Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n. 1/66 in data 1.9.1966 Direttore Responsabile: Dott. Gianfranco Cavallin Editore: Centro Culturale di Conco Cod. Fisc. / Part. IVA 01856280241 Stampa a cura della Litografia La Grafica di De Pellegrin Flavino Via Mattarella, 11 - 36061 Bassano del Grappa (VI) P. IVA 02000040242 Spedizione in A. P. 45% - Art. 2 - Comma 20/b - L. 662/96 DCI VI - Taxe perçue - Tassa risc. - Vicenza PAR AVION In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a corrispondere il diritto fisso Luglio 2005 - N. 63 92° numero dalla fondazione AL MITTENTE - A L’ENVOYEUR 4 CIACOLE FRA NOIALTRI DE CONCO ❑ Sconosciuto - Inconnu e-mail: [email protected] ❑ Trasferito - Trasféré Tel. +39 0424 700151 - Fax +39 0424 704189 ❑ Deceduto - Decédé C/C postale n. 10276368 - € 2,00 a fine del 2004 (il giorno di Santo Stefano) ha portato al mondo un’immane tragedia. Non bastando guerre e terremoti, terroristi ed alluvioni, pestilenze ed uragani, questa nostra povera terra ha dovuto fare i conti anche con lo “tsunami”. Prima non sapevamo nemmeno che cosa fosse, oggi tutti lo conosciamo, soprattutto perché ha fatto più morti della bomba atomica. Il 2005, a Conco, è cominciato così in tono minore e siccome il primo dell’anno cadeva pochi giorni dopo il luttuoso evento, i previsti fuochi artificiali per festeggiarlo sono stati sospesi. Comune e Pro Loco hanno deciso di ridurre le spese e di fare una festa in tono minore, cosa che la popolazione ha capito e condiviso. bbiamo avuto poi le Elezioni Regionali con la vittoria, in gran parte d’Italia, delle sinistre. Nel nostro Veneto ha retto il centro destra e Galan è – per la terza volta – Presidente (oggi si preferisce chiamarlo Governatore). A non venire (ri)eletta è stata Nadia Qualarsa (nata a Lusiana) che a Conco, ma soprattutto a Lusiana, ha ricevuto moltissimi voti. Aveva indubbiamente fatto molto per l’Altopiano e quindi, si è respirata nell’aria un po’ d’amarezza. D’altra parte Bismarck diceva: La politica non è una Oggetto - Objet: Destinatario - Destinataire: Via Reggenza 7 Comuni, 5 - 36062 Conco (VI) Italia L Indirizzo - Adresse: ❑ Insufficiente - Insuffisante Inesatto - Inexacte ❑ ❑ Rifiutato - Refusé Partito - Parti ❑ Irreperibile - Introuvable ❑ Non richiesto - Non réclamé ❑ ❑ Non ammesso - Non admis Firma - Signature Non ne parliamo scienza esatta. Come dargli torto? i sono poi stati i referendum su temi talmente complessi e di difficile comprensione per i comuni mortali che, complice la Chiesa, quasi nessuno è andato a votare. Chi ci è andato (per votare “si”) ha detto che gli altri sono degli esimi ignoranti. Può anche essere vero, ma C degli Italiani sono degli ignoranti? Con tutti i Maestri, i Professori, i Dottori, gli Ingegneri, i Notai, i Ragionieri, i Filosofi, i Geometri, i Politici, gli ex Politici e gli Studenti che ci sono? d un anno dalle elezioni comunali, abbiamo anche il nuovo Presidente della Comunità Montana. Si tratta di Giancarlo Bortoli, A A è scritta da nessuna parte e così, per forzare la mano, si è dimesso da Sindaco con l’intenzione – si dice – di far dimettere un suo assessore che l’aveva abbandonato (leggi: tradito). Ma la cosa gli è andata storta e dopo aver perso la poltrona di Sindaco ha perso anche quella di Presidente della Comunità. Bortoli, comunque, ci sembra un buon Presidente, alla faccia della rotazione! Vicenza è morto, all’ età di 71 anni, Danilo Longhi. Era stato per moltissimi anni il Presidente dell’Ente Vicentini del Mondo e, in questa sua veste, molti nostri lettori emigranti sicuramente lo ricordano. Aveva, indubbiamente, molti meriti ed è stato un grande vicentino ed un grande italiano. mmagino che arrivati a questo punto del mio scritto, qualcuno di voi si chiederà se 4 Ciacole (leggi: Bruno Pezzin) ha perduto la tramontana oppure si è dato ai grandi argomenti ed ha tralasciato il paesello. No, cari lettori, molto più semplicemente, quelli che avete letto appena sopra sono gli argomenti dei quali NON parliamo in questo numero del giornale. E allora? Beh, troverete tante altre notizie. Per questa volta cercate di accontentarvi e… buona lettura! Bruno Pezzin A I Conco, 31 dicembre 2004: l’ultimo tramonto dell’anno molti di quelli che ci sono andati lo hanno fatto per partito preso (leggi: per ordine di partito) e quindi immaginiamo che buona parte anche di costoro il problema non l’abbiano ben capito. E poi, come si fa a dire che l’80 per cento Asiaghese, che l’ha spuntata su Edoardo Sartori. Quest’ultimo era il Sindaco di Rotzo, che sosteneva dovesse essere rispettata la regola della rotazione e cioè che ad ogni Comune spettasse – a turno – la Presidenza della Comunità. La regola però non “4 Ciacole” - pag. 2 NOVITÀ (SI FA PER DIRE) SULLA STORIA DEL COMUNE DI CONCO I n un libro di araldica conservato in Municipio è rappresentato lo Stemma del Comune di Conco. Ma nella presentazione dello stesso c’è un’inesattezza, che a suo tempo avevo rilevato e fatta presente in un mio precedente articolo su 4 Ciacole; vi è infatti scritto che il Comune è nato nel 1796. Un evidente errore in quanto nel 1793 il Comune di Dossanti (S. Caterina e S. Antonio di Fontanelle) era nato, per separazione, proprio dal preesistente Comune di Conco. Ma non basta perché avevo fatto notare che, come si apprende dall’opera di Giancarlo Muraro sul Notariato Vicentino, a Conco già nel 1526 operava un Nodaro, quel personaggio cioè che all’epoca fungeva da Segretario Comunale: concludevo perciò che se c’era un Segretario Comunale ci doveva essere anche un Comune. Nell’inserto del precedente numero di 4 Ciacole dal titolo “Stampa del Commun di Conco” ho illustrato gli avvenimenti che si sono succeduti nel nostro territorio ed ho posto in evidenza il fatto che il 20 novembre 1681 si era addivenuti alla separazione di Conco e Gomarollo da Crosara, Valle S. Floriano e Vallonata che, all’epoca erano riuniti nel Comune di Roveredo Alto. Di qui la mia convinzione che la nascita del Comune dovesse portare quantomeno quella data. Anzi per la curiosità dei lettori riporto qui il testo integrale di quel documento 1681. 20. Novembre. C ol riflesso al male, che partoriscono li dissidi, che fra Sudditi vanno serpendo, si rendessimo Noi Benetto Capello per la Serenissima Republica di Venezia &c. Capitanio di Vicenza, e suo Distretto grandemente anzioso, e sollecito di sedare li disordini, che fra quei di Conco, e la Crosara si nodrivano. Contribuita perciò da Noi una fissa applicazione a questo interesse, abbiamo voluto per troncar le occasioni alli futuri Litiggj con reciproca soddisfazione dell’una, e dell’altra parte decretare l’infrascritta composizione, e nell’istesso tempo reconciliare l’animo di quei Popoli al Prencipe Seren. tanto cari. Per levar dunque le occasioni, e nuove vessazioni, diciamo, e decretiamo in primo luogo. Che il Comune di Conco, e Gomarolo, e sue Contrade da una siano, e s’intendano divise affatto dal Comune di Crosara, Val di San Florian, e Valonara dall’altra, cosicché de cætero, come Comuni separati debbano a loro benefizio regolarsi con li patti & Accordi infrascritti. Li Spiaggi, che pendono verso la Crosara (salve sempre le Parti del Prencipe Seren. dipendenti in questo proposito) siano, e restino in avvenire a solo uso, e benefizio di quelli della Crosara, con risserva però, che le case della Tortima, & altre ivi prossime, per solo domestico uso, e con loro proprj Animali possano con quelli della Crosara aver l’uso del pascolare. Che tutti gli altri Beni, e Boschi nella parte superiore (salve le Parti, ut supra) siano, e rimaner debbano in avvenire a solo uso, e benefizio di quei di Conco, e sue Contrade per qualunque loro bisogno con i patti, e condizioni infrascritte. Primo. Resta risservato a quelli della Crosara l’uso domestico delle Legna in detti Boschi, così che sempre anco in avenire possino avere l’intiero loro bisogno per l’uso domestico, e non per Mercanzia. Secondo. Le contrade di Speron, & Erta, come prossime ai detti Boschi, non solo doveranno aver l’uso domestico, come sopra, ma anco facoltà di far Mercanzia de’ Fassetti. Terzo. Doverà Conco corrispondere annualmente per causa di detti Beni, e Boschi a quelli della Crosara, e sue Contrade Ducati ventiotto. Quarto. Per l’imposizion de’ Dazj soliti pagarsi in Camera Ducale, Conco doverà in avvenire corrispondere Ducati quarantacinque all’Anno, & il resto doverà corrisponder quello della Crosara. Quinto. Che per l’ultima Imposizion, e Pestrin, Conco sia tenuto pagar ogni Anno Ducati diciotto in Camera Fiscale, & il di più supplire debbano quelli della Crosara. Omissis. Ottavo. Doveranno esser riconosciuti, e liquidati li sopraccennati Confini delle Spiagi, e posti li Termini, ove ricercasse il bisogno, deputando a questo effetto la virtù del Sign Colonnello Co: Gio: Paolo Barbieri, della prudenza, e desterità del quale speriamo esiger frutti consimili. Omissis. Nascendo poi controversia sopra li presenti Capitoli, risserviamo a Noi e Successori nostri, in qualunque tempo, servatis servandis, decider ciò, che apportasse le emergenze. Vicenza 20. Novembre 1681. Benetto Capello Cap. Gio: Ternignatti Canc. Io Gio: Maria Ghirardi come Interveniente di Conco laudo quanto di sopra. Io Pietro dal Cortivo Sindico del Comun di Conco laudo quanto di sopra. Io Bortolo Volpato Sindico di Crosara laudo quanto di sopra. Io Andrea Rubi come Interv. di Crosara. 1681. 9. Decembre U miliandomi alle Commissioni riverite dell’Illustr., & Eccell. Sier Benedetto Capello Capitanio Degnissimo di Vicenza, mi son portato Lunedì otto corrente alla Tortima Comunità di Conco, per riconoscere, e liquidare li Confini, e poner li Termini in quanto occorresse alli Spiagi, che pendono verso la Crosara, esecutivamente al componimento seguito tra detto Comune della Crosara da una, col Commune di Conco dall’altra. La Contrà, e Case di Conco poste in vicinanza di detti Spiagi possano anco in avvenire continuare l’uso del Pascolo promiscuamente con quelli della Crosara in detti Spiagi. Li Beni, che al tempo presente fanno coll’Estimo, così di Conco, come della Crosara debbano sempre permanere, e continuare coll’istesso Estimo. Alle Fontanelle in Casa di s. Bastian Rudighiero li 9. Dicembre 1681. Gio: Domenico Barbieri Deputato da S.E. a tal fonzione. Io Gio: Maria de Ghirardi laudo quanto di sopra come Interv. del Comun di Conco. Io Pietro dal Cortivo Sindico del Comun di Conco laudo quanto di sopra. Io Bastian Rudighiero uno de’ Giudici di Conco laudo quanto di sopra. “4 Ciacole” - pag. 3 Io Bortolo Volpato Sindico della Crosara laudo quanto di sopra. Io Domenico Volpato Giudice della Crosara laudo quanto di sopra. distanza di oltre tre secoli non era riuscito a ricopiare dalla pergamena originale Aloysius Contareno Dei Gratia Dux Venetiarum; Nob., et Sap. Viro Benedicto Capello de suo Mandato Capit. V. Potest. Fideli dilecto salutem, et dilectionis affectum. A N iente dissimile dall’aspettazione è riuscito il frutto delle diligenze, con zelo e prudenza da Voi impiegate per sedare, e riconciliare gli animi di Crosara, e di Conco colà nei Sette Comuni, e quanto più inviluppata, e difficile è stata la materia, tanto più spicca il merito della vostra savia prudentissima direzione, che con destrezza comendabile ha saputo venire a capo d’un negozio, ch’era veramente importante, e di somma premura, sprezzando gl’incomodi, e patimenti, per eseguire perfettamente le Pubbliche Commissioni. Vi esprimiamo però…[manca il seguito del testo] Sennonché la recente pubblicazione di un interessantissimo libro sui Privilegi della Reggenza scritto da Stoppato Badoer (e del quale rinvio alla recensione) mi ha indotto a prendere visione di una Ducale del Doge Agostino Barbarigo (1486 1501), datata 14 dicembre 1487, contenuta in un libro custodito nella Biblioteca Marciana di Venezia e dal titolo PRIVILEGI ORIGINARJ DUCALI, DECRETI, TERMINAZIONI E GIUDIZI ESECUTIVI DELLI SETTE COMUNI E CONTRADE = a cura del Notaio asiaghese Domenico Rigoni, Venezia, presso la stamperia Andreoli, 1803 Un salto indietro negli anni: il 20 febbraio 1405 la Reggenza dei Sette Comuni aveva fatto atto di spontanea dedizione alla Serenissima Repubblica di Venezia ottenendone in cambio la conferma e l’ampliamento dei Privilegi che già godeva prima sotto il dominio degli Scaligeri di Verona quindi dei Visconti di Milano. Come ho già raccontato, il 13 aprile 1487 era scoppiata la guerra, detta Retico-Austriaca, fra la Repubblica di Venezia e Sigismondo Arciduca d’Austria e nel mese di luglio un’improvvisa scorreria di truppe tedesche salite da Caldonazzo colse di sorpresa gli abitanti dei 7 Comuni che tentarono di resistere provocando la violenta reazione degli occupanti. Asiago, Canove e Roana vennero date alle fiamme, quindi gli invasori tentarono di proseguire la marcia verso sud ma trovarono un’inaspettata resistenza da parte degli abitanti di Conco e Gomarolo e ciò (unitamente ad altri fattori) li convinse a sgomberare l’Altopiano. La guerra si concluse il 13 novembre ed un mese dopo ambasciatori della Reggenza presentarono al Doge una petizione in otto punti, uno dei quali, il settimo, riguardava specificatamente Conco e Gomarolo. (Una piccola interessante parentesi per far meglio comprendere il contenuto di alcuni punti di questa petizione. In data 6 Aprile 1487, quindi poco prima dell’inizio delle ostilità, era stata pubblicata una Ducale a favore dei Sette Comuni per annullare una sentenza del Capitanio di Marostica che li aveva assoggettati a contribuire alle spese per lo scavo dei fossati contornanti quella fortezza.) Ma ecco il testo tradotto, della Ducale che (con gli otto articoli di cui ho detto) è la terza conferma delle esenzioni e privilegi dei Sette Comuni. In due punti (indicati tra parentesi) mancano alcune parole, che evidentemente il notaio Rigoni, a --gostino Barbarigo per Grazia di Dio Doge dei Veneti ecc. ai Nobili, & Saggi Signori Vincenzo Catena, per suo Mandato Podestà, a Marco Bragadino Capitanio di Vicenza, ed ai suoi Fedeli diletti Sottoposti, il saluto & l’espressione della stima. 1487. 14. Decembre & V ennero alla nostra presenza i Rappresentanti dei Nostri Fedeli Sudditi dei Sette Comuni delle suddette Montagne e presentarono i sottoscritti Capitoli a ciascuno dei quali rispondiamo insieme al nostro Collegio come sotto annotato. In primo luogo chiesero, ed agli stessi nostri fedeli concediamo, alcune agevolazioni e disposizioni per il pagamento dei loro debiti a seguito dei danni che subirono nella guerra recentemente conclusa. (…) vogliamo che i nostri Rettori di Vicenza persuadano, con le parole più efficaci, i creditori degli stessi Fedeli a concedere il maggior tempo possibile per il pagamento. Secondo – Che siano confermati e rispettati tutti i loro privilegi e le antiche usanze. A ciò rispondiamo che sia come chiedono. Terzo – Che possano portare sulle stesse montagne ogni tipo di biade e di alimenti per loro uso attraverso i nostri territori ossia Vicentino, Veronese, Bassanese e Padovano, senza alcun ostacolo od obbligo di documento. Quarto – Che durante il viaggio possano portare armi per la difesa personale senza ostacoli da parte di Commilitoni od Ufficiali. (*) (…) esclusi tuttavia gli archibugi e le armi proibite in tutto il territorio. Quinto – Che non siano obbligati ad assolvere ad alcun altro impegno che abbiano assunto durante la recente guerra sui Monti della Città di Vicenza, che furono allora occupati dai nostri nemici e (…) riconquistati con il proprio sangue dei Sette Comuni – A ciò rispondiamo che se le cose stanno come dicono, noi siamo contenti che sia come chiedono. Sesto – Che concediamo loro di poter far valere il diritto su tutti i loro territori di confine non ostante alcune sospensioni temporanee, atteso che alcuni di tali territori furono loro ingiustamente usurpati. A ciò rispondiamo che, poiché su tale argomento possono tentare di deliberare sul come si sia verificata una qualche limitazione, prima che tutto venga definito e dopo esserci adeguatamente informati delibereremo secondo giustizia ed equità e secondo quanto esige il merito degli stessi nostri Fedeli. (*) Il Podestà (un nobile veneziano, supremo magistrato di un territorio detta Podestaria) “portava con sé un Cancelliere, con funzioni di notaio, ed un Commilitone o cavaliere, preposto agli Ufficiali del Comune, al quale spettava di sovrintendere l’ordine pubblico” [G.A. Muraro – Il Palazzo del Doglione nella storia di Marostica – Banca Popolare di Marostica, 1995] “4 Ciacole” - pag. 4 Settimo – Poiché gli uomini di Conco e Gomarollo durante tutto il tempo della predetta guerra furono uniti con gli stessi Sette Comuni ed alla pari con loro affrontarono i medesimi pericoli, che non debbano esser costretti ad esser soggetti alle angarie(**) con gli altri sottoposti alla Podesteria di Marostica, e in primo luogo che siano loro restituiti i pegni e quant’altro ricevuto da quelli di Marostica, e poiché gli stessi di Conco e Gomarollo sono sempre stati esentati insieme agli stessi Sette Comuni dalla tassa sul Sale e dai Dazi, supplicarono che vogliamo concedere che facciano in tutto e per tutto come gli stessi Sette Comuni anche in occasione delle angarie. A ciò rispondiamo che se le attività belliche dei detti uomini della Contrada di Conco e Gomarollo furono attuate assieme ai detti Sette Comuni, non ci sembra onesto, né lo vogliamo, che siano costretti da parte di quelli di Marostica per quel particolare periodo di tempo per non esser doppiamente aggravati, anzi [vogliamo] che siano loro restituiti i denari ed i pegni ricevuti in quell’occasione, e per quanto riguarda le future angarie, assunte adeguate informazioni decideremo ciò che ci apparirà giusto. colare: la chiesa, ed in seguito la vastissima Parrocchia, di Santa Caterina, all’epoca legata alla Chiesa di S. Maria Assunta di Marostica, portava il nome di Santa Cattarina de Gomarollo. Questo particolare fa supporre che, in tempi precedenti a quelli qui presi in considerazione, la “Villa” di Gomarollo avesse una relativa maggior importanza di quella di Conco, sia pure solamente dal punto di vista religioso. Infatti a Gomarolo sulla facciata