STUDIO PILOTA DI INTERVENTO DI PREVENZIONE PRIMARIA NELLA POPOLAZIONE LAVORATIVA Relazione sul primo anno di attività responsabile del progetto Massa Viareggio: Adele Seniori Costantini UO Epidemiologia ambientale occupazionale, CSPO responsabili per le Aziende USL Fabrizio Franco, responsabile Dipartimento Prevenzione, ASL 1 Massa Carrara; Giuliano Angotzi, responsabile Dipartimento Prevenzione, ASL 12 Viareggio. responsabile per lo studio pilota: Giuseppe Gorini, UO Epidemiologia ambientale occupazionale, CSPO Gruppi di lavoro CSPO Anna Maria Badiali, Valentina Cacciarini, Antonio Gasparrini, O Epidemiologia ambientale occupazionale Ilaria Ermini, Giovanna Masala, Calogero Saieva, UO Epidemiologia molecolare nutrizionale, ASL 12 Viareggio Cinzia Raffaelli, Epidemiologia Giovanna Camarlinghi, Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) Francesca Falcone, Mirella Aglietti, Servizio tossicodipendenze (SerT) Angelo Pizzi, Medicina dello Sport ASL 1 Massa Carrara Maurizio Varese, Servizio tossicodipendenze (SerT) Pietro Teneggi, Stefano Gianni, Medicina dello Sport Maria Giuseppina Galli, Patrizia Carignani, Mauro Vannucci, Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) Gianluca Festa, UF Prevenzione Igiene Sicurezza Luoghi di Lavoro (PISLL) Ha collaborato: Antonella Ciani Passeri, Centro Regionale Infortuni Malattie Professionali, ASL 10 Firenze INDICE Obiettivi dello Studio Pilota ................................................................................................ 3 Realizzazione dello Studio Pilota ....................................................................................... 1. Realizzazione del questionario da somministrare prima e dopo l’intervento...................... 1.1. Effettuazione di alcune prove di somministrazione del questionario .............................. 2. Selezione delle aziende da coinvolgere nello studio pilota................................................. 3. Definizione dell’intervento sul fumo e alcol ......................................................................... 4. Definizione dell’intervento sulla dieta.................................................................................. 5. Definizione dell’intervento sull’attività fisica......................................................................... 4 4 4 5 5 5 6 Descrizione dettagliata del progetto.................................................................................... 7 1. Modalità di somministrazione del questionario pre e post-intervento .................................. 7 2. Predisposizione dello stand di promozione dell’intervento nelle aziende............................ 7 Corsi di gruppo su fumo, dieta, esercizio fisico.................................................................. 3. Modalità di organizzazione generale dei corsi ..................................................................... 4. Effettuazione dei corsi per smettere di fumare..................................................................... 4.1. Protocollo Corso per smettere di fumare.......................................................................... 5. Effettuazione dei corsi di counseling nutrizionale di gruppo................................................ 5.1. Protocollo per l’esecuzione dell’intervento di Counseling Nutrizionale ............................ 5.2. Incontri di counseling nutrizionale strutturati a tema......................................................... 6. Effettuazione dei corsi di esercizio fisico.............................................................................. 6.1.Protocollo percorso attività fisica........................................................................................ 7 8 8 8 10 10 13 21 21 Interventi organizzati nel posto di lavoro............................................................................ 22 7. Assemblee dei dipendenti.................................................................................................... 22 8. Predisposizione del percorso della mensa aziendale........................................................... 22 9. Predisposizione dei distributori automatici di cibo................................................................ 22 10. Predisposizione di regolamento aziendale sul fumo.......................................................... 22 11. Cartellonistica sull’esercizio fisico....................................................................................... 23 Allegato 1 Questionario......................................................................................................... 24 Allegato 2 Verbali delle riunioni dei gruppi di lavoro.................................................................................. 