http://www.trio-lescano.it/
Notizie
Settembre-Ottobre 2011
Sono vietati l’uso e la riproduzione di testi e immagini
presenti in questo documento senza un’esplicita autorizzazione del Curatore.
NB - Le notizie sono pubblicate in ordine cronologico inverso
e con cadenza bisettimanale (martedì e venerdì).
Venerdì 2 Settembre 2011
◙ Nelle Notizie del 28 Giugno scorso abbiamo pubblicato il mandolino, offertoci da
Walter, del Tango di Ramona di Vasin (pseudonimo di Nino Ravasini) e Umberto
Bertini. Ora il nostro collaboratore, sempre disponibile, ci ha inviato a nostra richiesta
anche le scansioni delle due pagine interne, con lo spartito del brano. Stranamente,
pur trattandosi di un’edizione per “Canto o Mandolino”, pubblicata a Milano nel
1937 dalle Edizioni “EMI”, non sono segnate le sigle degli accordi con cui
accompagnare la melodia.
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◙ Mail ricevuta: «Salve, mi presento: mi chiamo Orio e vivo a Salsomaggiore (PR);
di lavoro sono un modellatore di grafica 3D, ma a tempo perso sono critico
cinematografico. Dopo aver vinto un concorso nazionale nel 1995, sono stato
redattore per molti anni della rivista «Segnocinema».
Per cominciare, voglio complimentarmi per il lavoro che state facendo col vostro sito
Internet per la conservazione e la difesa della memoria del Trio Lescano. Si tratta di
una pagina della storia del costume e della musica italiana che non meritava l’oblio
con il quale è stata coperta per molti anni, colpevole solamente della coincidenza di
essere avvenuta in una temperie storica di cui in Italia, dopo la guerra, s’è preferito
sbrigativamente dimenticare tutto, gettando insieme alla tanta acqua sporca anche il
bambino (cioè le cose belle, come la musica).
Perciò il vostro lavoro è così importante, perché di fronte alle dimenticanze della
storiografia ufficiale la vostra opera permetterà di salvaguardare delle conoscenze che
altrimenti andrebbero perdute. E le vostre ricerche permetteranno anche di difendere
verità storiche importanti dalle imprecisioni che ci sono sempre in questi casi. Perciò,
tanti complimenti, e congratulazioni!
Dopo l’uscita della fiction Le ragazze dello swing mi sono interessato al repertorio
del Trio Lescano, perché sono un appassionato di jazz, e anche memore del fatto che
quando ero giovane ebbi occasione di vedere un paio di volte la signora Alessandra.
All’epoca ero sui 18-20 anni e mi allenavo tutti i pomeriggi al tennis presso il campo
sportivo. Al termine passavo dal droghiere della zona per farmi un panino al
prosciutto. Un giorno il droghiere mi disse: “L’hai vista quella signora che è appena
uscita? Era una cantante famosa, ai tempi della guerra. Oggi vive lì, alla Maghina”
(indicando alle sue spalle la collina che ha questo nomignolo popolare). Io all’epoca
ignoravo totalmente il Trio Lescano come nome, anche se mia nonna da piccolo mi
cantava sempre Maramao perché sei morto? ed È arrivato l’ambasciatore, ma io non
sapevo da chi fossero interpretate quelle canzoni.
Dopo mi ricordo di averla vista un’altra volta, per la strada sempre in quella zona,
accompagnata da una signora più giovane che l’aiutava a camminare. Altro non so
dirle, se non che vestiva sobriamente, e che vedevo in lei la stessa gracile eleganza e
il portamento che notavo in mia nonna (anche se mia nonna era più bassa di statura).
Avendo consultato la sezione delle fotografie del vostro sito, ho visto che manca
l’abitazione di via Cervara 3, qui a Salso, dove Alessandra viveva. Ho intenzione di
andare a fotografare l’esterno della casa, e, se vi può interessare, vorrei offrirvi le foto
per il sito, come mio piccolo e modestissimo contributo di apprezzamento».
Abbiamo subito risposto a questo cortese estimatore per dirgli che siamo ben felici di
accettare la sua proposta di collaborazione. Gli abbiamo inoltre prospettato la
possibilità di svolgere in loco altre facili ricerche, finalizzate a colmare alcuni punti
tuttora oscuri nella biografia di Sandra.
◙ Massimo Menozzi ci invia del materiale iconografico su Harold M. Kirchstein,
strumentista e compositore americano di origine tedesca, più noto dal dopoguerra in
poi col nome (preso dal padre francese) di Henri René:
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Egli è di nostro interesse in quanto autore della canzone Träumen von der Südsee,
incisa nel 1938 da Gino Del Signore col Trio Lescano, accompagnati dall’Orchestra
Filippini (disco Parlophon GP 92508b, matrice 153568; titolo italiano: Sogni del
Mare del Sud). Tale incisione manca nel nostro Archivio sonoro, tuttavia essa è
presente presso la Discoteca di Stato, che ne ha messo in rete l’anteprima, purtroppo
interrotta sul più bello. Speriamo di riuscire un giorno a reperire il file con l’incisione
integrale del brano, che certamente piacerà a quanti non disdegnano le Lescano
quando sfoggiano, come qui, una voce soavissima, da ammalianti sirene dei Tropici.
Nel frattempo, ci possiamo gustare altre incisioni complete della medesima canzone
reperibili su YouTube; fra le tante segnaliamo queste tre:
♦ http://www.youtube.com/watch?v=utgkrWjsu5g (disco Telefunken A 2371, mx.
22457, 1937; canta, in tedesco, Eric Helgar).
♦ http://www.youtube.com/watch?v=24tyVqP2nF8 (disco Columbia DF2436, mx.
CL6772, 1938; canta, in francese, Tino Rossi).
♦ http://www.youtube.com/watch?v=9NSm0rrJtbQ (disco Columbia DQ 2701, 1938;
canta, in italiano, Carlo Buti).
Harold M. Kirchstein fu molto attivo in Germania negli anni Trenta, dove diresse tra
l’altro il famoso complesso “Die goldene Sieben”, di cui Massimo ci ha inviato una
bella foto, reperita con l’aiuto di un utente di YouTube.
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Su questo ensemble Paolo ci scrive:
«Fra i componenti dei “Goldene Sieben” c’erano, oltre a Kirchstein, Willi Stech,
Hans Bund, Adalbert Luczkowski, Kurt Hohenberger, Franz Thon, Willy Berking,
Eddie Brunner e Freddie Brocksieper. Sembra che il gruppo si fosse formato su
invito del ministro della propaganda nazista, Joseph Paul Goebbels, in antitesi alla
musica americana e nel tentativo di creare uno stile “jazz” tedesco. Esso scivolò
ovviamente nei solchi della tradizione statunitense e fu per questo costretto a
sciogliersi nel 1939, dopo 5 anni di attività. Ecco un esempio del suo stile assai
piacevole: http://www.youtube.com/watch?v=0asNoKZUmho».
Martedì 6 Settembre 2011
◙ Non abbiamo mai fatto mistero del giudizio negativo che abbiamo espresso a suo
tempo, motivandolo bene, sulla fiction targata Rai Le ragazze dello swing, nonché sul
libretto pubblicato da Einaudi e ad essa correlato Le regine dello swing. Giudizio che
abbiamo ribadito anche nelle Notizie del 26 Agosto scorso, parlando senza mezze
misure di storia “menzognera e mistificatoria” delle Sorelle Lescano. A questo
riguardo ci scrive un nuovo lettore, Sergio P.:
«Neppure io ho apprezzato un anno fa la miniserie Rai e la sedicente storia del Trio
Lescano a firma di Gabriele Eschenazi, anche se il grosso della stampa e dei media le
ha lodate entrambe sperticatamente. Ho però reperito in internet un articolo al
vetriolo su questi due tipici prodotti dell’odierna “cultura” massificata e bêtifiante e
mi piacerebbe sapere se lo avete ispirato voi oppure è opera di una persona
coraggiosa, che pensa e giudica con la propria testa, senza paura di andare
controcorrente e cantare fuori dal coro. L’articolo cui mi riferisco è firmato da Jessie
Ricetta (un nome d’arte, suppongo) e si intitolan Trio Lescano? No, monnezza: “Le
ragazze dello swing” [http://jessiericetta.blogspot.com/2010/09/trio-lescano-no-monnezza-le-ragazze.html]».
Assicuriamo al nostro lettore che noi non c’entriamo assolutamente nulla con la
pubblicazione di tale articolo, anche se ne condividiamo e lodiamo senza riserve sia
l’impostazione che lo stile. In verità esso ci era banalmente sfuggito, tanto che non
figura nella nostra Bibliografia; provvederemo tuttavia ad inserirvelo quanto prima,
perché è una chicca davvero gustosa.
Quanto alla sua autrice, abbiamo l’impressione di sapere chi si
celi dietro lo pseudonimo – del resto abbastanza trasparente –
che ha adottato nel suo blog. Tra le nostre amiche, in effetti, ce
n’è una sola che al tempo stesso ami appassionatamente i gatti,
conosca la lingua olandese, non abbia peli sulla lingua, specie
quanno ce vo’, e infine sia in cucina un autentico cordon bleu.
Va da sé che ci guarderemo bene dal rivelare il nome che
abbiamo in mente, ma non possiamo esimerci dall’inviare alla
nostra cara amica, coi più affettuosi saluti e auguri, questo
apprezzamento nella sua lingua: goed, Jessie, je bent een aas
met de deegroller!
Gelsomina, l’adorata
micia di Jessie.
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◙ Massimo Baldino ci ha dato un’ennesima prova non solo di generosità, ma anche di
perfetta sintonia coi nostri ideali, inviandoci varie incisioni d’epoca, una più bella e
rara dell’altra, accompagnandole con queste toccanti parole:
«Cari amici, condivido il vostro giudizio su Carlastella: brava e dimenticata. Eppure
ha inciso un’infinità di dischi ed è pure stata una delle ultime di quella generazione a
mollare! Contemporanea di Natalino Otto, con il quale aveva iniziato, oggi di lei non
rimane in pratica nulla. Non una biografia decente, nemmeno da quei “soloni” di
Arbore e Gastaldo, che hanno curato il Dizionario della Canzone Italiana. Una vera
ingiustizia, insomma: una delle tante.
Mi chiedo del resto cosa ne sarà di tutto questo nostro lavoro il giorno in cui noi non
potessimo più occuparcene... Spero tanto di convincere i nostri più giovani
collaboratori a ereditare i nostri siti, perché c’è un capitale umano di registrazioni
salvate, fotografie, dati raccolti da preservare dall’oblio. In questa nazione, si riesce a
dimenticare tutto prestissimo, ed infatti la nostra politica si rigenera e sopravvive
proprio grazie a questo nostro atavico difetto.
Vi mando questa bella canzone ritrovata su una bancarella: romantica e struggente,
come lo furono quegli anni, che mi sembra di avere davanti quando riascolto nella
mia mente i mille racconti tramandatimi nella mia infanzia dalle sole vere persone
che mi abbiano mai amato».
L’incisione offertaci da Massimo [Fonit 6345-A] si intitola Questa notte o mai più ed
è la versione italiana, su testo di Michele Galdieri, della famosa canzone Heute Nacht
oder nie che Mischa Spoliansky compose per il film Das Lied einer Nacht (1932).
L’interprete italiano, del tutto convincente, è il tenore Fernando Orlandis, del quale
abbiamo avuto occasione di parlare abbastanza diffusamente nelle Notizie del 3
Settembre 2010; è qui ottimamente accompagnato dalla Jazz Orchestra Semprini
[anteprima].
Venerdì 9 Settembre 2011
◙ Il nostro giovanissimo collaboratore Roberto Berlini ha messo in rete il suo sito
personale, dedicato ai Trii Vocali, soprattutto femminili, degli anni Trenta-Quaranta.
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Utilizzando Weebly come website-building, Roby ha saputo creare qualcosa di
personale, grazie al suo talento nel campo della grafica. Particolarmente riuscita ci
sembra a tale riguardo la composizione che ha realizzato per fungere da logo del sito:
Logo del sito http://triivocali.weebly.com/.
Quanto al menu, esso comprende per ora sei sezioni, la più ricca delle quali è
ovviamente quella che presenta i Trii Vocali italiani. Abbastanza numerose le
illustrazioni, quasi tutte provenienti (col nostro consenso) dal sito Ricordando il Trio
Lescano, sempre citato con esemplare correttezza.
Al neonato sito giungano i nostri più calorosi auguri di successo e di lunga vita!
