CON IL PATROCINIO DI Sala Verdi del Conservatorio - Via Conservatorio, 12 – Milano Lunedì, 21 marzo 2016 - ore 21.00 SERIE «FESTIVAL OMAGGIO A MILANO» 2016 Pianista Sir ANDRAS SCHIFF CICLO «Le ultime Sonate» (III) FRANZ JOSEPH HAYDN (1732 - 1809) Sonata n. 62 in mi bemolle maggiore Hob XVI.52 Allegro; Adagio; Finale. Presto LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770 - 1827) Sonata n. 32 in do minore op. 111 Maestoso. Allegro con brio e appassionato; Arietta. Adagio molto semplice cantabile WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756 - 1791) Sonata in re maggiore KV 576 Allegro; Adagio; Allegretto FRANZ SCHUBERT (1797 - 1828) Sonata n. 23 in si bemolle maggiore D 960 Molto moderato; Andantino sostenuto; Scherzo. Allegro vivace. Trio; Allegro ma non troppo La Leggenda di Sir ANDRAS SCHIFF Sir Andras Schiff è nato a Budapest, dove ha ricevuto le prime lezioni di pianoforte a cinque anni da Elisabeth Vadàsz e successivamente, frequentando l’Accademia Franz Liszt, da Pàl Kadosa, Kurtag e Ferenc Rados. Ulteriori studi lo portarono a Londra da George Malcolm. Attualmente una grande parte della sua attività è riservata ai recitals, dedicati in larga misura all’esecuzione di cicli integrali di autori quali Bach, Haydn, Mozart, Schubert, Chopin, Schumann, Bartok e Beethoven. L’Integrale delle 32 Sonate, iniziata nel 2004 e portata a temine in venti città, è stata anche registrata dal vivo su CD alla Tonhalle di Zurigo. Suona con molte tra le più importanti orchestre mondiali, spesso nella duplice veste di direttore e solista, privilegiando i Concerti di Bach, Beethoven e Mozart; nel 1999 ha creato una sua propria orchestra da camera, la «Cappella Andrea Barca», con cui, oltre che con la Chamber Orchestra of Europe e la Philharmonia di Londra, collabora in questo duplice ruolo. È ospite delle più importanti orchestre del mondo. Ha eseguito l’opera Omnia per tastiera di J. S. Bach e il Ciclo Integrale delle Sonate di Schubert, compiute e incompiute, per «Serate Musicali». Da quando era studente ama molto la musica da camera: tra il 1989 e il 1998 ha diretto il Festival «Musiktage Mondsee», in Austria e nel 1995, insieme a Heinz Holliger, ha fondato a Ittingen, in Svizzera, un Festival di Pentecoste, durato fino al 2013. Nel 1998 ha creato a Vicenza il Festival “Omaggio a Palladio”. Dal 2004 al 2007 è stato «Artist in Residence» del Festival di Weimar e nella stagione 2007/08 della Filarmonica di Berlino. Sir Schiff ha ricevuto molti premi e riconoscimenti: nel 2006 è stato nominato Membro Onorario della Casa di Beethoven a Bonn, per i suoi meriti come interprete beethoveniano, nel 2007 ha ricevuto il premio della critica musicale italiana “Franco Abbiati”, nel 2008 è stato insignito della Medaglia della Wigmore Hall per il trentennale delle sue esecuzioni, nel 2011 gli è stato conferito il premio Robert Schumann dalla città natale del compositore. Nel 2012 ha ricevuto la medaglia d’oro del Mozarteum di Salisburgo, “l’Ordine per i meriti di scienze e arti”, ha ottenuto la nomina a Membro Onorario del Konzerthaus di Vienna ed è stato nominato “Special Supernumeray Fellow” del Balliol College di Oxford; nello stesso anno ha ricevuto la Grande Croce di merito con Stella della Repubblica Federale tedesca. Il 21 dicembre 2013 gli è stata conferita la più alta onorificenza della Royal Philharmonic Society di Londra per il suo straordinario impegno musicale. Nel giugno 2014, per i suoi meriti artistici, ha ricevuto il titolo di «Sir» dalla Regina Elisabetta II e nel