CON IL PATROCINIO DI Sala Verdi del Conservatorio - Via Conservatorio, 12 – Milano Lunedì, 11 gennaio 2016 - ore 21.00 SERIE «A» 2015/2016 Pianista Sir ANDRAS SCHIFF CICLO «Le ultime Sonate» (II) WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756 - 1791) Sonata in si bemolle maggiore K. 570 Allegro; Adagio; Allegretto LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770 - 1827) Sonata n. 31 in la bemolle maggiore op. 110 Moderato cantabile, molto espressivo; Allegro molto; Adagio, ma non troppo; Fuga: Allegro, ma non troppo FRANZ JOSEPH HAYDN (1732 - 1809) Sonata in re maggiore Hob. XVI.51 Andante; Finale: Presto FRANZ SCHUBERT (1797 - 1828) Sonata n. 22 in la maggiore D 959 Allegro; Andantino; Scherzo. Allegro vivace con Trio; Rondò: Allegretto La Leggenda di Sir ANDRAS SCHIFF Sir Andras Schiff è nato a Budapest, dove ha ricevuto le prime lezioni di pianoforte a cinque anni da Elisabeth Vadàsz e successivamente, frequentando l’Accademia Franz Liszt, da Pàl Kadosa, Kurtag e Ferenc Rados. Ulteriori studi lo portarono a Londra da George Malcolm. Attualmente una grande parte della sua attività è riservata ai recitals, dedicati in larga misura all’esecuzione di cicli integrali di autori quali Bach, Haydn, Mozart, Schubert, Chopin, Schumann, Bartok e Beethoven. L’Integrale delle 32 Sonate, iniziata nel 2004 e portata a temine in venti città, è stata anche registrata dal vivo su CD alla Tonhalle di Zurigo. Suona con molte tra le più importanti orchestre mondiali, spesso nella duplice veste di direttore e solista, privilegiando i Concerti di Bach, Beethoven e Mozart; nel 1999 ha creato una sua propria orchestra da camera, la «Cappella Andrea Barca», con cui, oltre che con la Chamber Orchestra of Europe e la Philharmonia di Londra, collabora in questo duplice ruolo. È ospite delle più importanti orchestre del mondo. Ha eseguito l’opera Omnia per tastiera di J. S. Bach e il Ciclo Integrale delle Sonate di Schubert, compiute e incompiute, per «Serate Musicali». Da quando era studente ama molto la musica da camera: tra il 1989 e il 1998 ha diretto il Festival «Musiktage Mondsee», in Austria e nel 1995, insieme a Heinz Holliger, ha fondato a Ittingen, in Svizzera, un Festival di Pentecoste, durato fino al 2013. Nel 1998 ha creato a Vicenza il Festival “Omaggio a Palladio”. Dal 2004 al 2007 è stato «Artist in Residence» del Festival di Weimar e nella stagione 2007/08 della Filarmonica di Berlino. Sir Schiff ha ricevuto molti premi e riconoscimenti: nel 2006 è stato nominato Membro Onorario della Casa di Beethoven a Bonn, per i suoi meriti come interprete beethoveniano, nel 2007 ha ricevuto il premio della critica musicale italiana “Franco Abbiati”, nel 2008 è stato insignito della Medaglia della Wigmore Hall per il trentennale delle sue esecuzioni, nel 2011 gli è stato conferito il premio Robert Schumann dalla città natale del compositore. Nel 2012 ha ricevuto la medaglia d’oro del Mozarteum di Salisburgo, “l’Ordine per i meriti di scienze e arti”, ha ottenuto la nomina a Membro Onorario del Konzerthaus di Vienna ed è stato nominato “Special Supernumeray Fellow” del Balliol College di Oxford; nello stesso anno ha ricevuto la Grande Croce di merito con Stella della Repubblica Federale tedesca. Il 21 dicembre 2013 gli è stata conferita la più alta onorificenza della Royal Philharmonic Society di Londra per il suo straordinario impegno musicale. Nel giugno 2014, per i suoi meriti artistici, ha ricevuto il titolo di «Sir» dalla Regina Elisabetta II e nel luglio 2014 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa