LA COMUNICAZIONE BIOETICA Anno Accademico 2011 – 2012 1 • La bioetica è la disciplina che si occupa delle questioni morali che sorgono parallelamente al rapido progredire della ricerca biologica e medica. La sua natura è multidisciplinare, e annovera al proprio interno aspetti relativi a varie materie, quali: biologia, medicina, filosofia, diritto. • Le problematiche legate alla bioetica sono numerose e coinvolgono anche l'opinione pubblica e i mass media. Clonazione, utilizzo delle cellule staminali, ingegneria genetica, procreazione assistita, sperimentazione clinica dei farmaci, trapianti d’organo nell'uomo, accanimento terapeutico, eutanasia. 2 • Si parla per la prima volta di bioetica nel 1970 all'interno di un articolo dell'oncologo americano Van R. Potter (The science of survival); poco tempo dopo, un apporto ancor più incisivo di quello di Potter viene dato alla nuova disciplina dall'ostetrico olandese André Hellegers. • In Italia nel 1990 è sorto il Comitato Nazionale per la Bioetica, organo consultivo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. 3 • L’aborto. Da un lato si pone la domanda relativa allo statuto ontologico del feto, dall'altro si pone la domanda sul bilanciamento da operare tra gli interessi della madre e quelli del nascituro. • La nascita e lo sviluppo delle tecnologie per la manipolazione del DNA. Il problema centrale è quello di trovare una linea di demarcazione sufficientemente chiara fra ciò che è proponibile come forma di terapia e ciò che si presenta, invece, come tentativo di selezionare caratteristiche somatiche per semplice gusto personale . • L’uso delle tecnologie mediche nella fase terminale della vita umana e qualsiasi sostegno artificiale alla vita umana. Ciò che cambia notevolmente con tali tecnologie è l'idea stessa di morte. 4 LA COMUNICAZIONE La necessità di una comunicazione nasce quando la biomedicina apre agli esseri umani la possibilità di modificare l’immagine che essi hanno di se stessi, in quanto individui psico-fisici a cui era stata negata fino a quel momento la possibilità di intervenire sulla propria natura biologica e su quella degli individui futuri. 5 Si delineano le possibilità di una medicina • Rigenerativa, che interviene per “riparare” o sostituire tessuti e/o cellule danneggiati, consentendo di curare malattie • Migliorativa, che interviene con interventi di ingegneria genetica, per scopi diversi dalla prevenzione. 6 COMUNICAZIONE IN AMBITO BIOMEDICO Assume due aspetti: • Il primo riguarda la comunicazione nella biomedicina. – Riguardante i modi linguistico concettuali con i quali ridefinire o adeguare la comunicazione interna del settore e la sua visibilità. • Il secondo riguarda la comunicazione all’opinione pubblica della biomedicina e delle opportunità di scelta offerte. 7 DELLA BIOMEDICINA Riguarda la comunicazione all’opinione pubblica delle nuove opportunità offerte, facendo in modo che essa da una parte sia informata delle opportunità, dall’altra sia messa nelle condizioni di capire e valutare le alternative. Si tratta di scelte che riguardano le convinzioni, i valori, i concetti e le finalità degli individui 8 • Occorre anche distinguere tra un’area più propriamente pubblica e una privata. • L’area pubblica riguarda sia i rapporti tra istituzioni sanitarie e i cittadini, sia la presenza dei mass-media in questo rapporto. • I media svolgono un ruolo importante nella formazione del giudizio della persona sulle questioni bioetiche e influenzano in modo significativo la risposta pubblica a tali questioni. 9 RMP E’ la comunicazione che nello specifico investe i rapporti personalizzati tra il medico e il paziente. 10 PATERNALISMO MEDICO In base ad essa è riconosciuto al medico l’onere e l’onore di agire, in scienza e coscienza, in nome, nelle veci e eventualmente anche contro la volontà dei suoi pazienti. Questo in quanto è ritenuto portatore ed esecutore dei migliori interessi del paziente più del paziente stesso. 11 ADESIONE VOLONTARIA Basata sulla centralità del principio di autonomia che ha modificato il RMP, introducendo il principio del consenso libero ed informato. Il rispetto dell’autonomia del paziente, intesa come l’esercizio della libertà di scelta da parte dell’individuo, riguardo ad atti che ricadono su di sé e sul proprio corpo. 