Dislessia? NO PROBLEM Dispensa indispensabile per chi segue alunni e alunne con dislessia Come si manifesta la dislessia La dislessia si può presentare in modalità molto diverse da soggetto a soggetto. Di seguito vengono presentate le caratteristiche più comuni relative alla decodifica della singola parola o del testo scritto. Queste possono non essere tutte presenti contemporaneamente. • Scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio Il soggetto mostra chiare difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma diversamente orientati. Egli, ad esempio, confonde la “p” e la “b”; la “d” e la “q”; la “u” e la “n”; la “a” e la “e”; la "b" e la "d"... Nell'alfabeto latino sono molte le coppie di grafemi che differiscono rispetto al loro orientamento nello spazio, per cui le incertezze e le difficoltà di discriminazione possono rappresentare un impedimento alla lettura. • Scarsa discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi che presentano somiglianze. Egli, ad esempio, può confondere la “m” con la “n”; la “c” con la “e”; la “f” con la “t”; la "e" con la "a"... questo succede specialmente se si tratta di una scrittura in corsivo o in script. • Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi sonori Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi relativi a fonemi con somiglianze percettivo-uditive. L’alfabeto è composto di due gruppi di fonemi: i fonemi sordi e i fonemi sonori che, tra loro risultano somiglianti, per cui, anche in questo caso l’incertezza percettiva può rappresentare un ostacolo alla lettura. Le coppie di fonemi simili sono le seguenti: a cura di Maria Petruzzelli Referente DISLESSIA ICS M. T. Calcutta via Mondolfo 7 – tel 02 5065283 e-mail [email protected] La dislessia è una sindrome classificata tra i Disturbi Specifici di Apprendimento e la sua principale manifestazione consiste nella difficoltà a leggere velocemente e correttamente ad alta voce. Tali difficoltà non possono essere ricondotte a insufficienti capacità intellettive, a mancanza di istruzione, a cause esterne o a deficit sensoriali. Dato che leggere è un complesso processo mentale, la dislessia ha svariate espressioni. Questa sindrome sembra strettamente legata alla morfologia stessa del cervello. La dislessia non è una malattia o un problema mentale. Secondo la definizione più recente, approvata dall'International Dyslexia Association (IDA), "la dislessia è una disabilità dell'apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un'adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella lettura che può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale". Se questo problema non viene identificato nei primi anni della scuola primaria, tramite la valutazione di un esperto nel campo dei disturbi dell'apprendimento, le conseguenze possono risultare di una certa gravità. Se il bambino dislessico è sottoposto a un metodo d'apprendimento usuale, egli riuscirà solo con un grande dispendio di energia e concentrazione a ottenere risultati che per i suoi compagni e per il suo maestro sono quasi banali. I maschi tendono a esternare di più un problema rispetto alle femmine che cercano di celarlo. I problemi maggiori nascono quando i bambini dislessici non vengono compresi, poiché spesso passano per pigri o addirittura per stupidi. Questo li porta spesso a perdere la propria autostima, a forme di depressione o ansia, a crisi d'identità e molto spesso a rigettare in toto il mondo della scuola, rinunciando in questo modo a molte possibilità che la loro capacità di memoria superiore alla media, invece, consentirebbe. F V T D P B C G L R M N S Z • Difficoltà di decodifica sequenziale Leggere richiede al lettore di procedere con lo sguardo in direzione sinistra-destra e dall'alto in basso; tale processo appare complesso per tutti gli