CON IL PATROCINIO DI
Sala Verdi del Conservatorio - Via Conservatorio, 12 – Milano
Lunedì, 21 marzo 2016 - ore 21.00
SERIE «FESTIVAL OMAGGIO A MILANO» 2016
Pianista
Sir
ANDRAS SCHIFF
CICLO «Le ultime Sonate» (III)
FRANZ JOSEPH HAYDN (1732 - 1809)
Sonata n. 62 in mi bemolle maggiore Hob XVI.52
Allegro; Adagio; Finale. Presto
LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770 - 1827)
Sonata n. 32 in do minore op. 111
Maestoso. Allegro con brio e appassionato; Arietta. Adagio molto semplice cantabile
WOLFGANG AMADEUS MOZART (1756 - 1791)
Sonata in re maggiore KV 576
Allegro; Adagio; Allegretto
FRANZ SCHUBERT (1797 - 1828)
Sonata n. 23 in si bemolle maggiore D 960
Molto moderato; Andantino sostenuto; Scherzo. Allegro vivace. Trio; Allegro ma non troppo
La Leggenda di
Sir ANDRAS SCHIFF
Sir Andras Schiff è nato a Budapest, dove ha ricevuto le prime lezioni di pianoforte a cinque anni
da Elisabeth Vadàsz e successivamente, frequentando l’Accademia Franz Liszt, da Pàl Kadosa,
Kurtag e Ferenc Rados. Ulteriori studi lo portarono a Londra da George Malcolm. Attualmente
una grande parte della sua attività è riservata ai recitals, dedicati in larga misura all’esecuzione di
cicli integrali di autori quali Bach, Haydn, Mozart, Schubert, Chopin, Schumann, Bartok e
Beethoven. L’Integrale delle 32 Sonate, iniziata nel 2004 e portata a temine in venti città, è stata
anche registrata dal vivo su CD alla Tonhalle di Zurigo. Suona con molte tra le più importanti
orchestre mondiali, spesso nella duplice veste di direttore e solista, privilegiando i Concerti di
Bach, Beethoven e Mozart; nel 1999 ha creato una sua propria orchestra da camera, la «Cappella
Andrea Barca», con cui, oltre che con la Chamber Orchestra of Europe e la Philharmonia di
Londra, collabora in questo duplice ruolo. È ospite delle più importanti orchestre del mondo. Ha
eseguito l’opera Omnia per tastiera di J. S. Bach e il Ciclo Integrale delle Sonate di Schubert,
compiute e incompiute, per «Serate Musicali». Da quando era studente ama molto la musica da
camera: tra il 1989 e il 1998 ha diretto il Festival «Musiktage Mondsee», in Austria e nel 1995,
insieme a Heinz Holliger, ha fondato a Ittingen, in Svizzera, un Festival di Pentecoste, durato
fino al 2013. Nel 1998 ha creato a Vicenza il Festival “Omaggio a Palladio”. Dal 2004 al 2007 è
stato «Artist in Residence» del Festival di Weimar e nella stagione 2007/08 della Filarmonica di
Berlino. Sir Schiff ha ricevuto molti premi e riconoscimenti: nel 2006 è stato nominato Membro
Onorario della Casa di Beethoven a Bonn, per i suoi meriti come interprete beethoveniano, nel
2007 ha ricevuto il premio della critica musicale italiana “Franco Abbiati”, nel 2008 è stato
insignito della Medaglia della Wigmore Hall per il trentennale delle sue esecuzioni, nel 2011 gli è
stato conferito il premio Robert Schumann dalla città natale del compositore. Nel 2012 ha
ricevuto la medaglia d’oro del Mozarteum di Salisburgo, “l’Ordine per i meriti di scienze e arti”,
ha ottenuto la nomina a Membro Onorario del Konzerthaus di Vienna ed è stato nominato
“Special Supernumeray Fellow” del Balliol College di Oxford; nello stesso anno ha ricevuto la
Grande Croce di merito con Stella della Repubblica Federale tedesca. Il 21 dicembre 2013 gli è
stata conferita la più alta onorificenza della Royal Philharmonic Society di Londra per il suo
straordinario impegno musicale. Nel giugno 2014, per i suoi meriti artistici, ha ricevuto il titolo di
«Sir» dalla Regina Elisabetta II e nel luglio 2014 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa
dell’Università di Leeds. Nella primavera del 2011 Sir Andras Schiff ha esternato la sua
preoccupazione per gli allarmanti sviluppi politici in Ungheria. Dopo gli attacchi offensivi a cui è
stato sottoposto dai nazionalisti ungheresi come risposta, l’Artista ha deciso di non suonare più
nella sua Patria.
