LA STAMPA
DOMENICA 12 AGOSTO 2012
.
Primo Piano .3
La sfida: digitale e nuove imprese
Banda “ultralarga”, Internet veloce, cento nuove imprese all’anno. Il pacchetto di Palazzo Chigi
Passato Ferragosto il governo tornerà a
occuparsi di conti pubblici, tagli alla spesa,
ma soprattutto di sviluppo e crescita. Il
premier Mario Monti nell’ultima riunione del
consiglio dei ministri ha chiesto a ogni
dicastero un piano concreto di lavoro per
varare la fase due: da un lato la spending
review, dall’altro le ipotesi di lavoro per
l’abbattimento del debito pubblico attraverso
la dismissione del patrimonio immobiliare.
Start up
In un solo fondo tutte le risorse
per incentivare il venture capital
100
imprese
Banda ultralarga
Spending review
Abbattere il digital divide
almeno nelle grandi città
Bastasprechinellalistadellaspesa
dellapubblicaamministrazione
2
Megabit
Entro il
2013, tutti i
cittadini Ue
dovranno
disporre di
un collegamenti Internet di almeno di 2
megabit
L’agenda digitale europea prevede che entro il 2013 tutti i cittadini dell’Unione dispongano di collegamenti a Internet di
velocità almeno di 2 megabit; entro il
2030 la velocità deve salire ad almeno
30 megabit. Un obiettivo molto lontano
per l’Italia, e una seria palla al piede per
l’economia italiana. Il pacchetto Passera
prevede così nel quadro dell’Agenda Digitale
nazionale la conferma dell’azzeramento del
digital divide (ovvero la separazione tra chi
ha la possibilità di navigare sul web e chi di
fatto è privo di questa opportunità) di qui alla
fine del 2013. Nel quadro delle iniziative, però,
partiranno i lavori per consentire la navigazione sulla cosiddetta «banda ultralarga» (ovvero il collegamento via fibra ottica superveloce, addirittura potenzialmente a 1 gigabit al
secondo) almeno nei grandi centri urbani.
L’intenzione è quella di mettere a disposizione le risorse finanziarie necessarie per incentivare gli operatori privati a partecipare con
danari propri attraverso specifici bandi ad
hoc.
E-government
60
miliardi
Sui 60 miliardi di
spesa censiti, l’eccesso
di spesa secondo
Bondi - si
colloca tra il
25 e il 40
per cento
Alla ripresa il governo dovrà fare i conti con la
fase due della spending review: a parte il
capitolo della revisione degli incentivi al
sistema produttivo (vedremo se sulla
base del «piano Giavazzi»), la sfida più
importante è quella della definizione dei
costi standard per l’acquisto di beni e
servizi della Pubblica amministrazione.
Come sollecitato dal supercommissario per i
tagli alla spesa pubblica Enrico Bondi, si tratterà
di accelerare sulla complicatissima questione
degli sprechi in tema di acquisti. Secondo Bondi,
sui 60 miliardi di spesa censiti, l’eccesso di spesa
si colloca tra il 25 e il 40 per cento.
Ma si tratterà di lavorare sodo anche per
attuare l’articolatissimo pacchetto contenuto nel
decreto legge sulla spending review approvato
proprio in questi giorni. Si parte con il taglio
degli organici, il delicatissimo riordino delle
Province (che saranno dimezzate, a parte
l’istituzione delle dieci città metropolitane), la
soppressione di alcuni enti minori, il riordino
delle Agenzie fiscali, e l’indicazione dei
fabbisogni standard.
E-commerce
Scuola, sanità, anagrafe:
Migliorare gli acquisti on line,
un grande data center al Sud oggi la metà è il gioco d’azzardo
2
miliardi
Uno è già
disponibile,
un secondo
è in carico al
ministero
dell’Istruzione, Università e Ricerca
per il programma
smart cities
Nel quadro dell’Agenda Digitale sono
previste diverse misure per favorire una
maggiore digitalizzazione (e
velocizzazione, ed efficienza,
sperabilmente) della Pubblica
amministrazione. Una di cui finora non
si era parlato - ma che pare di grande
rilievo - è la creazione di grandi data
center nel Mezzogiorno del paese. Sono
disponibili risorse per incrementare
l’informatizzazione della scuola, ma si
intende anche mettere a regime su tutto il
territorio nazionale il cosiddetto fascicolo
sanitario elettronico. È previsto anche l’avvio
dell’anagrafe centralizzata, riducendo il
numero pletorico delle tante banche dati
della pubblica amministrazione. Si punta
inoltre a favorire l’alfabetizzazione digitale
delle piccole imprese e delle famiglie. Su
questo versante è già disponibile un miliardo
di euro per finanziare le iniziative. Un altro
miliardo è in carico al ministero
dell’Istruzione, Università e Ricerca per il
programma delle «smart cities», su cui già
sono stati lanciati i relativi bandi.