35 2 Obiettivi dello Studio Pilota 1. predisporre il questionario per il rilevamento degli stili di vita e della condizione lavorativa nelle aziende, ai fini dell’effettuazione dell’Inchiesta pre e post-intervento; 2. somministrare il questionario predisposto in 2 aziende pubbliche o private delle Aziende USL di Massa Carrara e Viareggio, per un totale di almeno 200 dipendenti coinvolti; 3. descrivere le caratteristiche della popolazione in studio per quanto riguarda l’abitudine al fumo, il pattern alimentare e l’attività fisica; 4. somministrare nelle 2 aziende l’intervento minimo e il programma di promozione della salute; 5. quantificare le differenze negli outcome prescelti pre- e post- intervento 6. valutare gli strumenti messi in atto e l’eventuale opportunità di mettere a punto strumenti più sensibili, al fine di valutare i cambiamenti indotti dall’intervento. 3 Realizzazione dello Studio Pilota – Primo anno 1. Realizzazione del questionario da somministrare prima e dopo l’intervento E’ stato definito un gruppo di lavoro del CSPO (Masala, Gorini, Saieva) che ha realizzato un questionario costituito da 2 sezioni: a) la sezione “stili di vita” (allegato 1) è stata realizzata ex-novo, tenendo in considerazione il questionario EPIC per la parte relativa all’attività fisica, il questionario dell’indagine “alcol & lavoro”, per la parte relativa all’alcol, e, per la parte relativa al fumo, il questionario dell’intervento di counseling effettuato a donne afferenti all’ambulatorio dello screening del tumore del collo dell’utero al CSPO. Per l’abitudine al fumo e per alcuni outcomes della dieta (consumo di carni rosse, consumo di frutta e verdura, perdita di peso) e dell’esercizio fisico, sono stati sviluppati alcuni algoritmi in modo da classificare l’intervistato in base alla teoria di DiClemente-Prochaska in uno dei 5 stadi motivazionali del cambiamento (precontemplazione, contemplazione, preparazione, azione, mantenimento). b) la parte del questionario sulla dieta è stata presa integralmente dal questionario EPIC. 1.1. Effettuazione di alcune prove di somministrazione del questionario L’11 aprile 2007 sarà somministrato il questionario a 5 dipendenti dell’ASL 12 Viareggio e a 5 dipendenti della Eaton, le 2 aziende selezionate per lo studio pilota (vedi sotto), in modo da provare la durata media di compilazione del questionario, e alcuni problemi di comprensione delle domande proposte nel questionario. La somministrazione sarà effettuata secondo la modalità stabilita nella sezione “Descrizione dettagliata del progetto”, ovvero un’auto-somministrazione controllata. 4 2. Selezione delle aziende da coinvolgere nello studio pilota Il gruppo di coordinamento con le aziende costituto da Cinzia Raffaelli, ASL 12 Viareggio, Fabrizio Franco, ASL 1 Massa Carrara, e Giuseppe Gorini, Anna Maria Badiali, Valentina Cacciarini, Antonio Gasparrini, UO Epidemiologia ambientale occupazionale CSPO, ha selezionato come azienda dove effettuare lo studio pilota, per l’ASL 12 Viareggio l’ospedale Versilia, perché non sono presenti sul territorio di competenza dell’ASL 12 aziende con almeno 100-150 dipendenti. L’ospedale Versilia conta circa 1.500 dipendenti, un numero molto al di sopra del target proposto per l’intervento (intorno a 150-200 dipendenti). E’ stato quindi scelto di effettuare la parte dell’intervento riguardante i gruppi di counseling per smettere di fumare, per la dieta e per l’esercizio fisico, a metà del personale infermieristico (circa 350 dipendenti). Quindi i questionari pre e post, e la possibilità di iscriversi a corsi sul fumo, dieta, ed esercizio fisico, saranno offerti solo a questi dipendenti, mentre le modifiche nell’ambiente di lavoro atte a favorire il cambiamento dei comportamenti nei dipendenti (disponibilità di frutta e verdura ai distributori automatici; percorso di alimentazione sana presso la mensa aziendale; ridefinizione di un regolamento aziendale sul fumo; cartellonistica sull’esercizio fisico presso gli ascensori) saranno chiaramente rivolto a tutti i dipendenti. Per ovviare a questa situazione, è stato proposto che, dopo l’effettuazione dello studio pilota, sarà offerto anche ai dipendenti esclusi in prima battuta la possibilità di partecipare ai corsi per smettere di fumare, sulla dieta e sull’esercizio fisico. Per l’ASL 1 Massa Carrara è stata selezionata l’azienda metalmeccanica Eaton di Massa, dopo contatti e riunioni con la direzione aziendale, in collaborazione con Gianluca Festa, UF PISLL, ASL 1 Massa Carrara. L’azienda conta circa 280 dipendenti, prevalentemente uomini con età media intorno a 34 anni. In fase di contatto con le 2 aziende è stato proposto di effettuare tutto l’intervento in orario di lavoro, o comunque in parte in orario di lavoro, per incentivare la partecipazione. Il progetto è stato approvato da entrambe le aziende, al di fuori dell’orario di lavoro, con il rischio della scarsa partecipazione alle attività di gruppo proposte nello studio pilota. 