della casa Poli, nell’omonima contrada, spicca una bifora gotica, in uno stile cioè nettamente anteriore a quello di qualsiasi altro edificio del comune (la data più antica che ho trovata scolpita sull’architrave di una porta in Contrada Ciscati è del 1565). Non solo, più di quarant’anni or sono (ero da poco arrivato a Conco e della bifora era visibile solamente il simbolo di S. Bernardino da Siena) mi raccontarono che la tradizione voleva che quell’edificio fosse stato sede di un convento. A parte tutte queste considerazioni, in conclusione, pur non avendo ancora una data sicura, avanzo l’ipotesi che già, nel 1487 questo territorio costituisse un’unità amministrativa. Intanto continuo a cercare sempre sperando che sia valido il vecchio proverbio che recita “Chi cerca trova”. Chissà… Ottavo – Considerato che i Consoli di Vicenza ricevettero da loro pegni per quattordici Ducati in occasione dell’uccisione di un tale degli stessi Sette Comuni, che ribelle al nostro Dominio avrebbe lasciato entrare i nemici sulle dette montagne, e nondimeno gli stessi nemici vennero annientati, che gli stessi [Consoli] vogliano provvedere alla restituzione di queste loro indennità e pegni. A quest’ultima richiesta rispondiamo che non sembra né giusto né conveniente che ciò che è da lodare e premiare si tramuti per loro in danno e nocumento, e pertanto sia come chiedono. CROSARA RICORDA I 600 ANNI DELLA DEDIZIONE A VENEZIA Dato nel nostro Palazzo Ducale il giorno 14 Dicembre. Sesta Indizione, 1487 Che cosa possiamo dunque ricavare dalle parole contenute in questa Ducale, tenuto conto che tutti i Colonnelli di Roveredo alto facevano parte della Reggenza? Innanzitutto ho voluto apposta richiamare la Ducale del 6 Aprile per porre in evidenza come, ove possibile, quelli di Marostica, che mal sopportavano il fatto che gente abitante quasi sotto le loro mura potesse avere un trattamento fiscale diverso e più favorevole, in primis di non pagare proprio a loro i dazi e le altre gabelle, approfittassero di ogni occasione per “dimenticarsi” di questi privilegi. Non per niente i Sette Comuni avevano protestato per una contribuzione alle spese per lo scavo dei fossati, cioè per un lavoro fatto fuori dai confini della Reggenza. Inoltre mi sembra di capire che le “contrade annesse” non avessero proprio “tutti” i privilegi dei Sette Comuni. Non per niente, appellandosi al contributo di sangue durante gli eventi bellici, con la petizione e conseguente ducale del 14 dicembre 1487 viene richiesto un trattamento particolare per “quella” particolare Contrada con i due colonnelli di Conco e Gomarollo, per far scomparire anche l’obbligo dei lavori personali gratuiti (le “angarie”, appunto). Con l’occasione va preso in considerazione un altro parti(**) Con il termine “angaria” nel Medio Evo si intendeva una prestazione personale gratuita imposta al suddito dallo stato e specialmente dal signore feudale. Luciano Cremonini M artedì 21 giugno, all’Ecomuseo della paglia di Crosara si è tenuto un interessante incontro previsto nell’ambito delle manifestazioni che Marostica ha organizzato per commemorare i 600 anni del patto di dedizione alla Serenissima Repubblica di Venezia. Alla serata doveva partecipare quale relatore il Prof. Sergio Bonato, presidente dell’Istituto di cultura Cimbra di Roana, che però, all’ultimo momento si è fatto sostituire da un altro Membro dello stesso Istituto, il prof. Pesavento. L’interessante relazione tenuta dal Prof. Pesavento ha accompagnato i presenti lungo un tratto di storia locale di quasi mille anni, con particolare approfondimento dei fatti salienti del periodo 1300-1700 interessato dal dominio della Serenissima. Un secondo importante incontro è previsto per sabato 13 agosto quando a parlare di “Pietre nelle tradizioni popolari” sarà Giancarlo Bortoli, presidente della Comunità Montana, nonché appassionato e preparato studioso di storia locale. A margine dell’incontro dobbiamo riferire che gli amici di Crosara, sempre molto attenti agli aspetti storici e culturali del loro paese, hanno recentemente pubblicato un libro dal titolo “Ecomuseo della Paglia nella tradizione contadina” curato da Emilia Bertacco e Maria Angela Cuman, libro che è una fonte importante di notizie non solo sulla lavorazione della paglia, ma anche sulla vita “de sti ani” di Crosara. Si ricordano, ad esempio, le figure più significative del paese, la tradizione contadina e i vecchi mestieri. Tra queste figure, ci è parso simpatico annoverare “el scarparo” Girardi Carlo Tonai di Conco. A proposito della strada del Sejo di cui parliamo in altra parte del giornale, scoperto recentemente che trattasi con ogni probabilità di una strada armentaria romana, gli amici di Crosara, per bocca del loro Presidente Luigi Chiminello, hanno lanciato la proposta di incontrarsi con i responsabili del Comitato Relazioni Pubbliche di Gomarolo per vedere se è possibile organizzare una manifestazione che ricordi a tutti l’importanza della strada. Dalle pagine del nostro giornale, rilanciamo perciò il messaggio nella speranza che venga accolto nel segno dell’amicizia, della storia e della cultura locali che sono aspetti importantissimi della vita delle nostre comunità Bruno Pezzin “4 Ciacole” - pag. 5 ERRATA CORRIGE (per essere benevoli) S i, “per essere benevoli”. Perché mi devo scusare in particolare con quei lettori che sino ad ora hanno apprezzato i miei “inserti” dedicati a Conco. Perché l’errore questa volta non è stato “di stampa” ma “d’autore”. Mi riferisco all’ultimo inserto dal titolo “STAMPA DEL COMMUN DI CONCO” nel quale, a pagina 6, quando cito la data della dedizione della Reggenza alla Serenissima (e cioè il 20 febbraio 1405), tra parentesi ho scritto “due mesi dopo fu la volta della città di Vicenza”. Difatti la “dedizione” di Vicenza era avvenuta non “dopo” ma dieci mesi “prima”: quindi avrei dovuto scrivere “il 28 aprile 1404 era stata la volta della città di Vicenza”. Colpa dell’errore è stata la mia fiducia cieca (cosa che solitamente non è di mia abitudine) negli antichi Autori tra i quali il grande Modesto Bonato, i quali infatti, forse per eccesso di “patriottismo”, hanno equivocato sulle date. A chiarirmi le idee è stato il libro che ha visto la luce quasi contemporaneamente alla pubblicazione di 4 Ciacole (e di cui si può leggere in questo numero la recensione) opera di Roberto Stoppato Badoer dal titolo “Autonomia e Privilegi della Spettabile Reggenza dei Sette Comuni nella Veneta Serenissima Repubblica”. In esso l’Autore spiega dettagliatamente la diversità tra il calendario della Serenissima ed il nostro attuale calendario. All’epoca, le varie Cancellerie adottavano uno “stile” particolare per quanto riguardava il calendario. Così secondo lo “stile” Bizantino, in uso in quella Corte, l’anno iniziava il 1 Settembre e terminava il 31 Agosto successivo; altrove era in uso lo “stile” della Natività (dal 25 Dicembre al 24 Dicembre successivo) oppure quello della Circoncisione (dal 1 Gennaio al 31 Dicembre) che è quello attualmente in uso nel mondo occidentale. Lo stile Veneto, in uso nella Serenissima, faceva iniziare l’anno il 1 Marzo e finire il successivo 28 (o 29) Febbraio. Ecco perché quelle date oggi vengono indicate con la nota m.v. vale a dire more veneto (cioè secondo il calendario della Serenissima, che restò in uso sino ai primi decenni del ‘700). Naturalmente, nessuna differenza per quanto riguardava i mesi, i giorni e le ricorrenze religiose. Il che vuol dire che la data del 28 aprile 1404 del calendario Veneto corrisponde a quella del calendario attuale mentre quella del 20 Febbraio 1404 more veneto corrisponde al 20 Febbraio 1405 del nostro calendario. Chiaro? In conclusione le date delle “dedizioni” a Venezia, rivedute e corrette sono: nel 1404, 28/4 Vicenza; 7/5 Cologna Veneta; 18/5 Belluno; 10/6 Bassano; 15/6 Feltre e, nel 1405, 20/2 la Reggenza dei Sette Comuni; 23/6 Verona e, dopo un assedio, 22/11 Padova. QUEL 2 MAGGIO DEL ’44 PARTÌ UNA LETTERA Conco 2.5.44 Mariano mio Caro Proprio oggi ricevetti questa lettera contenta che di salute ti trovi bene così pure e di me e la cara bambina. Mariano proprio il giorno 25 Aprile ricevetti due modoli io il giorno 29 Aprile ti ò fatto un pacco e poi il giorno 19 Aprile te ne ò fatto un altro paco, ma però cuello era un pacco che si potteva spedire senza modolo parti proprio con un vagone da Bassano più di 400 pacchi duncue cuello spero che ti abbia a raggiungere presto. Mariano il primo pacco non ò potuto a metterti tabacco perché non si potteva, ma poi nel secondo pacco mi anno concesso. Noi non possia mo più scrivere cartoline come scrivevimo noi possiamo scrivere solo quelle corrispondenze che mi mandi tu. Immagina mia Caro quanto ti penso tutti i momenti mi sei presente ...sa alle tue condizioni preso (prego) sempre al buon Dio per te che ti aiuta al cammino della tua vita la nostra cara bambina cresce assai bene almeno che potessi a mandarti la fottografia ti saluto e ti mando mille e più mille baci alla tua adorata bocca, tua Rina Prima che ti arriva il pacco mandami modoli I l testo sopra riportato è scritto in una “lettera di risposta” indirizzata al “prigioniero di guerra Colpo Mariano, numero di prigioniero 9818 al campo M. Stammlager VI G di Bonn a. Rhein – Germania”. La lettera porta il timbro di partenza dall’Ufficio Postale di Conco del 2.5.44 ed è stata scritta da Colpo Poli Rina (la Rina dei Colpi) al marito che era, per l’appunto, prigioniero in Germania. Le poste l’hanno consegnata al mittente (cioè alla Rina) nell’agosto del 2004 e quindi più di 60 anni dopo la partenza. La lettera porta anche un timbro tedesco e quindi fino in Germania è arrivata. Cos’è successo poi? Non sappiamo se il Mariano l’abbia ricevuta. Vogliamo pensare che qualcuno l’abbia rinvenuta in qualche archivio e, invece di buttarla nel cestino, abbia provveduto ad inviarla al mittente. E così la Rina, quando l’ha ricevuta, ha ripercorso quegli anni, quei pensieri, quella lontananza forzata, le emozioni, la paura, la speranza. Oggi quella lettera è diventata il ricordo più importante di tutta una vita, un cimelio da conservare gelosamente. E la notizia può ben finire sui giornali. Mariano e Rina Colpo “4 Ciacole” - pag. 6 Il Consiglio Comunale ha approvato il 25 febbraio scorso il progetto per la realizzazione di una nuova palestra a servizio delle scuole medie. Nell’edificio, al piano seminterrato, troverà posto anche una autorimessa ed un magazzino per il Comune e la Protezione Civile di complessivi 850 metri quadrati. Dal progetto risulta evidente come l’area occupata dal nuovo complesso sportivo andrà a coprire uno spazio maggiore dell’attuale scuola media. Come si può vedere dal disegno che pubblichiamo, i due edifici saranno collegati da un “corpo” che servirà, oltre che da ingresso alla palestra anche da biglietteria e bar. Per accedere alla nuova struttura è prevista la costruzione di una strada che partendo da Via Reggenza 7 Comuni, scende lungo la stradina che porta a Contrà Ronchi per poi svoltare a sinistra e dirigersi, con un paio di curve ad “S”, verso la palestra. Sul lato nordovest verrà realizzato anche un parcheggio. La spesa complessiva preventivata è di € 1.300.000 circa ed è previsto l’esproprio di terreni appartenenti ad una decina di privati. Molto critica la minoranza consiliare che vede stravolto l’originario progetto di costruzione della palestra come naturale proseguimento dell’attuale edificio delle scuole. Il Sindaco, nel presentare il progetto ai cittadini, ha riferito di una miriade di norme da rispettare, e di un edificio che sarà costruito con i criteri antisismici previsti per le nostre zone. Il magazzino sarà alto 4 metri, mentre la palestra dovrà essere di almeno 7 metri (il progetto ne prevede 7,1). Il pavimento sarà in PVC e vi saranno disegnati tre campi: uno di minibasket, uno di pallavolo ed uno di calcio a 5 (calcetto). Vi saranno spogliatoi, servizi igienici, biglietteria, bar ed ingressi separati per il pubblico e gli atleti, come previsto dalla normativa del CONI. Vengono rispettate anche tutte le norme concernenti l’uso della struttura da parte dei disabili, siano essi spettatori che atleti e vi sarà la possibilità di ospitare sino a 171 spettatori. Il tetto verrà eseguito in legno lamellare, il riscaldamento sarà ad aria e per l’illuminazione è prevista l’installazione di una ventina di fari a soffitto. Il Sindaco ha promesso che la struttura sarà di libero accesso anche a tutte quelle manifestazioni che si dovessero organizzare in paese quali incontri, riunioni di gruppi, mostre, ecc ed avrà quindi la funzione di “sala polivalente”. anno, per riscaldare le nostre case, abbandoneremo tutti gas e gasolio e torneremo alla vecchia, cara legna di “fagaro”? Lavori Pubblici A d un anno dalle elezioni, i nuovi amministratori si sono presentati ai cittadini per informarli sui progetti in corso ed un incontro è stato organizzato a Tortima nell’edificio che ospita il Centro ricreativo degli anziani. Alla presenza di una quarantina di persone e tra loro, ovviamente alcuni amministratori, il Sindaco, assistito da un tecnico comunale che proiettava sullo schermo apposite diapositive, ha illustrato i tre principali progetti in fase di realizzazione: la piazza di Conco, la palestra e l’ecocentro di S. Caterina. LA PIAZZA Bella e funzionale – ha detto il Sindaco – sarà come un piccolo anfiteatro. Si tratta di un progetto predisposto dalla precedente amministrazione che se lo è visto contestare anche pesantemente da alcuni cittadini per il fatto che non prevedeva il parcheggio di auto. Ora è divenuto il frutto di un compromesso tra coloro che la volevano comunque adibita a parcheggio e coloro che la volevano “piazza-salotto”. Potrà ospitare 12 auto con disco orario. In caso di particolari avvenimenti quali feste, matrimoni, funerali, ecc. potrà anche riempirsi del tutto. E’ previsto l’uso del por- BIOMASSA L a chiamano “biomassa” e sembra essere divenuta la panacea per il risparmio energetico e per la soluzione dei problemi legati all’inquinamento atmosferico. A Conco, un impianto di biomassa è stato costruito dall’Amministrazione Comunale con l’intento di riscaldare i locali delle Scuole medie e del Municipio. E’ entrato in funzione, per la prima volta, martedì 21 dicembre 2004, ma dopo qualche giorno si son dovuti fermare i macchinari perché il “cippato” (cioè i trucioli di legno che servono da combusti- fido, ma il Sindaco ha parlato anche di smolleri, binderi (che poi il tecnico ha spiegato cosa sono) ed acciottolato, di lastre di marmo per i marciapiedi e di un “muretto-panca” davanti alla chiesa. Ci saranno gradini nella parte alta ed un gradino dividerà anche la strada provinciale e la piazza, salvo nella parte dov’è previsto l’ingresso per le auto. Il disegno sarà a semicerchi concentrici, verrà tolta l’attuale illuminazione che sarà sostituita con una che prevede punti luce a terra. L’acqua si infilerà su apposite strette fessure e quindi non ci saranno tombini, se non uno vicino al pozzo che però verrà realizzato solo per poter istallare l’albero di natale e non per lo scolo delle acque. I lavori prevedono anche un marciapiede che sale sino alla bottega di Paola Girardi, e la sistemazione della piazzetta davanti ai negozi di Maria Luisa Passuello. A valle, verrà invece sistemato l’ingresso all’asilo che verrà completamente rivisto. Anche davanti alla gradinata del monumento verrà realizzato un tratto di marciapiede. Verranno poi tagliate le due attuali piante e spostate più in altro le bombe con le catene. Il costo complessivo preventivato sfiora i 500 milioni di euro ed è interamente finanbile) non era sufficientemente asciutto e la combustione non risultava ottimale. Dopo qualche mese l’impianto è entrato nuovamente in funzione ed ora sembra che i problemi della prima ora siano superati. Si fa un gran parlare del risparmio legato alle fonti rinnovabili di energia (leggi boschi), ma a quanto ci è dato sapere, i nostri vecchi conoscevano la materia da secoli, tant’è che esistono i diritti di uso civico, il più conosciuto dei quali è proprio il “legnatico” e cioè il diritto ad usufruire di una certa quantità annua di legna da riscaldamento per ogni famiglia del paese. Vuoi vedere che tra qualche ziato con contributi della Comunità Europea. LA PALESTRA ENTE VICENTINI NEL MONDO L ’Ente Vicentini nel Mondo festeggia a luglio il suo 50° anno di fondazione. Con una serie di manifestazioni davvero imponenti guidate dal Presidente Giuseppe Sbalchiero, Vicenza diventa per ben 5 giorni consecutivi la capitale del mondo dei migranti. Saranno presenti le Associazioni Venete per l’Emigrazione, i rappresentanti dei Circoli dei Vicentini nel Mondo e molti emigranti. Sono previste conferenze, visite guidate al territorio della provincia, spettacoli e colazioni di lavoro. Le manifestazioni si chiuderanno domenica 31 luglio a Lusiana con la S. Messa nella Chiesetta dell’Emigrante a Velo e la consegna della Targa d’Oro. “4 Ciacole” - pag. 7 SCUOLA MEDIA NUOVA PALESTRA La Piazza San Marco si rifà il lifting Più d’uno a chiedersi come mai si iniziava a lavorare in piena estate e cioè in piena stagione turistica. Il Sindaco, che evidentemente conosce bene i suoi concittadini, aveva però contemporaneamente fatto affiggere dei manifestini nei quali spiegava che se non si iniziavano più che in fretta i lavori, si rischiava di perdere il contributo concesso dalla Comunità Europea. (Per dirla col proverbio: o magnare sta minestra o saltare sta finestra). I lavori dovrebbero terminare il 12 dicembre. L a Piazza San Marco a Conco sarà il salotto dei Conchesi. Ci viene in mente quella omonima di Venezia anche se il paragone, ovviamente, non regge. Lì, infatti si parcheggiano gondole, qui – al massimo - una dozzina di automobili. Per i nostalgici del passato, pubblichiamo la foto della Piazza così come si presentava il mattino del 21 luglio scorso. Il giorno prima erano stati posti su dei cavalletti un paio di avvisi che informavano che sarebbero subito iniziati i lavori di sistemazione. “4 Ciacole” - pag. 8 ULMO BURUL: UN MEDICO DI GRANDE UMANITÀ Q ualche mese fa apparve sul Giornale di Vicenza