luglio 2014 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa dell’Università di Leeds. Nella primavera del 2011 Sir Andras Schiff ha esternato la sua preoccupazione per gli allarmanti sviluppi politici in Ungheria. Dopo gli attacchi offensivi a cui è stato sottoposto dai nazionalisti ungheresi come risposta, l’Artista ha deciso di non suonare più nella sua Patria. NOTA DI PASSAGGIO Passi la Nave, colma di Desio nostro, d’altra Stagion, morendo il Verno! Suoni l’Onda del Mar, al Suo Governo, che obbedire sol possa al Maestro mio! Da Ciel discesi per voler di Dio, Suoni -con essa- che sanno d’Eterno, ond’io, et non dall’oggi, me prosterno, e tutto l’altro -che m’é intorno - oblio. Lingua mortal non può significare, com’Onda in Mare - solo a Lui fedele per Miracol si voglia tramutare, in Gocce di Suoni, com’eterno Miele! Sanza Scilla e Cariddi! E il naufragare mai cognoscano quelle amate Vele! (H.F) SI RACCOMANDA VIVAMENTE DI SPEGNERE I TELEFONI CELLULARI, DI NON LASCIARE LA SALA DURANTE L’ESECUZIONE E DI EVITARE IL PIÙ POSSIBILE QUALSIASI DISTURBO !!! É vietato registrare senza l’autorizzazione dell’Artista e dell’organizzazione CICLO «Le ultime Sonate» Dopo il grande successo del primo appuntamento di lunedì 14 dicembre 2015 e del secondo di lunedì 11 gennaio 2016, Sir Andras Schiff torna con il terzo e ultimo appuntamento dedicato al Classicismo e al Romanticismo viennesi, attraverso i quattro pilastri fondamentali: Haydn, Mozart, Beethoven e Schubert, concludendo un percorso che ha accostato le ultime tre Sonate pianistiche (rigorosamente in ordine cronologico) di ciascuno dei quattro autori. FRANZ JOSEPH HAYDN - Sonata n. 62 in mi bemolle maggiore Hob XVI.52 Indicata a volte con il numero 62, in base alla numerazione di Christa Landon, la Sonata in mi bemolle maggiore è l’ultima e più significativa delle circa cinquanta Sonate per pianoforte composte da Haydn e a lui sopravvissute. Parte delle Sonate infatti è andata perduta poiché essendo principalmente destinate ai numerosi suoi studenti, Haydn ha consegnato a costoro i manoscritti senza eseguirne copia. Sono invece dedicate alla famosa pianista Therese Jansen Bartolozzi, allieva di Muzio Clementi, le ultime tre Sonate, in do maggiore, re maggiore e mi bemolle maggiore, catalogo Hoboken XVI:50-52; composte durante il suo secondo soggiorno londinese, tra il 1794 e il 1795. Le tre Sonate attestano la bravura della Jansen e, nel contempo, rendono testimonianza delle maggiori capacità sonore del pianoforte inglese rispetto ai suoi omologhi tedesco e austriaco. La Sonata in mi bemolle maggiore, di ampia e vigorosa concezione, si articola in tre movimenti: Allegro moderato – Adagio – Presto. Il motivo fortemente espansivo dell’Allegro moderato denota la predilezione di Haydn per il movimento monotematico; le diverse idee presenti nell’esposizione derivano tutte dal materiale delle prime otto battute. Un nuovo tema di contrasto appare alla fine dell’esposizione e costituisce la base per un lungo sviluppo. La seconda sezione, un Adagio molto espressivo, presenta un tema elegiaco semplice e delicato; il ritmo puntato mantiene la relazione tra questo e il primo movimento. Il Presto finale, brillante movimento veloce in forma-sonata, sostituisce il tradizionale Rondò, è un pezzo molto amato per i suoi virtuosismi. LUDWIG VAN BEETHOVEN - Sonata n. 32 in do minore op. 111 Ultima Sonata del catalogo di Beethoven; ci porta all'estremo periodo creativo dell'autore, periodo i cui frutti furono spesso giudicati dai contemporanei