, imprigionati, privati di
tutto, inviati a duri lavori manuali nei campi. E 35 mila di
essi furono uccisi. Il paese
andò incontro ad una paurosa
I lettori di 4 Ciacole: numerosi, fedeli e attenti
carestia, e tutte le attività economiche e sociali subirono un
tracollo. Nell’occidente, ormai orfano da tempo di Giuseppe Bessarione Stalin, comparvero molti intellettuali (soprattutto in Italia e Francia)
che applaudirono la rivoluzione cinese. Si stamparono milioni di copie del “Libretto
rosso”, nacquero partiti politici “maoisti”.
Dopo dieci anni di distruzioni e la morte di Mao, nel
1976, il potere finì in mano a
Deng Tsiao Ping, l’atmosfera
cambiò, e nel 1980 i Quattro
della “Banda” finirono in prigione. Furono processati e –
naturalmente – condannati.
I libretti rossi sono da tempo finiti nelle soffitte e nelle
cantine, pieni di polvere.
Qualche “maoista” gira anco-
EMERGENZA ASIA
L
’hanno chiamata “Emergenza Asia” e più di
qualche organizzazione caritatevole ha raccolto fondi sull’onda dell’emozione suscitata dai disastri provocati dal
maremoto del 26 dicembre
2004, quando a morire per le
enormi e velocissime onde
dello tsunami sono state più di
200 mila persone.
Il primo gennaio, a Conco,
c’è la bella tradizione di fare
una fiaccolata, i fuochi d’artificio, e di intrattenere i concittadini e gli ospiti con qualche
canto e qualche tazza di vin
brulè.
Quest’anno, come abbiamo
già riferito in prima pagina, gli
organizzatori hanno deciso di
sospendere i fuochi d’artificio
ra, tuttavia. Il vice-premier
Zhang Chunquiao, uscito di
prigione nel 1998, è morto recentemente a 88 anni, sconosciuto a tutti.
Il nome della “Banda dei
quattro” è resistito a Conco
ben oltre l’originale cinese. I
suoi articoli erano apprezzati
per lo spirito caustico e divertente, ma da un po’ di tempo
gli sconosciuti autori sembrano essere andati in vacanza.
O, forse hanno letto
Wodehouse che diceva: “Tutto quello che c’è di divertente
nella vita… è o immorale o
illegale o fa ingrassare”.
E noi, poveri lettori di 4
Ciacole, da quando mancano
gli articoli della Banda dei
Quattro non ci divertiamo più!
G. P.
e di devolvere un’offerta alle
organizzazioni che si interessavano dell’assistenza alle vittime della tragedia asiatica.
La Pro Loco Comunale, assieme alle associazioni dei
commercianti e degli artigiani, hanno offerto ben tre mila
euro (2.000 alla Caritas e
1.000 alla Protezione Civile).
Il Comune ha stabilito di erogare un contributo di euro mille alla Protezione Civile.
“4 Ciacole” - pag. 14
Prima Comunione di Guerra
L
a foto che pubblichiamo
ci è stata recapitata da
Mario Cortese dei Ronchi che
è uno dei bambini qui ritratti.
Come dice la scritta riportata
nella fotografia stessa, la data
è quella del 13 giugno 1940 e
i ragazzi hanno 7 anni, essendo nati nel 1933.
La guerra, ci dice Mario, è iniziata da tre giorni. Questa notizia fa sì che il documento rivesta una particolare importanza.
I Bambini ritratti sono:
Gianni Pilati; Guido e Primo
Pilati (gemelli); Nicolino
Pilati; Ruggero Poli; Mario
Cortese; Silvano Bertacco;
Elio Crestani; Antonio Bertuzzi; Angelo Dalle Nogare; Felice Bertuzzi; Ermanno Pilati;
Angelo Dalle Nogare; Ugo
Pezzin; Italo Pilati; Battista
Pilati; Matteo Bagnara; Antonia Pilati; Margherita Bertuzzi; Antonia Dalle Nogare;
Carmela Bagnara; Anna Poli;
Lina Bagnara; Severino Crestani; Ivana Stefani; Dina Zanella; Angelina Dalle Nogare;
Assunta Petrosini; Angelina
LA TRIPPA
Q
uando mi incontro con
il mio grande amico
Guido Rigon, ci scambiamo i
nostri pareri.
In una domenica del Novembre scorso mi chiese se
avessi avuto piacere di iscrivermi alla sezione Combattenti e
Reduci, gli risposi che io non
ho fatto la guerra del 1915-18 e
nemmeno quella del 1940-45
per cui non potevo iscrivermi;
lui allora aggiunse che la sezione dei Combattenti e Reduci va
sempre più riducendosi e bisogna che la sosteniamo per ricordare con l’anima il grande sa-
crificio dei combattenti. “Allora – gli risposi – se è così iscrivimi e fammi la tessera.”
Poi, in un’altra domenica di
quest’inverno, mi chiese: “ Vuoi
venire a mangiare le trippe dal
Poli a Fontanelle?” Gli risposi:
“Ho l’ordine del dottore di calare di peso; devo mangiare di
magro e la trippa è troppo grassa ed io sono in sovrappeso.”
Rigon aggiunse: “Per questa
volta non pensare al sovrappeso: ti metto in nota.” E così
andai nella sera prestabilita a
fare festa.
Ci trovammo in tanti, tutti
Dalle Nogare; Teresina Fincati; Lidia Caldana; Santina
Girardi; Angelina Girardi;
Rina Crestani.
anziani, tanto contenti di stare
assieme; ho anche pensato che
da anziani si diventa più teneri
di cuore, più sensibili alla vita,
ci cerchiamo come i bambini.
Durante la cena abbiamo
mangiato, bevuto e parlato
l’uno con l’altro della vita trascorsa, delle più belle donne del
nostro paese, dei lavori in giro
per il mondo, e della politica
italiana (certamente in un modo
non raffinato).
Abbiamo festeggiato sin oltre la mezzanotte nell’albergo
Poli, salutando poi la padrona
e la cameriera con un caloroso
“Buona notte!”.
Florido Pilati
“4 Ciacole” - pag. 15
I 10 anni di sacerdozio del nostro
Don Fabrizio
I
l nostro Don Fabrizio
Bagnara ha tagliato il
traguardo dei suoi primi dieci anni di Sacerdozio.
Auguri!
La sua comunità parrocchiale, quella di Segusino,
gli ha voluto dedicare una
giornata di festa e così la prima domenica di giugno una
S. Messa ed un banchetto
con i parrocchiani, i parenti
e gli amici (qualcuno, ovviamente, anche di Conco), è
stata l’occasione per spegnere idealmente queste sue prime dieci candeline al servizio degli altri e della Chiesa.
Ai suoi parrocchiani ha
poi mandato un messaggio
di ringraziamento, nel quale, tra l’altro, ha scritto:
Dieci anni da prete sono
stati per me un dono grande. L’essere prete mi offre la
possibilità di entrare ogni
giorno nel cuore di Dio e nel
cuore di ciò che Lui ha di
più caro: l’uomo! Anche se
sempre devo fare i conti con
i limiti e le povertà, non posso non far sgorgare un canto di lode e di benevolenza
a Colui che ha dato un senso alla mia vita. Grazie
quindi di quanto avete fatto, soprattutto con le preghiere alle quali mi affido.
Il Signore mi permetta di
stare in mezzo a voi con
sempre maggior entusiasmo e per un
solo unico scopo: aiutarvi ad
incontrarLo. A
me non interessa altro.
A noi non
resta che augurargli di poter
festeggiare i
venti e poi i
venticinque e
poi i trenta, i
quaranta, i cinquanta e… non
mettiamo limiti alla provvidenza divina!
Ritornare italiano
E
ra emigrato in Australia negli anni ’50
quando a Conco c’erano miseria e disoccupazione. Era
giovane allora e non gli mancava certo la voglia di lavorare per trovare una sistemazione decente.
Tarcisio Pilati dei Brunelli
(suo padre, l’Egidio, aveva
combattuto sull’Ortigara), non
voleva certo cambiare cittadinanza, ma in Australia se volevi avere determinati diritti e
migliori opportunità di lavoro, dopo qualche anno dovevi
chiedere la cittadinanza e, per
le leggi esistenti a quel tempo, chiedere una cittadinanza
straniera significava, qui in
Italia, perdere quella italiana.
Fu così che il Tarcisio divenne “Terri” ed australiano.
Australiano, come, del resto, quasi tutti gli altri emigrati
italiani in quel paese.
Terri lavorò, si sposò, ebbe
figli e… andò in pensione.
Ma non voleva morire australiano! O, almeno, non solo
australiano.
Le leggi cambiarono e i
suoi figli, proprio perché figli
di italiano, ebbero facilmente
la doppia cittadinanza e senza
tanti problemi divennero italoaustraliani.
Per Terri le cose furono più
complicate e la burocrazia
sembrava quasi volersi accanire contro questo “extraco-
munitario” che era nato ai
Brunelli, che parlava veneto,
che aveva figli italiani, aveva
avuto un padre combattente
della Grande Guerra.
L’Italia sembrava proprio
non rivolerlo tra i suoi cittadini.
Dopo molto tempo, molte
carte (anche bollate), molti
viaggi ecco però arrivare il
grande giorno.
Il 18.2.2005, davanti al
Sindaco delle grandi occasioni, e cioè con la fascia tricolore, assistito dai fratelli e dalla
macchina fotografica di 4
Ciacole, Terri ridiventa Tarcisio e ridiventa italiano.
Applausi, commozione ed
un brindisi!
LA CORALE
IN TRASFERTA
dedicata a Santa Lucia, i nostri,
diretti dal maestro Giordano Dalle Nogare si sono esibiti in un
programma che, presentato da
Don Fabrizio, ripercorreva le
tappe di avvicinamento alla Pasqua. Al termine del concerto, il
Sindaco di Segusino ha voluto
personalmente ringraziare i
cantori.
La giornata è terminata con
un incontro conviviale e davvero
fraterno ottimamente realizzato
dai più stretti collaboratori del
nostro Don Fabrizio.
In occasione delle feste in
onore di Sant’Antonio la nostra
Corale è stata poi invitata a
Zugliano ad una rassegna di varie corali. Il programma prevedeva l’esecuzione dei brani più impegnativi e belli che la Corale ha
nel suo repertorio.
Infine, domenica 3 luglio, a
conclusione dell’anno canoro,
per i nostri c’è stata la trasferta a
Stoccareddo dove la Corale ha
cantato la Messa.
Tarcisio Pilati, il primo a sinistra, con il Sindaco e i parenti, il giorno che ha
“riconquistato” la cittadinanza italiana.
L
a Corale “Francesco Girardi” di Conco è stata
invitata dal Parroco di Segusino
Don Fabrizio Bagnara, a tenere
un Concerto meditativo quaresimale in quella parrocchia.
Domenica 20 febbraio 2005,
un pullman ha così portato i
cantori sulla sponda sinistra del
Piave. Nella chiesa di Segusino,
“4 Ciacole” - pag. 16
El Sejo: una strada che ha 2000 anni
F
ino a cinquant’anni fa,
o poco più, era una
strada ancora molto percorsa
(soprattutto a piedi o con i carretti trainati da animali), da
quelli di Conco che dovevano
scendere a Marostica. Parliamo del “Sejo”. Chi abita dalle
nostre parti lo conosce bene o,
perlomeno, ne ha sentito parlare più volte. Oggi è divenuto un percorso per i camminatori della domenica, (dovremmo dire – per restare al passo
con i tempi – da trekking). In
verità ci passano anche le biciclette e, quel che è peggio,
le motociclette, quelle da
cross. E così il Sejo si rovina
ed è un peccato perché quella
strada è antica. E’ la più antica dell’Altopiano. Risale,
molto probabilmente, al I secolo dopo Cristo e quindi ha
2000 anni.
Studi recenti fatti da storici padovani ci indicano trattarsi di una strada armentaria romana costruita, come dice la
parola, per portare gli armenti
dalla pianura ai pascoli del
nostro altopiano.
Di questa strada esistono
ancora alcuni tratti percorribili
Conco, 5 giugno 2005: l’Assessore di Conco Romolo Bagnara scopre il cippo
voluto dai Lions, per salvaguardare l’antica strada del Sejo.
L’inizio del tratto della strada del
Sejo a Crosara.
gine del Sejo e speriamo che
ognuno di noi lo guardi con
occhio diverso e molto più attento che non in passato.
I due Lions Clubs hanno organizzato, domenica 5 giugno
2005, una piccola cerimonia
per l’inaugurazione dei cippi
alla presenza degli assessori
comunali Romolo Bagnara per
Conco e Gianni Scettro per
Marostica, nonché del parroco
di Crosara Don Sergio Stefani
che ha benedetto i cippi.