una pagina intera ove un esule istriano del primo dopoguerra descriveva la sua triste vicenda personale vissuta al tempo della guerra e dell’espatrio forzato dalle terre natìe, ma anche del successivo periodo considerato fortunato in cui ha esercitato la professione di medico condotto in vari Comuni del Vicentino compreso anche il Comune di Conco. La persona che raccontava tutto ciò è il dott. Ulmo Burul noto a molti abitanti di Conco, in quanto ha svolto la professione di medico condotto nel nostro Comune nei primi anni cinquanta. L’ho contattato telefonicamente per compiacermi di tale articolo ricordando i tempi passati a Conco ove ha riscosso stima e simpatia. L’ho invitato a scrivere qualche appunto per il giornale Quatro Ciacole, cosa che ha fatto ben volentieri. Il suo “ricordo” è pubblicato qui di seguito. Alferio Crestani Longare 30/5/2005 Caro Alferio, eccomi per il Tuo desiderio di sapere del mio quinquennale soggiorno a Conco, come l’ho vissuto e quale posto occupa nel mio animo. Nei cinque anni trascorsi in condotta a Rotzo, l’Ostetrica comunale Sig.ra Vereconda, moglie di Pezzin Bepi, mi parlava sempre di Conco, fortemente nostalgica: spesso pensavo che sarebbe stato bello arrivarci! Da Rotzo andai a Poiana Maggiore, basso Vicentino. Ritrovo il povero collega Dott. Schenardi che da Lusiana era andato a Campiglia dei Berici: eravamo vicini. Senti un po’! Schenardi viene a trovarmi per dirmi che, se mi interessava, la condotta di Conco si rendeva libera, e se lo volevo, suo cognato, il Dott. D’Alessandro, che era stato Segretario Comunale a Conco, mi avrebbe volentieri accompagnato a presentarmi al Sig. Predebon, Sindaco. Andammo così la domenica mattina… e tutto andò bene. Ecco come sono arrivato tra Voi: non è solamente “per caso”, è molto di più, non Ti pare? Come mi sono trovato a Conco? Benissimo, gente seria, rispettosa, educata, Autorità Comunali signorili, dal Sig. Predebon a tuo padre, Sig. Crestani, che vedevo ogni giorno fermandomi al suo Albergo per raccogliere eventuali telefonate, per fare magari “due ciacole” avendo con Lui più confidenza, al carissimo collega Marco Poli. E l’ambiente naturale? La pianura vista da Tortima quando tutto è sotto un manto bianco di nebbia, ma noi col sole. Oppure Rubbio e le sue Contrade di cui ho memoria di un inverno con la neve: sono andato a piedi fino al “ponte radio” e ai “Casoni Alti”, con un vento gelido dalla Valsugana, e non ricordo se ho poi dormito! Fontanelle e Conco con le loro contrade, la “Bocchetta” e poi a destra per Rubbietto e Rubbio! Ho avuto una “buona sorte”, e adesso che sono proprio vecchio (di età), la mente torna indietro e giudico, passando in rassegna le vicende della vita. Sono stato fortunato. Conco rimane nel mio cuore come un prezioso dono della Provvidenza! Un caro affettuoso saluto a te, alle tue sorelle che ricordo benissimo, a chi mi ricorda (ci sarà qualcuno?). Ogni bene Ulmo Burul Miriam Pozza soldato Dal 1° luglio 2005, abolita la leva obbligatoria, molti maschi non faranno più la naja. Ecco allora farsi avanti le ragazze che possono essere arruolate come volontarie. I l 9 Aprile 2005 ad Ascoli Piceno presso il campo sportivo “F. Squarcia” si è tenuto un Giuramento di Fedeltà alla Repubblica davvero speciale. Di buon mattino i nostri compaesani Pozza Demetrio, Colpo Cinzia di Santa Caterina, con la figlia Francesca e alcuni famigliari al seguito sono giunti nella cittadina marchigiana per presenziare a una cerimonia militare del tutto singolare per come siamo abituati a immaginarla. A rendere unico l’evento è stato il coro di voci femminili che a metà mattinata si è alzato alto in cielo gridando “lo giuro”. Tra le 350 protago- Miriam Pozza in divisa. niste convinte, schierate sull’attenti, c’era la nostra Miriam Pozza,la prima ragazza dei nostri monti ad aver scelto di servire la patria. Miriam, classe 85 è stata accolta il 28 febbraio 2005 nelle Forze Armate, alla Caserma “Emidio Clementi” di Ascoli Piceno dopo un concorso molto selettivo che ne ha dimostrato la determinazione e la convinzione delle scelte maturate. Ora si trova occupata a Firenze presso la caserma Perotti è stata promossa caporale e svolge il ruolo di autista. Come è noto da quest’anno l’arruolamento avviene solo su basi volontarie e le Forze Armate sono composte, per quanto ottiene i militari di Truppa, da volontari in ferma annuale. Al termine di questo periodo quindi, Miriam potrà scegliere se rimanere in servizio per un altro anno o partecipare a una nuova selezione per prolungare la ferma di altri 4 anni al termine dei quali potrebbe diventare un soldato professionista in servizio permanente. Per Miriam questa esperienza lavorativa e solo il primo gradino della professione militare che potrebbe costituire un trampolino di lancio per accedere a ruoli superiori. Oltre che singolare la scelta della nostra Miriam è davvero lodevole poiché ha scelto di vivere in una realtà dove regna lo spirito di servizio, il senso della disciplina e della responsabilità. Il motto del 235°Reggimento “Piceno” al quale il soldato Miriam appartiene è “SEMPRE NELLA VITTORIA”. Vuol essere quest’ultimo anche il nostro augurio. Siamo certi che le scelte di vivere ogni sua giornata al servizio del nostro Paese, scelta coraggiose a determinata, non può che risultare vincente. Congratulazioni vivissime. Federica e Samuele “4 Ciacole” - pag. 9 Gruppo Alpini di Conco FONTANELLE: GRUPPI CHE SI RINNOVANO A bbiamo ricevuto, e ben volentieri pubblichiamo, queste notizie relative alla vita dei Gruppi di volontariato che operano a Fontanelle. Con un certo “humour” – che non fa mai male e che ci auguriamo sia alla base di nuova vitalità - l’hanno titolato: “ECO CHI CHE TIRA EL CARETO” Tra Gennaio e Febbraio 2005 si sono rinnovati i consigli di tre importanti gruppi che danno un tocco di vitalità alla nostra comunità di Fontanelle. Ecco di seguito le varie nomine: GRUPPO ALPINI DI FONTANELLE: CAPOGRUPPO MIGLIORETTO NICO VICE CAPOGRUPPO MARCHIORI FAUSTO TESORIERE-CASSIERE RODIGHIERO PIO SEGRETARIO PIZZATO ROLANDO REVISORI DEI CONTI BERTACCO LIVIO POLI ERNESTO CONSIGLIERI BUSATTA FIORINDO CRESTANI BATTISTA DINALE ALBERTO MIGLIORETTO GRAZIANO PREDEBON CLAUDIO ZANELLA ALFREDO ASSOCIAZIONE “AMICI DI FONTANELLE”: Nuovo consiglio 16.02.2005 PRESIDENTE CISCATO DEVIS VICE PRESIDENTE BERTACCO GIORGIO SEGRETARIE BATTAGLIN SARA CISCATO DANIELA CONSIGLIERI CISCATO MORGAN CRESTANI ANDREA CRESTANI DANIELA CRESTANI GIANLUCA* CRESTANI LUCA DINALE RUDY MIGLIORETTO GIADA MINUZZO CARLO MIOTTO ROBERTO RODIGHIERO ALDO* TROTTO ANDREA TUMELERO VALENTINA ZAMPESE MIRKO ZOCCARATO ELENA *rappresentanti in PROLOCO COMUNALE BANDA MUSICALE DI FONTANELLE: PRESIDENTE BERTACCO GUERRINO VICEPRESIDENTE e MAESTRO DINALE ALBERTO SEGRETARIE BRESSAN OSVALDA TUMELERO VALENTINA CONSIGLIERI MIGLIORETTO GIADA MINUZZO ANNA POLI KATJA RODIGHIERO CARLA SCHIRATO MARGHERITA RINNOVATO IL CONSIGLIO All’Assemblea del Gruppo Alpini di Conco ha partecipato anche il vice presidente nazionale ANA, prof. Vittorio Brunello, qui ritratto con Gianantonio Bertuzzi e Walter Predebon. L a direzione del Gruppo Alpini di Conco comunica che in data 9 gennaio 2005 si sono tenute le votazioni per il rinnovo del Consiglio e che a seguito di tali votazioni e del successivo incontro degli eletti, le cariche sono ora così distribuite: Capogruppo: Giannatonio Bertuzzi Vice Capogruppo: Benedetto Pernechele Segretario: Mario Colpo Alfiere: Sergio Dalle Nogare I Consiglieri sono: Gabriele Pozza, Valerio Bordignon, Walter Predebon, Denis Poli, Giampaolo Colpo, Gustavo Pezzin, Diego Peterlin, Savino Colpo e Clerio Pozza. A Giannantonio Bertuzzi (Morte) che per l’ennesima volta ricopre la carica di Capo Gruppo, e a tutti gli eletti, facciamo gli auguri di buon lavoro. Auguri che sono sinceri e cordiali visto che anche ai nostri Alpini compete il gravoso compito di ospitare nel maggio 2006 l’adunata nazionale che si svolgerà ad Asiago. A tutti l’augurio di un buon lavoro e di una proficua collaborazione. TERZO RADUNO INTERNAZIONALE PER I CRESTANI 4 Ciacole si associa all’augurio con la certezza che ogni associazione (e non solo quelle di Fontanelle) nel loro operare per gli altri sappiano altresì collaborare anche con tutte le altre organizzazioni esistenti in paese, oltre che – ovviamente – con le Istituzioni quali ad esempio il Comune, le Parrocchie e gli Enti sovracomunali. Ci viene in mente quel grosso appuntamento che nel 2006 vedrà l’adunata nazionale degli Alpini ospitata nel nostro Altopiano, per l’organizzazione della quale saranno sicuramente chiamate a collaborare tutte le forze disponibili. Chi meglio delle organizzazioni di volontariato potrà dare una mano? restani di tutto il mondo unitevi! E’ previsto per il 28 agosto prossimo il terzo raduno internazionale di tutti coloro che portano il cognome Crestani. Il Comitato organizzatore ci ha fatto pervenire il programma che prevede: - ore 10,00 l’incontro davanti alla scuola elementare di Fontanelle; - ore 10,30 la S.Messa nella Chiesa di Fontanelle; - ore 12,30 il convivio, che sarà allietato da un gruppo folcloristico, in un apposito tendone allestito sempre a Fontanelle. Le adesioni devono essere date entro il giorno 20 agosto a: - Alferio Crestani di Bassano (tel.0424.521554); - Azzurra Crestani di Coggiola (tel. 015.78334); - Giordano Crestani di Castronno (tel. 0332.892605); - Bruno Crestani di Conco (tel.0424.700140); - Enzo Crestani di Conco (tel. 0424.709271) - Pizzeria Rondinella di Tortima, al n. 0424.709421.Gli organizzatori informano che… “la festa è aperta a quanti registrano nel loro albero genealogico una anche lontana presenza del cognome Crestani” C “4 Ciacole” - pag. 10 Il Racconto Il Buon Cavaliere di Lorenzo Cesco C ’era una volta sull’ altopiano coronato di verdi montagne, un castello racchiuso tra alte mura. Sui torrioni sventolavano stendardi e bandiere; tutt’intorno, a difesa, c’era un profondo fossato sulle cui limpide acque si rincorrevano le anitre e scivolavano i candidi cigni. Era un bellissimo castello che il re aveva affidato ad un giovane cavaliere perché da lì potesse vigilare sui confini e provvedesse a soccorrere i pastori e contadini che abitavano quei monti. Aveva, il cavaliere, lunghi capelli raccolti sulla nuca ed un volto illuminato da occhi azzurri e profondi. Quando, avvolto nel celeste mantello in sella al suo veloce destriero bianco si recava a visitare i borghi sparsi nelle valli e sostava nelle povere case di legno dei pastori, era da tutti ammirato. Le fanciulle lo attendevano con ansia, ben sapendo che neanche la pioggia o la neve potevano ostacolare il suo cammino e quello del suo cavallo che, per tante cavalcate, conosceva ogni sentiero. Era una fredda sera quella in cui il cavaliere, rientrato al castello, venne informato che una giovane ammalata, sentendosi morire, aveva espresso il desiderio di vederlo per l’ultima volta: era la figlia di un pastore che da tempo giaceva in un letto di foglie. Il cavaliere non pose indugi e subito decise di partire. Si era intanto fatto buio. Dai monti scendeva un forte vento gelido e comparvero faville di neve che ben presto si infittirono svolazzanti nel cielo. Nelle loro tane i lupi e le volpi si avvolgevano intorno ai loro piccoli e tra i dirupi le aquile proteggevano i nidi sotto le grandi ali. “Non partire, tra poco sarà bufera, troppo alta sarà la neve sui sentieri del bosco” – imploravano i suoi. “non posso indugiare” – rispondeva il cavaliere – “voglio essere vicino a quella giovane che sta per morire”. Si avvolse quindi sul suo mantello e, fattosi consegnare una grande torcia accesa, ordinò che si abbassasse il ponte levatoio, inoltrandosi veloce nella bufera. Attraversò di buon passo la radura e presto si trovò nel bosco tra gli abeti curvi ed ondeggianti sotto il peso della neve. Ad un tratto si udì uno schianto: un grosso ramo, carico di neve, staccatosi dalla sommità di un albero, con gran fragore precipitò sul sottostante sentiero ai piedi del cavallo che, per evitarlo, si sollevò ritto lanciando un lacerante nitrito. Il cavaliere, colto di sorpresa dall’improvviso movimento, rovinò disarcionato sulla neve. La torcia che gli era servita per illuminare il cammino, lentamente si spense. Nonostante ogni sforzo, il cavaliere non riuscì a rialzarsi restando dolorante disteso nella fredda neve. Il cavallo comprese il pericolo in cui si trovava il padrone e sospinto dall’istinto, ripercorse tra le tenebre e la bufera il cammino fino al maniero. Qui i castellani, vedendolo disarcionato e con le briglie sciolte, compresero quanto era accaduto e partirono immediatamente in soccor- I giovani Cinquantenni I nati nel 1955 compiono quest’anno i loro primi cinquant’anni, che non è – ci rendiamo conto – impresa facile! Nella foto che pubblichiamo sono ben 41 i coscritti riuniti sabato 16 aprile; ve ne sono di Conco e di Lusiana, ma uno proviene anche da Sasso di Asiago (Roberto Baù). Gli organizzatori, in primis Lamberto ed Ettorina, hanno previsto una gita a Redipuglia e un pranzo a base di pesce. Severamente vietato portare coniugi e amanti che non fossero della stessa classe. so guidati dal cavallo. All’alba, giunti sul posto, non restò loro che raccogliere il freddo corpo morto del cavaliere avvolgendolo nell’azzurro mantello. A primavera alzarono una croce ed un cippo di pietra rosa su cui, ancor oggi, nei pressi di Rubbio, piccolo borgo tra i monti dell’altopiano di Asiago, si legge il nome del cavaliere che era Stevan e la data del 13 novembre 1773, giorno in cui accaddero questi fatti. Raccontano i pastori che la giovane, dopo tante sofferenze, guarì. Su quel cippo, per lunghi anni portò i fiori dei monti. Nota: L’avvenimento cui si riferisce il cippo, che realmente esiste a Rubbio nei pressi di Monte Cogolin, ha in comune con il racconto la morte di un cavaliere ed il comportamento del cavallo. Ho scritto questa favola per renderlo adatto alla fantasia dei piccoli. Alla pagina seguente pubblichiamo il fumetto del racconto realizzato per noi da Del Vaglio, famoso disegnatore per “Famiglia Cristiana”. “4 Ciacole” - pag. 11 “4 Ciacole” - pag. 12 LA FESTA DEI FORESTALI I l 12 luglio 2005 i Forestali dell’Altopiano (e non solo) si sono ritrovati a Conco per la Festa del loro Patrono. Erano una cinquantina e forse più e tra loro molti ex, cioè molti pensionati. Alle 11 Santa Messa seguita dai discorsi pronunciati in Chiesa e poi, dopo le foto di rito davanti al Monumento, tutti a pranzo a Bocchetta. In rappresentanza dell’Amministrazione Comunale era presente il Sindaco che ha tra loro vive un albero che è chiamato il Faggio Santo. E’ questa una pianta secolare alla cui ombra, narra la leggenda, San Giovanni Gualberto si riposò appena giunto a Vallombrosa. Da allora il faggio, in primavera, mette le foglie prima di tutte le altre piante dei dintorni e le perde per ultimo. Membro della nobile famiglia Visdomini, durante la gioventù Giovanni fu dedito ai divertimenti mondani finché perdonò. Ripresa la strada verso Firenze, arrivò probabilmente a quella che oggi è la Chiesa di San Miniato. Entrò a pregare davanti ad un Crocifisso che chinò il capo verso di lui, quasi a ringraziarlo per aver usato misericordia al suo nemico.* Giovanni riprese la strada per Firenze, ma poi ritornò a San Miniato e chiese di farsi monaco benedettino. Dopo alcuni anni venne a sapere che l’abate Oberto ave- Conco, 12 luglio 2005: Festa di San Giovanni Gualberto. Forestali ed ex forestali in posa sulle gradinate del Monumento, con il Parroco e il Sindaco, in occasione della Festa del loro Patrono. pronunciato un breve discorso di ringraziamento per aver scelto il nostro paese per questo incontro e per averlo scelto altresì per costruirvi una nuova Casermetta Forestale. Il 12 luglio la Chiesa ricorda (per la verità in tono minore) San Giovanni Gualberto, che morì il 12 luglio del 1073 a Passignano in uno dei Monasteri da lui fondato. In una località chiamata Paradisino vi sono ancora oggi un monastero ed un eremo e un giorno, durante uno scontro, un suo parente (forse un fratello) rimase ucciso. Gualberto, il papà di Giovanni, voleva vendicarsi, ma a trovarel’assassino fu, un Venerdì Santo, proprio Giovanni che, diretto a Firenze in compagnia dei suoi armigeri, lo incontrò in un posto angusto della strada. L’uccisore, terrorizzato, scese da cavallo, si inginocchiò e chiese perdono. Giovanni non ebbe il coraggio di ucciderlo ed anzi lo va ottenuto quell’ufficio pagando il Vescovo di Firenze: era dunque un simoniaco**. Giovanni, che voleva rispettare alla lettera la regola di San Benedetto, si staccò da San Miniato e, con alcuni suoi compagni, fondò nuovi monasteri, tra cui quello di Vallombrosa in Valdarno. La chiesa del suo tempo era assetata di ricchezza e c’era chi chiedeva denaro anche solo per amministrare i sacramenti. Giovanni combat- té contro la simonia ed il nicolaismo, cioè il matrimonio dei Sacerdoti o il loro concubinaggio. Ma Giovanni fu attento anche ai più derelitti e per loro (ex servi della gleba, oppure schiavi fuggitivi) creò una nuova categoria di religiosi: i Conversi. Costoro non erano obbligati alla clausura e fungevano da tramite fra i monasteri ed il mondo. La lotta contro la simonia si allargò ed il clero fiorentino, appoggiato dai monaci di Vallombrosa, nel 1068, accusò di simonia il proprio Vescovo provocandone la deposizione da parte del Papa. Celebre, a questo proposito, è l’episodio che vide il monaco Pietro uscire indenne dalla prova del fuoco, dimostrando così la colpevolezza del Vescovo. Si arrivò a quello che oggi chiameremmo “fondamentalismo” e cominciarono ad arrivare anche dure critiche, tanto che la lotta contro la simonia e il nicolaismo passò nelle mani di Papa Gregorio VII il quale invitò i monaci Vallombrosiani a rientrare nei ranghi. A Vallombrosa, nella Cappella di San Giovanni Gualberto, dove si conserva quale reliquia un suo braccio, vi è la lampada votiva del Corpo Forestale dello Stato che viene alimentata dall’olio che ogni anno una Regione d’Italia offre il 12 luglio. San Giovanni Gualberto è il patrono dei Forestali dal 1951 ed è stato da loro voluto in quanto i Vallombrosiani hanno