Autori: Alunni della Scuola Primaria “E. De Amicis” di Zagarolo 1 “A tutti coloro che sanno prendersi cura degli altri” 2 L’aver cura costituisce la struttura fondamentale di tutti i possibili rapporti fra gli uomini. Esistono, secondo Heidegger, due forme diverse di cura. Nella prima, l’uomo non si cura tanto degli altri quanto delle cose da procurar loro; nella seconda apre agli altri la possibilità di trovare se stessi e di realizzare il proprio essere. A mio avviso, questa seconda forma di cura coincide con il vero insegnamento che un docente svolge quotidianamente con i propri alunni. Quando ciò si concretizza realmente ci troviamo di fronte ad alunni che riescono, con assoluta autonomia, a destreggiarsi nel magnifico mondo delle discipline e farle diventare parte di sé. Oltre alle tante attività a cui sono abituati i nostri alunni, con il progetto “ L’Isola Felice” i bambini si confrontano e crescono insieme producendo tante idee che sono ascoltate, condivise, scelte, raccolte e poi fascicolate in questo libricino,quest’anno in forma digitale, per dare forza al loro pensiero. Quando si dà voce ai bambini sicuramente qualcosa di buono rimarrà negli animi di tutti. Referente GLH Dott.ssa Marialuisa Natale 3 Indice Classi prime C’era una volta … Il bell’anatroccolo Classi seconde Che batticuore Cruciverba immaginario Filastrocca bislacca La paura I nostri bambini hanno paura … Giocando con le parole Classi terze Un diavolo per capello Poesie sulla rabbia Quella volta mi sono veramente arrabbiata … Il gigante arrabbiato La storia di Marco Il fantasma rabbia Frenk e suo fratello Consigli utili contro la rabbia Riflessioni sulla rabbia La pecora arrabbiata Classi quarte Le parole dell’amicizia Fratellanza Uguaglianza Amore Amico Felicità L’amicizia Amico Essere amici Cruciverba 4 Classi quinte Alla ricerca della felicità Le emozioni del futuro La prima volta a cavallo Il Piccolo Principe Per non essere soli L’amicizia è … Cinque anni con amore 5 CLASSI PRIME 6 C’ERA UNA VOLTA … Un giorno da un uovo nasce un anatroccolo nero. Tutti gli animali lo prendono in giro perché è brutto e diverso dagli altri. 7 L’anatroccolo fugge via e conosce nuovi amici: un gatto e una gallina. L’anatroccolo riprende il suo viaggio, ma a causa di tanta neve rischia di morire di freddo. Viene salvato da un cacciatore. 8 Poiché l’anatroccolo combina molti guai, la moglie del cacciatore lo manda via. Alla fine dell’inverno l’anatroccolo è diventato un bellissimo cigno. MORALE DELLA FAVOLA Non è importante ciò che si vede fuori, ma quel che si ha dentro 9 IL BELL’ANATROCCOLO C’era una volta un bell’anatroccolo che viveva in una fattoria. Era un animale furbo e magico. Un giorno scappò di casa perché aveva paura di essere sgridato dalla mamma. Cammina cammina arrivò vicino ad un lago. Si tuffò nell’acqua ma si trasformò in una mosca. Si posò sull’erba e si mise a piangere. Ad un certo punto mangiò un seme di girasole e tornò ad essere un anatroccolo bellissimo. 10 CLASSI SECONDE 11 CHE BATTICUORE! Ho paura di tutto un po’ e ora lo racconterò . Lampi e tuoni mi fan sobbalzare, il buio mi fa tremare e se sento uno strano rumore mi viene il batticuore, ma se chiamo mamma e papà, tutto passa e se ne va. Ragni, cavalli e serpenti mi fan battere i denti, la vista del cane e del gatto mi fa diventare matto! Ho tante paure, lo so! Ma con un amico le vincerò. 12 CRUCIVERBA IMMAGINARIO Cancella nel riquadro le parole elencate sotto. Con le lettere rimanenti rispondi alla domanda della pagina successiva. T M N A M S M B U I O R R E T U O A T U A R R R N E T M G P E L O L E O N E M O P A P R I N A P A U R E A T R M E D U S E I E BUIO TUONO NOTTE LEONE SERPENTE TREMARE RUMORE RAGNI MEDUSE PAURE URLO CHI CHIAMI QUANDO HAI PAURA? _______________________ 13 FILASTROCCA BISLACCA Il fantasma infuocatino mangia sempre il suo formaggino. Arriva nello spazio e trova lo zio che fa tanta paura nella notte scura. Il suo amico lupo mannaro si è nascosto dietro un faro, con le zampe sul suo naso si schianta sul suo vaso. Il vampiro lo aiutò e felice se ne andò. 14 LA PAURA Ho paura, è tutto buio. Nella notte profonda sbucano gli zombi con le unghia affilate. I fantasmi entrano nelle case, i vampiri girano in città. Tutti i bambini hanno paura perciò vanno da mamma e papà che li tranquillizzano perché vampiri, zombi e fantasmi esistono solo nelle leggende. 