NOTA DI PASSAGGIO
Passi la Nave, colma di Desio
nostro, d’altra Stagion, morendo il Verno!
Suoni l’Onda del Mar, al Suo Governo,
che obbedire sol possa al Maestro mio!
Da Ciel discesi per voler di Dio,
Suoni -con essa- che sanno d’Eterno,
ond’io, et non dall’oggi, me prosterno,
e tutto l’altro -che m’é intorno - oblio.
Lingua mortal non può significare,
com’Onda in Mare - solo a Lui fedele
per Miracol si voglia tramutare, in
Gocce di Suoni, com’eterno Miele!
Sanza Scilla e Cariddi! E il naufragare
mai cognoscano quelle amate Vele! (H.F)
SI RACCOMANDA VIVAMENTE DI SPEGNERE I TELEFONI CELLULARI, DI NON LASCIARE LA
SALA DURANTE L’ESECUZIONE E DI EVITARE IL PIÙ POSSIBILE QUALSIASI DISTURBO !!!
É vietato registrare senza l’autorizzazione dell’Artista e dell’organizzazione
CICLO «Le ultime Sonate»
Dopo il grande successo del primo appuntamento di lunedì 14 dicembre 2015 e del secondo di lunedì 11
gennaio 2016, Sir Andras Schiff torna con il terzo e ultimo appuntamento dedicato al Classicismo e al
Romanticismo viennesi, attraverso i quattro pilastri fondamentali: Haydn, Mozart, Beethoven e Schubert,
concludendo un percorso che ha accostato le ultime tre Sonate pianistiche (rigorosamente in ordine cronologico)
di ciascuno dei quattro autori.
FRANZ JOSEPH HAYDN - Sonata n. 62 in mi bemolle maggiore Hob XVI.52
Indicata a volte con il numero 62, in base alla numerazione di Christa Landon, la Sonata in mi
bemolle maggiore è l’ultima e più significativa delle circa cinquanta Sonate per pianoforte
composte da Haydn e a lui sopravvissute. Parte delle Sonate infatti è andata perduta poiché
essendo principalmente destinate ai numerosi suoi studenti, Haydn ha consegnato a costoro i
manoscritti senza eseguirne copia. Sono invece dedicate alla famosa pianista Therese Jansen
Bartolozzi, allieva di Muzio Clementi, le ultime tre Sonate, in do maggiore, re maggiore e mi bemolle
maggiore, catalogo Hoboken XVI:50-52; composte durante il suo secondo soggiorno londinese,
tra il 1794 e il 1795. Le tre Sonate attestano la bravura della Jansen e, nel contempo, rendono
testimonianza delle maggiori capacità sonore del pianoforte inglese rispetto ai suoi omologhi
tedesco e austriaco. La Sonata in mi bemolle maggiore, di ampia e vigorosa concezione, si
articola in tre movimenti: Allegro moderato – Adagio – Presto. Il motivo fortemente espansivo
dell’Allegro moderato denota la predilezione di Haydn per il movimento monotematico; le
diverse idee presenti nell’esposizione derivano tutte dal materiale delle prime otto battute. Un
nuovo tema di contrasto appare alla fine dell’esposizione e costituisce la base per un lungo
sviluppo. La seconda sezione, un Adagio molto espressivo, presenta un tema elegiaco semplice e
delicato; il ritmo puntato mantiene la relazione tra questo e il primo movimento. Il Presto
finale, brillante movimento veloce in forma-sonata, sostituisce il tradizionale Rondò, è un
pezzo molto amato per i suoi virtuosismi.