◙ Manuel ha acquisito recentemente una copia, in ottimo stato di conservazione, del
raro catalogo dei Dischi Cetra del Dicembre 1940 (non lo possiede neppure la
Discoteca di Stato):
Copertina del catalogo acquisito da Manuel.
Come gli altri usciti nel medesimo periodo dell’anno, esso si configura come un
estratto di 16 pagine, incluse le due di copertina, e il suo scopo evidente è quello di
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presentare le ultimissime novità, pubblicizzando inoltre i prodotti o gli artisti di
maggior spicco della Casa discografica torinese. Manuel ci ha offerto le scansioni
perfette e ad alta definizione di tutta l’operina, per cui abbiamo potuto gustarne
appieno il contenuto, col suo inconfondibile “profumo d’epoca”. Personalmente
abbiamo trovato particolarmente interessanti le quattro pagine seguenti:
P. 2, con la pubblicità delle nuove Fonovaligie Cetra:
P. 6, con la presentazione del disco GP 93155 (La cicala e le formiche), inciso da
Fausto Tommei col Trio Lescano:
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P. 7, dedicata ad Alberto Rabagliati, con una splendida foto inedita del cantante
milanese che (a detta di Manuel, indiscutibilmente il suo fan n. 1) vale da sola il
prezzo dell’intero catalogo:
P. 10, dedicata ai comici-cantanti Vanni e Romigioli, a riprova della grande
popolarità da essi conquistata in quel periodo.
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◙ Mail di Paolo: «È scomparso recentemente a 91 anni Mario Berrino, l’ultimo
grande personaggio di Alassio. Tra lui e la cittadina ligure c’era da sempre un legame
infrangibile, un amore infinito e mai ripensato. Per essa egli ha avuto tante idee
splendide, come il “Roof Garden”, che ha ospitato i più grandi nomi dello spettacolo.
Tra questi vi è anche la nostra Caterinetta Lescano, la cui firma si trova sul famoso
Muretto (v. le Notizie del 25 Gennaio 2009), altra idea geniale di Mario. Sui tavoli
del “Caffè Roma” maturò la sua amicizia con Ernest Hemingway, prima “piastrella”
delle ormai moltissime che ornano il Muretto. Tra le più recenti la firma del
presidente del “Genoa”, che Mario, da buon genoano, ci teneva assolutamente ad
avere.
Altre iniziative, forse meno note, sono dovute al suo grande amore per lo sport: la
fondazione del “Velo Club Alassio”, l’ideazione della “Montecarlo-Alassio” di
ciclismo, che al suo primo via venne onorata dalla presenza di Grace di Monaco.
Inoltre, una lunga collaborazione con “Radio Liguria International”, dove col DJ
Franco Branco si effettuavano interviste e collegamenti in diretta coi Vip del mondo
della canzone, del teatro, del cinema e dello sport.
Ecco dunque chi è stato il poliedrico Mario Berrino, artista che ha studiato vari anni
col Professor Busnelli le tecniche di acquarello, guazzo, tempera, encausto ed olio.
Ha insegnato disegno agli allievi del “Royalton College” in Vermont (USA), ha
esposto in numerose gallerie, sia in Italia che all’estero, ottenendo numerosi premi.
Nel Marzo del 2000 ha esposto alla Grande Arche di Parigi, uno dei più moderni e
maestosi monumenti della capitale francese. Membro di varie Accademie, le sue
opere figurano in numerose collezioni private e pubbliche.
Un uomo insomma che col suo amore per l’ARTE vera ha reso indimenticabile il suo
nome, almeno per coloro che hanno un minimo di sensibilità. Per tutti gli altri –
costume più che mai attuale – è “pianto e stridor di denti”...
Mario Berrino (1920-2011) e un suo suo dipinto; su di lui si veda il sito
http://www.marioberrino.com/index.php.
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Martedì 13 Settembre 2011
◙ Anche Gino Latilla se n’è andato, domenica scorsa.
Gino Latilla, nome d’arte di Gennaro Latilla
(Bari, 7 Novembre 1924 - Firenze, 11 Settembre 2011).
Pur non rientrando egli direttamente nel nostro campo di ricerca, non mancheremo di
dedicargli prossimamente l’omaggio che gli spetta, dato il posto di primo piano che
ha occupato per tanto tempo nel mondo della Canzone Italiana. Intanto c’è il
commosso ricordo che gli ha consacrato l’amico Massimo Baldino; questa la mail
con cui ce l’ha segnalato:
«Carissimi amici
per commemorare il grande Gino Latilla siamo rientrati anticipatamente dalle
vacanze per realizzare un’edizione speciale della trasmissione Dal Fonografo al
Microsolco. La potete ascoltare in podcast cliccando su questo link:
http://www.4shared.com/audio/s1nOIdbT/GRAMMOFONO_MICROSOLCO_41__Spec.html.
Abbiamo anche ripristinato una sua vetrina di successi ascoltabile qui:
http://www.4shared.com/audio/FhQCNXEo/yyy_Vetrina_di_Gino_Latilla.html.
Dal Fonografo al Microsolco tornerà regolarmente nella programmazione di Ottobre.
Ildiscobolo / Museo virtuale del disco».
◙ Gentilissimo come sempre, Giorgio Zoffoli ha voluto condividere con noi quattro
pregevoli mandolini da lui recentemente acquisiti tramite i servizi informatici della
Biblioteca Nazionale di Firenze. Essi riguardano tutti canzoni incise dal Trio Lescano
e sono:
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Di Anna avevamo già in archivio un mandolino, da noi pubblicato nella relativa
sezione, ma quest’altro, firmato da quell’eccellente artista grafico che fu Gilbàs [v. le
Notizie del 24 Giugno scorso], ci sembra molto più suggestivo. Quanto all’ultimo
mandolino, esso era già presente nella nostra collezione, ma in una copia di bassa
qualità: l’esemplare fornitoci da Giorgio è invece perfetto, per cui lo abbiamo
sostituito all’altro senza esitazione.
◙ Paolo ci ha inviato un interessante documento per la nostra pagina Oggi parliamo
di... Esso si intitola Canzoni fasciste composte da Autori di nostro interesse.
Mandolino della canzone propagandistica Carovane del Tigrai di Mendes-Di Lazzaro (1935);
la sua incisione più nota, ad opera di Daniele Serra, si può ascoltare nel sito Italia sempre,
all’indirizzo: http://italiasempre.com/verita/carovanedel1.htm.
◙ Mail di Roby: «Cari amici, occupandomi anche di Trii esteri, ho scovato un trio
europeo meraviglioso, le Sestry Allanovy [per la precisione erano
cecoslovacche]. Eccovi i link delle incisioni che mi hanno più colpito:
- Sestry Allanovy soliste nel 1942: Ciribiribin;
- A. Kavka, Sestry Allanovy nel 1941: Doktor Swing.
Lo conoscevate questo trio? Dico che sono bravissime!».
Le Sestry Allanovy.
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Brave lo erano senz’altro – ma non bravissime, a nostro parere – ed è istruttivo
confrontare la loro interpretazione di Ciribiribin con quella delle Lescano. In
precedenza Roby ci aveva segnalato un altro trio femminile degli anni Quaranta, le
americane Ross Sisters, le quali, oltre a cantare con brio travolgente, erano anche
straordinarie ballerine acrobatiche e contorsioniste.
Le Ross Sisters.
Venerdì 16 Settembre 2011
◙ Il nostro Virgilio, benché attualmente impegnato su altri fronti, ci ha appena
comunicato di aver recuperato un lotto di 18 foto, in buona parte inedite, scattate nel
Febbraio 1985 a Salsomaggiore, nell’appartamento di Sandra Lescano.
La primogenita delle tre sorelle aveva allora 75 anni e il tempo aveva ormai
cancellato quella radiosa bellezza che ne caratterizzava il volto fin verso la
cinquantina; tuttavia anche queste istantanee di donna anziana e rassegnata si
contemplano con commozione, perché traspare da esse un senso di composta e
signorile dignità, mista a dolcezza, che le tante traversie da lei vissute non le avevano
tolto.
In attesa di decidere quando e come valorizzare il piccolo archivio in questione,
Virgilio è lieto di offire a tutti i lescanofili che ci seguono questa tenera immagine
della nostra Sandra, ritratta con in mano un LP di Bing Crosby, il suo cantante
preferito:
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Ci congratuliamo vivamente col nostro collaboratore per questo suo ennesimo
reperimento, e auspichiamo che la biografia delle sorelle olandesi che egli sta
realizzando – e che sarà corredata da un numero cospicuo di foto, molte delle quali
inedite – possa presto essere conclusa, affinché il libro che abbiamo in progetto sulle
Lescano (v. la prima delle Notizie del 26 Agosto scorso) veda presto la luce.
◙ Claudio Dell’Orso (v. le Notizie del 16 Dicembre 2010) ha accettato con
entusiasmo l’invito che gli abbiamo rivolto di dedicare a Gino Latilla, deceduto
domenica scorsa, un suo personale ricordo: lo abbiamo fatto perché sapevamo che
questo cantante è tra quelli che ama e stima di più. Com’è nel suo stile, Claudio ha
subito fatto seguire alle parole i fatti, inviandoci l’articolo richiestogli, che
pubblichiamo nella sezione Oggi parliamo di... In esso egli ha deliberatamente scelto
di non parlare della biografia di Latilla, ampiamente trattata in questi giorni nella
stampa e anche in internet, per concentrare la propria attenzione sulla personalità
artistica del cantante barese e sull’impatto che essa ha avuto su di lui nei suoi anni
giovanili.
Virgilio, dal canto suo, sempre a proposito dello scomparso, ci scrive: «Latilla ha
ottime canzoni anche nei primi anni Cinquanta: lo si ascolti ad esempio in Buon
anno, buona fortuna e Serenatella sciuè sciuè, con Carla Boni; deliziosa anche la
canzone Un filo di speranza, col Duo Fasano, dove la sua bella voce mostra
particolare garbo e partecipazione».
Mandolino di Hàgi Bàba,
altro grande successo di Gino Latilla.
◙ Paolo è riuscito ad ottenere da un cortesissimo studioso tedesco, Frank van Baal
(che abbiamo inserito nella nostra pagina dei Ringraziamenti), del raro materiale
fotografico nonché parecchie informazioni su autori ed esecutori del suo paese di
nostro interesse. Ecco la mail con cui Frank ha accompagnato il tutto:
«Dear Paolo,
at first, please excuse my bad english. I will try to tell you something about the
photos.
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1. Anton Profes: the photo is in a bad quality. Maybe you can edit it so that it gets
better.
2. Kirchstein 1948: in August 1937 Kirchstein went to America and called himself
“Henri René”. He became a successful record producer in Hollywood. The photo was
made in 1948. (By the way: Erhard Krause, who played the trombone in “Die
Goldene Sieben” also went to America).
3. Goldene Sieben, ca. 1934: the musicians were: (from left to right): Adalbert
Luczkowski (violin), Willi Stech (piano), Franz Thon (saxophone), Kurt
Hohenberger (trumpet), Erhard Krause (trombone), Harold M. Kirchstein (guitar),
Waldemar Luczkowski (drums).
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4. Goldene Sieben, ca. 1937: the musicians were (from left to right): Kurt
Hohenberger (trumpet), Harold M. Kirchstein (guitar), Waldemar Luczkowski
(drums), Franz Thon (saxophone), Adalbert Luczkowski (violin), Erhard Krause
(trombone), Georg Haentzschel (from 1935 on he played piano, vibraphone).
I hope that I could help you. Please give the photos also to Massimo [Menozzi].
Greetings from Germany,
Frank van Baal».
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Dopo aver accuratamente restaurato le suddette foto, abbiamo inserito quella di
Anton Profes, che ci mancava, nella pagina degli Autori stranieri (M-Z) e abbiamo
inoltre sostituito quella di Kirchstein che avevamo, assai tarda, con un ’altra, risalente
ai suoi anni giovanili.
Martedì 20 Settembre 2011
◙ Il signor Frank van Baal, di cui abbiamo parlato qui venerdì scorso, ha fatto a tutti
noi lescanofili quello che non esitiamo a definire un regalone: ci ha prima offerto e
poi postato nel suo canale [http://www.youtube.com/user/Deutschlandsender] di YouTube,
straordinariamente interessante, i riversamenti del rarissimo disco DC 4175 (v. le
Notizie del 23 Aprile 2010), in suo possesso.