sempre dimostrato grande cura per le foreste che li circondano e perché l’abbazia annovera molti celebri studiosi che hanno dato splendore e sviluppo alle scienze botaniche e forestali. Non dimentichiamoci che c’è poi, da quelle parti, perfino un faggio che è santo! Bruno Pezzin * Sembra che quel Crocifisso sia stato portato nel 1671 nella Chiesa di Santa Trinità a Firenze. ** la simonia è il traffico di cose sacre e di cariche religiose, per lucro. La parola trae origine da Simon Mago che cercò di comperare da San Pietro il potere di comunicare i doni dello Spirito Santo. “4 Ciacole” - pag. 13 1965 – 2005, e fanno quaranta! È da quarant’anni che Quatro Ciacole accompagna la vita dei Conchesi, soprattutto di quelli che l’emigrazione ha portato lontano. Ci piacerebbe, nel prossimo numero pubblicare i vostri scritti. Chi si ricorda qualche avvenimento di quarant’anni fa, chi vuol raccontare un fatto, un’emozione, una gioia (o un dolore) legati in qualche modo al giornale di Conco, ci scriva. Avete una foto o un documento che vorreste vedere pubblicati? Volete partecipare alla genetliaco realizzazione del prossimo numero del giornale? Ebbene, scriveteci, mandateci un fax, una email, un dischetto, un CD. Cercheremo, nei limiti del possibile, di pubblicare tutto ciò che ci invierete. Il prossimo numero del giornale è vostro! La Banda P erché “Quatro Ciàcole”, piacevole e bene informato giornaletto conchese, aveva una divertente rubrica dal titolo “Ah, Conco, Conco!” firmata “La Banda dei Quattro”? Quanti sono i lettori di buona memoria che lo sanno? Per rispondere alla curiosità su “la Banda dei quattro” bisogna conoscere un po’ di storia cinese. Circa quarant’anni fa, nel 1966, fu lanciata in Cina la cosiddetta “Rivoluzione culturale”, un movimento che durò dieci anni (fino alla morte di Mao Tse Tung nel 1976) e che si proponeva di abolire del tutto la proprietà privata, incentivi materiali e moneta. La “Rivoluzione culturale” fu lanciata dallo stesso Mao e condotta da quattro personaggi principali: Jiang Qing, quarta moglie di Mao, il vicepremier Zhang Chunqiao, Yao Wenyuan e Wang Hongwen. Furono questi i QUATTRO che guidarono le giovani “Guardie Rosse” (tutte col “libretto rosso” da sventolare in aria) durante l’attività rivoluzionaria. Attività che consiste- va soprattutto nella distruzione di biblioteche, opere d’arte, corpi di ballo (come l’opera di Pechino), laboratori artigianali, piccole industrie familiari, fattorie agricole. Lo slogan dei rivoluzionari era: “rovesciare tutto”. I “borghesi”, classificati “sementi velenose”, vennero processati nelle piazze. Circa 750 mila (ma, probabilmente molti di più) di questi borghesi (insegnanti, impiegati, professionisti, sacerdoti, medici, intellettuali) furono perseguitati, imprigionati, privati di tutto, inviati a duri lavori manuali nei campi. E 35 mila di essi furono uccisi. Il paese andò incontro ad una paurosa I lettori di 4 Ciacole: numerosi, fedeli e attenti carestia, e tutte le attività economiche e sociali subirono un tracollo. Nell’occidente, ormai orfano da tempo di Giuseppe Bessarione Stalin, comparvero molti intellettuali (soprattutto in Italia e Francia) che applaudirono la rivoluzione cinese. Si stamparono milioni di copie del “Libretto rosso”, nacquero partiti politici “maoisti”. Dopo dieci anni di distruzioni e la morte di Mao, nel 1976, il potere finì in mano a Deng Tsiao Ping, l’atmosfera cambiò, e nel 1980 i Quattro della “Banda” finirono in prigione. Furono processati e – naturalmente – condannati. I libretti rossi sono da tempo finiti nelle soffitte e nelle cantine, pieni di polvere. Qualche “maoista” gira anco- EMERGENZA ASIA L ’hanno chiamata “Emergenza Asia” e più di qualche organizzazione caritatevole ha raccolto fondi sull’onda dell’emozione suscitata dai disastri provocati dal maremoto del 26 dicembre 2004, quando a morire per le enormi e velocissime onde dello tsunami sono state più di 200 mila persone. Il primo gennaio, a Conco, c’è la bella tradizione di fare una fiaccolata, i fuochi d’artificio, e di intrattenere i concittadini e gli ospiti con qualche canto e qualche tazza di vin brulè. Quest’anno, come abbiamo già riferito in prima pagina, gli organizzatori hanno deciso di sospendere i fuochi d’artificio ra, tuttavia. Il vice-premier Zhang Chunquiao, uscito di prigione nel 1998, è morto recentemente a 88 anni, sconosciuto a tutti. Il nome della “Banda dei quattro” è resistito a Conco ben oltre l’originale cinese. I suoi articoli erano apprezzati per lo spirito caustico e divertente, ma da un po’ di tempo gli sconosciuti autori sembrano essere andati in vacanza. O, forse hanno letto Wodehouse che diceva: “Tutto quello che c’è di divertente nella vita… è o immorale o illegale o fa ingrassare”. E noi, poveri lettori di 4 Ciacole, da quando mancano gli articoli della Banda dei Quattro non ci divertiamo più! G. P. e di devolvere un’offerta alle organizzazioni che si interessavano dell’assistenza alle vittime della tragedia asiatica. La Pro Loco Comunale, assieme alle associazioni dei commercianti e degli artigiani, hanno offerto ben tre mila euro (2.000 alla Caritas e 1.000 alla Protezione Civile). Il Comune ha stabilito di erogare un contributo di euro mille alla Protezione Civile. “4 Ciacole” - pag. 14 Prima Comunione di Guerra L a foto che pubblichiamo ci è stata recapitata da Mario Cortese dei Ronchi che è uno dei bambini qui ritratti. Come dice la scritta riportata nella fotografia stessa, la data è quella del 13 giugno 1940 e i ragazzi hanno 7 anni, essendo nati nel 1933. La guerra, ci dice Mario, è iniziata da tre giorni. Questa notizia fa sì che il documento rivesta una particolare importanza. I Bambini ritratti sono: Gianni Pilati; Guido e Primo Pilati (gemelli); Nicolino Pilati; Ruggero Poli; Mario Cortese; Silvano Bertacco; Elio Crestani; Antonio Bertuzzi; Angelo Dalle Nogare; Felice Bertuzzi; Ermanno Pilati; Angelo Dalle Nogare; Ugo Pezzin; Italo Pilati; Battista Pilati; Matteo Bagnara; Antonia Pilati; Margherita Bertuzzi; Antonia Dalle Nogare; Carmela Bagnara; Anna Poli; Lina Bagnara; Severino Crestani; Ivana Stefani; Dina Zanella; Angelina Dalle Nogare; Assunta Petrosini; Angelina LA TRIPPA Q uando mi incontro con il mio grande amico Guido Rigon, ci scambiamo i nostri pareri. In una domenica del Novembre scorso mi chiese se avessi avuto piacere di iscrivermi alla sezione Combattenti e Reduci, gli risposi che io non ho fatto la guerra del 1915-18 e nemmeno quella del 1940-45 per cui non potevo iscrivermi; lui allora aggiunse che la sezione dei Combattenti e Reduci va sempre più riducendosi e bisogna che la sosteniamo per ricordare con l’anima il grande sa- crificio dei combattenti. “Allora – gli risposi – se è così iscrivimi e fammi la tessera.” Poi, in un’altra domenica di quest’inverno, mi chiese: “ Vuoi venire a mangiare le trippe dal Poli a Fontanelle?” Gli risposi: “Ho l’ordine del dottore di calare di peso; devo mangiare di magro e la trippa è troppo grassa ed io sono in sovrappeso.” Rigon aggiunse: “Per questa volta non pensare al sovrappeso: ti metto in nota.” E così andai nella sera prestabilita a fare festa. Ci trovammo in tanti, tutti Dalle Nogare; Teresina Fincati; Lidia Caldana; Santina Girardi; Angelina Girardi; Rina Crestani. anziani, tanto contenti di stare assieme; ho anche pensato che da anziani si diventa più teneri di cuore, più sensibili alla vita, ci cerchiamo come i bambini. Durante la cena abbiamo mangiato, bevuto e parlato l’uno con l’altro della vita trascorsa, delle più belle donne del nostro paese, dei lavori in giro per il mondo, e della politica italiana (certamente in un modo non raffinato). Abbiamo festeggiato sin oltre la mezzanotte nell’albergo Poli, salutando poi la padrona e la cameriera con un caloroso “Buona notte!”. Florido Pilati “4 Ciacole” - pag. 15 I 10 anni di sacerdozio del nostro Don Fabrizio I l nostro Don Fabrizio Bagnara ha tagliato il traguardo dei suoi primi dieci anni di Sacerdozio. Auguri! La sua comunità parrocchiale, quella di Segusino, gli ha voluto dedicare una giornata di festa e così la prima domenica di giugno una S. Messa ed un banchetto con i parrocchiani, i parenti e gli amici (qualcuno, ovviamente, anche di Conco), è stata l’occasione per spegnere idealmente queste sue prime dieci candeline al servizio degli altri e della Chiesa. Ai suoi parrocchiani ha poi mandato un messaggio di ringraziamento, nel quale, tra l’altro, ha scritto: Dieci anni da prete sono stati per me un dono grande. L’essere prete mi offre la possibilità di entrare ogni giorno nel cuore di Dio e nel cuore di ciò che Lui ha di più caro: l’uomo! Anche se sempre devo fare i conti con i limiti e le povertà, non posso non far sgorgare un canto di lode e di benevolenza a Colui che ha dato un senso alla mia vita. Grazie quindi di quanto avete fatto, soprattutto con le preghiere alle quali mi affido. Il Signore mi permetta di stare in mezzo a voi con sempre maggior entusiasmo e per un solo unico scopo: aiutarvi ad incontrarLo. A me non interessa altro. A noi non resta che augurargli di poter festeggiare i venti e poi i venticinque e poi i trenta, i quaranta, i cinquanta e… non mettiamo limiti alla provvidenza divina! Ritornare italiano E ra emigrato in Australia negli anni ’50 quando a Conco c’erano miseria e disoccupazione. Era giovane allora e non gli mancava certo la voglia di lavorare per trovare una sistemazione decente. Tarcisio Pilati dei Brunelli (suo padre, l’Egidio, aveva combattuto sull’Ortigara), non voleva certo cambiare cittadinanza, ma in Australia se volevi avere determinati diritti e migliori opportunità di lavoro, dopo qualche anno dovevi chiedere la cittadinanza e, per le leggi esistenti a quel tempo, chiedere una cittadinanza straniera significava, qui in Italia, perdere quella italiana. Fu così che il Tarcisio divenne “Terri” ed australiano. Australiano, come, del resto, quasi tutti gli altri emigrati italiani in quel paese. Terri lavorò, si sposò, ebbe figli e… andò in pensione. Ma non voleva morire australiano! O, almeno, non solo australiano. Le leggi cambiarono e i suoi figli, proprio perché figli di italiano, ebbero facilmente la doppia cittadinanza e senza tanti problemi divennero italoaustraliani. Per Terri le cose furono più complicate e la burocrazia sembrava quasi volersi accanire contro questo “extraco- munitario” che era nato ai Brunelli, che parlava veneto, che aveva figli italiani, aveva avuto un padre combattente della Grande Guerra. L’Italia sembrava proprio non rivolerlo tra i suoi cittadini. Dopo molto tempo, molte carte (anche bollate), molti viaggi ecco però arrivare il grande giorno. Il 18.2.2005, davanti al Sindaco delle grandi occasioni, e cioè con la fascia tricolore, assistito dai fratelli e dalla macchina fotografica di 4 Ciacole, Terri ridiventa Tarcisio e ridiventa italiano. Applausi, commozione ed un brindisi! LA CORALE IN TRASFERTA dedicata a Santa Lucia, i nostri, diretti dal maestro Giordano Dalle Nogare si sono esibiti in un programma che, presentato da Don Fabrizio, ripercorreva le tappe di avvicinamento alla Pasqua. Al termine del concerto, il Sindaco di Segusino ha voluto personalmente ringraziare i cantori. La giornata è terminata con un incontro conviviale e davvero fraterno ottimamente realizzato dai più stretti collaboratori del nostro Don Fabrizio. In occasione delle feste in onore di Sant’Antonio la nostra Corale è stata poi invitata a Zugliano ad una rassegna di varie corali. Il programma prevedeva l’esecuzione dei brani più impegnativi e belli che la Corale ha nel suo repertorio. Infine, domenica 3 luglio, a conclusione dell’anno canoro, per i nostri c’è stata la trasferta a Stoccareddo dove la Corale ha cantato la Messa. Tarcisio Pilati, il primo a sinistra, con il Sindaco e i parenti, il giorno che ha “riconquistato” la cittadinanza italiana. L a Corale “Francesco Girardi” di Conco è stata invitata dal Parroco di Segusino Don Fabrizio Bagnara, a tenere un Concerto meditativo quaresimale in quella parrocchia. Domenica 20 febbraio 2005, un pullman ha così portato i cantori sulla sponda sinistra del Piave. Nella chiesa di Segusino, “4 Ciacole” - pag. 16 El Sejo: una strada che ha 2000 anni F ino a cinquant’anni fa, o poco più, era una strada ancora molto percorsa (soprattutto a piedi o con i carretti trainati da animali), da quelli di Conco che dovevano scendere a Marostica. Parliamo del “Sejo”. Chi abita dalle nostre parti lo conosce bene o, perlomeno, ne ha sentito parlare più volte. Oggi è divenuto un percorso per i camminatori della domenica, (dovremmo dire – per restare al passo con i tempi – da trekking). In verità ci passano anche le biciclette e, quel che è peggio, le motociclette, quelle da cross. E così il Sejo si rovina ed è un peccato perché quella strada è antica. E’ la più antica dell’Altopiano. Risale, molto probabilmente, al I secolo dopo Cristo e quindi ha 2000 anni. Studi recenti fatti da storici padovani ci indicano trattarsi di una strada armentaria romana costruita, come dice la parola, per portare gli armenti dalla pianura ai pascoli del nostro altopiano. Di questa strada esistono ancora alcuni tratti percorribili Conco, 5 giugno 2005: l’Assessore di Conco Romolo Bagnara scopre il cippo voluto dai Lions, per salvaguardare l’antica strada del Sejo. L’inizio del tratto della strada del Sejo a Crosara. gine del Sejo e speriamo che ognuno di noi lo guardi con occhio diverso e molto più attento che non in passato. I due Lions Clubs hanno organizzato, domenica 5 giugno 2005, una piccola cerimonia per l’inaugurazione dei cippi alla presenza degli assessori comunali Romolo Bagnara per Conco e Gianni Scettro per Marostica, nonché del parroco di Crosara Don Sergio Stefani che ha benedetto i cippi. Il marmo è stato donato dalla ditta Marmi Colpo Luigi Srl di Conco e la lavorazione è stata eseguita dalla ditta Marmi Ponticello di Ronzani Giuseppe e Cortese Marino. Durante il percorso che i partecipanti alla cerimonia hanno effettuato a piedi, il dott. Pierluigi Fedele, Lions Asiaghese e Comandante della Forestale dell’Altopiano, ha spiegato le caratteristiche della flora locale. tra Crosara di Marostica e la contrada Turchia del nostro Comune. I Lions Clubs di Asiago e di Marostica hanno così pensato di porre a dimora due cippi di marmo con iscrizioni in bronzo per indicare ai passanti l’origine della strada e, sottinteso, dare un messaggio perché venga rispettata e non danneggiata. Da oggi, nessuno potrà più dire che non conosceva l’ori- IMPORTANTE “INTERVENTO” IN PARROCCHIA A CONCO D a tempo si sapeva che la Diocesi di Padova aveva in corso la realizzazione di un Progetto per l’inventariazione dei beni artistici della Diocesi stessa, con il coordinamento dell’ispettore della Sovrintendenza dott. Fabrizio Magari e la supervisione scientifica del dott. Andrea Nante. In conseguenza di ciò, dal 4 al 6 Luglio la dottoressa Roberta Rigato, storico dell’arte e collaboratrice per il detto Progetto, ha proceduto alla ricognizione del materiale artistico e storico in possesso della parrocchia di Conco. E’ stata assistita dal fotografo Massimo Bertolini, il quale, come ci ha detto la dottoressa Rigato, “ha proceduto alla realizzazione di scatti fotografici con macchina digitale, da inserire a corredo di ogni scheda inventariata”. Ci ha altresì spiegato che “Il lavoro consisteva nella rilevazione dei beni parrocchiali da un punto di vista tecnico (misurazione, tecnica di esecuzione, stato di conservazione, restauri svolti,…) e da un punto di vista storico e stilistico (datazione, autore, bibliografia, documentazione,…). Il materiale preso in esame comprendeva: la struttura architettonica della chiesa, le decorazioni, gli altari, l’arredo, i beni mobili di interesse storico-artistico, qualsiasi annesso di proprietà par- rocchiale (asilo, canonica, oratorio di Santa Barbara, croce del 1603) le lapidi commemorative, i paramenti sacri, le argenterie, per un totale di 336 pezzi.” Ciò che è interessante (ed importante) è che “le schede verranno fornite al Parroco in cartaceo ed in CD”. Fra l’altro, sembra che sia stato trovato materiale oltre le previsioni. In tal modo in Canonica, oltre all’archivio antico e moderno sarà depositato un inventario completo (oltretutto anche fotografico) di tutti i “tesori” che dal XVI secolo i poverissimi abitanti degli antichi “colonnelli” di Gomarolo e Conco sono riusciti a raccogliere nella loro Chiesa e, nel secolo appena concluso, nell’Oratorio di S. Barbara. Quanto fatto a Conco, un po’ alla volta avverrà anche in tutte le altre parrocchie della Diocesi; cosa questa che impedirà la ripetizione di certi “scempi” avvenuti un po’ ovunque in passato. Vi potete ben immaginare che nella Redazione di 4 Ciacole già si sognano di poter pubblicare in futuro (finanze permettendo) qualcosa di bello perché tutti, specialmente quelli lontani, che hanno ancora nel cuore il loro paese, possano rivedere e ricordare. L. C. “4 Ciacole” - pag. 17 Proverbi e Modi di Dire di Gomarolo e Conco Da Marone, in provincia di Brescia, Maria Teresa Pezzin ci scrive per dirci che da piccola amava ascoltare le conversazioni dei grandi. Nei loro discorsi era frequente ascoltare dei proverbi o dei detti e lei ne ha raccolti un certo numero che ci invia pregandoci di pubblicarli su 4 Ciacole. Eccola accontentata: Bruti in fassa, bei in piassa. Par gnente l’orbo no canta El liga do fassine co na stropa A simo come i cupi Lè nato so na bona ora ‘Ndove che va le sécole no ghe va le stèle ma ‘ndar la próva no si ghin tróva Musso vecio basto nóvo Quando che canta el merlo, simo quasi fora de l’inverno e quando che canta el cuco a simo fora del tuto Dopo tri jorni de brósa, vien la neve No la vóle ciapar fógo Co i sona la veja, le femene se posta la saneja Da on bruto sóco vien fora bele stèle Te sì so na bote de fero Pitosto de cadre so na vale, mejo picarse so na russa (il rovo): (le ragazze preferiscono sposare chiunque piuttosto che rimanere zitelle) Se se podesse metre tute le crose sora on campo, tuti i ‘ndaria torse su la sua La xè na bronsa cuerta No passa on sabo al mondo, che no se veda l’ocio tondo (il sole) I gà magnà i campi