Il marmo è stato donato
dalla ditta Marmi Colpo Luigi Srl di Conco e la lavorazione è stata eseguita dalla ditta
Marmi Ponticello di Ronzani
Giuseppe e Cortese Marino.
Durante il percorso che i
partecipanti alla cerimonia
hanno effettuato a piedi, il
dott. Pierluigi Fedele, Lions
Asiaghese e Comandante della Forestale dell’Altopiano, ha
spiegato le caratteristiche della flora locale.
tra Crosara di Marostica e la
contrada Turchia del nostro
Comune.
I Lions Clubs di Asiago e
di Marostica hanno così pensato di porre a dimora due
cippi di marmo con iscrizioni
in bronzo per indicare ai passanti l’origine della strada e,
sottinteso, dare un messaggio
perché venga rispettata e non
danneggiata.
Da oggi, nessuno potrà più
dire che non conosceva l’ori-
IMPORTANTE “INTERVENTO” IN PARROCCHIA A CONCO
D
a tempo si sapeva che la Diocesi di Padova aveva in
corso la realizzazione di un Progetto per l’inventariazione dei beni artistici della Diocesi stessa, con il coordinamento dell’ispettore della Sovrintendenza dott. Fabrizio
Magari e la supervisione scientifica del dott. Andrea Nante.
In conseguenza di ciò, dal 4 al 6 Luglio la dottoressa Roberta Rigato, storico dell’arte e collaboratrice per il detto Progetto, ha proceduto alla ricognizione del materiale artistico e storico in possesso della parrocchia di Conco. E’ stata assistita dal
fotografo Massimo Bertolini, il quale, come ci ha detto la dottoressa Rigato, “ha proceduto alla realizzazione di scatti fotografici con macchina digitale, da inserire a corredo di ogni
scheda inventariata”.
Ci ha altresì spiegato che “Il lavoro consisteva nella
rilevazione dei beni parrocchiali da un punto di vista tecnico
(misurazione, tecnica di esecuzione, stato di conservazione,
restauri svolti,…) e da un punto di vista storico e stilistico
(datazione, autore, bibliografia, documentazione,…). Il materiale preso in esame comprendeva: la struttura architettonica
della chiesa, le decorazioni, gli altari, l’arredo, i beni mobili
di interesse storico-artistico, qualsiasi annesso di proprietà par-
rocchiale (asilo, canonica, oratorio di Santa Barbara, croce
del 1603) le lapidi commemorative, i paramenti sacri, le argenterie, per un totale di 336 pezzi.”
Ciò che è interessante (ed importante) è che “le schede verranno fornite al Parroco in cartaceo ed in CD”. Fra l’altro,
sembra che sia stato trovato materiale oltre le previsioni.
In tal modo in Canonica, oltre all’archivio antico e moderno sarà depositato un inventario completo (oltretutto anche fotografico) di tutti i “tesori” che dal XVI secolo i poverissimi
abitanti degli antichi “colonnelli” di Gomarolo e Conco sono
riusciti a raccogliere nella loro Chiesa e, nel secolo appena concluso, nell’Oratorio di S. Barbara.
Quanto fatto a Conco, un po’ alla volta avverrà anche in
tutte le altre parrocchie della Diocesi; cosa questa che impedirà
la ripetizione di certi “scempi” avvenuti un po’ ovunque in passato.
Vi potete ben immaginare che nella Redazione di 4 Ciacole
già si sognano di poter pubblicare in futuro (finanze permettendo) qualcosa di bello perché tutti, specialmente quelli lontani, che hanno ancora nel cuore il loro paese, possano rivedere e
ricordare.
L. C.
“4 Ciacole” - pag. 17
Proverbi e Modi di Dire di Gomarolo e Conco
Da Marone, in provincia di Brescia, Maria Teresa Pezzin ci scrive per dirci che da piccola amava ascoltare le conversazioni dei
grandi. Nei loro discorsi era frequente ascoltare dei proverbi o dei detti e lei ne ha raccolti un certo numero che ci invia pregandoci di pubblicarli su 4 Ciacole. Eccola accontentata:
Bruti in fassa, bei in piassa.
Par gnente l’orbo no canta
El liga do fassine co na stropa
A simo come i cupi
Lè nato so na bona ora
‘Ndove che va le sécole no ghe
va le stèle
ma ‘ndar la próva no si ghin
tróva
Musso vecio basto nóvo
Quando che canta el merlo, simo
quasi fora de l’inverno e quando che canta el cuco a simo fora
del tuto
Dopo tri jorni de brósa, vien la
neve
No la vóle ciapar fógo
Co i sona la veja, le femene se
posta la saneja
Da on bruto sóco vien fora bele
stèle
Te sì so na bote de fero
Pitosto de cadre so na vale, mejo
picarse so na russa (il rovo): (le
ragazze preferiscono sposare
chiunque piuttosto che rimanere
zitelle)
Se se podesse metre tute le crose
sora on campo, tuti i ‘ndaria torse su la sua
La xè na bronsa cuerta
No passa on sabo al mondo, che
no se veda l’ocio tondo (il sole)
I gà magnà i campi e i gà assà i
proverbi
Venere, quel ch’el promete intende (di venerdì il tempo del mattino dura tutto il giorno)
Da novelo tuto belo (appena sposati)
Beata quela spósa che par prima la gà na tosa
El capèlo no lè fato pa na piòva
solo
La dura da Nadale fin San Stefano
Quando ch’i xè quaranta, poco
se ride e manco se canta (gli anni
di età)
Chi spua par aria se spua dosso
Chi vole na bona risposta vaga
de so posta
I omini, pitosto che i ve veda
magnare, mejo che i ve veda
cagare
Se pióve da Santa Bibiana, pióve
par quaranta jorni e na settimana
Cava, cava, che se no te cavi tì,
cava ‘l bechìn
Ogni saltarèlo el gà ‘l so batibèlo
Parla póco e scolta tanto
Lè l’ocio del parón che guida ‘l
cavalo
Uno, du, tri brilanti, quaranta
jorni somilianti (se piove l’uno, il
due e il tre aprile pioverà anche
nei successivi quaranta giorni)
Se piove ‘l dì de Santa Cróse, le
nose tute sbuse
Chi sta co la man sporta tira la
boca storta
Fémena valentina la fà ‘l leto la
matina, fémena de medo andare
la lo fà dopo disnare, fémena
buàsa la lo fà co la méte rento la
culata
Chi augura el mal dei altri el suo
s’aprosima
L’inverno, i lupi nu i lo gà mai
magnà
Chi male intende, pedo risponde
El gà capìo pan par polenta
Quel che xè stà, torna
Chi sparagna, el gato magna
Comare, dà che te ghè la boca
verta ciama anca me toxo!
El ghe le gà molàe de santa rajón
Soldi e amicissia inorbise la
justissia
La luna setembrina, sete lune se
n’inchina
Chi va in pericolo, pericola
El riso nasse so l’aqua e ‘l more
so’l vin
Pióve che Dio la manda / La vien
dó de santa rajón
Pióve e tira vento
La merda, pì che te la mini, pì la
spussa
L’erba cativa no móre mai
El morto consola ‘l vivo (sognare di persone defunte porta bene)
In tola e in leto no ghe vole
rispeto
No ghe xè né re né papa, che
quel’arte no la fassa (andare al
gabinetto)
Te scampi dal bò e la vaca te
frusca
Drio ‘l vento no dura bel tempo
Chi xè da l’arte, stima l’opera
Goba a levante luna calante,
goba a ponente luna cressente
Chi gà ‘l sospeto, gà ‘l difeto
Pèdo ‘l tacòn che ‘l sbrego
Fora ‘l puldìn dal sgusso, indrissa la manega e raversa el
busto (per attaccare le maniche
al corpo di un maglione quando
lo si lavora a ferri)
El fogo el ghin dise male de la
caena
Ah! Signore del Cadore, quanto
se pena e dopo se móre
Longa longagna la ciapa tuta la
campagna (la vite)
Co’l corpo se frusta, l’anima se
justa
Fin che no canta i Galilei no te
spojar dei pani miei (non levarsi
gli indumenti pesanti fino all’ascensione)
El Signore con dù bastùni nol
bastona
Quel che no strangola, ingrassa
Mal de pèle, salute de buèle
Mi sò de Sandrigo, no me ne
impasso e no me ne intrigo
Trombeta de culo, sanità de corpo
Campagna ciara montagna scura, métete in vjàjo sensa paura
Prima de parlare, tasi
Bisogna spassàr la moneda par
quel che la vale
La boca no la xè straca se no la
sa de vaca
Dal pugno streto no ghin va fóra
ma gnanca no ghin va rento
Mai dire quatro fin che no te li
ghè ’nt’el saco
La xè la matina che impiena la
manina
Chi ciàpa ciàpa, chi gà paura
scapa
Val pì la pratica che la gramatica
Con tanto se vive, con poco se
móre
I soldi vola, le case cròla, ma i
campi campa
Can no magna de can
Mi gò dito, mi gò fato, mi gò tolto, pénseghe ti a fare ‘l conto
Na bruta matina fa on bel giorno
Chi che vol sentarse so tanti
scagni, in ultima se senta par tera
Te strindi pa la candola e te moli
pal cocòn (risparmiare da una
parte ma sprecare dall’altra)
Dobia entrà, la setimana ‘ndà,
ma se no ghe xè gnente da
magnare ghe xè ‘ncora tri jorni
da passare
El gnente lè bon pa i oci
Onor de boca, tanto vale e póco
costa
Ragno porta guadagno
El pesa i pumi
El bontempo rompe ’l còlo
Chi móre el mondo lassa e chi
vive se la passa
Na man lava l’altra
Come che la va bisogna ‘ndarghe
drìo
Lè longo come l’ano de la fame
Sasso che rugola no fà lispo
Amici de proferta assai s’in cata,
Lè bon come ’l pan
Sasso trato e parola dita nu i torna pì ‘ndrio
I xè lupi e nu i vol portar la pèle
Toso mato capeloso va in montagna ch’el lupo te magna
“4 Ciacole” - pag. 18
Cavalier Francesca
Gentile Cavaliere,
sono lieto di comunicarLe che, con decreto presidenziale in
data 27 dicembre 2004, Ella è stata insignita dell’onorificenza
di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”.
Le esprimo, nell’occasione, le mie più vive felicitazioni per
il riconoscimento conseguito.
affrontando pericoli in difesa degli oppressi e delle donne. Occorreva saper agire con lealtà e cortesia, saper stare a cavallo
(ovviamente), ma anche saper ballare e stare con la gente, occorreva cioè comportarsi da perfetto cavaliere ed essere, all’occorrenza un cavalier servente.
Con una trasposizione nei tempi moderni, crediamo che la
Francesca possa essere annoverata tra i cavalieri a pieno titolo.
L’Oriana Pozza, con la sua verve poetica, le ha dedicato
questa poesia:
Chi sarà mai questa “Ella”
a cui la lettera è indirizzata? E
chi l’ha scritta?
La lettera, che porta la data
del 4 febbraio 2005, è stata
scritta dal Prefetto di Vicenza
dott. Angelo Tranfaglia ed è
indirizzata al Cav. Francesca
Corrà di Crosara (la Franca
della Primavera).
La Francesca è diventata
cavaliere!
Auguri alla Francesca.
Essere Cavalieri al Merito Cav. Francesca Corrà
della Repubblica Italiana è un onore ed essere un Cavaliere donna
è un onore ancora più grande.
Chi conosce la Francesca sa che questo cavalierato è ben
meritato per le sue doti di generosità, accoglienza, simpatia e
per la professionalità sempre dimostrata nello svolgimento della
sua attività di ristoratrice.
Alla Francesca farà piacere sapere che, nel medioevo, essere cavaliere significava essere un guerriero leale e nobile di
sentimenti, che otteneva particolare riconoscimento e dignità.
C’era il cavaliere errante o di ventura che andava per il mondo
Quando uno cavaliere viene nominato
Di sicuro se l’è meritato.
Questo titolo, a cuor leggero, non viene dato.
E allora, congratulazioni Signora Francesca,
o per meglio dirsi Cavalier Corrà Francesca.
Tutto avrei potuto pensare
Ma che l’onorificenza di cavaliere fino a Crosara potesse arrivare
E a una donna poi, non me lo sapevo proprio immaginare!
Che sia arrivata a piedi o su un cavallo bianco
O da una nuvola sia cascata, poco importa
Quello che conta è che sia arrivata.
Di certo la vita non ti cambierà
Ma sapere che i sacrifici da te ben nascosti qualcuno abbia saputo notare
E che fino alle orecchie delle più alte cariche dello Stato siano
state fatte arrivare,
è un onore che non tutti si sanno meritare.