incomprensibili e ineseguibili, per l'astrusità del contenuto e le difficoltà tecniche; d'altra parte lo stesso autore non concepiva più la Sonata per pianoforte in prospettiva della pubblica esecuzione, ma piuttosto per la lettura, per la meditazione privata. Le ultime Sonate e gli ultimi Quartetti sono stati pienamente compresi solamente nel nostro secolo; essi rappresentano l'espressione di un progressivo isolamento del compositore dalla sua epoca, per seguire le tracce di una fantasia e di una logica compositiva del tutto indipendenti dai meccanismi della contemporanea produzione e fruizione musicale. La crisi degli ideali dell'età napoleonica non si traduce per Beethoven nella propensione verso un miniaturismo edonistico - espressione in musica del nuovo gusto Biedermeier - o verso i primi esiti del romanticismo. Viene a mancare invece quella forte contrapposizione tematica, quella unitarietà del contenuto che rispecchiavano, nell'opera 13 o nell'opera 57, gli ideali etici dell'autore. I temi dunque si frammentano, il fluire del discorso segue una plastica consequenzialità che non è più oppositiva, basata su una logica di contrasti; la forma sonata smarrisce la netta funzione dei singoli elementi; la stessa Sonata nel suo insieme si sfalda, non appare più come una fortezza autonoma, accoglie al proprio interno forme prima sconosciute o usate in modo differente: la Fuga e la Variazione, quest'ultima del tutto scissa ormai dall'originaria funzione decorativa, e passata ad assumere una funzione costruttiva. Coerentemente con questo processo la stessa scrittura pianistica subisce una nuova razionalizzazione, che consiste nell'inglobare tutte le precedenti esperienze e sperimentazioni, dai recuperi del passato alla brillantezza tecnica di Clementi, alle magie timbriche e alle possenti sonorità scoperte sul pianoforte Erard, per attingere poi a queste eterogenee esperienze con superiore consapevolezza, selezionato discernimento e logica profonda. L'estrema libertà creativa assume spesso le vesti di una astratta purezza, di un sentimento intimistico. Caratteristiche, queste, che segnano al più alto grado la Sonata op.111, terminata nella primavera 1822 e pubblicata da Schlesinger nel corso dello stesso anno. Consta di due soli movimenti e riprende gli archetipi formali più cari al compositore, la forma-sonata e il tema con variazioni. Aperto da un'Introduzione di grave severità e densissima tensione armonica, il movimento iniziale nega la logica dialettica (bitematica) propria della forma sonata, donando preminenza assoluta al primo tema, un vigoroso soggetto di fuga che innerva tutta la pagina, improntandola del suo carattere severo e impetuoso. Vero cuore della Sonata è però l'Arietta con variazioni, rispetto alla quale l'Allegro con brio appassionato costituisce un vasto preambolo. La tecnica della variazione, luogo ideale dell'ultimo Beethoven per la possibilità di giocare astrattamente con il materiale musicale in sé e per sé, vi viene sviluppata nella prospettiva più coerente e insieme visionaria. Il tema dell'Arietta è di rarefatta essenzialità e di simmetrica articolazione; nelle prime tre variazioni, che rispettano fedelmente lo schema, esso viene animato internamente da una progressiva suddivisione ritmica. La tensione accumulata sfocia nella quarta variazione, che propone lo sfaldamento del tema in contrapposizioni timbriche e nell'ampliamento dello schema originario. Nella quinta e ultima variazione il tema torna nella limpida forma originaria, ma rivestito di trilli