L’acquisizione di queste due incisioni fa scendere il numero di quelle tuttora
mancanti nel nostro Archivio sonoro a 68: niente male, se consideriamo che nel
Maggio del 2008, quando abbiamo creato questo sito, possedevamo sì e no un
centinaio di incisioni delle Lescano, sulle circa 350 che queste artiste assolutamente
uniche ci hanno lasciato!
La voce solista che si ode in entrambe queste incisioni è quella di Caterinetta che, nel
1942, aveva ormai raggiunto la piena maturità: una voce calda, flessuosa ed
espressiva, ulteriormente messa in valore qui dall’ottima conoscenza che essa aveva
della lingua tedesca.
◙ Christian, uno dei nostri primi e più generosi collaboratori, ci informa di possedere
una dozzina di numeri della rivista “Canzoni della Radio”. Così la descrive lui stesso:
«Iniziò le pubblicazioni nel 1945 per le Edizioni ABC, a Roma. Non c’entra nulla,
che io sappia, col “Canzoniere della Radio”, pubblicato a Foligno dalle Edizioni
Campi, il quale terminò le pubblicazioni a fine ’43, per riprenderle dopo la guerra. In
“Canzoni della Radio” scriveva pure Riccardo Morbelli. In effetti è del tutto simile al
“Canzoniere”, sennonché vi si trovano molti più testi di brani stranieri (la
maggioranza, direi). Accanto a questi, i testi delle “radionovità” e di classici moderni
(tipo Quando passo per la via). Noto anche che dall’Aprile del 1945 – fascicolo n. 4
(mese particolarmente significativo per tutti) – si parla già di sede R.A.I., come luogo
generatore di programmi, in particolare di uno intitolato Arcobaleno, che immagino
fosse allora molto popolare. Spero di riuscire a completare almeno l’annata 1945, ma
questi numeri sono davvero rari, e quando si trovano hanno di quei prezzi! Io
possiedo i fascicoli mensili: 2 (Febbraio) e 4 (Aprile); dal numero 6 (Maggio) – o
forse dal 5, che non ho – la pubblicazione diventa quindicinale: 7 (Giugno), 8
(Giugno), 10 (Luglio), 14 (Settembre), 15 (Ottobre), 16 (Ottobre), 17 (Novembre), 18
(Novembre), 19 (Dicembre), 20 (Dicembre). Insomma me ne mancano 7 dell’annata
1945».
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Testata di “Canzoni della Radio”, anno I, n. 2, Febbraio 1945.
Per iniziare, Christian ci ha donato le scansioni di alcune pagine, fra cui due di
copertina, a colori. Vi abbiamo trovato due bellissimi ritratti di cantanti di nostro
diretto interesse, che abbiamo subito collocato nei rispettivi album fotografici:
Dea Garbaccio e Luciana Dolliver.
Tra le foto, in bianco e nero, di cantanti che non sono di nostra primaria competenza,
spicca quella, in primo piano, di Jone Cacciagli (cognome scritto spesso con una sola
c: Caciagli):
Ringraziamo l’amico Christian con l’auspicio che, compatibilmente con i suoi tanti e
onerosi impegni di lavoro, trovi il tempo per condividere con noi qualche altro dei
tesori che ha salvato dalla dispersione, spesso con grossi sacrifici economici.
Per parte nostra invitiamo i nostri lettori che fossero in possesso di numeri di
“Canzoni della Radio”, mancanti nella collezione di Christian, a contattarci per
esaminare la possibilità di scansionarli a regola d’arte. È infatti della massima
importanza, per la preservazione del nostro patrimonio storico-musicale, riuscire, con
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l’aiuto di tutti, a completare – almeno in modo virtuale, vale a dire su supporto
informatico – riviste come questa, che sono per noi fonti privilegiate e spesso
insostituibili di informazioni e materiale illustrativo. Ci riferiamo in particolare ad
uno degli obiettivi di fondo che ci siamo dati: avere nella nostra Fototeca almeno una
foto decente per ognuno degli artisti, anche minori, che hanno operato nella musica
leggera italiana dei favolosi anni Trenta e Quaranta, quelli delle Lescano: cantanti,
compositori, parolieri, direttori d’orchestra e strumentisti. Moltissime foto sono già al
sicuro nei nostri capaci archivi, tutte perfettamente restaurate e catalogate, ma chissà
quante altre aspettano di esserlo, prima che sia troppo tardi: cresce infatti ogni giorno
di più il rischio che vadano disperse o distrutte per sempre.
◙ Mail di Paolo: «Mi complimento con Claudio per il suo sapido articolo su Latilla
(si veda la sua ultima versione, riveduta e arricchita). Sono altresì in grado di
precisare che Rain, Rain, Rain, diventata nella versione italiana di Larici L’Arca di
Noè e interpretata da Gino Latilla e Carla Boni col Duo Fasano e l’Orchestra
Angelini, fu composta da J. Mc Conologue. Ecco il relativo mandolino:
La canzone originale, incisa da Frankie Laine, si può ascoltare su YouTube
all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=ZickmLOjGXU.
◙ Altra mail di Paolo: «Trovo stamani in internet questa etichetta, che credo ci
manchi:
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Sto anche setacciando la rete in cerca di vecchi cataloghi Cetra: sono rari, ma non
introvabili. Ho contattato a tal proposito un paio di collezionisti.
Giusto a titolo di curiosità, ecco un poster del circo Libot, risalente al 1905, ove
figura, col suo nome d’arte [O’Gust Sandro], il padre delle Lescano:
In effetti l’etichetta di Piccolo chalet [http://www.youtube.com/watch?v=mMe4RGg0Dow]
mancava nel nostro archivio: ve l’abbiamo subito aggiunta, aggiornando anche il
relativo catalogo.
◙ Mail di Massimo Baldino: «Su Latilla, che ho avuto il piacere di incontrare diverse
volte quando lavoravo in radio e col quale ho condiviso la movimentata amicizia
della sua ex-moglie, Carla Boni, ho dei bei ricordi... Una notte a Sanremo, davanti al
locale del buon Tripodi, dopo una serata che si era fatta in concomitanza del Festival
– saranno state le due del mattino – io stavo in macchina e lui era a piedi, e anche
abbastanza bevutello (Gino era fatto così!). Ci siamo fermati a parlare per un po’ con
il finestrino aperto, come se ci fossimo conosciuti da sempre. Che bello! Poche
persone riuscivano a farmi sentire così a mio agio, e devo dire che sia lui che Carla
avevano questo dono divino. Li sentivo zii, ed è un vero peccato che la mia bramosia
di impegni e di lavoro non mi abbia permesso di frequentarli di più. Penso che allora
Gino non avesse ancora avuto l’ictus, sarà stato il ’92 o ’93... La vita scorre veloce,
cari amici, e non se ne riesce ad afferrare il senso se non quando arriva la sera».
Venerdì 23 Settembre 2011
◙ Il nostro nuovo collaboratore Orio (v. le Notizie del 2 Settembre u.s.) ha mantenuto
la sua promessa, inviandoci delle ottime foto, di taglio professionale, delle tombe di
Sandra Lescano e di sua madre Eva De Leeuwe. Tali tombe erano già state
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fotografate nel Maggio 2008 da Max [Massimo Menozzi], ma era nostro desiderio
mostrare anche le immagini dell’ingresso del cimitero e del posto dove sono ubicate
le lapidi. Abbiamo quindi provveduto a sostituire i precedenti pdf con i nuovi, apribili
dalla pagina http://www.trio-lescano.it/tombe.html.
Orio ci ha offerto inoltre un impeccabile servizio fotografico sulla casa di
Salsomaggiore dove visse Sandra Lescano nell’ultimo periodo della sua vita. Quanto
prima lo metteremo in rete.
◙ Christian ci segnalava (v. le Notizie di martedì scorso) che anche Riccardo Morbelli
collaborò al periodico romano “Canzoni della Radio”; in effetti abbiamo notato nel n.
6 del 15 Maggio 1945, a p. 3, un’ispirata poesia di questo autore intitolata Pax - 7
Maggio.
Abbiamo ritenuto opportuno inviarne la scansione al dr. Enrico Morbelli, figlio di
Riccardo e nostro amico e collaboratore. Egli ha molto apprezzato il nostro gesto e ci
ha scritto questa mail, che pubblichiamo col suo amabile consenso:
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«Caro Curatore,
a nome di tutta la famiglia – che ci legge in copia – la ringrazio di cuore per la
speranzosa poesia di mio padre al quale quel 7 Maggio, giorno nel quale il generale
Jodl firmò a Reims la resa incondizionata delle forze armate tedesche, apparve
davvero come l’alba d’un nuovo mondo. Ancora non sapeva che, proprio in quei
giorni, suo cognato Teresio Grossi era stato deportato dai titini da Gorizia assieme ad
altri 630 italiani, nessuno dei quali fece ritorno a casa. Lo strazio dunque non finì e, a
leggere l’illusoria felicità di mio padre, confesso d’essermi commosso.
Grazie ancora, anche per l’incoraggiamento a sistemare l’archivio [di famiglia]. Suo
Enrico Morbelli».
◙ Nell’articolo che Claudio Dell’Orso ha dedicato a Gino Latilla in occasione della
sua recente scomparsa (v. le Notizie del 16 u.s.), abbiamo inserito di nostra iniziativa
tre illustrazioni in bianco e nero provenienti dalle Fototeche Rai. Nell’ultima di
queste, la giovane donna che si vede tra Angelini e Togliani è indicata nella
didascalia originale come “un personaggio femminile”; osservando meglio tale foto,
tuttavia, Claudio si è detto quasi certo che si tratti di Tonina Torrielli, cantante che
non è tra le sue preferite («voce a mio personale giudizio “freddina” e della quale
ignoro i motivi del successo in quegli anni»). Siamo d’accordo con tale
identificazione, perciò abbiamo modificato la didascalia della foto nell’articolo di
Claudio.
Tonina Torrielli (Serravalle Scrivia, 22 marzo 1934).
Sempre a proposito di Gino Latilla, Claudio si è ricordato di avergli reso, qualche
anno fa, un altro genere di omaggio, questa volta nella sua veste di critico, raffinato e
arguto, del fumetto d’autore. Ha tirato fuori per noi dal suo archivio l’articolo in
questione, lo ha scansionato e ce l’ha quindi offerto, in modo che tutti possiamo
leggerlo, anzi – aggiungiamo noi – degustarlo, data la verve con cui è scritto
(consigliamo di visionare questo pdf con uno zoom del 150%).
http://www.trio-lescano.it/pdf/Ritratto_di_gruppo_con_Shangai-Lil.pdf
Per parte nostra, abbiamo pensato di ricordare Gino Latilla tirando fuori qualcosa che
lo riguarda da una pubblicazione del 1953, gentilmente offertaci, tra molte altre, dal
nostro collaboratore torinese Vito Vita (torneremo presto su questa sua sostanziosa
donazione). Si tratta di un documento intrigante perché mostra come nell’anno in cui
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Gino incise con Nilla Pizzi Amico tango, uno dei suoi maggiori successi, la sua vita
avrebbe potuto prendere una direzione ben diversa, magari con la benedizione del...
Quartetto Cetra.
Certo, sappiamo bene che la storia non si fa con i se, ma non possiamo fare a meno di
chiederci cosa sarebbe successo se la grande Nilla non fosse stata in seguito così
cruelle col povero Gino, che per lei tentò persino il suicidio!
◙ Grazie ad uno scambio di favori col collezionista e commerciante russo Stanislav
Blinov, titolare del sito http://www.78-giri.net, il nostro Paolo ci ha procurato alcune
foto interessanti, che vediamo per la prima volta:
>
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>
◙ Mail di Paolo, intitolata Scompare un amico: «Ricevo via Massimo [Menozzi]
questa mail, proveniente da Emma Bray, figlia del nostro collaboratore Derek Bray:
Data: 19/09/2011 / Ogg: Derek Bray
Dear All,
sorry to email you in bulk – I don’t know many of you, but it appears that you were
on Dad’s Xmas email list last time he did one.
I thought I would get in contact to let you know that sadly he passed away peacefully
at a hospice on 7th September.
He had been diagnosed with cancer last year, after a large tumour was removed from
his brain. He didn’t want people to know about it though, so I think he let his ‘’social
life’ wane.
His funeral is going to be at 5pm on Friday (23rd) at Randalls Park Crematorium,
Leatherhead. Obviously I’m not expecting you to turn up! But I thought I’d let you
know, as you seemed to share some interests or be friends.
Regards,
Emma.
Derek ci aiutò alla fine del 2008 nel reperimento di alcune etichette (come Brilla una
stella in cielo) e nella ricerca a suo tempo delle canzoni del film Libeled Lady; ci
furono inoltre con lui vari scambi musicali, che non riguardano però il nostro sito.