Per il tuo carattere forte
Pure alla Thatcher sei stata paragonata
Poiché a nessuno vuoi far capire cosa passa nel tuo cuore,
che tu sia grande lo si sa
perciò l’onorificenza di cavaliere è si ben meritata
me lo dice la tua grande umanità
e un po’ d’orgoglio male non ci sta!
Quando Florido ricorda…
UNA DOMENICA NEL BELLUNESE
T
anti anni or sono, un
caro amico mi fece
conoscere un sacerdote ed un
professore nel bellunese e, preso un appuntamento, mi portò
da loro.
Prima di tutto andammo a
casa del professore, il quale,
appena arrivati, ci fece una
grande accoglienza facendoci
visitare la sua villa e, in particolare, la biblioteca con tanti e
tanti libri e foto ricordo dei suoi
avi, conservate con molta cura.
Un personaggio molto educato e cordiale che ci fece anche
bere del buon vino.
Poi, verso le undici, andammo nella cattedrale per incontrarci con il sacerdote, che,
dopo che gli fui presentato, mi
parlò dei lavori che voleva far
eseguire nella chiesa.
Alla fine vollero offrirci il
pranzo in un albergo vicino
dove rimanemmo sino alle cinque del pomeriggio.
Poi ci condussero con la
macchina in vari punti panoramici per farci ammirare con il
cannocchiale le montagne che
ci circondavano: mi pareva di
essere in Svizzera. Da ogni posto la visione era diversa ma,
mi disse il professore, la cosa
più interessante da ammirare
era un monte di forma cilindrica chiamato “il Picco”, separato dalle altre montagne e
così nelle giornate serene, all’aurora, i primi raggi del sole
riflettendosi sulla parete del
monte di fronte formano i colori dell’arcobaleno.
Dionigi Rizzolo e la storia di Lusiana
O
rganizzati dall’associazione di cultura civica
“Vivere Lusiana”, si sono svolti in quel Comune, tra marzo e
giugno, quattro interessanti incontri mensili con il prof. Dionigi Rizzolo, ben noto sia perché
è stato per vari anni Direttore
dell’allora esistente Circolo Didattico di Lusiana, sia per le sue
pubblicazioni su temi locali (ricorderemo fra tutti quello sulla
toponomastica di Conco e
Lusiana). Con il titolo generale
di “C’era una volta Lusiana”
sono stati sviluppati quattro temi:
La tenace e secolare costruzione
delle Chiese: nascita e sviluppo
delle parrocchie sotto la Diocesi
di Padova
La nascita del Comune e l’eroica difesa dei confini
La difficile sopravvivenza con le
scarse risorse del territorio
Pubblico attento ed interessato che ha potuto, attraverso le
Di quella domenica trascorsa nel bellunese, piena di sole e
ricca di bellezze e di meravigliose montagne ho voluto parlare
sul nostro giornale che, viaggiando due o tre volte all’anno
per tutto il mondo, raggiunge i
più lontani continenti rendendo
più sereni e pieni di speranza gli
animi dei nostri emigrati che
con grande affetto ricordano
sempre l’Italia e il paese natio.
parole dell’oratore ripercorrere
la storia del passato e, per i più
anziani, in occasione dell’ultimo, incontro, rivivere gli anni
difficili che hanno costretto molti concittadini ad affrontare la
via dell’emigrazione in terre
lontane. Un incontro questo cui
sarebbe valsa la pena avessero
assistito i molti giovani che oggi,
per loro fortuna, neppure immaginano quali siano stati i sacrifici dei loro nonni; tanto più che a
scuola assai raramente questo
argomento viene affrontato.
L. C.
“4 Ciacole” - pag. 19
50 ANNI DI ATTIVITÀ PER FIORAVANTE PIZZATO
P
oco sotto la strada che da Rubbio porta a Croce Caina,
c’è ancora la vecchia casa dei Pizzato, i “Massimi”, una
numerosa famiglia dell’antico Comune di Valrovina.
Fioravante appartiene alla generazione degli anni ’30; è nato
infatti il 1 gennaio 1934.
Il marmo è stato, sin dall’inizio, il materiale intorno al quale si è svolta tutta la sua vita lavorativa. Ha cominciato come
cavatore divenendo poi anche trasportatore e commerciante di
marmo.
Nell’aprile 1955 ha iniziato anche l’attività di autotrasportatore con tre dipendenti che, con il tempo, raggiungeranno
anche il ragguardevole numero di 50, tutti dell’Altopiano e che,
perciò, specialmente in anni difficili, non sono stati costretti a
cercare lavoro lontano da casa. Gli va inoltre riconosciuto anche il merito di averli sempre coinvolti nella vita dell’azienda.
Ha così sviluppato una rete per il trasporto del marmo e di
liquidi commestibili, sia a livello nazionale che internazionale
IL PAPA VERRÀ SULL’ALTOPIANO?
E
perché no? dal momento che c’è già stato e lo conosce.
Quando il card. Ratzinger
è stato elevato al Soglio Pontificio, mi sono detto “Toh! Un
Papa Bavarese! Vuoi vedere
che è già stato in rapporto con
l’Altopiano?”. Non mi sbagliavo. Infatti circa trent’anni or
sono la Comunità montana (era
stato da poco eletto Presidente
il Lusianese Mario Ronzani) si
gemellò con la Provincia di
Lahdshut, l’antica capitale della Baviera, con cui i rapporti
in seguito furono sempre stretti e cordiali. Venne a trovarci,
anche qui a Conco, l’allora Presidente di quella Provincia,
Hans Geiselbrechtinger, col
quale in seguito intrattenni
amichevoli rapporti sino alla
sua morte. Fu così che l’allora
card. Ratzinger ebbe occasione sia di conoscere l’Altopiano
e la sua storia ed i legami di
sangue fra le due antiche popolazioni. Anzi per alcuni giorni fu ospite a Roana del mio
amico (anch’esso scomparso)
Rino Azzolini in occasione di
un convegno dell’Istituto di
Cultura Cimbra.
Ma non basta, perché il 14
ottobre del 1997 Egli inviò al
prof. Sergio Bonato, Presidente dell’Istituto di Cultura
Cimbra, questo messaggio.
Ricordo come 20 anni fa
ho avuto una sorpresa nello
scoprire che le vostre antiche
tradizioni sono ancora vive.
Sono convinto anch’io che
nella vostra attività non c’è
razzismo e nessun particolarismo. Al contrario, nella conservazione di queste tradizioni c’è un’opera di pace, c’è la
grande realtà della cultura
europea. Per tanti secoli erano aperte le porte delle due
parti delle Alpi ed è cresciuto
così un insieme di culture
come quella dei Sette Comuni. Fare rivivere questa cultura è un’opera di comprensione reciproca, un’opera di
pace, di apertura culturale.
(sino in Giappone, Cina, TaiWan) per mezzo di un centinaio di
automezzi in parte propri in parte di terzi. L’attività di queste
aziende è sempre stata in progressivo aumento sino a raggiungere punte anche di circa 10 milioni di Euro.
L’intenso lavoro, nel quale gli è stata per parecchi anni assidua collaboratrice la moglie Silvana Pozza da Gomarolo, non
lo ha però distolto dal dare un aiuto a vari Enti, quali ad es.
Parrocchie o l’Associazione Alpini (per tutti ricordiamo il suo
contributo all’intronizzazione della statua della Madonna di
Fatima a Croce Caina ed il monumento a Salvo d’Acquisto dinanzi all’Ospedale di Bassano del Grappa) od a persone in disagio ed associazioni benefiche.
In questa cinquantesimo anniversario dall’inizio dell’attività lo festeggiano i familiari, primi fra tutti i tre figli Sonia, Alfio
e Carlo, che lo aiutano e ne continuano l’opera, i parenti ed i
tantissimi amici.
E 4 Ciacole si associa, bene augurando per il futuro.
Non mi sembra che il vostro
sia un lavoro folkloristico, ma
un contributo di cultura europea, di grande importanza spirituale, cristiana, umana.
Mi dispiace moltissimo di
non poter partecipare domani
alla vostra festa a Roana, ma
sarò presente con il mio cuore
e spero soprattutto di poter venire in futuro e di rinnovare
l’amicizia concreta, di ritrovare l’ospitalità che ricordo con
grande piacere. Il mio pensiero è molto spesso rivolto a voi:
quando sento parlare del teologo prof. Sartori, penso sempre ai Cimbri, ad Asiago, a
questa tradizione culturale che
unisce la Baviera ai Sette Comuni. Vorrei incoraggiarvi a
continuare questo lavoro culturale di importanza europea
che ci aiuta anche sul piano
spirituale a scoprire le nostre
radici. Andando avanti, dobbiamo conservare la nostra
identità. Perché non c’è progresso senza radici. Un albero
senza radici non cresce più.
Questa cultura della tradizione è anche cultura del progresso. Le due cose non sono opposte, ma vanno insieme.
Io vi ricorderò nella mia
preghiera, voi ricordatemi
nella vostra.
Arrivati a questo punto,
pensate che la mia ipotesi sia
proprio del tutto irrealistica?
Chi vivrà vedrà.
L.C.
I NOSTRI ERRORI
S
bagliare è umano.
Nell’ultimo numero
del nostro giornale abbiamo
commesso degli errori dei
quali vogliamo ora chiedere venia e scusarci con gli
interessati.
1. Nell’articolo intitolato “El Nini Ciri” abbiamo
riportato il testo del libro di
Renzo Cappozzo “El merleto e altri racconti”. Ebbene,
nel parlare del Nini, abbiamo erroneamente riportato
la frase: “Col passare degli
anni si lasciò andare e la
sua misera persona non gli
permetteva un’esistenza decente”. La frase corretta è,
invece, la seguente: “Col
passare degli anni si lasciò
andare e la sua misera pensione non gli permetteva
un’esistenza decente”.
2. Nell’articolo scritto
da Florido Pilati a pagina
11, si parla dell’incontro
mandamentale degli Alpini.
L’autore, nel raccontare gli
avvenimenti cita la Banda
Musicale di Marostica,
mentre la Banda che suonò
in quell’occasione è stata
quella di Fontanelle.
3. La firma in calce all’articolo che ricordava il
“Mosca” non è di Elisabetta Berti Poli, ma di Elisabetta Bertacco Poli detta
“Baghetta”. La precisazione ci arriva direttamente
dall’autrice con la quale,
ovviamente, come per gli
altri casi,ci scusiamo.
B. P.
“4 Ciacole” - pag. 20
LE NOSTRE RECENSIONI
-a cura di Luciano Cremonini-
IL VENETO... DELLA BANCA
Quest’anno la Banca popolare di Marostica non ci ha presentata una novità editoriale ma ciò non vuol dire che non si
sia trattato di una piacevole visione e lettura.
Il libro dal titolo IL VENETO, è la riedizione di un testo
edito dalla pregevole BIBLOS nell’ormai “lontano” 1987
(come passa il tempo!) con le foto di Giuseppe Bruno accompagnate sia dai testi di Mario Brusatin e C.A. Cibotto,
sia da una “antologia” di Giovanni Comisso.
Le foto sono raccolte in due settori: il primo con quelle a
colori, il secondo con gli scatti fatti in bianco e nero.
Sono presi in considerazione un po’ tutti gli aspetti della
nostra regione, dal paesaggio al particolare architettonico,
cercando di fornire una panoramica il più possibile sinteticamente completa .
Quanto alle foto a colori… beh! Indubbiamente sono belle
ma forse il nostro palato ormai ci si è un po’ abituato.
Mentre, per quel che riguarda quelle del secondo settore,
in bianco e nero… ci fanno fare un salto indietro nel tempo
facendoci rivedere dei paesaggi ricchi di poesia e spesso
soffusi di melanconia. Una melanconia talvolta struggente.
La foto in bianco e nero infatti permette all’artista di
evidenziare quelle sfumature che possono essere interpretate come degli stati d’animo: c’è la realtà ma anche la poesia.
Se c’è da fare un appunto è per la mancanza di una notizia
di natura per così dire “tecnica”, che all’epoca della prima
edizione certamente poteva apparire non necessaria ma che
oggi, con i mutamenti subiti dal paesaggio negli ultimi anni
vorremmo conoscere: la data delle foto (in bianco e nero).
Giuseppe BRUNO – IL VENETO – Testi di Mario Brusatin e
C.A. Cibotto, ed antologia di Giovanni Comisso. – Cittadella
(Pd), BIBLOS, 2004
DON DAVIDE... LA SUA MEMORIA IN UN LIBRO
Nel precedente numero del giornale abbiamo ricordato
Don Davide Paoletti, già parroco di Santa Caterina di Lusiana.