15 I NOSTRI BAMBINI HANNO PAURA … Molti animali nell’immaginario dei fanciulli evocano paure. I nostri alunni hanno paura di … tarantole, vipere, lupi, api, elefanti, leoni, rinoceronti, cani, ragni, insetti, pipistrelli, tigri, coccodrilli, leopardi, vespe, lupi, squali, tori, zanzare, granchi, cavalli, gatti … Alcuni bambini non solo degli animali. Leggete un po’! - Di mio zio, perché è grosso. Del bosco, perché da solo non potrei ritrovare la via d’uscita. Del mare perché è grande. Dell’allagamento, perché l’acqua distrugge tutto. Del buio, perché non so dove andare Del terremoto, perché le case crollano. Delle croci, ma non so il perché. Delle bombe, perché possono far del male alle persone. Alcuni bambini, però, non hanno paura di nulla perché hanno sconfitto le loro paure PENSANDO A COSE BELLE!!! Ma gli adulti di cosa hanno paura? Bambini lo avete chiesto qualche volta? Se non lo avete fatto, e la cosa vi incuriosisce, chiedetelo a qualche adulto! (scoprirete che anche i grandi hanno paura). 16 GIOCANDO CON LE PAROLE (Gli acrostici) Penso Penso Penso Ad Ad Ad Un Un Una Ragno Rinoceronte Rana Assassino Arrabbiato Acquatica Rosso in viso Rabbioso e Aggressivo con i gesti Aggressivo un Batte i pugni Bisonte Batte i piedi Butta Infuriato In aria un altro Aggressivo con la voce Animale Giocare Giocare a calcio Insieme ai miei amici Inseguire il mio cane Ogni giorno Ottimi voti In Imparare cose nuove Allegria Attaccare figurine 17 Tornano con le Cercare dappertutto Ruvide mani Un tesoro I contadini Racchiuso in un luogo segreto Stanchi Inseguendo Tanto affannati Orme E portano con se Strane su Zappe Isole Zaini e tini pieni di Tenebrose e Acqua Aghiaccianti Mentre Leggere Ero in In compagnia Riva Bei racconti Al mare E pensare a Vedevo Re e cavalieri I delfini Tutti insieme intorno Giocare con Alla tavola di Artù Le onde e mi Immaginavo in Acqua a nuotare con loro 18 CLASSI TERZE 19 POESIE SULLA RABBIA UN DIAVOLO PER CAPELLO La Rabbia ha un diavolo per capello. Quando sale, il viso diventa rosso ross e il naso si fa grosso. Un nodo stringe la gola e gli occhi girano come una mola. RABBIA La rabbia è un dolore profondo che fa male a tutto il mondo. La rabbia fa piangere ogni singola cosa ma soprattutto è dannosa. Per liberarci di questo malanno dobbiamo sorridere tutto l’anno. RABBIA La rabbia è come una nuvola nera che la sera si scatena con fulmini e lampi. È il più forte tra i venti che tiran fuori gran spaventi. I bambini la sera fan festa sotto la tempesta perché la rabbia han chiuso in una gabbia. 20 RABBIA Rabbia: se parli ti metto in gabbia; se mi fai infuriare io cerco di ballare; se mi vuoi far arrabbiare io mi metto a cantare; se non mi vuoi abbandonare io proverò a cambiare. LA RABBIA È La rabbia è un sentimento triste ed infelice La rabbia è quando ce l’hai con il mondo intero La rabbia è quando ti senti solo e abbandonato La rabbia è quando ti sfoghi strillando La rabbia è quando perdi il controllo La rabbia la conosce solo chi la prova. La rabbia si vince chiamandola per nome. 21 LA RABBIA La rabbia è come stare in gabbia è come una galera buia e severa. La rabbia scura come la nebbia ti impedisce di vedere e ti fa perdere il potere di pensare e amare. Quando la rabbia ti cattura, rompi le sue mura, così la rabbia scappa e fa posto alla gioia e quella è la tua vittoria. 22 LA RABBIA La rabbia è un momento incontrollabile, la rabbia è orribile la rabbia ferisce noi e chi ci sta attorno. Chi prova rabbia salta e borbotta e a volte mena botte. La rabbia ti fa rispondere sempre male anche se ti accorgi che non stai facendo la cosa giusta. La rabbia va fermata e da noi può essere paralizzata. La rabbia così annullata può essere ingabbiata e la serenità ritrovata. 23 QUELLA VOLTA MI SONO VERAMENTE ARRABBIATA … Era una sera tranquilla e stavo giocando a corda in salotto. Mamma mi disse, per l’ennesima volta, di stare attenta a non rompere niente. Quel giorno ero molto contenta perché avevo fatto cinquanta salti e avevo battuto il mio record. Ero soddisfatta, stavo diventando veramente brava! Mentre saltavo, all’improvviso, si spensero le luci, tutto diventò buio e io rimasi immobile come una statua. La paura mi aveva imprigionata e cominciarono a tremarmi le gambe. Chiamai mio padre, ma lui non mi sentì. Allora chiamai mia madre, ma lei non c’era perché era andata a fare la spesa. Provai ad accendere le luci e si accesero. Potei vedere così mio fratello che si stava nascondendo e faceva dei rumori strani proprio dove stavo giocando io e capii che era stato lui a farmi quello scherzo. Lui non si accorse che lo stavo guardando con aria furibonda, ma appena mi vide scappò nella sua cameretta. Infuriata, lo rincorsi e, saliti in camera, litigammo furiosamente e gli dissi che avrei riferito tutto alla mamma che, sicuramente, lo avrebbe punito. La mamma arrivò proprio nel momento in cui gli stavo dicendo queste parole e mi chiese perché avrebbe dovuto punirlo. Io le raccontai la storia e mamma arrabbiata lo mise in punizione. Da allora mio fratello non mi fa più scherzi che mi fanno spaventare. 