e i gà assà i proverbi Venere, quel ch’el promete intende (di venerdì il tempo del mattino dura tutto il giorno) Da novelo tuto belo (appena sposati) Beata quela spósa che par prima la gà na tosa El capèlo no lè fato pa na piòva solo La dura da Nadale fin San Stefano Quando ch’i xè quaranta, poco se ride e manco se canta (gli anni di età) Chi spua par aria se spua dosso Chi vole na bona risposta vaga de so posta I omini, pitosto che i ve veda magnare, mejo che i ve veda cagare Se pióve da Santa Bibiana, pióve par quaranta jorni e na settimana Cava, cava, che se no te cavi tì, cava ‘l bechìn Ogni saltarèlo el gà ‘l so batibèlo Parla póco e scolta tanto Lè l’ocio del parón che guida ‘l cavalo Uno, du, tri brilanti, quaranta jorni somilianti (se piove l’uno, il due e il tre aprile pioverà anche nei successivi quaranta giorni) Se piove ‘l dì de Santa Cróse, le nose tute sbuse Chi sta co la man sporta tira la boca storta Fémena valentina la fà ‘l leto la matina, fémena de medo andare la lo fà dopo disnare, fémena buàsa la lo fà co la méte rento la culata Chi augura el mal dei altri el suo s’aprosima L’inverno, i lupi nu i lo gà mai magnà Chi male intende, pedo risponde El gà capìo pan par polenta Quel che xè stà, torna Chi sparagna, el gato magna Comare, dà che te ghè la boca verta ciama anca me toxo! El ghe le gà molàe de santa rajón Soldi e amicissia inorbise la justissia La luna setembrina, sete lune se n’inchina Chi va in pericolo, pericola El riso nasse so l’aqua e ‘l more so’l vin Pióve che Dio la manda / La vien dó de santa rajón Pióve e tira vento La merda, pì che te la mini, pì la spussa L’erba cativa no móre mai El morto consola ‘l vivo (sognare di persone defunte porta bene) In tola e in leto no ghe vole rispeto No ghe xè né re né papa, che quel’arte no la fassa (andare al gabinetto) Te scampi dal bò e la vaca te frusca Drio ‘l vento no dura bel tempo Chi xè da l’arte, stima l’opera Goba a levante luna calante, goba a ponente luna cressente Chi gà ‘l sospeto, gà ‘l difeto Pèdo ‘l tacòn che ‘l sbrego Fora ‘l puldìn dal sgusso, indrissa la manega e raversa el busto (per attaccare le maniche al corpo di un maglione quando lo si lavora a ferri) El fogo el ghin dise male de la caena Ah! Signore del Cadore, quanto se pena e dopo se móre Longa longagna la ciapa tuta la campagna (la vite) Co’l corpo se frusta, l’anima se justa Fin che no canta i Galilei no te spojar dei pani miei (non levarsi gli indumenti pesanti fino all’ascensione) El Signore con dù bastùni nol bastona Quel che no strangola, ingrassa Mal de pèle, salute de buèle Mi sò de Sandrigo, no me ne impasso e no me ne intrigo Trombeta de culo, sanità de corpo Campagna ciara montagna scura, métete in vjàjo sensa paura Prima de parlare, tasi Bisogna spassàr la moneda par quel che la vale La boca no la xè straca se no la sa de vaca Dal pugno streto no ghin va fóra ma gnanca no ghin va rento Mai dire quatro fin che no te li ghè ’nt’el saco La xè la matina che impiena la manina Chi ciàpa ciàpa, chi gà paura scapa Val pì la pratica che la gramatica Con tanto se vive, con poco se móre I soldi vola, le case cròla, ma i campi campa Can no magna de can Mi gò dito, mi gò fato, mi gò tolto, pénseghe ti a fare ‘l conto Na bruta matina fa on bel giorno Chi che vol sentarse so tanti scagni, in ultima se senta par tera Te strindi pa la candola e te moli pal cocòn (risparmiare da una parte ma sprecare dall’altra) Dobia entrà, la setimana ‘ndà, ma se no ghe xè gnente da magnare ghe xè ‘ncora tri jorni da passare El gnente lè bon pa i oci Onor de boca, tanto vale e póco costa Ragno porta guadagno El pesa i pumi El bontempo rompe ’l còlo Chi móre el mondo lassa e chi vive se la passa Na man lava l’altra Come che la va bisogna ‘ndarghe drìo Lè longo come l’ano de la fame Sasso che rugola no fà lispo Amici de proferta assai s’in cata, Lè bon come ’l pan Sasso trato e parola dita nu i torna pì ‘ndrio I xè lupi e nu i vol portar la pèle Toso mato capeloso va in montagna ch’el lupo te magna “4 Ciacole” - pag. 18 Cavalier Francesca Gentile Cavaliere, sono lieto di comunicarLe che, con decreto presidenziale in data 27 dicembre 2004, Ella è stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”. Le esprimo, nell’occasione, le mie più vive felicitazioni per il riconoscimento conseguito. affrontando pericoli in difesa degli oppressi e delle donne. Occorreva saper agire con lealtà e cortesia, saper stare a cavallo (ovviamente), ma anche saper ballare e stare con la gente, occorreva cioè comportarsi da perfetto cavaliere ed essere, all’occorrenza un cavalier servente. Con una trasposizione nei tempi moderni, crediamo che la Francesca possa essere annoverata tra i cavalieri a pieno titolo. L’Oriana Pozza, con la sua verve poetica, le ha dedicato questa poesia: Chi sarà mai questa “Ella” a cui la lettera è indirizzata? E chi l’ha scritta? La lettera, che porta la data del 4 febbraio 2005, è stata scritta dal Prefetto di Vicenza dott. Angelo Tranfaglia ed è indirizzata al Cav. Francesca Corrà di Crosara (la Franca della Primavera). La Francesca è diventata cavaliere! Auguri alla Francesca. Essere Cavalieri al Merito Cav. Francesca Corrà della Repubblica Italiana è un onore ed essere un Cavaliere donna è un onore ancora più grande. Chi conosce la Francesca sa che questo cavalierato è ben meritato per le sue doti di generosità, accoglienza, simpatia e per la professionalità sempre dimostrata nello svolgimento della sua attività di ristoratrice. Alla Francesca farà piacere sapere che, nel medioevo, essere cavaliere significava essere un guerriero leale e nobile di sentimenti, che otteneva particolare riconoscimento e dignità. C’era il cavaliere errante o di ventura che andava per il mondo Quando uno cavaliere viene nominato Di sicuro se l’è meritato. Questo titolo, a cuor leggero, non viene dato. E allora, congratulazioni Signora Francesca, o per meglio dirsi Cavalier Corrà Francesca. Tutto avrei potuto pensare Ma che l’onorificenza di cavaliere fino a Crosara potesse arrivare E a una donna poi, non me lo sapevo proprio immaginare! Che sia arrivata a piedi o su un cavallo bianco O da una nuvola sia cascata, poco importa Quello che conta è che sia arrivata. Di certo la vita non ti cambierà Ma sapere che i sacrifici da te ben nascosti qualcuno abbia saputo notare E che fino alle orecchie delle più alte cariche dello Stato siano state fatte arrivare, è un onore che non tutti si sanno meritare. Per il tuo carattere forte Pure alla Thatcher sei stata paragonata Poiché a nessuno vuoi far capire cosa passa nel tuo cuore, che tu sia grande lo si sa perciò l’onorificenza di cavaliere è si ben meritata me lo dice la tua grande umanità e un po’ d’orgoglio male non ci sta! Quando Florido ricorda… UNA DOMENICA NEL BELLUNESE T anti anni or sono, un caro amico mi fece conoscere un sacerdote ed un professore nel bellunese e, preso un appuntamento, mi portò da loro. Prima di tutto andammo a casa del professore, il quale, appena arrivati, ci fece una grande accoglienza facendoci visitare la sua villa e, in particolare, la biblioteca con tanti e tanti libri e foto ricordo dei suoi avi, conservate con molta cura. Un personaggio molto educato e cordiale che ci fece anche bere del buon vino. Poi, verso le undici, andammo nella cattedrale per incontrarci con il sacerdote, che, dopo che gli fui presentato, mi parlò dei lavori che voleva far eseguire nella chiesa. Alla fine vollero offrirci il pranzo in un albergo vicino dove rimanemmo sino alle cinque del pomeriggio. Poi ci condussero con la macchina in vari punti panoramici per farci ammirare con il cannocchiale le montagne che ci circondavano: mi pareva di essere in Svizzera. Da ogni posto la visione era diversa ma, mi disse il professore, la cosa più interessante da ammirare era un monte di forma cilindrica chiamato “il Picco”, separato dalle altre montagne e così nelle giornate serene, all’aurora, i primi raggi del sole riflettendosi sulla parete del monte di fronte formano i colori dell’arcobaleno. Dionigi Rizzolo e la storia di Lusiana O rganizzati dall’associazione di cultura civica “Vivere Lusiana”, si sono svolti in quel Comune, tra marzo e giugno, quattro interessanti incontri mensili con il prof. Dionigi Rizzolo, ben noto sia perché è stato per vari anni Direttore dell’allora esistente Circolo Didattico di Lusiana, sia per le sue pubblicazioni su temi locali (ricorderemo fra tutti quello sulla toponomastica di Conco e Lusiana). Con il titolo generale di “C’era una volta Lusiana” sono stati sviluppati quattro temi: La tenace e secolare costruzione delle Chiese: nascita e sviluppo delle parrocchie sotto la Diocesi di Padova La nascita del Comune e l’eroica difesa dei confini La difficile sopravvivenza con le scarse risorse del territorio Pubblico attento ed interessato che ha potuto, attraverso le Di quella domenica trascorsa nel bellunese, piena di sole e ricca di bellezze e di meravigliose montagne ho voluto parlare sul nostro giornale che, viaggiando due o tre volte all’anno per tutto il mondo, raggiunge i più lontani continenti rendendo più sereni e pieni di speranza gli animi dei nostri emigrati che con grande affetto ricordano sempre l’Italia e il paese natio. parole dell’oratore ripercorrere la storia del passato e, per i più anziani, in occasione dell’ultimo, incontro, rivivere gli anni difficili che hanno costretto molti concittadini ad affrontare la via dell’emigrazione in terre lontane. Un incontro questo cui sarebbe valsa la pena avessero assistito i molti giovani che oggi, per loro fortuna, neppure immaginano quali siano stati i sacrifici dei loro nonni; tanto più che a scuola assai raramente questo argomento viene affrontato. L. C. “4 Ciacole” - pag. 19 50 ANNI DI ATTIVITÀ PER FIORAVANTE PIZZATO P oco sotto la strada che da Rubbio porta a Croce Caina, c’è ancora la vecchia casa dei Pizzato, i “Massimi”, una numerosa famiglia dell’antico Comune di Valrovina. Fioravante appartiene alla generazione degli anni ’30; è nato infatti il 1 gennaio 1934. Il marmo è stato, sin dall’inizio, il materiale intorno al quale si è svolta tutta la sua vita lavorativa. Ha cominciato come cavatore divenendo poi anche trasportatore e commerciante di marmo. Nell’aprile 1955 ha iniziato anche l’attività di autotrasportatore con tre dipendenti che, con il tempo, raggiungeranno anche il ragguardevole numero di 50, tutti dell’Altopiano e che, perciò, specialmente in anni difficili, non sono stati costretti a cercare lavoro lontano da casa. Gli va inoltre riconosciuto anche il merito di averli sempre coinvolti nella vita dell’azienda. Ha così sviluppato una rete per il trasporto del marmo e di liquidi commestibili, sia a livello nazionale che internazionale IL PAPA VERRÀ SULL’ALTOPIANO? E perché no? dal momento che c’è già stato e lo conosce. Quando il card. Ratzinger è stato elevato al Soglio Pontificio, mi sono detto “Toh! Un Papa Bavarese! Vuoi vedere che è già stato in rapporto con l’Altopiano?”. Non mi sbagliavo. Infatti circa trent’anni or sono la Comunità montana (era stato da poco eletto Presidente il Lusianese Mario Ronzani) si gemellò con la Provincia di Lahdshut, l’antica capitale della Baviera, con cui i rapporti in seguito furono sempre stretti e cordiali. Venne a trovarci, anche qui a Conco, l’allora Presidente di quella Provincia, Hans Geiselbrechtinger, col quale in seguito intrattenni amichevoli rapporti sino alla sua morte. Fu così che l’allora card. Ratzinger ebbe occasione sia di conoscere l’Altopiano e la sua storia ed i legami di sangue fra le due antiche popolazioni. Anzi per alcuni giorni fu ospite a Roana del mio amico (anch’esso scomparso) Rino Azzolini in occasione di un convegno dell’Istituto di Cultura Cimbra. Ma non basta, perché il 14 ottobre del 1997 Egli inviò al prof. Sergio Bonato, Presidente dell’Istituto di Cultura Cimbra, questo messaggio. Ricordo come 20 anni fa ho avuto una sorpresa nello scoprire che le vostre antiche tradizioni sono ancora vive. Sono convinto anch’io che nella vostra attività non c’è razzismo e nessun particolarismo. Al contrario, nella conservazione di queste tradizioni c’è un’opera di pace, c’è la grande realtà della cultura europea. Per tanti secoli erano aperte le porte delle due parti delle Alpi ed è cresciuto così un insieme di culture come quella dei Sette Comuni. Fare rivivere questa cultura è un’opera di comprensione reciproca, un’opera di pace, di apertura culturale. (sino in Giappone, Cina, TaiWan) per mezzo di un centinaio di automezzi in parte propri in parte di terzi. L’attività di queste aziende è sempre stata in progressivo aumento sino a raggiungere punte anche di circa 10 milioni di Euro. L’intenso lavoro, nel quale gli è stata per parecchi anni assidua collaboratrice la moglie Silvana Pozza da Gomarolo, non lo ha però distolto dal dare un aiuto a vari Enti, quali ad es. Parrocchie o l’Associazione Alpini (per tutti ricordiamo il suo contributo all’intronizzazione della statua della Madonna di Fatima a Croce Caina ed il monumento a Salvo d’Acquisto dinanzi all’Ospedale di Bassano del Grappa) od a persone in disagio ed associazioni benefiche. In questa cinquantesimo anniversario dall’inizio dell’attività lo festeggiano i familiari, primi fra tutti i tre figli Sonia, Alfio e Carlo, che lo aiutano e ne continuano l’opera, i parenti ed i tantissimi amici. E 4 Ciacole si associa, bene augurando per il futuro. Non mi sembra che il vostro sia un lavoro folkloristico, ma un contributo di cultura europea, di grande importanza spirituale, cristiana, umana. Mi dispiace moltissimo di non poter partecipare domani alla vostra festa a Roana, ma sarò presente con il mio cuore e spero soprattutto di poter venire in futuro e di rinnovare l’amicizia concreta, di ritrovare l’ospitalità che ricordo con grande piacere. Il mio pensiero è molto spesso rivolto a voi: quando sento parlare del teologo prof. Sartori, penso sempre ai Cimbri, ad Asiago, a questa tradizione culturale che unisce la Baviera ai Sette Comuni. Vorrei incoraggiarvi a continuare questo lavoro culturale di importanza europea che ci aiuta anche sul piano spirituale a scoprire le nostre radici. Andando avanti, dobbiamo conservare la nostra identità. Perché non c’è progresso senza radici. Un albero senza radici non cresce più. Questa cultura della tradizione è anche cultura del progresso. Le due cose non sono opposte, ma vanno insieme. Io vi ricorderò nella mia preghiera, voi ricordatemi nella vostra. Arrivati a questo punto, pensate che la mia ipotesi sia proprio del tutto irrealistica? Chi vivrà vedrà. L.C. I NOSTRI ERRORI S bagliare è umano. Nell’ultimo numero del nostro giornale abbiamo commesso degli errori dei quali vogliamo ora chiedere venia e scusarci con gli interessati. 1. Nell’articolo intitolato “El Nini Ciri” abbiamo riportato il testo del libro di Renzo Cappozzo “El merleto e altri racconti”. Ebbene, nel parlare del Nini, abbiamo erroneamente riportato la frase: “Col passare degli anni si lasciò andare e la sua misera persona non gli permetteva un’esistenza decente”. La frase corretta è, invece, la seguente: “Col passare degli anni si lasciò andare e la sua misera pensione non gli permetteva un’esistenza decente”. 2. Nell’articolo scritto da Florido Pilati a pagina 11, si parla dell’incontro mandamentale degli Alpini. L’autore, nel raccontare gli avvenimenti cita la Banda Musicale di Marostica, mentre la Banda che suonò in quell’occasione è stata quella di Fontanelle. 