LUDWIG VAN BEETHOVEN - Sonata n. 32 in do minore op. 111
Ultima Sonata del catalogo di Beethoven; ci porta all'estremo periodo creativo dell'autore,
periodo i cui frutti furono spesso giudicati dai contemporanei incomprensibili e ineseguibili,
per l'astrusità del contenuto e le difficoltà tecniche; d'altra parte lo stesso autore non
concepiva più la Sonata per pianoforte in prospettiva della pubblica esecuzione, ma piuttosto
per la lettura, per la meditazione privata. Le ultime Sonate e gli ultimi Quartetti sono stati
pienamente compresi solamente nel nostro secolo; essi rappresentano l'espressione di un
progressivo isolamento del compositore dalla sua epoca, per seguire le tracce di una fantasia e
di una logica compositiva del tutto indipendenti dai meccanismi della contemporanea
produzione e fruizione musicale. La crisi degli ideali dell'età napoleonica non si traduce per
Beethoven nella propensione verso un miniaturismo edonistico - espressione in musica del
nuovo gusto Biedermeier - o verso i primi esiti del romanticismo. Viene a mancare invece
quella forte contrapposizione tematica, quella unitarietà del contenuto che rispecchiavano,
nell'opera 13 o nell'opera 57, gli ideali etici dell'autore. I temi dunque si frammentano, il fluire
del discorso segue una plastica consequenzialità che non è più oppositiva, basata su una logica
di contrasti; la forma sonata smarrisce la netta funzione dei singoli elementi; la stessa Sonata
nel suo insieme si sfalda, non appare più come una fortezza autonoma, accoglie al proprio
interno forme prima sconosciute o usate in modo differente: la Fuga e la Variazione,
quest'ultima del tutto scissa ormai dall'originaria funzione decorativa, e passata ad assumere
una funzione costruttiva. Coerentemente con questo processo la stessa scrittura pianistica
subisce una nuova razionalizzazione, che consiste nell'inglobare tutte le precedenti esperienze
e sperimentazioni, dai recuperi del passato alla brillantezza tecnica di Clementi, alle magie
timbriche e alle possenti sonorità scoperte sul pianoforte Erard, per attingere poi a queste
eterogenee esperienze con superiore consapevolezza, selezionato discernimento e logica
profonda. L'estrema libertà creativa assume spesso le vesti di una astratta purezza, di un
sentimento intimistico. Caratteristiche, queste, che segnano al più alto grado la Sonata op.111,
terminata nella primavera 1822 e pubblicata da Schlesinger nel corso dello stesso anno.
Consta di due soli movimenti e riprende gli archetipi formali più cari al compositore, la
forma-sonata e il tema con variazioni. Aperto da un'Introduzione di grave severità e densissima
tensione armonica, il movimento iniziale nega la logica dialettica (bitematica) propria della
forma sonata, donando preminenza assoluta al primo tema, un vigoroso soggetto di fuga che
innerva tutta la pagina, improntandola del suo carattere severo e impetuoso. Vero cuore della
Sonata è però l'Arietta con variazioni, rispetto alla quale l'Allegro con brio appassionato costituisce
un vasto preambolo. La tecnica della variazione, luogo ideale dell'ultimo Beethoven per la
possibilità di giocare astrattamente con il materiale musicale in sé e per sé, vi viene sviluppata
nella prospettiva più coerente e insieme visionaria. Il tema dell'Arietta è di rarefatta essenzialità
e di simmetrica articolazione; nelle prime tre variazioni, che rispettano fedelmente lo schema,
esso viene animato internamente da una progressiva suddivisione ritmica. La tensione
accumulata sfocia nella quarta variazione, che propone lo sfaldamento del tema in
contrapposizioni timbriche e nell'ampliamento dello schema originario. Nella quinta e ultima
variazione il tema torna nella limpida forma originaria, ma rivestito di trilli e atmosfere
fluttuanti che gli attribuiscono una connotazione sublimata. All'amico Schindler, che gli
chiedeva come mai non avesse aggiunto un Rondò alla Sonata, Beethoven rispose che gliene
era mancato il tempo; affermazione che è stata spesso presa per buona, ma che rivela in realtà
l'inadeguatezza dei contemporanei a comprendere il pensiero dell'autore; la Sonata op. 111
rappresenta invece il compiuto testamento di Beethoven nel genere della Sonata pianistica,
trasformata nel volgere di un trentennio da genere di pubblico consumo in astratta
meditazione personale; non è un caso che lo scenario avveniristico aperto dalle ultime
variazioni sia rimasto sostanzialmente senza seguito per molti decenni, venendo colto nella
sua profondità solamente nel corso del secolo scorso.