3. Definizione dell’intervento sul fumo e alcol Il gruppo di lavoro sul fumo e alcol costituito da Francesca Falcone, Mirella Aglietti, SerT Asl 12 Viareggio, Maurizio Varese, SerT, ASL 1 Massa Carrara, Giuseppe Gorini, Anna Maria Badiali, Valentina Cacciarini, Antonio Gasparrini, UO Epidemiologia ambientale occupazionale, CSPO, si è riunito a Viareggio alcune volte (vedi allegato 2 Verbali), ha definito il contenuto dell’intervento sul fumo (vedi sezione “Descrizione dettagliata del progetto”), e, in collaborazione con Antonella Ciani Passeri, Centro Riferimento Malattie Professionali, ASL 10 Firenze, la parte del questionario relativa alla percezione del rischio infortunistico al lavoro legato al consumo di alcol. Inoltre è stato definito che l’intervento di sensibilizzazione sul rischio di infortuni sul lavoro legato al consumo di alcol sia erogato nel corso di assemblee dei lavoratori organizzate per presentare i dati raccolti nel questionario pre-intervento (vedi sezione “Descrizione dettagliata del progetto”). 4. Definizione dell’intervento sulla dieta Il gruppo di lavoro sulla dieta, costituito da Giovanna Camarlinghi, SIAN, ASL 12 Viareggio, Patrizia Carignani e Maria Giuseppina Galli, SIAN ASL 1 Massa Carrara, Calogero Saieva, Ilaria Ermini, Uo Epidemiologia nutrizionale molecolare, CSPO, e Giuseppe Gorini, Anna Maria Badiali, Valentina Cacciarini, Antonio Gasparrini, UO Epidemiologia ambientale occupazionale, CSPO, si è riunito a Viareggio alcune volte (vedi allegato 2 Verbali), e ha definito il contenuto dell’intervento sulla dieta (vedi sezione “Descrizione dettagliata del progetto”), sia per quanto riguarda i corsi di il counseling nutrizionale, che per la parte relativa alla mensa aziendale e ai distributori automatici di cibo. Inoltre ha collaborato con il gruppo sull’attività fisica per la definizione della sezione del counseling nutrizionale relativo all’attività fisica, che sarà svolta da un medico dello sport. 5 5. Definizione dell’intervento sull’attività fisica Il gruppo di lavoro sull’esercizio fisico, costituito da Angelo Pizzi, Medicina dello sport, ASL 12 Viareggio, Pietro Teneggi, Stefano Gianni, Medicina dello sport, ASL 1 Massa Carrara, Calogero Saieva, Ilaria Ermini, UO Epidemiologia nutrizionale molecolare, CSPO, e Giuseppe Gorini, Anna Maria Badiali, Valentina Cacciarini, Antonio Gasparrini, UO Epidemiologia ambientale occupazionale, CSPO, si è riunito a Viareggio alcune volte (vedi allegato 2 Verbali), e ha definito il contenuto dell’intervento sull’esercizio fisico (vedi sezione “Descrizione dettagliata del progetto”), sia per quanto riguarda i corsi di attività fisica, che per la parte relativa alla cartellonistica sull’esercizio fisico. Inoltre ha collaborato con il gruppo sulla dieta per la definizione della sezione del counseling nutrizionale relativo all’attività fisica, che sarà svolta da un medico dello sport. 6 Descrizione dettagliata del progetto 1. Modalità di somministrazione del questionario pre e post-intervento La proposta è quella di fare auto-somministrazione "controllata" (=20-30 persone per volta riempiono il questionario alla presenza di un'ASV/dietista, pronta a rispondere, e a controllare la completezza delle risposte). Questa modalità va concordata con le 2 direzioni aziendali. Il questionario pre-intervento verrà somministrato nel periodo settembre–ottobre 2007, mentre il questionario post-intervento un anno dopo (settembre-ottobre 2008). L’erogazione dell’intervento vero e proprio (corsi di gruppo per dieta, esercizio fisico e fumo, con implementazione di modifiche nell’ambiente di lavoro atte a favorire le modifiche dei comportamenti) è previsto nel periodo ottobre-novembre 2007 fino a marzo-aprile 2008. Tra la fine dell’intervento e la somministrazione del questionario post-intervento dovrebbero passare almeno 5-6 mesi. Ai fini dell’analisi dei dati, che prevede un’analisi trasversale delle 2 inchieste condotte prime e dopo l’intervento, e una analisi tipo “embedded cohort” della coorte dei lavoratori che hanno risposto a entrambi i questionari, è necessario che il lavoratore che riempie il questionario sia rintracciabile, in modo che possiamo sapere se ha risposto a entrambi, o solo al questionario pre, o solo a quello post. A tal fine, si dovrebbe attribuire un codice a tutti i dipendenti compresi nell’indagine, dato un elenco dei dipendenti che ci fornirà l’azienda. Alternativamente, si può attribuire un codice ad ogni persona che riempie il questionario, al momento della consegna dello stesso, senza avere la lista aziendale dei dipendenti. Questa fase va concordata con la direzione aziendale, e va fatta nel rispetto della privacy. Inoltre è importante avere il numero totale dei dipendenti compresi nell’interventi, ai fini del calcolo della rispondenza ai questionari. 