dell’Università di Leeds. Nella primavera del 2011 Sir Andras Schiff ha esternato la sua preoccupazione per gli allarmanti sviluppi politici in Ungheria. Dopo gli attacchi offensivi a cui è stato sottoposto dai nazionalisti ungheresi come risposta, l’Artista ha deciso di non suonare più nella sua Patria. NOTA DI PASSAGGIO Passi la Nave, colma di Desio nostro, d’altra Stagion, morendo il Verno! Suoni l’Onda del Mar, al Suo Governo, che obbedire sol possa al Maestro mio! Da Ciel discesi per voler di Dio, Suoni -con essa- che sanno d’Eterno, ond’io, et non dall’oggi, me prosterno, e tutto l’altro -che m’é intorno - oblio. Lingua mortal non può significare, com’Onda in Mare - solo a Lui fedele per Miracol si voglia tramutare, in Gocce di Suoni, com’eterno Miele! Sanza Scilla e Cariddi! E il naufragare mai cognoscano quelle amate Vele! (H.F) SI RACCOMANDA VIVAMENTE DI SPEGNERE I TELEFONI CELLULARI, DI NON LASCIARE LA SALA DURANTE L’ESECUZIONE E DI EVITARE IL PIÙ POSSIBILE QUALSIASI DISTURBO !!! É vietato registrare senza l’autorizzazione dell’Artista e dell’organizzazione CICLO «Le ultime Sonate» Dopo il grande successo del primo appuntamento di lunedì 14 dicembre 2015, Sir Andras Schiff torna con il secondo appuntamento dedicato al Classicismo e al Romanticismo viennesi, attraverso i quattro pilastri fondamentali: Haydn, Mozart, Beethoven e Schubert, proseguendo in un percorso che accosta le ultime tre Sonate pianistiche (rigorosamente in ordine cronologico) di ciascuno dei quattro autori. Terzo appuntamento: 21.03.2016 WOLFGANG AMADEUS MOZART - Sonata in si bemolle maggiore K. 570 La Sonata in si bemolle maggiore K. 570 è del febbraio 1789. Non si tratta di una Sonata “da concerto”, ma piuttosto di un brano pensato per un illustre committente o per un’allieva non principiante. In essa troviamo una semplicità espressiva tipica degli ultimi anni di Mozart. L’Allegro iniziale si basa su un unico tema principale che viene presentato in due vesti differenti ma non contrastanti fra loro. La scorrevolezza brillante della pagina è incrinata, nella sezione dello sviluppo, da quelle implicazioni malinconiche che sono ricorrenti nell’ultimo Mozart. L’Adagio centrale è invece un movimento di grande nobiltà espressiva; si apre con un tema ad accordi e si anima poi con un tema elegiaco dall’accompagnamento ribattuto; ma, questo lungo Tempo centrale, presenta una alternanza di situazioni che non contraddicono mai la sua profondità concettuale. Quanto all’Allegretto finale, si tratta di un movimento breve e brillante, il cui tema principale ha quasi il carattere di Gavotta, mentre gli episodi secondari costituiscono diversivi gustosi e quasi giocosi, in perfetta coerenza con l’assunto di base della pagina. LUDWIG VAN BEETHOVEN - Sonata n. 31 in la bemolle maggiore op. 110 Il manoscritto della Sonata op. 110 è datato 25 dicembre 1822 e, cosa del tutto inconsueta in Beethoven, non ha dedica. In un primo tempo Beethoven aveva pensato per la Sonata op. 110, a un Finale formato da un Preludio e Fuga, cioè dall’Arioso dolente in la bemolle minore e dalla Fuga in la bemolle maggiore. In un secondo tempo modificò questo piano e, dopo la Fuga, riespose in sol minore l’Arioso, facendolo seguire dalla riesposizione del soggetto della Fuga ma per moto contrario, da un breve stretto e dalla perorazione sul soggetto. Nella parte terminale, la perorazione, viene abbandonato lo stile contrappuntistico della scrittura a più voci e il soggetto viene armonizzato in accordi con una figurazione di