Viveva un dì, narra un’antica voce, intorno a Gubbio un lupo assai feroce. Inizia così uno dei racconti ispirati all’incontro del Santo poverello con il lupo raccontato nei "Fioretti“ di San Francesco. Quella che segue è forse la parte più famosa. O lupo, o mio fratello lupo, perché mi guardi così ombroso e cupo? Perché mi mostri quegli aguzzi denti? Vieni un po' qua, siedimi accanto, senti: Io so che tu fai molto male a Gubbio e tieni ognuno della vita in dubbio e so che rubi e uccidi e non perdoni nemmeno ai bimbi, e mangi i tristi e i buoni: orbene, ascolta: come è vero il sole ciò che tu fai è male. Iddio non vuole! Ma tu sei buono: e forse ti ha costretto a ciò la fame. Ebbene, io ti prometto che in Gubbio avrai d'ora in avanti il vitto: ma tu prometti essere onesto e dritto e non dar la minima molestia: essere insomma una tranquilla bestia. Secondo la tradizione, la chiesa di S. Francesco della Pace sarebbe stata costruita nel luogo ove era vissuto, fino alla morte, il lupo ammansito da S. Francesco. Nel 1871 poco lontano dalla chiesa, nel corso dei lavori per la costruzione dell'Edicola del Crocifisso, fu ritrovato lo scheletro di un lupo, che venne poi sepolto nella stessa chiesa.