Sono ora le Parrocchie dell’Unità Pastorale di Valstagna,
quello che è stato il suo ultimo campo di lavoro, dal 1992 al
2004, che ne fanno giusta memoria con un volumetto che
racchiude ricordi, foto, commenti di quanti l’hanno conosciuto ed apprezzato, a partire dal vescovo di Padova
mons.Antonio Mattiazzo.
Credo sia sufficiente riportare ciò che si legge nell’ultima pagina della pubblicazione: “…Don Davide, pur non sottovalutando mai l’ampiezza dei problemi affrontati, ha sempre saputo infondere in tutti, ma in particolar modo nei suoi
collaboratori, fiducia e serenità, confidando in quella Provvidenza che non lo ha mai abbandonato, anche nei momenti
più dolorosi, come quelli degli ultimi giorni. …”
AA.VV. – DIO CI HA PARLATO CON LA TUA BONTA’ E IL TUO SORRISO – Supplemento al n. 15 marzo 2005 del periodico L’ECO
DEL BRENTA
AUTONOMIA E PRIVILEGI DELLA REGGENZA
Nel 1983 Roberto Stoppato Badoer si laureò a Padova in
Storia del diritto della Repubblica di Venezia. A distanza di
quasi vent’anni sulla traccia della sua tesi di laurea ha sviluppato il tema dell’autonomia e dei privilegi della Reggenza dei Sette Comuni.
Una trattazione sintetica e di facile lettura, anche per i
non addetti ai lavori, ma completa, in quanto prende in esame ben quattro aspetti della storia del nostro territorio. La
dedizione a San Marco (a proposito della quale rinvio
all’articoletto “Errata corrige” in questo numero di 4 Ciacole),
l’ordinamento politico della Reggenza (che nell’inserto
“Stampa del Commun di Conco” era ben evidenziato dallo
statuto comunale), l’ordinamento giudiziario civile e penale, il sistema fiscale ed il regime giuridico della proprietà
fondiaria oltre, infine, a cenni sull’ordinamento della Serenissima Repubblica.
Un quadro di quasi 400 anni di storia dell’Altopiano che
ci permette di comprendere sia come la Serenissima abbia
saputo governare questo territorio montano sia perché i suoi
abitanti le siano sempre rimasti fedeli, anche nei momenti
più “neri” della sua storia.
Roberto STOPPATO BADOER– AUTONOMIA E PRIVILEGI DELLA SPETTABILE REGGENZA DEI SETTE COMUNI NELLA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA – Padova, CLEUPS, 2004
MAGICO ALTOPIANO
E’ stata una piacevole sorpresa per me, che lo conosco da
tanti anni e l’ho sempre stimato per un bravo, solerte, preciso ragioniere, scoprire questa “virtù nascosta” di Silvano
Fabris, il quale ha aggiunto un altro capitolo alla ormai grande
raccolta di immagini del nostro sempre nuovo incantevole
Altopiano. A parte gli scorci del paesaggio e le belle foto di
fiori e piante, si è comportato come un bravo cacciatore (di
quelli che godono della mia particolare simpatia perché non
imbracciano lo schioppo – gli “altri” non si adontino) “colpendo”, nel posto giusto e nel momento giusto, gli esemplari della nostra fauna.
Ed ora che le mie “uscite” si sono fatte sempre più rare,
star seduto accanto al caminetto sfogliando questo libro fotografico, mi fa tornare indietro nel tempo e galoppare con
la fantasia.
Grazie Silvano: è stato un bel regalo di Natale! Auguri
per fare sempre più e sempre meglio!
A proposito che dicono che sono un ipercritico: questa
volta non posso che lodare il fatto che sono indicati tutti i
“nomi e cognomi” di piante ed animali!
Nel mentre che non so quale super-campanilista abbia
voluto che le località rappresentate non vengano indicate con
il nome del Comune nei cui confini ricadono bensì con quello del Comune che dal 1926 ne è semplicemente “proprietario”. Sarebbe come dire che è “Repubblica Italiana” un appartamento nel centro di Nuova York solo perché un italiano
ne è il proprietario!
Silvano FABRIS – ASIAGO SETTE COMUNI – MAGICO ALTOPIANO
– NATURA, LUCI E COLORI – Commento di Bepi de Marzi – Asiago,
Tipografia Moderna, 2004
Cinquant’Anni di Matrimonio
A festeggiare i 50 anni di
matrimonio sono stati quest’anno Stefania Stefani e Michele
Massalongo che vivono in
Adelaide (Australia).
Per l’occasione hanno fatto
una gita a Victor Harbour (leggi
“Vitaba”), ma poi hanno organizzato anche un bel viaggio in
Europa e tra le loro tappe non
poteva mancare il nostro Conco,
paese dal quale la Stefania è partita ben più di cinquant’anni fa.
Agli sposi(ni) i nostri auguri.
“4 Ciacole” - pag. 21
Vegnimo da Conco ma simo Veneti
A
bbiamo ricevuto da Saverio Pezzin che abita a
Melbourne (Australia) il libro di Loretta Baldassar e
Ros Pesman titolato “I Veneti in Australia – Sfide di storia contemporanea” edito a cura dell’A.N.E.A. cioè dell’Associazione Nazionale Emigrati ed ex emigrati in Australia e Americhe.
Nel libro si cita parecchie volte un’opera (tesi di laurea o
dottorato) di Anna Davine titolata “Vegnimo da Conco ma simo
Veneti”.
Saverio ci spiega che… Anna Davine, prima di sposarsi si
chiamata Anna Cortese ed è la figlia di Albina e Gino Cortese
del Nei, fratello di Stefano Cortese, panettiere di Conco.
Nel ringraziare Saverio per il prezioso dono, vogliamo riferire ai nostri lettori che il libro è importantissimo per tutti coloro che si interessano di problematiche migratorie e dà un quadro completo sugli aspetti principali del mondo dell’emigrazione Australiana trattando, ad esempio, del lavoro, della vita
sociale e culturale, dell’assistenza agli anziani emigrati e del
futuro delle nuove generazioni.
Sarebbe molto importante per noi avere copia del lavoro svolto
da Anna Cortese, che nel libro, come detto, viene richiamato più
e più volte. Ci permettiamo pertanto di rivolgerci a Gino, al quale inviamo il nostro giornale, per vedere se è possibile avere una
copia di quel lavoro, visto anche che il suo titolo è davvero per
noi invitante. Vorremmo capire, ad esempio, come mai Anna ha
pensato di mettere quel “ma” tra Vegnimo da Conco e simo Veneti.
Ma vorremmo, soprattutto, se possibile, pubblicare le notizie che
riguardano i nostri paesani intervistati da Anna.
UN NUOVO GRUPPO GIOVAN I A CONCO
A
lcuni quindicenni
Conchesi hanno dato
vita ad gruppo dal nome altisonante “La Montagna dei
Famosi” e la cosa non ci dispiace perché è sempre opportuno puntare in alto ed avere
successo. D’altro canto,
Moravia diceva: niente ha successo come il successo.
Anche a Lusiana è sorto un
“Gruppo Giovani”, ma i nostri
vicini di casa si son dati un
nome esotico: “Gli Shakerati”.
Che ci richiama alla mente
qualcosa di “scorlato”!
In realtà non sappiamo
quanto ci sia di serio e quanto di faceto nella scelta dei
nomi, perché se quelli di
Lusiana l’hanno scelto con
spirito umoristico e di presa
in giro, meritano un plauso.
Comunque, sarà perché il
nome di quelli di Conco sembra essere molto più serio (ma
potrebbe anche questo nascondere un certo humour),
sarà perché siamo un po’
campanilisti, alla fine ci pia-
ce di più quello dei “nostri”.
La domanda che però ci
poniamo è: ma questi gruppi
di giovani cosa intendono
fare? La risposta ce la danno
loro stessi con queste note che
trascriviamo.
Quest’anno noi ragazzi di
Conco abbiamo formato un
nuovo gruppo giovani “La
Montagna dei Famosi”.
Abbiamo iniziato con un
progetto molto originale, portato a termine in collaborazione con il gruppo giovani di
Lusiana “Gli Shakerati”.
Ci siamo impegnati a realizzare quattro puntate televisive presso TNE (Telenordest)
interamente dedicate ai giovani di Conco (vita di uno di
noi, amicizia, amore, divertimento, ecc.).
Abbiamo girato le prime
due puntate nei luoghi più frequentati dai ragazzi (con previsione di trasmetterle a luglio) mentre, a settembre, gireremo le altre due puntate.
È un’esperienza molto bella e che ci piacerebbe rifare
perché ci ha dato la possibilità di riflettere su di noi e sul
nostro paese.
Nonostante questo però
siamo un po’ delusi per la
scarsa partecipazione, ma
speriamo che dopo la messa
in onda il nostro gruppo si allarghi grazie all’ingresso di
altri ragazzi.
Ringraziamo, inoltre, i
Comuni di Conco e Lusiana
per aver permesso la realizzazione di questo progetto e
soprattutto le nostre animatrici Gennj Ronzani e Sabrina
Passuello che ci hanno seguito in questo percorso con molta energia.
Questo progetto ci ha permesso di essere protagonisti
del nostro territorio.
Alice, Arianna
ed Erika Pozza
Roberta e Franco Campo
Valentina Pertile
Francesca Colpo
Cristian Bagnara
Facciamo ai ragazzi i nostri complimenti e gli auguri.
Il 18 giugno 2005 a Lusiana è stato presentato un loro
primo lavoro. Si trattava di una
intervista a giovani e anziani
(soprattutto di Lusiana) che ci
è piaciuta come idea ed
impostazione, ma che era carente per quanto riguardava
l’audio.
Sono comunque cose che
si possono migliorare e
senz’altro il prossimo loro lavoro sarà più “professionale”.
B. P.
“4 Ciacole” - pag. 22
ORA DE FARSE FURBI
Da Serafina Correa (Brasile) riceviamo dal Dott. Paulo Massolini, Presidente della
Federazione delle Associazioni Italo – Brasiliane del Rio Grande do Sul, questo messaggio, che ben volentieri pubblichiamo e che ci dovrebbe far riflettere a fondo sul
nostro dialetto, sulla nostra identità culturale, sulle nostre radici.
Ci vien da dire: per fortuna che ci sono gli emigranti!
Bruno Pezzin
CRONACHE
DAL
PALAZZO
N
on aveva le dimensioni dei manifesti
che la precedente minoranza (oggi maggioranza) affiggeva per contestare la
precedente maggioranza,
ma quelle molto più modeste di un foglio A4.La minoranza, quella capeggiata da Gilberto Pilati,
ha stigmatizzato un comportamento a suo dire non
corretto del Sindaco il quale non si è presentato alla
cerimonia del 2 giugno a
Vicenza in occasione della
Festa della Repubblica.
E perché il nostro Sindaco doveva andare a
Vicenza? Perché il Comune di Conco è uno dei pochi comuni della provincia
ad essere decorato.
Ed un Comune decorato, non può – sempre secondo la minoranza – non
presenziare ad una così importante manifestazione!
Ad un paio di settimane di distanza ecco arrivare (affissa, in alcuni casi,
alle campane per la raccolta della carta) la replica del
primo cittadino: Non dimentico la storia e il sacrificio di chi l’ha costruita,
ma quel giorno non ho potuto partecipare per un
grave motivo personale. E
poi: non ho mai visto i
Consiglieri Pilati e Facchinetti partecipare alle celebrazioni di eventi storici.
Controrepliche spontanee dei lettori di manifesti:
1. il Sindaco poteva
mandare un Assessore!
2. quand’era all’opposizione non è che si sia visto spesso alle cerimonie
pubbliche!
Obiettivamente non ci
sembra un grosso problema. Forse ce ne sono di più
importanti. Comunque: ai
cittadini l’ardua sentenza!
“4 Ciacole” - pag. 23
LA GUERRA DI GIOVANNI
M
i chiamo Giovanni
Schirato. Adesso, a
distanza di molti anni, ricordo
ancora nitidamente quel brutto periodo in cui mi è stata impressa la vita con esperienze e
ricordi così pesanti e dolorosi
che ancora oggi segnano il mio
corpo e la mia anima.
Essendo nato a novembre
appartenevo all’ultimo scaglione dell’anno. I carabinieri mi
portarono la cartolina verso Natale e già il 6 gennaio del 1943
dovetti partire per la guerra.
Prendemmo il treno per
Conegliano Veneto dove eravamo stati assegnati al 15° Artiglieria Ippotrainata e dove ci restammo fino al mese di marzo.
Mi ricordo che con me c’erano
un Bonato da Gomarolo, un
Pizzato da Rubbio emigrato poi
in Francia.
