CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
IN RELAZIONE ALLA NORMATIVA
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio da ambienti di
lavoro
I rischi che il datore di lavoro deve considerare sono per la
SICUREZZA:
1) Caratteristiche strutturali dei luoghi di lavoro, oltre a
quelle microclimatiche e di illuminazione;
2)Caratteristiche dei macchinari e impianti, sia sotto il profilo
meccanico che elettrico;
3)Le modalità di lavoro, fra cui i mezzi di sollevamento dei
carichi;
4)I ponteggi e i presidi per attività pericolose;
5)Quant’altro possa rappresentare un pericolo per i lavoratori
presenti
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio da ambienti di
lavoro
… e per la SALUTE:
1)I pericoli derivanti dall’impiego, emanazione e diffusione di
agenti chimici (sostanze e prodotti sotto forma di polveri,
fumi, gas e vapori dispersi nell’aria dei luoghi di lavoro);
2)Da agenti fisici (rumori, radiazioni ionizzanti e non
ionizzanti, alte e basse temperature);
3)Da agenti biologici (micro-organismi e altri agenti che
possano provocare infezioni, allergie o intossicazioni)
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio da ambienti di
lavoro
A queste due grosse categorie si può
aggiungere un ulteriore fattore, del quale è
più difficile definire i contorni, che è
rappresentato dall’organizzazione del lavoro,
dagli aspetti sociali, dalle relazioni
interpersonali e da tutti quegli altri fattori che
possono comportare un aumento dello
STRESS
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio elettrico
Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i
lavoratori siano salvaguardati dai tutti i rischi di natura
elettrica connessi all’impiego dei materiali, delle
apparecchiature e degli impianti elettrici messi a loro
disposizione ed, in particolare, da quelli derivanti da:
a) contatti elettrici diretti;
b) contatti elettrici indiretti;
c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni
dovuti a sovratemperature pericolose, archi
elettrici e radiazioni;
d) innesco di esplosioni;
e) fulminazione diretta ed indiretta;
f) sovratensioni;
g) altre condizioni di guasto ragionevolmente
prevedibili.
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio elettrico
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio elettrico
A seguito della valutazione del rischio elettrico il datore
di lavoro adotta le misure tecniche ed organizzative
necessarie ad eliminare o ridurre al minimo i rischi
presenti, ad individuare i dispositivi di protezione
collettivi ed individuali necessari alla conduzione in
sicurezza del lavoro ed a predisporre le procedure di uso
e manutenzione atte a garantire nel tempo la
permanenza del livello di sicurezza raggiunto con
l’adozione delle stesse misure (predisposte ed attuate
tenendo conto delle disposizioni legislative vigenti, delle
indicazioni contenute nei manuali d'uso e manutenzione
delle apparecchiature ricadenti nelle direttive specifiche
di prodotto e di quelle indicate nelle pertinenti
norme tecniche).
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio elettrico
Tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature,
nonché le installazioni e gli impianti elettrici ed
elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a
regola d’arte  ovvero se sono realizzati secondo le
pertinenti norme tecniche.
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio elettrico
È vietato eseguire lavori sotto tensione.
Tali lavori sono tuttavia consentiti nei casi in cui le
tensioni su cui si opera sono di sicurezza, secondo quanto
previsto dallo stato della tecnica o quando i lavori sono
eseguiti nel rispetto delle seguenti condizioni:
a) le procedure adottate e le attrezzature
utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle
norme tecniche;
b) purchè i lavori su parti in tensione siano
effettuati da aziende autorizzate, e l’esecuzione
di
lavori su parti in tensione sia affidata a
lavoratori
abilitati dal datore di lavoro ai sensi
della
pertinente normativa tecnica riconosciuti
idonei per
tale attività.
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio elettrico
Rischi elettrici come:
1)Protezioni dai fulmini (edifici, impianti, strutture,
attrezzature);
2)Pericoli determinati dall’innesco elettrico di atmosfere
potenzialmente esplosive per la presenza o sviluppo di
gas, vapori, nebbie infiammabili o polveri combustibili
infiammabili, o in caso di fabbricazione, manipolazione o
deposito di materiali esplosivi.
Controlli:
Per gli impianti elettrici e gli impianti di protezione dai
fulmini è necessario un controllo periodico (l’esito è
verbalizzato e tenuto a disposizione dell’autorità di
vigilanza)
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Il rischio meccanico è un tipo di
rischio che caratterizza gli impianti
che comprendono parti
meccaniche in movimento o
ferme.