24 IL GIGANTE ARRABBIATO Dentro un caverna viveva un gigante arrabbiato. Lui ce l’aveva con il mondo intero, anzi, pensava che il mondo intero ce l’avesse con lui. Ogni volta che qualcuno si avvicinava alla sua caverna iniziava ad urlare e a lanciare enormi pietre infuocate. Un giorno era talmente arrabbiato con gli abitanti della città vicina che decise di distruggerla incendiandola. Mentre stava preparando le pietre infuocate per attuare il suo piano, arrivò all’ingresso della caverna il vecchio saggio della città. Appena il gigante si accorse della sua presenza iniziò a urlare a più non posso. Il saggio, però, restò in silenzio e lo osservava mentre urlava. Poi, all’improvviso, scoppiò a ridere talmente tanto che non riusciva a smettere. Rideva così forte ma così forte che il gigante all’improvviso smise di urlare e osservò il vecchio saggio. Il gigante fu contagiato da quella risata, iniziò a ridere a crepapelle e si dimenticò il motivo per cui era arrabbiato. Alla fine il gigante ringraziò il saggio per avergli fatto scoprire un modo semplice e divertente per sfogare la rabbia. Inoltre capì che nessuno ce l’aveva con lui erano solo sue fantasie, lui non si accettava perché si vedeva brutto e grosso. Il saggio entrando nella sua caverna mostrò di non avere paura di lui e che poteva offrirgli la sua amicizia. Da quel giorno il gigante iniziò ad essere meno aggressivo con le persone che passavano vicino alla sua caverna e le persone, non più terrorizzate, gli offrirono la loro amicizia. 25 LA STORIA DI MARCO Marco, un bambino magro, alto e intelligente festeggiava il suo nono compleanno con i suoi amici. Aveva tanto atteso quel giorno, ma ora sembrava diventare sempre più nervoso. I suoi compagni gli avevano regalato solo capi di abbigliamento e nessun giocattolo che invece lui desiderava tanto. Da quel giorno diventò sempre più irascibile, pensava che nessuno gli volesse bene e che nessuno capisse i suoi desideri. La rabbia che provava lo trasformò e gli fece commettere tanti errori. Non aveva più voglia di studiare e quindi prendeva brutti voti a scuola. Restava sempre da solo, non voleva giocare con nessuno, ma guardava i suoi amici giocare e la sua rabbia aumentava. Quando i suoi amici lo invitavano a giocare lui rispondeva sempre di no. Un giorno la madre lo strillò perché andava male a scuola , ma poi cercò di capire oil motivo di tanta rabbia, ma non fu facile, allora pensò di invitare a casa i suoi amici con la speranza che a Marco ritornasse il sorriso, ma lui si rinchiuse in camera. La rabbia continuò a crescere sempre di più. Gli amici di Marco lo invitavano sempre a giocare nonostante i suoi NO.. Pian , piano si stufò di stare da solo e andò a cercare i suoi amici per giocare con loro. Gli amici lo perdonarono e giocarono tutti insieme come una volta. Marco aveva capito che arrabbiarsi non serve a nulla, ma occorre parlare con gli altri per farsi capire. Capì che era meglio l’amicizia dei suoi compagni che i giocattoli, che è molto più divertente stare in compagnia che da solo con un gioco. 26 IL FANTASMA RABBIA C’era una volta in un bosco un castello bellissimo ma disabitato. Disabitato per modo di dire perché nel castello, in effetti, ci viveva il fantasma Rabbia. Rabbia era un fantasma molto anziano e tranquillo. Un tempo si chiamava Calma Perfetta. Pensate che molte persone andavano al castello per rilassarsi e stare in sua compagnia! Un giorno però alcuni maghetti invidiosi e dispettosi gli avevano fatto bere una pozione magica e lo avevano trasformato in un fantasma orribile, sempre arrabbiato, urlava per ogni cosa. Nessuno più poteva avvicinarsi al suo castello, lui scacciava tutti. Era sempre solo e sempre arrabbiato e più era solo e più si arrabbiava. Sentiva che non era la cosa giusta ma non sapeva cosa fare. Un giorno una fatina perse la strada di casa e quando arrivò la notte si trovò davanti alla porta del castello. Lei sapeva che lì viveva Rabbia. Aveva paura di entrare ma la paura del buio era più forte, così si fece coraggio ed entrò. Appena Rabbia la vide iniziò ad urlare: - Esci dal mio castello! Vattene via! Non voglio vedere nessuno!La piccola fatina allora iniziò a cantare una dolcissima melodia e Rabbia improvvisamente si calmò. Chiese alla piccola di continuare a cantar. Più la fatina cantava più Rabbia diventava calmo. La fatina cantò tutta la notte e l’incantesimo svanì. Al mattino la piccola fatina trovò accanto a sé Calma Perfetta che non aveva parole per ringraziarla. Il castello tornò ad essere quel luogo meraviglioso dove è possibile trascorrere giornate in tutta calma e tranquillità in compagnia di un vecchio fantasma. 