e atmosfere fluttuanti che gli attribuiscono una connotazione sublimata. All'amico Schindler, che gli chiedeva come mai non avesse aggiunto un Rondò alla Sonata, Beethoven rispose che gliene era mancato il tempo; affermazione che è stata spesso presa per buona, ma che rivela in realtà l'inadeguatezza dei contemporanei a comprendere il pensiero dell'autore; la Sonata op. 111 rappresenta invece il compiuto testamento di Beethoven nel genere della Sonata pianistica, trasformata nel volgere di un trentennio da genere di pubblico consumo in astratta meditazione personale; non è un caso che lo scenario avveniristico aperto dalle ultime variazioni sia rimasto sostanzialmente senza seguito per molti decenni, venendo colto nella sua profondità solamente nel corso del secolo scorso. WOLFGANG AMADEUS MOZART - Sonata in re maggiore KV 576 La Sonata in re maggiore K. 576 è, in ordine di tempo, l'ultima Sonata composta da Mozart per il pianoforte. Nel 1789 il compositore si trovava a Berlino, dove si era recato nella speranza di trovare presso la famiglia reale di Prussia una generosità maggiore di quella cui veniva fatto segno a Vienna. In una lettera all'amico e compagno di loggia Puchberg (al quale in quell'epoca rivolgeva angosciose richieste di aiuto morale e, soprattutto, materiale) Mozart scrive in data 12-14 luglio 1789: «... sto componendo sei Quartetti per il Re e sei facili Sonate pianistiche per la Principessa Federica; Kozeluch le sta incidendo tutte a mie spese...». Ma solo tre di questi sei Quartetti progettati furono composti e pubblicati e solo una delle Sonate fu effettivamente portata a termine e questa è precisamente la Sonata K. 576. La Sonata però non giunse mai alla persona cui era stata dedicata e fu pubblicata solo dopo la morte di Mozart. Per quello che abbiamo riferito prima, non si deve credere però che si tratti effettivamente di un «pezzo facile». In realtà questa Sonata nel suo solido impianto contrappuntistico, nella condotta delle voci che si rispondono sovente in guisa di «duetto», rivela come le altre composizioni mozartiane di quell'epoca l'esperienza dell'opera e dello stile di Johann Sebastian Bach, anche se, come sempre accade in Mozart, ogni complessità polifonica si risolve in ciò che oggi ci appare come un'aurea semplicità. Einstein la considera addirittura come « ... un'espressione di gratitudine per il grande maestro al cui spirito, Mozart, passando per Lipsia, s'era nuovamente avvicinato». Comunque sia, l'influsso bachiano vi appare completamente assimilato, sicché non c'è battuta di questa Sonata che non porti il segno inconfondibile ed esclusivo del genio mozartiano. Il primo tempo ha per motivo principale un inciso che rammenta una fanfara di corni da caccia (la Sonata viene chiamata, appunto, in Germania «Jagdsonate»). L'Adagio è un brano da cui spira un senso di infinita nostalgia e insieme di consolazione, mentre il delizioso Allegretto concilia una rigorosissima scrittura per tre voci (che potrebbe adattarsi idealmente ad un trio d'archi) con una arguta, spiritosissima grazia discorsiva. FRANZ SCHUBERT - Sonata n. 23 in si bemolle maggiore D 960 Ultima delle Sonate di Schubert, viene considerata l'approdo più alto del pianismo dell'autore. Infatti vi troviamo le conquiste faticosamente acquisite negli anni giovanili, presenti qui secondo una organizzazione perfettamente organica e compiuta. Basterebbe l'inizio del Molto moderato iniziale, dove la strumentazione sfrutta tutte le risorse del registro medio della tastiera; abbiamo una dolcissima