2. Predisposizione dello stand di promozione dell’intervento nelle aziende Nel periodo in cui si effettua la somministrazione del questionario pre-intervento, si predispone uno stand all’interno dell’azienda, preferibilmente in un’area dove passano tutti i dipendenti (es. mensa aziendale, corridoi d’ingresso). Lo stand deve rimanere in loco per circa 2 settimane. Nello stand i dipendenti trovano: - una unità di personale disponibile a rispondere alle domande, e a distribuire materiale - brochure di descrizione dei corsi per smettere di fumare, dei corsi di counseling nutrizionale, e di quelli di attività fisica che possono frequentare in azienda; - materiale di auto-aiuto: in particolare, sul fumo il libretto “tutto quello che devi sapere sul fumo” a cura della Lega Italiana Lotta contro i Tumori, sulla dieta le linee guida per una sana alimentazione italiana , a cura dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione; per l’alcool, il libretto “alcol e lavoro: scegli la sicurezza...più sai, meno rischi”, a cura della Regione Toscana, Centro Alcologico Regionale, Ministero della Salute; per l’attività fisica è in corso la scelta del materiale; per le attività di screening della Regione Toscana, alcuni libretti a cura del CSPO; - schede di iscrizione (volontaria) ai corsi per smettere di fumare, a quelli di counseling nutrizionale, e di esercizio fisico. Dopo le 2 settimane, dovrebbe essere comunque fornita la possibilità ai dipendenti di iscriversi ai corsi e di prendere materiale. Ci potrebbero essere 2 modalità non alternative: a) potrebbe essere allestito nuovamente lo stand una volta al mese. Il personale presente allo stand non necessariamente deve essere di tipo sanitario, ma può essere anche personale dello stabilimento che per qualche ora apre lo stand, distribuendo materiale e permettendo l’iscrizione ai corsi. b) al contempo, se esiste bacheca o spazio dove affiggere notizie, comunicazioni, potrebbero essere affissi i moduli di iscrizione ai corsi e alcune brochure dell’iniziativa, con alcune copie del materiale di auto-aiuto, individuando un referente aziendale a cui il dipendente può rivolgersi nel caso voglia notizie più approfondite. 7 Corsi di gruppo su fumo, dieta, esercizio fisico 3. Modalità di organizzazione generale dei corsi Durante la somministrazione del questionario pre-intervento, si aprono le iscrizioni ai corsi presso lo stand (intorno a ottobre 2007); poi verso gennaio 2008, si permette a soggetti che hanno frequentato un corso, di iscriversi ad un corso diverso da quello fatto in precedenza, in modo tale che un dipendente può seguire almeno 2 corsi diversi. Quindi i corsi si sviluppano in 2 round di circa 3 mesi, nell’ambito di ognuno dei quali un dipendente si può iscrivere solo ad un corso. 4. Effettuazione dei corsi per smettere di fumare Per quanto riguarda l’ospedale Versilia, saranno condotti da una psicologa afferente al Centro antifumo, in collaborazione con la dr.ssa Falcone, che si occuperà di effettuare una prima visita agli iscritti ai corsi. Per quanto riguarda la Eaton, saranno condotti da uno psicologo a contratto, in collaborazione con il dr. Varese, del SerT di Aulla. E’ in fase di definizione quante sessioni del corso sono comprese in orario di lavoro. I corsi dovrebbero essere organizzati e svolti nel periodo ottobre2007-marzo 2008 in uno spazio all’interno del posto di lavoro. 4.1. Protocollo Corso per smettere di fumare a cura di Francesca Falcone, Mirella Aglietti, SerT Asl 12 Viareggio e Maurizio Varese, SerT Asl 1 Massa Carrara Prima visita Inquadramento diagnostico da parte dello Pneumologo e del Medico delle Farmaco-tossicodipendenze e dello psicologo. Esame obiettivo Misurazione del monossido di carbonio Emogasanalisi/saturazione O2 con pulsiossimetro Spirometria, (altre indagini se valutate necessarie) Impostazione terapia di disassuefazione con NTR e/o bupropione od altro Invio ai gruppi (6- 9 sedute con 8 -12 partecipanti per gruppo) Lettera esplicativa per il medico curante. Visite successive Counselling individuale se ritenuto opportuno. Monitoraggio della terapia al termine delle sedute di gruppo con cadenza bisettimanale. Visita di controllo con lo pneumologo per la valutazione delle indagini cliniche. Visita individuale di dimissione alla fine delle sedute di gruppo Follow-up a tre, sei e a dodici mesi Il gruppo avrà struttura "aperta" per gruppi paralleli per favorire la partecipazione. Durante i corsi verranno stimolati atteggiamenti favorevoli per vincere la dipendenza dal fumo e apprese alcune abilità pratiche relative alle azioni