19
Miliardi
Attualmente
(dati 2011) il
commercio
elettronico
vale quasi 19
miliardi di
euro, ma il
56,9% è
gioco d’azzardo, il 24,8
turismo
Rispetto ad altri Paesi europei l’Italia vede
uno sviluppo decisamente inferiore dell’ecommerce, ovvero il commercio elettronico
sviluppato utilizzando Internet. Una
realtà penalizzante, visto anche che
moltissimi prodotti tipici italiani (dalla
moda e l’abbigliamento a quelli alimentari,
solo per fare alcuni esempi scontati)
potrebbero trovare importantissimi sbocchi di
vendita su scala internazionale. Insomma,
spinta all’internazionalizzazione ma anche
all’imprenditorialità e all’innovazione. Per
questa ragione tra le misure dell’Agenda
Digitale planetaria si prevede il varo di
incentivi per favorire lo sviluppo della moneta
elettronica e degli acquisti con l’e-commerce,
che potrebbe conquistare anche degli specifici
incentivi di carattere fiscale. Attualmente (dati
2011) il commercio elettronico vale quasi 19
miliardi di euro, in forte aumento: ma il settore
che fa la parte del leone è il gioco d’azzardo
online, che vale oltre la metà del mercato
(56,9%), seguito da turismo (24,8%) e
assicurazioni (5,9 per cento).
L’obiettivo è
quello di
sostenere la
nascita di
almeno 100
nuove imprese ogni anno.
Il problema è quello di trasformare il nostro
Paese in un terreno più fertile per la
nascita delle imprese start up, ovvero le
aziende basate su idee imprenditoriali
innovative. In questi mesi una task force
di esperti che hanno lavorato «pro bono»
per il ministero dello Sviluppo economico
(guidata da Alessandro Fusacchia) ha
messo a punto un documento che stabilisce
alcune linee guida per favorire il successo
delle start up anche in Italia. Il rapporto dei
saggi, che sarà presentato ufficialmente a
settembre, è in questo momento in fase di
trascrizione in apposite norme di legge
presso gli uffici del dicastero di Passera. Nel
documento si prevede, tra l’altro,
l’unificazione in un solo fondo di tutte le
risorse pubbliche mirate a sostenere e
incentivare il venture capital, ovvero il
capitale di investimento di rischio. Risorse
che effettivamente esistono, ma finora sono
state poco utilizzate o adoperate in modo
disorganico e poco efficace. Altre norme
riguardano ulteriori semplificazioni
procedurali, allo scopo di eliminare passaggi
burocratici inutili e ripetitivi. L’obiettivo è
quello di sostenere la nascita di almeno 100
nuove imprese ogni anno.
Semplificazione d’impresa
Edilizia e amministrazioni,
abbattere la burocrazia
80
norme
di semplificazione procedurale, in
materia di
lavoro, fiscale, autorizzativa sono
state raccolte
e vagliate,
per farne un
testo unico
In questi mesi il ministero dello Sviluppo
economico, insieme alle associazioni di
categoria direttamente interessate, ha
lavorato per mettere a punto un nuovo
provvedimento sulla semplificazione degli
adempimenti burocratici di impresa. In
questi anni ne sono stati già varati diversi,
ma i tecnici del ministero affermano che si
tratta del più corposo pacchetto di
semplificazioni di impresa a cui si sia posto
mano da molto tempo a questa parte. In
particolare sono state raccolte e vagliate circa
80 norme di semplificazione procedurale, in
materia di lavoro, fiscale, autorizzativa. Gli
uffici le stanno ora vagliando per trasporle in
un pacchetto legislativo.