27 FRENK E SUO FRATELLO Tanto tempo fa, c’era un signore di nome Frenk che era sempre arrabbiato con i suoi amici. Un giorno, Frenk andò in una casa abbandonata e, per la rabbia, la ruppe tutta. Solo dopo averla vista completamente distrutta riuscì a rasserenarsi. Molto più pacifico di lui era il fratello piccolo che per la sua calma era amato da tutti e riusciva a rasserenare anche Frenk. Costui portava sempre un cappello rosso con in pallino bianco in cima. Questo cappello lo rendeva molto bello perché il color rosso gli donava, ma era ancora più affascinante quando insieme al cappello indossava un giubbetto verde che esaltava il colore dei suoi occhi verde smeraldo. Tutti adoravano il fratello minore di Frenk, e lui non riusciva proprio a capire il motivo. Frenk, spesse volte, quando si arrabbiava scaricava la sua rabbia contro il fratello. Una domenica, i due fratelli andarono dalla nonna che aveva i capelli bianchi e indossava sempre vestiti e ciabatte dai setti colori. Il colore dei suoi abiti rispecchiavano la sua allegria. Era proprio una vecchina simpatica, ogni volta che succedeva qualcosa di brutto riusciva sempre a dare un consiglio buono. Era conosciuta da tutti per la sua bontà d’animo. Quando i due nipoti andavano da lei preparava sempre qualche succulento dolce che lo offriva subito dopo l’ennesima arrabbiature di Frenk. Era questo uno dei suoi modi per attutire la rabbia di questo ragazzino irascibile. Anche quel giorno Frenk non fece eccezione, si arrabbiò perché suo fratello aveva giochi più belli. La nonnina li invitò ad addormentarsi perché Frenk era stato più violento del solito. Al risveglio, lei fece trovare una torta con panna e cioccolato e tra una forchettata e l’altra riuscì a far capire al nipote più grande che essere arrabbiato non serviva a nulla e che con le buone maniere si riescono ad ottenere tante cose. Da quel giorno i due non litigarono più e Frenk riuscì ad avere tanti amici. 28 CONSIGLI UTILI CONTRO LA RABBIA Se vuoi eliminare la rabbia devi dare un bel pugno al cuscino e dormire oppure sfogati urlando. Il modo per eliminare la rabbia è pensare a cose belle. Per sconfiggere la rabbia fatti una bella doccia calda Se vuoi eliminare la rabbia del tuo amico abbraccialo con tanto amore. Il modo per sconfiggere la rabbia è dare un calcio al pallone. Se vuoi eliminare la rabbia racconta tutto ad un amico. Per sconfiggere la rabbia comincia a correre, che poi ti passa! RIFLESSIONI SULLA RABBIA L’uccello in gabbia non canta per amore, ma per rabbia. Ieri mi sono arrabbiata con mia sorella perché ha preso la mia bambola d’oro e d’argento. Stamattina ho fatto arrabbiare mamma perché non volevo alzarmi dal letto. Con la rabbia non si ottiene nulla. Chi è rabbioso non avrà amici. Quando mi arrabbio divento tutta rossa e la mia fronte si arriccia. Le mie sopracciglia diventano curve mentre la mia bocca diventa piccola e, alcune volte, le labbra scompaiono. Il mio sguardo diventa minaccioso poi, però, mi calmo e la rabbia se ne va. Ed il mio viso si illumina di una luce speciale che mi fa diventare molto più bella. 29 LA PECORA ARRABBIATA " Nella vita le cose più importanti non si imparano, ma si incontrano" (Oscar Wilde) 30 Indovina qual è giocando con me. Per giocare, una lettera dell'alfabeto devi osservare. Una frase scoprirai se attenzione farai. 31 L'ALFABETO NASCOSTO Messaggio 32 Il personaggio e le sue origini Il mio nome è: F _ R _ U _ A _ A 33 Ciascuno è speciale nel bene e nel male. (esprimere sempre se stessi nella diversità che si ha) ì S E I _ _ _ _ _ _ _ _ _ ' _ _ _ _ _ _ _ 34 C' è qualcosa di brutto che ci mette contro tutto. _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ È MEGLIO 35 Parlare è facile, capirsi è più _ _ _ _ _ _ _ _ _ 36 La rabbia porta via qualunque compagnia, un aiuto forse c'è, fatto apposta anche per me? N O N _ _ R _ N _ E R _ _ 37 Basta un incontro a cambiare il mondo: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ 38 Il tempo è bello perché vario: c'è il bianco e il suo contrario. Non c'è niente da buttare e tutto quanto si può: _ _ _ _ _ 39 40 LA PECORELLA NERA Pecorella mia monella come puoi non sentirti bella? Se non sei bianca come tua mamma non importa, stai calma! Ama la vita e i suoi colori numerosi come i fiori. Libera il cuore dal buio nero e lascia spazio al buon pensiero. Ognuno è unico e speciale, sia nel bene che nel male! Via la rabbia, via il rancore apri il cuore al buonumore. Nera la lana, bianca la luna, corri nel prato senza paura. 