sostitutive, di rilassamento e alle abitudini alimentari da mettere in atto per favorire la disassuefazione e prevenire l'aumento ponderale. Verrà effettuato il monitoraggio quotidiano delle sigarette (“Calendarietto”) con auto-osservazione su ciascuna sigaretta fumata, nella fase di mantenimento verranno dedicate alcune schede di lavoro all’individuazione dei cosiddetti “alibi” per ricominciare a fumare. Frequenza degli incontri: 1 volta la settimana per la durata di circa 2 ore. 8 Fasi del programma di disassuefazione. Si possono individuare schematicamente 4 fasi: 1 - PREPARAZIONE 2 - SOSPENSIONE 3 - MANTENIMENTO 4 - VERIFICHE SUCCESSIVE vedi follow-up 1 - PREPARAZIONE: l'obiettivo è ottenere la crescita della motivazione, la consapevolezza circa le modalità del fumare, la diminuzione progressiva della dipendenza fisica da nicotina. Strumento essenziale di questa fase è il diario comportamentale. 2 - SOSPENSIONE: viene concordata con il gruppo con tecnica contrattuale che prevede una data limite. L’obiettivo è ottenere l’astensione totale dalle sigarette. 3 - MANTENIMENTO: il fine è la prevenzione delle ricadute. Vengono individuate e messe in atto tecniche intese al superamento della crisi d'astinenza e alla ridefinizione degli stimoli ambientali che innescano il comportamento fumo. Vengono individuati e discussi i principali meccanismi psicologici (“alibi”) che possono favorire le ricadute Fanno parte di questa fase le azioni sostitutive, le auto-ricompense, la gestione degli eventuali insuccessi.. 4 - VERIFICHE SUCCESSIVE*: gli obiettivi sono la valutazione dell'efficacia terapeutica del programma a fini statistici e il rinforzo, al fine di prevenire le ricadute. Le eventuali ricadute vanno ricondotte a una "gestione di gruppo" sdrammatizzante e rassicurante sottolineando il concetto che smettere è un processo lento di cambiamento che può comportare degli errori: "sbagliando s'impara". Per rinforzo si intende l’organizzazione in ambito lavorativo di 2-3 incontri a distanza mensile dopo la fine del corso, per seguire i partecipanti nel periodo più a rischio di ricadute, ovvero i 3 mesi successivi alla cessazione. Terapia sostitutiva nicotinica Viene iniziata in coincidenza del 1° incontro e protratta per il periodo ritenuto opportuno Bupropione Il bupropione è il primo farmaco non nicotinico con dimostrata efficacia nel trattamento della dipendenza da tabacco. È stato originalmente brevettato come un antidepressivo atipico in USA, l’effetto sulla dipendenza è però indipendente dalla sue proprietà antidepressive. Valutazione. Il numero degli astinenti osservato alla fine del corso e ad ogni verifica va rapportato percentualmente a: -- numero di presenti al 1° incontro -- numero di presenti, o comunque ancora partecipanti, alla fine del corso numero di partecipanti che hanno seguito il programma in misura non inferiore alla metà del numero previsto di incontri 9 5. Effettuazione dei corsi di counseling nutrizionale di gruppo A Viareggio saranno condotti dalla dr.ssa Camarlinghi e da altro personale del’IAN della ASL 12, mentre presso la Eaton, dalla dr.ssa Galli e Carignani dell’IAN dell’ASL 1 Massa. E’ in fase di definizione quante sessioni del corso sono comprese in orario di lavoro. I corsi dovrebbero essere organizzati e svolti nel periodo ottobre2007-marzo 2008 in uno spazio all’interno del posto di lavoro. 5.1. Protocollo per l’esecuzione dell’intervento di Counseling Nutrizionale a cura di Giovanna Camarlinghi, SIAN, ASL 12 Viareggio Introduzione E’ ormai ampiamente condivisa la constatazione della inefficacia del tradizionale approccio medico prescrittivo quando il raggiungimento dell’obiettivo è subordinato al cambiamento di comportamenti propri dello stile di vita dell’individuo (abitudini alimentari, attività fisica, uso di sostanze) . Questo problema, che si riscontra anche in ambito più strettamente terapeutico, è particolarmente significativo nell’ambito della prevenzione, dove la promozione di corretti stili di vita è considerato lo strumento di elezione per il controllo dei principali fattori di rischio delle patologie cronico degenerative, che rappresentano la prima causa di morte nei paesi occidentali. Molte persone oggi sono a conoscenza dei rischi derivanti da abitudini alimentari errate o dalla sedentarietà e dei vantaggi che potrebbero derivare dall’ introdurre dei cambiamenti nel proprio stile di vita: sono però ugualmente coscienti di quanto ciò sia difficile e non possiedono gli strumenti per definire con chiarezza le strategie da mettere in atto per raggiungere tali cambiamenti. L’aspettativa con cui nella maggior parte dei casi i pazienti si rivolgono ad esempio ad un ambulatorio nutrizionale è proprio quella di trovare un sostegno al processo di cambiamento delle proprie abitudini, che