E’ un tipo di rischio strettamente
legato all’energia cinetica o
potenziale meccanica posseduta
da parti dell’impianto o
dall’impianto nel suo insieme
Es. moli, seghe, tappeti mobili,
linee di montaggio
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Rischi meccanici di movimento:
1) cesoiamento: una parte del corpo è
asportata via dal movimento
dell’attrezzatura/macchina;
2) convogliamento: una parte del corpo
è convogliata dentro due elementi
meccanici in movimento relativo;
3) impatto: una parte del corpo è urtata
da un elemento meccanico in movimento;
4) schiacciamento: una parte del corpo
è schiacciata tra due elementi meccanici in
movimento;
5) taglio: una parte del corpo è tagliata
via da un elemento meccanico in
movimento con estremità tagliente;
6) uncinamento: una parte del corpo è
catturata e trascinata da un elemento
meccanico in movimento.
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Per macchina si intende un insieme di pezzi o di
organi, di cui almeno uno mobile, collegati tra loro,
anche mediante attuatori, con circuiti di comando e di
potenza o altri sistemi di collegamento, connessi
solidamente per la trasformazione, il trattamento, lo
spostamento o il condizionamento di materiali.
Allo stesso modo si considerano macchine un insieme
di esse o di apparecchi che, per raggiungere un
risultato determinato, sono disposti e comandati in
modo da avere un funzionamento solidale.
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Il livello di protezione delle parti in movimento dei
macchinari durante le fasi della lavorazione interviene nella
definizione del grado di esposizione al rischio
dell’operatore. A seconda di esso si dividono le macchine in
3 gruppi:
- categoria 1, macchine sulle quali l’operatore
interviene in via continuativa nelle prossimità
immediate delle parti in movimento della
lavorazione;
- categoria 2, macchine sulle quali l’operatore
interviene all’inizio e/o alla fine di ogni ciclo;
- categoria 3, macchine completamente
automatiche durante il funzionamento (l’operatore
sorveglia la macchine e interviene direttamente
sugli
organi di lavoro a intervalli relativamente
lunghi).
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Gli elementi caratterizzanti una macchina
sono:
1)la marcatura CE, da apporre sulla
macchina
2)la dichiarazione di conformità CE, da
consegnare all’acquirente
3)il libretto d’uso e di manutenzione, da
consegnare all’acquirente
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Tutte le macchine e gli impianti
elettrici devono essere provvisti del
dispositivo di arresto di
emergenza, che deve:
- comprendere dispositivi di
comando chiaramente individuabili,
ben visibili e rapidamente accessibili
- provocare l’arresto del processo
pericoloso nel tempo più breve
possibile senza creare rischi
supplementari
- lo sblocco deve essere possibile
con un’apposita manovra e non
deve riavviare la macchina ma
soltanto autorizzarne la rimessa in
funzione
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Il datore di lavoro:
1)mette a disposizione dei lavoratori attrezzature adeguate al
lavoro da svolgere ovvero adattate e idonee ai fini della sicurezza
e della salute;
2)provvede affinché le attrezzature siano sottoposte a verifiche di
prima installazione o di successiva installazione e a verifiche
periodiche o eccezionali al fine di assicurarne l’installazione
corretta e il buon funzionamento;
3)Qualora le attrezzature richiedano per il loro impiego
conoscenze e responsabilità particolari in relazione ai loro rischi
specifici, il datore di lavoro si assicura che:
a) l’uso dell’attrezzatura di lavoro è riservato a lavoratori
all’uopo incaricati, con formazione e addestramento
adeguati e specifici per un uso idoneo e sicuro anche in
relazione ai rischi causati ad altre persone;
b) in caso di riparazione, di trasformazione o manutenzione,
il lavoratore interessato è qualificato in maniera specifica
per svolgere tali compiti.
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Es. cancello battente
L’installatore – costruttore
deve:
1)predisporre un fascicolo
tecnico;
2)rilasciare la
dichiarazione di
conformità;
3)applicare sulla chiusura
motorizzata la marcatura.
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Es. cancello battente - segnaletica
E’ opportuno installare in
posizione visibile:
1)Il lampeggiante che segnala il
movimento del cancello;
2)Dei catarifrangenti per le ore
notturne;
3)Un cartello di pericolo relativo
al funzionamento automatico
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Es. ascensore
Ascensore elettrico o a funi
Ascensore idraulico o
oleodinamico
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Es. ascensore – tipologie di rischi
Caduta cabina (5%): in determinate condizioni di
esercizio (persone in cabina per un carico inferiore
al 50% della portata dell’impianto) il contrappeso
risulta essere più pesante e nel caso di
rottura/malfunzionamento dell’argano di trazione
e la cabina verrebbe
trascinata verso l’alto a
velocità incontrollata con il
rischio di violento urto
contro il soffitto del vano.