Ecco il link sulla sua bio:
http://homepage.ntlworld.com/derekbray/cvweb/cvweb01.htm.
A nome di tutti esprimiamo alla famiglia di Derek le più sentite condoglianze».
◙ Vari collaboratori ci segnalano che pula236 ha messo all’asta su eBay una
bellissima cartolina del Trio Lescano (pensiamo che sia una ASER, dato che porta il
n. 0021), mai ammirata in precedenza e autografata “Sorelle Lescano / 1942-XX”.
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Speriamo vivamente che essa venga acquistata da un nostro collaboratore, il quale ce
ne offra poi una buona scansione recto-verso, in modo che possiamo appurare il
nome del fotografo che l’ha realizzata.
Martedì 27 Settembre 2011
◙ Un lettore ci chiede «perché mai la biografia del bravo cantante Daniele Serra è
conosciuta così poco, al punto che non sappiamo neppure con certezza dove e quando
sia nato e morto. Eppure era famoso negli anni Trenta-Quaranta e ha inciso un
numero impressionante di dischi, quasi tutti di buona e non di rado ottima qualità. Per
rendersene conto basta ascoltare qualcuna delle tante incisioni di Serra postate su
YouTube».
Il lettore ha ragione, ma che possiamo dirgli se non che Daniele Serra non è certo
l’unico ad essere stato ingiustamente dimenticato: si pensi al suo contemporaneo
Anacleto Rossi o, in tempi meno lontani, a Carlastella, di cui in passato abbiamo
parlato più volte in questa rubrica. Per fortuna esiste Massimo Baldino col suo sito Il
discobolo, vero scrigno – mai abbastanza lodato – della memoria musicale italiana, e
non solo di questa. Su Serra, in particolare, Massimo ha raccolto tutto quello che
sappiamo di lui: non è molto, certo, ma è pur sempre un significativo passo in avanti
rispetto alla scarna nota biografica di Paquito Del Bosco apparsa nel 1979 sulla
copertina del Fonografo Italiano, serie I, n. 6: http://www.trio-lescano.it/notizie/serra_1.jpg.
Quanto all’iconografia, ci sono noti solo quattro ritratti dell’artista, eseguiti in studio
a scopo promozionale:
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<
Altre foto in cui compare Serra sono purtroppo piccole e stampate non troppo bene: si
trovano in due rari cataloghi de La Voce del Padrone (Luglio-Agosto 1939 e
Novembre 1940):
Infine nel sito del baritono Cesare Bardelli si può ammirare una bella foto in cui si
vede Serra, ormai avanti con gli anni, in compagnia dello stesso Bardelli e di un altro
baritono, Anselmo Colzani, che, a quanto si dice, furono da giovani suoi allievi di
canto.
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◙ Nelle Notizie di martedì 20 Settembre scorso facevamo notare come il cognome
della brava cantante degli anni Quaranta Jone Cacciagli risultasse spesso scritto con
una sola c: Caciagli. Massimo Baldino ci ha inviato a tale proposito una nota, che
abbiamo inserito nella pagina Oggi parliamo di... Essa chiarisce che la forma da
ritenersi esatta pare essere Caciagli, mentre l’altra sarebbe una storpiatura, tollerata o
forse addirittura sollecitata, per vezzo, dalla stessa interessata.
Etichetta di uno dei maggiori successi di Jone Cacciagli.
◙ Christian ci ha offerto le scansioni complete di un mandolino intitolato Dove vanno
le mosche durante l’inverno:
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Il suo interesse sta nel fatto che si tratta di una delle ultime canzoni – se non l’ultima
– composte dal M° Carlo Prato, prima della sua morte così prematura. Essa infatti fu
pubblicata postuma nel 1950, dalla Casa Editrice Edicomo. Incisiva, graziosa e ben
ritmata è la melodia del brano – Prato, del resto, non era certo tipo da comporre cose
banali o scontate – ma ancora più rimarchevole ci sembra il testo, firmato da tale
Bernard e scritto con garbo sul filo di un nonsense condito di sorridente ironia. Non
sappiamo se la canzone sia mai stata incisa: a parer nostro gli interpreti ideali ne
sarebbero stati i Cetra prima maniera.
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Venerdì 30 Settembre 2011
◙ Mail di Virgilio: «Con tutto il rispetto e l’ammirazione che nutro per l’amico
Claudio Dell’Orso, mi permetto di dissentire decisamente dal severo giudizio da lui
espresso in questa sede, venerdì scorso, sulle qualità canore di Tonina Torrielli.
Personalmente non trovo affatto “freddina” la sua voce, anzi: a sentirla, dà ancora i
brividi! È una delle voci più sensuali che abbia mai ascoltato, dalle caratteristiche
inconfondibili: di bel timbro, preziosa e delicata nei mezzi toni, soave e intima nelle
sfumature, ammanta le melodie col suo velluto; mai squillante, in pochi passaggi sa
farsi appassionata e consegnarti il cuore, senza perdere il suo miracoloso equilibrio,
senza scemare d’intensità, senza mai uscire da una misura di riservatezza, da quella
timidezza virginale che emana come una sorta di grazia odorosa, rubandoti
l’anima. La sua voce è stupendamente sensuale, proprio perché di una sensualità
involontaria: e siccome io sono molto inclinato verso il maidenliness (come scrisse
Coleridge a proposito del suo collega rinascimentale, il poeta Herbert Spencer),
ovvero per l’amore verso quanto vi è di virgineo nella donna, trovo che nessuna
cantante abbia la voce più sensualmente verginale di lei. Ciascuno è padrone delle
proprie opinioni, per carità: ma sono certo che se Claudio riascoltasse brani come
Tornerai, Resta cu’ mme e Amami se vuoi, forse cambierebbe parere. In ogni caso, se
trova “freddina” la voce della Torrielli, dovrebbe giudicare quella di molte sue
colleghe d’allora e di oggi dei veri iceberg...».
Foto con dedica di Tonina Torrielli (1956).
◙ Frank van Baal (v. le Notizie del 16 u.s.) ci ha offerto varie foto dell’autore di testi
ed editore Peter Schaeffers, che collaborò con Günther Schwenn nel redigere la
versione tedesca di tre canzoni interpretate, in tale lingua, dal Trio Lescano: Oh
Marie, oh Marie! [Oi Marì, oi Marì], Illusion [Camminando sotto la pioggia] e
Schenk mir dein Foto [La canzone del boscaiolo]. Abbiamo collocato la seconda di
queste, risalente all’epoca delle Lescano, nella pagina http://www.triolescano.it/autori_stranieri_M-Z.html.
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Peter Schaeffers nel 1932, agli inizi degli anni Quaranta e da anziano.
◙ Mail di Giancarlo Fochesato: «Caro Curatore, a proposito delle immagini (vecchie
e nuove) del Cimitero di Salsomaggiore Terme, salta agli occhi come le lapidi
(accostate) di Eva de Leeuwe e Sandra Lescano siano affatto identiche: stesso
materiale (granito?), stessi caratteri metallici, stessa cornice portafotografia.
Del resto, sembra di capire – dalle immagini dell’intero corridoio – che le locali
disposizioni comunali (ma forse è così anche altrove) impongano una rigorosa
uniformità. Nel senso che, a file (orizzontali) di loculi con lapidi tutte nere, si
alternano sopra e sotto file con lapidi tutte bianche. Scontato, poi, che il formato delle
lapidi sia unico. Meno scontata è l’uniformità che sembra riscontrarsi anche nei
caratteri, la loro disposizione e la collocazione delle fotografie.
Il ricordo che ho dei “colombari” (mi pare sia questo l’orribile termine tecnico
utilizzato dalla burocrazia cimiteriale) di altri cimiteri, è di una notevole varietà e
di una libertà maggiore lasciata alle scelte individuali. Probabile che tale uniformità
tra una lapide e l’altra sia anche dovuta al fatto di essere opera di uno stesso lapicida,
forse l’unico operante in un centro non grande come Salsomaggiore.
Quanto sopra per introdurre una domanda (e non per fare esercizio di
pignoleria). Leggo nella didascalia che “Sandra ha fatto incidere sul suo sepolcro il
vero cognome e non quello italianizzato, nonché il diminutivo con cui il marito e i
figliastri dovevano chiamarla affettuosamente in famiglia, segni questi del suo
distacco dagli anni prosperi...”: sei certo o solo presumi che quanto sopra sia frutto di
sue precise disposizioni? Non potrebbero essere stati i figliastri, in assenza di
disposizioni della matrigna, ad occuparsi della cosa? Forse, furono loro a dare
istruzioni al lapicida su che cosa scrivere sulla lapide. E potrebbero averlo fatto non
solo per la tomba della matrigna, ma anche per quella della madre di lei. Solo due
anni intercorrono tra la morte delle due donne, e non è detto che la lapide per Eva
fosse stata approntata nel frattempo. Se lo fosse stata, a occuparsene di persona sarà
stata la figlia di lei (se ancora sufficientemente lucida di mente nel 1985 – del che le
vistose lacune di memoria rivelate dalle interviste concesse a due giornalisti in quello
stesso anno fanno dubitare, o no?). In tal caso, i figliastri avranno
semplicemente fatto approntare per Sandra una lapide uguale a quella (già in loco)
della madre, tanto più che si trattava di due lapidi accostate.
Ma il dubbio che queste mie osservazioni vogliono istillare è che entrambe le lapidi
risalgano in realtà al 1987, anno della morte di Sandra. E che a doversene occupare
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siano stati i figliastri Franceschi. Questo spiegherebbe in maniera soddisfacente
perché Eva vi compaia come Leeuvve [anziché Leeuwe, la forma corretta - NdC] e
senza il De o de. E con il solo anno di nascita e di morte, senza indicazione di mese e
giorno. Anche l’uso di quel “I Tuoi Cari” ripetuto due volte, sembra un indizio in tal
senso.
Intendiamoci, non che faccia grande differenza. In famiglia avranno ben saputo in
quale prospettiva emozionale e sentimentale Sandra Lescano guardasse al proprio
passato, prima di diventare Alessandra Franceschi. E quindi è vero: l’Alessandrina
Leschan sulla lapide racconta un pezzo della sua storia, come tu ben dici».
Risponde il Curatore. Le anomalie riscontrate da Giancarlo – e, prima di lui, da vari
altri lettori – sulla lapide di Eva, nonché il nome stesso dell’artista (Alessandrina
Leschan) che si legge sul suo sepolcro, fanno in effetti pensare che le due tombe
siano state realizzate non sulla base di precise disposizioni testamentarie di
quest’ultima, ma su indicazioni dei figliastri, in particolare di Mauro Franceschi, che
– a quanto pare – era quello dei tre che era più affezionato alla matrigna. Detti
figliastri, però, vivevano (e tuttora vivono) stabilmente in Venezuela ed è quindi
plausibile che abbiano incaricato qualche lontano parente – o conoscente – che
risiede in zona di occuparsene per procura. Avranno insomma sostenuto le spese
(sono importanti albergatori e non dovrebbero avere problemi economici),
limitandosi a fornire indicazioni sommarie circa l’aspetto e il contenuto delle lapidi.
Mauro Franceschi, deceduto nel 2008;
si noti la forte somiglianza col padre Guido,
marito di Sandra.
È l’unica congettura che consenta di spiegare, tra l’altro, la vistosa storpiatura del
cognome della madre, che Sandra non avrebbe sicuramente mai avallato. Nulla infine
ci autorizza a pensare che essa, nei suoi ultimi anni di vita, fosse ormai piùttosto fuori
di testa: raccontò, sì, qualche bugia a chi andò ad intervistarla o a farle visita (ad
esempio Maria Bria), ma per il resto parve a tutti normalmente lucida, tenuto conto
della sua età.
◙ Mail di Walter: «Ho pensato che il fantomatico Bernard, di cui si parla nell’ultima
delle Notizie di martedì scorso, possa essere Paolo Bernard, cantante, comico, etc.,
attivo specialmente nella seconda metà degli anni Venti. Di lui possiedo alcuni brani,
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come In riva al Po. Anche Baldino gli ha dedicato una pagina nelle Biografie del suo
sito. Però, come al solito, non sappiamo praticamente nulla di lui...».
Paolo Bernard.
