•• 6 CAMPIONATO DI GIORNALISMO MARTEDÌ 25 MARZO 2014 SCUOLA MEDIA GIOVANNI PASCOLI DI GATTEO Emergency, una luce nei paesi in guerra Gli studenti hanno letto e discusso il libro ‘Pappagalli verdi’ di Gino Strada SOLIDARIETÀ Il tempo è denaro, metterlo in ‘banca’ dà i suoi frutti LA BANCA del tempo è un’associazione che si basa sullo scambio reciproco di tempo tra soci. Nacque negli anni Ottanta in Gran Bretagna e si diffuse in Italia solo nel 1988. Nel 2012 si lancia il TimeRepublik, la banca del tempo globale che si pone come obbiettivo l’eliminazione dei limiti geografici. Coinvolge persone di età differenti, di almeno 18 anni, anche se la maggioranza è di sesso femminile. Ogni socio mette a disposizione qualche ora per dare agli altri le sue competenze. Le ore vengono calcolate e accreditate/addebitate nel conto bancario ed è previsto un rimborso spese per mezzi di trasporto ed una quota di iscrizione annuale. All’iscrizione si riceve anche un particolare libretto d’assegni: in esso, il socio scriverà il numero di ore richieste e dovrà ‘pareggiare il conto’ aiutando altre persone. Le attività variano notevolmente: si va da lezioni di cucina, di manutenzione casalinga, accompagnamenti e ospitalità, baby sitting, cura di piante e animali, ripetizioni scolastiche, etc. Vengono incluse nelle ore utilizzate anche riunioni, feste e l’accoglienza ai nuovi soci. Nonostante la diversità dei lavori, l’unica cosa che conta è il tempo speso per aiutare gli altri. In questi tempi di crisi, la troviamo una cosa molto utile anche per abbassare lo ‘spreco’ eccessivo di soldi. In Italia ci sono più di 500 banche del tempo e dalle nostre parti possiamo trovarne a Cesena e a Sant’Arcangelo di Romagna. Banca del tempo, quindi, come tesoro di solidarietà per aiutare le persone. Banca del tempo come lingotto di attenzioni per sostenere le attività solidali. Il tempo, insomma, come dona da condividere e conservare nella banca del bene comune. Classe 3ª A, scuola ‘Giovanni Pascoli’, Gatteo COSA SONO LE ONG? Spesso chiedono donazioni per essere sostenute. Ci possiamo fidare? Puntiamo i riflettori su una in particolare. La sede di Emergency più vicina a noi, nel quartiere di Sant’Egidio in via Cervese, a Cesena, è servita da stimolo per la nostra indagine. Emergency è un’associazione umanitaria italiana, fondata nel 1994 da Gino Strada. Emergency gestisce strutture sanitarie in varie parti del mondo (soprattutto Afghanistan e Iraq) e fin dall’inizio è intervenuta in 16 paesi per assistere le vittime di guerra, per la creazione e la diffusione di una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. SCOPO ultimo dei suoi interventi umanitari è lasciare la gestione degli ospedali alle autorità sanitarie nei Paesi in cui si trovano, occupandosi della formazione ad alto livello del personale. Utilizza numerosi volontari del posto, ma pensando sia un gioco e vengono mutilati. Si colpisce il futuro, per eliminare la speranza. Questo, Emergency, cerca di combattere: la perdita di speranza. AL LAVORO Gli operatori di Emergency in un paese del Terzo mondo anche italiani e persone provenienti da ogni parte del mondo, per coprire posizioni mediche e ausiliarie. Le letture svolte in classe, Pappagalli verdi e Buskashì, del chirurgo fondatore di Emergency, rivelano tratti comuni: tempestività, tenacia, capacità di convivere con la paura. Di base il dialogo tra persone di etnie diverse che si rivela possibile. Inquietante però la presenza, ovunque incombente, di militari: alcuni proteggono, altri minacciano. E poi la disumanità delle mine antiuomo, congegnate