CONSIGLIO REGIONALE DELLA PUGLIA VIII LEGISLATURA a 52 SEDUTA PUBBLICA RESOCONTO STENOGRAFICO martedì 17 luglio 2007 Presidenza del Presidente PEPE indi del Vicepresidente MINEO indi del Vicepresidente TARQUINIO INDICE Presidente Processo verbale Congedi Risposte scritte ad interrogazioni Assegnazioni alle Commissioni Interrogazioni presentate Ordine del giorno Ufficio di Presidenza – Proposta di modifica dell’art. 6 del rego- pag. 3 lamento interno del Consiglio » » 3 4 Presidente Chiarelli, relatore » » » » 5 5 6 7 Esame articolato Presidente Chiarelli, relatore Saccomanno DDL 27/03/2007 n. 12 “Aboli- pag. » » » » 9 9 9,11 10 10 Atti consiliari della Regione Puglia – 2 – SEDUTA N° 52 RESOCONTO STENOGRAFICO Presidente zione libretto idoneità sanitaria per alimentaristi e formazione personale alimentarista” Presidente Marino, relatore Potì Damone Stefano, relatore Marmo Nicola pag. » » » 11,13 11 12 12 Esame articolato Presidente » Damone Saccomanno Saponaro, assessore al bilancio, alla programmazione, ai fondi strutturali e politiche comunitarie, alle finanze, all’economato, alla ragioneria, al controllo interno di gestione e al patrimonio Surico Potì Zullo Marino, relatore Tedesco, assessore alle politiche della salute » » DDL n. 08/2007 del 13/03/2007 “Promozione e riconoscimento dei distretti produttivi” VIII Legislatura 13,15,39,41 42,45 14 14,15,42 » » » » » 15 15,42 15,42 40,43 40,44 » 41,45 17 LUGLIO 2007 pag. » » 16,20,28, 33,39 16,30 20 » » » » » 23 24 25 26 28 » 32 » 33 » 38 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINEO Vadrucci Zullo Mita Lospinuso Maniglio PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PEPE Sannicandro Frisullo, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore alle attività produttive, all'industria, all'industria energetica, all'artigianato, al commercio, all'innovazione tecnologica, alle fiere e ai mercati Vendola, Presidente della Giunta regionale PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TARQUINIO (pag. 41) Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 3 – VIII Legislatura RESOCONTO STENOGRAFICO PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PEPE PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 11,17). Processo verbale PRESIDENTE. Do lettura del processo verbale della seduta n. 51 del 20 giugno 2007: Presidenza del Presidente Pepe indi del Vicepresidente Tarquinio indi del Presidente Pepe indi del Vicepresidente Mineo indi del Presidente Pepe La seduta ha inizio alle ore 11,24 con la lettura e l’approvazione del processo verbale della seduta del 04/06/2007. Hanno chiesto congedo i consiglieri Cioce, Loperfido, Riccardi, Tedesco, Silvestris. Viene data lettura delle interrogazioni cui è pervenuta risposta scritta, delle assegnazioni alle Commissioni e delle interrogazioni e interpellanze presentate. Il Presidente comunica che l’Ufficio di Presidenza, nella seduta del 5 giugno 2007, ha autorizzato la costituzione del nuovo Gruppo consiliare “Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo” presieduto dal consigliere avv. Michele Ventricelli. Primo argomento in discussione è la proposta di legge Cera “Integrazione all’art. 4 della L.R. n. 14/2004 (Assestamento e prima variazione al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2004)” (iscritta all’ordine del giorno ai sensi dell’art. 17 del regolamento interno del Consiglio). Il consigliere Cera svolge la relazione. Segue l’intervento dell’assessore Barbanente. Il Consiglio procede all’esame dell’articolato. Per dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Cera e De Leonardis. Al termine, la pdl, posta ai voti, è approva- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare 17 LUGLIO 2007 ta all’unanimità (risultano assenti i Gruppi GpA, DC- ind. movimento per l’autonomia, SDI e Nuovo PSI). L’assessore Barbanente chiede che la legge venga dichiarata urgente. La richiesta, posta ai voti, è approvata all’unanimità (risultano assenti i Gruppi GpA, DC-ind. movimento per l’autonomia, SDI, Nuovo PSI e l’Italia di mezzo). Secondo argomento in discussione è la proposta di legge Caroppo, Cera, Copertino, Scalera “Abrogazione del comma 2 dell’articolo 23 L.R. n. 11 dell’11/02/99”. La relazione del consigliere Stefano, Presidente della IV Commissione, viene data per letta. Il Consiglio procede con l’esame dell’articolo unico che, posto ai voti, è approvato all’unanimità (risultano assenti i Gruppi GpA, DC-ind. movimento per l’autonomia, SDI, Nuovo PSI e l’Italia di mezzo). Il consigliere Stefano chiede che la legge venga dichiarata urgente. La richiesta, posta ai voti, è approvata all’unanimità (risultano assenti i Gruppi GpA, DC-ind. movimento per l’autonomia, SDI, Nuovo PSI e l’Italia di mezzo). Terzo argomento in discussione è il ddl n. 47 del 21/11/2006 “Norme in materia di diritto agli studi dell’istruzione superiore”. Il consigliere De Santis, Presidente della VI Commissione svolge la relazione. Sull’ordine dei lavori il Presidente informa il Consiglio che sono stati presentati numerosi emendamenti e che i lavori saranno sospesi, dalle 15,00 alle 16,30, per permettere la partecipazione di alcuni consiglieri all’Assemblea annuale dell’ANCI alla Fiera del Levante. Intervengono i consiglieri Saccomanno, Palese, Potì e il Presidente della Giunta, Vendola. Nella discussione generale intervengono i consiglieri Giampaolo, Bonasora (sostituzione alla Presidenza del Presidente Pepe con il Vi- Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 4 – RESOCONTO STENOGRAFICO cepresidente Tarquinio), Ventricelli (sostituzione alla Presidenza del Vicepresidente Tarquinio con il Presidente Pepe), Palese, Sannicandro, Zullo, Marmo G., Damone, Tagliente, Potì, Saccomanno, Surico, Manni, Costantino. Segue la replica dell’assessore Lomelo. Interviene il Presidente della Giunta, Vendola. La seduta, sospesa alle ore 14,50, riprende alle ore 17,24 con la Presidenza del Vicepresidente Mineo. Il consigliere Damone, constatati i numerosi emendamenti, propone di convocare una Conferenza dei Capigruppo con il Governo al fine di valutare gli stessi e raggiungere una intesa. Il Consiglio concorda. La seduta, sospesa alle ore 17,26, riprende alle ore 18,42 con la Presidenza del Presidente Pepe. Il Consiglio procede con l’esame dell’articolato. Al termine, per dichiarazione di voto intervengono i consiglieri Marmo N., Zullo, Copertino, Potì, Maniglio, Palese, Damone. Il ddl, posto ai voti, è approvato a maggioranza con il voto contrario dei Gruppi AN, FI, La Puglia prima di tutto, L’Italia di mezzo e l’astensione del Gruppo UDC (risultano assenti i Gruppi DC-ind. movimento per l’autonomia, GpA, Nuovo PSI e il consigliere Surico). L’assessore Lomelo chiede che la legge venga dichiarata urgente. La richiesta posta ai voti, è approvata all’unanimità (risultano assenti i Gruppi DC-ind. movimento per l’autonomia, GpA, Nuovo PSI e il consigliere Surico). Il Presidente comunica che l’esame del punto 4) iscritto all’odg viene rinviato per la momentanea assenza del consigliere Chiarelli. Quarto argomento in discussione è la proposta di legge Saccomanno, Attanasio, Congedo, Lospinuso, Marmo N., Ruocco, Silvestris “Istituzione della Commissione d’indagine e di inchiesta per lo studio delle condizioni e per l’individuazione delle misure Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 atte a favorire la sicurezza delle persone nella Regione Puglia”. La relazione del consigliere Ventricelli, Presidente della II Commissione, viene data per letta. Il Consiglio procede con l’esame dell’articolato. Al termine il ddl, posto ai voti, è approvato all’unanimità (risultano assenti i Gruppi DCind. movimento per l’autonomia, GpA, Nuovo PSI, l’Italia dei valori, l’Italia di mezzo e il consigliere Surico). Il consigliere Palese chiede che la legge venga dichiarata urgente. La richiesta, posta ai voti, è approvata all’unanimità (risultano assenti i Gruppi DC-ind. movimento per l’autonomia, GpA, Nuovo PSI, l’Italia dei valori, L’Italia di mezzo e il consigliere Surico). Il Presidente comunica che è stato presentato un ordine del giorno a firma dei consiglieri Lospinuso, Mineo, Pentassuglia, Costantino, Tagliente. Saccomanno, Brizio, Pelillo, Scalera “Chiusura del centro di addestramento dell’aeronautica militare (ex SARAM) di Taranto” . Ne dà lettura. Al termine, l’odg, posto ai voti è approvato all’unanimità (risultano assenti i Gruppi DCind. movimento per l’autonomia, GpA, Nuovo PSI, l’Italia dei valori, l’Italia di mezzo e il consigliere Surico). Il Presidente dichiara tolta la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio. La seduta termina alla ore 20.17. Non essendovi osservazioni, il processo verbale s’intende approvato. Congedi PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Copertino, De Santis, Gentile, Palese, Riccardi, Romano, Scalera. Non essendovi osservazioni, i congedi s’intendono concessi. Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 5 – RESOCONTO STENOGRAFICO Risposte scritte ad interrogazioni PRESIDENTE. È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni: - Saccomanno, Attanasio, Congedo, Lospinuso, Marmo N., Ruocco e Silvestris: “Investimenti e appalti Acquedotto pugliese”; - Saccomanno e Marmo N.: “Disagio degli utenti dell’UAZ della provincia di Brindisi”; - Attanasio: “Avviso pubblico per il conferimento di un incarico quinquennale di direttore medico al Policlinico di Bari”; - Marmo N., Saccomanno, Attanasio, Congedo, Lospinuso, Ruocco e Silvestris: “Mancata applicazione dell’articolo 16 della legge regionale 3 agosto 2006, n. 25”. Assegnazioni alle Commissioni PRESIDENTE. Sono state effettuate le seguenti assegnazioni: Commissione I Disegno di legge n. 15 del 04/07/2007 “Rendiconto generale della Regione Puglia per l’esercizio finanziario 2006”; Disegno di legge n. 16 del 04/07/2007 “Legge di assestamento e di seconda variazione al bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2007”. Commissione II Richiesta parere deliberazione della Giunta regionale n. 560 del 15/05/2007 “L.r. 30/04/1980, n. 34, art. 1, lett. c) e art. 4. Adesione della Regione Puglia all’Osservatorio interregionale sulla cooperazione allo sviluppo (OICS)”; Richiesta parere deliberazione della Giunta regionale n. 871 del 19/06/2007 “L.r. 30/04/1980, n. 34. Adesione della Regione Puglia alla Fondazione ‘Giuseppe Di Vagno’”; Richiesta parere deliberazione della Giunta regionale n. 872 del 19/06/2007 “L.r. Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 30/04/1980, n. 34. Adesione della Regione Puglia alla Fondazione ‘Gianfranco Dioguardi’”; Richiesta parere deliberazione della Giunta regionale n. 907 del 19/06/2007 “L.r. 30/04/1980, n. 34. Adesione della Regione Puglia alla Conferenza delle Regioni periferiche marittime d’Europa (CPRM)”. Commissione III Proposta di legge a firma dei consiglieri Zullo, Damone, Pentassuglia “Norme per l’avvio, l’organizzazione e il funzionamento della banca regionale di sangue e cordone ombelicale”; Proposta di legge a firma dei consiglieri De Leonardis, Buccoliero, Canonico “Politiche regionali per la famiglia”; Richiesta parere deliberazione della Giunta regionale n. 828 dell’8/06/2007 “Adozione ‘Regolamento della distribuzione diretta di farmaci ai sensi dell’art. 12, punto 1, lett. e), della legge regionale 20 dicembre 2006, n. 39’” e regolamento regionale 18 giugno 2007, n. 15 pubblicato sul BURP 22 giugno 2007, n. 90. Commissione I (ai sensi dell’art. 13, comma 2, della l.r. 30/2003) Deliberazione della Giunta regionale n. 948 del 19/06/2007 “Art. 42, comma 1, legge regionale 16/11/2001, n. 28 e s.m.i. e art. 10, comma 1, legge regionale 16 aprile 2007, n. 11. Variazione amministrativa al bilancio di previsione anno 2007”. Commissione I (ai sensi dell’art. 13, comma 2, della l.r. 19/2005) Deliberazione della Giunta regionale n. 968 del 26/06/2007 “Finanziamento funzioni conferite in materia di conservazione e difesa del patrimonio boschivo ai sensi della legge 21 novembre 2000, n. 353, art 12, comma 2. Iscrizione in bilancio 2007 della somma di euro 92.486,00”. Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 6 – RESOCONTO STENOGRAFICO Commissione I (ai sensi dell’art. 10 comma 2, della l.r. 11/2007) Deliberazione della Giunta regionale n. 985 del 26/06/2007 “Art. 42, l.r. 28/2001 e art. 10, l.r. 11/2007. Variazione al bilancio di previsione 2007. Istituzione nuovi capitoli per l’iscrizione dei fondi assegnati per progetto gemellaggio tra la Regione Puglia e la Regione Emilia Romagna, dal Ministero dell’economia e finanze nell’ambito del progetto AGIRE QCS (Ob. 1) 2000-2006”; Deliberazione della Giunta regionale n. 987 del 26/06/2007 “PIC INTERREG III B ARCHIMED 2000-2006. Asse II ‘Trasporti e reti di comunicazione’ - Misura 2.1 ‘Sviluppo di trasporti efficaci e sostenibili’ - Obiettivi 2.1.2, 2.1.3. Progetto ‘SIMCO.DE.IGT’ (Spatial Impacts of Multimodal COrridor DEvelopment in gateway areas: Italy-Greece-Turkey). Approvazione del progetto e dello schema tipo di cinque disciplinari. Variazione di bilancio”; Deliberazione della Giunta regionale n. 988 del 26/06/2007 “PIC INTERREG III B ARCHIMED 2000-2006. ASSE II ‘Trasporti e reti di comunicazione’ - Misura 2.1 ‘Sviluppo di trasporti efficaci e sostenibili’. Progetto: ‘Med.In.Tra.D.E. (Mediterranean Integrated Transport for Development Enterprises). Approvazione del progetto e dello schema tipo di tre disciplinari. Variazione di bilancio”; Deliberazione della Giunta regionale n. 1012 del 26/06/2007 “L.r. 16/04/2007, n. 11 art. 10, comma 2 – Variazione compensativa al capitolo 411192/2007”; Deliberazione della Giunta regionale n. 1013 del 26/06/2007 “Legge 9/12/1998, n. 431 - art. 11 – Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione – Variazione al bilancio di previsione 2007. Aumento di stanziamento”; Deliberazione della Giunta regionale n. 1060 del 04/07/2007 “Bilancio di previsione 2007 – Variazione in aumento in termini di competenza e cassa – Somme a destinazione Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 vincolata – Istituzione nuovi capitoli di entrata e spesa”. Interrogazioni presentate PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti interrogazioni: - Marmo N. (con richiesta di risposta scritta): “Gravi danni ai pozzi irrigui dell’agro di Andria”; - Cioce (con richiesta di risposta scritta): “Sospensione corsi di lauree sanitarie dell’Università degli studi di Bari presso l’ospedale ‘Dimiccoli’ di Barletta”; - Stefano, Cappellini, Marmo G., Ognissanti, Olivieri e Pelillo (con richiesta di risposta scritta): “Interventi finanziari per attività culturali anno 2007”; - Stefano (con richiesta di risposta scritta): “Interventi finanziari a sostegno delle attività di spettacolo”; - Palese (con richiesta di risposta scritta): “Rischio declassamento aeroporti di Bari e Brindisi”; - Maniglio (con richiesta di risposta scritta): “Situazione di grave rischio ambientale dell’ex inceneritore SASPI”; - Buccoliero (con richiesta di risposta scritta): “Prevenzione da tumori dell’utero”; - Marmo N. (con richiesta di risposta scritta): “Grave crisi occupazionale nel comune di Spinazzola”; - Marmo N. e Lospinuso (con richiesta di risposta scritta): “Ritardi erogazione carburante agricolo”; - Pentassuglia: “Sospensione corso di laurea in professioni sanitarie nelle sedi di Barletta, Lecce e Taranto”; - Pentassuglia: “Richiesta di notizie in merito ai ritardi nell’avvio dei lavori di sistemazione del Polo medico ‘San Giovanni di Dio’ in Taranto”. Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 7 – VIII Legislatura RESOCONTO STENOGRAFICO Ordine del giorno PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca i seguenti argomenti: 1) Interrogazioni e interpellanze urgenti; 2) Interrogazioni e interpellanze; 3) Ufficio di Presidenza – Proposta di modifica dell’art. 6 del regolamento interno del Consiglio (rel. cons. Chiarelli); 4) Ufficio di Presidenza – Proposta di modifica dell’art. 57 del regolamento interno del Consiglio (rel. cons. Chiarelli); 5) Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale – Designazione di tre Consiglieri regionali, di cui due in rappresentanza della maggioranza e uno della minoranza (L.r. 3 agosto 2006, n. 25 art. 3, comma 1); 6) Prosieguo esame proposta di legge Cioce “Modifica alla legge regionale 30 dicembre 2005, n. 20 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2006 e bilancio pluriennale 2006-2008 della Regione Puglia)” (rel. cons. Ventricelli); 7) Proposta di legge Zullo, Damone “Istituzione di una commissione d’indagine sull’applicazione della legge regionale 3 aprile 1995, n. 12, recante norme relative agli interventi per la tutela degli animali d’affezione e prevenzione dal randagismo (rel. cons. Ventricelli); 8) Proposta di legge Saccomanno, Attanasio, Congedo, Lospinuso, Marmo N., Ruocco, Silvestris “Istituzione della Commissione d’indagine e di inchiesta sull’attuazione del programma operativo regionale (POR) 2000/2006, nonché sui fabbisogni, sulla programmazione degli interventi comunitari e sull’attuazione dei programmi per il periodo 2007/2013 nella Regione Puglia” (rel. cons. Ventricelli); 9) Proposte di legge Lonigro, De Leonardis, Potì, Pellegrino, Marino, Bonasora, Sannicandro, Damone, Cappellini “Recupero abi- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare 17 LUGLIO 2007 tativo di sottotetti esistenti” e Ognissanti “Recupero dei sottotetti, dei porticati, di locali seminterrati ed interventi esistenti e di aree pubbliche non autorizzate” (rel. cons. Mita); 10) DDL n. 08/2007 del 13/03/2007 “Promozione e riconoscimento dei distretti produttivi” (rel. cons. Stefano); 11) Proposta di legge statutaria Mineo, Maniglio, Costantino, Dicorato, Marino, Montanaro, Povia, Riccardi, Romano, Taurino, Ventricelli “Modifica degli articoli 22 e 44 dello Statuto della Regione Puglia” (rel. cons. Mineo); 12) Giunta regionale Deliberazione n. 1919 del 20/12/2006 “POR Puglia 2000-2006: Approvazione Rapporto annuale 2005 ai sensi dell’art. 37 del Reg. (CE) 1260/1999” (rel. cons. Potì); 13) Ordine del giorno Marmo N., Saccomanno, Attanasio, Congedo, Lospinuso, Ruocco, Silvestris del 20/07/2006 “Utilizzo di trucioli di legno di rovere per l’invecchiamento del vino”; 14) Ordine del giorno Chiarelli, Franzoso, Laurora, Baldassarre, Cassano, Damone, Loperfido, Brizio del 27/12/2005 “Adesione alle proposte di amnistia e indulto”; 15) Ordine del giorno Franzoso, Palese, Fitto, Cassano, Chiarelli, Damone del 02/02/2006 “Piano regionale di riordino della rete scolastica – anno 2006-2007”; 16) Ordine del giorno Palese del 28/02/2006 “Nomina dei Direttori generali delle Aziende sanitarie locali, ai sensi dell’art. 2, comma 5, della legge 1° febbraio 2006, n. 43”; 17) Mozione Lomelo del 21/03/2006 “Tutela degli animali per la produzione di pellicce”; 18) Ordine del giorno Marmo N., Silvestris del 22/05/2006 “Istituzione di sedi decentrate dell’Università di Bari e Foggia nella provincia di Barletta-Andria-Trani”; 19) Ordine del giorno Palese, Baldassarre, Caroppo, Copertino, Cera, Chiarelli, Damone, Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 8 – RESOCONTO STENOGRAFICO Loperfido, Rollo, Surico, Tagliente, Tarquinio, Vadrucci, Zullo del 03/07/2006 “AQP: licenziamento 36 lavoratori a tempo determinato”; 20) Mozione Palese, Saccomanno, Damone, Cera, Surico, Loperfido del 16/11/2006 “Legge Finanziaria 2007”; 21) Ordine del giorno Borraccino, Sannicandro, Mita, Manni, Bonasora, De Santis, Marmo G., Costantino, Gentile, Giampaolo del 31/07/2006 “Processo di pace in MedioOriente”; 22) Ordine del giorno Borraccino, De Santis del 25/09/2006 “Rigassificatori in Puglia”; 23) Ordine del giorno Saccomanno, Palese, Santaniello, Damone, Loperfido del 09/10/2006 “Dimissioni Ministro Lanzillotta”; 24) Mozione Cioce del 11/10/2006 “Tagli ai fondi previsti in finanziaria ai danni delle costituende province”; 25) Ordine del giorno Palese del 29/08/2006 “Assunzioni Acquedotto Pugliese”; 26) Ordine del giorno Costantino, Povia, De Santis del 29/11/2006 “Interventi per il sistema scolastico”; 27) Mozione Palese, Saccomanno, Damone, Cera, Surico del 09/01/2007 “Acquedotto pugliese s.p.a.”; 28) Mozione De Leonardis, Buccoliero, Canonico del 24/01/2007 “Interventi a tutela degli agricoltori pugliesi”; 29) Ordine del giorno Borraccino, De Santis del 22/01/2007 “Riduzione corsi di formazione per il personale della scuola Sottufficiali della Marina militare di Taranto”; 30) Ordine del giorno IV Commissione consiliare del 22/02/2007 “Disposizioni relative al Settore della distribuzione dei carburanti di cui al decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7”; 31) Mozione Canonico, Buccoliero, De Leonardis del 02/03/2007 “Piano regionale di sicurezza stradale”; 32) Ordine del giorno Marmo N. del 15/03/2007 “Problematiche derivanti dai nuovi adempimenti connessi all’instaurazione di rapporti di lavoro nel settore agricolo”; Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 33) Mozione Congedo, Saccomanno, Surico, Cera, Marmo N., Ruocco, Lospinuso, Palese, Zullo del 28/03/2007 “Distribuzione del ‘Norlevo’”; 34) Mozione Borraccino, De Santis del 13/04/2007 “Aeroporto Gino Lisa”; 35) Ordine del giorno Maniglio del 17/04/2007 “Emergenza mucillagine in Puglia”; 36) Mozione Borraccino, De Santis del 26/04/2007 “Pozzi irrigui nel territorio di Adelfia”; 37) Ordine del giorno Palese, Surico del 26/04/2007 “Emergenza mucillagine”; 38) Mozione Palese, Saccomanno, Damone, Cera, Surico del 30/04/2007 “Raddoppio S.S. 275 Maglie-Santa Maria di Leuca”; 39) Ordine del giorno Maniglio del 02/05/2007 “Solidarietà a Monsignor Bagnasco”; 40) Mozione Giampaolo, Borraccino, Lomelo, Sannicandro, Lonigro, Manni, Poti, Mita, Ventricelli, Bonasora del 17/05/2007 “Servizi di salute riproduttiva”; 41) DDL 27/03/2007 n. 12 “Abolizione libretto idoneità sanitaria per alimentaristi e formazione personale alimentarista” (rel. cons. Marino) (iscritta all’ordine del giorno ai sensi dell’art. 17 del regolamento interno del Consiglio). Comunico che la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi ha stabilito di concludere i lavori odierni entro le ore 14,30, in maniera tale da consentire ai consiglieri di partecipare al funerale della suocera del collega Palese. Dunque, colgo l’occasione per rivolgere al consigliere Palese le condoglianze più sentite. I punti che verranno esaminati sono il punto n. 3) all’ordine del giorno concernente la proposta di modifica dell’articolo 6 del Regolamento interno del Consiglio, il punto aggiuntivo concernente l’abolizione del libretto di idoneità sanitaria per gli alimentaristi, e il punto n. 10) relativo alla promozione e al riconoscimento dei distretti produttivi. Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 9 – RESOCONTO STENOGRAFICO Comunico altresì che le prossime sedute di Consiglio si terranno i giorni 24 e 25 luglio prossimo. Nel primo dei due giorni affronteremo in maniera organica la discussione sull’emergenza idrica. In quella circostanza ci sarà una relazione del Presidente e dell’assessore ai lavori pubblici; quindi avremo una visione organica di tutto quello che è accaduto a seguito di questa emergenza. Comunico, inoltre, che già dieci giorni fa, prima che scattasse l’emergenza idrica, la I e la V Commissione avevano incontrato i tecnici dell’Acquedotto pugliese assumendosi l’impegno di presentare un ordine del giorno molto organico, che ritengo, a questo punto, di inserire all’interno della discussione. Tale impegno è stato assunto dai consiglieri Potì e Palese. Ufficio di Presidenza – Proposta di modifica dell’art. 6 del regolamento interno del Consiglio PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto n. 3), reca: «Ufficio di Presidenza – Proposta di modifica dell’art. 6 del regolamento interno del Consiglio». Ha facoltà di parlare il relatore. CHIARELLI, relatore. Signor Presidente, colleghi consiglieri, lo scopo di questa modifica al Regolamento è quello di snellire ed agevolare l’attività legislativa del Consiglio regionale, approntando una regolamentazione in materia di Gruppi consiliari forse più restrittiva, ma che si pone lo scopo di porre termine ad una cattiva prassi consolidatasi negli ultimi anni. L’occasione che la presente proposta di legge ci offre è quella di partecipare alla risoluzione di un’esigenza reclamata da più parti. Tutte le forze politiche presenti e rappresentate in Commissione hanno condiviso la proposta dell’Ufficio di Presidenza, nessuna Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 rivoluzione in vista, comunque, per la composizione attuale dei Gruppi elettorali, avvenuta secondo il Regolamento tuttora in vigore. Una volta acquisito l’esito delle elezioni, con l’insediamento in Consiglio anche di singoli rappresentanti delle liste, eventuali variazioni dell’articolazione consiliare dovranno tener conto del minimo di tre componenti stabiliti per la costituzione di un Gruppo consiliare. I consiglieri che non intendano appartenere ad alcun Gruppo o quanti nel corso della Legislatura dichiareranno di volersi distaccare, costituiranno il Gruppo misto, sempre nel rispetto della limitazione fissata, indicando al Presidente del Consiglio l’appartenenza alla maggioranza o alla minoranza. Si può, pertanto, affermare senza ombra di dubbio che questa modifica segnerà, con la sua approvazione, una pagina importante nell’evoluzione e modernizzazione del nostro Regolamento. Aggiungo, inoltre, che a seguito del dibattito che si è sviluppato, soprattutto negli ultimi tempi, in ordine ai costi della politica, credo che questa riforma andrebbe solo a snellire l’iter, contribuendo senz’altro a ridurre enormemente i costi, anche in ordine a questo procedimento. PRESIDENTE. Il provvedimento in esame ha trovato il consenso unanime. Dunque, credo che si possa procedere celermente. Esame articolato PRESIDENTE. Non essendovi consiglieri iscritti a parlare nella discussione generale e non intervenendo il rappresentante del Governo regionale, passiamo all’esame dell’articolato. Do lettura della proposta di modifica del Regolamento interno del Consiglio regionale: «L’ art. 6 del Regolamento interno del Consiglio Regionale è sostituito dal seguente: (Adesione ai Gruppi) Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 10 – RESOCONTO STENOGRAFICO Entro cinque giorni dalla prima seduta, i Consiglieri sono tenuti a dichiarare all’Ufficio di Presidenza, per iscritto, a quale gruppo consiliare intendono appartenere. Per i Consiglieri che entrano a far parte del Consiglio nel corso della legislatura, il termine di cui al comma precedente è di dieci giorni dalla proclamazione. Costituiscono Gruppo, altresì, i Consiglieri, ancorché singoli, che siano stati eletti in una lista che abbia partecipato alle elezioni regionali. Nel corso della legislatura possono essere costituiti nuovi Gruppi consiliari solo per iniziativa di almeno tre o più Consiglieri. La costituzione di nuovi Gruppi consiliari deve essere immediatamente comunicata per iscritto dai Consiglieri che intendono costituirlo sia al Presidente del Consiglio e sia ai rispettivi Presidenti dei Gruppi a cui non intendono più aderire. Il Consigliere che, nel corso della legislatura, intende aderire ad un Gruppo consiliare diverso è tenuto a darne immediata comunicazione sia al Presidente del Consiglio, sia al Presidente del Gruppo a cui non intende più aderire e sia al Presidente del Gruppo a cui, dal momento della comunicazione, aderisce. I Consiglieri che non intendono appartenere ad alcun Gruppo ovvero quelli che nel corso della legislatura dichiarano di non voler più appartenere al Gruppo a cui avevano precedentemente aderito senza dichiarare l’adesione ad altro costituiscono, sempre con il rispetto del limite minimo di cui al precedente comma quarto, il Gruppo Misto. Il Consigliere componente del Gruppo Misto dichiara, altresì, al Presidente del Consiglio la propria appartenenza alla maggioranza od alla minoranza. Di tale appartenenza si tiene conto ai fini dell’applicazione del presente regolamento ed, in particolare, ai fini dell’attuazione delle disposizioni aventi ad oggetto la composizione delle Commissioni consiliari e di tutte le disposizioni che prevedono il rispetto proporzionale tra maggioranza e minoranza. Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 Allorquando un Consigliere regionale dichiara di aderire ad altro Gruppo, la relativa dotazione finanziaria viene assegnata al Gruppo a cui dichiara di aderire». È stato presentato un emendamento a firma del consigliere Maniglio, del quale do lettura: «Aggiungere al quinto capoverso dell’art. 6 dopo la parola “aderisce” le parole “previo assenso dello stesso”». In sostanza, il consigliere che decide di aderire ad un Gruppo deve ricevere l’assenso da parte del Gruppo medesimo. Credo che tale proposta sia corretta. CHIARELLI, relatore. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. CHIARELLI, relatore. Signor Presidente, per quanto ci riguarda riteniamo corretta l’osservazione. Pertanto, non solleviamo alcuna eccezione in ordine a questa aggiunta. SACCOMANNO. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. SACCOMANNO. Signor Presidente, nulla quaestio sulla sana osservazione formulata dal collega Maniglio. Tuttavia, il nostro Regolamento è totalmente carente sulla volontà dei Gruppi. Questa sarebbe, dunque, la prima norma che richiama tale volontà. Il collega Maniglio potrebbe assumersi l’incarico di predisporre un emendamento assieme al collega Chiarelli che coinvolga appieno le decisioni dei Presidenti dei Gruppi o dei Gruppi in generale. Il Gruppo di AN non può decidere, ad esempio, se Saccomanno debba rimanere o andarsene. In tal senso non esiste una norma parallela a quella proposta dal consigliere Maniglio. La ritengo corretta, ma incompleta. Poniamo il caso che il Gruppo di AN si riunisca per comunicare a Saccomanno che non fa più Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 11 – RESOCONTO STENOGRAFICO parte del Gruppo: non potrebbe appigliarsi ad una formula o ad un richiamo interno al Regolamento che dia questa autorità. Ebbene, non capisco per quale motivo, invece, tale autorità debba essere prevista in fase di accettazione. Il Regolamento, ad oggi, stabilisce che un consigliere possa aderire ad un Gruppo. Non esiste una formula che vincoli né l’accesso né l’uscita. Per questo motivo, a mio avviso, bisognerebbe completarlo. Intendo, comunque, avvisare la Presidenza che manca una norma che regolamenti l’eventuale uscita da un Gruppo, quindi la decisione da parte del Gruppo in tal senso. PRESIDENTE. Condividiamo questo emendamento in relazione ad un solo dato. Alla Camera dei deputati si procede nella maniera seguente: viene disciplinata l’uscita da un Gruppo e l’accettazione da parte del Gruppo che riceve il nuovo richiedente. Tutto il resto, chiaramente, potrebbe essere oggetto di osservazioni. Ad ogni modo, quando faremo la modifica organica terremo presente questa sua osservazione. Pongo ai voti l’emendamento a firma del consigliere Maniglio. È approvato. Pongo ai voti la proposta di modifica dell’articolo 6 del regolamento interno del Consiglio regionale, nel testo emendato. È approvata. DDL 27/03/2007 n. 12 “Abolizione libretto idoneità sanitaria per alimentaristi e formazione personale alimentarista” PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto aggiuntivo (n. 41), reca: «DDL 27/03/2007 n. 12 “Abolizione libretto idoneità sanitaria per alimentaristi e formazione personale alimentarista”». Ha facoltà di parlare il relatore. Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 MARINO, relatore. Signor Presidente, colleghi consiglieri, la sicurezza alimentare rappresenta un interesse primario della collettività intera e coinvolge trasversalmente a vario titolo le Istituzioni, il mondo produttivo, il mondo scientifico. La sicurezza alimentare è attualmente al centro della discussione per i cambiamenti tumultuosi che la tecnologia ha introdotto all’interno della nostra società. Il mondo istituzionale sta provvedendo con strumenti normativi ed organizzativi che richiedono un approccio multidisciplinare ed intersettoriale con la consapevolezza che vari fattori, integrati tra loro, determinano la qualità dei servizi e dei prodotti finali I due pilastri normativi su cui si fonda il rinnovamento dei sistemi produttivi ed il loro controllo sono: - la normativa europea sulla sicurezza dei cittadini che, con il Libro Bianco ed il Regolamento CE 178/2002, seguito dai Regolamenti CE 852-853-854-882/2004, focalizza l’attenzione al sistema di produzione degli alimenti, prevede la tracciabilità delle filiere produttive e istituisce l’Agenzia Europea per la sicurezza alimentare; - la riforma costituzionale dello Stato in senso federalista dalla quale scaturiscono nuovi rapporti, regole e cooperazioni tra Stato, Regioni ed Enti locali. Conseguentemente, nel campo della sanità pubblica in generale e anche della sicurezza alimentare, devono essere sviluppate ulteriormente le iniziative volte al miglioramento del sistema delle autonomie, nella ricerca di metodi innovativi di governo basati sulla efficacia e l’efficienza della gestione, sulla trasparenza e sulla garanzia di uniformità della tutela sanitaria dei consumatori a livello nazionale, evitando che si determini un contenzioso tra gli organismi titolari di tale tutela. Se il livello delle politiche che siamo chiamati a sviluppare per la sicurezza alimentare è quello che ho descritto, la funzione del libretto Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 12 – RESOCONTO STENOGRAFICO sanitario appare anacronistico. Infatti, la legge n. 283 del 30/04/1962, all’articolo 4, comma 1, prevede che “il personale addetto alla preparazione, produzione, manipolazione e vendita di sostanze alimentari deve essere munito di apposito libretto di idoneità sanitaria”. Le modalità per il rilascio e le caratteristiche del libretto sanitario sono state indicate nel DPR n. 327/80. Sin dalla Risoluzione 785/1982 l’OMS ha riconosciuto che le modalità con cui il libretto viene rilasciato sono inefficaci in termini di prevenzione, in quanto gli accertamenti sanitari condotti sul personale che manipola alimenti non sono validi per prevenire la diffusione delle malattie di origine alimentare, mentre l’aggiornamento e la formazione sulla corretta applicazione delle tecnologie per la sicurezza sono da considerarsi l’approccio preventivo più corretto insieme con l’implementazione di procedure di autocontrollo adeguate. Pertanto, sulla base delle suddette considerazioni, si rende necessario proporre il presente disegno di legge regionale per semplificare le procedure relative al rilascio del certificato di idoneità sanitaria ritenuta desueta alla luce dell’evidenza scientifica e della efficacia delle prestazioni. Lo schema del provvedimento consta di 9 articoli. In particolare (art. 2) vengono definiti i destinatari della presente legge (personale alimentarista, responsabile dell’industria alimentare); viene soppresso l’obbligo del libretto sanitario prevedendo in sostituzione misure di autocontrollo, formazione e informazione (art. 3); con la previsione dell’articolo 4 viene affrontata l’esigenza che la Giunta Regionale adotti un regolamento relativo all’attivazione dei corsi di formazione ed aggiornamento per il personale alimentarista; vengono individuate le competenze delle AA.SS.LL. in materia di vigilanza ed ispezioni (art. 5); si provvede a definire contenuti e modalità per lo svolgimento di campagne informative rivolte alla popolazione (art. 6); vengono individuati gli obbli- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 ghi del responsabile dell’industria alimentaria in materia di affidamento di mansioni a rischio al personale alimentarista (art. 7); con l’articolo 8 si prevede un regime sanzionatorio; da ultimo, l’articolo 9 prevede che nelle more dell’adozione da parte della Giunta regionale del regolamento vengano applicate le disposizioni di cui al decreto legislativo n. 155/1997. PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale. POTI’. Domando di parlare. PRESIDENTE.. Ne ha facoltà. POTI’. Signor Presidente, colleghi consiglieri, desidero manifestare la mia adesione all’iniziativa. Comunico inoltre che, insieme al collega Marino, ho presentato alcuni emendamenti tecnici al disegno di legge che ne facilitano la lettura. Li ho consegnati pochi minuti fa. Pertanto, chiedo che vengano esaminati contestualmente al disegno di legge. PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Damone. Ne ha facoltà. DAMONE. Signor Presidente, colleghi del Consiglio, anch’io condivido questa proposta di legge. Era arrivato il momento di abolire il libretto sanitario, in quanto era diventato merce di scambio, a livello di uffici, per i visti sui rinnovi. In questa norma, non comprendo in maniera concreta quale sia il controllo vero e sostanziale che le Aziende sanitarie dovrebbero effettuare. Si parla di autocertificazione, di autocontrollo, che dovrebbe essere comunicato all’Azienda. Diversamente, tutti saremmo bravi a fare una dichiarazione di autocontrollo, se poi sul piano probatorio non si potesse addurre la prova che tale autocontrollo si è verificato. Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 13 – RESOCONTO STENOGRAFICO Badate, gli alimenti vengono manipolati da tutti. È dunque corretta tutta la casistica prevista dal collega Marino, ma manca l’autocontrollo del soggetto tramite autodichiarazione. Credo che sia una situazione da valutare con estrema attenzione e grande rispetto. D’altra parte, siamo italiani e siamo abituati a certificare anche il sesso degli angeli. Tuttavia, nel momento in cui non vi è un controllo da parte dell’Azienda sanitaria, la popolazione rischia di subire un tipo di infezione. Dalle nostre parti, si registrano casi di epatite C molto sviluppata. Di conseguenza, avvertiamo la necessità che, almeno sotto questo aspetto, la gente esibisca gli esami di laboratorio all’ASL come prova di autocertificazione e autotutela fisica personale, il che significa anche tutelare gli utenti e i destinatari degli alimenti. PRESIDENTE. Non essendovi altri consiglieri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale. Esame articolato PRESIDENTE. Passiamo dell’articolato. Do lettura dell’articolo 1: Do lettura degli articoli successivi: 17 LUGLIO 2007 art .2 (Definizioni) 1. Ai sensi della presente legge si intende per: a) personale alimentarista: il personale addetto alla produzione, preparazione, manipolazione e vendita di sostanze alimentari, ivi compresi il conduttore dell’esercizio ed i suoi familiari che prestino attività, anche a titolo gratuito, nell’esercizio stesso, destinato anche temporaneamente a venire in contatto diretto o indiretto con le sostanze alimentari; b) responsabile dell’industria alimentare: il titolare, o il responsabile specificamente delegato, dell’attività di preparazione, trasformazione, fabbricazione, confezionamento, deposito, trasporto, distribuzione, manipolazione, vendita e somministrazione di prodotti alimentari. A questo articolo è stato presentato un emendamento (n. 1) a firma dei consiglieri Potì e Marino, del quale do lettura: «Alla lett. a) dopo la parola “manipolazione”, aggiungere le parole “deposito, trasporto, somministrazione”». Lo pongo ai voti. È approvato. all’esame art. 1 (Finalità) 1. La Regione, nell’esercizio delle funzioni ad essa spettanti ai sensi dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione, disciplina gli adempimenti cui deve attenersi il personale addetto alla preparazione, produzione, manipolazione, somministrazione e vendita di sostanze alimentari e di bevande, e promuove l’aggiornamento delle procedure e delle misure di prevenzione delle malattie trasmesse da alimenti. Lo pongo ai voti. È approvato. Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura Pongo ai voti l’articolo 2, nel testo emendato. È approvato. art. 3 (Soppressione dell'obbligo del libretto di idoneità sanitaria) 1. Dalla data di entrata in vigore della presente legge è soppresso l’obbligo del libretto di idoneità sanitaria di cui all'art. 14 della legge 30 aprile 1962, n. 283 (Modifica degli artt. 242, 243, 247, 250 e 262 del T.U. delle leggi sanitarie approvato con R.D. 27 luglio 1934, n. 1265: disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande). 2. Gli accertamenti sanitari e la relativa certificazione, previsti dall’articolo 14 della 1. 283/1962 e dagli articoli 37, 39 e 40 del decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 1980, Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 14 – RESOCONTO STENOGRAFICO n. 327 in materia di disciplina di produzione e vendita di sostanze alimentari e bevande, sono sostituti da misure di autocontrollo, formazione e informazione. 3. Dalla stessa data cessa l’obbligo di rinnovo del libretto di idoneità sanitaria per il personale alimentarista in possesso di libretto valido. 4. Le Aziende sanitarie locali sono tenute a rilasciare il libretto di idoneità sanitaria, anche dopo la scadenza dei termini di cui al comma precedente, ai soggetti che prestano attività lavorative nel settore alimentare in regioni ove sia richiesto il libretto medesimo. DAMONE. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. DAMONE. Signor Presidente, il comma 2 dell’articolo 3 recita: «Gli accertamenti sanitari e la relativa certificazione, previsti dall’articolo 14 della 1. 283/1962 e dagli articoli 37, 39 e 40 del decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 1980, n. 327 in materia di disciplina di produzione e vendita di sostanze alimentari e bevande, sono sostituti da misure di autocontrollo, formazione e informazione». In tale fattispecie noi dovremmo prevedere che l’autocontrollo sia documentato da una certificazione, anche se richiesta singolarmente al cittadino, che garantisca lo stato di salute. Badate, io potrei attestare con una dichiarazione il mio buon stato di salute, pur avendo l’epatite C, mai riscontrata, che è causa di infezione e di trasmissione di virus. Per questo motivo, a mio avviso, sarebbe necessario introdurre l’autocontrollo certificato dall’interessato dal punto di vista sanitario. Dovremmo formulare un emendamento a tal riguardo. SACCOMANNO. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 SACCOMANNO. Signor Presidente, non sono intervenuto all’inizio, ma quello che ha detto, in linea generale, il collega Damone mi sembra importante. Manca, infatti, una qualsiasi forma di controllo. Anche l’autocertificazione autocontrollata che si sta proponendo crea qualche problema. Faccio notare che, nell’articolo inerente la verifica, chiediamo il controllo solo per dovere di formazione e di informazione. Anche quando da parte della Comunità Europea c’è stato l’HACCP, la certificazione era obbligatoria e consulenziale, ossia si prevedeva un certificato prodotto su tutta la catena alimentare e quant’altro. Ritengo che lo Stato, e in questo caso la Regione, laddove rientri nella sua competenza, debba trovare – mi rivolgo al collega Marino, visto e considerato che non sono presenti gli assessori competenti – la strada per riparare a questa situazione. Insomma, stiamo parlando di una regione che esce dall’emergenza del colera. Pochi mesi fa abbiamo discusso perché la Regione Puglia – non era chiara la veridicità della notizia – parlava di colera. Una mattina qualsiasi abbiamo comunicato che l’emergenza era finita, aggiungendo che non occorreva più nulla. Voglio invitare questo Consiglio a nutrire un minimo di preoccupazione. Mi sembra strano esaminare un provvedimento di tale portata in assenza dell’assessore competente. Non voglio sollevare polemiche con il collega assessore, ma ritengo che si tratti di una norma certamente insufficiente in termini di garanzie. Gradirei che su questo argomento, importante per tutti, vi fosse un’interlocuzione con il Governo. Quali sono i sistemi di controllo nella vendita di mitili e verdure? Stiamo abolendo il libretto, ma stiamo anche sancendo norme di controllo di pura formazione, importante quanto si vuole. Tuttavia, bisognerebbe prevedere anche una norma transitoria che ci consenta di controllare l’efficacia del sistema, senza doverci accorgere tra qualche anno di aver Atti consiliari della Regione Puglia – 15 – SEDUTA N° 52 RESOCONTO STENOGRAFICO sbagliato. Quest’Aula, badate, si addosserebbe la responsabilità di aver deciso per una iperliberalizzazione del sistema. Signor Presidente, le chiedo di rendersi portavoce con l’assessore competente per sapere se ci sono delle misure adeguate. L’Aula deve ritrovare un interlocutore nel Governo su un argomento così importante. PRESIDENTE. d’accordo con lei. VIII Legislatura Sono perfettamente SACCOMANNO. In questo caso, potremmo sospendere la seduta e attendere l’arrivo dell’assessore competente. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’assessore Saponaro. SAPONARO, assessore al bilancio, alla programmazione, ai fondi strutturali e politiche comunitarie, alle finanze, all’economato, alla ragioneria, al controllo interno di gestione e al patrimonio. Signor Presidente, ai fini testé auspicati dai consiglieri Damone e Saccomanno, vorrei sapere se il riferimento è all’articolo 5 e se richiedono che sia ampliata l’attività di verifica. Inoltre, domando loro se hanno a disposizione una proposta migliorativa. SURICO. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. SURICO. Signor Presidente, il problema è che questa legge stabilisce norme di autocontrollo all’inizio di una attività. Tuttavia, noi sappiamo che esistono malattie che vengono trasmesse attraverso gli alimenti (salmonella, colera – per quanto riguarda il commercio di mitili – e via dicendo), di cui si potrebbero rendere responsabili anche i ristoratori. L’eventuale autocertificazione di stato di buona salute di questi soggetti sarebbe opinabile. Difatti, la certificazione la può fare essenzial- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare 17 LUGLIO 2007 mente il medico, basandosi su dati obiettivi, ovvero sugli esami di laboratorio oggi previsti (esami colturali, il tampone faringeo ed altri), come anche quelli sierologici per l’epatite C, B e quant’altro. Ebbene, io mi domando: a seguito di tale certificazione di stato di buona salute, nel prosieguo della loro attività, come verranno controllati i soggetti interessati? Se nel tempo un soggetto contrae un’epatite C, una salmonellosi o una tubercolosi – sapete che oggi la tubercolosi, con ceppi altamente resistenti, sta diventando un nuovo incubo per l’Italia e i Paesi europei – in che modo verrà controllato, dal momento che si renderà veicolo di queste malattie? Credo, quindi, che dovrebbero essere le AA.SS.LL. ad accertare e a garantire almeno le prove basilari e i controlli semestrali ai soggetti che sono a diretto contatto, altrimenti la formazione così intesa sarebbe giustissima, ma non prevedrebbe l’accertamento diagnostico. A mio avviso, l’articolo 5 andrebbe integrato specificando che le AA.SS.LL. dovrebbero fornire, a garanzia del cittadino e degli operatori, degli esami di base che possiamo anche specificare. POTI’. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. POTI’. Signor Presidente, stiamo discutendo dell’articolo 3 e non abbiamo letto l’articolo 4 che parla della formazione del personale alimentarista e recita che la Giunta regionale, entro quattro mesi dalla pubblicazione della legge «definisce con proprio atto regolamentare» proprio quanto noi vorremmo anticipare nella discussione su questo articolo. Quindi, tutte le perplessità e tutto quello che si è detto saranno oggetto di regolamento che la Giunta dovrà definire entro quattro mesi. PRESIDENTE. Voglio avanzare la propo- Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 16 – RESOCONTO STENOGRAFICO sta più costruttiva di sospendere la trattazione di questo articolo, in quanto mi giunge notizia che l’assessore Tedesco sta per completare l’incontro con i sindacati. Se lo ritenete, potremmo accantonare momentaneamente la trattazione dell’articolo 3 e procedere all’esame degli altri articoli, oppure prendere in esame il provvedimento iscritto al punto n. 10) dell’ordine del giorno. Non essendovi osservazioni, passiamo all’esame del punto n. 10). DDL n. 08/2007 del 13/03/2007 “Promozione e riconoscimento dei distretti produttivi” PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto n. 10), reca: «DDL n. 08/2007 del 13/03/2007 “Promozione e riconoscimento dei distretti produttivi”». Ha facoltà di parlare il relatore. STEFANO, relatore. Signor Presidente, colleghi consiglieri, cercherò di sintetizzare la relazione che abbiamo ritenuto accompagnasse la legge istitutiva dei distretti produttivi e che risulta essere abbastanza corposa, in quanto mira a chiarire i contenuti innovativi che questo testo di legge porta nella disciplina pugliese. Il testo di legge portato all’esame dell'Aula è il frutto di un’attività di concertazione, che ha coinvolto tutti i soggetti variamente interessati ai temi dello sviluppo e ne rappresenta il punto più alto di sintesi possibile. Un processo di confronto straordinario che ha visto al lavoro le parti sociali, le imprese pugliesi, le associazioni di categoria e sindacali insieme alla Commissione sviluppo economico da me rappresentata, al Governo rappresentato dall'assessore allo sviluppo economico, alla tecnostruttura ed ai consulenti che ci hanno affiancato in questo percorso, contribuendo fattivamente a scrivere, a più mani, un testo unanimemente condiviso e già oggetto di significativa attenzione da parte di altre realtà regionali. Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 I distretti industriali sono entità socioterritoriali in cui una comunità di persone ed una popolazione di imprese si integrano reciprocamente. Le imprese appartengono prevalentemente ad uno stesso settore industriale, ciascuna di esse è specializzata in prodotti, parti di prodotto o fasi del processo di produzione e si caratterizzano per essere numerose e di modesta dimensione. Il legislatore italiano ha riconosciuto alle Regioni la prerogativa di definire e localizzare i distretti industriali, anche ai fini dell’erogazione di finanziamenti ed agevolazioni, sin dal 1991, con la legge n. 317 del 5 ottobre. Pur in presenza di un corposo impianto normativo, non tutte le Regioni hanno provveduto alla individuazione dei distretti industriali sui territori di loro competenza. Tra queste, la Puglia, sebbene esistano poli con processi di crescita localizzati e cumulativi che hanno reso possibile lo sviluppo di interi territori. Due i principali motivi del mancato riconoscimento dei distretti produttivi pugliesi, fattore negativo, questo, per la crescita dei sistemi di imprese: in primo luogo, la Puglia è una delle poche regioni meridionali che, come confermano recenti studi di ISTAT e di Banca d’Italia, ha una organizzazione dell'industria basata su aggregazioni territoriali di imprese; in secondo luogo, un’attenta analisi dell’utilizzo dei fondi per lo sviluppo (europei e nazionali) rileva l’assenza di realizzazioni di sistema rivolte all’innovazione, alla internazionalizzazione e alla crescita dimensionale delle imprese e la quasi esclusiva prevalenza di strumenti di tipo “generalista” rivolti all’incremento della capacità produttiva delle singole imprese. Il mancato riconoscimento dei distretti produttivi in Puglia ci offre oggi l’opportunità di operare scelte che, facendo tesoro degli errori altrui, tarano strumenti normativi che si adeguano meglio ai processi di globalizzazione ed internazionalizzazione dell’economia mondiale. Pur non avendo mai messo in discussione la grande opportunità di impostare la politica in- Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 17 – RESOCONTO STENOGRAFICO dustriale regionale per specializzazioni territoriali, è opportuno tenere ben presente che le configurazioni “tradizionali” dei distretti industriali sono in crisi e attraversate da profondi processi di trasformazione negli assetti organizzativi e funzionali. Crisi riconducibile alla globalizzazione e all’affermazione dei princìpi della cosiddetta “produzione snella”. La globalizzazione induce nuove minacce, ma anche rilevanti opportunità per le PMI dinamiche ed innovative: si amplia su scala globale lo spazio economico entro cui si ricompone la catena del valore nei sistemi locali di sviluppo, favorendo nel contempo l’allargamento su scala internazionale dei mercati di sbocco e dei tradizionali bacini di decentramento delle imprese. I mutamenti richiamati danno luogo a “sistemi di specializzazione territoriale” differenti dai tradizionali distretti, sostanzialmente perché un numero crescente di imprese opera per un mercato di riferimento più ampio, anche globale, rispetto a quello strettamente collegato alla filiera locale. Occorre, pertanto, favorire le forme organizzative delle reti e dei gruppi di impresa in modo da consentire il raggiungimento di scale adeguate nelle funzioni strategiche della catena del valore e favorire lo sviluppo di nuovi rapporti di collaborazione programmata. Queste considerazioni, insieme alla volontà del Governo regionale pugliese di incidere in maniera significativa sullo sviluppo economico della regione, hanno determinato la necessità di un nuovo strumento di politica industriale regionale. Aspetto rilevante della legge all’esame del Consiglio è che essa si è proposta di “normare” in tema di distretti produttivi e non già di distretti industriali, consentendo di promuovere, sostenere e favorire iniziative e programmi di sviluppo su base territoriale da parte dei sistemi di imprese che operano nei settori dell’agricoltura, della pesca, dell’artigianato, dell’industria, del turismo, del commercio e Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 dei servizi alle imprese. Non più, dunque, una visione per singolo comparto produttivo, ma una politica dello sviluppo per la quale i singoli anelli della catena del valore possono appartenere anche a settori produttivi differenti. L’idea di distretto produttivo alla base di questa legge regionale tiene conto delle trasformazioni intervenute nel sistema organizzativo delle imprese. Trasformazioni che hanno mutato il rapporto tra imprese e quello tra territori, ridefinito le gerarchie e che fanno emergere l’importanza della dotazione di nuove risorse strategiche per la competizione globale. In particolare, emerge la capacità dei territori di dotarsi di intense capacità di ricerca ed innovazione tecnologica in grado di tessere adeguate forme di collaborazione con il sistema delle imprese ed alimentare processi di cambiamento, tanto dei comparti tradizionali, quanto di nuove attività imprenditoriali a più elevata intensità di ricerca ed innovazione. L’impianto legislativo pugliese che oggi proponiamo al Consiglio non si concentra solo sulla contiguità territoriale dei sistemi di produzione, ma riconduce nel concetto di distretto produttivo, con una prospettiva fortemente innovativa, quattro differenti tipologie: a) le istituzioni ed i gruppi di imprese legate per tipo di specializzazione orizzontale (comparti produttivi) e/o verticale (filiere produttive), appartenenti ad un ambito territoriale definito costituito da uno o più comuni confinanti (distretto tradizionale); b) le reti di imprese, legate per tipo di specializzazione orizzontale (comparti produttivi) e/o verticale (filiere produttive) per attività collegate ed integrate, appartenenti ad uno o più ambiti territoriali anche non confinanti tra loro, con il coinvolgimento delle istituzioni operanti nei suddetti ambiti; c) i distretti produttivi ad elevato contenuto tecnologico (c.d. distretti tecnologici) nei quali ha maggiore rilevanza la presenza di attività di Ricerca e Sviluppo (università, centri di ricerca pubblici e privati, laboratori di Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 18 – RESOCONTO STENOGRAFICO imprese innovative); d) i sistemi turistici locali ai sensi dell’articolo 5 della legge 29 marzo 2001 n. 135 (Riforma della legislazione nazionale del turismo) e dell’articolo 5 della l. r. 11 febbraio 2002 n. 1 (Norme di prima applicazione dell’art. 5 della legge n. 135/2001 riguardanti il riordino del sistema turistico pugliese) e delle relative norme di attuazione; e) i distretti produttivi basati su relazioni fra imprese che interessano territori di più regioni, anche al di fuori del territorio nazionale (distretto transregionale e transnazionale). Tale ultima tipologia di distretto rappresenta l’aspetto di grande interesse, perché consente di innescare una dinamica evolutiva nel processo di internazionalizzazione, per la quale i sistemi distrettuali possono giungere a delocalizzare fasi della catena del valore. Altro elemento di rilevanza strategica è il modello di governance individuato per i costituendi distretti in Puglia. A differenza, infatti, della quasi totalità della legislazione regionale vigente, la nascente legge regionale non sceglie un percorso di individuazione dei distretti di tipo burocratico-amministrativo, che parta cioè dalla delimitazione di un’area intercomunale di specializzazione produttiva (basando la stima degli indicatori sui dati obsoleti dei censimenti), ma passa all’individuazione per legge dei soggetti e della loro rappresentanza negli organi di governo ed arriva alla definizione degli interventi e delle specifiche leggi di finanziamento. Il percorso scelto dalla Regione Puglia si basa sull’idea – ed è questa la portata innovativa – che i distretti produttivi esistono solo se esistono i soggetti e con essi la capacità di esprimere “progettualità di sistema”. Si sceglie quindi una strada differente che tiene conto delle trasformazioni intervenute nei sistemi produttivi locali: c’è un distretto non per scelta statistico-amministrativa, ma per la capacità delle imprese di esprimere bisogni collettivi. Gli elementi qualificanti il distretto produttivo sono dunque i soggetti, rappresentati dal Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 Comitato di distretto, e la capacità progettuale, che si manifesta nel Programma di sviluppo del distretto. Va sottolineato altresì che un ruolo preminente è assunto, come è giusto che sia, dalle imprese che partecipano all’individuazione ed al cofinanziamento delle iniziative e che nel Comitato di distretto hanno una rappresentanza maggioritaria rispetto agli altri soggetti (altro elemento di portata innovativa): solo le imprese sono in grado, infatti, di individuare i fabbisogni realmente necessari ad incrementare la competitività del sistema di appartenenza. Gli altri soggetti, pubblici e privati, possono partecipare, vigilare sul raggiungimento delle finalità, promuovere, coordinare gli interventi per le imprese con altri interventi di sistema. Ma le iniziative per i distretti devono essere responsabilmente individuate dalle imprese e realizzate per le imprese. I soggetti che partecipano ad un distretto produttivo sono dunque: a) le imprese operanti nel territorio regionale; b) le associazioni di categoria e sindacali; c) gli Enti e associazioni pubbliche, aziende speciali, Camere di Commercio, società a partecipazione pubblica; d) le associazioni private, fondazioni, consorzi e associazioni non formalizzate; e) le Istituzioni pubbliche e private riconosciute, attive nel campo dell’istruzione e della formazione professionale, della promozione, della innovazione e della ricerca, finalizzate allo sviluppo del sistema produttivo. La legge sui distretti – e mi avvio a conclusione – non pone alcun onere a carico del bilancio regionale. I Distretti produttivi, infatti, hanno come scopo principale la promozione degli interventi di sistema. I contributi regionali per l’attuazione dei Programmi di sviluppo provengono da fondi comunitari e statali e sono erogati a favore dei soggetti pubblici, privati o di natura mista responsabili dell’attuazione delle iniziative inserite nel programma. Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 19 – RESOCONTO STENOGRAFICO Dopo l’approvazione in Giunta Regionale, avvenuta nell’agosto del 2006, di una prima bozza del disegno di legge sui distretti produttivi, è stata avviata, con una forma di collaborazione stretta tra Assessorato e Commissione, attraverso tutte le Province pugliesi e con il loro ausilio, una fase di divulgazione ed illustrazione del testo normativo. Ciò nella consapevolezza che i distretti produttivi rappresentano il primo vero strumento di politica industriale di cu la Puglia si doterà e che una politica industriale regionale, per essere realmente efficace, deve essere condivisa dai soggetti coinvolti. Ne è scaturito un confronto serrato che ha consentito di raccogliere i suggerimenti dei soggetti interessati, utili al miglioramento del testo di legge. In estrema sintesi è emerso dalle audizioni, anche in sede di IV Commissione, una grande attesa per l’emanazione della legge, in quanto i distretti produttivi sono ritenuti da tutti uno strumento indispensabile di politica industriale. Inoltre si è registrata una sostanziale condivisione del testo già approvato. I giudizi positivi sono stati riferiti essenzialmente: al riconoscimento dei distretti che non prevede un iter burocratico amministrativo, ma la capacità delle imprese di esprimere progettualità strategica di sistema, finalizzata a realizzare gli obiettivi della legge; al riconoscimento dei distretti produttivi e non dei distretti industriali, consentendo di superare una visione dello sviluppo per singolo comparto produttivo, perseguendo una politica in cui i singoli anelli della catena del valore possono appartenere anche a settori produttivi diversi, oltre che a territori non confinanti; alla possibilità che la legge favorisca l’aggregazione tra imprese creando sinergie tra imprenditori e territorio; all’assenza di limiti territoriali nella definizione del distretto che consente di riconoscere anche i distretti transnazionali oltre ai distretti tradizionali, alle reti d’impresa ed ai distretti tecnologici; alla semplificazione delle procedure di erogazione delle agevola- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 zioni in presenza di soggetti pubblici o misti richiedenti. Alcuni di questi aspetti scaturiscono dalla scelta di affidare un ruolo preponderante alle imprese, altri potranno certamente essere chiariti in sede di regolamento, considerato che la legge, per conservare una sua opportuna snellezza normativa, non poteva (e non voleva) affrontare aspetti di mera esecuzione. Infine, non è superfluo sottolineare che i distretti produttivi, oltre a rappresentare uno strumento di politica industriale regionale, intendono essere uno strumento di razionalizzazione e di concentrazione della spesa dei prossimi fondi strutturali, attraverso la realizzazione di progetti di filiera e di rete rivolti alla creazione di beni collettivi nel campo della logistica, dell’innovazione, della formazione e dell’internazionalizzazione, soprattutto nei settori tradizionali del made in ltaly. Non v’è dubbio che nelle nuove concezioni di politica industriale e di sostegno ai sistemi produttivi, assumono un ruolo rilevante i processi di innovazione a livello di impresa (singola e/o associata), di distretto e di filiera. Perciò le politiche rivolte allo sviluppo delle capacità innovative rivestono un ruolo sempre più pregnante. In particolare, perché devono essere rivolte a migliorare la capacità di applicare e sfruttare industrialmente i risultati della ricerca scientifica. Nuove concezioni che richiedono nuovi modelli di interpretazione dei sistemi territoriali e di imprese, dei distretti e dei cluster. A ciò si aggiunge il rilievo centrale assunto dai processi di internazionalizzazione. Infatti, in linea con la strategia di Lisbona che mira, tra l’altro, a garantire l’apertura e la competitività dei mercati all’interno e al di fuori dell’Europa, raccogliendo i frutti della globalizzazione, la visione strategica della Regione Puglia in tema di internazionalizzazione verte sull’intensificazione dei processi di partenariato, integrazione ed apertura internazionale e sulla valorizzazione del ruolo dell’Amministrazione regionale e del sistema Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 20 – RESOCONTO STENOGRAFICO delle autonomie locali quale propulsore delle strategie di sviluppo e competitività internazionale del territorio. Tale visione si declina attraverso interventi tesi a valorizzare le diverse componenti di attratività regionale e locale, ponendo al centro le esigenze di crescita competitiva delle imprese nella nuova dimensione globale del mercato e puntando alla riqualificazione del territorio e dei sistemi produttivi, culturali e turistici locali in ambito internazionale. Mi sia consentito, in chiusura, un ringraziamento, non di rito, ai consulenti e alla tecnostruttura della Commissione, in particolare al suo dirigente, per il prezioso lavoro di supporto ancora una volta assicurato. Un eccellente sostegno al lungo lavoro effettuato che ha reso possibile anche avere oggi un testo particolarmente snello ed efficace, grazie all’apporto costruttivo – di questo voglio rendere merito in Aula – di tutta la Commissione e dei colleghi commissari della minoranza, che hanno saputo e voluto approcciarsi al tema con incoraggiante spirito di collaborazione e sensibilità costruttiva. La IV Commissione, dopo approfondito esame, ha espresso parere favorevole alla disciplina in oggetto ed invita il Consiglio ad approvarla nel testo proposto. PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale. È iscritto a parlare il consigliere Nicola Marmo. Ne ha facoltà. MARMO Nicola. Signor Presidente, colleghi, ringrazio il Presidente della Commissione per aver a sua volta ringraziato i consiglieri di minoranza, che hanno partecipato alla discussione di questo disegno di legge. Da parte mia, rammento invece di non avere potuto partecipare alla discussione, soprattutto nella fase finale, perché quel giorno ero assente dalla Commissione. Siamo, dunque, costretti a fare quest’oggi i rilievi che avrem- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 mo voluto fare in quella sede, alcuni dei quali di dettaglio nella stesura del disegno di legge. La sostanza, però, che ritengo fondamentale e sulla quale voglio richiamare l’attenzione dell’assessore e del Presidente della Commissione, è che viene data una prevalente importanza alla direzione tecnica delle scelte della politica nei distretti, mentre non viene data assoluta rilevanza alla programmazione della politica, ovvero della Regione. Credo che questo sia un elemento di grande rilievo. La mancanza di direzione, di direttive e di scelte politiche, nonché di pianificazione e di programmazione della Regione, lasciano una libertà di movimento che potrebbe essere invece non costruttiva dal punto di vista della finalizzazione delle competenze dei distretti a cui si vuol far riferimento. Altro elemento importante è la mancanza di un accenno, di un pur vago riferimento ai distretti rurali e agroalimentari della nostra Regione, anch’essi distretti che rappresentano il made in Italy e i prodotti di Puglia, che hanno una propria particolarità e originalità, e che si differenziano dalle altre Regioni e dalle Nazioni, con la considerazione che i distretti agroalimentari e rurali assenti da questa normativa non possono e non potranno mai avere una identificazione puntiforme. Il distretto di Foggia, per esempio, non potrà identificarsi come il distretto che lavora il pomodoro, dal momento che questo viene prodotto anche dai distretti di Brindisi e Lecce; così il distretto dell’olio di oliva non potrà essere identificato con il territorio solo di Bari o solo di Foggia, dal momento che l’olio viene prodotto anche a Brindisi, Taranto, Lecce. Lo stesso discorso vale per tutte le altre specialità. Oggi manca questa peculiarità. Quelli che erano gli argomenti di un disegno dell’assessorato all’agricoltura non sono infatti né contenuti, né evocati in questo disegno di legge. Passo ai miei rilievi di dettaglio che ritengo siano importanti. Il ddl in questione sembre- Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 21 – RESOCONTO STENOGRAFICO rebbe contenere, come ho detto, alcune indicazioni appartenenti al disegno di legge sui distretti rurali ed agroalimentari, ma nei fatti tiene conto solo relativamente delle indicazioni che definiscono tali distretti all’articolo 13 del decreto legislativo n. 228 /2001. L’articolo 1, comma 2, e l’articolo 4, comma 6, evidenziano la necessità che il riconoscimento dei distretti sia deliberato a seguito della verifica dei criteri, ma in nessun articolo del testo si elencano i criteri. L’articolo 1, comma 3, indica genericamente la modifica di leggi regionali per adeguarle alle esigenze di armonizzazione con il presente ddl, ma manca un allegato, una relazione di riferimento o un articolo con l’elenco delle leggi da modificare. L’articolo rimane dunque solo una enunciazione di princìpi. D’altra parte, le modifiche alle leggi vigenti dovrebbero essere effettuate prima che entri in vigore la legge sui distretti, per evitare di determinare dei contrasti operativi, soprattutto in sede di predisposizione dei programmi di sviluppo, da parte dei comitati di distretto. Lo stesso articolo 1, al comma 4, fa riferimento a programmi di intervento della Regione, nei quali sarebbero inclusi i distretti. In tali programmi – sia nei piani operativi FESR e Fondo sociale europeo, sia nel PSR – vi è solo un accenno ad alcune modalità operative, ma non è definito come si pongono in relazione i programmi di sviluppo dei distretti con il Piano operativo ed il PSR, né sono definite le procedure per conferire funzioni operative ai distretti. Le grandi enunciazioni contenute nella relazione del Presidente della Commissione trovano, quindi, un contrasto formale e fondato proprio nell’articolato stesso della legge. Si veda, per esempio, il capitolo delle modalità attuative del PSR 2007-2013 adottato dalla Giunta regionale. L’articolo 2 è titolato «Definizioni», ma i diversi commi non contengono alcuna definizione. L’articolo 2, al comma 2, fa riferimento ad una progettualità stra- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 tegica comune, del sistema delle imprese, ma questo, come si concilia con le aree vaste, previste nel piano operativo FESR e le aree rurali, nelle diverse tipologie previste dal PSR? Quali saranno effettivamente i soggetti che opereranno sul territorio? All’articolo 3 si dice che i soggetti promuovono il riconoscimento dei distretti, ma sarebbe più corretto dire che ne promuovono la costituzione, in quanto il riconoscimento è competenza della Regione. L’articolo 3 dispone, inoltre, che le imprese si mettano insieme per costituire il distretto, ma non si fa riferimento ad una qualsiasi delle forme giuridiche previste dal Codice civile e dalla normativa in vigore. Inoltre, sembra che le imprese promuoverebbero la costituzione dei distretti tecnologici, che sono a rilevanza di soggetti pubblici e privati che operano nella ricerca, come recita l’articolo 2, comma 4, punto b). L’articolo 4, al comma 1, ripete l’errore di utilizzare il termine «riconoscimento» invece di «costituzione»; sarebbe, dunque, da riscrivere per maggiore chiarezza. L’articolo 4, al comma 4, prevede che possano costituirsi sullo stesso territorio diversi distretti, a scapito della necessità di una maggiore integrazione fra attività e imprese dei diversi settori produttivi, specie nel settore agroalimentare e agroindustriale. La Regione proporrebbe aggregazione, ma nulla viene detto per il caso in cui tale aggregazione non venisse effettuata. Potrebbe esserci un non riconoscimento o una mancata approvazione dei programmi di sviluppo? L’articolo 2, comma 6, fa riferimento agli indirizzi regionali di politica di sviluppo economico. Ebbene, quali sono? È evidente che non ci sono e non ci saranno, se è vero come è vero – il Presidente della Commissione l’ha riferito – che prevale l’orientamento dei distretti, senza alcun indirizzo politico generale della nostra Regione. L’articolo 6, comma 3, prevede che il segretario del comitato possa essere scelto fra Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 22 – RESOCONTO STENOGRAFICO soggetti esterni al comitato. Anche con questa figura vale il principio «non sono riconosciuti oneri finanziari»? L’articolo 7, comma 1, lettera e), prescrive che nei programmi di sviluppo si faccia riferimento all’entità e al tipo di risorse pubbliche necessarie per realizzare gli investimenti. Dove trovano le indicazioni i comitati per citare la fonte delle risorse pubbliche? Inoltre, non vi sarà nessun bando? Oppure sarà fatto a sportello? Credo che siano tutte domande pertinenti che non trovano alcuna risposta né nell’articolato di legge, né nella relazione del Presidente della Commissione. Sempre l’articolo 7, al comma 2, prevede che non saranno ammessi al finanziamento progetti di singole imprese. Come sarà articolato il programma di sviluppo del distretto, qualora le singole imprese, che dovrebbero cofinanziare gli investimenti strutturali e infrastrutturali collettivi, avessero anche bisogno di un adeguamento o un potenziamento tecnologico delle proprie strutture private? La legge andrebbe notificata, signori assessori, a Bruxelles, in quanto l’eventuale cofinanziamento è pur sempre un aiuto di Stato. Quindi, questa dovrebbe essere per noi la prima approvazione e dopo la notifica a Bruxelles il Consiglio regionale dovrebbe approvarla nuovamente. L’articolo 7, comma 5, prevede che i benefìci del programma di sviluppo siano estesi anche a imprese fuori regione, transregionali e transnazionali. Ciò significa che le eventuali risorse finanziarie potranno essere erogate anche a queste imprese fuori regione? Il comma dovrebbe essere scritto molto più chiaramente, come abbiamo già riferito in Commissione al Presidente della Commissione. L’articolo 8, comma 1, richiede l’invio di copia del programma di sviluppo anche alla Provincia in cui è ubicato almeno un terzo delle imprese. Ebbene, che cosa succede nel caso in cui vi dovesse essere parità di numero di imprese? Non è citato alcun criterio dimensionale o di fatturato. Come potrebbe una Pro- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 vincia esprimere il parere anche per le imprese fuori provincia? L’articolo 8, comma 3, prevede un ulteriore riconoscimento contestualmente all’approvazione, ma con quali modalità e criteri non è detto nel programma di sviluppo del distretto. L’articolo 8, inoltre, contiene i commi 4 e 5 che sembrano doppioni. Sarebbe opportuno unificarli in un unico comma, da scrivere in maniera più chiara. L’articolo 9, comma 1, prevede che nei programmi di sviluppo siano riservate quote di azioni e misure: di che si tratta? Non è chiarito in nessun’altra parte dell’articolo. Sembrerebbe che l’articolo si riferisca a disponibilità di risorse finanziarie previste per la realizzazione di misure dei piani operativi e del PSR. Tuttavia, come si conciliano le cose? L’articolo 10 chiarisce che la presente legge non prevede oneri finanziari a carico del bilancio regionale. Come si procede, allora, al cofinanziamento? Almeno un riferimento alle fonti finanziarie di diversa derivazione – regionale, nazionale o comunitaria – dovrebbe essere contenuto nell’articolo. Resta il fatto che chi deve valutare i programmi di sviluppo dei distretti deve conoscere molto bene se vi sia compatibilità con gli obiettivi, le strategie e le normative regionali, nazionali e comunitarie relative alle diverse tipologie di investimento. Cari colleghi consiglieri, queste brevi annotazioni di dettaglio fanno emergere un sintomo della nostra volontà di procedere all’approvazione di leggi per tappe forzate. Denuncio, ancora una volta, la mancanza di un ordine preciso nel procedimento legislativo. Qui si vogliono fare leggi, tanto per fare leggi. Non si vogliono fare leggi al meglio per affrontare il mondo economico della nostra regione e per metterlo nelle condizioni di operare con chiarezza. I rilievi che ho appena concluso di elencare sono in gran parte rilievi formali e rilievi concettuali che denotano una cattiva conoscenza Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 23 – RESOCONTO STENOGRAFICO di altre leggi regionali e che non disegnano alcun collegamento con le altre leggi regionali e con i Piani operativi regionali. Una minore fretta sarebbe stata più salutare nella redazione di un disegno di legge che potesse essere più chiaro, più efficiente e più evidentemente collegato agli interessi del mondo produttivo. Alla luce di queste considerazioni, dichiariamo la nostra opinione di insufficiente elaborazione del disegno di legge in oggetto e, naturalmente, lasciamo all’assessore e all’Aula la possibilità che vengano corretti quegli aspetti che sono assolutamente poco chiari e che non danno alcuna garanzia di un’esatta applicazione degli intendimenti, che sono nelle nostre intelligenze, di voler affrontare una realtà economica e andare incontro alle esigenze di un mondo che vive in un’epoca di globalizzazione, che ha necessità di avere regole chiare, elastiche e fortemente legate al territorio. PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MINEO PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Vadrucci. Ne ha facoltà. VADRUCCI. Signor Presidente, colleghi del Consiglio, rimandando alcune considerazioni di merito all’esame dell’articolato del disegno di legge, mi interessa sottolineare alcuni aspetti di carattere generale che rendono la scrittura del Regolamento attuativo, o comunque delle norme di attuazione di questa legge, un momento importantissimo. Alcuni dei rilievi sottolineati dal collega Marmo, infatti, sono sicuramente rilevanti e degni di essere presi in considerazione. Credo, però, che vadano sottolineati alcuni aspetti che pongono questa legge sicuramente in una posizione di vantaggio e di accoglimento di tutto ciò che il partenariato sociale ha prodotto. Molto opportunamente, credo, per la Puglia sono stati denominati distretti produttivi, non distretti industriali. Basta guardare Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 i dati della popolazione imprenditoriale della nostra regione per comprendere che è stato un elemento importante l’aver delineato tutto il mondo della produzione che può esservi all’interno di questi distretti. Il secondo aspetto fondamentale è che vi sono alcune importanti annotazioni da fare, che non sono di dettaglio, collega Marmo, ma, anzi, di sostanza. Infatti, non si capisce bene se, nel momento in cui le aziende non fanno parte del distretto, vi sia una quota di riserva; se all’interno dei Piani operativi, all’interno dei finanziamenti comunitari sia riservata – a mio giudizio dovrebbe essere fatto perlomeno in una certa misura – una quota di questi investimenti, in proporzione o in percentuale e a bando, per le aziende che non fanno parte di questi distretti, se sia possibile avere ugualmente l’opportunità di accedere a linee di finanziamento e di incentivi a favore delle imprese. Terzo aspetto, come sottolineato anche dallo stesso Presidente, è che questo meccanismo dei distretti industriali o produttivi – comunque si voglia chiamarli – non ha sortito l’effetto sperato in tutta Italia. Anche in questo caso la situazione si è sviluppata a macchia di leopardo. Pertanto, proprio oggi ci tocca leggere sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno che i tanto decantati patti territoriali nati nel 1995, che sembravano la scoperta dell’acqua calda, l’economia dal basso e tutta l’enfatizzazione che veniva data a queste forme che a prima vista sembravano sicuramente di coinvolgimento, come abbiamo scoperto a distanza di quindici anni, forse hanno creato più problemi che soluzioni. Con ciò voglio dire che dobbiamo accompagnare con molta intelligenza l’attuazione di questa legge. È un fatto importante, è inutile disconoscerlo. Sebbene io provenga dal mondo delle piccole imprese, ritengo che trovare occasioni di convincimento affinché le imprese si aggreghino e, quindi, costruiscano un pro- Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 24 – RESOCONTO STENOGRAFICO cesso di filiera o di area rappresenta un elemento sicuramente importante. Pertanto, mi riservo di intervenire in fase di esame dell’articolato, anche per il lavoro svolto. Il collega Marmo ed io vedremo come strutturare alcune note, soprattutto per quanto riguarda il finanziamento di questa legge, le disponibilità, la natura giuridica, che non è elemento di secondo piano rispetto a questi strumenti. Per il momento, però – almeno personalmente, visto che manca il mio Capogruppo – esprimo un giudizio sostanzialmente positivo, pur all’interno delle perplessità espresse. PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Zullo. Ne ha facoltà. ZULLO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, sono perfettamente in linea con le considerazioni espresse poc’anzi dal collega Marmo. Effettivamente, è una legge di princìpi, e anche di buoni princìpi. Però, credo che i distretti produttivi debbano nascere nel segno dell’innovazione, dell’ammodernamento tecnologico, della deburocratizzazione della Pubblica Amministrazione, e di un rafforzamento e potenziamento delle reti infrastrutturali all’interno delle quali i distretti produttivi devono poi inserirsi. Tuttavia, in questa legge di tutto si parla tranne che – anche semplicemente per accenni – di questo tipo di discorso. Inoltre, sarebbe stato molto importante collegare la ricerca al sistema delle imprese. Invece, in realtà, mi sembra che si faccia riferimento a un assetto realizzazione della tipologia dei distretti. Infatti, nell’articolo 2, comma 4, è scritto: «i distretti produttivi possono assumere le seguenti configurazioni», come se ci fossero dei settori a compartimento stagno tra prima, seconda, terza e quarta tipologia di distretto. In realtà credo che – lo si potrebbe fare anche presentando una semplice proposta emen- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 dativa – dobbiamo incentivare l’interazione tra quella tipologia del distretto, che è definita alla lettera b) del comma 4, con le altre due tipologie di distretto. È un’interazione importante. Ritengo che la ricerca e, in generale, tutto ciò che fa innovazione debba agire all’interno del sistema delle imprese e che quest’ultimo debba agire a sua volta all’interno del settore della ricerca, perché deve esserci un trasferimento dei contenuti. L’esito della ricerca deve trasferirsi alle imprese e la formazione che gli istituti di ricerca promuovono deve trasferirsi alle imprese stesse. Non possiamo non considerare questa osmosi ai fini della norma complessiva. Ritengo anche che le osservazioni formulate dal consigliere Marmo sotto il profilo delle risorse siano pregnanti. D’altra parte, è la stessa legge che, nella sua strutturazione, crea al suo interno una sorta di contraddizione. Difatti, nell’articolo 9 (Risorse per la gestione e l’attuazione dei Programmi di sviluppo) si stabilisce: «la Regione concorre alla realizzazione dei Programmi di sviluppo dei Distretti Produttivi riservando ad essi quote di azioni e misure previste dalla legislazione regionale vigente», nonostante non venga riservata nessuna posta in bilancio per poter, effettivamente e concretamente, concorrere. Infatti, sappiamo che la gran parte dei finanziamenti verrà da altre istituzioni, ma è inevitabile che la Regione debba concorre con una piccola parte del suo bilancio per dare quel primo impulso per potere essere nella certezza di accedere a questi altri finanziamenti. Credo che non si possa scrivere in una legge che la stessa non prevede oneri finanziari a carico del bilancio regionale. In tal modo, ci limiteremmo a scrivere una poesia che potremo recitare su qualche palco, ma sicuramente non renderemmo un servizio alle nostre imprese. Mi auguro che, nel corso della discussione dell’articolato