individui nelle fasi iniziali di apprendimento della lettura ma, con l’affinarsi della tecnica e con l'uso della componente intuitiva, la difficoltà diminuisce gradualmente fino a scomparire. Nel soggetto dislessico, invece, talvolta ci troviamo di fronte a un ostacolo nella decodifica sequenziale, per cui si manifestano con elevata frequenza i seguenti errori: 2 o o o o • Omissione di grafemi e di sillabe Il soggetto omette la lettura di parti della parola; può tralasciare la decodifica di consonanti (ad esempio può leggere “fote” anziché “fonte”; oppure “capo” anziché “campo”...) o di vocali (può leggere, ad esempio, “fume” anziché “fiume”; “puma” anziché piuma”...) e, spesso, anche di sillabe (può leggere “talo” anziché “tavolo”; “paro” anziché “papavero”...). In alcuni casi capita che questi soggetti leggano la prima parte della parola, mentre la seconda se la inventino o immaginino (vedi "Prevalenza della componente intuitiva", subito sotto). Salti di parole e salti da un rigo all’altro Il soggetto dislessico presenta evidenti difficoltà a procedere sul rigo e ad andare a capo, per cui sono frequenti anche “salti” di intere parole o di intere righe di lettura. Inversioni di sillabe Spesso la sequenza dei grafemi viene invertita provocando errori particolari di decodifica della sillaba (il soggetto può, ad esempio, leggere “li” al posto di “il”; “la” al posto di “al”, “ni” al posto di “in”...) e della parola (può leggere, ad esempio, “talovo” al posto di “tavolo”...). Aggiunte e ripetizioni La difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra-destra può dare origine anche ad errori di decodifica caratterizzati dall'aggiunta di un grafema o di una sillaba (ad esempio “tavovolo” al posto di “tavolo”...). Prevalenza della componente intuitiva Il soggetto che presenta chiare difficoltà di lettura privilegia, indubbiamente, l'uso del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica. L’intuizione della parola scritta rappresenta un valido strumento ma, al tempo stesso, è fonte di errori, definiti di anticipazione. Non di rado, infatti, il soggetto esegue la decodifica della prima parte della parola, talvolta anche solo del primo grafema o della prima sillaba, e procede “intuendo”/“inventando” l'altra parte. La parola contenuta nel testo viene così ad essere spesso trasformata in un’altra, il cui significato può essere affine ma anche completamente diverso. • • Non memorizza i termini difficili Non riconosce le caratteristiche morfologiche della grammatica Ha difficoltà ad apprendere le lingue straniere particolarmente in forma scritta perle differenze tra scrittura e pronuncia Presenta difficoltà ad esprimere verbalmente il suo pensiero Altre difficoltà • • • Gestisce male gli spazi (sia scolastici che quelli sui quaderni) Appare disorganizzato sia a casa che a scuola Spesso appare disattento o poco concentrato Dislessia e disagio psicologico È frequente che le difficoltà specifiche di apprendimento non vengano individuate precocemente e che il bambino sia costretto a vivere una serie di insuccessi a catena senza che se ne riesca a comprendere il motivo. Quasi sempre, i risultati insoddisfacenti in ambito scolastico vengono attribuiti allo scarso impegno, al disinteresse verso le varie attività, alla distrazione. Questi alunni, oltre a sostenere il peso della propria incapacità, se ne sentono anche responsabili e colpevoli. L’insuccesso prolungato genera scarsa autostima; dalla mancanza di fiducia nelle proprie possibilità scaturisce un disagio psicologico che, nel tempo, può strutturarsi e dare origine ad una elevata demotivazione all'apprendimento e a manifestazioni emotivo-affettive particolari quali la forte inibizione, l’aggressività, gli atteggiamenti istrionici di disturbo alla classe e, in alcuni casi, la depressione. Possibili