accompagnamento in suoni rapidi. Questo accostamento di due stili contrapposti mai avvenuta prima, costituirà un modello per Mendelssohn, Liszt, Brahms e Franck. Il primo tempo, che reca la rara didascalia Con amabilità, è in forma classica, con esposizione di due Temi principali e due secondari, sviluppo, riesposizione e Coda. Il secondo tempo è in forma di Scherzo con Trio e il Trio è una delle più bizzarre e divertenti invenzioni pianistiche di Beethoven, con rapidi e pericolosi incroci delle due mani che mettono a dura prova i pianisti (Webern se ne ricorda nel secondo tempo delle Variazioni op. 27). La tonalità del secondo tempo è in fa minore con conclusione in fa maggiore. Nulla di inusuale in ciò, senonché Beethoven considera il fa maggiore come tonalità di dominante di si bemolle minore e senza soluzione di continuità, partendo da si bemolle minore, crea un collegamento tra il secondo tempo e l’Arioso dolente. Nel collegamento viene ricreato pianisticamente un effetto tipico del clavicordo, la Bebung, cioè la ribattitura affievolita di un suono. La volontà di sintesi di barocco e classico si estende così anche agli strumenti, oltre che agli stili compositivi e la Sonata op. 110 diventa un manifesto di storicismo. FRANZ JOSEPH HAYDN - Sonata in re maggiore Hob. XVI.51 La Sonata in re maggiore si divide in due soli movimenti piuttosto concisi, che tuttavia utilizzano schemi formali insoliti. Nel primo movimento Haydn non prescrive la consueta ripetizione della prima parte: il Tema iniziale - tre accordi arpeggiati - si ripresenta al centro del brano, ma a esso si aggancia direttamente una sezione di sviluppo; segue poi una regolare ripresa. Il movimento è quindi un esempio dell’eclettismo formale di Haydn e possiamo descriverlo come una commistione tra forma-sonata e Rondò. Il secondo movimento è anche in questo caso in forma di Minuetto, ancora più conciso ed essenziale di quello impiegato nel Finale della precedente Sonata in do maggiore. FRANZ SCHUBERT - Sonata n. 22 in la maggiore D 959 Nel settembre del 1828, poche settimane prima di morire, Schubert ultimò le tre poderose Sonate con le quali forse sperava di entrare finalmente nel circuito editoriale (la dedica al più brillante dei pianisti allora in circolazione, Johann Nepomuk Hummel, non fa che confermare questa ipotesi). Delle ansie e delle delusioni di quel periodo, però, non c’è traccia in queste Sonate (ad eccezione, forse, dei tempi lenti), dove si respira invece un senso di sereno distacco, una specie di gioia tranquilla causata paradossalmente dal cumulo di sofferenze patite, quasi l’autore presentisse l’imminente liberazione dalla sua penosa condizione terrestre. L’Allegro iniziale di questa Sonata è costruito con un’economia di mezzi quasi «beethoveniana». Dopo l’energica affermazione della nota «la» attraverso massicci blocchi accordali armonicamente cangianti, appare un disegno a terzine, il cui ritmo contaminerà successivamente l’intero movimento; anche la sezione di transizione è frutto di una sapiente combinazione degli elementi appena esposti. Ma due sono gli aspetti più rilevanti, e tipicamente schubertiani, di questa pagina iniziale: la ricchezza e l’estensione dei due gruppi tematici e il prezioso cesello armonico con cui il compositore ora prepara l’entrata del motivo, ora carica di tensione l’episodio, ora anima di luci e ombre il mirabile Sviluppo. Quest’ultimo, che progressivamente esplora i registri più acuti dello strumento, è basato su di un motivo apparso nella Coda e si snoda in un’atmosfera da ballata, pervaso