LA STAMPA DOMENICA 12 AGOSTO 2012 . Primo Piano .3 La sfida: digitale e nuove imprese Banda “ultralarga”, Internet veloce, cento nuove imprese all’anno. Il pacchetto di Palazzo Chigi Passato Ferragosto il governo tornerà a occuparsi di conti pubblici, tagli alla spesa, ma soprattutto di sviluppo e crescita. Il premier Mario Monti nell’ultima riunione del consiglio dei ministri ha chiesto a ogni dicastero un piano concreto di lavoro per varare la fase due: da un lato la spending review, dall’altro le ipotesi di lavoro per l’abbattimento del debito pubblico attraverso la dismissione del patrimonio immobiliare. Start up In un solo fondo tutte le risorse per incentivare il venture capital 100 imprese Banda ultralarga Spending review Abbattere il digital divide almeno nelle grandi città Bastasprechinellalistadellaspesa dellapubblicaamministrazione 2 Megabit Entro il 2013, tutti i cittadini Ue dovranno disporre di un collegamenti Internet di almeno di 2 megabit L’agenda digitale europea prevede che entro il 2013 tutti i cittadini dell’Unione dispongano di collegamenti a Internet di velocità almeno di 2 megabit; entro il 2030 la velocità deve salire ad almeno 30 megabit. Un obiettivo molto lontano per l’Italia, e una seria palla al piede per l’economia italiana. Il pacchetto Passera prevede così nel quadro dell’Agenda Digitale nazionale la conferma dell’azzeramento del digital divide (ovvero la separazione tra chi ha la possibilità di navigare sul web e chi di fatto è privo di questa opportunità) di qui alla fine del 2013. Nel quadro delle iniziative, però, partiranno i lavori per consentire la navigazione sulla cosiddetta «banda ultralarga» (ovvero il collegamento via fibra ottica superveloce, addirittura potenzialmente a 1 gigabit al secondo) almeno nei grandi centri urbani. L’intenzione è quella di mettere a disposizione le risorse finanziarie necessarie per incentivare gli operatori privati a partecipare con danari propri attraverso specifici bandi ad hoc. E-government 60 miliardi Sui 60 miliardi di spesa censiti, l’eccesso di spesa secondo Bondi - si colloca tra il 25 e il 40 per cento Alla ripresa il governo dovrà fare i conti con la fase due della spending review: a parte il capitolo della revisione degli incentivi al sistema produttivo (vedremo se sulla base del «piano Giavazzi»), la sfida più importante è quella della definizione dei costi standard per l’acquisto di beni e servizi della Pubblica amministrazione. Come sollecitato dal supercommissario per i tagli alla spesa pubblica Enrico Bondi, si tratterà di accelerare sulla complicatissima questione degli sprechi in tema di acquisti. Secondo Bondi, sui 60 miliardi di spesa censiti, l’eccesso di spesa si colloca tra il 25 e il 40 per cento. Ma si tratterà di lavorare sodo anche per attuare l’articolatissimo pacchetto contenuto nel decreto legge sulla spending review approvato proprio in questi giorni. Si parte con il taglio degli organici, il delicatissimo riordino delle Province (che saranno dimezzate, a parte l’istituzione delle dieci città metropolitane), la soppressione di alcuni enti minori, il riordino delle Agenzie fiscali, e l’indicazione dei fabbisogni standard. E-commerce Scuola, sanità, anagrafe: Migliorare gli acquisti on line, un grande data center al Sud oggi la metà è il gioco d’azzardo 2 miliardi Uno è già disponibile, un secondo è in carico al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca per il programma smart cities Nel quadro dell’Agenda Digitale sono previste diverse misure per favorire una maggiore digitalizzazione (e velocizzazione, ed efficienza, sperabilmente) della Pubblica amministrazione. Una di cui