atteggiamenti del ragazzo dislessico • Difficoltà di copiatura dalla lavagna a causa della lenta o scorretta decodifica. Può inoltre essere causa di questo problema l'incapacità di decodificare la scrittura di un'altra persona, avendo già problemi con la propria. • • Possibili ripercussioni sull'apprendimento logicomatematico • • • • • • Provando a mettersi nei panni di un bambino o di un ragazzo con disturbo di apprendimento si possono immaginare le esperienze e gli stati d’animo: Possibili ripercussioni sulla scrittura • Difficoltà in area linguistica • • Difficoltà di decodifica del testo del problema. Inversione dei numeri (es 12 – 21) Non riesce a imparare le tabelline, fare calcoli in automatico, fare numerazioni regressive Non riesce a imparare alcune sequenze come il nome dei mesi in ordine, giorni della settimana • • • 3 egli si trova a far parte di un contesto (la scuola) nel quale vengono proposte attività per lui troppo complesse e astratte; osserva però che la maggior parte dei compagni si inserisce con serenità nelle attività proposte ed ottiene buoni risultati; sente su di sé continue sollecitazioni da parte degli adulti (“stai più attento!”, ” Impegnati di più!”, “hai bisogno di esercitarti molto”…); si percepisce come incapace e incompetente rispetto ai coetanei; inizia a maturare un forte senso di colpa sentendosi responsabile delle proprie difficoltà; ritiene che nessuno sia soddisfatto di lui, né gli insegnanti né i genitori; ritiene di non essere all’altezza dei compagni e che questi non lo considerino membro del loro gruppo a meno che non vengano messi in atto comportamenti particolari (ad esempio quello di fare il buffone di classe); per non percepire il proprio disagio, mette in atto meccanismi di difesa che non fanno che aumentare il senso di colpa, come il forte disimpegno (“Non leggo 4 • perché non ne ho voglia!”, “Non eseguo il compito perché non mi interessa”…) o l’attacco (aggressività); talvolta il disagio è così elevato da annientare il soggetto ponendolo in una condizione emotiva di forte inibizione e chiusura. Come si affronta Possibili atteggiamenti dei familiari del ragazzo dislessico In famiglia non si respira certo un’aria migliore. Per la maggior parte dei genitori la scuola è importante, è al primo posto nella vita dei bambini e dei ragazzi, tutto il resto viene dopo e, se la scuola va male, ne sono insoddisfatti e chiedono al figlio un maggiore impegno. Non di rado si sente dire ai genitori rispetto alla difficoltà del figlio: “Non me lo aspettavo… mi è sempre sembrato un bambino intelligente…". L'ingresso nella scuola elementare ha, in questi casi, fatto emergere un problema; il bambino non apprende come gli altri, gli altri sanno già leggere e scrivere, lui invece… Inizia così la storia del bambino – scolaro, una storia che, in certi casi, ha risvolti davvero drammatici, non si riesce a comprendere tutta quella serie di “perché” che permetterebbero di intraprendere percorsi adeguati ed efficaci e si cercano soluzioni spesso dannose, anche se decise in buona fede. Ecco allora che si sottopongono i figli ad estenuanti esercizi di recupero pomeridiano, si elargiscono punizioni (niente più sport, niente più videogiochi…) e, talvolta si arriva anche a far cambiare scuola al figlio. Nonostante si parli molto di questi problemi, c’è ancora scarsa conoscenza e non sempre la diagnosi giunge in tempi accettabili, cosicché sia il bambino che la famiglia tutta vivono esperienze frustranti, generatrici di ansia e di un clima affettivo non certamente favorevole. Comorbidità Insieme alla dislessia possono presentarsi diverse altre problematiche più o meno collegate: • • • • Quando qualcuno (genitore o insegnante) sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino dislessico è importante che venga fatta, al