◙ Mail di Christian: «Ieri con Giorgio sono andato a Rivarolo Mantovano, paese
natale di Gorni Kramer. Lì, nella Biblioteca Comunale, si trova un fondo, donato al
Comune di quella cittadina dalle figlie del Maestro. Esso comprende molti dischi a 78
e 33 giri e un po’ di foto e ritagli di periodici, fra cui anche una rivista francese del
1906, con una bella foto in copertina del ciclista Kramer! Ci sono poi parecchi suoi
arrangiamenti, purtroppo però solo una piccola parte di essi è riferibile agli anni
Trenta e Quaranta; ma è lo stesso materiale interessante .
[...]. Posso immaginare che la famiglia si sia tenuta – come è legittimo – una parte
del materiale originale, magari l’hanno donato ad altri. Comunque ho trovato fra le
carte tre volumetti del “Canzoniere della Radio”, 2a serie, che ho fotografato per
intero, sia pure in cattive condizioni di luce.
Le copertine del “Canzoniere della Radio”, 2a serie, nn. 164, 166 e 176,
fotografate da Christian.
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Nel n. 166 ci sono dei segni in pennarello verde di Kramer stesso, precisamente nella
sezione dell’intervista a Tata Giacobetti in cui si parla di lui. Ho anche suonato sul
suo pianoforte Steinway, collocato in una bella saletta.
Credo che torneremo ancora a Rivarolo Mantovano, perchè ci è stato detto che
dovrebbero ricevere un’altra parte del lascito del Maestro, con materiale relativo alle
commedie musicali (tipo Attanasio cavallo vanesio, per intenderci)».
◙ Mail di Gianni Cancellieri: «Gentile Curatore, apprezzo molto l’enorme ed
eccellente studio, compiuto da lei e dai suoi molti collaboratori, che offre la
possibilità di conoscere, con una profondità tutt’altro che comune nel web, la vicenda
artistica e umana del Trio Lescano, e di questo la ringrazio sinceramente. Mi
permetto peraltro di segnalarle quella che credo sia un’inesattezza nel testo di Arriva
Tazio, riscontrata in tutte le versioni che ho rintracciato in rete. Dopo il ritornello
ripetuto due volte “Arriva Tazio, messaggero...” ecc. si legge:
“È dondolante, lo sguardo duro,
fra i suoi bolidi con far sicuro”...
A me sembra di udire (dalla voce di Giuditta?):
“Chino al volante, lo sguardo duro,
sorpassa i bolidi con far sicuro”...
Sono convinto che lei abbia la possibilità di controllare e stabilire la versione esatta.
Ancora congratuazioni e cordiali saluti».
Risponde il Curatore. Nel nostro archivio non possediamo purtroppo di questa
celebre canzone, che fu uno dei più strepitosi successi del Trio Lescano, né lo spartito
originale né il testo pubblicato nelle riviste specializzate dell’epoca. Ci è dunque
impossibile fare un riscontro preciso tra le parole di Gaetano Trotti (di cui nulla
sappiamo) e l’incisione originale (DD 10020). Il testo in questione è reperibile in rete
nei siti
- http://wikitesti.com/index.php/Arriva_Tazio e
- http://italiasempre.com/verita/arrivatazio1.htm
però in nessuno dei due la corrispondenza con quello che si ascolta nel disco è
perfetta. Quello pubblicato da Wikitesti, nondimeno, ha l’aria di essere il più vicino
all’originale. Quanto alle varianti riscontrate dal nostro attento lettore e da lui
fedelmente trascritte, si può solo dire che le Lescano – e non solo loro, sia chiaro – si
prendevano spesso delle piccole “licenze”, sia coi testi che con le melodie delle
canzoni che interpretavano. È plausibile che lo facessero in totale accordo col loro
bravissimo pianista preparatore, il M° Carlo Prato, e a nostro personale avviso le loro
erano quasi sempre delle ottime iniziative, da approvare in pieno.
Martedì 4 Ottobre 2011
◙ Come annunciato nelle Notizie del 23 Settembre scorso, abbiamo sistemato in un
pdf le foto che il nostro collaboratore Orio ha scattato in via Cervara 3, a
Salsomaggiore, dove Sandra Lescano trascorse l’ultimo periodo della sua vita. Tale
pdf, arricchito con la trascrizione del colloquio che egli ha avuto con la proprietaria
dell’appartamento affittato a Sandra, è apribile dalla pagina Oggi parliamo di...
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Le dichiarazioni di questa signora lasciano varie questioni aperte, per cui Orio si è
ripromesso di contattarla di nuovo per rivolgerle altre domande, che noi stessi gli
abbiamo suggerito. Se la cosa andrà a buon fine, non mancheremo di informarne i
lettori in questa rubrica.
Il condominio di via Cervara 3, a Salsomaggiore Terme, dove si trova
l’appartamentino che fu occupato da Sandra Lescano.
◙ Paolo ha stabilito col russo Stanislav Blinov, titolare del sito http://www.78giri.net, un buon rapporto di collaborazione. In cambio di alcune nostre foto di suo
interesse, egli ci ha fornito, fra altre cose, la scansione perfetta e ad alta definizione
della foto di gruppo che abbiamo mostrato nelle Notizie del 27 Settembre scorso. Ci è
stato così possibile ricavare un’immagine di discreta qualità di Emilio Livi,
fotografato accanto a Giorgia Vallieri, la cantante che sarebbe diventata nel primo
dopoguerra la moglie di Oscar Carboni:
Emilio Livi con Giorgia Vallieri (fine anni Trenta).
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◙ Mail di Walter: «Leggo nelle ultime Notizie della spedizione fatta da Christian e
Giorgio in quel di Rivarolo Mantovano, alla scoperta delle memorie legate alla figura
di Gorni Kramer. Fra i brani citati nell’intervista a Tata Giacobetti vedo anche Pietro
Wughi il ciabattino, e allora mi spiego perchè Rivarolo sia la patria del protagonista
di questa canzone. Il luogo comincia ad affascinarmi, perchè pare che laggiù, molti
anni fa, Natalino Otto e Flo Sandon’s abbiano avuto l’occasione di assistere alla
prima esibizione pubblica di Mina».
◙ Stimolato da quanto pubblicato su Daniele Serra nelle Notizie del 27 Settembre
scorso, Vito Vita ha cercato nell’Archivio storico de “La Stampa” i riferimenti a
questo cantante. Ne ha selezionati cinque e ce li ha inviati: noi li abbiamo ritagliati,
resi più leggibili grazie al restauro digitale e li abbiamo infine sistemati in un unico
pdf [http://www.trio-lescano.it/pdf/Daniele_Serra_su_La_Stampa.pdf]. Da notare che in un
trafiletto del Maggio 1934 Serra è definito “cavaliere”.
Venerdì 7 Ottobre 2011
◙ Due giorni fa anche Clara Jaione ci ha lasciati. Viveva a Roma, la città dov’era nata
84 anni fa e che lei amava più di ogni altra. Grazie ad una voce argentina e
scanzonata è stata, dal 1948 in poi, l’interprete ideale per tutta una serie di
canzoncine allegre, il cui compito primario era di far dimenticare agli italiani gli anni
bui che si erano da poco lasciati alle spalle. Invero I Cadetti di Guascogna, I
pompieri di Viggiù e tante altre consimili sono indelebilmente impresse nella
memoria di quanti – fra cui lo scrivente – hanno vissuto in prima persona, da giovani
o adolescenti, quel periodo difficile, ma anche pieno di fervore e speranza in un
futuro migliore.
Noi vogliamo ricordare Clara con questa bella foto, pubblicata giusto sessant’anni or
sono sul “Canzoniere della Radio”, seconda serie, n. 176, le cui scansioni ci sono
state offerte, fra tante altre preziosità, da Vito Vita; essa illustrava un garbato articolo
a lei dedicato da Astro Mari, il compositore e paroliere sardo che ha firmato ben otto
canzoni incise dalle Lescano: siamo lieti di offrire ai nostri lettori pure questo.
Clara Jaione.
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Per parte sua Massimo Baldino ci ha inviato ieri sera questa mail: «Cari amici, la
scomparsa di un’altra protagonista della canzone italiana come Clara Jaione ci spinge
a mettere in rete quanto per lei avevamo preparato per uno special che sarebbe
dovuto andare in onda nel prossimo mese di Novembre. Dunque la giornata di oggi
sarà interamente dedicata a Clara e alla sua immensa simpatia e umanità. Potete
ascoltarla sulla homepage de Il discobolo o cliccando sul link:
http://www.4shared.com/embed/827690371/9f6a29f».
◙ Paolo ha reperito in internet due foto pubblicitarie di Odoardo Spadaro,
appartenenti a periodi molto diversi della sua carriera e mai viste in precedenza:
Le abbiamo subito inserite nell’album fotografico del cantante fiorentino, oggi –
ahinoi – vergognosamente dimenticato dalla sua città, alla cui fama nel mondo egli ha
tanto contribuito.
Paolo ha inoltre scritto un pregevole articolo sul famoso transatlantico REX, a bordo
del quale viaggiarono – e spesso anche lavorarono – tanti nostri artisti, fra cui Daniele
Serra (v. la foto pubblicata nelle Notizie del 27 Settembre scorso). Tale articolo è
stato inserito nella pagina Oggi parliamo di...
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◙ Il signor Maurizio Savignano, che si è aggiudicato alle aste eBay la splendida foto
ASER 0021 (v. le Notizie del 23 Settembre scorso), è stato così gentile da inviarci la
scansione del recto della stessa ad altissima definizione. A nostra richiesta ci ha
inoltre assicurato che il verso della cartolina, per quanto ciò appaia anomalo e
inspiegabile, si presenta del tutto privo di scritte: non siamo così in grado di precisare
chi sia il fotografo professionista che ha realizzato questo capolavoro. È tuttavia
probabile che si tratti del torinese E. Romeo, dato che nella foto ASER n. 0019, da lui
firmata, Caterinetta indossa lo stesso identico vestito. Considerazioni analoghe ci
inducono a ritenere che pure la foto n. 20a del pdf Foto pubblicitarie del Trio
Lescano e la n. 5 del pdf Le Lescano nella vita privata siano coeve ed opera del
medesimo fotografo. Particolare curioso: sul petto delle sorelle è appuntata una
medaglia, che sarebbe interessante identificare. Qualcuno dei nostri lettori ha un’idea
in proposito?
Conformemente alle nostre abitudini, abbiamo inserito il nome del suddetto
benefattore, generoso e disponibile come pochi, nella pagina dei Ringraziamenti.
◙ Mantenendo la promessa fattaci, Gianni Cancellieri ci ha offerto il mandolino della
canzone Arriva Tazio, tratto dal volume di Autori vari Tazio Nuvolari. Antologia, a
cura di Michele Marchianò, Edizioni Legenda, Settimo Milanese (Milano), 2003, p.
113. Egli conta di poter recuperare pure lo spartito, che «dovrebbe trovarsi fra le cose
lasciate dal mio amato nonché velocissimo compaesano, che non buttava via niente!».
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In una mail successiva Gianni ci scrive: «Cari amici, direte che intervengo soltanto
quando si tratta di compaesani, ma leggo nella mail di Walter pubblicata martedì
scorso: “[…] pare che laggiù, molti anni fa, Natalino Otto e Flo Sandon’s abbiano
avuto l’occasione di assistere alla prima esibizione pubblica di Mina”. Con “laggiù”
Walter si riferisce genericamente a Rivarolo, senza tener conto del fatto che i
Rivarolo sono due, distanti 7,5 km l’uno dall’altro: Rivarolo Mantovano, in provincia
di Mantova, luogo natale di Gorni Kramer, e Rivarolo del Re ed Uniti, in provincia di
Cremona, dove Mina debuttò.
Per inciso, Gorni Kramer, bleso fra i blesi, sostituiva la “r” con la “v”; inoltre,
mantovano fra i mantovani, la “v” intervocalica tendeva a mangiarsela allegramente.
Sicché una volta, in un’intervista radiofonica, l’ho sentito presentarsi più o meno
così: “Mi chiamo Govni Kvamev (il mio nome vevo savebbe Kvamev Govni ma
questa è un’altva stovia). Sono di Vivavolo Manto’ano che è in pvovincia di Manto’a,
da non confondeve con Vivavolo del Ve che è in pvovincia di Cvemona...”.
◙ Manuel si è procurato il DVD del film di Carlo Ludovico Bragaglia La vita è bella
(1943).
Nella storia del cinema italiano questa pellicola non occupa certo un posto di rilievo,
malgrado l’incisiva presenza nel cast di Anna Magnani, qui al suo quattordicesimo
film; tuttavia esso riveste per noi, appassionati di musica leggera del bel tempo che
fu, un’importanza particolare perché il protagonista maschile è Alberto Rabagliati,
allora all’apice della sua carriera. Intendiamoci bene: il grande Raba, come attore, ci
appare assai modesto, rigido e convenzionale com’è, ma quando smette di “recitare”
per cantare una delle meravigliose canzoni scritte per l’occasione da Giovanni
D’Anzi e Alfredo Bracchi in stato di grazia, allora è giocoforza togliersi il cappello.