Caduta nel vano (2%): qualora le porte di piano, le
cui serrature vengano aperte meccanicamente solo
in presenza della cabina, non siano dotate di un
dispositivo a molla o a peso che ne assicuri la
richiusura automatica.
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Es. ascensore – tipologie di rischi
Urti, per porte in cabina e al piano (25%):
installazione di un dispositivo elettronico a barriera
ottica sulle porte di cabina idoneo a provocare la
riapertura delle porte prima che le antine arrivino a
urtare il passeggero.
Intrappolamento in cabina (10%): utente bloccato
nella cabina ascensore per mancanza di energia
elettrica o di guasto e impossibilitato a comunicare con
l’esterno  stress e panico che può provocare
pericolose reazioni. E’ importante installare
l’illuminazione di emergenza in cabina e un
dispositivo di comuniazione bidirezionale (95/16 CE).
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Es. ascensore – tipologie di rischi
Inadeguata precisione di arresto della
cabina dell’ascensore (25%):
installazione di un dispositivo di
regolazione elettronica del motore per il
controllo permanente della velocità di
cabina e quindi del livellamento al piano
Uso improprio (2%): comandi non
utilizzabili o poco comprensibile per
persone disabili
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio meccanico
Es. ascensore – obblighi
Per dimostrare al cliente la conformità del proprio
ascensore alla direttiva l’installatore deve:
1)Apporre la marcatura CE
2)Consegnare la dichiarazione di conformità
3)Consegnare le “istruzioni per l’uso” e il
“libretto”
Il proprietario deve:
1)Comunicare al Comune la messa in esercizio
dell’ascensore
2)Sottoporre l’ascensore a regolare manutenzione ogni
6 mesi
3)Sottoporre l’ascensore a verifiche periodiche ogni 2
anni (ASL – ARPA – Organismi Notificati)
4)Sottoporre l’ascensore a verifiche straordinarie se
necessarie
5)Comunicare gli incidenti
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Movimentazione manuale
dei carichi
Per movimentazione manuale dei carichi si
intendono tutte quelle operazioni di trasporto o
di sostegno di una carico ad opera di uno o più
lavoratori, comprese le azioni del sollevare,
deporre, spingere, tirare, portare o spostare un
carico che, per le loro caratteristiche o in
conseguenza a condizioni ergonomiche
sfavorevoli, comportino rischi di patologie da
sovraccarico biomeccanico, in particolare dorsolombari (ovvero patologie delle strutture
osteoarticolari, muscolo-tendinee e nervovascolari).
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Movimentazione manuale
dei carichi
Il datore di lavoro:
1) Adotta le misure organizzative necessarie e ricorre ai
mezzi appropriati, in particolare attrezzature meccaniche,
per evitare la necessità di una movimentazione manuale dei
carichi da parte dei lavoratori;
2) Qualora non sia possibile evitare la movimentazione
manuale dei carichi ad opera dei lavoratori, il datore
di lavoro adotta le misure organizzative necessarie, ricorre
ai mezzi appropriati e fornisce ai lavoratori stessi i mezzi
adeguati, allo scopo di ridurre il rischio che comporta la
movimentazione manuale di detti carichi:
a) organizzando i posti di lavoro in modo che
detta movimentazione assicuri condizioni di
sicurezza e salute;
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Movimentazione manuale
dei carichi
b) valuta, se possibile anche in fase di progettazione,
le condizioni di sicurezza e di salute connesse al
lavoro in questione;
c) evita o riduce i rischi, particolarmente di patologie
dorso-lombari, adottando le misure adeguate,
tenendo conto in particolare dei fattori individuali di
rischio, delle caratteristiche dell’ambiente di lavoro e
delle esigenze che tale attività comporta;
d) sottopone i lavoratori alla sorveglianza sanitaria,
sulla base della valutazione del rischio e dei fattori
individuali di rischio.
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Movimentazione manuale
dei carichi
Informazione, formazione e addestramento
Il datore di lavoro:
a) fornisce ai lavoratori le informazioni adeguate
relativamente al peso ed alle altre caratteristiche del
carico movimentato;
b) assicura ad essi la formazione adeguata in
relazione ai rischi lavorativi ed alle modalità di
corretta esecuzione delle attività.
c) fornisce ai lavoratori l’addestramento adeguato in
merito alle corrette manovre e procedure da adottare
nella movimentazione manuale dei carichi.