più presto una valutazione diagnostica. La diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti, mediante specifici test. La diagnosi permette di capire finalmente che cosa sta succedendo ed evitare gli errori più comuni come colpevolizzare il bambino ("non impara perché non si impegna") e l'attribuire la causa a problemi psicologici, errori che determinano sofferenze, frustrazioni. Il professionista dovrebbe redigere un referto scritto indicando il motivo dell'invio, i test utilizzati e la diagnosi conclusiva. Ottenuta la diagnosi si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti della modifica della didattica a favore dei ragazzi dislessici e contenute nelle direttive Ministeriali (Prot. n. 4099/A/4), come ad esempio la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, l'uso della calcolatrice e/o del computer. Tali provvedimenti devono poter essere utilizzati anche nei momenti di valutazione, compresi gli Esami di Stato. I dislessici hanno un diverso modo di imparare ma comunque imparano. Cosa devono fare gli insegnanti L'insegnante deve: - riconoscere e accogliere realmente la "diversità"; - parlare alla classe e non nascondere il problema; - spiegare alla classe le diverse necessità dell'alunno dislessico e il perché del diverso trattamento; - collaborare attivamente con i colleghi per garantire risposte coerenti al problema; - comunicare con i genitori Le cose da non fare: - far leggere il bambino a voce alta - ridicolizzarlo - correggere tutti gli errori nei testi scritti - dare liste di parole da imparare - farlo copiare dalla lavagna - farlo ricopiare il lavoro già svolto, perché scorretto o disordinato - paragonarlo ad altri Disgrafia ovvero la difficoltà di realizzare i grafemi manualmente in modo leggibile e fluente; Disortografia ovvero la difficoltà di rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto; Discalculia ovvero la difficoltà di svolgere calcoli aritmetici a mente o su carta; Disprassia Problematiche motorie. Il mondo della scuola Usare delle strategie mirate: I bambini dislessici ancora faticano ad essere compresi ed accettati a scuola. Recentemente la circolare Prot. n 4099/A/4 emanata dal Ministero della Pubblica Istruzione il 5 ottobre 2004 ha raccomandato agli insegnanti di utilizzare strumenti compensativi e dispensativi che agevolino l'apprendimento di bambini e ragazzi dislessici e di applicare con loro una valutazione specifica in tutte le fasi del percorso scolastico, compresi i momenti di valutazione finale. Si specifica, altresì, che per adottare tali misure possa essere sufficiente la diagnosi specialistica di disturbo specifico di apprendimento di lettura (o dislessia). Per bambini e ragazzi dislessici non si ritiene opportuno l'appoggio di un insegnante di sostegno. 5 1. Se è necessario scrivere alla lavagna (in stampatello maiuscolo); assicurarsi che le cose scritte alla lavagna rimangano fino a quando tutti gli alunni hanno copiato; 2. Non rimproverare gli alunni disgrafici mettendo in rilievo la brutta grafia; 3. Far usare ai bambini conD.S.A.gli strumenti compensativi per sopperire alle loro difficoltà.Incoraggiarli ad usare il computer (con il correttore automatico) sia nello svolgimento dei compiti a casa e se possibile anche a scuola; 4. Permettere ai bambini di registrare le lezioni; 5. Non essere avaro di gratificazioni e usare il rinforzo come strumento usuale;DISLESSIA 6. Visualizzare le spiegazioni con mappe concettuali e schemi disegnati alla lavagna; 6 7.La quantità di esercizi e il materiale di studio a casa e a scuola non potrà essere lo stesso del resto della classe,ma deve essere ridotto; 8.Ricordare che i bambini dislessici hanno bisogno di più tempo e non devono essere penalizzati per questo; 9. Far lavorare con il testo aperto, anche nelle verifiche, se