Aggregato ad una nuova
compagnia fui destinato in
Grecia. Ci fu data una tessera
per il rancio e il viaggio fu fatto su di un treno con i sedili in
legno. Giunti ad Atene prendemmo una tradotta che ci
portò a Patrasso dove cambiammo nuovamente Compagnia e fummo inseriti nella
Divisione Piemonte. Ero addetto al Presidio nel porto militare dove rimasi sino al mese
di settembre. Ci era proibito
ascoltare la radio ed avere ogni
informazione sulla nostra patria a parte quel giorno di luglio quando venne comunicata la caduta di Mussolini. Alla
fine di agosto siamo stati incaricati di scortare fino al Comando Tappa di Atene 4 camion pieni di generi alimentari. Rimastici per una settimana siamo riusciti a visitare il
capoluogo, l’Acropoli e il porto del Pireo. L’8 settembre siamo ripartiti per ritornare alla
base ma a mezza strada il treno si bloccò e il messaggio di
Badoglio ci comunicò l’armistizio. L’alba del giorno successivo una pattuglia tedesca
ci fece prigionieri e ci portò
in un recinto di una caserma
li vicina. Man mano che il
tempo passava si aggiungeva-
no a noi altri soldati italiani
catturati in quell’occasione.
Uniche vettovaglie a nostra
disposizione erano quelle che
i nostri superiori ci avevano
concesso di prendere nel comando tappa. Caricati in vagoni chiusi prendemmo la via
della Germania. Dove prima,
in un vagone, erano trasportati 8 cavalli ora c’erano 44 uomini costretti, in condizione
igieniche pesanti e verso una
meta a loro ignota. Dopo 40
giorni di treno imboccammo
un unico binario ferroviario in
cui avevano la precedenza le
tradotte militari. Solo quando
transitammo per Belgrado potemmo avere la prima zuppa
calda. Mi ricordo che era d’orzo. Per avere qualcosa da mangiare barattavamo quelle poche cose in nostro possesso
con i bulgari che incontravamo lungo la ferrovia. Per ogni
paese che passavamo eravamo
scortati da soldati del luogo
fino a quando, giunti in Germania fummo presi e condotti direttamente al campo di
concentramento 4° B nei pressi di Lipsia. Qui ci disinfettarono, ci fecero fare il bagno
turco e ci dettero dei vestiti.
C’era gente da tutto il mondo
infatti ricordo in particolare la
presenza di cannibali australiani. Ci portarono quindi in
un campo di lavoro che si tro-
vava in un piccolo villaggio in
Sassonia. Ora io avevo perduto la mia identità infatti sui
miei abiti vi era un triangolo
di stoffa rossa cucito sulla
schiena e sui pantaloni e il mio
nome sostituito dalla matricola n°255724. Eravamo un
gruppo di 70 uomini che alla
fine del conflitto si ridusse a
45. Ci alzavamo il mattino alle
6, percorrevamo a piedi i 3
km che ci separavano dalla
fabbrica. Con una breve pausa per il pranzo consumato
nella mensa, lavoravamo fino
alle 18 e poi riprendevamo il
ritorno alle baracche. In questa fabbrica ci occupavamo di
ripulire gli ambienti dove veniva macinato il carbone. Per
vivere ci davano del cibo che
doveva bastare per gruppi di
4 persone. Solitamente zuppa d’orzo e patate. Eccezionalmente minestra di latte con
riso e zucchero.
Durante la permanenza mi
ammalai ed ebbi delle forti ed
inspiegate eruzioni alle braccia e per questo periodo fui ricoverato nell’infermeria.
In Italia, con l’avvento della repubblica di Salò avemmo
la possibilità di scrivere a casa,
di fare il bagno ed avere una
visita medica. Ci diedero anche la carta d’identità e al posto di avere le guardie armate
eravamo ora controllati solo
N ATA L E
IN PIENA
da un interprete.
Il 18 aprile del 1945 fummo liberati dall’8° armata americana che irruppe tra le baracche e ci riportò la libertà. Ironia della sorte ricordo che alcuni soldati statunitensi di origine siciliana, si trovarono dinanzi a dei loro conoscenti fatti prigionieri dai tedeschi…
20 giorni dopo potemmo
ripartire alla volta di casa. Mi
procurai una cartina geografica dove segnavo con la matita
il percorso che avremmo fatto
durante il giorno. Ovviamente le linee erano interrotte e
così il 10 luglio prendemmo
la tradotta che andava verso la
Francia e da qui via Brennero
il 14 luglio giungemmo sino a
Bolzano. Una volta a Trento
una contessa mise a nostra disposizione degli autobus che
ci accompagnarono fino a
Bassano.
Era già pomeriggio e così
decisi di ripartire per il mio
paese il mattino successivo.
Andai in un locale pubblico
dove telefonai al Bepi Girardi,
l’allora titolare del bar “Cappello” per avvertire a casa che
il giorno successivo sarei ritornato. Il mattino seguente
chiesi un passaggio ad un autista di un camion che trasportava legname e così, dopo tante peripezie il 17 luglio 1945
ritornai a Conco.
E S TAT E
P
ubblicare in piena
estate una foto di
Babbo Natale potrà far dire a
qualche lettore che quelli di
4 Ciacole… “no i ga tute le
fassine al cuerto”.
Ma il personaggio che a
noi interessa non è – in questo
caso – Babbo Natale, bensì il
nipotino di Valdemar e
Lourdes Dallagnol, i nostri
amici di Florianopolis (Brasile) ai quali mandiamo i nostri
saluti. La foto è stata scattata
il Natale scorso e, come ben
sappiamo, in Brasile Natale
arriva in piena estate.
“4 Ciacole” - pag. 24
Notizie dal Centro Anziani
L
a notizia più importante riguarda l’Assemblea Congres- gli alunni delle scuole elementari di Fontanelle, i quali, da
suale del CREL-Auser di Conco, tenutasi il giorno, 8 prima si sono divertiti a giocare a tombola assieme a noi, e
marzo u.s., nella quale, oltre al dibattito, c’è stata l’elezione del successivamente si sono esibiti in alcuni canti, facendo parnuovo Consiglio Direttivo, (il precedente aveva esaurito il suo tecipare anche tutti i presenti, soprattutto nel cantare l’inno
di Mameli nella sua versione integrale. Anche questi bambimandato il 31 dicembre 2004.
I nostri incontri settimanali proseguono con una parteci- ni ci hanno fatto un dono di un bellissimo collage di disegni,
pazione sempre molto numerosa, (la media di 75 presenze è fatti da loro, intitolato “tappeto di primavera”.
Martedi 31 maggio, invece, noi del Centro siamo andati
ormai consolidata).
Da gennaio, il Centro Diurno si è arricchito di un im- alla scuola media di Conco, invitati dagli alunni, per assipianto tecnologico audiovisivo di prim’ordine, ciò, grazie stere alla presentazione della ricerca da loro fatta sulla “mealla collaborazione fra la Pro-Loco comunale e il CREL- moria”, e nell’occasione, gli alunni delle classi seconde, si
Auser. Nell’acquisto, la spesa maggiore l’ha sostenuta la Pro- sono esibiti in un piccolo spettacolo artistico.
Questi rapporti con le scuole sono da noi ritenuti molto
Loco, il cui obbiettivo è la realizzazione di eventuali
“Cineforum”, o manifestazioni che possano richiedere sup- importanti, perché permettono di tenere un legame tra geneporti audio-visivi. Questo impianto viene già da noi utiliz- razioni distanti fra loro, Un rapporto che può essere solo di
zato per la proiezione di riprese filmate che facciamo duran- giovamento a tutti, grandi e piccoli, soprattutto in periodi
te i momenti più significativi dell’attività del Centro e per la nei quali si tende a mettere dove “meno ingombrano” sia
visione di films.
Per quanto riguarda le
attività, anche quest’anno
abbiamo organizzato la
festa di carnevale in collaborazione con il Circolo Auser “CREL Nuovi
Orizzonti” di Lusiana e
alla quale hanno partecipato ben 112 iscritti dei
due Circoli, per trascorrere una giornata di allegria
e socializzazione.
Martedi 25 gen., sono
venuti al Centro i bambini della scuola materna di
Conco e nonostante rappresentassero solo le classi dei più grandicelli, erano ben 36 coloro che, con
in repertorio di canzoni i
cui contenuti richiamavano l’imminente carnevale, hanno allietato tutti i
nonni del Centro, inoltre, Gli alunni delle scuole elementari in visita ai nonni del Centro Anziani di Tortima. Si sono tutti divertiti, giovani e
ci hanno fatto dono di due anziani!
magnifici loro disegni
che, ora, fanno bella mostra appesi a una parete della sede. Mentre veniva preparata certi valori che gli anziani.
Il 12 maggio, nell’ambito del nostro programma “conosceuna piccola merendina, i bambini si sono mescolati fra i
nonni: chi per cercare i propri, chi per curiosità, formando re le città venete”, in 52 siamo andati in gita a Padova. Uno dei
un quadro intergenerazionale che non ha mancato di dare momenti più interessanti è stato quello all’interno dell’università del “BO”, dove abbiamo potuto vedere l’Aula Magna e
qualche emozione tra i presenti.
Martedi 19 aprile, altra giornata molto importante. Gli l’Aula di Galileo. La Sala dei Quaranta e il Teatro del Santo, la
alunni della 3^ media di Conco, nell’ambito di una ricerca chiesa di S. Giustina (meriterebbe, questa, un capitolo a parte),
su “come si viveva una volta”, sono venuti a intervistarci il Battistero, le Piazze e i palazzi storici sono state le altre mete
con una serie di domande come: quali erano i servizi, co- visitate.
Nel mese di giugno, il programma del Centro prevede un
m’erano le scuole, i divertimenti, ecc ecc.
La collaborazione è stata entusiastica, ai ragazzi non sono incontro con un giornalista per parlare di attualità e di come si
proprio mancati argomenti da riportare sui propri quaderni. lavora all’interno di un giornale, un incontro con uno psicoloFra l’altro, questo incontro ha fatto seguito ad un altro avve- go per parlare della società in cui viviamo e una gita in Altopiano
nuto lo scorso anno, sempre per una ricerca sulla “memoria”. per conoscere le tante cose interessanti che si trovano nel noMartedi 24 maggio abbiamo avuto un incontro anche con stro territorio.
“4 Ciacole” - pag. 25
FILO D’ARGENTO
VOLONTARI FILO D’ARGENTO:
Il nostro gruppo di volontari continua a operare in favore di
quelle persone che ne fanno richiesta telefonando al numero
0424 709411, il martedi, dalle 14 alle 18, e il giovedi dalle 9
alle 11, sempre nelle nostre possibilità e capacità, ma sempre
con quello spirito di solidarietà che contraddistingue i volontari dell’ Auser nazionale con cui contribuiamo alle oltre 8 milioni di ore di volontariato che i 32.104 volontari hanno fatto nel
2004. sempre a livello nazionale, l’Auser conta 232.000 iscritti
e 1412 sedi.
Voglio ricordare che il nostro gruppo è aperto a tutti coloro
che hanno la possibilità di mettere a disposizione, di chi ha
bisogno, anche solo una piccola parte del loro tempo e allargare così la possibilità di poter essere utili a quanti sono meno
fortunati di noi.
Aldo Rodighiero, Ciscato Pierino, Dalle Nogare Gemma,
Dalle Nogare Berenice, Pizzato Clara, Carli Giuseppina, Poli
Battista, Rigon Guido, Furlani Giulio, Rodighiero Angelina,
Pizzato Olimpia, Beccattini Ettore, Ciscato Daniela, Vivian
Roberta, Pilati Luigi, Crestani Alessandra, Crestani Gianluca,
Pizzato Annamaria, Brunello Ennio, Bonato Giuliana, Vizzardi
Rosa.
In questo anno avremo il piacere di festeggiare due Signore
della classe 1915: Maria Luisa Todesco che è nata a Conco il
19 luglio e vive a Romano Lombardo, e Pierina Crestani che è
nata l’11 maggio e vive a Prato
- AUGURI Aldo Rodighiero
NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO DEL CREL:
Rodighiero Aldo
Cortese Bertilla
Crestani Giulia
Marchiori Liliana
Ciscato Pierino
Dalle Nogare Gemma
presidente
vice presidente
segretaria
consigliere
consigliere
consigliere
A
lla fine dell’anno
scorso ha festeggiato
i cent’anni e noi ne avevamo
appena accennato sul nostro
giornale perché non eravamo
in possesso di ulteriori notizie.