Sempre da settembre in poi, però, dovranno
essere attuate molte delle misure già contenute
nel provvedimento «Semplifica Italia». Si va
dallo sportello unico per l’edilizia, che diventa il
punto di riferimento unico per tutti gli atti e le
autorizzazioni per interventi di costruzione,
all’attivazione del responsabile unico dei
procedimenti amministrativi. Ovvero, il
dirigente in ogni amministrazione che dovrà
garantire alle imprese e ai cittadini la
conclusione di una pratica rimasta «bloccata».
Jena
Creature
E’ morto Rambaldi, ha inventato creature
fantastiche e mostruose come Et,
Alien e la Santanchè.
[email protected]
Aumenti più forti per chi vive in città:
fino a 450 euro a Venezia, oltre 300 a
Palermo, 200 a Torino
Non scongiurato il rischio di un nuovo
salasso Imu a dicembre: gettito al di
sotto delle stime per 2000 sindaci
IL DOSSIER. Gli effetti del federalismo fiscale
Le tasse
Comuni e Regioni con le casse vuote
l’Irpef locale ci costa 3,5 miliardi in più
VALENTINA CONTE
CARO ci costa il federalismo fiscale. Sicuramente tre miliardi e
mezzo in più, solo per i rialzi delle addizionali Irpef, comunali e
regionali. Aumenti decisi per il
2012, rispettivamente, dalla manovra di Ferragosto di Tremonti
e dal natalizio Salva-Italia di
Monti, entrambi varati nel 2011.
Ma che in buona parte si faranno
sentire su pensioni e buste paga
nel 2013. Come se non bastasse,
tra recessione al galoppo e benzina proiettata verso i due euro al
litro, all’orizzonte si affacciano
altre bombe: il saldo Imu (settembre-dicembre) e i nuovi, ulteriori, ritocchi all’addizionale
nelle Regioni in deficit sanitario
(da gennaio). Un salasso in piena
regola che comincia a mostrare
la corda dell’insostenibilità.
GLI EFFETTI SULLE TASCHE
Inevitabile l’alleggerimento
dei portafogli. I calcoli effettuati dalla Cgia di Mestre per fasce
di reddito rivelano che i cittadini in assoluto più colpiti dall’uragano addizionali sono (e saranno) quelli di Palermo, Torino, Genova e Venezia. Il Lido veneto salvaguarda solo i redditi
più bassi, mentre stanga i guadagni medio-alti (tra i 212 e i 443
euro in più sul 2011). Mentre il
capoluogo siciliano, limita ad 80
euro l’aggravio per i redditi da 20
mila euro, ma alza l’asticella a
160 euro per chi porta a casa 40
mila euro l’anno e a 320 euro per
chi se ne assicura 80 mila. In totale, stima la Cgia, 3,5 miliardi in
più.
COMUNI ASSETATI
La geografia dei rincari (fino allo 0,8%) vede Torino, Milano,
Venezia, Genova, Catanzaro,
Palermo e Cagliari tra i capoluoghi più importanti che hanno
inasprito l’addizionale. Sette
“grandi” sindaci ancora devono
deliberare, tra cui Roma. Cinque hanno confermato il tetto
del 2011, come Bologna e Trieste. Venezia ha ampliato la fa-
g
Le Regioni e i disavanzi cumulati
nella sanità
Disavanzo
I Comuni più indebitati
Debito al 31 dicembre 2010
(in milioni di euro)
Debito pro capite
(in euro)
3.454
4.433
172
126
1.328
102
97
116
1.629
163
154
61
99
98
459
123
110
172
410
394
546
3.806
3.348
2.623
2.301
2.184
1.974
1.807
1.702
1.697
1.639
1.622
1.604
1.580
1.579
1.564
1.563
1.554
1.516
1.514
1.493
1.472
TORINO
MILANO
CARRARA
SIENA
GENOVA
PORDENONE
CHIETI
POTENZA
NAPOLI
UDINE
ALESSANDRIA
FERMO
SAVONA
BENEVENTO
CATANIA
CASERTA
MASSA
TERNI
VENEZIA
VERONA
FIRENZE
(2007 - 2011)
Disavanzo
cumulato cumulato pro capite
(in milioni di euro)
(in euro)
LAZIO
–6.593
–3.200
CAMPANIA
PUGLIA
–1.415
SICILIA
–1.166
SARDEGNA
–809
CALABRIA
–802
LIGURIA
–591
ABRUZZO
–349
MOLISE
–298
BASILICATA
–133
P.A. TRENTO
–41
–31 VALLE D’AOSTA
TOSCANA
28
UMBRIA
39
LOMBARDIA
54
PIEMONTE
59
MARCHE
67
P.A.BOLZANO
87
FRIULI V.G.