Comunque, a parte questi momenti assolutamente magici, il film non annoia mai,
proprio grazie alla bravura degli attori comprimari, fra i quali spicca quello
straordinario, umanissimo caratterista che fu Virgilio Riento (Roma, 1889 - Roma,
1959).
Martedì 11 Ottobre 2011
◙ Il nostro collaboratore Manuel, attualmente a Londra per fare ricerche
sull’argomento della sua tesi di laurea, ha reperito un interessantissimo fascicolo di
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musica, pubblicato a Milano nel 1941 dalle Edizioni Curci e intitolato Magia di ritmi.
Ecco la splendida copertina, firmata dal famoso illustratore Walter Molino (Reggio
Emilia, 1915 - Milano, 1997), più il sommario:
Tra i pregi di quest’opera c’è senz’altro il fatto che propone in due versioni distinte
gli spartiti per pianoforte di parecchie canzoni: la prima “normale”, ossia notata dal
compositore stesso o da un suo arrangiatore di fiducia, la seconda corrispondente
all’interpretazione di Alberto Semprini, mago della tastiera, oppure di Alberto
Rabagliati, mago del canto. Il titolo dell’album appare dunque pienamente
giustificato. Ecco un esempio di come Semprini personalizza la canzone di D’AnziBracchi Il maestro improvvisa:
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Molto godibili sono inoltre i disegni, deliziosamente caricaturali, che adornano il
volume. Sono anch’essi opera di Walter Molino. Eccone un esempio, relativo alla
canzone Piccole bambine innamorate:
◙ Dopo averci offerto il mandolino di Arriva Tazio, Gianni Cancellieri ci ha inviato
pure lo spartito della canzone, conservato presso il Museo Tazio Nuvolari di
Mantova, attualmente in attesa di una nuova sede. Purtroppo però l’unica parte
rimasta è quella per il pianoforte conduttore:
In tale parte, per quanto attiene al testo, sono riportati soltanto i versetti iniziali del
ritornello, con i quattro “Ar-ri-va Ta-zio” ecc., debitamente sillabati. A tutt’oggi non
siamo quindi in grado di stabilire con esattezza come si presentasse, nella sua
interezza, il testo originale di Gaetano Trotti.
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A proposito della foto inserita da Paolo Piccardo nel suo articolo sul REX, foto in cui
si vede Tazio Nuvolari assieme al comandante del transatlantico, Francesco
Tarabotto, Gianni ci precisa: «La traversata dell’Atlantico di Nuvolari sul REX è
avvenuta verso fine Settembre 1936: andava a New York, per disputare (e vincere) la
Coppa George Vanderbilt».
◙ Mail di Virgilio: «Riguardo alle Notizie di venerdì scorso, vorrei ricordare a Gianni
Cancellieri che di Rivarolo esiste(va) almeno un terzo comune: Rivarolo Ligure,
appartenente dal 1926, come quartiere, al territorio urbano della Grande Genova; il
quale Rivarolo avrebbe dato i natali (la questione è controversa: altri dicono sia nata a
La Spezia) nientepopodimeno che alla grande Lyda Borelli (1884-1959).
◙ Mail del Centro Stan Kenton - Sanremo: «Crediamo di fare cosa gradita ed utile
nell’inviarvi in allegato un’Agenda unificata degli eventi promossi da diverse
associazioni culturali di Sanremo, in modo da poter scegliere e seguire le iniziative
previste nei prossimi mesi».
◙ Mail di Paolo: «Amici, quasi per caso sono “inciampato” in quella che ha tutta
l’aria di essere la medaglia appuntata sui vestiti delle Lescano nella cartolina ASER
0021, di cui si è parlato nelle Notizie di venerdì scorso.
A sinistra: la medaglia appuntata sul petto di Giuditta nella cartolina ASER 0021;
a destra: verso della medaglia del XVII Battaglione Carabinieri Mobilitato.
L’identificazione mi sembra inoppugnabile, tuttavia l’intestazione leggibile sul recto,
“XVII Battaglione Carabinieri Mobilitato”, mi lascia perplesso: che le Lescano
abbiano tenuto un concerto per i RRCC, ricevendone la medaglia per ricordo? Il
XVII Battaglione Carabinieri era di stanza a Firenze Porta a Prato e in seguito, agli
inizi del ’43, operò sul fronte nordafricano».
Se riuscissimo a stabilire dove e quando fu tenuto il concerto ipotizzato da Paolo,
potremmo datare, con buona approssimazione, le foto servite per confezionare le
cartoline ASER 0019 e 0021. C’è tra i nostri lettori un cultore di storia dell’Arma, in
particolare del reparto citato qui? [NdC].
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Venerdì 14 Ottobre 2011
◙ Nelle Notizie del corrente bimestre abbiamo più volte accennato al fatto che
l’Archivio del sito si è ultimamente arricchito, in maniera consistente, grazie a tutta
una serie di donazioni, comprendenti riviste musicali (specialmente del periodo 19451955), libri, spartiti, foto, ecc.; non stiamo parlando ben inteso di materiali originali,
bensì delle scansioni di tali materiali, quasi sempre effettuate a regola d’arte. Tra i
benemeriti donatori figurano ai primi posti Vito Vita e Christian Schmitz, ma un
contributo importante lo hanno dato anche Manuel Carrera e Massimo Baldino: in
particolare, grazie ai buoni uffici di quest’ultimo siamo in attesa di ricevere la
collezione quasi completa del «Canzoniere della Radio», 2a serie (fino agli inizi degli
anni Cinquanta: la parte che ci interessa maggiormente). Tale collezione appartiene al
carissimo amico di Massimo, Giorgio Solinas, il quale già in passato ci ha
munificamente offerto tre volumi di straordinario interesse per noi, che poi abbiamo
messo a disposizione di tutti nell’Archivio dei documenti: ci riferiamo ad Assi e stelle
della Radio (1941), Tra le quinte della Radio (1942) e Assi e stelle della Radio
(1951).
Copertine di alcuni dei periodici da noi recentemente acquisiti.
Ci vorranno naturalmente mesi di lavoro – impegnativo, ma dei più appassionanti –
per completare lo spoglio sistematico di tutti questi periodici (si tratta di migliaia di
files!), tuttavia la parte di lavoro già realizzata ci ha permesso di toccare con mano il
numero impressionante di artisti che hanno conosciuto in quegli anni una certa
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notorietà, per poi sprofondare nel più completo oblio. La motivazione di fondo che ci
spinge a spendere buona parte del nostro tempo e delle nostre energie in ricerche del
genere è appunto il desiderio di recuperare, nei limiti del possibile, la memoria storica
di questi artisti: minori, certo, ma mai privi di talento e sempre animati da
un’esemplare probità professionale. A nostro giudizio essi non meritano
assolutamente di scomparire nel nulla, magari per sempre.
Giusto per dare un’idea di ciò che andiamo raccogliendo, proponiamo due casi che ci
paiono emblematici. Il primo riguarda la cantante romana Rossana Beccari, che nel
primissimo dopoguerra doveva essere una celebrità, almeno locale, visto che il
periodico «Canzoni della Radio», edito appunto nella Capitale, le dedicò la copertina
a colori del n. 3, del Marzo 1945; il nome di questa cantante, tuttavia, ci giungeva del
tutto nuovo, perciò, per pura curiosità, abbiamo chiesto lumi agli amici Antonio
Mastrorocco e Massimo Baldino, entrambi ferratissimi in materia. Con quello che ci
hanno detto e consigliato di fare abbiamo redatto il documento Ricerche su Rossana
Beccari [http://www.trio-lescano.it/pdf/Ricerche_su_Rossana_Beccari.pdf], che tutti sono
invitati a visionare. Va da sé che saluteremmo con favore ogni altra notizia inedita
che qualcuno tra i nostri lettori fosse in grado di fornirci su di lei (ci riferiamo in
modo speciale ai fan di Claudio Villa, che incise in duo con la Beccari diverse
canzoni).
L’altro caso è quello del cantante siciliano Antonio Vasquez, di cui sappiamo e
possediamo ben poco: due foto, ognuna accompagnata da un trafiletto, e un suo breve
articolo autobiografico, apparso sul «Canzoniere della Radio», 2a serie n. 164,
Agosto 1950, pp. 44-45.
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Nel sito Il discobolo sono presenti di lui solo due incisioni, Ci ciu ci e Non dirmi
nulla: esse ci consentono di farci un’idea della sua voce e del suo stile interpretativo,
che ricordano un po’ il primissimo Tajoli.
Il nostro interesse per Vasquez è legato ad una stranissima storia che ci ha raccontato
Antonio Mastrorocco: un noto uomo politico meridionale (di cui, per dovere di
riservatezza, non possiamo rivelare l’identità) è persuaso di essere figlio naturale del
cantante – in effetti porta un cognome del tutto diverso – e desidererebbe tanto
sapere dove e quando è deceduto il suo vero genitore, al quale dice di assomigliare
fisicamente. Ad Antonio risulta che Vasquez sia morto nella seconda metà degli anni
Novanta, ma altro non sa. Anche qui, se qualcuno ha notizie precise è pregato di
contattarci, in modo che possiamo inoltrarle al suddetto signore.
◙ Ecco un primo risultato, particolarmente apprezzabile, dello spoglio su cui abbiamo
riferito qui sopra. In un numero del ’54 di “Sorrisi e Canzoni” ci siamo imbattuti in
una pagina tutta dedicata a Clara Jaione: siamo lieti di condividere tale significativo
documento [http://www.trio-lescano.it/pdf/Omaggio_a_Clara_Jaione.pdf] con tutti i nostri
lettori, nel commosso ricordo di questa indimenticabile artista.
◙ Della celeberrima canzone Il pinguino innamorato possedevamo il mandolino in
una versione monocromatica; Paolo ha reperito quella a colori:
Ha trovato pure questi altri due mandolini di nostro interesse:
Paolo ci segnala inoltre il sito http://www.internetculturale.it/ che presenta le
anteprime della Discoteca di Stato senza dover aspettare troppo. Si può naturalmente
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selezionare tutte quelle relative al Trio Lescano, che sono tante e quasi tutte di qualità
superlativa, essendo i dischi come nuovi.
Infine, per approfondire ulteriormente la vicenda di Tazio Nuvolari sul REX, Paolo ci
invia un pdf [http://www.trio-lescano.it/pdf/Tazio_Nuvolari_sul_REX.pdf] da lui stesso
confezionato.
◙ Mail di Walter: «Cari amici, sono diversi i brani che conosco ma che, per motivi di
cattiva conservazione, desidererei riascoltare da un disco – finalmente! – in buone
condizioni. Alcuni esempi: ne Il Reliquario, Dirce Marella ha proprio quella voce
d’antan, fuori dal tempo? Oppure, in Guarany guaranà, come suoneranno
effettivamente i fiati nell’introduzione orchestrale?
Ho ritrovato, per caso, una copia de La paloma (Cetra DC 4031) in buone condizioni,
che mi ha reso più cosciente delle capacità vocali del Duo Fiorenza. Fino ad oggi
avevo ascoltato tale incisione solo nella versione pubblicata da MCF90 su YouTube,
versione poco soddisfacente, forse a causa di un travaso effettuato con mezzi
inadeguati del disco, che pure sembra in buone condizioni. Nel caso che altri avessero
questo desiderio, ora potranno soddisfarlo».
Martedì 18 Ottobre 2011
◙ Grazie alla cortesia – già sperimentata in passato – dell’inserzionista di eBay Dario
Bassoli, Paolo ha potuto recuperare due etichette che ci mancavano:
Ne abbiamo prontamente inserito i dati nella relativa pagina.
◙ Vito ci ha segnalato il bel sito http://memoryssubmarine.blogspot.com/, che è di
nostro primario interesse perché vi si possono scaricare liberamente, in mp3, tutte le
360 canzoni della famosa collana Le Canzoni dei Ricordi. Come è noto, essa consta
di 30 LP, pubblicati in prima edizione dalla Cetra tra il 1979 e il 1981 e riediti anni
dopo in CD.