Ora queste ci arrivano e così,
ben volentieri, riparliamo di
Santa Passuello, moglie di
Giovanni Soster e madre di
Angelina e Anita. La vediamo
qui, davanti alla torta, tra una
nipote e la figlia Anita (alla
sua sinistra).
Il padre di Santa fu Giovanni Battista Passuello (detto “Mani” che ebbe bottega
per molti anni in Conco de
Sora, 1872-1954) e la madre
fu Anna Bagnara. La lista dei
fratelli di Santa comprende
Giuseppe detto Bepi del Mani
(1900-1998), Ferdinando detto Nano (1907-1989), Paola
(1909-1964) e Giuseppina
detta Pina (1917-1980).
Il nonno di Santa fu Bepi
Passuello “Bojacco” (18311910) e lei ricorda bene la festa che i “Bojacchi” facevano
a Campomezzavia, la contrada
da cui proveniva la famiglia.
Sotto il governo dell’Austria (1815-1866) i Bojacchi
andavano d’estate in Carinzia
a far carbone e tornavano a
passare l’inverno a Conco.
Gianni Pezzin
Dalle Nogare Berenice
Furlani Mario
Brunello Virginia
Pizzato Clara
Carli Giuseppina
consigliere
consigliere
consigliere
consigliere
consigliere
SANTA PASSUELLO
Santa Passuello, con una nipote e la figlia Anita, mentre spegne la candelina dei cent’anni.
L’altra centenaria:
Giuseppina Crestani
L
eggiamo su “Il Gazzettino online” e riportiamo la notizia.
Il 21 Gennaio 2005 a Villa Serena di Bassano del Grappa, dove è ospite da tre anni, alla
presenza del Presidente Pietro Fabris e del Sindaco Gianpaolo Bazzotto, è stata festeggiata
Giuseppina Crestani da Tortima (e chi non la ricorda con la sorella Amabile?) che ha raggiunto
il traguardo dei 100 anni.
Nona di dieci figli (di cui 5 femmine: una sola sposata) è sempre lucida di mente: fisicamente lamenta solo una riduzione dell’udito.
Trascorre le sue giornate dedicandosi alle pratiche religiose (sappiamo che è sempre stata
una vera credente) ed alla lettura.
A Lei tanti tanti auguri da tutta la Redazione di 4 Ciacole.
“4 Ciacole” - pag. 26
QUANDO BUSSERÒ
A
Roana, dov’era ospite della Casa di Riposo è morta Lucia Tumelero di
anni 106. Crediamo che nessun Conchese finora abbia
avuto una vita così lunga e
perciò scriviamo il nome di
Lucia nel nostro ipotetico libro dei Guinnes.
C’erano 23 bambini dell’asilo seduti sui gradini del
Monumento di Conco a salutare il passaggio del feretro di Lucia Tumelero
Bianca Stefani di anni 91 che
è deceduta ad Asiago dove viveva ormai da parecchi anni ospite della casa di riposo. Ai suoi funerali ha voluto assistere anche Suor Alberta che è stata l’ultima direttrice religiosa della
scuola materna di Conco. Bianca aveva per moltissimi anni aiutato le suore e le suore per altrettanti anni avevano aiutato lei.
Dopo una lunga malattia che ha visto i famigliari impegnati
fortemente nel fronte dell’assistenza, è deceduta Olga Caldana
di anni 84 che abitava in Contrà Stringari. E, sempre amorevolmente assistita per lungo tempo dai famigliari, è morta alla bell’età di 97 anni Letizia Caldana vedova di Marco Poli, che
abitava in Via Birte. I coniugi Poli erano stati per molti anni
emigranti in Belgio.
È invece deceduta all’improvviso Anna Angela Dal Sasso
ved. Caldana (di anni 84) che abitava alla Costa Per i lettori
lontani precisiamo che era la moglie del “Tripoli”. È deceduta
anche Daria Paolina Miglioretto, meglio conosciuta come
Rina; abitava ai Brunelli ed era la vedova del Mario Carraro.
All’età di 86 anni è deceduta Lucia Bagnara ved. Colpo che
abitava in Contrà Lazzera.
A giugno sono deceduti anche Schirato Giannino di anni
80 che abitava in contrà Campanari e Pilati Domenico (Lino)
che abitava ai Lova e che di anni ne aveva 76.
Della contrada Busa era Aldo Crestani di anni 79, mentre
da Fontanelle è giunta notizia della morte di Poli Giacomina
(Jacqueline) di anni 69.
Di Rubbio erano Emilia Armida Bertacco ved. Cortese di
anni 87 e Bortolo Schirato di anni 83.
Di Santa Caterina era, invece, Gianni Rubbo (Canèpe) di
anni 67, molto conosciuto soprattutto per la sua attività di impresario edile. A luglio è deceduto improvvisamente Gianni
Cortese di anni 64 che abitava in Contrà Nogara. Era il fratello
di Piercarlo che certamente molti lettori del nostro giornale conosceranno.
Da Cassola è arrivata notizia della morte di Silvio
Vivian (Berna) di anni 75.
Abitava ad Asiago Giordano Dal Sasso di anni 66 che
è deceduto il 28 dicembre
2004. Era il marito di Vilma
Girardi dei Brunelli.
Da Torino è giunta notizia
dell’improvvisa dipartita di
Fulgenzia Guazzo (classe
1926) che veniva ogni anno a
Conco per la ricorrenza dei
Fulgenzia Guazzo
morti, ma che negli ultimi anni ha trascorso anche qualche settimana di vacanze alloggiando all’Albergo al Cappello.
Da Villadossola è arrivata notizia della morte di Carlo
Zanella.
Anche Don Giuseppe Dalle Nogare ci ha lasciati. Aveva
85 anni e faceva parte della Congregazione di Don Orione. Originario di contrà Ronchi, era da molti anni in Sicilia dove svolgeva la sua missione in favore dei giovani. Ricordiamo Don
Giuseppe ai molti lettori di 4 Ciacole ai quali qualche volta ha
inviato i suoi saluti ed auguri.
Dal bollettino parrocchiale abbiamo appreso anche della
morte di Suor Antonietta Bertuzzi.
A luglio è giunta da Torino la notizia della morte di Ivo
Predebon che, originario di Gomarolo, era nato nel 1929 ed
era uno zio di Sonia Maino Ghandi.
Da Biella è giunta notizia della morte di Narciso Crestani
di anni 87, che è stato un Sergente degli Alpini ed era originario di Contrà Bielli.
Abitava a Montecarlo Dal Cortivo Elsa ved. Lila che di
anni ne aveva 82 e che era originaria di Santa Caterina.
Dalla Svizzera è giunto l’atto di morte di Scanzi Ermes che
era nato nel 1934 e, da giovane, abitava in Contrà Campanari,
mentre dalla Francia è arrivata notizia della morte di Franco
Predebon originario di Gomarolo.
UNA TRAGEDIA
VICINO A CASA FRATTE
Il 7 Luglio, poco dopo mezzogiorno, sulla strada provinciale,
in prossimità di Casa Fratte, Antonio Eugenio Pilati da Leghe,
mentre in auto accompagnava all’Ospedale di Asiago la moglie
Lena per un controllo, si è scontrato frontalmente con un
fuoristrada guidato da Mario Bagnara da Conco di Sopra, che
viaggiava con un nipotino, accomodato sul sedile posteriore.
Lo scontro, sulle cui cause sono in corso accertamenti, è
stato violentissimo e le conseguenze tragiche. L’auto di Eugenio Pilati è andata distrutta ed il conducente è morto sul colpo.
I Vigili del fuoco hanno dovuto lavorare parecchio per estrarre
dalle lamiere la moglie, che un elicottero ha trasportato subito
all’Ospedale di Vicenza, ove, al momento in cui scriviamo, è
mantenuta in coma farmacologico.
Il Bagnara (che è stato per anni datore di lavoro di Eugenio
ed anche testimone alle sue nozze) ed il suo nipotino invece
hanno riportato modeste lesioni
Il caso ha voluto che subito dietro al mezzo dei Vigili del
fuoco seguisse l’auto guidata da Antonella Pilati, figlia della
coppia, che rientrava dal lavoro. Si può facilmente immaginare
quale sia stato per lei lo shock trovandosi davanti alla terribile
scena ed al corpo senza vita del Padre.
Il fatto ha profondamente commosso tutta la comunità di Conco.
Tanto più che la famiglia Pilati è nota anche per essere una famiglia esemplare: quattro figli, due femmine, entrambe sposate
(Antonella è moglie del dott. Maurizio Poli attuale dirigente veterinario nell’A.S.L. di Vicenza), e due maschi, che hanno, con sacrificio, meritatamente ottenuta la laurea in ingegneria.
L’11 luglio nella Parrocchiale di Conco si è svolto il funerale di Eugenio con una tale partecipazione di folla che la chiesa
non ha potuto contenere tutti gli intervenuti. Durante la cerimonia uno dei figli ha rivolto al Padre un saluto pieno d’amore
“4 Ciacole” - pag. 27
DESIDERO CHE IL COLPEVOLE SIA CONDANNATO ALLA PENA DI MORTE
L
o scorso mese di
gennaio, nel cimitero di Conco, alcune tombe
sono state danneggiate ed alcuni arredi in marmo asportati e probabilmente gettati
nella spazzatura.
Non è la prima volta, purtroppo, che accade una cosa
del genere.
Il Parroco di Conco ha
stigmatizzato la cosa scrivendo nel foglietto settimanale di “ammanchi dentro la
testa e il cuore dei responsabili”.
Non sappiamo se le autorità comunali intendano
mettere in atto qualche accorgimento per evitare tali
episodi di scelleratezza, ma
al di là di quello che si è fatto o si farà, crediamo dav-
A ME PIACE CHE LE SEPOLTURE E LE TOMBE RESTINO
INVIOLATE IN PERPETUO PER COLORO CHE LE HANNO COSTRUITE AL FINE DI RENDERE CULTO AI LORO ANTENATI O
FIGLI O MEMBRI DELLA LORO FAMIGLIA. SE CAPITASSE, PERTANTO, CHE QUALCUNO DENUNCI CHE UN ALTRO HA DISTRUTTO LE TOMBE O IN QUALUNQUE MANIERA VI HA TOLTO QUELLI CHE VI ERANO SEPOLTI O LI HA PER MALIZIA
TRASPORTATI IN ALTRO LUOGO E CON INGIURIA VERSO I
MORTI O HA SMOSSO LA PIETRA CHE CHIUDE LE TOMBE OD
OGNI ALTRA PIETRA, ORDINO CHE QUEST’UOMO SIA PROCESSATO, TANTO PER RISPETTO DEGLI DÈI CHE PER RISPETTO DEL CULTO DEI MORTALI, PERCHÉ SARÀ D’ORA INNANZI STRETTAMENTE OBBLIGATORIO ONORARE COLORO CHE
SONO SEPOLTI. E’ ASSOLUTAMENTE VIETATO A CHIUNQUE
DI VENIRE A TURBARLI. IN CASO DI INFRAZIONE A QUESTA
REGOLA, DESIDERO CHE IL COLPEVOLE SIA CONDANNATO
ALLA PENA DI MORTE PER VIOLAZIONE DI SEPOLTURA.
Questa iscrizione di 22 linee in greco appare in una lastra di marmo che è
oggi conservata nel Cabinet des Medailles di Parigi. Sembra proveniente
dalla zona di Nazaret e si tratta di un editto dell’Imperatore (probabilmente
Nerone) databile tra il 62 ed il 64 d.C.. La notizia la ricaviamo dal libro di
Andrea Tornielli edito da Soc. Europea Edizioni Spa e titolato “Inchiesta
sulla Resurrezione”.
e di riconoscenza tale che i presenti non hanno potuto fare a
meno di applaudire.
Augurando che la Mamma possa tornare presto a casa guarita, la Redazione di 4 Ciacole, esprime ai figlioli ed a tutti i
familiari il suo cordoglio e tutta la sua solidarietà.
L. C.
L’EMIGRANTE
Adelaide è adagiata nella
fertile a assolata pianura australiana del sud. A pochi chilometri di distanza, in direzione nord, ci sono dei monti e
quando si sale in macchina
sembra di salire sul nostro
altopiano. Arrivati ad One
Tree Hill volgi lo sguardo alla
pianura sottostante e ti sembra
di essere a Tortima.
E’ qui, in questa Tortima
australiana che viveva un emigrante di Conco. Si chiamava
Marino Bagnara ed era partito dai nostri monti per andare
nella lontana Australia.
Erano gli anni ’50.
In Italia aveva fatto per
qualche mese il poliziotto, ma
aveva deciso che con quel misero stipendio non si poteva
mandare avanti una famiglia
e che era preferibile (necessario!) prendere la valigia.