finora non si era parlato - ma che pare di grande rilievo - è la creazione di grandi data center nel Mezzogiorno del paese. Sono disponibili risorse per incrementare l’informatizzazione della scuola, ma si intende anche mettere a regime su tutto il territorio nazionale il cosiddetto fascicolo sanitario elettronico. È previsto anche l’avvio dell’anagrafe centralizzata, riducendo il numero pletorico delle tante banche dati della pubblica amministrazione. Si punta inoltre a favorire l’alfabetizzazione digitale delle piccole imprese e delle famiglie. Su questo versante è già disponibile un miliardo di euro per finanziare le iniziative. Un altro miliardo è in carico al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca per il programma delle «smart cities», su cui già sono stati lanciati i relativi bandi. 19 Miliardi Attualmente (dati 2011) il commercio elettronico vale quasi 19 miliardi di euro, ma il 56,9% è gioco d’azzardo, il 24,8 turismo Rispetto ad altri Paesi europei l’Italia vede uno sviluppo decisamente inferiore dell’ecommerce, ovvero il commercio elettronico sviluppato utilizzando Internet. Una realtà penalizzante, visto anche che moltissimi prodotti tipici italiani (dalla moda e l’abbigliamento a quelli alimentari, solo per fare alcuni esempi scontati) potrebbero trovare importantissimi sbocchi di vendita su scala internazionale. Insomma, spinta all’internazionalizzazione ma anche all’imprenditorialità e all’innovazione. Per questa ragione tra le misure dell’Agenda Digitale planetaria si prevede il varo di incentivi per favorire lo sviluppo della moneta elettronica e degli acquisti con l’e-commerce, che potrebbe conquistare anche degli specifici incentivi di carattere fiscale. Attualmente (dati 2011) il commercio elettronico vale quasi 19 miliardi di euro, in forte aumento: ma il settore che fa la parte del leone è il gioco d’azzardo online, che vale oltre la metà del mercato (56,9%), seguito da turismo (24,8%) e assicurazioni (5,9 per cento). L’obiettivo è quello di sostenere la nascita di almeno 100 nuove imprese ogni anno. Il problema è quello di trasformare il nostro Paese in un terreno più fertile per la nascita delle imprese start up, ovvero le aziende basate su idee imprenditoriali innovative. In questi mesi una task force di esperti che hanno lavorato «pro bono» per il ministero dello Sviluppo economico (guidata da Alessandro Fusacchia) ha messo a punto un documento che stabilisce alcune linee guida per favorire il successo delle start up anche in Italia. Il rapporto dei saggi, che sarà presentato ufficialmente a settembre, è in questo momento in fase di trascrizione in apposite norme di legge presso gli uffici del dicastero di Passera. Nel documento si prevede, tra l’altro, l’unificazione in un solo fondo di tutte le risorse pubbliche mirate a sostenere e incentivare il venture capital, ovvero il capitale di investimento di rischio. Risorse che effettivamente esistono, ma finora sono state poco utilizzate o adoperate in modo disorganico e poco efficace. Altre norme riguardano ulteriori semplificazioni procedurali, allo scopo di eliminare passaggi burocratici inutili e ripetitivi. L’obiettivo è quello di sostenere la nascita di almeno 100 nuove imprese ogni anno. Semplificazione d’impresa Edilizia e amministrazioni, abbattere la burocrazia 80 norme di semplificazione procedurale, in materia di lavoro, fiscale, autorizzativa sono state raccolte e vagliate, per farne un testo unico In questi mesi il ministero dello Sviluppo economico, insieme alle associazioni di categoria direttamente interessate, ha lavorato per mettere a punto un nuovo provvedimento sulla semplificazione degli