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
Rischio di cadute dall’alto
Nei lavori in quota qualora non siano state attuate misure di
protezione collettiva é necessario che i lavoratori utilizzino
idonei sistemi di protezione idonei per l’uso specifico
composti da diversi elementi, non necessariamente presenti
contemporaneamente conformi alle norme tecniche, quali i
seguenti:
a) assorbitori di energia;
b) connettori;
c) dispositivo di ancoraggio;
d) cordini;
e) dispositivi retrattili;
f) guide o linee vita flessibili;
g) guide o linee vita rigide;
h) imbracature.
Il sistema di protezione deve essere assicurato, direttamente
o mediante connettore lungo una guida o linea vita, a parti
stabili delle opere fisse o provvisionali.
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Nozioni antincendio
Qualsiasi incendio evolve nel tempo passando per le fasi
caratteristiche di innesco, sviluppo e propagazione, consumazione
e raffreddamento. A mano a mano che si passa da uno stadio a
quello successivo, cresce l’entità dei danni a materiali e strutture,
mentre diminuisce la probabilità di estinzione in tempi brevi.
Il fuoco è la manifestazione visibile
di una reazione chimica che avviene
tra due sostanze diverse
(combustibile e comburente) a
contatto tra loro in varia percentuale
e in determinate condizioni fisiche
(temperatura e pressione). Gli effetti
sono:
1)emanazione di energia (luce e
calore)
2)trasformazione dei reagenti
(prodotti della combustione)
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Nozioni antincendio
La combustione può avvenire in due differenti modi:
1)Combustione senza fiamma superficiale: ha luogo nei
combustibili solidi, in un primo tempo insieme alla
combustione con fiamma e successivamente da sola quando
siano eliminate tutte le sostanze volatili e i prodotti della
piroscissione;
2)Combustione con fiamma: in questo caso il processo è più
complesso, i prodotti della distillazione dei combustibili
solidi, i vapori dei liquidi infiammabili o i gas, si combinano
con l’ossigeno con il quale vengono a contatto attraverso la
formazione di atomi di idrogeno liberi e particolarmente
attivi, con un processo di reazione a catena del tipo ramificato
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Nozioni antincendio
Il combustibile è la sostanza in grado di bruciare in
condizioni ambientali normali (convenzionalmente a 20°C e
760 mmHg). Esso può essere allo stato:
- solido (es. carbone, legno, carta)
- liquido (es. benzina, gasolio, alcool)
- gassoso (es. idrogeno, acetilene, metano)
Il comburente generalmente è costituito dall’ossigeno
contenuto nell’aria allo stato gassoso.
Il punto o temperatura di infiammabilità di un combustibile
liquido è la minima temperatura in corrispondenza della
quale in determinate condizioni la quantità di vapori è
sufficiente a formare con l’aria una miscela infiammabile in
presenza di una fiamma senza che successivamente la
combustione continui.
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Nozioni antincendio
La temperatura di accensione è la minima temperatura
alla quale la miscela combustibile-comburente inizia a
bruciare spontaneamente e in modo continuo senza
ulteriore apporto di calore dall’esterno.