necessario; non dimenticate che i bambini con D.S.A. hanno generalmente abilità di memoria a breve e a lungo termine ridotte; 10.Favorire occasioni di conversazione nelle quali sia possibile parlare delle proprie diversità; 11.Un dislessico può imparare a parlare una lingua straniera con la stessa facilità di un non dislessico,mentre la scrittura della lingua straniera presenta difficoltà maggiori. Se un dislessico deve imparare una seconda lingua, meglio una con base latina.Ai sensi della circolare del 5 ottobre 2004, Prot. 40099/A/4, ove necessario, è possibile la dispensa dallo studio della lingua straniera in forma scritta. Come ci dobbiamo comportare noi insegnanti con il resto della classe quando questa lamenta un trattamento di favore nei confronti dei compagni con D.S.A.? Spiegare alla classe cosa sono iD.S.A.parlandone inmodo scientifico e facendo esempi (che non riguardino i presenti).Far capire che questi alunni hanno bisogno di strumenti compensativi per seguire meglio la programmazione della classe (come un miope ha bisogno degli occhiali).Cercare di evitare inutili polemiche e discriminazioni spesso frequenti nel gruppo classe. Italiano: per il compito di italiano far utilizzare, ove è possibile, il computer con il correttore automatico, nelle prove di grammatica fare consultare schede specifiche. Per tutte le altre materie, qualora si facciano delle verifiche scritte, dare più tempo oppure un minor numero di domande e permettere l’uso del computer. Prove orali: Programmare le interrogazioni specificando gli argomenti che saranno chiesti e ridurre il numero delle pagine Avvisare 10 minuti prima di interrogare, per dare il tempo di prepararsi psicologicamente e di ripassare. Durante l’interrogazione fare utilizzare sussidi cartacei quali: - tabelle (date, eventi, nomi, categorie grammaticali, ecc.); - linea del tempo,cartine geografiche fisiche,politiche,grafici e strumenti di calcolo come calcolatrice, linea dei numeri relativi, formulari di figure geometriche e algoritmi. Come valutare i bambini che hanno una diagnosi di D.S.A. ma non una certificazione ai sensi della legge 104/92? I bambini con D.S.A.possono avere una valutazione differenziata ai sensi della circolare del 5 ottobre 2004,Prot.40099/A/4.In particolare una valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma (gli errori ortografici possono essere evidenziati, ma non valutati); una valutazione in rapporto alle capacità e alle difficoltà del bambino. La valutazione dovrebbe aiutare gli alunni a diventare consapevoli delle proprie capacità e dei propri miglioramenti. Come possiamo fare noi insegnanti per non rallentare lo svolgimento del regolare programma ministeriale e quindi non penalizzare il resto della classe? I ragazzi con D.S.A. non rallentano il programma; non chiedono generalmente all’insegnante ulteriori spiegazioni bloccando l’intera classe.A volte può essere utile dare un compito su di un argomento per loro interessante, anche se al di fuori della materia, poiché comunque ci saranno lezioni di recupero nelle varie materie. Il recupero potrebbe essere organizzato in vari modi: • Il tutoraggio: utilizzare i compagni di classe più preparati e pazienti; ne trarrebbero vantaggio entrambi, poiché anche il bambino bravo acquisirebbe una maggiore sicurezza e consapevolezza nella materia. • Utilizzare i professori con ore a disposizione per lezioni frontali attraverso cui insegnare un metodo di studio (lettura e organizzazione di mappe concettuali e schemi, sottolineature del testo, uso del registratore) o per affiancare i bambini in classe. • Organizzare laboratori per il recupero nelle varie discipline, da attuarsi con un numero di alunni non numeroso, al massimo quattro o cinque, poiché a volte i bambini con D.S.A. presentano disturbi dell’attenzione. È necessario