98
138EMILIA ROMAGNA
VENETO
139
ITALIA
–14.717
Fonte: Cgia Mestre
-233
-110
-69
-46
-96
-81
-73
-52
-186
-45
-16
-48
1
9
1
3
9
35
16
6
6
-49
Fonte: Cgia Mestre
scia degli esenti (fino a 20 mila
euro). Firenze, unica, ha abbassato l’aliquota (da 0,3 a 0,2%).
Napoli e Cagliari sono passate
agli scaglioni di reddito, dal proporzionale, e questo aiuterà i
redditi più bassi.
LA QUESTIONE IMU
I conti Imu però non tornano. Il
governo lo sa e ha aperto un tavolo tecnico con l’Anci, l’Associazione dei Comuni, per porvi
rimedio. Due giorni fa il Consiglio dei ministri ha dovuto anticipare ai sindaci 1 miliardo e 190
milioni, metà dell’ultima rata
del Fondo sperimentale di riequilibrio (i trasferimenti), per
evitare crisi di liquidità,
permettere il pagamento degli stipendi di
agosto, dare continuità
ai servizi. L’acconto
Imu di giugno — 9,6 miliardi — ha centrato il target stimato dal ministero
dell’Economia, nel suo totale.
Ma almeno 2 mila Comuni stanno conteggiando scostamenti di
gettito importanti, mentre altri
totalizzeranno, forse, extra gettiti. Il timore è che a dicembre le
cifre sballino e molti sindaci siano costretti, nelle prossime settimane, a spingere al massimo le
aliquote su prime e seconde case. Il salasso di Natale si avvicina.
L’anticipo di
1,2 miliardi di
fondi da Roma
ha evitato una
crisi di liquidità
REGIONI IN AFFANNO
L’addizionale è aumentata
già da gennaio (aliquota
bese all’1,23%, lo 0,33 in più).
Ma alcune Regioni erano
già oltre il livello massimo
dell’1,73, toccato da Abruzzo, Lazio e Sicilia, per via
della sanità. Si tratta di
Campania, Calabria e Molise, al top tra i gabellieri: 2,03%. Se
a queste sei Regioni aggiungiamo anche Piemonte e Puglia, otteniamo le “magnifiche otto”
che, grazie a un emendamento
Pdl alla spending review, potranno aumentare di un altro 0,6% (fino al 2,33) le maledette addizionali regionali, anticipando di un
anno al 2013 una leva già prevista. Altri 138 euro in più a testa per
i cittadini, però. L’effetto della
legge sulla revisione della spesa,
infine, impone altri tagli severi
sia a Comuni che Regioni. Ai primi, 500 milioni quest’anno e due
miliardi nel 2013 (compensati da
800 milioni ma solo per il 2012, girati da Regioni e fondo per i rimborsi fiscali) e lo sfoltimento dei
dipendenti da gennaio. Mentre
le Regioni dovranno asciugare gli
sprechi in Sanità, dire addio a 15
mila posti letto, risparmiare 700
milioni nel 2012 e un miliardo dal
2013. Ancora nuovi balzelli per i
cittadini in arrivo?
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A settembre il nuovo pacchetto di
Passera, che punterà anche su start up
e semplificazioni per le imprese
La digitalizzazione della pubblica
amministrazione riguarderà anche
scuole, tribunali e ospedali
IL DOSSIER. Gli interventi per lo sviluppo
Internet
“Mettiamo online tutta l’Italia”
la crescita ripartirà dai computer
L’amministrazione
Pratiche veloci per i cittadini
e carta d’identità elettronica
Una delle sfide della Digital Agenda è quella di
spostare online i rapporti interni alla pubblica
amministrazione e tra burocrazia e cittadini.