in legge, l’assessore competente, che ringrazio per l’attenzione prestata, possa presentare o accogliere degli emendamenti Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 25 – RESOCONTO STENOGRAFICO in modo da migliorare il testo normativo e mettermi nelle condizioni di accreditare favorevolmente questo disegno di legge, dal momento che condivido i princìpi fondamentali che lo sottendono. PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Mita. Ne ha facoltà. MITA. Signor Presidente, colleghi del Consiglio, il disegno di legge in oggetto affronta una materia di rilievo dal punto di vista della politica industriale regionale. Non vi è dubbio, infatti, che una delle strozzature allo sviluppo regionale sia legata alla diffusione di un tessuto di imprese di dimensione estremamente contenuta, le quali, proprio a causa della piccola dimensione, hanno ben scarso potere di mercato e, soprattutto, stentano ad investire in ricerca e sviluppo, non giungendo neppure a cogliere le opportunità del trasferimento tecnologico. Si tratta di un tessuto di imprese che prosegue nella ricerca di una competitività dei costi, giocata soprattutto sul basso costo del lavoro, che risulta sempre più spiazzata dalla concorrenza dei Paesi dell’est europeo e del sud-est asiatico. Contemporaneamente, i dati statistici disponibili mostrano che vi è in Puglia una crescente tendenza all’agglomerazione distrettuale. Una politica industriale volta a riconoscere e ad incoraggiare i distretti industriali è, quindi, auspicabile – su questo non c’è dubbio alcuno – soprattutto in quanto può determinare forme di integrazione verticale e orizzontale. Il testo presentato dal relatore contiene, tuttavia, a nostro parere, alcune importanti criticità che rischiano di limitare l’efficacia e altresì di farne un testo per alcuni aspetti meno avanzato e ancora più improntato alla piena, cieca fiducia nei meccanismi di funzionamento del mercato. Rispetto alla legge sui distretti varata dalla destra nel Veneto – mi riferisco alla legge regionale del 4 aprile 2003, n. 8 – vorremmo Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 riassumere le principali criticità, perché esse, dal nostro punto di vista, sono tali per cui il nostro giudizio complessivo sulla legge non è positivo. Innanzitutto, vorrei soffermarmi sulla definizione di distretto. All’articolo 2 del testo Stefàno esso viene genericamente descritto come una «concentrazione di imprese (…) integrate in un sistema produttivo rilevante». Inoltre, il distretto viene definito come il risultato esclusivo di una spinta proveniente dal basso, dalle imprese e dalle istituzioni locali. Al riguardo, secondo noi, bisognerebbe introdurre delle differenze. In primo luogo, andrebbe specificato che per individuare un distretto non può essere sufficiente la presenza di un generico sistema di imprese eterogenee e disconnesse tra di loro. Bensì, occorrerebbe un sistema di imprese caratterizzate da specializzazione produttiva. In secondo luogo, bisogna dire che i distretti sono anche strumenti di una politica economica regionale, come dire una leva pubblica che agisce nel e sul mercato, quindi possono anche essere il risultato di politiche finalizzate alla crescita e al loro consolidamento. Viene chiarito che tali politiche sono parti integranti delle politiche di sviluppo economico regionale, per cui il problema non è soltanto un contributo generale alle imprese, ma la capacità della Regione di intervenire. L’articolo 3 del testo presentato prevede che il distretto possa essere esclusivamente promosso sulla base di istanze locali, imprese, associazioni di categoria e sindacali. A nostro modo di vedere, si tratta di un approccio che lega la nascita e il riconoscimento del distretto esclusivamente allo spontaneismo del mercato e alle capacità delle forze di mercato di emergere e di indicare le vie di sviluppo. In sostanza, tutto viene affidato al mercato, negando così la possibilità di un’azione strategica di politica industriale e in materia di distretti. Sarebbe paradossale che la Puglia proponesse una filosofia di questo tipo, proprio oggi che vengono avanzate da più parti numerose Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 26 – RESOCONTO STENOGRAFICO critiche alle logiche cosiddette del bottom-up; è essenziale piuttosto che l’individuazione dei distretti produttivi e la definizione delle linee evolutive dei distretti siano definite da un’analisi strategica e centralizzata a livello regionale. Le esperienze più recenti in materia insegnano, infatti, che operando senza una strategia di sistema si rischia la dispersione dei già ridotti fondi pubblici su una grande varietà di progetti – sarebbe un po’ strano che questa critica fosse espressa solo da noi e non anche da coloro che tanto insistono sulla efficienza del mercato – con ben scarse ricadute reali sul sistema produttivo regionale. Riteniamo, quindi, che sia meglio immaginare un sistema misto, non solo a livello locale, secondo il quale i distretti possono essere attivati, a seguito di istanze locali, oppure a seguito di identificazione dei medesimi da parte della Regione. In tal modo, si avrebbe certezza di promuovere azioni a favore di realtà effettivamente trainanti e strategiche per l’economia regionale. Per questa ragione, noi siamo propensi a rivedere questo testo. La presenza di indicatori oggettivi per il riconoscimento del distretto è un altro punto fondamentale. Il testo presentato in Aula si caratterizza rispetto alla letteratura e alla normativa nazionale e regionale per la mancanza di criteri oggettivi nella definizione dei distretti. Il rischio è quello di attribuire il riconoscimento di distretto produttivo ad alcune realtà, non perché esse abbiano concretamente la caratteristica del distretto, bensì in quanto difendono interessi locali ben rappresentati. Eventuali investimenti pubblici in questa direzione risulterebbero così inefficienti. Questa parte andrebbe pertanto migliorata. Riteniamo che nella discussione si debba agire in profondità, come anche nell’articolato. A tal riguardo, ci riserviamo alcune iniziative. PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Lospinuso. Ne ha facoltà. Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 LOSPINUSO. Signor Presidente, colleghi del Consiglio, la lunga e tormentata vicenda di questo disegno di legge sui distretti produttivi era partita obiettivamente molto male. Il testo sfornato dal Governo dopo lunghe cogitazioni, infatti, sembrava vecchio di quindici anni, non recependo in alcun modo, né le esperienze non esaltanti delle precedenti analoghe normative in altre Regioni, né le riflessioni e gli aggiustamenti che esse avevano prodotto nella scienza economica. Essa delineava un modello di distretto obsoleto, farraginoso e calato dall’alto, con un altissimo tasso di burocratizzazione e di politicizzazione, legato ad una logica territoriale che ignorava perfino la rivoluzione digitale e che rischiava di farne, non un’occasione, ma un ostacolo per lo sviluppo economico e produttivo del sistema Puglia. Rispetto ad esso apparivano incomparabilmente più avanzate le politiche che, confortati dal pieno consenso del mondo dei produttori a seguito di una concertazione piena e senza preconcetti, avevamo perseguito nella nostra ultima esperienza di Governo. Politiche che, in luogo di ingabbiare lo sviluppo in schemi rigidi e prefissati, si proponevano di sostenerlo, lasciandolo governare, sia pure in consolidate vocazioni territoriali, dal basso, come nel caso dei PIT, e che concepivano la distrettualizzazione nei termini più snelli ed elastici, attraverso la norma della nostra riforma – la legge regionale n. 2 del 2003 – che consentiva l’istituzione alla Giunta regionale senza bardature precostituite che avrebbero rischiato di fare la fine delle programmazioni quinquennali sovietiche, sistematicamente fallite per l’imprevedibilità dei fenomeni economici e conseguentemente risoltesi, in sistemi integralmente centralizzati, in cicliche catastrofi per le popolazioni, con gravissimi ritardi nei sistemi economici dei Paesi postcomunisti. Com’era facilmente prevedibile, il testo originario del Governo, obsoleto e tendenzioso, con- Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 27 – RESOCONTO STENOGRAFICO teneva anche, forse in buona fede, un pericolo inquietante di controllo politico sull’economia. Esso ha provocato reazioni tutt’altro che entusiastiche sia nelle organizzazioni imprenditoriali, sia nelle rappresentanze, istituzionali e non, del territorio, che hanno determinato, ad opera della IV Commissione, una nuova concertazione e una profonda rilettura del testo originario. Così, il disegno di legge che oggi ci viene proposto è indubbiamente migliorato rispetto al testo originario, proponendo un modello di distretto più snello ed elastico, fino a configurarne una pluralità con caratteristiche diverse tra di loro. Nel leggere attentamente questo disegno di legge, mentre guardiamo con interesse ai distretti tecnologici, rileviamo che, con riferimento a quelli produttivi, si propone un modello vecchio e superato – riproducendolo pedissequamente da altre Regioni quali l’Emilia Romagna – che è in discussione anche laddove è stato realizzato e che comporta un altissimo tasso di burocratizzazione e un peso soffocante di pletorici organi di gestione. Gli stessi rilievi critici sono stati fatti dal Ministro Bersani. Evidenti e negative rigidità si riscontrano, ad esempio, nella figura del comitato di distretto (articolo 5) e nelle procedure per l’approvazione dei programmi (articolo 8), mentre il ruolo riconosciuto alle istituzioni locali e ai soggetti pubblici o parapubblici di vario tipo rischia di alterare la filosofia economico-produttiva dei distretti stessi e di appesantirne negativamente i processi decisionali che la globalizzazione economica in atto dovrebbe rendere molto più celeri e comunque liberi da condizionamenti di tipo improprio, quali quelli che deriverebbero da visioni meramente localistiche e da concezioni ideologiche, o da interessi corporativi o clientelari. Resta, peraltro, un eccessivo tasso di burocratizzazione, dietro la quale torna a fare capolino il rischio della politicizzazione che, comunque, non consentirà a queste nuove, seppure emendate, Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 creature di affrontare nelle migliori condizioni un mercato globale in cui le decisioni e i cambiamenti necessari devono essere assunti in tempo reale, pena l’inutilità, o addirittura la dannosità. Se è vero infatti che la globalizzazione richiede la competitività complessiva dei sistemi produttivi, è altrettanto vero che tale competitività si realizza in presenza di meccanismi decisionali rapidi e flessibili, che mal si conciliano con le lungaggini e con la rigidità degli apparati burocratizzati e con le lungaggini di procedure contorte e farraginose. Quello che comunque dev’essere chiaro è che questa legge non può essere il solo strumento di politica industriale della Regione e che non deve essere abbandonato il sostegno a singole imprese che, anche al di fuori di sistemi preconfezionati e di aggregazioni più o meno pilotate, propongono progetti efficaci ed innovativi, anche in considerazione degli ultimi indirizzi della scienza economica, emersi dal recente e importante convegno della SVIMEZ, cui faceva riferimento il collega Vadrucci, che hanno proclamato la conclusione non entusiasmante delle stagioni dei patti territoriali e rivalutato gli indirizzi della stagione più gloriosa del meridionalismo che premiavano gli insediamenti strategici, capaci di divenire di per sé strumenti di promozione territoriale nel segno delle filiere. Una filosofia che, peraltro, era presente nel POR 2000-2006 attraverso l’istituto dei grandi Contratti di programma sui cui sviluppi, credo, sarebbe utile un’informativa aggiornata a questo Consiglio. Nel POR 2000-2006, peraltro, e anche nella sua concreta attuazione, non mancavano affatto, come sostiene la relazione del Presidente Stefàno in un tentativo di differenziazione a tutti i costi, le politiche per l’innovazione e per l’internazionalizzazione. Mi permetto qui di ricordare le misure 4.1 “Azione A”, 4.1 “Azione B”, 3.13 e 6.2, i cui bandi hanno per di più riscosso significativi successi. Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 28 – RESOCONTO STENOGRAFICO Al Presidente Stefàno mi permetto anche di ricordare che le misure del POR Puglia per le politiche industriali integralmente concertate con il mondo del parteneriato, quando la concertazione si proclamava meno ma si realizzava di più, furono giudicate ufficialmente da Confindustria nazionale le migliori in assoluto tra tutte quelle varate tra le Regioni dell’Obiettivo I. Con queste precisazioni, dobbiamo in conclusione rilevare che anche questo testo migliorato non risolve, come ha detto il collega Marmo, molti dei dubbi da noi sollevati. Pertanto, il nostro auspicio è che l’Aula e il Governo provvedano ad emendarlo e a migliorarlo. PRESIDENTE. Prima di dare la parola al consigliere Maniglio, sarebbe il caso di indicare un termine per la presentazione degli emendamenti. Poiché la seduta si chiude alle ore 14,30, entro tale ora dovranno essere presentati gli emendamenti. È iscritto a parlare il consigliere Maniglio. Ne ha facoltà. MANIGLIO. Signor Presidente, noi pensiamo che questa legge colmi un vuoto. L’esperienza dei distretti in Italia è tutt’uno con la forza del made in Italy, con le realtà produttive più dinamiche, quali quelle del sudest dell’Italia e dell’Italia centrale. Nei distretti si è registrata la massima concentrazione di politiche innovative, la massima flessibilità, ossia capacità di adeguare le imprese ai mutamenti del mercato. Tutto ciò ha consentito una robustezza economica di quelle realtà. Proprio per mettere ordine, strutturare, coordinare e valorizzare quel ricco tessuto delle piccole e medie imprese, che è caratteristico dell’Italia – e dunque anche della Puglia e del Mezzogiorno –, tanti anni fa fu pensata la legge n. 317/91 che si poneva l’obiettivo di sistemare questo spontaneismo diffuso. Ciò sarebbe dovuto accadere anche in Puglia, dove si è registrata una crescita spontanea, tumultuosa Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 in alcuni casi. Abbiamo avuto le teorizzazioni del principio “il piccolo è bello”, in modo particolare qui in Puglia; abbiamo parlato di modello adriatico. Tutto questo per fare riferimento alla miriade di piccole e medie imprese che, però – e questo non è di poco conto –, soprattutto nella nostra Regione, erano rivolte ai settori più maturi, proprio quei settori che, per le difficoltà che hanno incontrato e che tuttora incontrano, avrebbero avuto bisogno di una politica di sostegno che aiutasse questo sistema di imprese, disorganico e polverizzato, a superare i momenti di crisi. Tali politiche di sostegno, però, non potevano essere viste nel ’91, così come non possono essere viste oggi nel 2007, a 16 anni di ritardo, in una logica dirigista, nella quale c’è qualcuno che a tavolino prende la penna rossa e blu e tratteggia i confini dei distretti produttivi. Io non so se questo sia mai accaduto; di sicuro, penso che questo non rientri nelle dinamiche delle realtà produttive. Pensare di limitare le possibilità di imprese che, da Bari a Lecce, a Taranto, a Brindisi, in Campania o magari altrove, sono in grado di creare filiere produttive, appartiene ad una cultura politica sicuramente inadeguata. Lo sviluppo locale non è fatto soltanto di indici statistici; questi ultimi si limitano a fotografare una situazione statica, non sono in grado di prevedere quello che può accadere, non sono in grado di prevedere le potenzialità di un progetto di crescita. Se non accettassimo il sistema di valorizzare la capacità delle imprese di mettersi insieme e di avere progetti di crescita, ci comporteremmo come quegli istituti bancari che tanto critichiamo e che, nel momento in cui debbono elargire il credito, non guardano alla qualità del progetto, ma solo alle garanzie che offrono. Noi, invece, dobbiamo investire ed avere fiducia nel mondo e nella realtà produttiva pugliese che non ha bisogno di tutori, ma che ha bisogno di progetti e di opportunità. Ecco perché, non possiamo arrivare con ritardo su Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 29 – RESOCONTO STENOGRAFICO questa legge, sebbene purtroppo non abbiamo potuto evitare gli esiti disastrosi di crisi aziendali che hanno avuto una grave ricaduta sul piano occupazionale e sul piano sociale. Pensiamo che questa legge possa essere la base intorno a cui costruire un modello di sviluppo e delle opportunità di crescita. Di questo penso debba essere dato atto al Vicepresidente della Regione per le idee e le proposte che ha messo in campo, nonché per la capacità di dialogo con le forze sociali che su questo tema non hanno lesinato le proposte, non hanno lesinato di offrire indicazioni che in buona parte sono state accolte. Siamo, tuttavia, in un’altra fase, ovvero in una fase in cui il tessuto delle piccole e medie imprese è pulviscolare, dove la specializzazione produttiva non è univoca, per cui c’era e c’è bisogno di una legge di tipo nuovo, come quella che ha tratteggiato il Presidente Stefàno nella sua relazione. I fatti che indicano come ci sia bisogno di una legge di tipo nuovo sono appunto che i distretti nascono dal basso, non nascono perché qualcuno decide di mettere insieme imprese che non avrebbero alcun tipo di convenienza, ma nascono perché le imprese vedono una potenzialità e un’opportunità, quindi decidono di mettersi assieme. Pertanto, i progetti di sviluppo che vengono definiti sono parte organica del distretto produttivo. Non è possibile dividere i due aspetti della costituzione del distretto da una parte e del progetto di sviluppo dall’altra. Una legge, inoltre, che non si limita a guardare solamente all’aspetto dell’industria. Infatti, negli articoli principali, e in particolare nel primo, si parla di distretti produttivi nel campo dell’agricoltura, della pesca, dell’artigianato, del turismo, del commercio, dei servizi alle imprese. Tutti sappiamo quali potenzialità potrebbero esserci, ad esempio, nel sistema turistico, dove da anni una legge nazionale che definiva le potenzialità dei sistemi produttivi locali non è stata ancora portata a termine. Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 Infine, questa legge privilegia l’aspetto produttivo e dello sviluppo, rispetto alla contiguità territoriale. Naturalmente, essa non è la chiave magica che risolve tutto, ma offre delle opportunità; è uno strumento che la Regione mette a disposizione delle imprese. Non a caso, all’articolo 1, la legge propone il tema di rimodulare la normativa più complessiva della Regione rispetto allo strumento dei distretti. Le prime scelte sono già presenti e spero che tutti i consiglieri regionali le abbiano colte. Se qualcuno ha la pazienza di leggere il programma operativo 2007-2013, troverà che all’asse 6, laddove si parla di competitività di sistemi produttivi e occupazione, il tema dei distretti è declinato come uno strumento attraverso il quale può essere dato un impulso alla competitività del sistema produttivo pugliese per la crescita dell’occupazione. Da questo punto di vista, dunque, si tratta di far cogliere al mondo produttivo pugliese, che non è detto che sia preparato oggi, in assenza di una normativa, tutte le potenzialità che offre la capacità di mettersi assieme. In Puglia, forse, ha prevalso sino ad oggi solo lo spirito competitivo, la concorrenza sfrenata. Noi dobbiamo lanciare il messaggio, anche con questa legge, che bisogna cooperare per competere e che, quindi, collaborare consente di competere meglio nell’economia globale. Pertanto, debbono essere i sistemi produttivi e le realtà di impresa a decidere i temi, le questioni, i progetti attorno cui mettersi insieme. Vi sono poi, certo, le risorse pubbliche, che non possono che essere, nella nostra Regione, quelle comunitarie. Tuttavia, dobbiamo ancora insistere affinché tali risorse pubbliche siano erogate in una logica non assistenziale, perché scompaiano i famosi finanziamenti a pioggia e perché ci siano progetti di sviluppo che vadano oltre l’interesse della singola, piccola impresa. Infatti, più imprese messe insieme possono competere meglio e creare quei beni collettivi di cui c’è assoluto bisogno. Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 30 – RESOCONTO STENOGRAFICO Pertanto, sono senz’altro importanti i progetti di sviluppo per ricevere i contributi e le risorse pubbliche, ma insieme ad essi sono necessari la compartecipazione finanziaria da parte dell’impresa e il rischio imprenditoriale; l’esatto opposto, quindi, di qualsiasi logica assistenziale. Per concludere, penso che dopo la riforma dei consorzi ASI – anche questo tema era fermo da anni, in attesa di riforme – oggi possiamo mettere a punto un’altra legge importante, che va nel segno di quella innovazione e modernizzazione di cui ha bisogno la Puglia. Con queste leggi che stiamo discutendo e che penso approveremo, noi stiamo creando le condizioni per rendere più competitivo il sistema pubblico. Ecco perché, a differenza di quel che ha detto il collega Marmo – di questo apprezzo, oltre all’intervento del collega Lospinuso, lo spirito e la qualità dell’intervento – , secondo me questa legge non arriva presto, ma arriva con notevole ritardo; non solo perché avremmo voluto avere in Puglia una legge applicativa della legge n. 317/91, ma perché, se misuriamo i tempi della politica con i tempi dell’economia e i tempi dell’impresa, significa che davvero non abbiamo ben compreso cosa comporta muoversi in una economia globale. A questo proposito, una delle definizioni che a me è piaciuta di più è quella che vede la globalizzazione come la compressione del tempo e dello spazio. Se noi dovessimo prolungare ulteriormente i tempi di approvazione di questa legge, oppure dovessimo rianimare proposte che non tengono conto della compressione dello spazio, faremmo un errore tragico. D’altronde, questa legge è arrivata in Giunta nell’agosto 2006 – stiamo parlando di quasi un anno fa – e prima di allora ci sono state riunioni su riunioni, anche della maggioranza, nelle quali si è discusso approfonditamente di questi temi. Mi sembrano quindi assolutamente inesatte le affermazioni riguardo a una presunta frettolosità nella definizione di questa Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 legge, una legge lungamente discussa con le parti sociali, che in larga parte hanno condiviso; di questo va dato atto, per il ruolo che ha svolto, al Presidente Dario Stefàno. Infine, da questo punto di vista, anche rispetto all’intervento del collega Mita, sono stupito per le posizioni qui emerse, sia per la tempistica con cui sono state evidenziate, sia soprattutto per il merito delle questioni aperte. La politica industriale non è fatta dai distretti, non è scritto da nessuna parte; se qualcuno volesse leggere la legge, insieme agli strumenti della programmazione economica della Regione, lo potrebbe verificare. La politica industriale della nostra Regione sta nel programma operativo regionale approvato a febbraio; a tale programma debbono attenersi i soggetti sociali che operano sul territorio. Pertanto, visto che parliamo di imprese, mischiare le carte francamente non mi parrebbe molto produttivo. Ecco perché il nostro, in questa sede, sarà un voto favorevole convinto. Dopodiché, è del tutto evidente che è dovere di questo Consiglio regionale, e anche nostro, ascoltare con attenzione le diverse opinioni e discutere su eventuali emendamenti che saranno proposti. Quello per cui non siamo disponibili è che rispetto all’impianto della legge, lungamente discusso, ci possano essere stravolgimenti o addirittura rinvii. Non sarebbe una questione di carattere amministrativo, ma diventerebbe sicuramente un fatto politico. PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PEPE PRESIDENTE. È iscritto a parlare il consigliere Stefàno. Ne ha facoltà. STEFANO, relatore. Signor Presidente, colleghi consiglieri, ritenevo opportuno un mio breve intervento, perché credo che sia giusto lasciare anche spazio al Governo e all’assessore Frisullo, al lavoro del quale ho Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 31 – RESOCONTO STENOGRAFICO dato un contributo importante, significativo e con il quale ho condiviso la filosofia di questo testo di legge. Mi preme ricordare – soprattutto a me stesso e poi all’Aula, perché è giusto che in determinate circostanze le cose si chiamino per nome e cognome – che esso trova unanime condivisione da parte del partenariato istituzionale e socio-economico pugliese. Non esiste soggetto attore dello sviluppo sul territorio pugliese che non abbia dato consenso unanime convinto a questo testo di legge, così come presentato all’Aula. Tant’è che questo stesso testo nell’approvazione in Giunta aveva subito delle piccole modifiche che volevano rispondere alle indicazioni che il collega Mita ha voluto riproporre in questa sede. Ebbene, quelle modifiche, nelle audizioni della IV Commissione, alla presenza del consigliere Manni che è dello stesso partito del collega Mita, hanno ricevuto, da parte di tutto il partenariato, unanime bocciatura. Il partenariato si è dichiarato contrario al testo di legge, se avesse inglobato quelle indicazioni che io continuo a ritenere anacronistiche, perché ripropongono un approccio al tema dei distretti in maniera dirigistica. Noi non possiamo immaginare di costituire un distretto laddove esista un parametro statistico, se in quel territorio, se in quel sistema di imprese non esiste una capacità di progettualità, che deve essere volontaria, non può essere una capacità che viene alimentata per indici statistici; rischieremmo, altrimenti, di dare ossigeno ad imprese che stanno morendo, di allungarne l’agonia, di destinare risorse a soggetti sbagliati, piuttosto che premiare la capacità di alcune imprese di essere motore di sviluppo, di essere leader, di essere territorialmente trainanti rispetto al sistema di imprese. Mi ha fatto piacere ricevere, come sempre, il contributo del collega Marmo – ne ho apprezzato l’impostazione –, al quale riconosco sempre una buona capacità di approfondimento. Tuttavia, devo rilevare che egli, per sua Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 stessa ammissione, ci ha fatto una serie di rilievi di carattere formale e non sostanziale, i quali mi sono dichiarato pronto – personalmente ma anche come rappresentante della Commissione – ad approfondire, a suo tempo. Questo non è stato possibile a causa di alcuni impedimenti del consigliere Marmo che nel giorno in cui abbiamo licenziato il testo si trovava a Roma. Purtroppo, non si può intersecare sempre e comunque il calendario delle Commissioni con la disponibilità di tutti, altrimenti la Commissione si riunirebbe poche volte all’anno. Tuttavia, ritengo che sia doveroso l’approfondimento sugli aspetti formali e certamente lo faremo. Voglio fare una piccola puntualizzazione rispetto alle note del collega Marmo: personalmente sono convinto, almeno quanto lei, dell’opportunità che in questa legge venisse anche richiamato l’approccio ai distretti rurali. Nella prima impostazione lo avevamo indicato e avevamo anche ricevuto consenso da gran parte del partenariato, con l’eccezione della Coldiretti, che oggi protesta per altri motivi. Tale organizzazione si era dichiarata contraria, così come si è dichiarato in qualche modo contrario l’assessorato alle risorse agroalimentari della Regione, che ha ritenuto, poi, di dover procedere a normare il tema dei distretti rurali in maniera autonoma. Io sono convinto come lei, ma mi sono piegato ad una volontà più diffusa, ovvero quella di ritenere che il distretto rurale andasse normato in maniera autonoma. Condivido le indicazioni del collega Vadrucci, al quale riconosco l’approccio costruttivo in Commissione e nella sede presente. Solo per chiarire, al collega Vadrucci dico che non poteva essere questo testo di legge a chiarire quante e quali risorse andranno destinate al tema dei distretti produttivi, e quante e quali risorse andranno destinate ad altre forme o ad altri strumenti di sviluppo, così come non poteva essere questa legge a regolamentare una serie di indicazioni di carattere formale, alle Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 32 – RESOCONTO STENOGRAFICO quali si riferiva il collega Marmo. Credo che dovranno essere piuttosto le circolari esplicative e i regolamenti a chiarire i livelli di applicazione subordinata di questi princìpi che noi abbiamo voluto indicare. Concludo osservando che l’intervento del collega Zullo ricalcava lo stesso tema sollevato dal collega Marmo, quindi valgono le stesse cose che ho detto a lui. Ripeto che mi piacerebbe – è il mio auspicio, ma credo dovrebbe essere l’auspicio di tutti – che su determinati argomenti una assise legislativa superasse le barriere e le contrapposizioni fini a se stesse per l’appartenenza politica ad uno schieramento o all’altro. Stiamo parlando di uno strumento indispensabile alle politiche di sviluppo; certamente non l’unico, ma comunque uno strumento indispensabile, del quale la Puglia ha sofferto la mancanza per sedici lunghi anni. Oggi abbiamo la possibilità di interpretare e di colmare questo vuoto attraverso un testo che trova condivisione da parte degli attori che dovranno interpretarlo sul campo, cioè di quei sistemi che saranno chiamati a creare percorsi virtuosi di sviluppo. Io credo che questo sia l’approccio che dobbiamo avere. Dobbiamo innanzitutto preoccuparci che questo testo abbia la condivisione delle parti sociali, delle parti istituzionali alle quali lo stesso testo è rivolto, poiché, se vi è condivisione, noi abbiamo molte più possibilità che questo testo possa trovare applicazione e che, soprattutto, possa farci raggiungere degli obiettivi ambiziosi. SANNICANDRO. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. SANNICANDRO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, è stato fissato il termine delle ore 14.30 per la presentazione degli emendamenti. Sinceramente, incontro qualche difficoltà nel redigere gli emendamenti, considerata Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 l’ambiguità di alcune norme che speravo ricevessero luce dal dibattito, anche e soprattutto dall’ultimo intervento del collega Stefàno. Questa luce però non mi è giunta, quindi, mi sottopongo a questo esame, nella speranza che qualcuno mi aiuti a comprendere bene il testo e a decidere se presentare o meno gli emendamenti. Faccio alcuni esempi. L’articolo 3 è intitolato «I soggetti»; alla fine si capisce che si tratta dei soggetti promotori. infatti, tale articolo dice che: «1. I soggetti che possono promuovere il riconoscimento di un distretto produttivo sono: a) imprese operanti nel territorio regionale; b) associazioni di categoria e sindacati di rilevanza regionale […]». Ora, indipendentemente da quanto ha detto il collega Mita circa l’assenza di una possibilità per l’intervento pubblico nel settore, stando solo alla filosofia, così come appare dalla lettera del testo, abbiamo capito che questi sono i soggetti promotori. Successivamente, al comma 2, si legge, però: «2. Possono partecipare alle procedure di riconoscimento di un distretto produttivo – si presume che si intenda che possano partecipare al processo di promozione del distretto produttivo, così come è scritto al comma 1 – a) enti e associazioni pubbliche, aziende speciali, Camere di Commercio, società a partecipazione pubblica; b) associazioni private, fondazioni e consorzi; c) università, Istituzioni pubbliche e private riconosciute attive nel campo dell’istruzione e della formazione professionale, della promozione, dell’innovazione e della ricerca finalizzate allo sviluppo del sistema produttivo». Ebbene, chiedo, quando nel comma 1 abbiamo indicato quali sono i soggetti promotori, come si debba interpretare l’aggiunta che anche altri soggetti possono comunque partecipare al processo. Questi ultimi sono dei gregari, o cos’altro sono? Si tratta di una questione giuridica fondamentale, perché dalla composizione della platea scaturiscono alcune Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 33 – RESOCONTO STENOGRAFICO conseguenze, poiché quella stessa platea viene poi richiamata negli articoli successivi per alcune decisioni. Questa è la prima osservazione. Segue poi l’articolo 5 (Comitato di Distretto produttivo). Esiste dunque un comitato promotore che svolge il suo lavoro; questo distretto, dunque, sembrerebbe dover essere gestito. Recita il comma 1 dell’articolo 5: «1. Il Nucleo promotore del Distretto produttivo, dopo l’avvenuto riconoscimento, avvia la costituzione del Comitato di Distretto, formato dai rappresentanti degli imprenditori, delle istituzioni locali e delle parti sociali, nel rispetto di quanto indicato nel Protocollo d’Intesa. Il Nucleo Promotore cessa le sue funzioni al momento della nomina del Comitato di Distretto». Il comma 2 recita: «2. Il Comitato di Distretto svolge i seguenti compiti […]». Chiedo, dunque, da chi è costituito e da quanti soggetti è composto il Comitato di Distretto produttivo, a meno che qualcuno abbia deciso che non lo si debba stabilire; nel qual caso, però, si dovrebbe precisare che la decisione è rimessa al caso o allo Spirito Santo; insomma, qualcuno deve pur decidere qualcosa. In questo discorso non sono da prendere in considerazione né i regolamenti, né le circolari, per il semplice motivo che stiamo disciplinando la costituzione dell’organo, che decide a maggioranza assoluta – lo si apprende nel corso della lettura – per la nomina, ad esempio, del Presidente. L’articolo 6 recita «il Comitato di Distretto elegge il proprio Presidente a maggioranza assoluta dei componenti». Mi sembra del tutto palese che il numero dei componenti si dovrebbe conoscere fin dall’inizio, ossia prima di votare, e che dovrebbe essere sancito per legge. Non può essere ballerino, né tanto più rimesso alla disponibilità e alla discrezione di qualcuno. Tornando all’articolo 5, al comma 4 si legge «[…] Dopo l’elezione, il Comitato viene convocato dal Presidente ed è regolarmente costituito con la presenza di almeno la metà Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 dei componenti in carica e delibera a maggioranza assoluta degli intervenuti». Chi siano tali “intervenuti” lo apprenderemo in seguito. A questo punto, riprendo la definizione generica e generale contenuta al primo comma dell’articolo 5, che recita: «formato dai rappresentanti degli imprenditori – qualcuno potrà intenderlo come un riferimento agli imprenditori agricoli, agli industriali, all’attività della pesca, poiché si parla a monte di vari tipi di distretto – delle istituzioni locali e delle parti sociali». Questa rappresenta un’altra espressione ricavata dalla politica o dal sindacato, ma che giuridicamente dovrebbe essere maggiormente precisata. Potrei prendere in considerazione l’articolo 2, relativo alle definizioni, ma mi astengo dal farlo per non rischiare di essere troppo severo con me stesso. Indubbiamente, l’argomento necessita di qualche approfondimento e, soprattutto, di qualche chiarimento, dal momento che non ci troviamo nelle condizioni di produrre più emendamenti di quelli che abbiamo preparato. Soprattutto, non siamo nelle condizioni di presentare emendamenti su questi punti, a meno che qualcuno ci dica che questa approssimazione è una scelta legislativa. PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Ha facoltà di parlare l’assessore Frisullo. FRISULLO, Vicepresidente della Giunta regionale e assessore alle attività produttive, all'industria, all'industria energetica, all'artigianato, al commercio, all'innovazione tecnologica, alle fiere e ai mercati. Signor Presidente, colleghi consiglieri, penso di poter dire che il dibattito svolto finora rappresenti la conferma della grande attenzione presente non solo in questa Aula, ma anche fra il sistema delle imprese, il sistema economico e la comunità pugliese, su una legge attesa da lunghissimo tempo (almeno sedici anni). Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 34 – RESOCONTO STENOGRAFICO In verità, all’amico Lospinuso vorrei dire che “lunga e tormentata” mi sembra un’aggettivazione un po’ esagerata. Probabilmente, potrebbe ritenersi corretto l’utilizzo dell’aggettivo “lunga”, dal momento che vi è stata una lunga gestazione, un confronto di merito, anche molto appassionato, una grande attenzione, una tensione vera e propria. Difatti, questa è una legge importante e attesa, considerata da parte degli operatori, degli imprenditori, del sindacato, ma anche delle autonomie e degli Enti locali una legge che potrebbe aiutare il sistema economico a superare o a rafforzare le tendenze positive che sono in atto nell’economia, che la Banca d’Italia, in questi ultimi mesi, ha sostanzialmente confermato, dopo una fase di stagnazione. A tal proposito, ricordiamoci che dal -0,3% del 2004 del nostro PIL, ci troviamo in una previsione di crescita dell’1,9%, meno di quella nazionale. Tuttavia, questo segnala – all’interno di un quadro ancora segnato da difficoltà e fragilità – un dinamismo, una voglia di fare che la politica deve tentare di incoraggiare. Mi sembra che questo sia il nostro compito, così come quello di interloquire con il sistema di impresa, con il sindacato, con le università per poter scrivere una legge utile. Al collega Marmo, del cui intervento ho apprezzato non solo i toni, ma anche i contenuti – sui quali tornerò in seguito –, voglio precisare che tutto si può dire meno che si sia trattato di un blitz, di tappe forzate, come egli ha affermato. È da un anno che siamo impegnati: la Giunta è intervenuta, prima con atto di indirizzo e, in seguito, con un testo, con uno schema di disegno di legge, che ha sottoposto doverosamente all’esame del partenariato. Io stesso, insieme al collega Stefàno, ho organizzato e ho partecipato a un vero e proprio viaggio nell’economia pugliese, in incontri svolti a Foggia, Bari, Taranto, Brindisi, Barletta, Lecce, rendendomi partecipe di un confronto vero, vivo, con le imprese e con i sindacati. Probabilmente – in questa sede non Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 voglio esagerare o conferire un timbro troppo enfatico – per nessuna legge vi è stata questa disponibilità non solo ad ascoltare, ma anche ad organizzare un confronto vero per recepire quello che le imprese, i sindacati, i lavoratori chiedevano in termini di integrazione, di modifica, di correzione. Il Presidente Vendola, in qualche circostanza, utilizza l’espressione «scritto con lo stesso inchiostro», e forse mai come in questa occasione potremmo dire che il provvedimento è scritto con l’inchiostro del partenariato. È stato un lavoro intenso e anche faticoso che, certamente, non poteva impedire alla Giunta, nella sua ultima definizione del testo, di integrare e di modificare alcune parti che ho personalmente considerato coerenti con l’impianto della legge, non snaturanti la legge medesima. Tuttavia, doverosamente dobbiamo prendere atto che quelle modifiche sono apparse al partenariato come snaturanti l’impianto che faticosamente si era definito. È per questo che non ci sono sotterfugi, non ci sono furbizie. Nell’ambito della discussione che in questa sede è stata svolta (giustamente, in modo trasparente) forse ci si può dolere del fatto che queste obiezioni critiche – questo approccio critico – non sono state manifestate tempestivamente. A chi oggi muove alcune obiezioni, mi permetto di criticare la scelta operata all’ultimo minuto, all’ingresso in Aula. Probabilmente, c’è stato un lungo tour. Non mi riferisco al collega Marmo, ma ai colleghi della maggioranza che hanno sollevato delle obiezioni di questo tipo. Credo che già nel mese di agosto dell’anno scorso vi fossero tutte le condizioni per poter manifestare una volontà di modifica. Per quanto riguarda le critiche, le obiezioni, le volontà di emendare questo testo, a nome del Governo penso di poter dire che ci predisporremo ad una valutazione molto serena, tranquilla e attenta, immediatamente dopo la conclusione di questo punto all’ordine del giorno. È del tutto evidente che non ce la fa- Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 35 – RESOCONTO STENOGRAFICO remo ad approvare questa legge entro le ore 14,30. Immagino, signor Presidente, che diventerà il primo punto del prossimo Consiglio. Tuttavia, avremo il tempo necessario per confrontarci nella maggioranza e anche con l’opposizione – almeno con la parte presente in Commissione, che pure si è astenuta – sulle modifiche del testo, se condivise. Credo che dovremmo recepire ciò che è congruo, compatibile e sostenibile all’interno dell’impianto della legge. La Giunta Vendola, sulla politica dello sviluppo industriale, ha assunto due pilastri fondamentali. Mi riferisco innanzitutto alla riforma dei Consorzi ASI. Non se ne ha memoria nella comunità pugliese, ma dopo sei anni di commissariamento la Giunta Vendola ha riconsegnato al territorio il governo di importanti Consorzi che gestiscono le infrastrutture per l’attrazione degli investimenti e delle imprese, anche estere. Abbiamo riconsegnato al territorio, all’autogoverno, i Consorzi ASI, enti pubblici economici, nella piena sovranità del territorio, dei Comuni. A tal proposito, i Comuni hanno una funzione prevalente, trattandosi di Consorzi che agiscono sul terreno della infrastrutturazione. Questa seconda legge, così a lungo attesa, deve essere utile. Non ci serve una legge spot. Non vogliamo una legge qualsiasi, che serva solo a sottolineare l’impegno portato avanti dalla Giunta Vendola, a differenza della precedente. Non dimentichiamo che la legge n. 3 del 2003 disponeva nell’articolo conclusivo che la Giunta avrebbe costituito nell’arco di novanta giorni i distretti produttivi. Lo ricordo perché quella norma è rimasta al palo, non soddisfatta. Lo ricordo al consigliere Lospinuso non per polemizzare, ma per sottolineare che siamo ancora in attesa di un adempimento normativo e legislativo di quella legge, che non è mai arrivato. La legge n. 3 del 2003 disponeva in capo alla Giunta – in un modo per me ancora misterioso – la definizione dei distretti. Preciso che non è immaginabile una definizione a tavolino di queste aree, magari con la squadra e il compasso. Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 Oggi, alla luce di una seconda generazione di leggi sui distretti, non è pensabile immaginare il distretto come perimetro fisico, distretto burocratico ed amministrativo; ci troveremmo al di fuori della fase di modernizzazione e di specializzazione competitiva del sistema di imprese. In qualche misura – volendo svolgere una riflessione critica – gli stessi PIT sono stati immaginati come un luogo che mescolava insieme infrastrutture e sistemi di incentivi alle imprese. Da questo punto di vista, dobbiamo ammettere che non ha funzionato, poiché un PIT non si definisce a tavolino – prendendo a riferimento quello di Casarano, a capo di 69 Comuni – con un atto dirigistico, d’ingegneria dall’alto, ma deve essere una conseguenza della verifica delle condizioni ambientali, territoriali, di densità del sistema di imprese e anche dell’intreccio con le università, con i laboratori pubblici e privati. In altre parole, vedere il futuro già presente nel programma elettorale e in quello della Giunta Vendola significa offrire strumenti in grado di accompagnare il sistema di imprese nella dura competizione del mercato globale. La Banca d’Italia ci ha comunicato, qualche giorno fa, le criticità del sistema economico, riscontrabili nella scarsa innovazione, nella scarsa internazionalizzazione e nella dimensione di impresa non sufficiente per affrontare il mercato globale. Noi dobbiamo partire da queste tre criticità se vogliamo mettere in atto politiche concrete, strumenti e non chiacchiere, che ci consentano di accompagnare il sistema di imprese e il sistema economico in questa dura sfida. La Giunta Vendola, in questi primi due anni, ha deliberato lo stanziamento di 180 milioni di euro di sostegno alle università, alle imprese, ai lavoratori pubblici e privati, per l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo. Ha impegnato tutte le somme, entro la fine dello scorso anno, per la manifattura e per il sistema delle imprese impegnate nella modernizzazione Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 36 – RESOCONTO STENOGRAFICO dei vari settori, per un importo pari a 1,5 miliardi di euro. Sono somme consistenti, progetti strategici, progetti esplorativi, rappresentano un sostegno ai laboratori pubblici e privati. La cifra messa a disposizione rappresenta l’innovazione, il timbro fondamentale dell’azione di Governo, dal momento che non si tratta di offrire un sostegno al sistema di imprese, una terapia di mantenimento, che risulterebbe fallace e suicida. Si tratta di sostenere quel sistema di imprese che, accettando la sfida dell’innovazione, vuole generare nuova crescita, nuovo sviluppo, nuova occupazione. Il distretto della meccatronica, con riferimento al protocollo d’intesa sottoscritto qualche giorno fa dal Presidente Vendola e dal consorzio di imprese nazionali e internazionali – Bosch, Getrag, MER MEC, grandi e piccole imprese della Puglia –, che punta alla applicazione piena dell’elettronica nel campo della meccanica, della sensoristica, il distretto di Lecce dell’alta tecnologia e quello di Foggia sulle biotecnologie, sull’agroalimentare: tre distretti tecnologici non rappresentano la declamazione dell’innovazione, ma il tentativo faticoso della sperimentazione sul campo di un percorso virtuoso che metta assieme le filiere della conoscenza e del sapere con quella della produzione. Il collega Zullo credo che l’abbia precisato, insieme ad altri colleghi: ricerca e impresa devono stare di più assieme e il distretto deve aiutarci in tal senso. È una legge che, certamente, differenzia le tipologie, ma non dobbiamo dimenticare che il distretto tecnologico è fondamentale. Dobbiamo sapere che nel Salone internazionale dell’aerospazio di Parigi, a Le Bourget, la Puglia non è stata invitata per sedersi a un tavolo minore. Difatti, la Puglia rappresenta uno dei siti fondamentali nel mondo, grazie alle scelte compiute da parte di tutti; uno dei siti fondamentali più fertile per gli investimenti nel settore dell’avionica. La realizzazione di Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 una parte della fusoliera del Boeing è stata prevista a Taranto e a Foggia. Il passaggio dall’alluminio alla fibra di carbonio si è reso possibile grazie alla presenza di ingegneri pugliesi nel team che ha lavorato con la Boeing. Quando abbiamo visitato Bosch, nel centro di competenze, vi erano 160 ingegneri quasi tutti pugliesi; il common rail l’abbiamo inventato qui. Bosch fornisce il 2025% del mercato mondiale delle pompe diesel perché l’innovazione è stata ideata a Bari. Parliamo della Puglia dell’EDS, di MER MEC, di Natuzzi – che, con tutte le difficoltà di passaggio, resta l’azienda leader nel mondo del mobile imbottito –, del CETMA, dell’IBM, del laboratorio di nanotecnologie, dell’Alenia. Parliamo del settore non marginale del TAC (tessile, abbigliamento e calzature). Questa Puglia deve rientrare nei distretti, per sua scelta e non perché decidiamo noi dall’alto che così avvenga. Questo è il punto. Se anche decidessimo noi, illuministicamente, dall’alto, con un atto anche apprezzabile, di operare una divisione del territorio e una distribuzione dei compiti, sarebbe una scelta del tutto sterile, oltre che miope. Difatti, devono essere le imprese che, con un atto volontario, devono riunirsi, operare e collaborare per il riconoscimento del distretto. Solo questa condizione consente al distretto di non nascere morto. Il distretto vive per volontà dei soggetti che lo animano e noi dobbiamo accompagnarlo. Non c’è uno spontaneismo del mercato. Per favore, non portiamo a questo livello il nostro confronto. Nessuno immagina che ci sia una mano invisibile che regola le cose e qualcuno, invece, che sarebbe più affezionato alla pianificazione. Si deve creare in termini nuovi un’alleanza, un patto tra le imprese, la politica e la cultura. Tale patto vive di politiche intelligenti, e non assistenzialistiche, che facciano leva sul merito e sulla qualità, e di imprese che non coltivino pratiche del passato, fatte di relazioni e di inclusioni di favore, magari pensando a un sostegno della politica attraverso Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 37 – RESOCONTO STENOGRAFICO vecchi metodi e vecchie pratiche. Il sistema di imprese deve organizzarsi per intercettare le novità e la modernità. Riporto un solo esempio riguardante il settore dell’avionico e dall’aerospazio in Puglia. Noi siamo poco inseriti nella filiera, dobbiamo riconoscerlo. Questo è il tema del confronto con il Direttore di Finmeccanica, il dottor Zappa, e con il Ministro Bersani. Nell’indotto la Puglia è ancora poco presente; le forniture di qualità provengono ancora dal centro-nord. Questa è la situazione che ci si pone di fronte. Il sistema di imprese della Puglia può occupare un segmento non marginale, ma fondamentale, all’interno di quella filiera, che è ad altissimo valore aggiunto. Il professor Savona sostiene che la Puglia è ancora, almeno in parte, una pentola bucata, all’interno della quale mettiamo tante cose, ma altrettante ne vanno via, e il tasso del valore aggiunto lo tratteniamo ancora poco. Questo è il tema della produttività e della qualità dell’impresa e, al tempo stesso, del lavoro. Il compito che abbiamo davanti – politica, imprese, Governo, sindacato – è quello di trattenere qui il valore aggiunto. Badate, parliamo di un comparto che è fondamentale per il valore aggiunto, all’interno del quale vi è l’eccellenza, si materializza l’economia della conoscenza, del sapere, del lavoro intellettuale. Il problema è nostro, ed è di finalizzare bene la spesa, ma è anche delle imprese. Il distretto rappresenta – e non so se ce la faremo – il tentativo di offrire uno strumento in più. Difatti, collega Marmo, il problema non riguarda la singola impresa, che ovviamente beneficerà delle misure e delle linee d’azione del POR e del FESR. Il problema è quello di finanziare dei piani di intervento integrati delle imprese di quel distretto per l’innovazione, per l’internazionalizzazione, per il marchio e per la formazione. Ciò non significa precludere alla singola impresa l’accesso ai fondi e ai finanziamenti, con le misure classiche inserite nel POR. Lo Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 sforzo è quello di fornire beni collettivi a quel sistema di imprese che si associa e che si integra per vincere quelle tre criticità che la Banca d’Italia ci ha ricordato qualche giorno addietro. Badate, non immagino il modello Veneto dello spezzettamento in mille territori (ad esempio, il distretto degli occhiali e del vino bianco). In Puglia dobbiamo pensare a ipotesi che mettano assieme il nostro sistema. Per il distretto dell’avionico non si può pensare in modo isolato a Taranto, Foggia e Brindisi. Bisogna pensare che il distretto sarà a scala pugliese oppure non sarà affatto. Inoltre, esso deve costruire relazioni con la Campania, perché essa rappresenta l’altro pezzo del polo nazionale e meridionale dell’avionico. Ricordo che l’ARTI sta lavorando ad uno studio di fattibilità sulle energie pulite e rinnovabili, che rappresenta un altro grande campo di azione. A mio parere, dovremmo costituire un distretto con la Lucania, sul mobile imbottito, sull’industria del legno. L’altro grande campo è quello del settore della moda, che non è un cane morto in Puglia. Certo, ha subìto dei colpi severi, ma nel corso degli anni anche singole imprese hanno avuto la capacità di riposizionarsi sul mercato grazie alle loro innovazioni. Ebbene, quelle imprese hanno il diritto di ottenere un sostegno da parte nostra. Per questo motivo ritengo insufficiente definire la distrettualizzazione secondo alcuni indicatori statistici. Non vi è dubbio che la Puglia sia una mappa ricca di addensati di piccole e medie imprese, ma dobbiamo pensare ai distretti in modo nuovo con un’impostazione di filiera e di rete. Mi rendo conto delle obiezioni, anche di dettaglio, che sono state sollevate. Tuttavia, non so se sia eccessiva l’ambizione di voler dar luogo ad una legge che non ne imiti altre. Abbiamo compiuto quest’anno lo sforzo di tagliare e personalizzare questa legge sulle peculiarità e sulle specificità della Puglia, per non ricoprire sempre il ruolo di quelli che imitano o copiano esperienze che si realizzano altrove. Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 38 – RESOCONTO STENOGRAFICO Noi ci troviamo nelle condizioni giuste per tentare di innovare anche la normativa. Anche per questo motivo le obiezioni di dettaglio troveranno – questa è la mia opinione – spazio nel regolamento. Non potevamo che scrivere una legge a maglie larghe – e non di princìpi astratti – che rinviasse ad un atto regolamentare la definizione di tutti quegli aspetti che anche il collega Sannicandro voleva partorissimo già nella legge in modo compiuto ed esaustivo. Ebbene, anche quegli aspetti doverosamente devono essere rinviati al regolamento. Ricordo che il regolamento, così come abbiamo convenuto in Commissione, sarà scritto non dalla Giunta soltanto, ma sulla base di un confronto vero e forte con la Commissione competente che, mai come in questa circostanza, ha offerto un contributo di merito nella definizione della legge. Credo, dunque, di poter affermare che non si tratta di una legge che magicamente aprirà le porte al futuro, ma rappresenta lo strumento in più, l’altra gamba oltre alla riforma dei consorzi, ai distretti produttivi, alla legge che consentirà la trasformazione in S.p.A degli enti fieristici, alla legge sull’artigianato che affronterà il tema di ammodernamento del comparto (si tratterà di 80 mila imprese, un grande mondo), alla legge che ci consentirà di mettere in condizioni impresa e ricerca, così come ci chiedono le imprese e il sindacato. Si tratta di politiche dello sviluppo che consegnano la loro efficacia al tempo dell’applicazione concreta. Da questo punto di vista ci sarà bisogno di tutti noi, del concorso pieno di maggioranza, opposizione, Governo e Consiglio, dal momento che, a mio parere, la sfida che ci si para davanti non potrà essere assunta – non dico vinta – con l’intervento di una sola parte politica. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente della Giunta regionale, Nichi Vendola. Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 VENDOLA, Presidente della Giunta regionale. Signor Presidente, rubo soltanto pochi minuti per dire quello che è evidente a tutti. Questa è una discussione vera, una discussione importante, ed è salutare che sia trasparente. Sarebbe, invece, sbagliato che questa discussione assumesse i toni della contesa ideologica. Non lo è e non può fare questo torto ad una realtà che ha bisogno di avere i vettori giusti per correre nel mondo della globalizzazione. Se immaginassimo una contesa tra dirigisti e spontaneisti, non riusciremmo a vedere i torti di entrambi gli approcci ideologici, i torti di chi ha costruito esperienze che affidavano al pubblico un ruolo che aveva dentro di sé una sorta di pedagogia autoritaria, quasi che il suo compito fosse di addomesticare gli animali spiriti del capitalismo. Non vedremmo i torti, inoltre, di colui che ha immaginato che lo spontaneismo del mercato contiene al suo interno le risposte ai problemi della competizione, inerenti allo sviluppo – per noi Puglia – qualitativo e quantitativo del sistema d’impresa. È una discussione vera, perché non dobbiamo fare i conti con la costruzione di una modellistica astratta. Altrove, hanno seguìto questo esempio e hanno fallito. Hanno costruito modelli che sono risultati camicie di forza o soltanto velleitarismo, sia di tipo mercantile, sia di tipo centralistico. Dobbiamo, piuttosto, concentrarci sulla conoscenza del nostro sistema di impresa, sulle sue peculiarità. Esiste un assistenzialismo malato, ossia quello indistinto nei confronti del sistema d’impresa: voglio precisare, però, che non si tratta di assistenzialismo, ma di incentivi produttivi. Un euro in più ad un pensionato si chiama assistenzialismo, mentre milioni di euro nel sistema d’impresa si chiamano in modo diverso. Abbiamo avuto una forma di assistenzialismo malato che non ha stimolato nel sistema d’impresa la capacità di modernizzarsi, di lavorare sulla frontiera più alta dell’innovazione. Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 39 – RESOCONTO STENOGRAFICO Il nostro problema – il problema del pubblico, oggi – non è quello di interferire nel campo specifico delle attività d’impresa. Semmai, è quello di organizzare i trasferimenti tecnologici, di costruire le condizioni, ad esempio attraverso i distretti, affinché il sistema d’impresa possa crescere quantitativamente, poiché 380 mila partite IVA in Puglia rappresentano la fotografia di una polverizzazione che non è in grado di reggere le sfide competitive che ci attendono. Sto parlando di crescita quantitativa e qualitativa: tutte le imprese che hanno accettato la sfida dell’innovazione, anche nei settori più martoriati, anche in quello tessile, dove c’è stata un’ecatombe di imprese, coloro che hanno investito sulla ricerca dei materiali, sul design, su una moderna politica di marketing, hanno vinto la scommessa. Ebbene, il problema è come costruire un rapporto tra imprese e pubblico che sia la rispondenza al principio di realtà e non la rispondenza, di volta in volta, all’Epifania del ruolo salvifico del pubblico o all’apologia dei miracoli del privato. Non è vera né una cosa né l’altra. Dobbiamo procedere con equilibrio. Ringrazio sentitamente il Vicepresidente Frisullo per il lavoro che ha svolto, ma anche per l’intervento con cui ha concluso il dibattito generale. Abbiamo l’opportunità, ancora, di misurarci con le parole, con gli aggettivi, con le virgole – quando si scrive un testo di legge le parole, gli aggettivi e le virgole sono fondamentali – e affaticarci ancora a trovare punti più alti di mediazione, poiché sono tante le questioni di cui bisogna tener conto per costruire un testo aderente alle necessità della nostra regione e del suo sviluppo economico. Non è una fatica sprecata, lo dico sommessamente al consigliere Stefàno. Questa è un’Assemblea sovrana, non è il luogo in cui in maniera notarile introduciamo o fotografiamo le istanze del partenariato. Queste ultime sono fondamentali, ma noi veniamo votati dai cittadini perché dobbiamo tener conto di tante co- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 se, dobbiamo mettere a confronto le istanze del partenariato con, ad esempio, i dati più approfonditi che ci vengono consegnati dalle indagini della Banca d’Italia, dell’ISTAT. Non abbiamo solo il ruolo di trasferire in questa sede quello che raccogliamo. A volte fungiamo da filtro, da selettore di ciò che raccogliamo, ma raccogliere, filtrare e mediare non sono attività negative o deleterie, sono le attività della politica. Il Consiglio regionale è un Parlamento nel quale è importante parlarsi, ascoltarsi, fare la fatica doppia e tripla di provare a capirsi. Quando si compie questa fatica, a mio avviso, ne può derivare un disegno di legge assolutamente migliorato. PRESIDENTE. Alla luce di tutte le dichiarazioni che sono state rese e in presenza di alcuni emendamenti che vanno riprodotti e distribuiti, lascio invariato il termine delle 14,30 per la produzione di eventuali nuovi emendamenti. Ritengo qui conclusa la discussione, ma rinviamo l’esame dell’articolato alla prossima seduta del 24 luglio. Non posso specificare che lo tratteremo come primo punto all’ordine del giorno perché abbiamo già definito l’ordine dei lavori in Conferenza dei Capigruppo. Tratteremo prima l’argomento relativo all’emergenza idrica e a seguire l’assestamento di bilancio. Pertanto, immediatamente dopo inseriremo la discussione di questo argomento. Naturalmente, la Conferenza dei Capigruppo potrà decidere diversamente. Ripresa esame DDL 27/03/2007 n. 12 “Abolizione libretto idoneità sanitaria per alimentaristi e formazione personale alimentarista” PRESIDENTE. Riprendiamo l’esame del disegno di legge 27/03/2007 n. 12 “Abolizione libretto idoneità sanitaria per alimentaristi e formazione personale alimentarista” dall’articolo 3, precedentemente accantonato. Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 40 – RESOCONTO STENOGRAFICO A questo articolo è stato presentato un emendamento a firma dei consiglieri Zullo, Cassano, Saccomanno e altri, del quale do lettura: «All’articolo 3, comma 2, dopo le parole “autocontrollo, formazione e informazione” inserire le parole “secondo la metodica di HACCP”». Ha chiesto di parlare il consigliere Zullo. Ne ha facoltà. ZULLO. Signor Presidente, nel dibattito che si è sviluppato in precedenza ho raccolto delle titubanze anche da parte della minoranza in ordine a questo articolo. Sono titubanze legittime, perché manifestano una preoccupazione sacrosanta, cioè quella di assicurare la salubrità e l’igiene degli alimenti. Voglio, però, apportare anche un contributo tecnico per il lavoro che ho svolto nella mia attività professionale. Queste norme, che prima regolamentavano il rilascio del libretto di idoneità sanitaria, oggi vengono considerate, dalla maggior parte dei tecnici igienisti, norme obsolete perché superate dall’innovazione tecnologica, dalla innovazione medica e scientifica e soprattutto dall’innovazione legislativa. Nel frattempo, infatti, è intervenuto il decreto legislativo n. 155 del 1994, che ha introdotto una nuova metodica per potere assicurare l’igiene e la salubrità degli elementi. Questa nuova metodologia si basa sulla cosiddetta pratica della HACCP, cioè, sull’individuazione dei punti critici di controllo sui quali il produttore, l’industriale deve porre l’attenzione affinché non vi siano contaminazioni ed altro. All’interno di questo, la società italiana di igiene, unanimemente ritiene che sia superato il fatto di dover procedere ad una visita ad una alimentarista oggi, e poi rifarla dopo un anno, senza mai considerare cosa succede nel corso di questo anno. È superato anche questo concetto perché si punta molto di più alla formazione dell’operatore, si punta molto di più sulle norme di comportamento, sulle norme igieni- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 che, eccetera. Ecco perché questo comma 2, che tanta titubanza suscita, credo che sia molto bene espresso. Noi abbiamo proposto questo emendamento proprio per dare senso compiuto a questo comma. Qui sollecito l’attenzione dell’assessore Tedesco, sebbene – ahimé – sia un fatto notorio che non gli sono molto simpatico. È la vita che ci divide, non certo l’amicizia. Assessore, leggo testualmente l’emendamento: «dopo le parole “autocontrollo, formazione e informazione” inserire le parole “secondo la metodica del sistema HACCP”. Solo questa precisazione darà un senso al comma che potrà mettere in piena tranquillità tutte le anime presenti in questo Consiglio. MARINO, relatore. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. MARINO, relatore. Signor Presidente, avevo chiesto la parola prima della sospensione del punto. Ritengo però che detta sospensione sia stata giusta dato che, in questo modo, è sopraggiunto anche l’assessore. Alla luce di quanto è emerso dopo la prima discussione, ho l’impressione di essere all’anno zero e che in questa Regione l’igiene pubblica, con questa normativa, venga cancellata. Non è così. Devo dare atto al consigliere Zullo di essere entrato nel merito delle questioni che abbiamo di fronte e che stiamo discutendo: dal decreto legislativo n. 155/97, alla conservazione degli alimenti, al fatto che il libretto sanitario, come dicevo nella mia relazione, è diventato un fatto anacronistico che non serve e non è utile oggi, vista la tecnologia di cui disponiamo, per i processi di prodotto e per le normative europee vigenti sulla tracciabilità. Certo, servono altri controlli e io credo che questo emendamento, proposto prima dal consigliere Damone e successivamente tecnicamente affinato anche dal collega Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 41 – RESOCONTO STENOGRAFICO Zullo, si possa accogliere. È nello spirito della legge e allo stesso tempo allarga e dà sicurezza ai controlli. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’assessore Tedesco. TEDESCO, assessore alle politiche della salute. Signor Presidente, rilevo che si tratta di un emendamento estremamente tecnico difficile da valutare in quest’Aula in assenza di tecnici. Dobbiamo pertanto affidarci all’unico tecnico presente, il collega Zullo, che dà un contributo che mi auguro possa rientrare nello spirito della legge, così come l’abbiamo voluta presentare con l’attuale testo. PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TARQUINIO PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento. È approvato. Pongo ai voti l’articolo 3, nel testo emendato. È approvato. art. 4 (Formazione ed obblighi del personale alimentarista) 1. La formazione del personale alimentarista è finalizzata a rafforzare comportamenti igienicamente corretti ed a sviluppare conoscenze in ordine al proprio stato di salute ed ai collegati pericoli di trasmissione di malattie attraverso gli alimenti. 2. La Giunta regionale entro quattro mesi dalla pubblicazione della presente legge definisce con proprio atto regolamentare: a) le mansioni a rischio ai fini dell’individuazione del personale tenuto alla frequenza dei corsi di formazione, sulla base dei dati epidemiologici e della concreta associazione fra ruolo ricoperto nel processo produttivo e rischi di trasmissione di malattie at- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 traverso gli alimenti, tenendo conto anche delle situazioni di temporaneità tipiche del volontariato in occasione di sagre e feste popolari; b) i contenuti, le modalità di svolgimento e la periodicità dei corsi formativi e di aggiornamento in relazione alle diverse tipologie di attività svolte dal personale alimentarista di cui all’art. 2, lettera a), individuando i soggetti autorizzati ad effettuare la formazione e l’aggiornamento, nonché a rilasciare la relativa attestazione; c) le modalità ed i tempi di attivazione dei corsi di formazione ed aggiornamento, al fine di regolare la fase transitoria di progressiva sostituzione del libretto di idoneità sanitaria con l’attestato di formazione; d) la possibilità di effettuare direttamente sul posto di lavoro la formazione mediante personale qualificato, medici igienisti e tecnologi alimentari, ovvero nell’ambito della applicazione del decreto legislativo 26 maggio 1997, n. 155 (Attuazione delle direttive 93143/CE e 96/3/CE concernenti l’igiene dei prodotti alimentari); e) la possibilità di intendere soddisfatto il requisito dell’avvenuta formazione con il possesso di specifici titoli di studio, fatti salvi gli aggiornamenti di cui alla lettera b). 3. Il personale alimentarista che svolge mansioni individuate come a rischio ai fini della possibile trasmissione di malattie attraverso gli alimenti, è tenuto alla frequenza di specifici corsi di formazione e di aggiornamento, con periodicità biennale, in materia di igiene degli alimenti ed al possesso del relativo attestato secondo le modalità disciplinate dal regolamento di cui al comma precedente. 4. L’onere della formazione e dell’aggiornamento è a carico dei datori dì lavoro. È stato presentato un emendamento (n. 2) a firma dei consiglieri Marino e Potì, del quale do lettura: «All’articolo 4, lettera c), al secondo rigo, cancellare la parola “progressiva”». Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 42 – VIII Legislatura RESOCONTO STENOGRAFICO Ha chiesto di parlare il consigliere Potì. Ne ha facoltà. POTI’. Signor Presidente, con la legge eliminiamo il libretto. Quindi lasciare «la fase transitoria di progressiva sostituzione» è pleonastico. Cancellare questa parola non cambia niente, perché non c’è una sostituzione progressiva, il libretto o c’è o non c’è. PRESIDENTE. Pongo ai voti l’emendamento. È approvato. È stato presentato un emendamento (n. 3), a firma dei consiglieri Potì e Marino, del quale do lettura: « All’articolo 4, lettera d), secondo rigo, dopo le parole “tecnologi alimentari”, aggiungere le parole “biologi, tecnici delle prevenzione”». Lo pongo ai voti. È approvato. 17 LUGLIO 2007 chimica e batteriologica periodica, al fine di prevenire le contaminazioni negli alimenti”». Ha chiesto di parlare il consigliere Surico. Ne ha facoltà. SURICO. Signor Presidente, colleghi, tenuto conto che abbiamo degli alimentaristi che hanno una particolare identificazione – gli operatori che commerciano per esempio mitili, latte, eccetera – e considerando anche la particolare epidemiologia infettivologica della nostra Regione, credo che le AASSLL debbano garantire determinati standard clinicostrumentali a tutela sia dei consumatori che degli stessi operatori. È questo il senso del nostro emendamento. Siamo tutti d’accordo sul fatto che la normativa sulla formazione stia subendo delle trasformazioni, ma nell’attesa che questa diventi operativa, non possiamo assolutamente disattendere i controlli sugli operatori, a loro stessa tutela e dell’utenza. Pongo ai voti l’articolo 4, nel testo emendato. È approvato. SACCOMANNO. Domando di parlare. art. 5 (Verifica) 1. I Dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie locali, nell’ambito delle proprie competenze, verificano con regolare periodicità l'adeguatezza della formazione e dell’aggiornamento e la corretta applicazione delle norme di buona prassi igienica da parte degli operatori addetti, al fine di prevenire la contaminazione degli alimenti, sulla base delle direttive regionali all'uopo impartite. SACCOMANNO. Signor Presidente, noto con dispiacere che l’Aula è distratta anche se mi rendo conto che si sta dibattendo solo di un libretto sanitario. Volevo chiedere all’assessore Tedesco una riflessione sulla transizione. Pur dando perfettamente ragione al collega Zullo e a quanto il consigliere Marino ha detto e riportato nella relazione riguardo a ciò che l’OMS pensa per il libretto sanitario, bisogna considerare che in molte zone della nostra regione la lavorazione dei prodotti e dei relativi percorsi alimentari, al di là del controllo sulla catena, come l’HACCP, fa venire dei dubbi e non fa stare certo tranquilli dal punto di vista sanitario. La formazione che la Giunta stabilirà quando potrà raggiungere dei risultati? Quali sono i tempi di realizzazione? E con quale efficacia? Prima che arrivasse l’assessore Tedesco dice- È stato presentato un emendamento a firma dei consiglieri Surico, Saccomanno ed altri, del quale do lettura: «All’articolo 5, dopo la parola “igienica” cassare i righi 4 e 5 e sostituire con il seguente periodo: “inoltre verificano l’idoneità fisica del personale alimentarista mediante apposita valutazione clinica, emato- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 43 – RESOCONTO STENOGRAFICO vo che secondo me dobbiamo fare un po’ di attenzione riguardo alla verifica di queste leggi per stabilire come gestire questo momento. Una volta eliminato il libretto di idoneità sanitaria, perché il mondo lo considera un sistema inadeguato, e una volta che la Giunta emanerà le regole, non vi viene il dubbio che i tempi possano essere più o meno lunghi? Lascio la risposta alla vostra considerazione. Che ne è della certezza sui percorsi della salute in Puglia e dell’attenzione alla manipolazione, alla conservazione dei prodotti? Il collega Potì ha aggiunto nella sua definizione iniziale, circa il ruolo dell’alimentarista, un’altra serie di accezioni in termini di manutenzione, deposito e via elencando. Si torna a parlare del fatto che si stanno verificando forme di patologie infettive provenienti dal terzo mondo – l’Africa e altri Paesi – che noi non conosciamo e che non possiamo controllare. Noi siamo una regione di frontiera che si deve aprire, giustamente, ad un’evoluzione culturale, ma non dobbiamo pensare che il libretto sia uno strumento insufficiente ed inadeguato. Quando diciamo che non è sufficiente e adeguato pensiamo che eliminarlo rappresenti una soluzione adeguata? In che cosa miglioriamo? È vero, miglioriamo il percorso di formazione, ma la formazione e la cultura richiedono tempo. La cultura si acquisisce con il tempo. La stessa cosa succede per chi conosce una lingua straniera e riesce quasi a pensare in quella lingua. Ebbene, occorre riuscire a pensare a comportamenti sani, cogenti, tranquilli dal punto di vista del percorso della sicurezza alimentare. A mio avviso, questa legge non va ancora in questa direzione. Invito, pertanto, l’assessore Tedesco ad assumersi la responsabilità e a ragionare maggiormente sul punto in oggetto. Secondo me, stiamo adottando un provvedimento in maniera frettolosa. Il collega Marino in merito al libretto sanitario ha detto che non essendo esso adeguato, va eliminato. In questo modo non ci ammoderniamo. Per farlo do- Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 vremmo trovare un sistema efficiente che superi e migliori il suddetto libretto. Sono d’accordo sulla formazione alla cultura, ma occorre tempo. Oggi ci sono tante masserie della Regione che manipolano alimenti e affini, quindi di attenzione ce ne vuole molta. In questo senso anche il modo in cui abbiamo proposto l’emendamento è inadeguato, lo so perfettamente assessore. È da limare anche nell’esposizione. In ogni caso occorre fare qualcosa affinché i sistemi di prevenzione siano efficaci. Non è sufficiente dire: «delle direttive regionali all’uopo determinate». Noi stiamo facendo una legge nell’ambito della quale un minimo di direttive, per attuare un certo percorso, vanno indicate. Se poi questo percorso si esaurirà fra tre o quattro anni, lo stabilirà lei signor assessore. Credo che tutto questo sia fondamentale per far sì che questa legge costituisca un adeguamento in minus, dovendo sostituire un provvedimento indubbiamente sorpassato. ZULLO. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà di parlare. ZULLO. Signor Presidente, colleghi consiglieri, so benissimo che l’intento di questa proposta è quello di deburocratizzare una procedura rimasta effettivamente solo un evento burocratico. Il libretto sanitario, infatti – e lo possiamo dire a piena voce –, non viene rilasciato mai dietro visita di un medico o negli uffici di igiene. Ormai non si fanno più né prelievi, né tampone muco-faringeo, né coprocoltura, come si faceva una volta. Inoltre, per andare incontro alle nuove necessità basate su studi epidemiologici, la vaccinazione obbligatoria antitifo e paratifo oggi per legge non è più obbligatoria. Questo significa che dobbiamo fare in modo che effettivamente ci sia un qualcosa di serio nell’assicurare l’igiene e la salubrità degli Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 44 – RESOCONTO STENOGRAFICO alimenti. La serietà risiede proprio nella formazione e nell’informazione degli operatori. Voterò contro questo emendamento, e lo farò sulla base di un principio tecnico su cui ho studiato tanti anni. Ripeto, voterò contro e spero che non se ne abbiano a male i miei colleghi di minoranza. Voterò contro perché è anacronistico pensare di sottoporre il personale alimentarista a degli esami ematochimici. Evidentemente, pensiamo di stare ancora nelle condizioni igienico-sanitarie del 1962, quando sono nate quelle norme. Penso che nell’arco di questo quarantennio il nostro Paese abbia compiuto dei passi avanti verso la migliore conoscenza delle buone prassi igieniche da parte anche degli operatori alimentaristi. L’operatore alimentarista, inoltre, deve essere inserito in un circuito, in una filiera. Se si fa riferimento al fatto che ci possono essere delle mucche che hanno la tubercolosi, evidentemente vuol dire che a monte non funziona un sistema di prevenzione che deve riguardare tutta la filiera: le stalle, le mucche, le condizioni igienico-sanitarie, la sanità animale e via elencando. Potremmo anche avere un alimentarista sano o un alimentarista sottoposto tutti i giorni a dei controlli, ma se il controllo non riguarderà il ciclo completo degli alimenti, il consumatore non sarà mai tutelato. Queste sono le ragioni per cui dobbiamo puntare all’applicazione seria del sistema HACCP nelle imprese. All’interno di questo sistema sono previste la formazione e l’informazione dell’operatore, ed è su questo che si gioca la sfida di un futuro che ci veda intelligentemente impegnati nell’igiene e nella salubrità degli alimenti adoperando i canoni e i crismi più moderni della sanità pubblica odierna. MARINO, relatore. Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 MARINO, relatore. Signor Presidente, stiamo svolgendo una buona discussione e di questo devo dare atto al Consiglio e ai consiglieri che sono intervenuti. È chiaro che, se passasse questo emendamento, faremmo bene a ritirare il disegno di legge e a reinserire i libretti sanitari. Questo emendamento, a mio avviso, va contro la filosofia stessa del disegno di legge. Torno a dire che con questa legge stiamo abolendo il libretto sanitario, non stiamo cancellando l’igiene pubblica, la prevenzione o il lavoro che stanno svolgendo gli operatori del settore. Dovremmo sviluppare un ragionamento ed una discussione tra di noi per capire come rafforzare la prevenzione e l’igiene pubblica, ma questo è un altro discorso. Non ha nulla a che vedere con l’abolizione del libretto sanitario. Il ragionamento pacato e consapevole del consigliere Saccomanno non risponde alla filosofia di questa legge che è una mera semplificazione. In alcuni degli emendamenti proposti da chi vi parla e dal consigliere Potì si fa riferimento a figure professionali nuove che, fino ad oggi, neanche nel campo dell’igiene pubblica, sono state utilizzate, perlomeno in questa regione. Lo sforzo deve essere quello di incamminarci, come suggeriva il collega Zullo, lungo la strada attraverso questa legge che rappresenta un tratto, ma anche mediante una seria politica di prevenzione. Occorre incamminarci lungo la strada dei processi di controllo delle catene alimentari. Occorre inoltre controllare i luoghi nei quali andiamo a comprare questi alimenti. Credo che sia questa la funzione più forte. Facciamo un richiamo all’assessore: insieme dobbiamo costruire, anche attraverso il piano della salute, una più forte e più articolata conoscenza dei processi alimentari, ma anche un controllo più incisivo su questi processi. Questa è la logica che ci deve guidare. Non possiamo tornare indietro votando questo emendamento. In qualità di Presidente della Commissione, Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 45 – RESOCONTO STENOGRAFICO ma credo di parlare anche a nome della maggioranza, dichiaro il parere contrario a questo emendamento. PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’assessore Tedesco. TEDESCO, assessore alle politiche della salute. Colleghi, credo che il tenore della discussione sia un tenore estremamente responsabile. Sostanzialmente pone la necessità di un salto di qualità, non soltanto nella costruzione di strategie adeguate di controllo dei processi di produzione e di manipolazione degli alimenti nel nostro sistema regionale, ma anche un problema di crescita culturale e di mentalità degli addetti ai lavori. Come diceva giustamente il collega Saccomanno, è un processo lungo e complesso nel corso del quale non vengono allentati i sistemi di controllo esistenti, che sono puntuali e che certo vanno rafforzati. Il problema che noi dobbiamo porci è quello di stabilire se la nostra rete di controllo è adeguata alla funzione, cioè se rispetto a determinate incombenze e competenze non sia il caso di forzare certi vincoli e certi blocchi sopratutto di assunzione di determinate categorie che, all’interno del servizio sanitario, svolgono un ruolo fondamentale nella tutela della salute collettiva. Non credo che l’emendamento proposto dai colleghi Surico e Saccomanno da questo punto di vista costituisca una garanzia, perché ripercorre altre modalità di controllo che pure sono individuate da altra normativa. Penso ad esempio alla legge n. 626 che riguarda il personale addetto alla lavorazione dei prodotti alimentari. Questa è la validità del problema posto dal collega Surico con l’emendamento e dal collega Saccomanno con la sua raccomandazione e colto anche dal Presidente Marino che parla di filiera della tutela della salute. Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 L’emendamento, pertanto, non coglie l’obiettivo che si propone. Piuttosto, esso ha centrato l’obiettivo di animare una discussione ulteriore della quale il Governo non potrà non tenerne conto nell’attività di rafforzamento e di sempre migliore adeguamento di una struttura di servizi di prevenzione innanzitutto, prima ancora che di controllo, per quanto riguarda la materia di cui ci stiamo occupando. PRESIDENTE. Comunico che l’emendamento è ritirato dai proponenti. Pongo ai voti l’articolo 5. È approvato. art. 6 (Informazione alla popolazione) 1. La Giunta regionale definisce, sentite le Associazioni dei consumatori, i contenuti, le modalità e gli strumenti per lo svolgimento di adeguate campagne informative rivolte alla popolazione sulle modalità efficaci di prevenzione delle malattie trasmesse dagli alimenti. Lo pongo ai voti. È approvato. art. 7 (Obblighi del responsabile dell’industria alimentare) 1. Fermo restando quanto previsto dal d. lgs. 155/1997, il responsabile dell’industria alimentare deve adibire alle mansioni a rischio di cui all’articolo 4, comma 2, lettera a) il personale alimentarista in possesso della attestazione comprovante l’avvenuta formazione coerente con il tipo di attività svolta. Lo pongo ai voti. È approvato. art. 8 (Sanzioni) 1. Il mancato possesso dell’attestato di formazione per il personale alimentarista sog- Atti consiliari della Regione Puglia SEDUTA N° 52 – 46 – RESOCONTO STENOGRAFICO getto a tale obbligo ai sensi della presente legge e la violazione dell’articolo 7, è punito con una sanzione amministrativa da 250,00 a 1.000,00 euro. 2. I soggetti incaricati del controllo ai sensi della normativa vigente procedono alla applicazione della sanzione amministrativa, qualora i contravventori non provvedano ad eliminare il mancato adempimento entro il termine indicato da medesimo soggetto controllore, che comunque non dovrà essere superiore a novanta giorni. 3. I proventi rivenienti dall’azione sanzionatoria devono essere versati all’ufficio contenzioso della Regione. È stato presentato un emendamento (n. 4) a firma dei consiglieri Potì e Marino, del quale do lettura: «All’art. 8, comma 1, 1° rigo, premettere la frase “Fatto salvo quanto previsto dal successivo art. 9”». Lo pongo ai voti. È approvato. È stato presentato un emendamento (n. 5) a firma dei consiglieri Potì e Marino, del quale do lettura: « All’art. 8, comma 1, 2° rigo, sostituire le parole “è punito” con le parole “sono punite”». Cedat 85 Servizi di resocontazione parlamentare VIII Legislatura 17 LUGLIO 2007 Lo pongo ai voti. È approvato. Pongo ai voti l’articolo 8, nel testo emendato. È approvato. art. 9 (Norme transitorie) 1. Nelle more dell’adozione da parte della Giunta regionale del regolamento di cui all’art. 4, comma 2, le Aziende sanitarie locali devono applicare le disposizioni di cui al d. lgs. 155/1997. Lo pongo ai voti. È approvato. Pongo ai voti il disegno di legge “Abolizione del libretto di idoneità sanitaria per gli alimentaristi e formazione del personale alimentarista” nel suo complesso. È approvato. È stata avanzata richiesta di urgenza. La pongo ai voti. È approvata. Il Consiglio sarà convocato a domicilio. La seduta è tolta (ore 14,23).