Perché la miscela combustibile-comburente allo stato
gassoso o di polvere in sospensione aerea risulti
infiammabile, il combustibile deve essere presente in
determinate proporzioni (campo di valori in volume
percentuale), dopodiché è necessario l’innesco
dell’elemento che, a contatto con la miscela infiammabile,
avvia la reazione di combustione. Esso può essere
costituito da una qualunque sorgente di calore:
- fiamme
- scintille (elettriche, elettrostatiche, provenienti da
molatura…)
- materiali che si trovano a temperatura elevata
(resistenze elettriche, riscaldamento…)
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Nozioni antincendio
La combusione dà come risultato visibile il fuoco, fornisce una
grande quantità di energia calorifica e luminosa e genera una
serie di prodotti secondari gassosi e solidi che, nella
combustione dei più comuni materiali infiammabili, risultano
essere:
1) ossido di carbonio: gas tossico, spesso presente in grandi
quantità negli incendi in ambiente chiuso, con scarsa
ventilazione – altera la composizione del sangue, produce
incoscienza e la morte dopo pochi minuti;
2) anidride carbonica: gas asfissiante che in forte
concentrazione provoca anche un’accelerazione del ritmo
respiratorio (aumentandone la quantità immessa
nell’organismo);
3) acido cianidrico: gas altamente tossico e si forma solo in
modeste quantità negli incendi ordinari (combustioni
incomplete della lana, seta, resine acriliche, uretaniche,
poliammidiche) – odore caratteristico di mandorle amare;
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Nozioni antincendio
4) acido cloridrico: prodotto della combustione di tutti
quei materiali che contengono cloro, come la grande
maggioranza delle materie pastiche – fatale in pochi
minuti, ha odore pungente e effetto irritante per le
mucose;
5) fosgene: gas altamente tossico, presente nelle
combustioni di materiali che contengono cloro – da
temere particolarmente quando siamo in luoghi chiusi
6) fiamma e calore: il calore può causare la
disidratazione dei tessuti, difficoltà o blocco della
respirazione e scottature;
7) fumo: è costituito da piccolissime particelle solide
(catrami, carbonio), liquide (vapore d’acqua che si forma
per evaporazione dell’umidità dei combustibili e
combustione dell’idrogeno) e vapori condensati.
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Classificazione dei fuochi
I fuochi vengono classificati in base alla sostanza
combustibile che li genera e che hanno come comburente
l’ossigeno dell’aria atmosferica. Esempi dei materiali
attribuiti alle quattro classi di fuoco:
A = solidi combustibili quali carta, legna, segatura,
truccioli, stoffa, rifiuti, cere, cartoni, libri
B = liquidi infiammabili quali nafta, benzina, petrolio,
alcool, olii pesanti, etere solforico, glicerina, vernici,
gomme
C = gas infiammabili quali metano, cloro, gass illuminante,
acetilene, propano, idrogeno, cloruro di metile, gas
infiammabili
D = metalli leggeri combustibili quali magnesio, potassio,
fosforo, sodio, electron, carburi, metalli infiammabili
E = apparecchiature elettriche e sotto tensione
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Azioni estinguenti
Per interrompere la reazione di combustione, cioè
per ottenere l’estinzione dell’incendio, bisogna
eliminare almeno uno dei tre fattori (combustibile,
comburente o temperatura superiore a quella di
accensione del combustibile), realizzando una delle
seguenti azioni:
 azione di separazione: allontanamento o
segregazione del combustibile non ancora
interessato alla combustione da quello già
incendiato – barriere non infiammabili o forti getti
d’acqua o sabbia, oppure rimuovere il combustibile
non ancora incendiato con mezzi meccanici;
 azione di raffreddamento: riduzione della
temperatura del combustibile al di sotto del valore
di accensione – impiego dell’acqua e di anidride
carbonica
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Azioni estinguenti
 azione di soffocamento: eliminazione del
contatto fra combustibile e comburente – mezzi
incombustibili (coperte, terra o sabbia) oppure gas
inerti che spostano il comburente e si sostituiscono
ad esso arrivando a condizioni definite di
saturazione dell’ambiente (anidride carbonica);
 azione di inibizione chimica: intervento con
speciali sostanze atte a bloccare chimicamente la
reazione di combustione – idrocarburi alogenati
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Sostanze estinguenti
Le principali sostanze estinguenti sono:
 acqua: è la più comune e diffusa perché facilmente
reperibile di costo praticamente trascurabile e dall’elevata
azione di raffreddamento e separazione che esercita sul
combustibile – è molto efficace con i fuochi di classe A e
può essere usata con i fuochi di classe B purché il liquido
combustibile risulti più pesante o miscibile con essa –
impianti antincendio fissi (idranti, sprinker, nebulizzanti)
sono i più usati (quelli portatili risultano poco adatti, il
quantitativo d’acqua sarebbe eccessivo per essere
facilmente maneggiato) – N.B. essendo l’acqua un buon
conduttore di energia elettrica non deve essere impiegata
in presenza di apparecchiature o impianti elettrici in
tensione a meno che non venga nebulizzata.
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Sostanze estinguenti
 polveri: sono composte principalmente da sali alcalini
quali il bicarbonato di sodio e di potassio, il fosfato
monoammonico etc. e percentuali minori di altre
sostanze (solfato tricalcico, stearati metallici, silicone
etc.) che conferiscono caratteristiche quali scorrevolezza
e idrorepellenza, resistenza all’impaccamento – azione
di raffreddamento di modesta entità, azione meccanica
di separazione e azione di inibizione chimica (solo per
alcuni tipi) – adatte per impianti elettrici in tensione, per
liquidi infiammabili, in condizioni all’aperto o in
presenza di vento e per i fuochi di gas – N.B. bisogna
prestare attenzione alla pulizia delle superfici dopo
l’erogazione e a che non venga inalato il prodotto, pur
non essendo tossico può dare fenomeni di irritazione
alle vie respiratorie e provocare asfissia.