in una forma che attira i più piccoli: i pappagalli verdi. I bambini si avvicinano TRE MOTTI di Emergency colpiscono con forza: Vivere in mezzo alla tragedie. Non si va nei paesi del Terzo mondo a portare una sanità da Terzo mondo. Un ospedale va bene quando sei disposto a ricoverarci anche la famiglia. Gino Strada ha le idee chiare e sembra proprio che i fatti parlino da soli: il suo operato è degno della nostra fiducia. E noi possiamo fare la nostra parte? Il grande leader della non-violenza, Gandhi, diceva: «La differenza tra ciò che facciamo e ciò che siamo capaci di fare sarebbe sufficiente a risolvere la maggior parte dei problemi del mondo». Alice Masini, Martina La Grutta, Sara Menghi, Francesca Nunziatini, Alessia Muratori. IIIB Medie ‘Giovanni Pascoli’, Gatteo Gatteo, quando il calcio compie il suo dovere: aggregare i giovani LA SOCIETÀ sportiva Gatteo calcio è nata nel 1947 da un piccolo gruppo di ragazzi appassionati di calcio, che si riunivano in un campetto vicino casa. Essi volevano giocare in una vera squadra, ma purtroppo a Gatteo non c’era una società calcistica, così decidono di crearne una con il nome che avrebbe mantenuto fino a oggi. Da allora la piccola società si è trasformata e ha fatto numerosi progressi, fino a contare circa trecento iscritti. Noi ragazzi volevamo saperne di più, così siamo andati ad intervistare alcune persone che ci giocano o lavorano. Abbiamo inter- vistato i calciatori, che ci hanno spiegato come il rapporto tra allenatori e giocatori sia buono e molto confidenziale, aggiungendo che la società gli ha fornito una buona preparazione in ambito calcistico, ma anche dal punto di vista comportamentale. Quest’ultimo aspetto dicono che è molto importante, perché senza di esso il gioco del calcio rimarrebbe solo un campo con una palla da calciare. Una delle cose che ci hanno riferito, riguarda tutto il materiale che la società offre ad ognuno dei calciatori, ad esempio: il borsone, la divisa, la maglia da allenamento … Un’al- tra persona che siamo andati ad intervistare è il vicedirigente, Aniello (Nino) D’Ambrosio, che ci ha dato altre informazioni: da quest’ anno il Gatteo calcio offre anche alle ragazze di età inferiore ai tredici quattordici anni la possibilità di partecipare alle attività sportive. Purtroppo però, non tutto è rose e fiori: infatti gli spazi per allenare i ragazzi sono sempre più ridotti e a volte poco agibili, date le frequenti piogge invernali. Classe III C - “G. Pascoli”. Antonelli Luca, Baldini Federica, Morigi Gaia, Zammarchi Chiara Spirito di gruppo e curiosità giornalistica Ecco gli ingredienti della nostra iniziativa SI CORRE, si gioca, si ragiona. I Campionati di giornalismo promossi da Il Resto del Carlino proseguono. Come una partita, traendo il lato migliore dello sport, le classi si cimentano come vere squadre. Il senso del gruppo, la comunione delle idee, la riflessione che sboccia sotto la direzione dei docenti. Mossi da questo spirito i ragazzi scrivono, interpretano, criticano i temi che segnano il loro tempo. Lo sport, l’adolescenza. Questioni individuali e grandi temi collettivi. L’educazione è fatta di regole che vanno capite. Come? Beh, nella saga dei campionati lo si fa attraverso l’esperienza della scrittura e della riflessione. Le classi scrivono e ‘giocano’. Il Campionato si sta rivelando effervescente più che mai grazie all’impegno. Vero sale del successo. Quello vero. E Il Resto del Carlino si dimostra piattaforma ideale per ricevere e valorizzare tutte queste storie. CONCENTRAZIONE I ragazzi alle prese con le notizie di giornata