cantilena per gradi congiunti, che viene rinforzata all'ottava, sulle figurazioni insistite e variate della mano sinistra. Una definizione atmosferica magistrale. Sorprendenti sono poi le vicende che questo tema subisce. Non c'è una vera e propria elaborazione tematica, ma l'iterazione discorsiva del tema attraverso illuminazioni sempre diverse, dovute allo slittamento del piano tonale come alle soluzioni sempre rinnovate della strumentazione. La seconda idea si pone in perfetta consequenzialità con la prima e le lunghe peregrinazioni che scaturiscono spontaneamente l'una dall'altra sfociano in un terzo tema in terzine e poi terminano con un lungo trillo al grave, che segna la fine della esposizione e riappare sempre in funzione strutturale. Non dissimile lo sviluppo, che non accumula la tensione, ma anzi la stempera, alternando i temi principali in modo paratattico e giocando sulle variazioni coloristiche. E tutto il movimento si presenta come una continua, plastica divagazione che illumina diversamente le idee di base sempre però mantenendo una logica rigorosa. Stessi principi alla base dei tempi seguenti, con sfumature diverse. Nuovamente il gioco timbrico è all'inizio del tempo lento. In questo Andante sostenuto, la melodia è affidata alla destra: ancora una cantilena per gradi congiunti, secondo una densa catena di intervalli di terza. La mano sinistra, invece, tocca i diversi registri della tastiera, creando effetti timbrici illusionistici. A questa ambientazione, che apre e conclude il movimento, fa da contrasto la sezione centrale, dove una melodia più intensa viene sottolineata da un accompagnamento ribattuto. Lo Scherzo, Allegro vivace con delicatezza, si basa sul continuo scambio di ruoli (melodia e accompagnamento) fra le mani e su un Trio dagli accenti spostati. Il Finale è un Rondò che si riallaccia, per le dimensioni, al movimento iniziale. L'intonazione è insieme malinconica e giocosa; i diversi episodi seguono ancora la netta giustapposizione di situazioni diverse ma complementari: canto affannoso e slanci eroici, che cedono infine a una conclusione brillantissima e quasi liberatoria dopo la tensione espressiva, la densità concettuale che segnano questa ultima Sonata di Franz Schubert. PROSSIMI CONCERTI Giovedì 24 marzo 2016 - ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio) (Valido per A+F; F; COMBINATA 2; F2) Violinista UTO UGHI - Pianista BRUNO CANINO A. VITALI Ciaccona in sol minore per violino e pianoforte - L. v. BEETHOVEN Sonata n. 7 per violino e pianoforte in do minore op. 30 n. 2 - J. BRAHMS Sonata n.3 in fa minore op. 5 - H. WIENIAWSKI Fantasia su temi del Faust di Gounod op. 20 Biglietti: Intero € 35,00 - Ridotto € 30,00 Lunedì 4 aprile 2016 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio) (Valido per A+F; F; COMBINATA 2;ORFEO 1; F2) Violoncellista ENRICO DINDO - Pianista PIETRO DE MARIA L. v. BEETHOVEN 7 Variazioni sul Flauto Magico in mi bemolle maggiore WoO46 - Sonata per violoncello e pianoforte n. 3 in la maggiore op. 69 - J. BRAHMS Sonata per violoncello e pianoforte n. 1 in mi minore op. 38 Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00 Lunedì 11 aprile 2016 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio) (Valido per A+F; F; COMBINATA 1; ORFEO 2; F1) Pianista HERBERT SCHUCH J. BRAHMS Quattro Ballate per pianoforte op. 10 - BACH/BUSONI Preludi Corali L. v. BEETHOVEN 33 Variazioni per pf. in do maggiore op. 120 su un Valzer di Diabelli Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00 Venerdì 15 