l’insegnante di sostegno per un bambino con D.S.A.? La legislazione attuale permette ai bambini dislessici di essere aiutati da un insegnante di sostegno solo nel caso vengano segnalati e certificati ai sensi della legge 104/92. Negli altri casi l’alunno può essere diagnosticato ma non certificato ai sensi della legge e non ha diritto ad un insegnante di sostegno. La presenza di un insegnante di sostegno di classe può essere preziosa nel ruolo di: • Lettore; • Aiutante nel prendere appunti durante le lezioni; • Aiutante nell’insegnare strategie per lo studio; • Maestro nell’insegnamento dell’uso del computer e dei programmi di scrittura; • Aiutante nello studio della lingua straniera orale; • Sostegno psicologico. Le modalità di lavoro con l’insegnante di sostegno dovranno essere valutate e precisate con gli altri insegnanti della classe. Come possiamo organizzare le verifiche scritte e orali per i bambini con D.S.A.? Prove scritte: Matematica: dare più tempo nelle verifiche scritte o diminuire il numero di esercizi; far usare la calcolatrice; fornire formulari con assortimenti di figure geometriche, formule e procedure o algoritmi. Inglese: per le verifiche scritte somministrare esercizi di completamento o a risposte multiple. 7 8 In Sintesi... Cosa sono gli strumenti compensativi e dispensativi? Cosa fare con un ragazzo con D.S.A. Le misure compensative sono strategie o strumenti, informatici e non, che hanno lo scopo di compensare il disturbo supportando i ragazzi in quelli che sono i loro punti di debolezza dovuti ai DSA. Sono strumenti compensativi ad esempio il pc, la sintesi vocale, la calcolatrice, la tabella delle formule, la tavola pitagorica, l'utilizzo di mappe concettuali o mentali e cartine durante le interrogazioni, il dizionario digitale, una diversa presentazione delle modalità di verifica, ecc. Sono invece misure dispensative: gli esercizi più corti, evitare la lettura a voce alta, ridurre i compiti a casa, evitare l'apprendimento mnemonico, ecc. La loro applicazione è prevista dalle note ministeriali in tema di DSA. L'utilizzo di tali strumenti in classe e a casa non elimina il disturbo, ma agevola l'apprendimento e richiede da parte degli insegnanti la conoscenza del disturbo e delle sue manifestazioni. Gli ausili utilizzati a scuola e casa devono essere il più possibile adattati alle caratteristiche specifiche di ciascun bambino. Le linee guida del MIUR segnalano d’altra parte, che consentire all’alunno o allo studente con DSA di usufruire di maggior tempo per lo svolgimento di una prova, o di poter svolgere la stessa su un contenuto comunque disciplinarmente significativo ma ridotto, trova la sua ragion d’essere nel fatto che il disturbo li impegna per più tempo dei propri compagni nella fase di decodifica degli items della prova. A questo riguardo, gli studi disponibili in materia consigliano di stimare, tenendo conto degli indici di prestazione dell’allievo, in che misura la specifica difficoltà lo penalizzi di fronte ai compagni e di calibrare di conseguenza un tempo aggiuntivo o la riduzione del materiale di lavoro. In assenza di indici più precisi, una quota del 30% in più appare un ragionevole tempo aggiuntivo. Gli interventi migliori sono quelli altamente personalizzati. • incoraggiare il ragazzo e lodarlo • condurre ogni sforzo per costruire la fiducia in sé • trovare qualcosa in cui riesce bene • assegnare meno compiti: ad es. fargli usare testi ridotti non per contenuto ma per quantità di pagine • valutare il contenuto del lavoro scritto, non l’ortografia • valutare le risposte orali • fornire più tempo per copiare alla lavagna • lasciare lavorare il ragazzo con il testo aperto • fargli capire che comprendete le sue difficoltà senza compatirlo • se non ha una diagnosi, e si ha un sospetto, mettersi in osservazione