adempimenti burocratici di impresa. In questi anni ne sono stati già varati diversi, ma i tecnici del ministero affermano che si tratta del più corposo pacchetto di semplificazioni di impresa a cui si sia posto mano da molto tempo a questa parte. In particolare sono state raccolte e vagliate circa 80 norme di semplificazione procedurale, in materia di lavoro, fiscale, autorizzativa. Gli uffici le stanno ora vagliando per trasporle in un pacchetto legislativo. Sempre da settembre in poi, però, dovranno essere attuate molte delle misure già contenute nel provvedimento «Semplifica Italia». Si va dallo sportello unico per l’edilizia, che diventa il punto di riferimento unico per tutti gli atti e le autorizzazioni per interventi di costruzione, all’attivazione del responsabile unico dei procedimenti amministrativi. Ovvero, il dirigente in ogni amministrazione che dovrà garantire alle imprese e ai cittadini la conclusione di una pratica rimasta «bloccata». Jena Creature E’ morto Rambaldi, ha inventato creature fantastiche e mostruose come Et, Alien e la Santanchè. [email protected] Aumenti più forti per chi vive in città: fino a 450 euro a Venezia, oltre 300 a Palermo, 200 a Torino Non scongiurato il rischio di un nuovo salasso Imu a dicembre: gettito al di sotto delle stime per 2000 sindaci IL DOSSIER. Gli effetti del federalismo fiscale Le tasse Comuni e Regioni con le casse vuote l’Irpef locale ci costa 3,5 miliardi in più VALENTINA CONTE CARO ci costa il federalismo fiscale. Sicuramente tre miliardi e mezzo in più, solo per i rialzi delle addizionali Irpef, comunali e regionali. Aumenti decisi per il 2012, rispettivamente, dalla manovra di Ferragosto di Tremonti e dal natalizio Salva-Italia di Monti, entrambi varati nel 2011. Ma che in buona parte si faranno sentire su pensioni e buste paga nel 2013. Come se non bastasse, tra recessione al galoppo e benzina proiettata verso i due euro al litro, all’orizzonte si affacciano altre bombe: il saldo Imu (settembre-dicembre) e i nuovi, ulteriori, ritocchi all’addizionale nelle Regioni in deficit sanitario (da gennaio). Un salasso in piena regola che comincia a mostrare la corda dell’insostenibilità. GLI EFFETTI SULLE TASCHE Inevitabile l’alleggerimento dei portafogli. I calcoli effettuati dalla Cgia di Mestre per fasce di reddito rivelano che i cittadini in assoluto più colpiti dall’uragano addizionali sono (e saranno) quelli di Palermo, Torino, Genova e Venezia. Il Lido veneto salvaguarda solo i redditi più bassi, mentre stanga i guadagni medio-alti (tra i 212 e i 443 euro in più sul 2011). Mentre il capoluogo siciliano, limita ad 80 euro l’aggravio per i redditi da 20 mila euro, ma alza l’asticella a 160 euro per chi porta a casa 40 mila euro l’anno e a 320 euro per chi se ne assicura 80 mila. In totale, stima la Cgia, 3,5 miliardi in più. COMUNI ASSETATI La geografia dei rincari (fino allo 0,8%) vede Torino, Milano, Venezia, Genova, Catanzaro, Palermo e Cagliari tra i capoluoghi più importanti che hanno inasprito l’addizionale. Sette “grandi” sindaci ancora devono deliberare, tra cui Roma. Cinque hanno confermato il tetto del 2011, come Bologna e Trieste. Venezia ha ampliato la fa- g Le Regioni e i disavanzi cumulati nella sanità Disavanzo I Comuni più indebitati Debito al 31 dicembre 2010 (in milioni di euro) Debito pro capite (in euro) 3.454 4.433 172 126 1.328 102 97 116 1.629 163 154 61 99 98 459 123 110 172 410 394 546 3.806 3.348 2.623 2.301 2.184 1.974 1.807 1.702 1.697 1.639 1.622 1.604 1.580 1.579 1.564 1.563 1.554 1.516 1.514 1.493 1.472 TORINO MILANO CARRARA SIENA GENOVA PORDENONE CHIETI POTENZA NAPOLI UDINE ALESSANDRIA FERMO SAVONA