IL DOLORE E' una sensazione spiacevole provocata (in genere) da fattori potenzialmente dannosi per le cellule. Le cellule “offese” liberano molecole che agiscono direttamente o attivano altri fattori che stimolano i recettori del dolore. I RECETTORI DEL DOLORE (nocicettori) Problema: recettori specifici o esagerata stimolazione di altri recettori? Sono terminazioni nervose libere. Sono distribuiti nel derma (strato sottocutaneo), nelle capsule che avvolgono gli organi, nel parenchima (non sempre), nei visceri LE FIBRE DOLORIFICHE Sono piccole fibre mielinizzate (Ad), o fibre amieliniche (C). Danno luogo a due tipi di dolore: acuto, pungente, abbastanza localizzato; urente, male localizzato, con maggiore sofferenza LE VIE DEL DOLORE Il neurone afferente si interrompe nelle corna posteriori del midollo spinale, fa sinapsi con un secondo neurone che attraversa la linea mediana, sale nella via anterolaterale e arriva al talamo; il terzo neurone raggiunge la corteccia somestesica primaria. A livello della prima sinapsi avviene un controllo delle afferenze dolorifiche. IL CONTROLLO DELLA PORTA Il neurone primario libera sostanza “P”. L’interneurone inibitorio (inibizione presinaptica) libera “encefalina”. L’interneurone inibitorio è stimolato sia da altre vie afferenti sia da vie discendenti. La percezione dolorifica è così controllata sia da stimoli periferici (tatto, vibrazione), sia dal controllo superiore (esempi) IL DOLORE RIFERITO Spesso il dolore che nasce da organi interni è percepito come dolore cutaneo (es. cuore/braccio). Concetto di dermatomero: convergenza di neuroni primari a livello segmentale sullo stesso neurone secondario. Importanza del dolore riferito per la semeiotica. ALTERAZIONI DELLA PERCEZIONE DOLORIFICA Iperalgesia: stimolazioni non dolorifiche provocano dolore (si può accompagnare ad arrossamento e contrattura dei muscoli). Dolori spontanei: l’origine della percezione dolorifica non è nelle terminazioni nervose (es. arto fantasma) ANESTESIA E ANALGESIA Attenuazione o abolizione della percezione dolorifica: centrale o periferica, fisiologica o farmacologica. SIGNIFICATO DEL DOLORE Il dolore è un fenomeno fisiologico che ha lo scopo di avvertire l’organismo dello stato di sofferenza delle sue cellule. Spesso è eccessivo e rappresenta il maggior segno di uno stato alterato. Per questo si cerca di abolirlo. Uno stato di analgesia è però pericoloso. RITMI BIOLOGICI Molte funzioni sono cicliche. Ritmi: mensili, circadiani (diurni) Variazioni circadiane: alcuni ormoni, temperatura, stato di attenzione, sonno/veglia. L’”orologio biologico “ è localizzato nel nucleo soprachiasmatico (ipotalamo), IL SONNO È un ritmo circadiano regolato dal ciclo luce/ombra. In assenza di stimolazioni luminose (o altri segnali) il ritmo si allunga. Il sonno è un fenomeno attivo, che comprende diverse fasi. ELETTROENCEFALOGRAMMA Registrazione dalla superficie del cranio con elettrodi bipolari multipli: si registrano onde EEG che variano in ampiezza e frequenza. Onde piccole ad alta frequenza: desincronizzazione. Onde ampie a bassa frequenza: sincronizzazione. STATO DI VEGLIA Rilassata: onde b a circa 12 Hz Attenzione: brusco passaggio a rtimo a a 3540 Hz e basso voltaggio Attività specifiche: onde fasiche FASI DEL SONNO Da 1 a 4: progressiva riduzione di frequenza e aumento di ampiezza delle onde EEG. Riduzione progressiva del tono muscolare; aumento della soglia per il risveglio. Fase REM (rapid eye movements): brusca comparsa di onde EEG ad alta frequenza. Caduta del tono muscolare, movimenti degli occhi e del corpo, sogni; soglia per il risveglio MECCANISMI DEL SONNO Importanza della sostanza reticolare bulbomesencefalica; sincronizzazione del talamo. Sonno indotto dalla stimolazione di particolari aree; abolito dalla distruzione delle stesse. Possibilità di interventi farmacologici (es. serotonina). SIGNIFICATO FISIOLOGICO DEL SONNO È uno stato attivo, non rappresenta una riduzione di attività nervosa. La sincronizzazione di ampie aree di cervello probabilmente facilita l’omeostasi del SNC. Al sonno REM è attribuita importanza per la fissazione della memoria. La deprivazione prolungata di sonno (patologica o comportamentale) porta a morte.