proprio dagli scatti nervosi di quelle quartine. Alla Ripresa il motivo secondario del primo gruppo tematico si presenta nella duplice veste maggiore/minore, secondo uno dei procedimenti armonici preferiti di Schubert, che in chiusura utilizza il vigoroso tema iniziale trasformato in una incantata reminiscenza per un congedo di intensissima commozione. Sotto questa superficie apparentemente serena, però, si nasconde l’abisso. L’Andantino, in fa diesis minore, che Alfred Einstein sostiene essere imparentato col Lied “Pilgerweise” (Canto del pellegrino, 1823), è una delle pagine più sconvolgenti dell’intera produzione schubertiana. L’inizio è spoglio e dolente, su un ritmo di Barcarola; ma nella sezione centrale si scatena una spaventosa tempesta, immagine di una disperatissima follia, la cui scrittura pianistica anticipa per molti versi quella di Liszt e dei suoi epigoni. Delizioso, infine, il ritorno del motivo principale contrappuntato da un singhiozzo a note ribattute. Con lo Scherzo in la maggiore, si torna a uno spensierato clima viennese, tutto echi di Valzer e scatti rapinosi di vago sapore tzigano, anche se tra le pieghe non è difficile scorgere qualche ombra. L’atteggiamento di Schubert nei confronti di Beethoven è illustrato in modo esemplare dall’ultimo tempo, un amabile Allegretto, sempre in la maggiore, nella forma di rondò-sonata già ampiamente utilizzata da Mozart. Come ha scoperto Charles Rosen, questa pagina è stata costruita esattamente sul calco dell’ultimo tempo dell’op.31 n.1 di Beethoven. Ciò dimostra che Schubert non era interessato a sperimentazioni formali e che lo schema classico era perfettamente calzante ai suoi scopi: la dilatazione melodica (evidente dal confronto col modello) e poi l’ampliamento delle tonalità coinvolte, in un caleidoscopico gioco di sfumature, di luci e di colori. PROSSIMI CONCERTI Lunedì 18 gennaio 2016 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio) (Valido per A+F; A; COMBINATA 2; A2) Violinista DOMENICO NORDIO - Pianista HANS FAZZARI J. S. BACH (Integrale I) Sonata per vl n.2 in la min. BWV 1003; Partita per vl. n.3 in mi magg. BWV 1006; Partita per vl. n.2 in re min. BWV 1004 - F. SCHUBERT Sonata in la min. per arpeggione e pianoforte D. 821 (vers.per vl. e pf.) Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00 Venerdì 22 gennaio 2016 - ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio) (Valido per A+F; A; COMBINATA 2; A2) Violoncellista ALEXANDER CHAUSIAN - Pianista EVGHENY SUDBIN A. BORODIN Sonata in si minore per vlc. e pf. (1860) - S. RACHMANINOV Vocalise per vlc. e pf.P. HINDEMITH Sonata op.25 III (vlc. solo) - C. FRANCK Sonata in la maggiore Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00 Lunedì 25 gennaio 2016 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio) (Valido per A+F; A; COMBINATA 2; ORFEO 2; A2) «Il Genio è Donna» Pianista ELISSO VIRSALADZE W. A. MOZART Sonata in si bemolle maggiore KV 333 - L. V. BEETHOVEN Sonata n. 23 “Appassionata” in fa minore op. 57 - W. A. MOZART Sonata n. 11 in la maggiore KV 331 R. SCHUMANN Carnaval op. 9 Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00 «… GLI AMICI PROPONGONO …» Martedì 19 gennaio 2016 - ore 18.00 (Istituto dei Ciechi, via Vivaio 7, Sala Stoppani) «In collaborazione con l’Associazione Amici di Edoardo» Lezione/concerto a cura di LUCA SCHIEPPATI. “De la musique avant toute chose...”