Cineforum G. Verdi
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L’ultimo lupo
CAST TECNICO ARTISTICO
Regia
Jean-Jacques Annaud
Sceneggiatura
A. Godard, J.J. Annaud,
Lu Wei, John Collee
Soggetto
Jiang Rong
Fotografia
Jean-Marie Dreujou
Montaggio
Reynald Bertrand
Musiche
James Horner
Scenografia
Quan Rongzhe
Distribuzione
Notorious Pictures
Paese
Cina 2015
Durata
121’
INTERPRETI E PERSONAGGI
Shaofeng Feng
Chen Zhen
Shawn Dou
Yang Ke
Ankhnyam Ragchaa Gasma
Yin Zhusheng
Bao Shunghi
Basen Zhabu
Bilig
Baoyingexige
Batu
Tratto dal libro “Il Totem del Lupo”,
L’ultimo lupo è un film che si ambienta
nelle steppe della Mongolia interna del
1967. La regione e gli accadimenti sono
visti in parte tramite gli occhi di Chen
Zhen, un giovane studente proveniente
da Pechino, e in parte come osservatore
onnisciente che segue un branco di lupi.
Il ragazzo infatti, nonostante venga
avvertito dal capo-brigata di non allontanarsi dal sentiero per non incappare
nella minaccia dei lupi della Mongolia,
non gli presta attenzione e ha così il
primo incontro con il branco di maestosi
predatori. Un incontro intenso, di sguardi, uomo contro natura in una chiara
posizione di inferiorità.
Gli animali non parlano, ma voci a loro
41°° anno
7°° film
non servono per sovrastare la scena e
fare così il loro iniziale e significativo
ingresso nella pellicola.
La loro presenza diventa quindi
predominante, il loro fascino e il ““terrore
cieco che il lupo della
ella Mongolia incute
incuteva”,
”, tanto che stregano sia il protagoni
protagonista sia gli spettatori.
Chen Zhen desidera catturarne un cuc
cucciolo per crescerlo e studiarlo.
Si interesserà quindi fino a vederli cac
cacciare e a giungere poi nello svolgimento
dei propri lavori, assieme al resto della
brigata con cui vive, al lago ghiacciato
nel quale i lupi conservano le proprie
prede fino alla primavera e per i loro
futuri cuccioli.
Si sviluppa un intenso intreccio tra uomo
e animale, un parallelo, la dimostrazione
di un equilibrio di vita che va rispettato e
ammirato… ma che presto verrà spezza
spezzato. Il ciclo vitale e la convivenza da
sempre seguiti non vanno bene a tutti: la
povertà, il freddo e la fame per alcuni
contano di più, incuranti del pericolo che
si va a creare.
Affamare il lupo prendendogli ogni preda
significa inimicarselo e portarlo ad attac
attaccare le proprie case, nella sua naturale
lotta alla sopravvivenza. E allora sembra
semplice un'altra soluzione: sterminare il
branco a cominciare dai cuccioli.
La meraviglia che avvolge i primi
momenti dei film lascia quindi il posto
L’ultimo lupo
alla cruda durezza di una lotta al dominio assoluto, ma contro un avversario
feroce, forte, intelligente e che non
conosce il significato del termine “sottomissione”.
In parallelo con questo desolante crescendo, Chen riesce davvero ad ottenere il suo cucciolo, inizialmente
tenendolo segreto. Si vedrà quindi
questo Lupetto, come verrà poi battezzato dal giovane, crescere e diventare
però né un lupo né un cagnolino,
sebbene la sua vera natura non possa
venire sedata.
Si potrebbe notare una sorta parallelo
tra Chen e il lupetto: non più
appartenenti alla loro casa natale, non
sufficientemente appartenenti alla loro
nuova sistemazione. Le scelte di Chen
lo isolano, come faranno le azioni di
Lupetto. E l'animale è protagonista
quanto l'uomo. Ma mentre Chen ha
scelto per sé, l'altro non ha potuto farlo.
Come gli dirà il capo-brigata rimproverandolo: “Hai catturato un dio per farne
uno schiavo”.
Bastano sguardi e silenzi, senza far
diventare troppo lento o affaticato lo
svolgimento, che invece si arricchisce
per le spontanee produzioni vocali del
cucciolo e l'intensa espressività del suo
muso: “parla” con forza, si fa capire.
Fa capire soprattutto che lui lì non sta
bene. Come già detto, i lupi non
11 - 12 - 13 - 14 novembre 2015
conoscono sottomissione...