3. La firma in calce all’articolo che ricordava il “Mosca” non è di Elisabetta Berti Poli, ma di Elisabetta Bertacco Poli detta “Baghetta”. La precisazione ci arriva direttamente dall’autrice con la quale, ovviamente, come per gli altri casi,ci scusiamo. B. P. “4 Ciacole” - pag. 20 LE NOSTRE RECENSIONI -a cura di Luciano Cremonini- IL VENETO... DELLA BANCA Quest’anno la Banca popolare di Marostica non ci ha presentata una novità editoriale ma ciò non vuol dire che non si sia trattato di una piacevole visione e lettura. Il libro dal titolo IL VENETO, è la riedizione di un testo edito dalla pregevole BIBLOS nell’ormai “lontano” 1987 (come passa il tempo!) con le foto di Giuseppe Bruno accompagnate sia dai testi di Mario Brusatin e C.A. Cibotto, sia da una “antologia” di Giovanni Comisso. Le foto sono raccolte in due settori: il primo con quelle a colori, il secondo con gli scatti fatti in bianco e nero. Sono presi in considerazione un po’ tutti gli aspetti della nostra regione, dal paesaggio al particolare architettonico, cercando di fornire una panoramica il più possibile sinteticamente completa . Quanto alle foto a colori… beh! Indubbiamente sono belle ma forse il nostro palato ormai ci si è un po’ abituato. Mentre, per quel che riguarda quelle del secondo settore, in bianco e nero… ci fanno fare un salto indietro nel tempo facendoci rivedere dei paesaggi ricchi di poesia e spesso soffusi di melanconia. Una melanconia talvolta struggente. La foto in bianco e nero infatti permette all’artista di evidenziare quelle sfumature che possono essere interpretate come degli stati d’animo: c’è la realtà ma anche la poesia. Se c’è da fare un appunto è per la mancanza di una notizia di natura per così dire “tecnica”, che all’epoca della prima edizione certamente poteva apparire non necessaria ma che oggi, con i mutamenti subiti dal paesaggio negli ultimi anni vorremmo conoscere: la data delle foto (in bianco e nero). Giuseppe BRUNO – IL VENETO – Testi di Mario Brusatin e C.A. Cibotto, ed antologia di Giovanni Comisso. – Cittadella (Pd), BIBLOS, 2004 DON DAVIDE... LA SUA MEMORIA IN UN LIBRO Nel precedente numero del giornale abbiamo ricordato Don Davide Paoletti, già parroco di Santa Caterina di Lusiana. Sono ora le Parrocchie dell’Unità Pastorale di Valstagna, quello che è stato il suo ultimo campo di lavoro, dal 1992 al 2004, che ne fanno giusta memoria con un volumetto che racchiude ricordi, foto, commenti di quanti l’hanno conosciuto ed apprezzato, a partire dal vescovo di Padova mons.Antonio Mattiazzo. Credo sia sufficiente riportare ciò che si legge nell’ultima pagina della pubblicazione: “…Don Davide, pur non sottovalutando mai l’ampiezza dei problemi affrontati, ha sempre saputo infondere in tutti, ma in particolar modo nei suoi collaboratori, fiducia e serenità, confidando in quella Provvidenza che non lo ha mai abbandonato, anche nei momenti più dolorosi, come quelli degli ultimi giorni. …” AA.VV. – DIO CI HA PARLATO CON LA TUA BONTA’ E IL TUO SORRISO – Supplemento al n. 15 marzo 2005 del periodico L’ECO DEL BRENTA AUTONOMIA E PRIVILEGI DELLA REGGENZA Nel 1983 Roberto Stoppato Badoer si laureò a Padova in Storia del diritto della Repubblica di Venezia. A distanza di quasi vent’anni sulla traccia della sua tesi di laurea ha sviluppato il tema dell’autonomia e dei privilegi della Reggenza dei Sette Comuni. Una trattazione sintetica e di facile lettura, anche per i non addetti ai lavori, ma completa, in quanto prende in esame ben quattro aspetti della storia del nostro territorio. La dedizione a San Marco (a proposito della quale rinvio all’articoletto “Errata corrige” in questo numero di 4 Ciacole), l’ordinamento politico della Reggenza (che nell’inserto “Stampa del Commun di Conco” era ben evidenziato dallo statuto comunale), l’ordinamento giudiziario civile e penale, il sistema fiscale ed il regime giuridico della proprietà fondiaria oltre, infine, a cenni sull’ordinamento della Serenissima Repubblica. Un quadro di quasi 400 anni di storia dell’Altopiano che ci permette di comprendere sia come la Serenissima abbia saputo governare questo territorio montano sia perché i suoi abitanti le siano sempre rimasti fedeli, anche nei momenti più “neri” della sua storia. Roberto STOPPATO BADOER– AUTONOMIA E PRIVILEGI DELLA SPETTABILE REGGENZA DEI SETTE COMUNI NELLA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA – Padova, CLEUPS, 2004 MAGICO ALTOPIANO E’ stata una piacevole sorpresa per me, che lo conosco da tanti anni e l’ho sempre stimato per un bravo, solerte, preciso ragioniere, scoprire questa “virtù nascosta” di Silvano Fabris, il quale ha aggiunto un altro capitolo alla ormai grande raccolta di immagini del nostro sempre nuovo incantevole Altopiano. A parte gli scorci del paesaggio e le belle foto di fiori e piante, si è comportato come un bravo cacciatore (di quelli che godono della mia particolare simpatia perché non imbracciano lo schioppo – gli “altri” non si adontino) “colpendo”, nel posto giusto e nel momento giusto, gli esemplari della nostra fauna. Ed ora che le mie “uscite” si sono fatte sempre più rare, star seduto accanto al caminetto sfogliando questo libro fotografico, mi fa tornare indietro nel tempo e galoppare con la fantasia. Grazie Silvano: è stato un bel regalo di Natale! Auguri per fare sempre più e sempre meglio! A proposito che dicono che sono un ipercritico: questa volta non posso che lodare il fatto che sono indicati tutti i “nomi e cognomi” di piante ed animali! Nel mentre che non so quale super-campanilista abbia voluto che le località rappresentate non vengano indicate con il nome del Comune nei cui confini ricadono bensì con quello del Comune che dal 1926 ne è semplicemente “proprietario”. Sarebbe come dire che è “Repubblica Italiana” un appartamento nel centro di Nuova York solo perché un italiano ne è il proprietario! Silvano FABRIS – ASIAGO SETTE COMUNI – MAGICO ALTOPIANO – NATURA, LUCI E COLORI – Commento di Bepi de Marzi – Asiago, Tipografia Moderna, 2004 Cinquant’Anni di Matrimonio A festeggiare i 50 anni di matrimonio sono stati quest’anno Stefania Stefani e Michele Massalongo che vivono in Adelaide (Australia). Per l’occasione hanno fatto una gita a Victor Harbour (leggi “Vitaba”), ma poi hanno organizzato anche un bel viaggio in Europa e tra le loro tappe non poteva mancare il nostro Conco, paese dal quale la Stefania è partita ben più di cinquant’anni fa. Agli sposi(ni) i nostri auguri. “4 Ciacole” - pag. 21 Vegnimo da Conco ma simo Veneti A bbiamo ricevuto da Saverio Pezzin che abita a Melbourne (Australia) il libro di Loretta Baldassar e Ros Pesman titolato “I Veneti in Australia – Sfide di storia contemporanea” edito a cura dell’A.N.E.A. cioè dell’Associazione Nazionale Emigrati ed ex emigrati in Australia e Americhe. Nel libro si cita parecchie volte un’opera (tesi di laurea o dottorato) di Anna Davine titolata “Vegnimo da Conco ma simo Veneti”. Saverio ci spiega che… Anna Davine, prima di sposarsi si chiamata Anna Cortese ed è la figlia di Albina e Gino Cortese del Nei, fratello di Stefano Cortese, panettiere di Conco. Nel ringraziare Saverio per il prezioso dono, vogliamo riferire ai nostri lettori che il libro è importantissimo per tutti coloro che si interessano di problematiche migratorie e dà un quadro completo sugli aspetti principali del mondo dell’emigrazione Australiana trattando, ad esempio, del lavoro, della vita sociale e culturale, dell’assistenza agli anziani emigrati e del futuro delle nuove generazioni. Sarebbe molto importante per noi avere copia del lavoro svolto da Anna Cortese, che nel libro, come detto, viene richiamato più e più volte. Ci permettiamo pertanto di rivolgerci a Gino, al quale inviamo il nostro giornale, per vedere se è possibile avere una copia di quel lavoro, visto anche che il suo titolo è davvero per noi invitante. Vorremmo capire, ad esempio, come mai Anna ha pensato di mettere quel “ma” tra Vegnimo da Conco e simo Veneti. Ma vorremmo, soprattutto, se possibile, pubblicare le notizie che riguardano i nostri paesani intervistati da Anna. UN NUOVO GRUPPO GIOVAN I A CONCO A lcuni quindicenni Conchesi hanno dato vita ad gruppo dal nome altisonante “La Montagna dei Famosi” e la cosa non ci dispiace perché è sempre opportuno puntare in alto ed avere successo. D’altro canto, Moravia diceva: niente ha successo come il successo. Anche a Lusiana è sorto un “Gruppo Giovani”, ma i nostri vicini di casa si son dati un nome esotico: “Gli Shakerati”. Che ci richiama alla mente qualcosa di “scorlato”! In realtà non sappiamo quanto ci sia di serio e quanto di faceto nella scelta dei nomi, perché se quelli di Lusiana l’hanno scelto con spirito umoristico e di presa in giro, meritano un plauso. Comunque, sarà perché il nome di quelli di Conco sembra essere molto più serio (ma potrebbe anche questo nascondere un certo humour), sarà perché siamo un po’ campanilisti, alla fine ci pia- ce di più quello dei “nostri”. La domanda che però ci poniamo è: ma questi gruppi di giovani cosa intendono fare? La risposta ce la danno loro stessi con queste note che trascriviamo. Quest’anno noi ragazzi di Conco abbiamo formato un nuovo gruppo giovani “La Montagna dei Famosi”. Abbiamo iniziato con un progetto molto originale, portato a termine in collaborazione con il gruppo giovani di Lusiana “Gli Shakerati”. Ci siamo impegnati a realizzare quattro puntate televisive presso TNE (Telenordest) interamente dedicate ai giovani di Conco (vita di uno di noi, amicizia, amore, divertimento, ecc.). Abbiamo girato le prime due puntate nei luoghi più frequentati dai ragazzi (con previsione di trasmetterle a luglio) mentre, a settembre, gireremo le altre due puntate. È un’esperienza molto bella e che ci piacerebbe rifare perché ci ha dato la possibilità di riflettere su di noi e sul nostro paese. Nonostante questo però siamo un po’ delusi per la scarsa partecipazione, ma speriamo che dopo la messa in onda il nostro gruppo si allarghi grazie all’ingresso di altri ragazzi. Ringraziamo, inoltre, i Comuni di Conco e Lusiana per aver permesso la realizzazione di questo progetto e soprattutto le nostre animatrici Gennj Ronzani e Sabrina Passuello che ci hanno seguito in questo percorso con molta energia. Questo progetto ci ha permesso di essere protagonisti del nostro territorio. Alice, Arianna ed Erika Pozza Roberta e Franco Campo Valentina Pertile Francesca Colpo Cristian Bagnara Facciamo ai ragazzi i nostri complimenti e gli auguri. Il 18 giugno 2005 a Lusiana è stato presentato un loro primo lavoro. Si trattava di una intervista a giovani e anziani (soprattutto di Lusiana) che ci è piaciuta come idea ed impostazione, ma che era carente per quanto riguardava l’audio. Sono comunque cose che si possono migliorare e senz’altro il prossimo loro lavoro sarà più “professionale”. B. P. “4 Ciacole” - pag. 22 ORA DE FARSE FURBI Da Serafina Correa (Brasile) riceviamo dal Dott. Paulo Massolini, Presidente della Federazione delle Associazioni Italo – Brasiliane del Rio Grande do Sul, questo messaggio, che ben volentieri pubblichiamo e che ci dovrebbe far riflettere a fondo sul nostro dialetto, sulla nostra identità culturale, sulle nostre radici. Ci vien da dire: per fortuna che ci sono gli emigranti! Bruno Pezzin CRONACHE DAL PALAZZO N on aveva le dimensioni dei manifesti che la precedente minoranza (oggi maggioranza) affiggeva per contestare la precedente maggioranza, ma quelle molto più modeste di un foglio A4.La minoranza, quella capeggiata da Gilberto Pilati, ha stigmatizzato un comportamento a suo dire non corretto del Sindaco il quale non si è presentato alla cerimonia del 2 giugno a Vicenza in occasione della Festa della Repubblica. E perché il nostro Sindaco doveva andare a Vicenza? Perché il Comune di Conco è uno dei pochi comuni della provincia ad essere decorato. Ed un Comune decorato, non può – sempre secondo la minoranza – non presenziare ad una così importante manifestazione! Ad un paio di settimane di distanza ecco arrivare (affissa, in alcuni casi, alle campane per la raccolta della carta) la replica del primo cittadino: Non dimentico la storia e il sacrificio di chi l’ha costruita, ma quel giorno non ho potuto partecipare per un grave motivo personale. E poi: non ho mai visto i Consiglieri Pilati e Facchinetti partecipare alle celebrazioni di eventi storici. Controrepliche spontanee dei lettori di manifesti: 1. il Sindaco poteva mandare un Assessore! 2. quand’era all’opposizione non è che si sia visto spesso alle cerimonie pubbliche! Obiettivamente non ci sembra un grosso problema. Forse ce ne sono di più importanti. Comunque: ai cittadini l’ardua sentenza! “4 Ciacole” - pag. 23 LA GUERRA DI GIOVANNI M i chiamo Giovanni Schirato. Adesso, a distanza di molti anni, ricordo ancora nitidamente quel brutto periodo in cui mi è stata impressa la vita con esperienze e ricordi così pesanti e dolorosi che ancora oggi segnano il mio corpo e la mia anima. Essendo nato a novembre appartenevo all’ultimo scaglione dell’anno. I carabinieri mi portarono la cartolina verso Natale e già il 6 gennaio del 1943 dovetti partire per la guerra. Prendemmo il treno per Conegliano Veneto dove eravamo stati assegnati al 15° Artiglieria Ippotrainata e dove ci restammo fino al mese di marzo. Mi ricordo che con me c’erano un Bonato da Gomarolo, un Pizzato da Rubbio emigrato poi in Francia. Aggregato ad una nuova compagnia fui destinato in Grecia. Ci fu data una tessera per il rancio e il viaggio fu fatto su di un treno con i sedili in legno. Giunti ad Atene prendemmo una tradotta che ci portò a Patrasso dove cambiammo nuovamente Compagnia e fummo inseriti nella Divisione Piemonte. Ero addetto al Presidio nel porto militare dove rimasi sino al mese di settembre. Ci era proibito ascoltare la radio ed avere ogni informazione sulla nostra patria a parte quel giorno di luglio quando venne comunicata la caduta di Mussolini. Alla fine di agosto siamo stati incaricati di scortare fino al Comando Tappa di Atene 4 camion pieni di generi alimentari. Rimastici per una settimana siamo riusciti a visitare il capoluogo, l’Acropoli e il porto del Pireo. L’8 settembre siamo ripartiti per ritornare alla base ma a mezza strada il treno si bloccò e il messaggio di Badoglio ci comunicò l’armistizio. L’alba del giorno successivo una pattuglia tedesca ci fece prigionieri e ci portò in un recinto di una caserma li vicina. Man mano che il tempo passava si aggiungeva- no a noi altri soldati italiani catturati in quell’occasione. Uniche vettovaglie a nostra disposizione erano quelle che i nostri superiori ci avevano concesso di prendere nel comando tappa. Caricati in vagoni chiusi prendemmo la via della Germania. Dove prima, in un vagone, erano trasportati 8 cavalli ora c’erano 44 uomini costretti, in condizione igieniche pesanti e verso una meta a loro ignota. Dopo 40 giorni di treno imboccammo un unico binario ferroviario in cui avevano la precedenza le tradotte militari. Solo quando transitammo per Belgrado potemmo avere la prima zuppa calda. Mi ricordo che era d’orzo. Per avere qualcosa da mangiare barattavamo quelle poche cose in nostro possesso con i bulgari che incontravamo lungo la ferrovia. Per ogni paese che passavamo eravamo scortati da soldati del luogo fino a quando, giunti in Germania fummo presi e condotti direttamente al campo di concentramento 4° B nei pressi di Lipsia. Qui ci disinfettarono, ci fecero fare il bagno turco e ci dettero dei vestiti. C’era gente da tutto il mondo infatti ricordo in particolare la presenza di cannibali australiani. Ci portarono quindi in un campo di lavoro che si tro- vava in un piccolo villaggio in Sassonia. Ora io avevo perduto la mia identità infatti sui miei abiti vi era un triangolo di stoffa rossa cucito sulla schiena e sui pantaloni e il mio nome sostituito dalla matricola n°255724. Eravamo un gruppo di 70 uomini che alla fine del conflitto si ridusse a 45. Ci alzavamo il mattino alle 6, percorrevamo a piedi i 3 km che ci separavano dalla fabbrica. Con una breve pausa per il pranzo consumato nella mensa, lavoravamo fino alle 18 e poi riprendevamo il ritorno alle baracche. In questa fabbrica ci occupavamo di ripulire gli ambienti dove veniva macinato il carbone. Per vivere ci davano del cibo che doveva bastare per gruppi di 4 persone. Solitamente zuppa d’orzo e patate. Eccezionalmente minestra di latte con riso e zucchero. Durante la permanenza mi ammalai ed ebbi delle forti ed inspiegate eruzioni alle braccia e per questo periodo fui ricoverato nell’infermeria. In Italia, con l’avvento della repubblica di Salò avemmo la possibilità di scrivere a casa, di fare il bagno ed avere una visita medica. Ci diedero anche la carta d’identità e al posto di avere le guardie armate eravamo ora controllati solo N ATA L E IN PIENA da un interprete. Il 18 aprile del 1945 fummo liberati dall’8° armata americana che irruppe tra le baracche e ci riportò la libertà. Ironia della sorte ricordo che alcuni soldati statunitensi di origine siciliana, si trovarono dinanzi a dei loro conoscenti fatti prigionieri dai tedeschi… 20 giorni dopo potemmo ripartire alla volta di casa. Mi procurai una cartina geografica dove segnavo con la matita il percorso che avremmo fatto durante il giorno. Ovviamente le linee erano interrotte e così il 10 luglio prendemmo la tradotta che andava verso la Francia e da qui via Brennero il 14 luglio giungemmo sino a Bolzano. Una volta a Trento una contessa mise a nostra disposizione degli autobus che ci accompagnarono fino a Bassano. Era già pomeriggio e così decisi di ripartire per il mio paese il mattino successivo. Andai in un locale pubblico dove telefonai al Bepi Girardi, l’allora titolare del bar “Cappello” per avvertire a casa che il giorno successivo sarei ritornato. Il mattino seguente chiesi un passaggio ad un autista di un camion che trasportava legname e così, dopo tante peripezie il 17 luglio 1945 ritornai a Conco. E S TAT E P ubblicare in piena estate una foto di Babbo Natale potrà far dire a qualche lettore che quelli di 4 Ciacole… “no i ga tute le fassine al cuerto”. Ma il personaggio che a noi interessa non è – in questo caso – Babbo Natale, bensì il nipotino di Valdemar e Lourdes Dallagnol, i nostri amici di Florianopolis (Brasile) ai quali mandiamo i nostri saluti. La foto è stata scattata il Natale scorso e, come ben sappiamo, in Brasile Natale arriva in piena estate. “4 Ciacole” - pag. 24 Notizie dal Centro Anziani L a notizia più importante riguarda l’Assemblea Congres- gli alunni delle scuole elementari di Fontanelle, i quali, da suale del CREL-Auser di Conco, tenutasi il giorno, 8 prima si sono divertiti a giocare a tombola assieme a noi, e marzo u.s., nella quale, oltre al dibattito, c’è stata l’elezione del successivamente si sono esibiti in alcuni canti, facendo parnuovo Consiglio Direttivo, (il precedente aveva esaurito il suo tecipare anche tutti i presenti, soprattutto nel cantare l’inno di Mameli nella sua versione integrale. Anche questi bambimandato il 31 dicembre 2004. I nostri incontri settimanali proseguono con una parteci- ni ci hanno fatto un dono di un bellissimo collage di disegni, pazione sempre molto numerosa, (la media di 75 presenze è fatti da loro, intitolato “tappeto di primavera”. Martedi 31 maggio, invece, noi del Centro siamo andati ormai consolidata). Da gennaio, il Centro Diurno si è arricchito di un im- alla scuola media di Conco, invitati dagli alunni, per assipianto tecnologico audiovisivo di prim’ordine, ciò, grazie stere alla presentazione della ricerca da loro fatta sulla “mealla collaborazione fra la Pro-Loco comunale e il CREL- moria”, e nell’occasione, gli alunni delle classi seconde, si Auser. Nell’acquisto, la spesa maggiore l’ha sostenuta la Pro- sono esibiti in un piccolo spettacolo artistico. Questi rapporti con le scuole sono da noi ritenuti molto Loco, il cui obbiettivo è la realizzazione di eventuali “Cineforum”, o manifestazioni che possano richiedere sup- importanti, perché permettono di tenere un legame tra geneporti audio-visivi. Questo impianto viene già da noi utiliz- razioni distanti fra loro, Un rapporto che può essere solo di zato per la proiezione di riprese filmate che facciamo duran- giovamento a tutti, grandi e piccoli, soprattutto in periodi te i momenti più significativi dell’attività del Centro e per la nei quali si tende a mettere dove “meno ingombrano” sia visione di films. Per quanto riguarda le attività, anche quest’anno abbiamo organizzato la festa di carnevale in collaborazione con il Circolo Auser “CREL Nuovi Orizzonti” di Lusiana e alla quale hanno partecipato ben 112 iscritti dei due Circoli, per trascorrere una giornata di allegria e socializzazione. Martedi 25 gen., sono venuti al Centro i bambini della scuola materna di Conco e nonostante rappresentassero solo le classi dei più grandicelli, erano ben 36 coloro che, con in repertorio di