aprile 2016 - ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio) (Valido per A+F; F; COMBINATA 2; F2) «Il Genio è Donna» Pianista SA CHEN F. CHOPIN Mazurche - Selezione - F. LISZT Sonata in si minore Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00 Lunedì 18 aprile 2016 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio) (Valido per A+F; F; COMBINATA 2; ORFEO 2; F2) «Il Genio è Donna» Violoncellista GIOVANNI SOLLIMA - Pianista GIUSEPPE ANDALORO - Violoncellista MONIKA LESKOVAR - Pianista ILYA RASHKOVSKIY I. STRAVINSKY La sagra della primavera (arr. per 2 pf. e 2 celli di G. Andaloro) W. LUTOSLAWSKI Variazioni su un tema di Paganini per due pianoforti - C. DEBUSSY Prélude à l’après-midi d’un faune (arr. per 2 celli di G. Sollima) - M. RAVEL La Valse (arr. per 2 pf e 2 celli di G. Andaloro) Biglietti: Intero € 30,00 - Ridotto € 25,00 «… Gli Amici propongono …» * Domenica 17 aprile 2016 Una giornata alla Villa Reale di Monza, recentemente restaurata, con concerto del QUINTETTO HERMES nel Teatrino di Corte. Per informazioni e prenotazioni: Associazione Amici delle Serate Musicali tel. 02 29408039 - e.mail [email protected] ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI» 2014/2015201 2022001122013/2014ICALI» Presidente Onorario Luigi Crosti Roberto Fedi *** Ugo Friedmann Soci Fondatori Camilla Guarneri Carla Biancardi Miriam Lanzani Franco Cesa Bianchi Mario Lodigiani Giuseppe Ferreri Paolo Lodigiani Emilia Lodigiani Amelia Mazzeo Enrico Lodigiani Maria Candida Morosini Luisa Longhi Rainera e Mario Morpurgo Stefania Montani Ede Palmieri Gianfelice Rocca Tinetta Piontelli Luca Valtolina Adriana Ragazzi Ferrari Amici Benemeriti Giovanna e Antonio Riva Alvise Braga Illa Elisabetta Riva Pepi Cima Luisa Robba Fondazione Rocca Alessandro Silva Thierry le Tourneur d’Ison Maria Giacinta Talluto Società del Giardino Roberto Tremi Amici Maria Luisa Vaccari Giovanni Astrua Testori Marco Valtolina Maria Enrica Bonatti Beatrice Wehrlin Hans Fazzari Luigi Bordoni Soci Antonio Belloni Beatrice Bergamasco Umberto e Giovanna Bertelè Elisabetta Biancardi Mimma Bianchi Valeria Bonfante Isabella Bossi Fedrigotti Maria Brambilla Marmont Giuliana Carabelli Giancarlo Cason Piera Cattaneo Egle Da Prat Maya Eisner Federico ed Elisabetta Falck Silvana Fassati Carlo e Anna Ferrari Luisa Ferrario Anna Ferrelli Maria Teresa Fontana Matilde Garelli Felicia Giagnotti Giuseppe Gislon Maria Clotilde Gislon Fernanda Giulini Ferruccio Hurle Vincenzo Jorio Giuliana e Vittorio Leoni Giuseppe Lipari Maria Giovanna Lodigiani Eva Malchiodi Lucia ed Enrico Morbelli Luisa Consuelo Motolese Josef Oskar Denise Petriccione Rosemarie Pfaffli Raffaella Quadri Anna Maria Ravagnan Giustiniana Schweinberger Paola e Angelo Sganzerla Franca Soavi Andrea Susmel Giuseppe Tedone Adelia Torti Graziella Villa «SERATE MUSICALI» AMICI STORICI Fedele Confalonieri Mediaset Giuseppe Barbiano di Belgiojoso Ugo Carnevali Roberto De Silva Roberto Formigoni Gaetano Galeone Società del Giardino Gianni Letta Mario Lodigiani Roberto Mazzotta Francesco Micheli Arnoldo Mosca Mondadori Silvio Garattini Robert Parienti Paolo Pillitteri Fulvio Pravadelli Quirino Principe Gianfelice Rocca Fondazione Rocca Carlo Sangalli Fondazione Cariplo Luigi Venegoni Giuseppe Ferreri Banca Popolare di Milano Camera di Commercio di Milano Publitalia ***** Diana Bracco Martha Argerich Marina Berlusconi Cecilia Falck Vera e Fernanda Giulini Emilia Lodigiani Maria Grazia Mazzocchi Conservatorio G. 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