41 CLASSI QUARTE 42 LE PAROLE DELL’AMICIZIA ... F I D U C I A elicità ndimenticabile tra ue omini he credono n una lunga micizia S emplice E mozione con tante R isate e tanta E nergia N iente invidie I nsieme di persone a te vicine che T ante coccole e A more ti danno A micizia L ui T i darà, R abbia non ti offrirà, U miliarti non potrà. I nvece ti S orriderà e M olto bene ti vorrà e O dio mai proverà S tare sempre uniti O rgoglio di R estarti vicino R icordi da ricordare I nsieme D olce E nergia da R egalare E coltivare 43 F orte E mozione L uminosa I nsieme C on tutti I bambini T eneramente A bbracciati A mico M io I o ti C hiamo quando di te ho bisogno I o sogno di viaggiare su una Z attera I nsieme a te A mico mio G enerosità I nfinita perché O gni giorno I o mi farò nuovi A mici F orte E ntusiasmo con L e piccole mani I ndifese C osì I bambini regalano a T utti il loro A more 44 A micizia un M ondo di felicità dove O rrore non c’è R abbia neanche ma molte E mozioni tutte importanti A ppetitosa come M angiare un panino I n giro C ircondarci dei nostri pensieri che I lluminano la strada rimanendo noi Z itti zitti I mprigionati in un mantello uno A ccanto all’altro FRATELLANZA F INCHE’ SIAMO TUTTI UNITI, NEANCHE IL MA RE CI DIVIDERA’. DALLA LONTANA TURCHIA FINO ALL’AUSTRALIA TUTT E LE PERSONE SI TENDERANNO LA MANO COSI’ L’ECO DELL’ AMICIZIA RISUONERA’ NEL MEZZO DI TUTTA LA TERRA 45 AMORE L’AMORE TRA AMICI È COME L’AMORE TRA FRATELLI AMICO AMICIZIA È A MORE VERSO IL PROSSIMO. È COME SENTIRSI CULLATO DA UN IMMENSO ABBRACCIO 46 FELICITÀ LA FELICITÀ DI UN BAMBINO CHE TI STRINGE LA MANO È L’EMOZIONE PIÙ GRANDE CHE OGNI PERSONA PUÒ PROVARE LA FELICITÀ È CORRERE SUI PRATI SCONFINATI DI I MMENSE PROTEZIONI ED È PER QUESTO CHE LA FELICITÀ È IMPAREGGIABILE. AMICO Amicizia è Meravigliosa e Inseparabile Compagnia che va Otre le differenze 47 ESSERE AMICI Essere amici è sentire il cuore che batte forte. Essere amici è avere un cuore in più per ogni amico che hai. Essere amici è tenere sempre aperto il tuo cuore. Essere amici è avere un cuore grande per accogliere tutti. 48 IL CUORE DELL’AMICIZIA Sono sicuro che il tuo amico l’hai conosciuto per caso! Infatti è proprio così che inizia un’amicizia vera, un’amicizia magica! L’amico è la persona che ti consola nei momenti più difficili, è questo il bello di avere un amico, ma questo amore va ricambiato altrimenti lo perdi per sempre 49 SCOPPIETTANTE L’AMICIZIA È … QUALCOSA CHE BRILLA NELLA NOTTE COLORATA LUMINOSA ENERGIA COLORATA VIVACE 50 IL GIROTONDO DELL’AMICIZIA 51 52 53 CRUCIVERBA Orizzontali: 2. È il migliore amico dell’uomo (animale) 4. Segnaletica luminosa che regola il traffico 6. Luogo dedicato ad attività sportive 7. Spezia dalla forma di bastoncino 8. Sentimento che lega le persone 10. Strumento musicale a fiato “dolce” 11. Magico abitante della foresta 12. virtù di chi non mente mai Verticali: 1.Sentimento che provoca malinconia 3.Viaggiatore dello spazio 5.Ragazzo prepotente che si sente superiore 7.Erbivori del deserto con due gobbe 8.Eroe greco dal tallone trafitto dalla freccia 9.Corpi celesti privi di luce 13.È la sede dell’amore 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 54 CLASSI QUINTE 55 ALLA RICERCA DELLA FELICITÀ In una povera città, dentro una baracca, viveva un Giullare con il suo migliore amico “l’asino parlante”. Il Giullare era poco esperto nel suo lavoro e per questo motivo era molto triste. Un giorno decisero di avventurarsi in un villaggio dove trovarono una casa abbandonata, buia e piena di pericoli. La prima sensazione che provarono fu di paura. Erano molto spaventati perché non conoscevano affatto quel luogo, ma uniti nella loro forte e costante amicizia, si fecero coraggio l’uno con l’altro. Mentre stavano camminando inciamparono improvvisamente su un grosso legno appuntito, e lo zoccolo dell’asino andò a finire sulla testa del povero Giullare che per la forte botta svenne. L’asino si preoccupò molto, e triste e sconsolato, iniziò a cantare un’orrenda e stonata melodia svegliando improvvisamente il Giullare. Anche le finestre, sfinite dal suono, scoppiarono e si ruppero. Da una delle tante finestre rotte videro una scala che portava su una porta dove c’era scritto: “ L’avventura inizia da qui”. I due amici incuriositi decisero di aprirla e vi trovarono un vortice a forma di arcobaleno che veniva formato dall’unicorno della felicità. Per giungere alla vera felicità dovevano, però, affrontare molti pericoli e scoprire le varie emozioni della vita. Decisero così di attraversarlo e si ritrovarono in una grande foresta piena di grandi piante carnivore…. La paura persisteva ancora, era come se li perseguitasse. Il Giullare e l’asino si sono abbracciati e si dissero contemporaneamente: “È giunta la