canzoni i cui contenuti richiamavano l’imminente carnevale, hanno allietato tutti i nonni del Centro, inoltre, Gli alunni delle scuole elementari in visita ai nonni del Centro Anziani di Tortima. Si sono tutti divertiti, giovani e ci hanno fatto dono di due anziani! magnifici loro disegni che, ora, fanno bella mostra appesi a una parete della sede. Mentre veniva preparata certi valori che gli anziani. Il 12 maggio, nell’ambito del nostro programma “conosceuna piccola merendina, i bambini si sono mescolati fra i nonni: chi per cercare i propri, chi per curiosità, formando re le città venete”, in 52 siamo andati in gita a Padova. Uno dei un quadro intergenerazionale che non ha mancato di dare momenti più interessanti è stato quello all’interno dell’università del “BO”, dove abbiamo potuto vedere l’Aula Magna e qualche emozione tra i presenti. Martedi 19 aprile, altra giornata molto importante. Gli l’Aula di Galileo. La Sala dei Quaranta e il Teatro del Santo, la alunni della 3^ media di Conco, nell’ambito di una ricerca chiesa di S. Giustina (meriterebbe, questa, un capitolo a parte), su “come si viveva una volta”, sono venuti a intervistarci il Battistero, le Piazze e i palazzi storici sono state le altre mete con una serie di domande come: quali erano i servizi, co- visitate. Nel mese di giugno, il programma del Centro prevede un m’erano le scuole, i divertimenti, ecc ecc. La collaborazione è stata entusiastica, ai ragazzi non sono incontro con un giornalista per parlare di attualità e di come si proprio mancati argomenti da riportare sui propri quaderni. lavora all’interno di un giornale, un incontro con uno psicoloFra l’altro, questo incontro ha fatto seguito ad un altro avve- go per parlare della società in cui viviamo e una gita in Altopiano nuto lo scorso anno, sempre per una ricerca sulla “memoria”. per conoscere le tante cose interessanti che si trovano nel noMartedi 24 maggio abbiamo avuto un incontro anche con stro territorio. “4 Ciacole” - pag. 25 FILO D’ARGENTO VOLONTARI FILO D’ARGENTO: Il nostro gruppo di volontari continua a operare in favore di quelle persone che ne fanno richiesta telefonando al numero 0424 709411, il martedi, dalle 14 alle 18, e il giovedi dalle 9 alle 11, sempre nelle nostre possibilità e capacità, ma sempre con quello spirito di solidarietà che contraddistingue i volontari dell’ Auser nazionale con cui contribuiamo alle oltre 8 milioni di ore di volontariato che i 32.104 volontari hanno fatto nel 2004. sempre a livello nazionale, l’Auser conta 232.000 iscritti e 1412 sedi. Voglio ricordare che il nostro gruppo è aperto a tutti coloro che hanno la possibilità di mettere a disposizione, di chi ha bisogno, anche solo una piccola parte del loro tempo e allargare così la possibilità di poter essere utili a quanti sono meno fortunati di noi. Aldo Rodighiero, Ciscato Pierino, Dalle Nogare Gemma, Dalle Nogare Berenice, Pizzato Clara, Carli Giuseppina, Poli Battista, Rigon Guido, Furlani Giulio, Rodighiero Angelina, Pizzato Olimpia, Beccattini Ettore, Ciscato Daniela, Vivian Roberta, Pilati Luigi, Crestani Alessandra, Crestani Gianluca, Pizzato Annamaria, Brunello Ennio, Bonato Giuliana, Vizzardi Rosa. In questo anno avremo il piacere di festeggiare due Signore della classe 1915: Maria Luisa Todesco che è nata a Conco il 19 luglio e vive a Romano Lombardo, e Pierina Crestani che è nata l’11 maggio e vive a Prato - AUGURI Aldo Rodighiero NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO DEL CREL: Rodighiero Aldo Cortese Bertilla Crestani Giulia Marchiori Liliana Ciscato Pierino Dalle Nogare Gemma presidente vice presidente segretaria consigliere consigliere consigliere A lla fine dell’anno scorso ha festeggiato i cent’anni e noi ne avevamo appena accennato sul nostro giornale perché non eravamo in possesso di ulteriori notizie. Ora queste ci arrivano e così, ben volentieri, riparliamo di Santa Passuello, moglie di Giovanni Soster e madre di Angelina e Anita. La vediamo qui, davanti alla torta, tra una nipote e la figlia Anita (alla sua sinistra). Il padre di Santa fu Giovanni Battista Passuello (detto “Mani” che ebbe bottega per molti anni in Conco de Sora, 1872-1954) e la madre fu Anna Bagnara. La lista dei fratelli di Santa comprende Giuseppe detto Bepi del Mani (1900-1998), Ferdinando detto Nano (1907-1989), Paola (1909-1964) e Giuseppina detta Pina (1917-1980). Il nonno di Santa fu Bepi Passuello “Bojacco” (18311910) e lei ricorda bene la festa che i “Bojacchi” facevano a Campomezzavia, la contrada da cui proveniva la famiglia. Sotto il governo dell’Austria (1815-1866) i Bojacchi andavano d’estate in Carinzia a far carbone e tornavano a passare l’inverno a Conco. Gianni Pezzin Dalle Nogare Berenice Furlani Mario Brunello Virginia Pizzato Clara Carli Giuseppina consigliere consigliere consigliere consigliere consigliere SANTA PASSUELLO Santa Passuello, con una nipote e la figlia Anita, mentre spegne la candelina dei cent’anni. L’altra centenaria: Giuseppina Crestani L eggiamo su “Il Gazzettino online” e riportiamo la notizia. Il 21 Gennaio 2005 a Villa Serena di Bassano del Grappa, dove è ospite da tre anni, alla presenza del Presidente Pietro Fabris e del Sindaco Gianpaolo Bazzotto, è stata festeggiata Giuseppina Crestani da Tortima (e chi non la ricorda con la sorella Amabile?) che ha raggiunto il traguardo dei 100 anni. Nona di dieci figli (di cui 5 femmine: una sola sposata) è sempre lucida di mente: fisicamente lamenta solo una riduzione dell’udito. Trascorre le sue giornate dedicandosi alle pratiche religiose (sappiamo che è sempre stata una vera credente) ed alla lettura. A Lei tanti tanti auguri da tutta la Redazione di 4 Ciacole. “4 Ciacole” - pag. 26 QUANDO BUSSERÒ A Roana, dov’era ospite della Casa di Riposo è morta Lucia Tumelero di anni 106. Crediamo che nessun Conchese finora abbia avuto una vita così lunga e perciò scriviamo il nome di Lucia nel nostro ipotetico libro dei Guinnes. C’erano 23 bambini dell’asilo seduti sui gradini del Monumento di Conco a salutare il passaggio del feretro di Lucia Tumelero Bianca Stefani di anni 91 che è deceduta ad Asiago dove viveva ormai da parecchi anni ospite della casa di riposo. Ai suoi funerali ha voluto assistere anche Suor Alberta che è stata l’ultima direttrice religiosa della scuola materna di Conco. Bianca aveva per moltissimi anni aiutato le suore e le suore per altrettanti anni avevano aiutato lei. Dopo una lunga malattia che ha visto i famigliari impegnati fortemente nel fronte dell’assistenza, è deceduta Olga Caldana di anni 84 che abitava in Contrà Stringari. E, sempre amorevolmente assistita per lungo tempo dai famigliari, è morta alla bell’età di 97 anni Letizia Caldana vedova di Marco Poli, che abitava in Via Birte. I coniugi Poli erano stati per molti anni emigranti in Belgio. È invece deceduta all’improvviso Anna Angela Dal Sasso ved. Caldana (di anni 84) che abitava alla Costa Per i lettori lontani precisiamo che era la moglie del “Tripoli”. È deceduta anche Daria Paolina Miglioretto, meglio conosciuta come Rina; abitava ai Brunelli ed era la vedova del Mario Carraro. All’età di 86 anni è deceduta Lucia Bagnara ved. Colpo che abitava in Contrà Lazzera. A giugno sono deceduti anche Schirato Giannino di anni 80 che abitava in contrà Campanari e Pilati Domenico (Lino) che abitava ai Lova e che di anni ne aveva 76. Della contrada Busa era Aldo Crestani di anni 79, mentre da Fontanelle è giunta notizia della morte di Poli Giacomina (Jacqueline) di anni 69. Di Rubbio erano Emilia Armida Bertacco ved. Cortese di anni 87 e Bortolo Schirato di anni 83. Di Santa Caterina era, invece, Gianni Rubbo (Canèpe) di anni 67, molto conosciuto soprattutto per la sua attività di impresario edile. A luglio è deceduto improvvisamente Gianni Cortese di anni 64 che abitava in Contrà Nogara. Era il fratello di Piercarlo che certamente molti lettori del nostro giornale conosceranno. Da Cassola è arrivata notizia della morte di Silvio Vivian (Berna) di anni 75. Abitava ad Asiago Giordano Dal Sasso di anni 66 che è deceduto il 28 dicembre 2004. Era il marito di Vilma Girardi dei Brunelli. Da Torino è giunta notizia dell’improvvisa dipartita di Fulgenzia Guazzo (classe 1926) che veniva ogni anno a Conco per la ricorrenza dei Fulgenzia Guazzo morti, ma che negli ultimi anni ha trascorso anche qualche settimana di vacanze alloggiando all’Albergo al Cappello. Da Villadossola è arrivata notizia della morte di Carlo Zanella. Anche Don Giuseppe Dalle Nogare ci ha lasciati. Aveva 85 anni e faceva parte della Congregazione di Don Orione. Originario di contrà Ronchi, era da molti anni in Sicilia dove svolgeva la sua missione in favore dei giovani. Ricordiamo Don Giuseppe ai molti lettori di 4 Ciacole ai quali qualche volta ha inviato i suoi saluti ed auguri. Dal bollettino parrocchiale abbiamo appreso anche della morte di Suor Antonietta Bertuzzi. A luglio è giunta da Torino la notizia della morte di Ivo Predebon che, originario di Gomarolo, era nato nel 1929 ed era uno zio di Sonia Maino Ghandi. Da Biella è giunta notizia della morte di Narciso Crestani di anni 87, che è stato un Sergente degli Alpini ed era originario di Contrà Bielli. Abitava a Montecarlo Dal Cortivo Elsa ved. Lila che di anni ne aveva 82 e che era originaria di Santa Caterina. Dalla Svizzera è giunto l’atto di morte di Scanzi Ermes che era nato nel 1934 e, da giovane, abitava in Contrà Campanari, mentre dalla Francia è arrivata notizia della morte di Franco Predebon originario di Gomarolo. UNA TRAGEDIA VICINO A CASA FRATTE Il 7 Luglio, poco dopo mezzogiorno, sulla strada provinciale, in prossimità di Casa Fratte, Antonio Eugenio Pilati da Leghe, mentre in auto accompagnava all’Ospedale di Asiago la moglie Lena per un controllo, si è scontrato frontalmente con un fuoristrada guidato da Mario Bagnara da Conco di Sopra, che viaggiava con un nipotino, accomodato sul sedile posteriore. Lo scontro, sulle cui cause sono in corso accertamenti, è stato violentissimo e le conseguenze tragiche. L’auto di Eugenio Pilati è andata distrutta ed il conducente è morto sul colpo. I Vigili del fuoco hanno dovuto lavorare parecchio per estrarre dalle lamiere la moglie, che un elicottero ha trasportato subito all’Ospedale di Vicenza, ove, al momento in cui scriviamo, è mantenuta in coma farmacologico. Il Bagnara (che è stato per anni datore di lavoro di Eugenio ed anche testimone alle sue nozze) ed il suo nipotino invece hanno riportato modeste lesioni Il caso ha voluto che subito dietro al mezzo dei Vigili del fuoco seguisse l’auto guidata da Antonella Pilati, figlia della coppia, che rientrava dal lavoro. Si può facilmente immaginare quale sia stato per lei lo shock trovandosi davanti alla terribile scena ed al corpo senza vita del Padre. Il fatto ha profondamente commosso tutta la comunità di Conco. Tanto più che la famiglia Pilati è nota anche per essere una famiglia esemplare: quattro figli, due femmine, entrambe sposate (Antonella è moglie del dott. Maurizio Poli attuale dirigente veterinario nell’A.S.L. di Vicenza), e due maschi, che hanno, con sacrificio, meritatamente ottenuta la laurea in ingegneria. L’11 luglio nella Parrocchiale di Conco si è svolto il funerale di Eugenio con una tale partecipazione di folla che la chiesa non ha potuto contenere tutti gli intervenuti. Durante la cerimonia uno dei figli ha rivolto al Padre un saluto pieno d’amore “4 Ciacole” - pag. 27 DESIDERO CHE IL COLPEVOLE SIA CONDANNATO ALLA PENA DI MORTE L o scorso mese di gennaio, nel cimitero di Conco, alcune tombe sono state danneggiate ed alcuni arredi in marmo asportati e probabilmente gettati nella spazzatura. Non è la prima volta, purtroppo, che accade una cosa del genere. Il Parroco di Conco ha stigmatizzato la cosa scrivendo nel foglietto settimanale di “ammanchi dentro la testa e il cuore dei responsabili”. Non sappiamo se le autorità comunali intendano mettere in atto qualche accorgimento per evitare tali episodi di scelleratezza, ma al di là di quello che si è fatto o si farà, crediamo dav- A ME PIACE CHE LE SEPOLTURE E LE TOMBE RESTINO INVIOLATE IN PERPETUO PER COLORO CHE LE HANNO COSTRUITE AL FINE DI RENDERE CULTO AI LORO ANTENATI O FIGLI O MEMBRI DELLA LORO FAMIGLIA. SE CAPITASSE, PERTANTO, CHE QUALCUNO DENUNCI CHE UN ALTRO HA DISTRUTTO LE TOMBE O IN QUALUNQUE MANIERA VI HA TOLTO QUELLI CHE VI ERANO SEPOLTI O LI HA PER MALIZIA TRASPORTATI IN ALTRO LUOGO E CON INGIURIA VERSO I MORTI O HA SMOSSO LA PIETRA CHE CHIUDE LE TOMBE OD OGNI ALTRA PIETRA, ORDINO CHE QUEST’UOMO SIA PROCESSATO, TANTO PER RISPETTO DEGLI DÈI CHE PER RISPETTO DEL CULTO DEI MORTALI, PERCHÉ SARÀ D’ORA INNANZI STRETTAMENTE OBBLIGATORIO ONORARE COLORO CHE SONO SEPOLTI. E’ ASSOLUTAMENTE VIETATO A CHIUNQUE DI VENIRE A TURBARLI. IN CASO DI INFRAZIONE A QUESTA REGOLA, DESIDERO CHE IL COLPEVOLE SIA CONDANNATO ALLA PENA DI MORTE PER VIOLAZIONE DI SEPOLTURA. Questa iscrizione di 22 linee in greco appare in una lastra di marmo che è oggi conservata nel Cabinet des Medailles di Parigi. Sembra proveniente dalla zona di Nazaret e si tratta di un editto dell’Imperatore (probabilmente Nerone) databile tra il 62 ed il 64 d.C.. La notizia la ricaviamo dal libro di Andrea Tornielli edito da Soc. Europea Edizioni Spa e titolato “Inchiesta sulla Resurrezione”. e di riconoscenza tale che i presenti non hanno potuto fare a meno di applaudire. Augurando che la Mamma possa tornare presto a casa guarita, la Redazione di 4 Ciacole, esprime ai figlioli ed a tutti i familiari il suo cordoglio e tutta la sua solidarietà. L. C. L’EMIGRANTE Adelaide è adagiata nella fertile a assolata pianura australiana del sud. A pochi chilometri di distanza, in direzione nord, ci sono dei monti e quando si sale in macchina sembra di salire sul nostro altopiano. Arrivati ad One Tree Hill volgi lo sguardo alla pianura sottostante e ti sembra di essere a Tortima. E’ qui, in questa Tortima australiana che viveva un emigrante di Conco. Si chiamava Marino Bagnara ed era partito dai nostri monti per andare nella lontana Australia. Erano gli anni ’50. In Italia aveva fatto per qualche mese il poliziotto, ma aveva deciso che con quel misero stipendio non si poteva mandare avanti una famiglia e che era preferibile (necessario!) prendere la valigia. Non so se sia andato subi- to ad One Tree Hill, ma penso che, come quasi tutti, abbia prima gironzolato un po’ a destra e a manca in cerca di lavoro. Marino l’ho conosciuto nei viaggi fatti in Australia con 4 Ciacole e posso dire che era, come tutti gli emigranti, malato di nostalgia. Non so perché, però, la sua era una nostalgia diversa. Lui l’aveva dentro in modo personale; vorrei dire, e mi auguro di non offendere nessun altro emigrante, la sua era più forte, più dolorosa, più sentita. Lui amava la sua terra natìa e quando ne parlava era facile vedere qualche lacrima rigargli il volto. Con Marino è morto un emigrante, è morto un amico, è morto un po’ di Conco in Australia. B. Pezzin Don Italo Girardi A 35 anni dalla morte, la corale e parecchi parrocchiani di Borso del Grappa sono saliti a Conco per ricordare con una Santa Messa quel loro giovane Cappellano che per salvare un ragazzo caduto in acqua, annegò. Sono 35 anni che i suoi parrocchiani di Borso lo ricordano con una Messa celebrata qui a Conco e quest’anno, su proposta di Don Antonio, hanno anche ricevuto un applauso. La figura di Don Italo non muore ed è commovente vedere come ancora tantissime persone ricordino questo eroe mite e generoso che non esitò a dare la sua vita per salvare quella di un altro. Tutta Conco, crediamo, deve andare fiera di questo suo figlio! vero che solamente una mente malata possa compiere gesti di tal fatta. Non siamo quindi a chiedere l’applicazione dell’editto di Nerone (pubblicato a fianco), ma è certo che se gli autori di tali atti vandalici venissero scoperti, occorrerebbe sottoporli a trattamento sanitario obbligatorio. Non dimentichiamoci che l’uomo ha cominciato a distinguersi dagli animali quando ha iniziato a ricordare e rispettare i morti. Chi non lo fa è molto più animale che uomo, mentre Nerone, che per altri versi non era uno stinco di santo, appare molto meno pazzo di qualche nostro contemporaneo. L’albero delle rose Conco, Via Reggenza Sette Comuni, Luglio 2005. Nel giardino di Tranquillo Pilati un bellissimo “rosaio” è diventato alto come un albero. La Frase George Eliot ha scritto: Ci sono molte vittorie peggiori di una sconfitta “4 Ciacole” - pag. 28 LA BANCA CAMBIA PRESIDENTE L a Banca di Romano e Santa Caterina, a dieci anni dalla data della fusione delle due Casse Rurali, ha cambiato il vertice. Dal giugno di quest’anno, infatti, a Presidente della Banca è stato eletto il Dott. Giancarlo Marin, Commercialista di Bassano, che aveva in precedenza ricoperto incarichi di Sindaco e di Consigliere della Banca stessa e che quindi ha maturato notevole esperienza per poter governare al meglio l’Istituto di Credito. Riteniamo sia questa una svolta importante che dovrebbe portare al superamento di quel dualismo che pur velatamente esisteva in precedenza e che aveva in parte rallentato quel processo di completa integrazione tra le due realtà. I due Istituti avevano con lungimiranza e coraggio deciso, nel 1995, di unire le forze per dare vita ad un soggetto più forte ed in grado di affrontare un futuro che si riteneva difficile e nel quale gli Istituti più grandi potevano facilmente fagocitare i piccoli. L’operazione ha dato buoni frutti, e nel decennio trascorso gli amministratori ed il personale hanno lavorato senz’altro in maniera encomiabile per superare problematiche e difficoltà di vario genere. Negli ultimi anni erano però arrivate dalla base sociale richieste di cambiamento che non potevano essere ignorate. Una nuova legge che regolamenta l’attività delle società cooperative (la Banca è una cooperativa), ha imposto l’adozione di un nuovo statuto. L’occasione è servita per approvare anche un nuovo regolamento assembleare e, nella stessa lunga assemblea dei Soci, si è votato il nuovo Presidente, che ha ottenuto l’unanimità dei consensi per acclamazione. Tutte queste novità sono alla base di una speranza (certezza!) di cambiamenti