12 CORRETTEZZA ATTO MEDICO La centralità del principio di autonomia, ha la sua massima espressione nell’istituto del consenso libero ed informato del paziente. La correttezza dell’atto medico può essere assicurata solo da una adesione volontaria e dunque il consenso costituisce la chiave attraverso cui possibile distinguere, anche a livello giuridico, tra un atto medico legittimo ed uno che non può definirsi tale. 13 SCOPI • Eliminare o ridurre le componenti di spersonalizzazione del rapporto sanitario. • Sconfiggere, su un tema così delicato, la paura e l’ignoranza. • Rimuovere ostacoli e impedimenti alla comprensione dei protocolli e degli atti medici, aumentando il livello di conoscenza e consapevolezza al fine di facilitare la vera autonomia decisionale. 14 La precisione, la chiarezza e la congruità dell’informazione si configurano come le precondizioni minime e necessarie della validità comunicazionale dei messaggi che intercorrono tra medico e paziente, tra enti, istituzioni sanitarie e il cittadino. 15 ART. 30 CODICE DEONTOLOGICO Il medico, nell’informare il paziente, dovrà tenere conto delle sue capacità di comprensione al fine di promuovere la massima adesione alle proposte diagnostico terapeutiche. 16 • Il diritto dei cittadini alla cura, si trasforma nel dovere di curarsi, soprattutto di curarsi nel modo indicato dal medico. • Il Codice entra in conflitto con gli obblighi giuridici che sanciscono la priorità della volontà dei pazienti, compresa la volontà di rifiutare le terapie, sulle valutazioni e gli orientamenti dei medici 17 ASPETTO ETICO Nella comunicazione nell’ambito della RMP il principio generale di una corretta comunicazione biomedica è presente in tutta la bioetica contemporanea e ne percorre tutti i campi, con problematiche diverse a seconda della ordinarietà o della novità o criticità di questi campi. 18 QUESTIONE META-TEORICA DELLE CONCEZIONI DELLA COMUNICAZIONE Esistono due grandi modelli; meglio due ideal-tipi che nella realtà non si presentano mai allo stato puro, ma sempre fortemente intrecciati fra di loro ed entro un ampio spettro di varianti che vanno da un estremo all’altro. 19 MINIMALISTA Tende ad una comunicazione puntuale, concisa e delimitata, viene chiamato anche della comunicazione parziale. 20 PERFEZIONISTA Tende a promuovere una comunicazione coinvolgente, ripetuta e tendenzialmente illimitata, viene chiamato anche della comunicazione totale. 21 • Non bisogna dare ai termini minimalista e perfezionista un significato valutativo particolare, positivo o negativo. • L’adesione a uno dei due modelli e forse lo stesso significato di comunicazione , dipendono dall’idea che si ha delle caratteristiche dell’autonomia degli individui a cui si rivolge la comunicazione biomedica. 22 AUTONOMIA • L’autonomia è fondata sulle capacità mentali ed emotive – abilità riflessive e autoriflessive - di costruire piani personali di vita e nella capacità ad impedire che questi siano scelti da altri individui o determinati dal caso. • In ambito RMP possiamo considerare l’autonomia come la capacità di comprendere l’informazione ricevuta, di coglierne la rilevanza e di valutarle. 23 • Nell’ambito dell’autonomia si sviluppano due teorie: • Individualistica, in cui assume valore assoluto il concetto di consenso libero ed informato da parte di un soggetto medio che si suppone già in condizione di consentire o dissentire. • Relazionale, nella quale l’autonomia è un complesso di capacità che si sviluppano in scenari relazionali autonomi e non sempre con relazioni fra eguali. 24 AUTONOMIA INDIVIDUALISTICA La piena e completa autonomia degli atti verbali, non verbali e scritti con i quali dare l’espressione al consenso o al dissenso libero ed informato di individui, raffigurati come pienamente autonomi. 25 • A questo modello si richiamano coloro che pongono alla base del RMP i diritti, le capacità contrattuali e le preferenze di un soggetto “medio”, che si suppone sia in condizione, in quanto a capacità e competenze, di fornire un consenso o un dissenso libero e informato ai trattamenti medico-sanitari. • Il RMP è visto come una relazione tra pari, moralmente simmetrica. 