WOLFGANG AMADEUS MOZART - Sonata in re maggiore KV 576
La Sonata in re maggiore K. 576 è, in ordine di tempo, l'ultima Sonata composta da Mozart
per il pianoforte. Nel 1789 il compositore si trovava a Berlino, dove si era recato nella
speranza di trovare presso la famiglia reale di Prussia una generosità maggiore di quella cui
veniva fatto segno a Vienna. In una lettera all'amico e compagno di loggia Puchberg (al quale
in quell'epoca rivolgeva angosciose richieste di aiuto morale e, soprattutto, materiale) Mozart
scrive in data 12-14 luglio 1789: «... sto componendo sei Quartetti per il Re e sei facili Sonate
pianistiche per la Principessa Federica; Kozeluch le sta incidendo tutte a mie spese...». Ma solo
tre di questi sei Quartetti progettati furono composti e pubblicati e solo una delle Sonate fu
effettivamente portata a termine e questa è precisamente la Sonata K. 576. La Sonata però
non giunse mai alla persona cui era stata dedicata e fu pubblicata solo dopo la morte di
Mozart. Per quello che abbiamo riferito prima, non si deve credere però che si tratti
effettivamente di un «pezzo facile». In realtà questa Sonata nel suo solido impianto
contrappuntistico, nella condotta delle voci che si rispondono sovente in guisa di «duetto»,
rivela come le altre composizioni mozartiane di quell'epoca l'esperienza dell'opera e dello stile
di Johann Sebastian Bach, anche se, come sempre accade in Mozart, ogni complessità
polifonica si risolve in ciò che oggi ci appare come un'aurea semplicità. Einstein la considera
addirittura come « ... un'espressione di gratitudine per il grande maestro al cui spirito, Mozart,
passando per Lipsia, s'era nuovamente avvicinato». Comunque sia, l'influsso bachiano vi
appare completamente assimilato, sicché non c'è battuta di questa Sonata che non porti il
segno inconfondibile ed esclusivo del genio mozartiano. Il primo tempo ha per motivo
principale un inciso che rammenta una fanfara di corni da caccia (la Sonata viene chiamata,
appunto, in Germania «Jagdsonate»). L'Adagio è un brano da cui spira un senso di infinita
nostalgia e insieme di consolazione, mentre il delizioso Allegretto concilia una rigorosissima
scrittura per tre voci (che potrebbe adattarsi idealmente ad un trio d'archi) con una arguta,
spiritosissima grazia discorsiva.
FRANZ SCHUBERT - Sonata n. 23 in si bemolle maggiore D 960
Ultima delle Sonate di Schubert, viene considerata l'approdo più alto del pianismo dell'autore.
Infatti vi troviamo le conquiste faticosamente acquisite negli anni giovanili, presenti qui
secondo una organizzazione perfettamente organica e compiuta. Basterebbe l'inizio del Molto
moderato iniziale, dove la strumentazione sfrutta tutte le risorse del registro medio della tastiera;
abbiamo una dolcissima cantilena per gradi congiunti, che viene rinforzata all'ottava, sulle
figurazioni insistite e variate della mano sinistra. Una definizione atmosferica magistrale.