Non so se sia andato subi-
to ad One Tree Hill, ma penso
che, come quasi tutti, abbia
prima gironzolato un po’ a
destra e a manca in cerca di
lavoro.
Marino l’ho conosciuto nei
viaggi fatti in Australia con 4
Ciacole e posso dire che era,
come tutti gli emigranti, malato di nostalgia.
Non so perché, però, la sua
era una nostalgia diversa. Lui
l’aveva dentro in modo personale; vorrei dire, e mi auguro
di non offendere nessun altro
emigrante, la sua era più forte, più dolorosa, più sentita.
Lui amava la sua terra natìa
e quando ne parlava era facile
vedere qualche lacrima rigargli il volto.
Con Marino è morto un
emigrante, è morto un amico,
è morto un po’ di Conco in
Australia.
B. Pezzin
Don Italo
Girardi
A 35 anni dalla morte,
la corale e parecchi parrocchiani di Borso del Grappa sono saliti a Conco per
ricordare con una Santa
Messa quel loro giovane
Cappellano che per salvare un ragazzo caduto in acqua, annegò.
Sono 35 anni che i suoi
parrocchiani di Borso lo ricordano con una Messa celebrata qui a Conco e quest’anno, su proposta di
Don Antonio, hanno anche
ricevuto un applauso.
La figura di Don Italo
non muore ed è commovente vedere come ancora
tantissime persone ricordino questo eroe mite e generoso che non esitò a dare
la sua vita per salvare quella di un altro.
Tutta Conco, crediamo,
deve andare fiera di questo
suo figlio!
vero che solamente una
mente malata possa compiere gesti di tal fatta.
Non siamo quindi a chiedere l’applicazione dell’editto di Nerone (pubblicato a fianco), ma è certo che
se gli autori di tali atti
vandalici venissero scoperti, occorrerebbe sottoporli a
trattamento sanitario obbligatorio.
Non dimentichiamoci
che l’uomo ha cominciato a
distinguersi dagli animali
quando ha iniziato a ricordare e rispettare i morti. Chi
non lo fa è molto più animale che uomo, mentre Nerone, che per altri versi non era
uno stinco di santo, appare
molto meno pazzo di qualche nostro contemporaneo.
L’albero
delle rose
Conco, Via Reggenza Sette Comuni,
Luglio 2005.
Nel giardino di Tranquillo Pilati un
bellissimo “rosaio” è diventato alto
come un albero.
La Frase
George Eliot ha scritto:
Ci sono molte vittorie
peggiori di una sconfitta
“4 Ciacole” - pag. 28
LA BANCA CAMBIA PRESIDENTE
L
a Banca di Romano e Santa Caterina, a dieci anni dalla
data della fusione delle due Casse Rurali, ha cambiato
il vertice. Dal giugno di quest’anno, infatti, a Presidente della
Banca è stato eletto il Dott. Giancarlo Marin, Commercialista
di Bassano, che aveva in precedenza ricoperto incarichi di Sindaco e di Consigliere della Banca stessa e che quindi ha maturato notevole esperienza per poter governare al meglio l’Istituto di Credito.
Riteniamo sia questa una svolta importante che dovrebbe
portare al superamento di quel dualismo che pur velatamente
esisteva in precedenza e che aveva in parte rallentato quel processo di completa integrazione tra le due realtà.
I due Istituti avevano con lungimiranza e coraggio deciso,
nel 1995, di unire le forze per dare vita ad un soggetto più
forte ed in grado di affrontare un futuro che si riteneva difficile e nel quale gli Istituti più grandi potevano facilmente
fagocitare i piccoli.
L’operazione ha dato buoni frutti, e nel decennio trascorso
gli amministratori ed il personale hanno lavorato senz’altro
in maniera encomiabile per superare problematiche e difficoltà di vario genere. Negli ultimi anni erano però arrivate
dalla base sociale richieste di cambiamento che non potevano
essere ignorate.
Una nuova legge che regolamenta l’attività delle società
cooperative (la Banca è una cooperativa), ha imposto l’adozione di un nuovo statuto. L’occasione è servita per approvare anche un nuovo regolamento assembleare e, nella stessa lunga
assemblea dei Soci, si è votato il nuovo Presidente, che ha ottenuto l’unanimità dei consensi per acclamazione.
Tutte queste novità sono alla base di una speranza (certezza!) di cambiamenti importanti, anche se non verranno certo
meno le finalità e gli scopi mutualistici che sono propri della
Banca di Credito Cooperativo.
Il bilancio approvato ci dice di una raccolta in aumento di
oltre il 17% e di impieghi che sono aumentati del 22%, mentre
l’utile netto si è attestato su 1,5 milioni di euro ed il patrimonio
Il Dott. Giancarlo Marin è il nuovo Presidente della Banca di Credito
Cooperativo di Romano e Santa Caterina.
ha superato i 22 milioni di euro.
I buoni risultati raggiunti fanno si che si guardi avanti, non
dimenticando il passato e le origini che sono sicuramente nobili e importanti.
A questo proposito, ricorrendo quest’anno il quarantesimo
anniversario della nascita della ex Cassa Rurale ed Artigiana di
Santa Caterina di Lusiana, si svolgeranno degli incontri con i
Soci fondatori ancora viventi (sono 18 su 64) e con tutti gli ex
Amministratori e Sindaci. L’occasione permetterà a tutti coloro che si sono succeduti al governo della Banca di ripercorrere
le tappe salienti di questa quarantenne che possiamo ben paragonare ad una piacente e matura signora.
IL CORAGGIO DELL’IMPRENDITORE
R
iferiamo con soddisfazione la notizia
dell’apertura di alcuni locali a
Conco.
RISTORANTE
PIZZERIA
Un plauso meritato va sicuramente alla famiglia
Maino che ha inaugurato recentemente un nuovo ristorante – pizzeria in Via Luigi
Cappellari.
A pochi metri di distanza
dalla precedente ubicazione,
dove erano in affitto, i Maino
hanno costruito un locale davvero molto elegante e piacevole in cui hanno trasferito l’atti-
Tiziano, Serenella e Stefano posano per il fotografo di 4 Ciacole il giorno
dell’inaugurazione del loro nuovo locale. E Mattia? Sta facendo le pizze.
vità. Qui hanno spazi maggiori e la possibilità di ospitare
molti più clienti di prima.
Non avendo a disposizione spazi sufficienti per il parcheggio, questo è stato realizzato nel seminterrato dell’edificio e quindi con una soluzione originale e che può dare
una sensazione di familiarità
al cliente.
In tempi di crisi pressoché
totale, il coraggio dimostrato
dalla famiglia Maino va premiato e noi non possiamo che
augurar loro pieno successo.
Tiziano Maino, originario
di Lusiana, ha frequentato la
scuola alberghiera di Recoaro
“4 Ciacole” - pag. 29
tima che lascia un po’ preoccupati i ragazzi che, se vorranno dare l’addio al celibato, sembra non possano fare affidamento sulla suddetta Osteria.
NEGOZIO DI BIANCHERIA
Il nuovo locale della famiglia Maino visto dall’esterno appare moderno ed
elegante.
assieme ad alcuni Conchesi
come Enrico Rodighiero e
Pier Antonio Ciscato. Una
volta conseguito il diploma è
andato a lavorare in vari ristoranti, anche di prestigio, come
ad esempio a Bruxelles in uno
dei più esclusivi alberghi
d’Europa, o a Venezia al
Danieli.
Dal 1979 al 1987 ha poi
gestito il Ristorante “Al Fun-
go” in località Puffele e quindi, dal 20 marzo 1987 si è trasferito con l’attività in Via
Luigi Cappellari a Conco.
Dai primi di giugno di quest’anno Tiziano, con la moglie
Serenella ed i figli Stefano e
Mattia (che sta imparando
l’arte del pizzaiolo) hanno
aperto il loro nuovo locale che,
come detto, è originale, elegante e piacevole.
A pochi giorni di distanza dall’inaugurazione del Ristorante Maino, sempre nella medesima via è stato aperto
anche un negozio di biancheria e moda.
La Tirol Haus di Ida Pozza ha aperto un punto vendita
nell’ex negozio di formaggi di Pierino Dalle Nogare.
Cambiato completamento tipo di prodotti, ora dalle vetrine si possono vedere vestiti e cuscini, tendaggi e biancheria, articoli da regalo e per l’arredo della casa.
Dobbiamo plaudire senz’altro, anche in questo caso,
all’iniziativa di Ida che, dopo il negozio di Asiago ha voluto avventurarsi a Conco con una attività commerciale di
nicchia che, siamo certi, incontrerà i gusti dei clienti sia
paesani che di passaggio.
Ida si è fatta apprezzare soprattutto per la sua bravura
ed il buon gusto nella realizzazione di tendaggi, ma l’apertura di questi negozi dimostra che le sue capacità imprenditoriali vanno ben oltre.
BED & BREAKFAST
La pubblicità recita: “In una delle più belle valli
dell’Altopiano di Asiago e 7 Comuni Bed & Breakfast
Gallo Cedrone mt 1050 s.l.m. – Via Val Lastaro, 1 – Conco”
Proprio così, anche a Conco è arrivato il primo B.& B.
che poi detto in veneto “se dovaria dire dormire e far
colassion”.
Ad aprire il nuovo esercizio non sono nostri concittadini, ma persone che hanno acquistato un immobile a Val
Lastaro ed hanno pensato di trasformarlo in questo tipo di
struttura alberghiera. Non crediamo che sull’Altopiano siano molti i B. & B. e forse non c’è ancora in noi la mentalità, ma l’iniziativa ci sembra lodevole e non possiamo
che augurare ai gestori buon lavoro.
Ida Pozza posa con il papà Amedeo all’interno del nuovo negozio di
abbigliamento il giorno dell’inaugurazione.
UNA NUOVA OSTERIA
A qualche centinaio di metri dal nuovo B. & B. è stato
riaperto un locale che, durante gli anni del boom turistico
invernale era molto conosciuto. A Val Lastaro, infatti, dove
c’era il ristorante (originariamente di Piero Scalco, poi passato più volte ad altri gestori) è stato aperta recentemente
l’”Osteria Al Faggio”.
Sempre dalla pubblicità apprendiamo che si serviranno
piatti tipici veneti con specialità Cimbre rivisitate in arte
creativa. Si possono poi organizzare cene di gruppo, feste,
ricevimenti e cene di… “addio al nubilato”. Cosa quest’ul-
In quello che fino a poco tempo fa era il negozio di formaggi di Pierino Dalle
Nogare, oggi Ida Pozza, titolare della ditta “Tirol Haus”, ha aperto un punto
vendita di grande attrattiva per il gentil sesso.
“4 Ciacole” - pag. 30
Lettere al Giornale
Abbiamo ricevuto:
Oggi 6 Gennaio, leggendo l’inserto del n° 62 di “4 Ciacole”
STAMPA DEL COMMUN DI CONCO, a cura del dr.
Cremonini, mi è venuta un’idea:
Costruire a Tortima – inizio della mulattiera del “Sette” –
nei pressi della Pizzeria “Rondinella”, un cumulo o meglio una
piramide di sassi, possibilmente quelli della Scaletta, e incastonare una lapide che reciti pressappoco così:
QUI
AL PASSO DELLA TORTIMA
– IL PIU’ BEL BALCONE SUL VENETO –
NELL’ESTATE DEL 1510 E 1511
GLI ABITANTI DELLA ZONA
FIERI DELLA LORO LIBERTÀ E INDIPENDENZA
RESPINSERO
CON MASSI E SASSATE
LE TRUPPE AUSTRO-FRANCESI
DELLA LEGA DI CAMBRAI
COMANDATE:
NEL 1510 DALL’AUSTRIACO PRINCI PE DI ANHALT
NEL 1511 DAL FAMOSO GENERALE FRANCESE
MESSIEUR DE LA PALISSE
CHE VOLEVANO INVADERE E SOTTOMETTERE LA
REGGENZA DEI 7 COMUNI
---------NEL 1915-1918
PER QUESTA MULATTIERA DEL “SETTE”
TRANSITARONO ALPINI E FANTI
DIRETTI AL CALVARIO DELL’ORTIGARA E
DELL’ALTOPIANO
PER ARGINARE L’AVANZATA DEL NEMICO
Ciò valorizzerebbe il nostro territorio. E’ possibile questo? Io
lo spero! Cordialissimi lapalissiani saluti.
Giordano CRESTANI
Sintetizziamo qui la risposta di Luciano Cremonini a questa
simpatica lettera.