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Copertina del primo LP della collana Le Canzoni dei Ricordi, prima edizione;
decisamente azzeccato il titolo di testa – Il tesoro sepolto – con cui
G. B. Lingua inizia le sue documentatissime note di copertina.
Fra i tanti pregi di questa magnifica collana, che diede il via, assieme all’altra,
Fonografo Italiano, alla riscoperta di taglio culturale (e non solo dunque meramente
commerciale) della nostra musica leggera degli anni Trenta e Quaranta, figurano le
copertine dei dischi, che si fanno apprezzare sia per le tante foto che contengono che
per i testi. Questi ultimi sono opera di uno studioso ferratissimo in materia, che si
firma G. B. Lingua: si direbbe uno pseudonimo, ma a tutt’oggi non è stato possibile
saperne di più. Anche le 30 copertine, ognuna delle quali consta di quattro pagine,
sono scaricabili, ad alta definizione, dal suddetto sito. Abbiamo scritto al suo
responsabile questa mail:
«Caro Giancarlo, desidero esprimerti il mio più vivo plauso per il lavoro –
sicuramente non da poco – che hai dovuto sobbarcarti per mettere liberamente in rete
tutto il contenuto della collana Le Canzoni dei Ricordi, vero scrigno di gemme per
chiunque ami la musica leggera italiana del periodo 1930-1950.
Vorrei chiederti due cose. Possiedo anch’io l’intera collana in questione nell’edizione
originale (1979-1981, 30 LP) e ho notato che i testi di G. B. Lingua sono
sensibilmente diversi da quelli che si leggono sulle copertine da te pubblicate: hai
un’idea della ragione di tali diversità?
La seconda domanda riguarda le note di copertina. Esse sono di ottima qualità (con
qualche comprensibile lacuna, dovuta al fatto che allora molte cose non si sapevano),
ma chi è esattamente il loro autore? G. B. Lingua, infatti, compare solo in quest’opera
e in nessun’altra, né prima né dopo di essa. Io pensavo che fosse uno pseudonimo di
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Gianni Borgna, ma il ben noto storico della canzone italiana mi ha comunicato a suo
tempo di non essere lui, anche perché i suoi lavori ci ha sempre tenuto a firmarli in
chiaro. Tu insomma non immagini chi possa essere questo autore, che si dimostra
così ben informato sul periodo in questione e scrive in un modo così chiaro e
piacevole? […]».
Ed ecco la risposta ottenuta:
«Scusami se ti rispondo con un po’ di ritardo, ma non seguo quotidianamente la
posta. Innanzitutto ti ringrazio per l’apprezzamento che fai al mio blog: volevo
portare a divulgazione anche il Fonografo Italiano, purtroppo però non ho in vinile
l’intera raccolta (50 dischi).
In merito alle domande che mi fai ti posso rispondere solamente alla prima: la
copertina che alleghi alla mail è della prima edizione e presenta l’opera come
proseguo del Fonografo Italiano, informazione che nella successiva edizione non è
risultata più necessaria perchè in quella occasione veniva presentata come una collana
a se stante. G. B. Lingua è sicuramente uno pseudonimo, ma non so dirti chi si
nasconda dietro di esso.
Riguardo alla segnalazione del mio blog nelle Notizie del tuo sito (che ho inserito tra i
link preferiti) è certamente un onore, però considera che oltre ai trenta album della
collana Le Canzoni dei Ricordi non ho più messo molto altro su quel periodo.
Un cordiale saluto, Giancarlo.
P.S. - È un vero peccato che tu non possa far ascoltare per intero i brani del Trio
Lescano attualmente irreperibili sul mercato o in rete».
Eh sì, è un vero peccato! Ma la legge è legge e, a mio avviso, va rispettata in ogni
occasione: bisogna dunque accontentarsi di ascoltare le anteprime di tali brani, le
quali, però, sono sempre da me confezionate con oculatezza, e mai in modo
meccanico, come fanno altri siti.
◙ Mail di Walter: «Cari amici, ho trovato, nel sito di una radio web italiana, una
gradevolissima intervista a Clara Jaione che potrebbe interessare i visitatori del nostro
sito. Questo il link: http://www.radioascolta.it/t-i-favolosi-anni-60/default.htm».
Walter, inoltre, in risposta alla nostra richiesta di informazioni su Antonio Vasquez,
ci ha comunicato di avere nel suo archivio due incisioni di questo cantante,
probabilmente provenienti dallo stesso disco. Si tratta dei tanghi Non ti ricordi e
Forse domani.
◙ Mail della figlia del cantante Michele Montanari, signora Gianna Bevilacqua:
«Complimenti per il vostro fervido lavoro. La ripresa dopo le vacanze è ormai in
pieno svolgimento. Vi mando una fotografia (sul cui retro è scritto Ferrania), che
riproduce mio padre con un bel gruppo di signori e signore in abito da spettacolo.
Purtroppo ne riconosco solo alcuni. Forse qualcuno di voi riesce ad identificarli tutti?
Grazie!
Vi chiedo un altro piccolo favore. Vorrei riuscire a mettermi in contatto con la
signora Raffaella E., che nel 1991 intervistò mio padre per la sua tesi di laurea sulla
canzone. Desidererei mettermi in contatto con lei perché nel libro che ho scritto su
mio padre (adesso è davvero completato, manca solo reperire l’editore che lo
pubblichi) attingo spesso alla sua intervista. Qui a Torino sulla guida del telefono c’è
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un solo abbonato con quel cognome, che però non risponde mai. Se lo ritenete
opportuno, potreste pubblicare questa mia richiesta, mettendo però solo il nome di
battesimo della signora per ragioni di privacy. Se per caso essa segue il vostro sito
potrebbe rispondere; in tal caso datele il mio indirizzo di e-mail; così pure datelo a
chiunque altro che possa saperne qualcosa. […]».
Michele Montanari (il primo a destra), verso la fine della Seconda Guerra Mondiale;
la bambina è una piccola attrice della compagnia di artisti di cui faceva parte il cantante.
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◙ Mail di Paolo: «Amici, per quel che può valere, ecco una foto di Paolo Bernard [v.
le Notizie del 30 Settembre scorso], che mi sembra sia quella che comunemente gira».
◙ Mail di Massimo Baldino: «Giovedì prossimo Il discobolo metterà in rete l’ultima
trasmissione dedicata a Isa Bellini, ove l’attrice parla del “suo” dopoguerra, fatto di
trasmissioni radiofoniche importanti come l’indimenticabile Giro d’Italia del 1949,
vinto da Fausto Coppi. Esso fu seguito dalla RAI con un programma speciale scritto
(pensate un po’!) da Garinei-Giovannini e con, a fare da pianista alla conduzione
della Bellini, nientemeno che Giovanni D’Anzi! Altri tempi…
Isa Bellini da giovane e oggi, alla soglia dei novan’anni.
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E poi la ritrosia della neonata TV, che voleva a quel tempo solo donne bellissime... il
doppiaggio e il teatro, che la rivedrà protagonista nel Berretto a sonagli di
Pirandello... Una toccante intervista che mi ha commosso molto montare, specie nel
finale. Credo che queste siano proprio chicche che rimarranno, come pure l’intervista
alla Jaione, che ho dovuto insistere tanto perché fosse fatta.
A proposito, se ci sono persone disposte a raccontare cose interessanti, io non aspetto
altro che di metterle in rete: canzoni e ricordi sono il viatico giusto per lasciare
qualcosa a chi verrà dopo di noi».
Venerdì 21 Ottobre 2011
◙ Mail di Paolo: «La foto di gruppo inviataci dalla signora Gianna Bevilacqua
Montanari mostra i finalisti del 1°Concorso della Canzone, organizzato dall’Eiar nel
1938. Nel famoso poster di Nico Edel [lo abbiamo pubblicato tra i Documenti vari]
sono riportate le foto dei volti dei vincitori, con i corpi stilizzati a penna. Basandomi
su tali ritratti coi relativi nomi, ho potuto stabilire che i personaggi della foto sono i
seguenti, da sinistra a destra: prima fila: Maria Zaccherelli, Tiola Silenzi, Margherita
Voltolina, Maria Bonelli; fila centrale: Michele Montanari, Margherita Beltrami,
Maria Luisa Dell’Amore, Lina Termini, Ninì Serena, Maria Jottini, Otello
Boccaccini; ultima fila: Alfredo Clerici, Gilberto Mazzi e Aldo Masca».
Anche Antonio, il decano dei nostri collaboratori, conferma l’esattezza delle
identificazioni proposte da Paolo.
Circa il marchio Ferrania visibile sul retro della foto, Paolo ci precisa: «Ferrania è
una frazione di Cairo Montenotte (SV), a circa 5 km da casa mia, ove per decenni lo
stabilimento omonimo produsse pellicole fotografiche e cinematografiche, e che,
ormai in crisi, si sta ora dibattendo in una lenta agonia».
◙ In quarta pagina di copertina del «Canzoniere della Radio», n. 146 (15 Marzo
1949), vi è una foto intitolata Un ottetto in gamba. Essa mostra il Sestetto Martelli col
Duo Capinere, nostre vecchie conoscenze (v. la pagina http://www.triolescano.it/altri_trii.html).
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Paolo ci scrive al riguardo: «Ho cercato qualche notizia sul Sestetto Martelli, che si
può ascoltare su YouTube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=aMPAm8u3cZI.
Avendo appreso che del gruppo fece parte il pianista Giampiero Boneschi, tuttora
vivente, l’ho contattato tramite il suo sito per identificare i membri del sestetto: il
Maestro è stato molto gentile e mi ha offerto una foto in cui lo si vede in compagnia
del chitarrista Giovanni Ferrero e della cantante Nicla di Bruno.
Sul violinista Bruno Martelli ho qualche informazione presa principalmente da La
Grande Enciclopedia del Jazz, ed. Curcio (anni Settanta). Egli nacque a Genova nel
1911, ma non si sa dove e quando sia deceduto. Era figlio del violinista Bruto
Martelli (Cuneo, 1892 - ?, ?), che suonò a fianco di Pippo Barzizza nei locali
genovesi dal 1918 ed in seguito fece parte dell’orchestra B della Rai di Roma, diretta
sempre da Barzizza. Allievi di Bruto, oltre al figlio, furono Tullio Mobiglia e
Francesco Ferrari. Bruno studiò col padre a Genova e dal 1930 suonò con lui alla
radio. In seguito si dedicò al jazz e al lavoro sulle navi. Nel 1940 era a Torino con
Barzizza, poi passò a Firenze e Milano, dove formò una grande orchestra con i
migliori jazzisti del tempo, tra cui Franco Cerri e Giampiero Boneschi. Incise per La
Voce del Padrone e, dal 1945 in poi, operò col Sestetto omonimo».
◙ Mail di Vito: «Cari amici, giorni fa sono stato alla Biblioteca Civica della mia città
[Torino] ed ho consultato un libro, Il Piemonte e la musica, di Guglielmo Berutto,
pubblicato nel 1984 da Italgrafica. Questo titolo mi incuriosiva: si tratta in realtà di
una specie di enciclopedia dei musicisti e dei cantanti piemontesi, ma è dedicata al 90
% ai musicisti classici. Tuttavia c’è qua e là qualche voce legata alla musica leggera,
tra cui quelle dei Maestri Piero Pavesio, Carlo Prato, Saverio Seracini ed altri.
Purtroppo, però, il libro non viene dato in prestito, in quanto considerato raro; mi
sono quindi fatto fotocopiare dal personale della biblioteca alcune voci interessanti,
che poi ho fotografato [http://www.trio-lescano.it/pdf/Il_Piemonte_e_la_musica.pdf] con la
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macchina digitale. Poca roba, dunque, ma pur sempre una voce da aggiungere alla
bibliografia di Prato».
Vito si segnala inoltre il volume di Franco Clivio, Accendi la tua radio per favor...
«Qui Radio Torino». Dall’Eiar alla Rai sulle onde dell’etere, Edizioni Angolo
Manzoni, 2000, pp. 136 con illustrazioni. In internet è così presentato: “L’autore
ripercorre, attraverso la propria memoria, la storia delle prime emissioni radiofoniche
dell’EIAR, passando dalle parodie in versi di Nizza e Morbelli per I 4 moschettieri
agli attuali programmi della RAI”.
Nella sua città Vito ha visto il libro sempre incellophanato, per cui non ha potuto farsi
un’idea del suo contenuto: se qualcuno l’ha letto e desidera recensirlo, è pregato di
farsi avanti.