non si può certo esaurire nella mera somministrazione di una dieta o in complicati calcoli di calorie e di composizione corporea. Questo tipo di approccio, medicale e prescrittivo, che purtroppo rappresenta ancora la modalità più diffusa di interazione con i pazienti in questo settore, non solo è destinato al fallimento, ma è anzi spesso alla base dell’instaurarsi di una cronicizzazione del problema con il cibo, con i correlati sensi di colpa e di fallimento e il rischio di avviarsi verso un più serio disturbo del comportamento alimentare. Partendo da queste premesse, nell’ambito delle attività svolte in campo nutrizionale dai SIAN in Regione Toscana è stato ritenuto indispensabile sperimentare modalità operative che andassero nella direzione del counseling e dell’intervento motivazionale. Questo tipo di approccio ha richiesto una formazione specifica che è stata acquisita dagli operatori dei SIAN e che è stata già sperimentata in gran parte delle Aziende USL. Si è trattato nello specifico dell’acquisizione di strumenti che, pur mutuati da ambiti di trattamento psicologico quale la terapia cognitivo comportamentale, sono applicabili in attività terapeutiche e di prevenzione rivolte a patologie croniche. Secondo questa impostazione, già il primo momento, l’accoglienza del paziente, è ritenuto importante in quanto connotante il rapporto che questo instaurerà con la struttura e gli operatori sanitari. Per questo devono essere curati tutta una serie di fattori spesso trascurati o ritenuti secondari, quali la piacevolezza degli ambienti, la tranquillità e la riservatezza del colloquio ecc. Il secondo, fondamentale strumento è rappresentato dallo stile comunicativo dell’operatore, che deve passare dal ruolo fortemente prescrittivo proprio della medicina tradizionale, applicabile a patologie acute o in situazioni di emergenza, ad un ruolo improntato a forte empatia e disposizione all’ascolto. Le modalità comunicative non verbali del medico (sguardo, mimica, postura, empatia, atteggiamento non giudicante, non impositivo ma improntato all’ascolto) condizioneranno l’esito del percorso terapeutico. Le principali abilità da utilizzare nel counseling sono quelle dell’ascolto riflessivo e delle domande aperte, che sono la componente essenziale per generare il necessario clima empatico nel colloquio. Il colloquio motivazionale in ambito sanitario si volge secondo tre fasi: 10 • stabilire un buon rapporto – individuare l’area problematica; • valutare la motivazione al cambiamento in quell’area; • intervenire, tenendo conto del profilo motivazionale del paziente La valutazione della propensione al cambiamento richiede infatti la conoscenza del modello transteoretico di Prochaska e DiClemente che indica come sia necessario adeguare il tipo di intervento alla motivazione del paziente e al suo grado di disponibilità al cambiamento. Il modello transteoretico suggerisce che i vari interventi possono favorire o meno un avanzamento nel processo di cambiamento a seconda dello stadio in cui il paziente si trova: non esistono quindi interventi giusti o sbagliati di per se’, ma solo trattamenti opportuni o meno a seconda della situazione motivazionale del paziente. Considerato infine il particolare setting del progetto, rappresentato dall’ambiente di lavoro, si ritiene opportuno strutturare l’intervento su due livelli: il primo rappresentato dall’intervento di counseling nutrizionale rivolto a piccoli gruppi, il secondo consistente in un intervento “ambientale” di rinforzo dei messaggi veicolati attraverso le sedute di counseling. Strutturazione del percorso di counseling nutrizionale Obiettivi 1) favorire la presa di coscienza di abitudini alimentari e stili di vita non corretti 2) favorire l’individuazione di comportamenti corretti "praticabili”/alternative percorribili 3) aiutare nella definizione di una strategia individuale per il mantenimento dei comportamenti individuati Articolazione del percorso Il percorso è articolato in una prima visita individuale e sei/dieci successive sedute di gruppo Visita individuale Durante la visita individuale sono svolte le seguenti attività: - raccolta dati anamnestici e sullo stile di vita - rilevazione dati antropometrici (peso, altezza, BMI) - colloquio finalizzato alla valutazione dei bisogni/motivazione del paziente ed alla illustrazione del percorso Sedute di gruppo Non trattandosi di un intervento formativo inteso in senso tradizionale, il passaggio di contenuti “corretti” al gruppo, che rappresenta comunque uno degli obiettivi principali , viene gestito attraverso metodi di apprendimento attivo, riflessione , presa di coscienza da parte di ciascun partecipante rispetto alla propria esperienza e ai propri bisogni. E’ indispensabile che i partecipanti al gruppo si trovino almeno