L’alternativa al “chi troppo e chi niente” Rappresenta un approccio alternativo al commercio convenzionale. Copyright: Poli Romina Il commercio equo solidale promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l’ambiente, attraverso il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori, l’educazione, l’informazione e l’azione politica. (dalla Carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo solidale) Il Commercio equo solidale nasce in Olanda a partire dagli anni '60, per poi diffondersi nel resto d'Europa come risposta alle cause del sottosviluppo e della crescente divaricazione fra Nord ricco e Sud povero del Mondo. Nasce il consumatore critico, cioè colui che vuole poter dare una vita dignitosa ai produttori del Sud del mondo. (dalla Carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo solidale) Migliorare condizioni di vita dei produttori, pagando un prezzo migliore. Promuovere opportunità di sviluppo per produttori svantaggiati. Divulgare informazioni sui meccanismi economici di sfruttamento. Organizzare rapporti commerciali di lavoro no profit, per fa nascere nei consumatori un atteggiamento consapevole e critico. Proteggere i diritti umani promuovendo giustizia sociale . Favorire l’opportunità di lavoro sia nei Paesi economicamente svantaggiati, sia in quelli economicamente sviluppati. Favorisce l’incontro tra consumatori critici e produttori dei Paesi economicamente meno sviluppati. Stimolare le Istituzioni nazionali e internazionali a compiere scelte economiche e commerciali a difesa dei piccoli produttori. Il concetto di commercio equo e solidale si è sviluppato nel mondo occidentale, in risposta alla crescente consapevolezza del fatto che i vantaggi derivanti dagli scambi del commercio non sono equamente ripartiti fra tutti i paesi e fra tutti gli strati della popolazione mondiale. Si cerca, quindi di garantire che il prezzo pagato ai produttori rappresenti una congrua remunerazione del loro apporto di lavoro. Per raggiungere questo obiettivo, vengono concordati dei prezzi a livello internazionale, dopodiché viene fissato un prezzo minimo tale da assicurare ai produttori un ricavo. Il commercio equo e solidale offre ai produttori dei paesi in via di sviluppo un reddito maggiorato e nuovi sbocchi sul mercato, contribuendo così a creare condizioni favorevoli ad una migliore tutela sociale. Il commercio equo e solidale è una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: produttori, Botteghe del Mondo, importatori e consumatori. I produttori sono organizzazioni di produzione e commercializzazione di artigianato ed alimentari, i quali devono: Perseguire logiche di autosviluppo e autonomia delle popolazioni locali. Evitare una dipendenza economica verso l’esportazione. Garantire la qualità del prodotto. Evitare l’esportazione di prodotti o materie prime scarseggianti. (dalla Carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo solidale) Rispettare i diritti dei lavoratori. Garantire una giusta retribuzione. Non ricorrere al lavoro infantile Rispettare l’ambiente. Valorizzare e privilegiare i prodotti tradizionali. devono: Evitare forme di intermediazione speculative. Garantire un flusso di informazioni multidirezionali. Garantire ai consumatori un prezzo trasparente Le Botteghe del Mondo sono organizzazioni di distribuzione al dettaglio dei prodotti del commercio equo. Esse devono: Commercializzare prodotti del Commercio Equo. Fornire ai consumatori il materiale informativo sui prodotti e il prezzo. Essere senza fini di lucro. Scegliere fornitori no-profit, con finalità sociali. “Votiamo ogni volta che andiamo al supermercato” Alex Zanotelli Tutte le voci che lo compongono devono essere note in termini quantitativi. Su indicazioni da parte dei produttori, i rappresentanti degli importatori e dei produttori concordano un corrispettivo equo. Le Botteghe solidali hanno tutte gli stessi listini e non possono aumentare i prezzi. Nel commercio equo e solidale sono i produttori stessi a determinare il prezzo del prodotto, il quale non deve tenere conto solo dei costi reali di produzione, ma deve anche garantire loro il raggiungimento e il mantenimento di un livello di vita dignitoso, sempre considerando la vita nei paesi in cui operano. Banca Popolare Etica nasce per tradurre in pratica l'idea di una banca orientata verso iniziative non a scopo di lucro. Nasce dall'esigenza dei risparmiatori di una più consapevole e responsabile gestione del proprio denaro. Differenze Banca Etica: Banche tradizionali: Trasparenza sugli impieghi Segreto bancario Massimizzazione dell’ utilità sociale Massimizzazione del profitto Priorità verso attività non a scopo di lucro Priorità verso il mondo Partecipazione e coinvolgimento dei soci Centralità decisionale ed operativa Istruttoria etica preliminare a quella economica Istruttoria tecnica for profit Come indicato all’ art. 4 dello Statuto, la Banca Popolare Etica (BE) ha per oggetto la raccolta del risparmio. L’esercizio del credito si differenzia dalle altre banche per: - La partecipazione del cliente alle scelte degli investimenti; - la possibilità per il cliente di determinare il tasso d’interesse; - la nominatività dei titoli. Ci sono luoghi in cui va tutto al rovescio … anche il diritto di vivere Nonostante il crescente divario tra Nord e Sud del Mondo ponga una serie di problemi per il futuro, la filosofia di un ordine economico più equo stenta ancora ad imporsi. Nel 1964 è stata istituita la “Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo” che ha contribuito a formare un nuovo ordine economico basato sull’equità, l’interesse comune e la cooperazione fra tutti gli stati. Questa impostazione, proposta dall’ONU, ha trovato diversi oppositori tra le multinazionali dei paesi ricchi e i dirigenti che governano i paesi poveri. Una nuova forma di subordinazione La grande battaglia per l’indipendenza da parte dei paesi del Terzo Mondo sembra essersi risolta in una subordinazione, non più politica ma economica, dove gli unici vincitori sono coloro che accettano di essere sfruttati pur di ritagliarsi un ingresso sul mercato internazionale. Previsioni di crescita della popolazione urbana; Periferie urbane del Terzo Mondo; La salute: un diritto negato; L’industria del Terzo Mondo; Manodopera a basso costo. L’alternativa è possibile …