. Autori, stili e correspondances nella musica francese tra '800 e '900. Un caso (quasi) a parte: la musica e l'estetica di Erik Satie. Festival del cinema: ETERNE ARMONIE 2016 DE LA MUSIQUE AVANT TOUTE CHOSE * Giovedì 21 gennaio - ore 19.30 (Institut français Milano, C.so Magenta 63) «LES UNS ET LES AUTRES (BOLERO)» Regia di Claude Lelouch, Francia, 1981, versione originale francese. Con Robert Hossein, Nicole Garcia, Geraldine Chaplin. * Giovedì 28 gennaio - ore 19.30 (Institut français Milano, C.so Magenta 63) «LE BATTEUR DU BOLERO» Regia di Patrice Leconte, cortometraggio, Francia, 1992, versione originale francese. Con Jacques Villeret, Laurent Petitgirard «UN COEUR EN HIVER (UN CUORE D’INVERNO)» Regia di Claude Sautet, Francia, 1992, versione originale francese. Con Daniel Auteuil, Emmanuelle Béart, André Dussollier, Maurice Garrel. Leone d'argento alla 49ª Mostra di Venezia. INGRESSO LIBERO FINO A ESAURIMENTO POSTI DISPONIBILI INFO: [email protected] - Tel. 02 29408039 ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI» 2014/2015201 2022001122013/2014ICALI» Presidente Onorario Luigi Crosti Roberto Fedi *** Ugo Friedmann Soci Fondatori Camilla Guarneri Carla Biancardi Miriam Lanzani Franco Cesa Bianchi Mario Lodigiani Giuseppe Ferreri Paolo Lodigiani Emilia Lodigiani Amelia Mazzeo Enrico Lodigiani Maria Candida Morosini Luisa Longhi Rainera e Mario Morpurgo Stefania Montani Ede Palmieri Gianfelice Rocca Tinetta Piontelli Luca Valtolina Adriana Ragazzi Ferrari Amici Benemeriti Giovanna e Antonio Riva Alvise Braga Illa Elisabetta Riva Pepi Cima Luisa Robba Fondazione Rocca Alessandro Silva Thierry le Tourneur d’Ison Maria Giacinta Talluto Società del Giardino Roberto Tremi Amici Maria Luisa Vaccari Giovanni Astrua Testori Marco Valtolina Maria Enrica Bonatti Beatrice Wehrlin Hans Fazzari Luigi Bordoni Soci Antonio Belloni Beatrice Bergamasco Umberto e Giovanna Bertelè Elisabetta Biancardi Mimma Bianchi Valeria Bonfante Isabella Bossi Fedrigotti Maria Brambilla Marmont Giuliana Carabelli Giancarlo Cason Piera Cattaneo Egle Da Prat Maya Eisner Federico ed Elisabetta Falck Silvana Fassati Carlo e Anna Ferrari Luisa Ferrario Anna Ferrelli Maria Teresa Fontana Matilde Garelli Felicia Giagnotti Giuseppe Gislon Maria Clotilde Gislon Fernanda Giulini Ferruccio Hurle Vincenzo Jorio Giuliana e Vittorio Leoni Giuseppe Lipari Maria Giovanna Lodigiani Eva Malchiodi Lucia ed Enrico Morbelli Luisa Consuelo Motolese Josef Oskar Denise Petriccione Rosemarie Pfaffli Raffaella Quadri Anna Maria Ravagnan Giustiniana Schweinberger Paola e Angelo Sganzerla Franca Soavi Andrea Susmel Giuseppe Tedone Adelia Torti Graziella Villa «SERATE MUSICALI» AMICI STORICI Fedele Confalonieri Mediaset Giuseppe Barbiano di Belgiojoso Ugo Carnevali Roberto De Silva Roberto Formigoni Gaetano Galeone Società del Giardino Gianni Letta Mario Lodigiani Roberto Mazzotta Francesco Micheli Arnoldo Mosca Mondadori Silvio Garattini Robert Parienti Paolo Pillitteri Fulvio Pravadelli Quirino Principe Gianfelice Rocca Fondazione Rocca Carlo Sangalli Fondazione Cariplo Luigi Venegoni Giuseppe Ferreri Banca Popolare di Milano Camera di Commercio di Milano Publitalia ***** Diana Bracco Martha Argerich Marina Berlusconi Cecilia Falck Vera e Fernanda Giulini Emilia Lodigiani Maria Grazia Mazzocchi Conservatorio G. Verdi Milano Francesca Colombo Stefania Montani Cristina Muti Simonetta Puccini Rosanna Sangalli Elisso Virsaladze Juana Zayas Flavia De Zigno Bianca Hoepli ***** Carlo Maria Badini Alberto Falck Oscar Luigi Scalfaro Giovanni Spadolini Leonardo Mondadori Giuseppe Lodigiani Giancarlo Dal Verme Tino Buazzelli Peter Ustinov Franco Ferrara Franco Mannino Carlo Zecchi Shura Cherkassky