nella fase della contemplazione, cioè avvertano il problema come proprio : è su questa consapevolezza che si dovrà lavorare per condurre i soggetti verso l’azione. Si può dire che in ogni seduta del gruppo si aiutano le persone a conoscere e a percorrere tutte le fasi del cambiamento, utilizzando tecniche cognitivo-comportamentali, in rapporto ad un tema importante in base agli obiettivi stabiliti per il percorso di counseling. Numero e cadenza : 6/10 incontri con cadenza quindicinale Durata: 90 minuti Numero partecipanti per incontro: da 6 a 8 Conduttori: conduttore unico + osservatore Strutturazione incontri: Gruppi strutturati a tema - presentazione homework (15 min.) : discussione guidata sui “compiti a casa”, cioè sul raggiungimento degli obiettivi individuati dai soggetti nell’incontro precedente 11 - osservazione (20 min.) : fase informativa in cui si porta il gruppo a riflettere su contenuti educativi inerenti il tema della seduta - valutazione e comprensione (20 min.) : discussione guidata su esperienze individuali vissute in relazione al tema - ipotizzare una soluzione (15 min.) : ogni partecipante individua un obiettivo di miglioramento in relazione al tema e lo comunica al gruppo e all’operatore - implementare la decisione (20 min.): ognuno indicherà le modalità concrete con cui cercherà di raggiungere l’obiettivo Temi : La giornata alimentare La scelta degli alimenti (I parte ) L’attività fisica La scelta degli alimenti (II parte ) Gestire le situazioni a rischio Strategie per il mantenimento dei risultati e valutazione del cambiamento Follow up Numero e cadenza : a 3, 9 mesi dall’ultima seduta di gruppo Contenuti incontri follow up a tre e nove mesi - Verifica mantenimento obiettivi - Valutazione del cambiamento Indicatori N° di persone che hanno modificato il comportamento N° totale partecipanti N° di persone che hanno raggiunto il totale degli obiettivi N° di persone che hanno modificato il comportamento % di raggiungimento degli obiettivi in relazione al tema Strumenti di valutazione Griglia di valutazione del raggiungimento degli obiettivi (ultima seduta di gruppo, follow up a tre e nove mesi) Materiali Materiale didattico per gli utenti Schede per la annotazione degli obiettivi individuali Diario alimentare/emozionale individuale a testo libero 12 5.2. Incontri di Counseling Nutrizionale strutturati t tema A cura di Maria Giuseppina Galli e Patrizia Carignani, SIAN, ASL 1 Massa Carrara Primo incontro : “TENIAMO IL RITMO” - La giornata alimentare OBIETTIVO: individuare gli errori ed introdurre almeno una variazione nella propria giornata alimentare homework 15’: valutazione del diario alimentare di almeno 1 settimana la cui compilazione è stata richiesta al momento della visita individuale osservazione 20’: l’importanza di pianificare quanto si mangia, cosa si mangia, dove si mangia. Portare il gruppo alla consapevolezza che è importante dare ordine alla propria giornata alimentare - Il ritmo alimentare le modalità di svolgimento dei pasti Il ritmo alimentare distribuire gli alimenti in 3 pasti e 1 o 2 spuntini non mangiucchiare continuamente fare colazione - è dimostrato che i più modesti consumatori di colazione sono gli obesi - saltare la colazione per dimagrire si associa ad eccessivo consumo di cibo nel tardo pomeriggio o la sera non lasciar passare più di 4 – 5 ore tra un pasto e l’altro - questo aiuta a non perdere il controllo dato che è dimostrato che in genere le persone si abbuffano dopo aver trascorso lunghi periodi di tempo senza mangiare - meccanismo della fame non saltare i pasti Le modalità di svolgimento dei pasti mangiare seduti a tavola quando si mangia non svolgere contemporaneamente altre attività (leggere, cucinare, ecc) mangiare lentamente masticare con cura valutazione e comprensione 20’: esperienze individuali ipotizzare una soluzione 15’ individuare per ciascuno un obiettivo e scriverlo sulla lavagna implementare la decisione 20’: ognuno deve dire cosa farà per raggiungere l’obiettivo HOMEWORK: compilare il diario alimentare/emozionale giornaliero a testo libero in rapporto all’obiettivo/i individuati 13 Secondo incontro : “CHI BEN COMINCIA…” La scelta degli alimenti (I parte) OBIETTIVO: individuare gli errori ed introdurre almeno una variazione nella propria giornata alimentare homework 15’: verifica del diario osservazione 20’: i gruppi alimentari - caratteristiche dei gruppi alimentari le equivalenze la variabilità valutazione e comprensione 20’: esperienze individuali ipotizzare una soluzione 15’: individuare per ciascuno un obiettivo, e scriverlo sulla lavagna implementare la decisione 20’: ognuno deve dire cosa farà per raggiungere l’obiettivo HOMEWORK: compilare il diario alimentare/emozionale giornaliero a testo libero in rapporto agli obbiettivi