BENEVENTO CATANIA CASERTA MASSA TERNI VENEZIA VERONA FIRENZE (2007 - 2011) Disavanzo cumulato cumulato pro capite (in milioni di euro) (in euro) LAZIO –6.593 –3.200 CAMPANIA PUGLIA –1.415 SICILIA –1.166 SARDEGNA –809 CALABRIA –802 LIGURIA –591 ABRUZZO –349 MOLISE –298 BASILICATA –133 P.A. TRENTO –41 –31 VALLE D’AOSTA TOSCANA 28 UMBRIA 39 LOMBARDIA 54 PIEMONTE 59 MARCHE 67 P.A.BOLZANO 87 FRIULI V.G. 98 138EMILIA ROMAGNA VENETO 139 ITALIA –14.717 Fonte: Cgia Mestre -233 -110 -69 -46 -96 -81 -73 -52 -186 -45 -16 -48 1 9 1 3 9 35 16 6 6 -49 Fonte: Cgia Mestre scia degli esenti (fino a 20 mila euro). Firenze, unica, ha abbassato l’aliquota (da 0,3 a 0,2%). Napoli e Cagliari sono passate agli scaglioni di reddito, dal proporzionale, e questo aiuterà i redditi più bassi. LA QUESTIONE IMU I conti Imu però non tornano. Il governo lo sa e ha aperto un tavolo tecnico con l’Anci, l’Associazione dei Comuni, per porvi rimedio. Due giorni fa il Consiglio dei ministri ha dovuto anticipare ai sindaci 1 miliardo e 190 milioni, metà dell’ultima rata del Fondo sperimentale di riequilibrio (i trasferimenti), per evitare crisi di liquidità, permettere il pagamento degli stipendi di agosto, dare continuità ai servizi. L’acconto Imu di giugno — 9,6 miliardi — ha centrato il target stimato dal ministero dell’Economia, nel suo totale. Ma almeno 2 mila Comuni stanno conteggiando scostamenti di gettito importanti, mentre altri totalizzeranno, forse, extra gettiti. Il timore è che a dicembre le cifre sballino e molti sindaci siano costretti, nelle prossime settimane, a spingere al massimo le aliquote su prime e seconde case. Il salasso di Natale si avvicina. L’anticipo di 1,2 miliardi di fondi da Roma ha evitato una crisi di liquidità REGIONI IN AFFANNO L’addizionale è aumentata già da gennaio (aliquota bese all’1,23%, lo 0,33 in più). Ma alcune Regioni erano già oltre il livello massimo dell’1,73, toccato da Abruzzo, Lazio e Sicilia, per via della sanità. Si tratta di Campania, Calabria e Molise, al top tra i gabellieri: 2,03%. Se a queste sei Regioni aggiungiamo anche Piemonte e Puglia, otteniamo le “magnifiche otto” che, grazie a un emendamento Pdl alla spending review, potranno aumentare di un altro 0,6% (fino al 2,33) le maledette addizionali regionali, anticipando di un anno al 2013 una leva già prevista. Altri 138 euro in più a testa per i cittadini, però. L’effetto della legge sulla revisione della spesa, infine, impone altri tagli severi sia a Comuni che Regioni. Ai primi, 500 milioni quest’anno e due miliardi nel 2013 (compensati da 800 milioni ma solo per il 2012, girati da Regioni e fondo per i rimborsi fiscali) e lo sfoltimento dei dipendenti da gennaio. Mentre le Regioni dovranno asciugare gli sprechi in Sanità, dire addio a 15 mila posti letto, risparmiare 700 milioni nel 2012 e un miliardo dal 2013. Ancora nuovi balzelli per i cittadini in arrivo? © RIPRODUZIONE RISERVATA A settembre il nuovo pacchetto di Passera, che punterà anche su start up e semplificazioni per le imprese La digitalizzazione della pubblica amministrazione riguarderà anche scuole, tribunali e ospedali IL DOSSIER. Gli interventi per lo sviluppo Internet “Mettiamo online tutta l’Italia” la crescita ripartirà dai computer L’amministrazione Pratiche veloci per i cittadini e carta d’identità elettronica Una delle sfide della Digital Agenda è quella di spostare online i rapporti interni alla pubblica amministrazione e tra burocrazia e cittadini. Il cosiddetto eGovernment che velocizza le pratiche e fa risparmiare la macchina dello Stato. Basti pensare che ad oggi i costi a carico dell’Erario tra carta e spedizioni postali sono di svariati miliardi di euro all’anno. Tra le altre cose si punta anche alla carta d’identità elettronica: un tesserino munito di chip che oltre al documento di riconoscimento conterrà tessera sanitaria e codice fiscale. Un modo per accorpare il sistema informativo della burocrazia con taglio dei costi. ALBERTO D’ARGENIO Sarà l’agenda digitale uno dei tre pilastri (insieme a Start up e semplificazioni per le imprese) del nuovo pacchetto per la crescita che il governo approverà a settembre per cercare di rilanciare il Paese. Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha avviato già a febbraio un tavolo tecnico per mettere nero su bianco le nuove misure volte a dare al Paese un futuro di potenziale di sviluppo, con l’Italia negli ultimi cresce decisamente meno rispetto al resto dell’Unione europea. L’agenda digitale - un investimento pubblico-privato da 3 miliardi in parte ancora da coprire - prevede molto Internet, con l’attivazione della banda larga e ultra-larga su tutto il territorio. La digitalizzazione della Pubblica amministrazione, partendo dalle scuole passando dai tribunali per arrivare agli ospedali. Una enorme mole di dati che sbarcherà in Rete da immagazzinare in nuovi “Data center”, grandi server da impiantare nel Mezzogiorno con la Sardegna che si è aggiudicata il primo. E poi gli incentivi per la creazione di “distretti elettronici” che spingeranno le piccole e medie imprese del Made in Italy ad aggregarsi e fare massa, aumentando le vendite all’estero. © RIPRODUZIONE RISERVATA Scuola e università Con tablet e pc nelle aule 30 milioni di persone in Rete La digitalizzazione della Pubblica amministrazione toccherà tutti i settori. Si punta ad esempio su scuola digitale e università online. Si va dall’iscrizione via Internet degli esami al libretto universitario online. C’è poi il capitolo “alfabetizzazione informatica”: si calcola che tra studenti e famiglie (dai genitori ai nonni) in Italia 30 milioni di persone siano contatto con la scuola. Si punta dunque a insegnare ai ragazzi l’uso delle nuove tecnologie - promuovendo anche l’uso dei tablet - perché poi siano loro stessi a portare le famiglie in Rete. Un volano per spingere l’informatizzazione dalla quale dipende buona parte della crescita futura. Sanità e giustizia Imprese Infrastrutture Accesso al web e banda larga entro il 2013 garantiti a tutti Mezzogiorno Tribunali e cliniche telematiche per accedervi basterà l’e-mail Distretti industriali su Internet e forti incentivi all’e-commerce Fondi della Ue per i data center il primo nascerà in Sardegna Anche ospedali e tribunali saranno portati in Rete. Si pensa alla “clinica elettronica”, ad esempio con i risultati degli esami inviati ai pazienti via e-mail. Anche i tribunali dovrebbero sbarcare nel nuovo millennio grazie a una serie di procedure telematiche: dalla notifica degli atti alla pubblicazione delle sentenze. C’è spazio per la ricerca, con il piano per digitalizzare e rendere accessibili a tutti le informazioni e i dati delle amministrazioni in modo da permettere ai ricercatori (anche privati) di usarli con “applicazioni intelligenti”. Ad esempio, avere a disposizione i dati sul traffico di una città permette di creare nuovi software che aiutino i cittadini. Con Internet il governo punta ad aumentare la competitività e l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, i campioni del Made in Italy. Ci saranno incentivi per spingerle verso l’eCommerce, la vendita dei prodotti online. Le imprese saranno invogliate a usare piattaforme di commercio elettronico sbarcando sui grandi siti di vendita già esistenti oppure, opzione preferita, consorziandosi creando una piattaforma