nostra fine”. Ma proprio in quel preciso momento dalla bocca della pianta madre uscì uno gnomo di nome Geffy che era stato inghiottito. Lo gnomo li rassicurò subito dicendo loro: “ Non abbiate paura, dovete scavare fino alle radici della pianta per trovare una sfera magica che potrà esserci d’aiuto, così distruggeremo questi esseri, voi non sarete mangiati ed io tornerò libero. Attenzione, però! La pianta non dovrà accorgersi di nulla! Alla fine vi ripagherò esaudendo un vostro desiderio!” I due amici iniziarono subito a scavare nel terreno fino a quando l’ enorme palla esplose nelle loro mani distruggendo tutte le piante carnivore del deserto. Lo gnomo era finalmente felice perché era ritornato libero e mantenne la sua promessa dicendo loro: “ Allora, qual è il vostro desiderio? Io potrò esaudirlo, è il minimo che io possa fare per voi!” i due risposero: “ Quello di essere felici riuscendo a fare il nostro lavoro… sai gnomo finora siamo stati sempre sfortunati e la paura ci ha perseguitati sempre!” Geffy esaudì subito il loro desiderio rispedendoli nell’unicorno della felicità ... Da quel giorno, il Giullare e il suo migliore amico non furono più tristi e riuscirono a vivere allegramente diventando sempre più bravi nel loro lavoro! 56 LE EMOZIONI DEL FUTURO Anno 3012, città di Zagarolo, nella scuola Evolution gli androidi lavorano insieme ai bambini umani. Come tutte le mattine il turbo ascensore mi trasporta nel lungo corridoio che porta nel laboratorio tecnologico della scuola dove, ormai da dieci anni, insegno. I miei alunni mi vedono come un grande genio, anche se un po’ strano, a causa forse dei miei capelli bianchi, arruffati e bruciacchiati alle punte. Il tintinnio delle provette proveniente dal fondo dell’aula, mi risveglia dai miei pensieri e distrattamente osservo che i miei collaboratori androidi sono entrati per sistemare i banchi. Drinn!! La campanella! Un altro giorno di lezione tra urla, grida, rimproveri. I bambini entrano seri, tranquilli; senza parlare si sistemano nei loro posti, aprono i libri e .. tutti gli occhi sono puntati su di me. Strano! Non li ho mai visti così attenti, desiderosi di conoscere, le loro domande logiche, ma fredde, mi fanno accapponare la pelle. - Viky attenta! - un frastuono mi fa girare di scatto - Non toccare nulla altrimenti ti bruci!-, il mio collaboratore, urlando, corre vicino alla goffa ragazza. Preoccupato gli chiede se sta bene e, solo in quel momento, guardandolo in viso, mi accorgo che una lacrima gli scende sulla guancia – Cosa mi succede? Cos’è questa sostanza liquida e salata che esce dall’occhio e mi fa sentire questo peso sul petto? Rassomiglia tanto a quella parola di cui, professore, mi hai sempre parlato: emozione-. Non so cosa pensare: androidi che si comportano come uomini, bambini che agiscono come robot, tutto è al contrario! Gianluca pensa - Cosa è successo … ci deve essere una spiegazione.. sì! .. l’altra sera … l’esperimento.. La mia macchina dei sentimenti! Ora tutto è chiaro: ero collegato con i fili al computer e cercavo di togliere dalla mia mente tutto il dolore, la tristezza, l’angoscia, la rabbia legati al ricordo della morte della mia cara figlioletta Cristine. Quel fulmine e il successivo blak aut che ha colpito la città, credevo non avesse fatto nessun danno, ma in realtà deve aver sovraccaricato i circuiti delle alcove degli androidi. Passano i giorni. Sapere che l’esperimento è riuscito e che quindi posso ripeterlo nuovamente su di me, mi fa stare tranquillo. Girando per la scuola e per le strade della città vedo robot che giocano nel parco divertendosi come bambini o che al suono della musica muovono i primi passi di danza. Tutto ciò con mio grande stupore, riscalda per un attimo il mio cuore. Questo mi fa capire che le macchine con i loro microcircuiti assolutamente funzionali, non erano mai stati così perfetti come ora, le emozioni li avevano completati. - Devo cercare di risolvere questo problema: riportare agli uomini i sentimenti, cercando però di mantenere queste caratteristiche emotive agli androidi - . Decido di chiedere aiuto ai miei collaboratori Fausto e Sofie. - Amici, mi serve il vostro aiuto. Ho fatto una cosa crudele contro i miei simili, li ho privati dei loro sentimenti! - . 