Il cosiddetto eGovernment che velocizza le
pratiche e fa risparmiare la macchina dello
Stato. Basti pensare che ad oggi i costi a carico
dell’Erario tra carta e spedizioni postali sono
di svariati miliardi di euro all’anno. Tra le altre
cose si punta anche alla carta d’identità
elettronica: un tesserino munito di chip che
oltre al documento di riconoscimento
conterrà tessera sanitaria e codice fiscale. Un
modo per accorpare il sistema informativo
della burocrazia con taglio dei costi.
ALBERTO D’ARGENIO
Sarà l’agenda digitale uno dei tre pilastri (insieme a Start up e semplificazioni per le imprese) del nuovo
pacchetto per la crescita che il governo approverà a settembre per cercare di rilanciare il Paese. Il ministro dello
Sviluppo economico, Corrado Passera, ha avviato già a febbraio un tavolo tecnico per mettere nero su bianco le
nuove misure volte a dare al Paese un futuro di potenziale di sviluppo, con l’Italia negli ultimi cresce
decisamente meno rispetto al resto dell’Unione europea. L’agenda digitale - un investimento pubblico-privato da
3 miliardi in parte ancora da coprire - prevede molto Internet, con l’attivazione della banda larga e ultra-larga su
tutto il territorio. La digitalizzazione della Pubblica amministrazione, partendo dalle scuole passando dai
tribunali per arrivare agli ospedali. Una enorme mole di dati che sbarcherà in Rete da immagazzinare in nuovi
“Data center”, grandi server da impiantare nel Mezzogiorno con la Sardegna che si è aggiudicata il primo. E poi
gli incentivi per la creazione di “distretti elettronici” che spingeranno le piccole e medie imprese del Made in
Italy ad aggregarsi e fare massa, aumentando le vendite all’estero.
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Scuola e università
Con tablet e pc nelle aule
30 milioni di persone in Rete
La digitalizzazione della Pubblica
amministrazione toccherà tutti i settori. Si punta
ad esempio su scuola digitale e università online.
Si va dall’iscrizione via Internet degli esami al
libretto universitario online. C’è poi il capitolo
“alfabetizzazione informatica”: si calcola che tra
studenti e famiglie (dai genitori ai nonni) in Italia
30 milioni di persone siano contatto con la
scuola. Si punta dunque a insegnare ai ragazzi
l’uso delle nuove tecnologie - promuovendo
anche l’uso dei tablet - perché poi siano loro
stessi a portare le famiglie in Rete. Un volano per
spingere l’informatizzazione dalla quale
dipende buona parte della crescita futura.
Sanità e giustizia
Imprese
Infrastrutture
Accesso al web e banda larga
entro il 2013 garantiti a tutti
Mezzogiorno
Tribunali e cliniche telematiche
per accedervi basterà l’e-mail
Distretti industriali su Internet
e forti incentivi all’e-commerce
Fondi della Ue per i data center
il primo nascerà in Sardegna
Anche ospedali e tribunali saranno portati in Rete.
Si pensa alla “clinica elettronica”, ad esempio con
i risultati degli esami inviati ai pazienti via e-mail.
Anche i tribunali dovrebbero sbarcare nel nuovo
millennio grazie a una serie di procedure
telematiche: dalla notifica degli atti alla
pubblicazione delle sentenze. C’è spazio per la
ricerca, con il piano per digitalizzare e rendere
accessibili a tutti le informazioni e i dati delle
amministrazioni in modo da permettere ai
ricercatori (anche privati) di usarli con
“applicazioni intelligenti”. Ad esempio, avere a
disposizione i dati sul traffico di una città permette
di creare nuovi software che aiutino i cittadini.
Con Internet il governo punta ad aumentare la
competitività e l’internazionalizzazione delle
piccole e medie imprese, i campioni del Made in
Italy. Ci saranno incentivi per spingerle verso
l’eCommerce, la vendita dei prodotti online. Le
imprese saranno invogliate a usare piattaforme di
commercio elettronico sbarcando sui grandi siti
di vendita già esistenti oppure, opzione preferita,
consorziandosi creando una piattaforma tutta
propria. Una sorta di “distretto elettronico” che
aiuterà le Pmi a fare massa e aumentare le vendite
all’estero. Corollario la spinta a dotarsi degli
strumenti per essere pagati e fornire la fattura
online (moneta e fattura elettronica).