importanti, anche se non verranno certo meno le finalità e gli scopi mutualistici che sono propri della Banca di Credito Cooperativo. Il bilancio approvato ci dice di una raccolta in aumento di oltre il 17% e di impieghi che sono aumentati del 22%, mentre l’utile netto si è attestato su 1,5 milioni di euro ed il patrimonio Il Dott. Giancarlo Marin è il nuovo Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Romano e Santa Caterina. ha superato i 22 milioni di euro. I buoni risultati raggiunti fanno si che si guardi avanti, non dimenticando il passato e le origini che sono sicuramente nobili e importanti. A questo proposito, ricorrendo quest’anno il quarantesimo anniversario della nascita della ex Cassa Rurale ed Artigiana di Santa Caterina di Lusiana, si svolgeranno degli incontri con i Soci fondatori ancora viventi (sono 18 su 64) e con tutti gli ex Amministratori e Sindaci. L’occasione permetterà a tutti coloro che si sono succeduti al governo della Banca di ripercorrere le tappe salienti di questa quarantenne che possiamo ben paragonare ad una piacente e matura signora. IL CORAGGIO DELL’IMPRENDITORE R iferiamo con soddisfazione la notizia dell’apertura di alcuni locali a Conco. RISTORANTE PIZZERIA Un plauso meritato va sicuramente alla famiglia Maino che ha inaugurato recentemente un nuovo ristorante – pizzeria in Via Luigi Cappellari. A pochi metri di distanza dalla precedente ubicazione, dove erano in affitto, i Maino hanno costruito un locale davvero molto elegante e piacevole in cui hanno trasferito l’atti- Tiziano, Serenella e Stefano posano per il fotografo di 4 Ciacole il giorno dell’inaugurazione del loro nuovo locale. E Mattia? Sta facendo le pizze. vità. Qui hanno spazi maggiori e la possibilità di ospitare molti più clienti di prima. Non avendo a disposizione spazi sufficienti per il parcheggio, questo è stato realizzato nel seminterrato dell’edificio e quindi con una soluzione originale e che può dare una sensazione di familiarità al cliente. In tempi di crisi pressoché totale, il coraggio dimostrato dalla famiglia Maino va premiato e noi non possiamo che augurar loro pieno successo. Tiziano Maino, originario di Lusiana, ha frequentato la scuola alberghiera di Recoaro “4 Ciacole” - pag. 29 tima che lascia un po’ preoccupati i ragazzi che, se vorranno dare l’addio al celibato, sembra non possano fare affidamento sulla suddetta Osteria. NEGOZIO DI BIANCHERIA Il nuovo locale della famiglia Maino visto dall’esterno appare moderno ed elegante. assieme ad alcuni Conchesi come Enrico Rodighiero e Pier Antonio Ciscato. Una volta conseguito il diploma è andato a lavorare in vari ristoranti, anche di prestigio, come ad esempio a Bruxelles in uno dei più esclusivi alberghi d’Europa, o a Venezia al Danieli. Dal 1979 al 1987 ha poi gestito il Ristorante “Al Fun- go” in località Puffele e quindi, dal 20 marzo 1987 si è trasferito con l’attività in Via Luigi Cappellari a Conco. Dai primi di giugno di quest’anno Tiziano, con la moglie Serenella ed i figli Stefano e Mattia (che sta imparando l’arte del pizzaiolo) hanno aperto il loro nuovo locale che, come detto, è originale, elegante e piacevole. A pochi giorni di distanza dall’inaugurazione del Ristorante Maino, sempre nella medesima via è stato aperto anche un negozio di biancheria e moda. La Tirol Haus di Ida Pozza ha aperto un punto vendita nell’ex negozio di formaggi di Pierino Dalle Nogare. Cambiato completamento tipo di prodotti, ora dalle vetrine si possono vedere vestiti e cuscini, tendaggi e biancheria, articoli da regalo e per l’arredo della casa. Dobbiamo plaudire senz’altro, anche in questo caso, all’iniziativa di Ida che, dopo il negozio di Asiago ha voluto avventurarsi a Conco con una attività commerciale di nicchia che, siamo certi, incontrerà i gusti dei clienti sia paesani che di passaggio. Ida si è fatta apprezzare soprattutto per la sua bravura ed il buon gusto nella realizzazione di tendaggi, ma l’apertura di questi negozi dimostra che le sue capacità imprenditoriali vanno ben oltre. BED & BREAKFAST La pubblicità recita: “In una delle più belle valli dell’Altopiano di Asiago e 7 Comuni Bed & Breakfast Gallo Cedrone mt 1050 s.l.m. – Via Val Lastaro, 1 – Conco” Proprio così, anche a Conco è arrivato il primo B.& B. che poi detto in veneto “se dovaria dire dormire e far colassion”. Ad aprire il nuovo esercizio non sono nostri concittadini, ma persone che hanno acquistato un immobile a Val Lastaro ed hanno pensato di trasformarlo in questo tipo di struttura alberghiera. Non crediamo che sull’Altopiano siano molti i B. & B. e forse non c’è ancora in noi la mentalità, ma l’iniziativa ci sembra lodevole e non possiamo che augurare ai gestori buon lavoro. Ida Pozza posa con il papà Amedeo all’interno del nuovo negozio di abbigliamento il giorno dell’inaugurazione. UNA NUOVA OSTERIA A qualche centinaio di metri dal nuovo B. & B. è stato riaperto un locale che, durante gli anni del boom turistico invernale era molto conosciuto. A Val Lastaro, infatti, dove c’era il ristorante (originariamente di Piero Scalco, poi passato più volte ad altri gestori) è stato aperta recentemente l’”Osteria Al Faggio”. Sempre dalla pubblicità apprendiamo che si serviranno piatti tipici veneti con specialità Cimbre rivisitate in arte creativa. Si possono poi organizzare cene di gruppo, feste, ricevimenti e cene di… “addio al nubilato”. Cosa quest’ul- In quello che fino a poco tempo fa era il negozio di formaggi di Pierino Dalle Nogare, oggi Ida Pozza, titolare della ditta “Tirol Haus”, ha aperto un punto vendita di grande attrattiva per il gentil sesso. “4 Ciacole” - pag. 30 Lettere al Giornale Abbiamo ricevuto: Oggi 6 Gennaio, leggendo l’inserto del n° 62 di “4 Ciacole” STAMPA DEL COMMUN DI CONCO, a cura del dr. Cremonini, mi è venuta un’idea: Costruire a Tortima – inizio della mulattiera del “Sette” – nei pressi della Pizzeria “Rondinella”, un cumulo o meglio una piramide di sassi, possibilmente quelli della Scaletta, e incastonare una lapide che reciti pressappoco così: QUI AL PASSO DELLA TORTIMA – IL PIU’ BEL BALCONE SUL VENETO – NELL’ESTATE DEL 1510 E 1511 GLI ABITANTI DELLA ZONA FIERI DELLA LORO LIBERTÀ E INDIPENDENZA RESPINSERO CON MASSI E SASSATE LE TRUPPE AUSTRO-FRANCESI DELLA LEGA DI CAMBRAI COMANDATE: NEL 1510 DALL’AUSTRIACO PRINCI PE DI ANHALT NEL 1511 DAL FAMOSO GENERALE FRANCESE MESSIEUR DE LA PALISSE CHE VOLEVANO INVADERE E SOTTOMETTERE LA REGGENZA DEI 7 COMUNI ---------NEL 1915-1918 PER QUESTA MULATTIERA DEL “SETTE” TRANSITARONO ALPINI E FANTI DIRETTI AL CALVARIO DELL’ORTIGARA E DELL’ALTOPIANO PER ARGINARE L’AVANZATA DEL NEMICO Ciò valorizzerebbe il nostro territorio. E’ possibile questo? Io lo spero! Cordialissimi lapalissiani saluti. Giordano CRESTANI Sintetizziamo qui la risposta di Luciano Cremonini a questa simpatica lettera. La proposta va presa in seria considerazione però, per quanto riguarda la seconda parte della targa, va tenuto presente che, durante la Guerra del 15/18, più che la “Strada dei sette” (che fu appunto difesa e bloccata nel 1510 e 1511) ebbe importanza strategica la Conco-Campo Mezzania, ultimata pochi giorni prima che si scatenasse la Spedizione punitiva del giugno 1916, e, soprattutto, la Tortima-S.Michele, costruita nel 1917, la quale, completando la Strada della fratellanza, divenne l’arteria principale dei rifornimenti di uomini e mezzi che permisero la resistenza nell’ultimo anno di guerra su fronte ormai a ridosso del nostro paese. Da Marone (BS) riceviamo questa lettera che ci invita a riflettere sulla nostra “lingua” veneta. Caro Bruno, in una giornata invernale, mentre in famiglia sfogliavamo il suggestivo calendario 2004 “Tramonti”, ci siamo soffermati a tradurre, o meglio, cercare il significato delle parole venete lì raccolte e pubblicate. La cosa ci ha da prima divertiti (un po’ di dialetto veneto lo masticano anche mio marito e i figli, i quali nell’infanzia trascorrevano con la nonna a Gomarolo intere estati), poi ho sentito quasi il bisogno, il piacere e, in fondo, un po’ anche il dovere, di dare a tutte quelle parole (quasi 600) il loro volto, senso e significato. Ho capito l’importanza di sottrarle ad un anonimato o ad una assenza di destino dando ad esse una collocazione precisa nella conservazione di parte della storia del nostro popolo. Insomma, cercare la loro “anima” salvandole da un quasi sicuro oblio. Inizialmente da sola, poi coinvolgendo mio fratello Piergiorgio e mio zio Piero, siamo arrivati alla pressoché totale identificazione del loro significato. Non solo: poiché da cosa nasce cosa era scontato e prevedibile che altre numerose se ne aggiungessero, riemergendo dalla nostra memoria infantile (ne abbiamo trovate oltre 100). Ti assicuro, una vera grande emozione! Ed ora, eccomi a te per sentire: può interessare a 4Ciacole organizzare una raccolta pressoché completa? Conoscendo la sensibilità e l’interesse di noi conchesi, credo che ci faremmo un vero regalo, e quale onore per i nostri antenati! Poi sai, si potrebbero scrivere anche le storie di una volta, i modi di dire più caratteristici, le filastrocche, le canzoni ed altro. M. Teresa Pezzin Da Melbourne Silvano Predebon ci scrive: Melbourne 20-3-05 Caro amico Bruno, essendo un lettore delle 4 Ciacole e vissuto a Conco nella mia gioventù, mi è venuta una curiosità, che non è mai stata pubblicata. Vorrei chiedere quanti Sindaci e Podestà sono stati eletti e che hanno amministrato il nostro comune negli ultimi 100 anni a partire dal 1905 fino al 2005 con il suo nome e cognome. Vi saluto tutti e spero rivederci nel futuro. Cordialmente Silvano Predebon Caro Amico, Bruno mi ha “passata” la Sua lettera e io ringrazio perché così Lei mi ha dato uno stimolo per una nuova ricerca. Le delibere conservate nell’archivio del nostro Municipio cominciano dal 1870 quindi c’è del lavoro da fare ma, se Dio mi concede di vivere ancora un po’, potrò soddisfare quella che non è solamente la Sua curiosità. Detto tra di noi, mi sono chiesto molte volte perché negli edifici pubblici non viene collocata una targa con i nomi di tutti coloro che, bene o male, negli anni hanno presieduto ”quella” Amministrazione (Comunale, Provinciale o Regionale che sia). Cordialissimi saluti e ancora grazie. Luciano Cremonini. Da Castelfranco Anna Rosa Zanon ci scrive: Castelfranco V.to 10 Gennaio 2005-04-2005 Caro Bruno, Vi volevo ringraziare per la bella serata del primo dell’Anno. È la prima volta che assistiamo alla fiaccolata con tutte quelle contrade (di qualcuna ignoravo l’esistenza). Freddo, ma valeva la pena spettare. Poi il nostro coro grandioso, certe canzoni mi hanno fatto ritornare giovinetta “Natale sulle strade imbiancate” la cantavo con l’Orsolina… Per me è stato anche tanto commovente. Complimenti a te per la presentazione corretta e simpatica. In piazza abbiamo bevuto volentieri la cioccolata calda nelle nuove “Cicare” del 2005. Grazie di ogni cosa e arrivederci all’anno prossimo. Anna Rosa e Aldo Zanon “4 Ciacole” - pag. 31 I l Centro Anziani di Tortima si è reso promotore di una bella iniziativa che, siamo certi, piacerà a molti concittadini: la raccolta di vecchie foto con l’intento di allestire una mostra fotografica. Gli organizzatori stanno raccogliendo numeroso materiale ed avrebbero intenzione di allestire già per il mese di agosto una specie di “anteprima”. Tutti coloro che pensano di avere fotografie interessanti possono mettersi in contatto con i responsabili del CREL che le catalogheranno e le restituiranno alla fine della mostra. Le fotografie verranno esposte in base a dei “temi” che, in linea di massima sono i seguenti: ritratti, gruppi famigliari, lavori, militari, bambini, bande musicali, gruppi vari, cresime e prime comunioni, emigranti, paesaggi. C’è, ovviamente, spazio per qualsiasi altra fotografia, purché... di una certa età! Nell’operazione è stato coinvolto anche il nostro giornale che si è prontamente interessato. Abbiamo, infatti, sem- MOSTRA FOTOGRAFICA Le sportare: una delle foto raccolte dal Centro Anziani per la futura mostra. pre pensato alla pubblicazione di un libro di fotografie del nostro paese e, forse, questa potrebbe essere l’occasione giusta. Abbiamo notato la grande passione che il Presidente Aldo Rodighiero ed alcune sue collaboratrici stan- no mettendo per realizzare l’idea e non ci resta perciò che fare loro i migliori auguri. B. P. PROGETTO SCUOLA + A Santa Caterina una scuola che va incontro ai genitori I l “progetto scuola+” nasce dalla necessità di dare una risposta concreta alla crescente domanda di servizi a supporto delle famiglie impegnate a gestire orari lavorativi che spesso non si conciliano con gli orari scolastici dei propri figli. Il Comitato Genitori di Santa Caterina ha optato per una soluzione che, dopo due anni di sperimentazione, si è dimostrata efficace. La novità consiste nell’offrire alle famiglie un servizio assolutamente originale: non si tratta né di tempo pieno, né di tempo lungo. Dopo la normale mattinata scolastica i bambini possono usufruire della mensa della Scuola Materna, di un momento di gioco libero e di un doposcuola durante il quale le insegnanti li seguiranno nell’esecuzione di compiti assegnati al mattino. Ai ragazzi è inoltre offerta la possibilità di vivere ogni settimana esperienze nuove svincolate dal normale contesto scolastico come musicoterapia, animazione teatrale, attività sportive con personale altamente qualificato. … E PER L’ESTATE… Il Comitato Genitori, visto il positivo riscontro dell’iniziativa ha pensato bene di impegnare i bambini anche d’estate in modo che i genitori possano usufruire del servizio anche quando la scuola è chiusa per le vacanze estive. A partire da metà giugno è stato attivato un centro estivo che, integrandosi con le attività proposte dalla Cooperativa Adelante garantisce una copertura oraria che va dalle 8,00 del mattino alle 17,30 circa. Moreno Xillo Presidente del Comitato Genitori “4 Ciacole” - pag. 32 L’EMIGRAZIONE ITALIANA I l Prof. Deliso Villa, l’autore di “Storia Dimenticata” ha pubblicato recentemente un altro volume titolato “L’Emigrazione Italiana, il più grande esodo di un popolo nella storia moderna”. E’ un volume di 350 pagine e di grandi dimensioni (21x29,5) che racconta in modo completo, ma soprattutto veritiero, la storia dell’Emigrazione Italiana. Il Prof. Villa, per 22 anni emigrante in Francia, Belgio e Lussemburgo è stato per 15 anni il direttore del giornale “L’Eco d’Italia” che si pubblica in Francia. Profondo conoscitore del mondo dei migranti, Villa si è sempre battuto per far conoscere la storia dell’emigrazione soprattutto nelle scuole, perché – dice - è l’unica storia che pur avendo coinvolto un numero impressionante di italiani (29 milioni in cent’anni) non ha mai avuto l’onore di essere scritta nei libri di storia. Era, evidentemente, una storia di cui vergognarsi, di cui non parlare, da dimenticare. Ed invece, dice Villa e noi siamo perfettamente d’accordo con lui, è una storia che va non solo scritta, ma insegnata. E’ una storia di grandi uomini e grandi donne, di grandi sacrifici, di grandi idee e di grandi ideali. E’ una storia – scrive Villa - che per essere compresa, ha bisogno di essere inquadrata in un orizzonte ampio e profondo. Occorre una lunga durata per comprendere quello che succede nelle regioni, nei Paesi e nei continenti; dietro le vicende, anche quelle minute, c’è sempre una struttura immobile che resiste da secoli. L’Emigrazione investe sociologia, geografia, religione, politica, antropologia, capitalismo, socialismo, civiltà: E’ un pezzo di vita di cui la storia non può fare a meno. Come tutte le storie è fondata su un conflitto permanente che mette a confronto, senza esclusione di colpi, al di qua e al di là delle frontiere, i ricchi e i poveri, l’egoismo e la solidarietà, la paura e la speranza. Forse qualche numero può darci delle utili indicazioni su che cosa fu l’emigrazione italiana. E non partiamo dalla fine dell’800, ma limitiamoci a parlare del periodo successivo alla seconda guerra mondiale. Moltissimi di coloro che son partiti in quegli anni sono ancora vivi, ma crediamo che ben pochi conoscano questi numeri: Più di un milione di italiani emigra in Francia; in Svizzera Borse Studio BCC Tra le tante iniziative a favore dei Soci della Banca di Credito Cooperativo di Romano e Santa Caterina, merita sicuramente un plauso quella che vede assegnate ai figli dei Soci le borse di studio. Nel 2004 sono stati consegnati ben 147 assegni ad altrettanti studenti di scuole medie, superiori ed università. I Conchesi premiati sono stati: Per le scuole medie: Dalle Nogare Stefano; Per le superiori: Bagnara Barbara, Bertacco Francesco, Dalle Nogare Anna, Girardi Nicola, Pezzin Paolo,; Per l’università: Bagnara Giovanna, Bertacco Alessandra, Colpo Elide, Dalle Ave Lara, Miglioretto Giada, Pilati Elisa, Zovi Anna. andranno 2.330.000 connazionali, 381.000 in Belgio, Olanda e Lussemburgo; 166.000 in Inghilterra; 500.000 in Argentina; 125.000 in Brasile; 500.000 negli Stati Uniti; 400.000 in Canadà; 280.000 in Venezuela; 89.000 in Sudafrica; 300.000 in Australia. E quando, nel 1956 si aprono le porte della Germania, saranno 1.138.000 quelli che vi andranno. In una quindicina d’anni emigreranno ben 7 milioni e mezzo di italiani. Per chi si interessa anche solo marginalmente della nostra storia patria, crediamo non possa mancare la lettura di questo libro che, pubblicato dalla BST di Romano d’Ezzelino è in vendita al prezzo di euro 22,00.A questo numero hanno collaborato: Luciano Cremonini Florido Pilati Aldo Rodighiero Alferio Crestani Maria Teresa Pezzin Gianni Pezzin Annamaria Rizzi Paulo Massolini Lorenzo Cesco Del Vaglio Giovanni Schirato Moreno Xillo Oriana Pozza Gruppo Giovani di Conco Federica e Samuele Ulmo Burul Alice, Arianna, Erica Pozza Roberta, Franco Campo Francesca Colpo Cristian Bagnara Giordano Crestani Silvano Predebon Anna Rosa, Aldo Zanon Bruno Pezzin Si ringraziano: Graziella Stefani Giancarlo Girardi Giannnatonio Bertuzzi Roberto Miotto Marta e Renzo Colpo Andrea Mario Cortese Saverio Pezzin Sonia Pizzato Tiziano Maino Stefania Stefani Valdemar Dallagnol Maurizia Stefani Margherita De Pellegrin