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Sostanze estinguenti
 anidride carbonica: i gas inerti sono rappresentati da
sostanze capaci di ridurre con la loro presenza la
concentrazione di ossigeno nell’aria al di sotto del limite
oltre il quale non è possibile la combustione – non è tossico
per l’uomo ma può provocare perdita di conoscenza e
morte per asfissia – viene conservata in bombole ad una
pressione di circa 70 bar allo stato liquido, esercitando una
doppia azione:
1) azione di soffocamento: depositandosi sul
combustibile ne impedisce il contatto con l’aria;
2) azione di raffreddamento: forte assorbimento di
calore e conseguente abbassamento di temperatura
che si verificano nel repentino passaggio dallo
stato liquido a quello gassoso durante l’espansione
alla pressione atmosferica.
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Sostanze estinguenti
 anidride carbonica: agendo sul comburente è
utilizzabile per tutti i tipi di incendio, fatta eccezione
per quelli che implicano sostanze che nella
combustione riescono a decomporre questo gas o che
si decompongono sviluppando esse stesse l’ossigeno
necessario per la loro combustione (nitrocellulose) –
particolarmente indicata nei casi ove sia richiesta la
protezione di ambienti chiusi contenenti prodotti
pregiati (documenti, apparecchiature elettroniche..) –
N.B. sconsigliato l’impiego sui fuochi di classe D
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Nozioni antincendio
Prevenzione incendi
La migliore arma di difesa risulta costituita da un’efficace
azione preventiva:
1) eliminare o almeno ridurre al minimo le cause
d’innesco e propagazione (progettazione e costruzione)
2) segnalare i luoghi, le apparecchiature, i contenitori, le
lavorazione che presentano un serio pericolo di
incendio (segnaletica e etichettatura)
3) rendere possibile una immediata rivelazione del fuoco
e un intervento tempestivo e adeguato (impianti e
apparecchi di rivelazione e di estinzione)
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Segnaletica antincendio
La segnaletica antincendio comprende:
 i segnali di avvertimento: evidenziano le condizioni di
pericolo capaci di determinare l’insorgere di un
incendio
 segnali di divieto: evidenziano determinate azioni
vietate in presenza di condizioni di pericolo
 segnali antincendio: informano a mezzo di
pittogrammi dell’esistenza e dell’ubicazione dei presidi
antincendio
 segnali di salvataggio: informano a mezzo di
pittogrammi dell’esistenza e dell’ubicazione del
dispositivo di soccorso e delle situazioni di sicurezza
(vie di uscita)
 segnali di informazione: istruzioni a mezzo di
pittogrammi o di testo
 avviso: messaggio di sicurezza trasmesso tramite un
testo scritto eventualmente integrato da figure.
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Estintori
Gli estintori sono mezzi di pronto intervento, si
classificano in portatili quando sono concepiti per
essere portati e utilizzati a mano (non superiore ai
20 kg) o carrellati quando sono montati su ruote o
su carrelli e concepiti per essere trainati a mano
(non superiore ai 300 kg). Ogni estintore deve:
 essere verniciato in rosso, per contraddistinguere
i presidi che devono essere facilmente accessibili e
visibili
 recare un’etichetta
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Estontori
L’etichetta deve recare:
- scritta estintore, tipo di
estinguente e carica
nominale, capacità si
spegnimento
- istruzioni d’uso (mediante
pittogrammi), classi di fuoco
su cui può essere usato
(pittogrammi)
- simboli e indicazioni di
utilizzo
- nome del responsabile
dell’apparecchio
RISCHIO INCENDIO ED ESPLOSIONE
Attrezzature idriche
Le attrezzature idriche invece sono:
1)idranti: montati sulla rete idrica antincendio,
mantenuta a una pressione di 6,12 bar;
2)cassette idranti: particolarmente adatte per
fronteggiare l’inizio di incendi all’interno degli stabili;
3)manichette: possono essere in fibra tessile naturale
(canapa-cotone), sintetica (raion, perlon nylon, fibra
poliestere), mista o fibra tessile rivestita esternamente
in gomma
Scarica

classificazione dei rischi