26 DIRETTIVE ANTICIPATE Si tratta delle decisioni espresse, in stato di lucidità, sui trattamenti cui gli individui vorrebbero essere sottoposti nel caso di una condizione di perdita definitiva della coscienza e quindi di totale incapacità di esprimere una qualsiasi volontà. 27 AUTONOMIA RELAZIONALE Tecnica di aiuto e rafforzamento dell’autonomia per creare le condizioni dell’espressione del consenso – o del dissenso – da parte di individui raffigurati come carenti di autonomia e bisognosi di aiuto. 28 Prende in considerazione la situazione di dipendenza culturale e psicologica in cui il paziente si trova, l’aiuto del medico diventa quindi non solo necessario, ma anche e soprattutto opportuno. Si ritiene che, invece di dare per scontata una competenza da parte del paziente, sia più opportuno metterlo nella condizione di poter esprimere un consenso o un rifiuto veramente libero ed informato. 29 Comunicazione La comunicazione implica la necessità di creare un clima per promuovere la comprensione dell’informazione stessa piuttosto che raccomandare di fare una cosa o l’altra. 30 La pratica della comunicazione nella biomedicina varia a seconda della normalità o della novità e criticità dell’ambito trattato e quindi della relativa scelta. Nel primo caso i problemi affrontati sono tradizionali e la comunicazione tende ad assumere il carattere di una raccomandazione a fare piuttosto che di un aiuto a capire cosa va fatto. 31 Nel secondo caso ci troviamo di fronte a nuovi problemi e quindi alla necessità di promuovere o migliorare la comprensione del paziente sulla natura e l’importanza degli stessi, mettendolo in grado di gestire tali informazioni. La comunicazione in questo caso, implica la necessità di creare un clima per promuovere la comprensione dell’informazione stessa. 32 CONSIDERAZIONI Considerando il contesto concreto della RMP, è impossibile non prendere in considerazione i fattori di dipendenza psicologica e di relativa incompetenza del paziente, che non può essere sempre in grado di controllare qualità e pertinenza delle informazioni. Il consenso in tale caso non è sufficiente come banco di prova della liceità dell’atto medico. 33 Scopi • Eliminare o ridurre le componenti, oltre che i rischi di spersonalizzazione del rapporto sanitario; • Sconfiggere la paura e l’ignoranza, evitare manipolazione o occultamento di notizie; • Rimuovere ostacoli o impedimenti alla comprensione degli atti medici al fine di facilitare le decisioni autonome. 34 La comunicazione nella RMP non deve riguardare solo informazioni asettiche e riposte standard, ma includere scambi emotivi e confronti ravvicinati e ripetuti anche tra visioni alternative della vita. In questo modo non si avrebbero solo messaggi insindacabili su piani di comportamento predefiniti in modo rigido e immodificabili, ma un dialogo che metta in gioco valore e preoccupazioni che ispirano medico e paziente. 35 La RMP deve configurarsi come un incontro totale, lontano da un evento governato dalla burocrazia impersonale, dove a prevalere deve essere il coinvolgimento empatico, La comunicazione medico paziente deve puntare ad istituire un terreno comune ad entrambi, un orizzonte condiviso che promuova intese rivolte ad una solida alleanza terapeutica per il bene del paziente. 36 CONCLUSIONI La vera alternativa fra i modelli della comunicazione biomedica è sempre interna ad un quadro individualistico liberale. La questione morale riguarda l’obbligo del medico di informare il paziente nel modo più preciso, congruo ed esauriente possibile per permettere loro di prendere decisioni autonome e responsabili. 37 Privilegiare un tipo di comunicazione dipende soprattutto dal tipo di paziente e dalle esigenze e capacità di informazione e di approfondimento che possiede. Abbandonare una concezione precettistica della comunicazione nel RMP, per promuovere l’aspetto atto a soddisfare le preferenze degli individui, siano essi interessati ad una comunicazione estesa, coinvolgente, o solo ad una parziale e circoscritta. 38