57 - E’ vero! - risponde Sofie - Ma a noi hai fatto un grande dono e vorremmo che nulla ce lo togliesse - . - Sono d’accordo: vedere le vostre facce sorridenti e sorprese ogni volta che provavate una minima sensazione mi ha fatto capire come ogni emozione, sia positiva sia negativa, rende l’essere umano unico e inimitabile - . - Ti aiuteremo ma ti chiediamo, una volta superato tutto, di farci da guida perché ci siamo accorti che partendo da ciò che tu ci hai dato ognuno di noi ha originato nuovi circuiti capaci di moltiplicare i sentimenti - . - Possiamo usare la mia macchina dei sentimenti, basta invertire il processo, ma ho bisogno di una scheda con dentro inseriti tutti i file emotivi - . Fausto sbottona la camicetta, mette il dito nell’ombelico, spinge e … CLIK si apre uno sportellino. Con dei fili si collega alla macchina e inizia a scaricare i suoi programmi. La macchina, attraverso degli altoparlanti collegati con tutta la città, trasmette un codice sonoro, che entrando nelle menti delle persone riesce a trasferirvi i sentimenti. Improvvisamente il silenzio lascia il posto alla confusione: grida, risate, richiami, litigi … Il professare, Fausto e Sofie si guardano negli occhi e sorridono. 58 LA PRIMA VOLTA A CAVALLO Ho sempre desiderato cavalcare un cavallo, sembrava quasi impossibile, ma un bel giorno i miei genitori mi hanno fatto un bel regalo. Con la scusa di andare a casa dei nonni mi hanno portato ad un maneggio. Mentre stavamo per arrivare, il mio cuore batteva all’impazzata, provavo una forte emozione: era felicità. Il mio sogno, finalmente, si stava per realizzare. Alcune lacrime incominciavano a rigare il mio viso, stavo piangendo di gioia!! Quando ho visto tutti quei cavalli già mi vedevo in sella ad uno di loro. I miei genitori, a quel punto, mi hanno portato da uno degli allenatore, era una ragazza molto simpatica che mi disse: “ Per andare a cavallo bisogna trattarsi bene l’uno con l’altro e se un legame è forte, si potrebbe affrontare qualsiasi ostacolo, fino a diventare una cosa sola!”. Dopo quella frase mi calmai. In cuor mio sentivo che la mia vita stava cambiando. Mi sentivo libero come il vento che soffiava contro di me, come una mandria di cavalli selvaggi. In quel preciso momento la ragazza mi incoraggiò con queste parole: “ Ehi! Un altro guerriero per andare a cavallo! Dai, su, entra in campo!” In men che non si dica mi ritrovai vicino ad una cavalla: era Luna! La cavalla più vecchia del maneggio, aveva il manto marrone e la criniera nera! Incominciai ad accarezzarle il collo, la mia mano tremava e il mio cuore era pronto ad esplodere. Provavo una gioia immensa. Toccandola avevo provato una sensazione strana. Una volta salito e indossato il casco, sentivo il suo respiro e il vento che mi soffiava contro: eravamo sincronizzati e una volta finita la lezione ero esausto, ma felice. Insieme a Luna ho affrontato le mie paure e siamo diventati una cosa sola. Purtroppo ho dovuto smettere a causa di un’allergia, ma il mio cuore è sempre vicino a quella cavalla. Sono sicuro che primo o poi riuscirò a cavalcare di nuovo Luna. 59 IL PICCOLO PRINCIPE Arriva da un pianeta lontano qui viveva da solo,pulendo il camino di un vulcano. Solo, solo, lui non era una rosa possedeva. Era una rosa un po’ vanitosa e delle sue spine tanto orgogliosa. In compagnia della rosa se ne stava e su una sediolina i tramonti guardava. Aveva la solitudine nel cuore e quindi cercava un po’ d’amore. Nuovi amici voleva trovare e da quel pianeta e da quel pianeta se ne voleva andare. Nuova gente voleva incontrare ma la sua rosa doveva abbandonare tra i pianeti lui viaggiò e tanti personaggi pian piano incontrò; viaggiava in cielo, con il caldo e con il gelo, su ogni pianeta poco stava un saluto e se ne andava, prima al re 60 poi al buffone per arrivare all’ubriacone. L’uomo d’affari tra mille stelle da contare non aveva il tempo di parlare. Ma il Piccolo Principe gli faceva notare che se una cosa possedevi accudirla dovevi. Il lampionaio il lampione spegneva e per un po’ la notte spegneva. Accendi e spegni così è andata la consegna non è cambiata. Il geografo cartine faceva senza sapere cosa scriveva, cose eterne disegnava e l’effimero tralasciava. Il Piccolo Principe il consiglio del geografo accettò e sulla Terra finalmente approdò, nel deserto atterrò e un serpente tra le sabbie incontrò. Il Piccolo Principe un luogo così desolato non immaginava 61 perché in un altro modo la Terra pensava. Finalmente una volpe in un giardino incontrò e un’amicizia da lì si formò. La volpe voleva essere ammaestrata e al Piccolo Principe pian piano si era affezionata. Il Piccolo Principe la volpe così addomesticò come quella rosa vanitosa che sul pianeta lasciò. Una rosa non unica e rara come il Piccolo Principe pensava perché sulla Terra cinquemila ne vedeva, non era l’unico esemplare come lui sosteneva. Prima di un addio la volpe un segreto gli voleva svelare ma nel giardino delle rose si doveva recare. Si diedero appuntamento e per il segreto della volpe era arrivato il momento: “Le cose belle non si vedono dagli occhi ma con il cuore