Uno dei punti chiave del piano è quello di
portare in rete i 3,5-4 milioni di italiani che oggi
non hanno accesso a Internet. La regole Ue
prevedono che entro il 2013 tutti i cittadini
abbiano collegamenti veloci ed entro il 2030
super-veloci. Obiettivo lontanissimo per l’Italia,
con ingenti danni per la crescita. Per completare
la penetrazione Internet al Sud i soldi sono stati
trovati, mancano 400 milioni per il Nord (si
pensa a progetti pubblico-privato). Per la banda
ultra-larga (tv e Internet via fibra ottica
velocissima) si partirà con il cablaggio delle
grandi città. Poi il resto del territorio. Si pensa di
incentivare i big privati a investire nel progetto.
Tra digitalizzazione della burocrazia e
Internet veloce in Rete pioverà una mole
impressionante di nuovi dati. Per questo il
governo punta innanzitutto a mettere in
comunicazione tra loro i 7-8 mila server della
Pubblica amministrazione per aumentarne
l’efficienza a tagliare i costi. Saranno messi in
contatto da grandi Data center sparsi nel
Mezzogiorno (grazie ai finanziamenti Ue)
che progressivamente immagazzineranno i
dati e diventeranno autonomi, assorbendo
anche le nuove informazioni che
arriveranno con l’informatizzazione della
Pa. Il primo sarà costruito in Sardegna.
14mln
8000
30mb
I punti
3mld
FINANZIAMENTO
La Digital Agenda
prevede 3 miliardi
di investimenti
ESCLUSI
Potranno navigare
i 4 milioni oggi senza
connessione
SERVER
Oggi ci sono 8.000
server da sostituire
con i Data Center
VELOCITÀ
Entro il 2030 arriverà
in tutta Italia Internet
veloce da 30 Megabite
LA CRISI
I PIANI DEL GOVERNO
Nuovi tagli per evitare il salvaspread
R
NA LV
Grilli promette: Nessuna patrimoniale. Altre risorse dalla revisione di catasto e reddito d’impresa
QUOTIDIANO FONDATO NEL
QUOTIDIANO
NEL 1867
1867
DOMENICA 12 AGOSTO 2012 • ANNO 146 N. 222 • 1,20 € IN ITALIA (PREZZI PROMOZIONALI ED ESTERO IN ULTIMA) SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/04) ART. 1 COMMA 1, DCB - TO www.lastampa.it
ROMA
Agenda digitale, aiuto alle
start up, seconda fase della
spending review. Al rientro
dalle vacanze, a fine mese (il
24 agosto è previsto il primo
Consiglio dei ministri), sono
già tracciati alcuni temi a cui
dovrà dedicarsi il governo.
Obiettivo crescita, con un
pacchetto «sviluppo bis», già
anticipato ieri dalla «Stampa», a cui sta lavorando il ministro Corrado Passera.
Dalle semplificazioni d’impresa, per sciogliere i troppi
nodi che rendono insopportabile la nostra burocrazia, al
fondo per favorire le nuove
aziende a contenuto innovativo. E poi un’altra tranche di
spending review, la revisione
della spesa pubblica, per un
«processo permanente che
non si esaurisce con interventi
una tantum», come ha spiegato ieri in un’intervista a «Repubblica» il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli. E ancora, si parla di revisione del catasto, piano nazionale degli aeroporti, per «sfoltire» quelli
inutili e inefficienti, nuove misure sulla revisione del reddito
d’impresa, un piano di strategia energetica. Oltre che un
piano pluriennale di rientro
dal debito pubblico. Un programma di «auspicabili iniziative», le definisce il leader Cisl
Raffaele Bonanni, purché «abbiano il necessario grado di
trasparenza con incontri con
le parti sociali».
Compiti da svolgere per
cercare di uscire dalla crisi, e
farcela da soli, senza chiedere
ficile dire però quando: «Non
vogliamo illudere nessuno
con promesse sulla tempistica che ora non siamo in grado
di fare».
«Il ministro si candida al
premio Nobel per l’invenzione
del vuoto pneumatico», sbot-
Ben Lawsky, un giovane procuratore di New York che
questa settimana ha accusato Standard Chartered di
aver «lavato» 200 miliardi di
dollari iraniani in contravvenzione delle sanzioni Usa
contro il regime di Teheran.