tutta propria. Una sorta di “distretto elettronico” che aiuterà le Pmi a fare massa e aumentare le vendite all’estero. Corollario la spinta a dotarsi degli strumenti per essere pagati e fornire la fattura online (moneta e fattura elettronica). Uno dei punti chiave del piano è quello di portare in rete i 3,5-4 milioni di italiani che oggi non hanno accesso a Internet. La regole Ue prevedono che entro il 2013 tutti i cittadini abbiano collegamenti veloci ed entro il 2030 super-veloci. Obiettivo lontanissimo per l’Italia, con ingenti danni per la crescita. Per completare la penetrazione Internet al Sud i soldi sono stati trovati, mancano 400 milioni per il Nord (si pensa a progetti pubblico-privato). Per la banda ultra-larga (tv e Internet via fibra ottica velocissima) si partirà con il cablaggio delle grandi città. Poi il resto del territorio. Si pensa di incentivare i big privati a investire nel progetto. Tra digitalizzazione della burocrazia e Internet veloce in Rete pioverà una mole impressionante di nuovi dati. Per questo il governo punta innanzitutto a mettere in comunicazione tra loro i 7-8 mila server della Pubblica amministrazione per aumentarne l’efficienza a tagliare i costi. Saranno messi in contatto da grandi Data center sparsi nel Mezzogiorno (grazie ai finanziamenti Ue) che progressivamente immagazzineranno i dati e diventeranno autonomi, assorbendo anche le nuove informazioni che arriveranno con l’informatizzazione della Pa. Il primo sarà costruito in Sardegna. 14mln 8000 30mb I punti 3mld FINANZIAMENTO La Digital Agenda prevede 3 miliardi di investimenti ESCLUSI Potranno navigare i 4 milioni oggi senza connessione SERVER Oggi ci sono 8.000 server da sostituire con i Data Center VELOCITÀ Entro il 2030 arriverà in tutta Italia Internet veloce da 30 Megabite LA CRISI I PIANI DEL GOVERNO Nuovi tagli per evitare il salvaspread R NA LV Grilli promette: Nessuna patrimoniale. Altre risorse dalla revisione di catasto e reddito d’impresa QUOTIDIANO FONDATO NEL QUOTIDIANO NEL 1867 1867 DOMENICA 12 AGOSTO 2012 • ANNO 146 N. 222 • 1,20 € IN ITALIA (PREZZI PROMOZIONALI ED ESTERO IN ULTIMA) SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/04) ART. 1 COMMA 1, DCB - TO www.lastampa.it ROMA Agenda digitale, aiuto alle start up, seconda fase della spending review. Al rientro dalle vacanze, a fine mese (il 24 agosto è previsto il primo Consiglio dei ministri), sono già tracciati alcuni temi a cui dovrà dedicarsi il governo. Obiettivo crescita, con un pacchetto «sviluppo bis», già anticipato ieri dalla «Stampa», a cui sta lavorando il ministro Corrado Passera. Dalle semplificazioni d’impresa, per sciogliere i troppi nodi che rendono insopportabile la nostra burocrazia, al fondo per favorire le nuove aziende a contenuto innovativo. E poi un’altra tranche di spending review, la revisione della spesa pubblica, per un «processo permanente che non si esaurisce con interventi una tantum», come ha spiegato ieri in un’intervista a «Repubblica» il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli. E ancora, si parla di revisione del catasto, piano nazionale degli aeroporti, per «sfoltire» quelli inutili e inefficienti, nuove misure sulla revisione del reddito d’impresa, un piano di strategia energetica. Oltre che un piano pluriennale di rientro dal debito pubblico. Un programma di «auspicabili iniziative», le definisce il leader Cisl Raffaele Bonanni, purché «abbiano il necessario grado di trasparenza con incontri con le parti sociali». Compiti da svolgere per cercare di uscire dalla crisi, e farcela da soli, senza chiedere ficile dire però quando: «Non vogliamo illudere nessuno con promesse sulla