solo così puoi trovare una vera amicizia 62 ed un grande amore”. Alla fine nel deserto (il Piccolo Principe) un aviatore incontrò e tutte le sue avventure gli raccontò. L’aeroplano di quell’aviatore si era guastato e nel deserto si era schiantato. mentre l’aviatore il suo aereo riparava il Piccolo Principe con il serpente un appuntamento preparava. Il Piccolo Principe disse: - E’ il mio momento non rimanere triste nel mio pianeta devo tornare a curare la mia rosa devo andare! Il serpente lo mozzicò e lui a casa ritornò. Felice di tornare lui era perché la sua rosa rivedeva. L’aviatore triste era diventato perché il Piccolo Principe lo aveva abbandonato. Ma il Piccolo Principe il messaggio gli aveva affidato: “ Le stelle per te saranno come sonagli quando le guarderai penserai a me e non farai sbagli!” Questa storia mai finirà 63 neanche la lontananza li separerà perché il Piccolo Principe sempre esisterà nel cuore di chi il suo messaggio applicherà: “ L’ESSENZIALE AGLI OCCHI NON APPARIRA’ MA CON IL CUORE BISOGNA CERCAR LE COSE IMPORTANTI ALLORA VEDRAI E LA VITA DI PIU’ APPREZZERAI”. 64 PER NON ESSERE SOLI … Tutto iniziò con un guasto al motore, l’amicizia tra noi bambini, il Piccolo Principe e l’autore. Il Piccolo Principe il suo pianeta dovette abbandonare con i tre vulcani e la preziosa e tanto amata rosa. Nel viaggiare con lui, dentro di noi esploreremo e bizzarri personaggi conosceremo. Primo fra tutti,” il re” abbiamo incontrato che un insegnamento ci ha dato per diventare” saggi” non bisogna mai giudicare gli altri ma solo noi stessi. Poi venne il ” vanitoso” che delle lodi altrui era desideroso, ma a noi mai ne darà e sempre più solo e triste resterà. Non sapendo cosa fare, “l’uomo d’affari” contava le stelle, noi, invece, siamo sempre indaffarati perché da tanti amici siam circondati. Sicuramente, il “lampionaio” è stato il nostro amico ideale perché ha pensato a noi ogni minuto, come non ha fatto finora nessuno. Anche la “volpe” abbiamo incontrato che voleva essere da noi addomesticata e non cacciata. Lei,a noi,un consiglio ha lasciato 65 se l’essenziale nelle persone si vuol vedere gli occhi non si devono usare perché è solo il cuore che ci può aiutare. Al termine di questo viaggio una riflessione noi bambini abbiamo fatto Per non essere soli … i difetti degli altri dobbiamo accettare e tutti i sentimenti che abbiamo nel cuore donare. 66 L’AMICIZIA È … L’amicizia è un legame ed è la più bella del reame. Se nasce con sincerità mai più ti abbandonerà. Se hai un amico di cui ti puoi fidare con lui ti potresti consolare. Condividi gioia e dolore e insieme farete scalpore. Se qualche volta un litigio scappa l’amicizia non si strappa. Baci, abbracci a volontà per un’amicizia piena di felicità!! 67 CINQUE ANNI CON AMORE Questa grande amicizia è stata una vera delizia, ci ha condotto in una via che ci ha portato all’allegria. Cinque anni dietro i banchi, e nonostante siamo stanchi, ci teniamo stretti ai fianchi. Ogni notte ci sogniamo e tanto bene ci vogliamo. I momenti di dolore li affrontiamo con amore. Questa amicizia non la vogliamo scordare e nella valigia dei ricordi la vogliamo portare 68 Dirigere una scuola, nella società odierna, significa incontrare le competenze professionali, concorrere con esse ed elaborare risposte flessibili e plurali in una visione d’insieme. È la scuola dell’autonomia nella quale si realizza l’intero sistema formativo in relazione a particolari situazioni territoriali o ambientali ed cui il dirigente delinea il punto di partenza e di arrivo. L’autonomia ha fatto emergere una nuova generazione di docenti che devono interpretare la missione della scuola, tradurla in piano dell’offerta formativa tenendo conto delle diversificate competenze culturali ed organizzative. La sinergia nasce da un unico elemento: la conoscenza del territorio e delle infrastrutture, ma soprattutto del rapporto umano tra Istituzioni e cittadini. La nostra scuola è intrisa di tale sinergia e ciò è percepibile dalla risposta degli alunni e delle loro famiglie che collaborano con i docenti per rendere sempre più funzionale e personalizzato il processo di apprendimento. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i docenti che, attraverso il loro impegno e la professionalità, hanno contribuito alla realizzazione delle varie progettualità; in questo caso “L’Isola Felice” quale protagonista del presente lavoro. Un grazie particolare a tutte le famiglie che danno sempre dato fiducia al 275° Circolo Didattico. Il Dirigente Scolastico Dott.ssa Sebastiana Nati 69 Per la realizzazione del CD si ringrazia AS Computer di Aniello Scotto D’Antuono Viale Ungheria, 14/c 00039 – Zagarolo (RM) 70