assieme ai colleghi. se le difficoltà continueranno a presentarsi, chiedere un incontro con i genitori ed eventualmente con la ASL • fargli usare, dove necessario, gli strumenti compensativi (tabelle, mappe concettuali, calcolatrice, registratore, personal computer con correttore ortografico, sintesi vocale) • dispensarlo dallo studio delle lingue straniere in forma scritta • Programmare le interrogazioni • Usare testi semplificati e ridotti • Fargli usare la calcolatrice e le tabelle di misure e formule • Usare schemi, tavole e cartine • Usare il testo parlato dei libri in adozione (richiederlo alle case editrici e vedere siti e associazioni specializzate) Cosa non fare con un ragazzo con D.S.A. • evitare di farlo leggere ad alta voce (se vuole leggere non impedirglielo) • non correggere “tutti”gli errori nei testi scritti • non dare liste di parole da imparare a memoria • evitare di fargli ricopiare il lavoro svolto • non paragonarlo agli altri • evitare di definirlo lento, pigro, svogliato o stupido Software L'uso di software specifici permette al dislessico di affrontare più serenamente le richieste scolastiche e di riabilitare, divertendosi, le competenze deficitarie. Sul mercato si possono trovare svariati programmi atti ad automatizzare il processo di lettura per quanto riguarda le abilità strumentali (correttezza e rapidità) oppure programmi che permettono di migliorare gli aspetti metacognitivi per una miglior comprensione del testo scritto. Esistono poi software che fungono da strumenti compensativi: l'editor di testi, una tipologia di software che consente di scrivere dei testi e può essere usato in abbinamento o in sostituzione al tradizionale quaderno; la sintesi vocale, che trasforma in audio il testo digitale, importato o scritto; il traduttore automatico, programma in grado di tradurre testi in diverse lingue; i libri digitali, che sono libri scolastici forniti dalle case editrici direttamente in formato digitale. 9 10 FONTS UTILIZZABILI STRUMENTI SEMPLIFICARE I TESTI PER I DISLESSICI: ovvero come rendere più leggibile un testo cartaceo Al di là del fatto che la lettura, per un dislessico, non sarà mai una cosa automatica, come lo è per la maggior parte di noi, ci sono alcune regole che i docenti possono tenere presenti se vogliono aiutarli a leggere testi cartacei (e quindi senza sintesi vocale)... Ecco perciò alcune linee-guida per fornire testi semplificati agli alunni con DSA, sia dal punto di vista grafico (in modo da favorire la percezione visiva) che da quello sintattico e lessicale (la "forma" linguistica del contenuto). Le linee-guida per la leggibilità: La grafica: Attenzione, però: in alcuni di questi fonts la "i" maiuscola e la "elle" minuscola sono identiche! Altri, come il Comics e il Verdana li mantengono invece distinti (come eccezione, la sola I maiuscola ha le grazie). 1) Corredare il testo di immagini, schemi, tabelle, ma in modo chiaro e lineare, senza "affollare" le pagine. movimenti saccadici. 9) Impostare il font in un formato ("corpo") abbastanza grande: se un corpo di 12 punti può essere accettabile per il Verdana maiuscolo, per altri tipi di font più piccoli potrebbero servire almeno 14/16 punti. 10) Se possibile, usare il grassetto e/o colori diversi per evidenziare le parole chiave ed i concetti più importanti, o per raggruppare (nel caso dei colori) concetti e contenuti tra loro correlati. Come per il punto 1, però, attenzione a non esagerare: il testo deve essere chiaro, "pulito", senza inquinamento visivo. 5) Non spezzare le parole per andare a capo. L'organizzazione dei testi e il lessico: 2) Usare le intestazioni di paragrafo per i testi lunghi. 3) Usare se possibile lo STAMPATO MAIUSCOLO. E' più facilmente leggibile (perchè stanca meno la vista) per chiunque! 