tempistica che ora non siamo in grado di fare». «Il ministro si candida al premio Nobel per l’invenzione del vuoto pneumatico», sbot- Ben Lawsky, un giovane procuratore di New York che questa settimana ha accusato Standard Chartered di aver «lavato» 200 miliardi di dollari iraniani in contravvenzione delle sanzioni Usa contro il regime di Teheran. La Standard Chartered nega tutto, ma la notizia ha scatenato un putiferio transatlantico. Boris Johnson, il popolarissimo sindaco di Londra, si è assentato dalle Olimpiadi per attaccare il «protezionismo finanziario» degli Usa. Alla sinistra di Boris, il parlamentare laburista John Mann ha accusato gli americani di «discriminazione anti-britannica». E persino Mervyn King, il pacato governatore della Banca d’Inghilterra, ha impersonato Tony Soprano, «consigliando» ai colleghi americani di andarci con i piedi di piombo nelle inchieste con le banche inglesi. l’aiuto del fondo salva-spread: non ce ne sarà bisogno, ribadisce il ministro Grilli, come non ci sarà bisogno di una nuova manovra in autunno, «sarebbe un errore». Ma ci sono altre cose che dice Grilli, LO SPECCHIO e che causano le reazioni delDEL MONDO I l’opposizione, Lega e Idv. Il ministro dice no all’ipotesi di D lt i t i i bi CONTINUA A PAGINA 27 Carlo Molfetta festeggia l’ottavo oro della spedizione azzurra a Londra missili antiterrorismo sui tetti son rimasti in allerta ma senza sparare, la folla non ha paralizzato i treni della metropolitana Tube. GIANNI RIOTTA CONTINUA A PAGINA 27 durasse 40 giorni per poter poi tornare a casa con quattro soldi e un sacco di riso. Erano le mondine. C’erano una patrimoniale («non appartiene al mio vocabolario») e ammette la necessità di ridurre la pressione fiscale, «una nostra priorità»: per ora l’impegno è scongiurare in modo permanente l’aumento dell’Iva, si creeLondra e reali ok,poi, male i «appena politici rà uno spazio», promette, si abbasseranno let 9imposte. Difi i i i dil i 11 PICCOLA ITALIA Racconti di provincia Ansaldo, Boffo, Malaguti, Semeraro e Zonca NELL’INSERTO LE PAGELLE mamme e c’erano ragazze poco più che bambine. Nelle loro valigie non dimenticavano mai di mettere, tra le poche cose essenziali, anche un vestito della festa perché il lavoro era pesantissimo, ma alla sera si andava a ballare e si poteva incontrare qualcuno che cantava tu sei per me la più bella del mondo, e un amore profondo mi lega a te. Nel 1949 Giuseppe De Santis ci fece un film, «Riso amaro», che fece scoprire la bellezza di Silvana Mangano e la nostra miseria. CONTINUA ALLE PAGINE 14 E 15 Vittorio Sabadin ALLE PAGINE X E XI DELL’INSERTO OLIMPICO Maroni: «Il ministro dell’Economia Grilli in quanto a idee fa rimpiangere Tremonti» ta il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, ed elenca: sull’ipotesi di dover richiedere aiuto ai fondi europei per lo scudo antispread, «il governo accende un cero alla Madonna»; sulle tasse troppo alte da abbassare, «tiene le dita ben intreccia- te e fa gli scongiuri»; non metterà la patrimoniale, non è nel suo vocabolario, «se vuole gliene presto uno io, così capisce cosa vuol dire far pagare la crisi solo a chi non sa più come tirare avanti». Aggiunge il capogruppo del Gabbiano Felice Belisario, che una patrimoniale sulle grandi ricchezze «è necessaria»: «Sarebbe finalmente una scelta di equità ma probabilmente proprio per questo Grilli è contrario». Anche la Lega si scatena sulle parole del ministro, «bocciatissimo» secondo il segretario Roberto Maroni: «In quanto a idee, fa rimpiangere Tremonti». Anche più tranchant il deputato Maurizio Fugatti: «Il ministro dell’Economia gioca a prendere in giro gli italiani». [F. SCH.]