Sorprendenti sono poi le vicende che questo tema subisce. Non c'è una vera e propria
elaborazione tematica, ma l'iterazione discorsiva del tema attraverso illuminazioni sempre
diverse, dovute allo slittamento del piano tonale come alle soluzioni sempre rinnovate della
strumentazione. La seconda idea si pone in perfetta consequenzialità con la prima e le lunghe
peregrinazioni che scaturiscono spontaneamente l'una dall'altra sfociano in un terzo tema in
terzine e poi terminano con un lungo trillo al grave, che segna la fine della esposizione e
riappare sempre in funzione strutturale. Non dissimile lo sviluppo, che non accumula la
tensione, ma anzi la stempera, alternando i temi principali in modo paratattico e giocando
sulle variazioni coloristiche. E tutto il movimento si presenta come una continua, plastica
divagazione che illumina diversamente le idee di base sempre però mantenendo una logica
rigorosa. Stessi principi alla base dei tempi seguenti, con sfumature diverse. Nuovamente il
gioco timbrico è all'inizio del tempo lento. In questo Andante sostenuto, la melodia è affidata alla
destra: ancora una cantilena per gradi congiunti, secondo una densa catena di intervalli di
terza. La mano sinistra, invece, tocca i diversi registri della tastiera, creando effetti timbrici
illusionistici. A questa ambientazione, che apre e conclude il movimento, fa da contrasto la
sezione centrale, dove una melodia più intensa viene sottolineata da un accompagnamento
ribattuto. Lo Scherzo, Allegro vivace con delicatezza, si basa sul continuo scambio di ruoli (melodia
e accompagnamento) fra le mani e su un Trio dagli accenti spostati. Il Finale è un Rondò che
si riallaccia, per le dimensioni, al movimento iniziale. L'intonazione è insieme malinconica e
giocosa; i diversi episodi seguono ancora la netta giustapposizione di situazioni diverse ma
complementari: canto affannoso e slanci eroici, che cedono infine a una conclusione
brillantissima e quasi liberatoria dopo la tensione espressiva, la densità concettuale che
segnano questa ultima Sonata di Franz Schubert.
PROSSIMI CONCERTI
Giovedì 24 marzo 2016 - ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio)
(Valido per A+F; F; COMBINATA 2; F2)
Violinista UTO UGHI - Pianista BRUNO CANINO
A. VITALI Ciaccona in sol minore per violino e pianoforte - L. v. BEETHOVEN Sonata n. 7 per violino e
pianoforte in do minore op. 30 n. 2 - J. BRAHMS Sonata n.3 in fa minore op. 5 - H. WIENIAWSKI
Fantasia su temi del Faust di Gounod op. 20
Biglietti: Intero € 35,00 - Ridotto € 30,00
Lunedì 4 aprile 2016 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio)
(Valido per A+F; F; COMBINATA 2;ORFEO 1; F2)
Violoncellista ENRICO DINDO - Pianista PIETRO DE MARIA
L. v. BEETHOVEN 7 Variazioni sul Flauto Magico in mi bemolle maggiore WoO46 - Sonata per
violoncello e pianoforte n. 3 in la maggiore op. 69 - J. BRAHMS Sonata per violoncello e pianoforte n. 1 in mi
minore op. 38
Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00
Lunedì 11 aprile 2016 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio)
(Valido per A+F; F; COMBINATA 1; ORFEO 2; F1)
Pianista HERBERT SCHUCH
J. BRAHMS Quattro Ballate per pianoforte op. 10 - BACH/BUSONI Preludi Corali L. v. BEETHOVEN 33 Variazioni per pf. in do maggiore op. 120 su un Valzer di Diabelli
Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00
Venerdì 15 aprile 2016 - ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio)
(Valido per A+F; F; COMBINATA 2; F2)
«Il Genio è Donna» Pianista SA CHEN
F. CHOPIN Mazurche - Selezione - F. LISZT Sonata in si minore
Biglietti: Intero € 20,00 - Ridotto € 15,00
Lunedì 18 aprile 2016 – ore 21.00 (Sala Verdi del Conservatorio)
(Valido per A+F; F; COMBINATA 2; ORFEO 2; F2)
«Il Genio è Donna» Violoncellista GIOVANNI SOLLIMA - Pianista GIUSEPPE
ANDALORO - Violoncellista MONIKA LESKOVAR - Pianista ILYA RASHKOVSKIY
I. STRAVINSKY La sagra della primavera (arr. per 2 pf. e 2 celli di G. Andaloro) W. LUTOSLAWSKI Variazioni su un tema di Paganini per due pianoforti - C. DEBUSSY Prélude à
l’après-midi d’un faune (arr. per 2 celli di G. Sollima) - M. RAVEL La Valse (arr. per 2 pf e 2 celli di G.
Andaloro)
Biglietti: Intero € 30,00 - Ridotto € 25,00
«… Gli Amici propongono …»
* Domenica 17 aprile 2016
Una giornata alla Villa Reale di Monza, recentemente restaurata, con concerto del
QUINTETTO HERMES nel Teatrino di Corte.