4) NON usare l'allineamento giustificato: lo spazio variabile tra le parole non aiuta i loro 6) Andare spesso a capo, magari dopo ogni punto di sospensione (capoversi). 7) Distanziare sufficientemente le righe (usare un'interlinea abbastanza spaziosa). 8) Usare fonts del tipo "sans sarif", cioè "senza grazie". Il Times New Roman, ad esempio, è quello che di default si utilizza in Word, ma non è indicato. Nel nostro Pc ci sono già fonts sans sarif, basta controllare che abbiano segni "puliti", senza lineette aggiuntive, come ad es. il Comics, il Verdana, il Georgia, l'Arial. Un elenco dei sans sarif più comuni lo potete vedere qui (tratto dal sito http://www.graficainlinea.com/pagine/grafica/Font.html) 1) Usare frasi brevi, evitando le subordinate e preferendo, piuttosto, le coordinate. 2) Non usare doppie negazioni. 3) Fare attenzione alle frasi con troppi pronomi: costringono ad inferenze ed aumentano il carico cognitivo, a scapito della strumentalità di lettura. 4) Nei testi informativi/di studio raggruppare le informazioni per blocchi tematici. 5) Nei testi narrativi sostituire gli eventuali flash-back con un più semplice ordine cronologico. 6) Cercare di evitare testi troppo lunghi: max 250 parole per pagina. 7) Per quanto possibile, usare forme attive e al modo indicativo. 8) Usare un lessico semplice, in base all'età e alle difficoltà dell'alunno. DIMENSIONI E CARATTERISTICHE DEL TESTO Font verdana • corpo14 • TUTTO MAIUSCOLO • interlinea 1,5 e margini 2,5 • 11 12 • Film sulla Dislessia LINK UTILISSIMI “Stelle sulla Terra –ogni bambino è speciale” – 2007 – India - regia Aamir Khan “Come può essere così diffide” – documentario distribuito da AID http://www.istruzione.it/web/istruzione/dsa http://www.dislessia.indire.it/ http://www.aiditalia.org/it/cosa_e_la_dislessia.html www.libroparlato.org Biblioteca Digitale dell'AID testi scolastici http://www.maestrantonella.it/dislessia.html Bibliografia • • • • • • • • • • • • • • Ugo Pirro; Mio figlio non sa leggere; Milano, Rizzoli Editore, 1981. Monica Pratelli; Difficoltà di apprendimento e dislessia; Edizioni Junior, Azzano San Paolo, Bergamo Andrea Biancardi, Gianna Milano; Quando un bambino non sa leggere; Milano, Rizzoli, 2003 Cesare Cornoldi; Le difficoltà di apprendimento a scuola; Bologna, Il Mulino, 1999 Claudio Vio, Cristina Toso; Dislessia evolutiva. Dall'identificazione del disturbo all'intervento; Roma, Carocci Editore, 2007 Pierluigi Zoccolotti, Paola Angelelli, Anna Judica, Claudio Luzzatti; I disturbi evolutivi di lettura e scrittura; Roma, Edizioni Carocci, 2005 Chiara De Grandis, La dislessia: interventi della scuola e della famiglia; Trento, Edizioni Erickson, 2007 - ISBN 978-88-7946-995-1 "DISLESSIA - Giornale italiano di ricerca clinica e applicativa"; Trento, Edizioni Erickson Tiziano Colombari, Dislessia, Dyslexia, Legasthenie, Learning Difficulties lettura, scrittura, calcolo e repertorio normativo, UNI Service, Trento, 2009, ISBN 978-88-6178-330-0. Andrea Bigagli; Leggere la lingua italiana. Apprendimento e dislessia evolutiva; Milano, Academia Universa Press, 2009 "Suono o Sono?. Un compito di consapevolezza fonologica" , Margherita Orsolini, Sara Capriolo, Angela Santese, Edizioni Infantiae.Org, Roma, 2005 (Cd-rom + libretto guida) - ISBN 88-89529-07-5 Dario Ianes, Sofia Cramerotti e Monja Tait; "La dislessia - Il ruolo della scuola e della famiglia" (libro+DVD+CD-Rom); Trento, Edizioni Erickson, 2007 - ISBN 978-886137-112-5 Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Dislessia http://www.aiditalia.org/it/dislessia_vademecum_disturbi_specifici_di_apprendi mento_1.html Referente DISLESSIA ICS M. T. Calcutta Maria Petruzzelli - via Mondolfo 7 – tel 02 5065283 e-mail [email protected] Milano, 22 settembre 2011 Bibliografia consigliata AID http://www.aiditalia.org/it/libri_consigliati.html 13 14