◙ Massimo Baldino ci ha inviato cinque incisioni, reperite da poco, di Carlastella,
nome d’arte di Carla Bolongaro (1922-1998). Questa cantante, di gradevole
impostazione jazzistica, si distinse negli anni Quaranta, specialmente con l’Orchestra
diretta da Enzo Ceragioli, ma anche di lei, sfortunatamente, sappiamo ben poco. Di
fatto, i periodici musicali del tempo – per lo meno quelli che abbiamo finora potuto
consultare – non ne parlano affatto e solo nel n. 111 del “Canzoniere della Radio” (15
Maggio 1947) ci siamo imbattuti in una sua foto, l’unica a tutt’oggi conosciuta, per
cui la relativa didascalia ci appare quasi… beffarda.
I brani suddetti sono Dammi una rosa, Sempre nel mio cuor, Sweet Sweet Sweet,
Vano tormento e Volerti tanto bene: proponiamo l’anteprima del quarto di essi.
Massimo ha accompagnato l’invio con queste parole: «Purtroppo queste canzoni
della brava Carlastella sono su nastro e molto deteriorate. Credo di avere fatto un
piccolo miracolo per riuscire a farle suonare. Ad aggravare la situazione c’è il fatto
che ho dovuto usare metodi diversi (nei quali sono meno abile) da quelli che impiego
abitualmente. La versione contrassegnata da dolby è un disperato tentativo di
realizzare… l’impossibile! L’altra è equalizzata in modo lineare, come faccio sempre.
Mi chiedo se Walter potrebbe migliorarle ulteriormente: queste incisioni lo meritano.
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Un’ultima cosa: sulla bobina, che gira alla velocità giusta (almeno quello), ci sono
tutti i dati del disco, ma… mancano gli autori!».
Walter, da noi contattato, si è messo subito all’opera e il risultato è stato superiore
alle aspettative, per cui possiamo dire che la discografia di Carlastella si è arricchita
di altre cinque pregevoli rarità.
◙ Mail di Virgilio: «L’autore delle copertine de Le Canzoni dei Ricordi è il grande
Gino Boccasile, illustratore e pittore che preparava le copertine della rivista “Le
Grandi Firme” riprodotte negli album. La canzone delle Lescano Signorina Grandi
Firme s’ispira proprio ai personaggi disegnati da Boccasile per la nota rivista, diretta
da Pitigrilli e, a partire dal ’37, da Zavattini.
Gino Boccasile (Bari, 1901 - Milano, 1952),
Pitigrilli (vero nome: Dino Segre; Torino, 1893 - 1975) e
Cesare Zavattini (Luzzara, 1902 - Roma, 1989).
Quelle copertine io le ho tutte, perché possiedo un bel libro sulla rivista, oltre a
cinque o sei album de Le Canzoni dei Ricordi».
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◙ In risposta all’auspicio formulato da Walter nella sua mail pubblicata nelle Notizie
del 14 u.s., Renato ci ha inviato la registrazione del disco GP 92846, presente, in
ottime condizioni di conservazione, nella sua collezione. Walter ha quindi potuto
finalmente ascoltare, e noi con lui, Il Reliquario [El Relicario] in una copia che rende
pienamente giustizia alla voce di Dirce Marella, affiancata dal Trio Lescano, che se la
cava egregiamente anche in questo celebre brano del compositore spagnolo José
Padilla.
Martedì 25 Ottobre 2011
◙ Siamo stati contattati da due amici, Pierluigi Baldini e Francesco Sergi, che si
possono senz’altro definire i maggiori collezionisti di incisioni di Emilio Livi che
abbiamo in Italia: in effetti, l’interminabile elenco di quelle che hanno finora reperito
(elenco che ci hanno subito inviato) è davvero impressionante. Per parte nostra
abbiamo volentieri passato loro tutto il materiale (iconografico, biografico e
discografico) che possediamo in archivio su tale cantante, e questo ci ha permesso di
constatare che abbiamo una trentina di incisioni che a loro mancano. In prospettiva di
una proficua collaborazione tra noi, abbiamo offerto a questi nuovi amici le suddette
incisioni, utilizzando il comodo strumento di libero.it denominato Jumbo Mail. In
cambio essi ci hanno inviato una nitida foto di Livi, mai vista prima d’ora, nonché un
cofanetto di 5 CD con tutte le sue canzoni da essi a tutt’oggi recuperate. Abbiamo
chiesto a Francesco di scrivere un articolo sul cantante fiorentino, per fare il punto di
tutto ciò che sappiamo di lui: così anche Emilio Livi avrà finalmente una biografia
degna di questo nome.
Emilio Livi (Foto Crimella,
Milano); dal supplemento
del Gennaio 1938 de La
Voce del Padrone.
Particolare curioso: sulla
guancia non compare qui il
vistoso neo che è invece
ben visibile nella foto
pubblicata nel vol. 1 de Le
Canzoni dei Ricordi.
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◙ Massimo Baldino ci ha gentilmente trasmesso una mail, indirizzatagli di recente
dalla cara e simpatica signora Maria Laura Tecchi: lo ha fatto perché in essa vi sono
dei riferimenti a Caterinetta Lescano. Ecco la parte per noi rilevante della mail:
«[...] ti voglio raccontare che, in occasione della catena radiofonica della fraternità
per la rottura delle dighe olandesi negli anni ’52/’53, una delle Lescano rivolse un
appello agli italiani, e poi li ringraziò, per l’aiuto raccolto dagli ascoltatori in favore
del suo paese. Pochi anni dopo ripetè l’appello, questa volta in favore del nostro
Polesine. Lo sapevi? Credo fosse la Caterinetta, ma non sono sicura, andavo allora
alle elementari [...]».
Commento di Virgilio, il nostro biografo ufficiale delle sorelle Lescano: «Le notizie
sono inedite fino a un certo punto, ovvero soltanto per quanto riguarda l’appello di
Caterinetta per il Polesine. Circa l’inondazione di Den Haag, invece, abbiamo
la lettera del radioascoltatore a Caterinetta del 5 Febbraio 1953, che rispondeva al suo
appello fatto alla radio. È possibile che di tale appello la Rai conservi la
registrazione».
In una mail successiva Virgilio ha precisato che «l’inondazione del Polesine ebbe
luogo nel Novembre 1951 e quella olandese di Den Haag nel Febbraio 1953: quindi
quella italiana fu la prima, e non la successiva».
In una mail di pochi giorni fa, indirizzata questa volta a noi direttamente, la signora
Maria Laura scrive tra l’altro: «La commovente rubrica per l’aiuto agli alluvionati era
introdotta dall’intermezzo della Cavalleria rusticana e certo era molto più toccante di
quelle odierne».
Stiamo tentando di ottenere dalle Teche Rai la registrazione dei comunicati radio del
Febbraio ’53 nei quali potrebbe trovarsi l’appello lanciato da Caterinetta Lescano. Se
ci riuscissimo, sarebbe la prima volta che ascoltiamo la voce della minore delle
sorelle “al naturale”.
◙ Massimo Baldino ci ha inviato ieri sera una mail contenente un invito che tutti
accetteremo più che volentieri e del quale gli siamo oltremodo grati:
http://www.trio-lescano.it/pdf/Comunicato_di_Massimo_Baldino.pdf.
◙ Mail di Manuel: «Amici, vi segnalo uno spassosissimo brano che mi sono
appositamente fatto restaurare da Walter. L’ho trovato per caso su YouTube e me ne
sono innamorato!
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Che swing, eh? Mi piacerebbe saperne di più sul vocalist, tale Severin: se qualcuno
ha notizie è pregato di contattarmi. Ecco il link su YouTube:
http://www.youtube.com/watch?v=zNqRO67Duv8.
◙ Mail di Antonio: «Cari amici, sempre a proposito di Antonio Vasquez desidero
avvertirvi che nella notte tra giovedì 27 e venerdì 28 p.v., tra le 2 e le 3, dedicherò
nella puntata del mio Siparietto (un programma della durata di 15 minuti, che preparo
settimanalmente per il Notturno Italiano - Le canzoni del passato, presentato da
Paolo de Bernardin) uno spazio dedicato a Vasquez. In esso proporrò tre sue canzoni
molto rare, insieme a quelle poche notizie che so su di lui. Il programma, diffuso da
RAI Internazionale, si può ricevere in diretta su Onde Medie a Milano, Roma e
Napoli e su Internet (qui anche in streaming nelle 24 ore successive). Il mio spazio
va in onda fra le 2,30 e le 2,50. Sono conosciuto come “Antonio da Bari”. Siete tutti
cordialmente invitati ad ascoltare la mia trasmissione».
Antonio, il decano dei nostri collaboratori.
◙ Mail di Walter: «Ho ascoltato con molto piacere su YouTube la canzone
menzionata nelle Notizie di venerdì scorso, eseguita dal Sestetto Martelli con le
Capinere. Purtroppo, colui che l’ha riversata ha commesso qualche grosso errore:
infatti il volume è troppo basso. Puntina sbagliata o collegamento al pc errato? Per
curiosità, ho provato a sistemarla e ve ne mando una copia, giusto per nostra
documentazione [anteprima]. Ma che bravi questi interpreti! Non avevano più nulla
da imparare dai più accreditati artisti americani...».
Da “Eldorado”, n. 12, 1954
(Coll. di Vito Vita).
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Venerdì 28 Ottobre 2011
◙ Nel molto materiale cartaceo che Vito Vita ci ha generosamente prestato affinché
lo scansioniamo con cura a futura memoria, abbiamo reperito, fra tantissime altre
foto, non di rado di qualità superlativa, anche questa, che ci pare molto riuscita, del
Trio Aurora nella formazione della metà degli anni Cinquanta:
Dal dépliant Artisti della Fonit al 5° Festival di Sanremo
(27/29 Gennaio 1955).
Siamo lieti di pubblicarla a beneficio di quanti sono interessati alla storia dei trii
femminili italiani che dapprima tentarono di rivaleggiare col Trio Lescano – in realtà
senza alcuna speranza di poterlo anche solo eguagliare – poi continuarono l’opera
delle magiche sorelle, rinnovandone il repertorio e lo stile interpretativo secondo le
tendenze della musica leggera nel decennio 1945-1955.
◙ Paolo ha acquisito il raro catalogo Dischi natalizi Parlophon del Dicembre 1937XVI. Eccone la copertina:
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Come tutti i supplementi invernali dei cataloghi della Casa discografica torinese,
anche questo ha solo 16 paginette, le quali però sono di solito – come in questo caso
– arricchite da numerose foto di artisti. Dato il formato tascabile del libretto, esse
sono piccoline (il più delle volte misurano 3x3 o 4x5 cm), tuttavia con una buona
scansione e un accurato restauro digitale si possono quasi sempre recuperare in
maniera soddisfacente. Nel catalogo in esame ci sono almeno cinque foto di grande
interesse per noi, giacché – se non andiamo errati – si vedono qui per la prima volta.
Eccone le icone, dopo il restauro:
Nell’ordine: Enzo Aita, Nunzio Filogamo, Aldo Masseglia,
Pippo Barzizza dirige Luciana Dolliver e Il Quartetto Jazz Funaro:
il terzo da sinistra suona un sax baritono, mentre Funaro è al contrabbasso.
Quanto alle altre foto, c’è l’Orchestra Campestre Cetra diretta da Egidio Storaci e una
rara immagine dell’Orchestra Cetra, diretta da Pippo Barzizza, in studio di
registrazione a Torino. In essa si vedono i violini piazzati proprio davanti ai
microfoni, mentre le sezioni fiati sono piuttosto distanti, per meglio bilanciare i
volumi.
E le Sorelle Lescano le quali, alla fine del ’37, dopo appena un anno e mezzo di
carriera, erano già delle celebrità? Esse vengono pubblicizzate in modo adeguato, ma
la loro foto non è sfortunatamente nuova per noi.
◙ Paolo è riuscito, grazie ai buoni uffici dell’amico Luca Padovano, a contattare
Nicola Cerri, figlio del grande chitarrista Franco (Milano, classe 1926). Lo scopo era
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di sapere se suo padre era in grado di riconoscere i componenti del Sestetto Martelli,
di cui abbiamo parlato nelle Notizie del 21 Ottobre scorso. Franco Cerri ricorda
purtroppo solo alcuni dei nomi dei musicisti raffigurati nella foto, tra questi il mitico
Giulio Libano, che è tuttora con noi. Nicola gli ha allora mostrato la foto in questione
e l’anziano (ma sempre lucido) Maestro non ha esitato a dare un nome alla maggior
parte di questi valenti musicisti.
Ricordiamo che Giulio Libano ha sposato Caterina Codevilla, del Trio Capinere,
purtroppo mancata qualche anno fa.
Il M° Giulio Libano oggi (foto di Adriana Argalia).
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Settembre-Ottobre - Ricordando il Trio Lescano