Per informazioni e prenotazioni: Associazione Amici delle Serate Musicali
tel. 02 29408039 - e.mail [email protected]
ASSOCIAZIONE «AMICI DELLE SERATE MUSICALI»
2014/2015201 2022001122013/2014ICALI»
Presidente Onorario
Luigi Crosti
Roberto Fedi
***
Ugo Friedmann
Soci Fondatori
Camilla Guarneri
Carla Biancardi
Miriam Lanzani
Franco Cesa Bianchi
Mario Lodigiani
Giuseppe Ferreri
Paolo Lodigiani
Emilia Lodigiani
Amelia Mazzeo
Enrico Lodigiani
Maria Candida Morosini
Luisa Longhi
Rainera e Mario Morpurgo
Stefania Montani
Ede Palmieri
Gianfelice Rocca
Tinetta Piontelli
Luca Valtolina
Adriana Ragazzi Ferrari
Amici Benemeriti
Giovanna e Antonio Riva
Alvise Braga Illa
Elisabetta Riva
Pepi Cima
Luisa Robba
Fondazione Rocca
Alessandro Silva
Thierry le Tourneur d’Ison Maria Giacinta Talluto
Società del Giardino
Roberto Tremi
Amici
Maria Luisa Vaccari
Giovanni Astrua Testori Marco Valtolina
Maria Enrica Bonatti
Beatrice Wehrlin
Hans Fazzari
Luigi Bordoni
Soci
Antonio Belloni
Beatrice Bergamasco
Umberto e Giovanna
Bertelè
Elisabetta Biancardi
Mimma Bianchi
Valeria Bonfante
Isabella Bossi Fedrigotti
Maria Brambilla Marmont
Giuliana Carabelli
Giancarlo Cason
Piera Cattaneo
Egle Da Prat
Maya Eisner
Federico ed Elisabetta
Falck
Silvana Fassati
Carlo e Anna Ferrari
Luisa Ferrario
Anna Ferrelli
Maria Teresa Fontana
Matilde Garelli
Felicia Giagnotti
Giuseppe Gislon
Maria Clotilde Gislon
Fernanda Giulini
Ferruccio Hurle
Vincenzo Jorio
Giuliana e Vittorio Leoni
Giuseppe Lipari
Maria Giovanna Lodigiani
Eva Malchiodi
Lucia ed Enrico Morbelli
Luisa Consuelo Motolese
Josef Oskar
Denise Petriccione
Rosemarie Pfaffli
Raffaella Quadri
Anna Maria Ravagnan
Giustiniana Schweinberger
Paola e Angelo Sganzerla
Franca Soavi
Andrea Susmel
Giuseppe Tedone
Adelia Torti
Graziella Villa
«SERATE MUSICALI» AMICI STORICI
Fedele Confalonieri
Mediaset
Giuseppe Barbiano di
Belgiojoso
Ugo Carnevali
Roberto De Silva
Roberto Formigoni
Gaetano Galeone
Società del Giardino
Gianni Letta
Mario Lodigiani
Roberto Mazzotta
Francesco Micheli
Arnoldo Mosca
Mondadori
Silvio Garattini
Robert Parienti
Paolo Pillitteri
Fulvio Pravadelli
Quirino Principe
Gianfelice Rocca
Fondazione Rocca
Carlo Sangalli
Fondazione Cariplo
Luigi Venegoni
Giuseppe Ferreri
Banca Popolare di Milano
Camera di Commercio di
Milano
Publitalia
*****
Diana Bracco
Martha Argerich
Marina Berlusconi
Cecilia Falck
Vera e Fernanda Giulini
Emilia Lodigiani
Maria Grazia Mazzocchi
Conservatorio G. Verdi Milano
Francesca Colombo
Stefania Montani
Cristina Muti
Simonetta Puccini
Rosanna Sangalli
Elisso Virsaladze
Juana Zayas
Flavia De Zigno
Bianca Hoepli
*****
Carlo Maria Badini
Alberto Falck
Oscar Luigi Scalfaro
Giovanni Spadolini
Leonardo Mondadori
Giuseppe Lodigiani
Giancarlo Dal Verme
Tino Buazzelli
Peter Ustinov
Franco Ferrara
Franco Mannino
Carlo Zecchi
Shura Cherkassky
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