La proposta va presa in seria considerazione però, per quanto riguarda la seconda parte della targa, va tenuto presente
che, durante la Guerra del 15/18, più che la “Strada dei sette”
(che fu appunto difesa e bloccata nel 1510 e 1511) ebbe importanza strategica la Conco-Campo Mezzania, ultimata pochi
giorni prima che si scatenasse la Spedizione punitiva del giugno 1916, e, soprattutto, la Tortima-S.Michele, costruita nel
1917, la quale, completando la Strada della fratellanza, divenne l’arteria principale dei rifornimenti di uomini e mezzi che
permisero la resistenza nell’ultimo anno di guerra su fronte
ormai a ridosso del nostro paese.
Da Marone (BS) riceviamo questa lettera che ci invita a
riflettere sulla nostra “lingua” veneta.
Caro Bruno, in una giornata invernale, mentre in famiglia
sfogliavamo il suggestivo calendario 2004 “Tramonti”, ci siamo soffermati a tradurre, o meglio, cercare il significato delle
parole venete lì raccolte e pubblicate. La cosa ci ha da prima
divertiti (un po’ di dialetto veneto lo masticano anche mio marito e i figli, i quali nell’infanzia trascorrevano con la nonna a
Gomarolo intere estati), poi ho sentito quasi il bisogno, il piacere e, in fondo, un po’ anche il dovere, di dare a tutte quelle
parole (quasi 600) il loro volto, senso e significato.
Ho capito l’importanza di sottrarle ad un anonimato o ad
una assenza di destino dando ad esse una collocazione precisa
nella conservazione di parte della storia del nostro popolo.
Insomma, cercare la loro “anima” salvandole da un quasi
sicuro oblio.
Inizialmente da sola, poi coinvolgendo mio fratello Piergiorgio
e mio zio Piero, siamo arrivati alla pressoché totale identificazione del loro significato. Non solo: poiché da cosa nasce cosa
era scontato e prevedibile che altre numerose se ne aggiungessero, riemergendo dalla nostra memoria infantile (ne abbiamo
trovate oltre 100). Ti assicuro, una vera grande emozione!
Ed ora, eccomi a te per sentire: può interessare a 4Ciacole
organizzare una raccolta pressoché completa? Conoscendo la
sensibilità e l’interesse di noi conchesi, credo che ci faremmo
un vero regalo, e quale onore per i nostri antenati! Poi sai, si
potrebbero scrivere anche le storie di una volta, i modi di dire
più caratteristici, le filastrocche, le canzoni ed altro.
M. Teresa Pezzin
Da Melbourne Silvano Predebon ci scrive:
Melbourne 20-3-05
Caro amico Bruno, essendo un lettore delle 4 Ciacole e vissuto a Conco nella mia gioventù, mi è venuta una curiosità,
che non è mai stata pubblicata. Vorrei chiedere quanti Sindaci
e Podestà sono stati eletti e che hanno amministrato il nostro
comune negli ultimi 100 anni a partire dal 1905 fino al 2005
con il suo nome e cognome.
Vi saluto tutti e spero rivederci nel futuro. Cordialmente
Silvano Predebon
Caro Amico, Bruno mi ha “passata” la Sua lettera e io ringrazio perché così Lei mi ha dato uno stimolo per una nuova
ricerca. Le delibere conservate nell’archivio del nostro Municipio cominciano dal 1870 quindi c’è del lavoro da fare ma, se
Dio mi concede di vivere ancora un po’, potrò soddisfare quella che non è solamente la Sua curiosità.
Detto tra di noi, mi sono chiesto molte volte perché negli
edifici pubblici non viene collocata una targa con i nomi di tutti
coloro che, bene o male, negli anni hanno presieduto ”quella”
Amministrazione (Comunale, Provinciale o Regionale che sia).
Cordialissimi saluti e ancora grazie.
Luciano Cremonini.
Da Castelfranco Anna Rosa Zanon ci scrive:
Castelfranco V.to 10 Gennaio 2005-04-2005
Caro Bruno, Vi volevo ringraziare per la bella serata del
primo dell’Anno. È la prima volta che assistiamo alla fiaccolata
con tutte quelle contrade (di qualcuna ignoravo l’esistenza).
Freddo, ma valeva la pena spettare. Poi il nostro coro grandioso, certe canzoni mi hanno fatto ritornare giovinetta “Natale
sulle strade imbiancate” la cantavo con l’Orsolina… Per me è
stato anche tanto commovente.
Complimenti a te per la presentazione corretta e simpatica.
In piazza abbiamo bevuto volentieri la cioccolata calda nelle
nuove “Cicare” del 2005.
Grazie di ogni cosa e arrivederci all’anno prossimo.
Anna Rosa e Aldo Zanon
“4 Ciacole” - pag. 31
I
l Centro Anziani di Tortima si è reso promotore
di una bella iniziativa che, siamo certi, piacerà a molti concittadini: la raccolta di vecchie
foto con l’intento di allestire
una mostra fotografica. Gli organizzatori stanno raccogliendo numeroso materiale ed
avrebbero intenzione di allestire già per il mese di agosto una
specie di “anteprima”.
Tutti coloro che pensano di
avere fotografie interessanti
possono mettersi in contatto
con i responsabili del CREL
che le catalogheranno e le restituiranno alla fine della mostra. Le fotografie verranno
esposte in base a dei “temi”
che, in linea di massima sono
i seguenti: ritratti, gruppi famigliari, lavori, militari, bambini, bande musicali, gruppi vari,
cresime e prime comunioni,
emigranti, paesaggi. C’è, ovviamente, spazio per qualsiasi
altra fotografia, purché... di
una certa età!
Nell’operazione è stato
coinvolto anche il nostro giornale che si è prontamente interessato. Abbiamo, infatti, sem-
MOSTRA FOTOGRAFICA
Le sportare: una delle foto raccolte dal Centro Anziani per la futura mostra.
pre pensato alla pubblicazione
di un libro di fotografie del
nostro paese e, forse, questa
potrebbe essere l’occasione
giusta. Abbiamo notato la
grande passione che il Presidente Aldo Rodighiero ed alcune sue collaboratrici stan-
no mettendo per realizzare
l’idea e non ci resta perciò che
fare loro i migliori auguri.
B. P.
PROGETTO SCUOLA +
A Santa Caterina una scuola che va incontro ai genitori
I
l “progetto scuola+” nasce dalla necessità di dare una
risposta concreta alla crescente domanda di servizi a
supporto delle famiglie impegnate a gestire orari lavorativi che
spesso non si conciliano con gli
orari scolastici dei propri figli.
Il Comitato Genitori di Santa
Caterina ha optato per una soluzione che, dopo due anni di
sperimentazione, si è dimostrata
efficace.
La novità consiste nell’offrire
alle famiglie un servizio assolutamente originale: non si tratta né
di tempo pieno, né di tempo lungo. Dopo la normale mattinata
scolastica i bambini possono usufruire della mensa della Scuola
Materna, di un momento di gioco libero e di un doposcuola durante il quale le insegnanti li seguiranno nell’esecuzione di compiti assegnati al mattino.
Ai ragazzi è inoltre offerta la
possibilità di vivere ogni settimana esperienze nuove svincolate dal normale contesto scolastico come musicoterapia,
animazione teatrale, attività sportive con personale altamente qualificato.
… E PER L’ESTATE…
Il Comitato Genitori, visto il
positivo riscontro dell’iniziativa ha
pensato bene di impegnare i bambini anche d’estate in modo che i
genitori possano usufruire del servizio anche quando la scuola è
chiusa per le vacanze estive.
A partire da metà giugno è stato attivato un centro estivo che,
integrandosi con le attività proposte dalla Cooperativa Adelante
garantisce una copertura oraria
che va dalle 8,00 del mattino alle
17,30 circa.
Moreno Xillo
Presidente del Comitato Genitori
“4 Ciacole” - pag. 32
L’EMIGRAZIONE
ITALIANA
I
l Prof. Deliso Villa, l’autore di “Storia Dimenticata” ha
pubblicato recentemente un altro volume titolato “L’Emigrazione Italiana, il più grande esodo di un popolo nella storia
moderna”. E’ un volume di 350 pagine e di grandi dimensioni
(21x29,5) che racconta in modo completo, ma soprattutto veritiero, la storia dell’Emigrazione Italiana. Il Prof. Villa, per 22
anni emigrante in Francia, Belgio e Lussemburgo è stato per
15 anni il direttore del giornale “L’Eco d’Italia” che si pubblica
in Francia.
Profondo conoscitore del mondo dei migranti, Villa si è sempre battuto per far conoscere la storia dell’emigrazione soprattutto nelle scuole, perché – dice - è l’unica storia che pur avendo
coinvolto un numero impressionante di italiani (29 milioni in
cent’anni) non ha mai avuto l’onore di essere scritta nei libri di
storia. Era, evidentemente, una storia di cui vergognarsi, di cui
non parlare, da dimenticare. Ed invece, dice Villa e noi siamo
perfettamente d’accordo con lui, è una storia che va non solo
scritta, ma insegnata. E’ una storia di grandi uomini e grandi
donne, di grandi sacrifici, di grandi idee e di grandi ideali. E’ una
storia – scrive Villa - che per essere compresa, ha bisogno di
essere inquadrata in un orizzonte ampio e profondo. Occorre una
lunga durata per comprendere quello che succede nelle regioni,
nei Paesi e nei continenti; dietro le vicende, anche quelle minute,
c’è sempre una struttura immobile che resiste da secoli. L’Emigrazione investe sociologia, geografia, religione, politica, antropologia, capitalismo, socialismo, civiltà: E’ un pezzo di vita di
cui la storia non può fare a meno. Come tutte le storie è fondata
su un conflitto permanente che mette a confronto, senza esclusione di colpi, al di qua e al di là delle frontiere, i ricchi e i poveri,
l’egoismo e la solidarietà, la paura e la speranza.
Forse qualche numero può darci delle utili indicazioni su
che cosa fu l’emigrazione italiana. E non partiamo dalla fine
dell’800, ma limitiamoci a parlare del periodo successivo alla
seconda guerra mondiale. Moltissimi di coloro che son partiti
in quegli anni sono ancora vivi, ma crediamo che ben pochi
conoscano questi numeri:
Più di un milione di italiani emigra in Francia; in Svizzera
Borse Studio BCC
Tra le tante iniziative a favore dei
Soci della Banca di Credito
Cooperativo di Romano e Santa
Caterina, merita sicuramente un
plauso quella che vede assegnate ai
figli dei Soci le borse di studio. Nel
2004 sono stati consegnati ben 147
assegni ad altrettanti studenti di
scuole medie, superiori ed università.
I Conchesi premiati sono stati:
Per le scuole medie: Dalle Nogare
Stefano;
Per le superiori: Bagnara Barbara,
Bertacco Francesco, Dalle Nogare
Anna, Girardi Nicola, Pezzin Paolo,;
Per l’università: Bagnara Giovanna,
Bertacco Alessandra, Colpo Elide,
Dalle Ave Lara, Miglioretto Giada,
Pilati Elisa, Zovi Anna.
andranno 2.330.000 connazionali, 381.000 in Belgio, Olanda e Lussemburgo; 166.000 in Inghilterra;
500.000 in Argentina;
125.000 in Brasile;
500.000 negli Stati Uniti;
400.000 in Canadà;
280.000 in Venezuela;
89.000 in Sudafrica;
300.000 in Australia. E
quando, nel 1956 si aprono le porte della Germania,
saranno 1.138.000 quelli
che vi andranno. In una
quindicina d’anni emigreranno ben 7 milioni e mezzo di italiani.
Per chi si interessa anche solo marginalmente della nostra
storia patria, crediamo non possa mancare la lettura di questo
libro che, pubblicato dalla BST di Romano d’Ezzelino è in vendita al prezzo di euro 22,00.A questo numero
hanno collaborato:
Luciano Cremonini
Florido Pilati
Aldo Rodighiero
Alferio Crestani
Maria Teresa Pezzin
Gianni Pezzin
Annamaria Rizzi
Paulo Massolini
Lorenzo Cesco
Del Vaglio
Giovanni Schirato
Moreno Xillo
Oriana Pozza
Gruppo Giovani di Conco
Federica e Samuele
Ulmo Burul
Alice, Arianna, Erica Pozza
Roberta, Franco Campo
Francesca Colpo
Cristian Bagnara
Giordano Crestani
Silvano Predebon
Anna Rosa, Aldo Zanon
Bruno Pezzin
Si ringraziano:
Graziella Stefani
Giancarlo Girardi
Giannnatonio Bertuzzi
Roberto Miotto
Marta e Renzo Colpo
Andrea Mario Cortese
Saverio Pezzin
Sonia Pizzato
Tiziano Maino
Stefania Stefani
Valdemar Dallagnol
Maurizia Stefani
Margherita De Pellegrin
Scarica

4Ciacole9903 - robertobosi.it