Non sarà l'unico esemplare di cui si
potrà ammirare questa alternativa capacità comunicativa e l'acuta prontezza e
intelligenza. Il branco lotterà strenuamente per sé, portando l'esempio di una
società forse migliore di quella umana.
Una società organizzata, collaborativa,
unita. Una società che, anche quando
diventa aggressiva verso l'uomo, è più
giustificata che accusata a causa
dell'agire dell'uomo stesso. In un circolo
vizioso e mortale, l'uno attacca l'altro
continuando ad "accusarsi" a vicenda…
in una discesa che si sa non lascerà
molte speranze all’uno o all’altro.
La trama non è eccessivamente densa,
lasciando trasparire il modo di fare
orientale: riflessioni e inquadrature,
pause e respiri, vita quotidiana e un
moderato artificio, alternanza di scene
contrastanti alla ricerca di un costante
equilibrio e bilanciamento.
Gioco ben riuscito, che non rende il film
pesante, ma nemmeno leggero o superficiale. Le tematiche vengono portate
alla luce in modo essenziale, mediate
anche da brevi e concise narrazioni tra
sé e sé di Chen. E allo spettatore non
rimane che assorbire e meditare gli
spunti che la pellicola gli offre.
.
Maria Todesco
[email protected]
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Il regista
Jean-Jacques Annaud
nato il 01 ottobre 1943
a Juvisy-sur-Orge (Francia)
41°° anno
7°° film
L’attore
alcuni tra i film più importanti
(2004) Due fratelli
(2001) Il nemico alle porte
(1988) L’orso
(1986) Il nome della rosa
(2013) Young detective Dee
(2012) Tai Chi O
(2011) Jade Palace
(2009) The monkey king 2
Curiosità
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La locandina
Shaofeng Feng
nato il 7 ottobre 1978
a Shanghai (Cina)
alcuni tra i film più importanti
Per girare L’ultimo Lupo sono occorsi 7 anni.
Fortemento voluto e finanziato dall'industria
cinematografica cinese, si tratta di un vero e
proprio kolossal. Per realizzarlo sono stati
necessari 480 tecnici, 200 cavalli, circa un
migliaio di pecore, 25 lupi e una cinquantina
di addestratori e massaggiatori che si
occupavano di loro. «Abbiamo coinvolto il più
famoso addestratore di lupi al mondo, il
canadese Andrew Simpson, che si è trasferito
in Cina per 3 anni», ha ricordato il regista J.J.
Annaud. «A fine riprese Andrew ha ottenuto il
permesso di portare con sé gli animali che
aveva tirato su e visto crescere, che aveva
L’ultimo lupo
Il prossimo film
Premi e riconoscimenti
di Michael Cuesta
Presentato in anteprima a Bari
al Festival Internazionale del film
con grande successo di critica e di
pubblico
La parola al pubblico
Voti film rassegna
addestrato quotidianamente e che erano
diventati i suoi bambini. Il branco oggi vive in
montagna, a Calgary e Andrew mi racconta
che ogni giorno i lupi aspettano di veder
arrivare i camion regia…».
Il film è tratto da "Il totem del lupo" di Jiang
Rong, romanzo culto
o in Cina, secondo per
popolarità solo al Libretto rosso di Mao.
In Cina vivono oramai pochissimi lupi, circa
6.000, malgrado la specie sia protetta.
Costato 40 milioni di dollari L’ultimo lupo ne
ha incassati 123 milioni di cui 3,2 in Italia.
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USA – biografico – 112’
Storia vera di un giornalista che diventa il
bersaglio di una campagna diffamatoria
che lo spinge fino al punto del suicidio per
aver scoperto e denunciato il ruolo della CIA
nell’armare i ribelli Contras in Nicaragua
e nell'importazione di cocaina in California.
Basato sulla storia vera del premio Pulitzer
Gary Webb.
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La teoria del tutto
La famiglia Belier
Suite Francese
Still Alice
Nessuno si salva da solo
Mia madre
4,44
4,41
4,29
4,06
3,29
3,05
MIA MADRE
“La serata giusta per vedere questo film.
Mi sento esattamente come i protagonisti, se pur
per ragioni diverse, confusa, incredula,nervosa,
triste, impacciata… Anche per questo, ma non
solo, il film l’ho interpretato come una condivisione di sentimenti tra attori e spettatori, tutti
impegnati a superare le difficoltà incontrate nella
vita.”
“Abituati alla spettacolarizzazione televisiva del
dolore risulta spiazzante vedere con quanta
compostezza e dignità i due protagonisti vivono la
perdita della madre. E non è assolutamente un
dolore minore, anzi, è molto più vero e sincero del
dolore esibito e ostentato in tv. Grazie Nanni.”
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