La Standard Chartered nega
tutto, ma la notizia ha scatenato un putiferio transatlantico. Boris Johnson, il popolarissimo sindaco di Londra,
si è assentato dalle Olimpiadi
per attaccare il «protezionismo finanziario» degli Usa.
Alla sinistra di Boris, il parlamentare laburista John
Mann ha accusato gli americani di «discriminazione anti-britannica». E persino
Mervyn King, il pacato governatore della Banca d’Inghilterra, ha impersonato
Tony Soprano, «consigliando» ai colleghi americani di
andarci con i piedi di piombo
nelle inchieste con le banche
inglesi.
l’aiuto del fondo salva-spread:
non ce ne sarà bisogno, ribadisce il ministro Grilli, come
non ci sarà bisogno di una
nuova manovra in autunno,
«sarebbe un errore». Ma ci
sono altre cose che dice Grilli,
LO SPECCHIO
e che causano
le reazioni delDEL MONDO I
l’opposizione, Lega e Idv. Il ministro dice no all’ipotesi
di
D
lt i
t i i bi
CONTINUA A PAGINA 27
Carlo Molfetta festeggia l’ottavo oro della spedizione azzurra a Londra
missili antiterrorismo sui
tetti son rimasti in allerta
ma senza sparare, la folla
non ha paralizzato i treni della
metropolitana Tube.
GIANNI RIOTTA
CONTINUA A PAGINA 27
durasse 40 giorni per poter
poi tornare a casa con quattro soldi e un sacco di riso.
Erano le mondine. C’erano
una patrimoniale («non appartiene al mio vocabolario»)
e ammette la necessità di ridurre la pressione fiscale,
«una nostra priorità»: per ora
l’impegno è scongiurare in
modo permanente l’aumento
dell’Iva,
si creeLondra
e reali ok,poi,
male i «appena
politici
rà uno spazio», promette, si
abbasseranno
let 9imposte. Difi
i
i
i dil
i 11
PICCOLA ITALIA
Racconti di provincia
Ansaldo, Boffo, Malaguti, Semeraro e Zonca NELL’INSERTO
LE PAGELLE
mamme e c’erano ragazze
poco più che bambine. Nelle
loro valigie non dimenticavano mai di mettere, tra le
poche cose essenziali, anche
un vestito della festa perché
il lavoro era pesantissimo,
ma alla sera si andava a ballare e si poteva incontrare
qualcuno che cantava tu sei
per me la più bella del mondo, e un amore profondo mi
lega a te.
Nel 1949 Giuseppe De
Santis ci fece un film, «Riso
amaro», che fece scoprire la
bellezza di Silvana Mangano
e la nostra miseria.
CONTINUA ALLE PAGINE 14 E 15
Vittorio Sabadin ALLE PAGINE X E XI DELL’INSERTO OLIMPICO
Maroni: «Il ministro
dell’Economia Grilli
in quanto a idee fa
rimpiangere Tremonti»
ta il leader dell’Idv, Antonio Di
Pietro, ed elenca: sull’ipotesi
di dover richiedere aiuto ai
fondi europei per lo scudo antispread, «il governo accende
un cero alla Madonna»; sulle
tasse troppo alte da abbassare, «tiene le dita ben intreccia-
te e fa gli scongiuri»; non metterà la patrimoniale, non è nel
suo vocabolario, «se vuole
gliene presto uno io, così capisce cosa vuol dire far pagare
la crisi solo a chi non sa più come tirare avanti». Aggiunge il
capogruppo del Gabbiano Felice Belisario, che una patrimoniale sulle grandi ricchezze «è necessaria»: «Sarebbe
finalmente una scelta di equità ma probabilmente proprio
per questo Grilli è contrario».
Anche la Lega si scatena
sulle parole del ministro,
«bocciatissimo» secondo il segretario Roberto Maroni: «In
quanto a idee, fa rimpiangere
Tremonti». Anche più tranchant il deputato Maurizio
Fugatti: «Il ministro dell’Economia gioca a prendere in giro gli italiani».
[F. SCH.]
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La Sfida. digitale e nuove imprese