individuati nel primo e nel secondo incontro 14 Terzo incontro : “CHI BEN COMINCIA…” La scelta degli alimenti (II parte) OBIETTIVO: individuare gli errori ed introdurre almeno una variazione nella propria giornata alimentare homework 15’: verifica del diario osservazione 20’: i gruppi alimentari - la composizione dei pasti la frequenza di consumo dei vari gruppi valutazione e comprensione 20’: esperienze individuali ipotizzare una soluzione 15’: individuare per ciascuno un obiettivo, e scriverlo sulla lavagna implementare la decisione 20’: ognuno deve dire cosa farà per raggiungere l’obiettivo HOMEWORK: compilare il diario alimentare/emozionale giornaliero a testo libero in rapporto agli obbiettivi individuati nel primo e nel secondo incontro 15 Quarto incontro : “DIAMOCI UNA MOSSA” L’attività fisica (I parte – medico igienista) OBIETTIVO: ridurre la sedentarietà homework 15’: verifica del diario osservazione 20’: perché l’attività fisica - peso= risultato bilancio tra entrate e uscite caloriche - metabolismo totale = MB + dispendio energetico per l’attività fisica - dispendi energetico di alcune attività quale tipo di attività? attività fisica strutturata e non strutturata effetti positivi dell’attività fisica valutazione e comprensione 20’: esperienze individuali ipotizzare una soluzione 15’: individuare per ciascuno un obiettivo, e scriverlo sulla lavagna implementare la decisione 20’: ognuno deve dire cosa farà per raggiungere l’obiettivo HOMEWORK: compilare il diario alimentare/emozionale e dell’attività fisica giornaliero a testo libero in rapporto agli obbiettivi individuati nell’incontro e in quelli precedenti 16 Quinto incontro : “DIAMOCI UNA MOSSA” L’attività fisica (II parte – medico igienista e medico dello sport) OBIETTIVO: ridurre la sedentarietà homework 15’: verifica del diario osservazione 20’: da concordare con il medico sportivo valutazione e comprensione 20’: esperienze individuali ipotizzare una soluzione 15’: individuare per ciascuno un obiettivo, e scriverlo sulla lavagna implementare la decisione 20’: ognuno deve dire cosa farà per raggiungere l’obiettivo HOMEWORK: compilare il diario alimentare/emozionale e dell’attività fisica giornaliero a testo libero in rapporto agli obbiettivi individuati nell’incontro e in quelli precedenti 17 Sesto incontro : “SAPER SCEGLIERE” La scelta degli alimenti (III parte) OBIETTIVO: ridurre i grassi, verificare le porzioni homework 15’: verifica del diario osservazione 20’: i grassi alimentari e le porzioni - le porzioni i grassi alimentari etichetta nutrizionale valutazione e comprensione 20’: esperienze individuali ipotizzare una soluzione 15’: individuare per ciascuno un obiettivo, e scriverlo sulla lavagna implementare la decisione 20’: ognuno deve dire cosa farà per raggiungere l’obiettivo HOMEWORK: compilare il diario alimentare/emozionale e dell’attività fisica giornaliero a testo libero in rapporto agli obbiettivi individuati nell’incontro e in quelli precedenti 18 Settimo incontro : “ COME AFFRONTARE UNA SITUAZIONE CRITICA” OBIETTIVO: Individuare e gestire una situazione critica homework 15’: verifica del diario osservazione 20’: fattori che condizionano il controllo dell’alimentazione. Le possibili situazioni critiche e le strategie adottate per affrontarla - il controllo dell’alimentazione non è questione di volontà: i meccanismi biologici e psicologici che si oppongono al dimagrimento - il controllo delle molle che spingono a mangiare di più: la spesa la disponibilità di alimenti la preparazione dei pasti il consumo dei pasti occasioni sociali momenti di stress - analisi funzionale di una situazione problematica: A (antecedente) B (comportamento problematico) C (conseguenze a breve termine e a lungo termine) valutazione e comprensione 20’: esperienze individuali ipotizzare una soluzione 15’: individuare per ciascuno un obiettivo, e scriverlo sulla lavagna implementare la decisione 20’: ognuno deve dire cosa farà per raggiungere l’obiettivo HOMEWORK: compilare il diario alimentare/emozionale e dell’attività fisica giornaliero a testo libero in rapporto agli obbiettivi individuati nell’incontro e in quelli precedenti 19 Ottavo incontro : “PRONTI A CAMMINARE DA SOLI! “ strategie efficaci per il mantenimento dei risultati raggiunti homework 15’: verifica del diario osservazione 20’: analisi di strategie efficaci per il mantenimento nel tempo dei risultati raggiunti - le cadute i pensieri disfunzionali - La catena (Emozioni, pensieri, comportamenti) Problem defining - problem solving valutazione e comprensione 20’: esperienze individuali ipotizzare una soluzione 15’: individuare per ciascuno un obiettivo e scriverlo sulla lavagna implementare la decisione 20’: ognuno deve dire cosa farà per raggiungere l’obiettivo Verifica raggiungimento obiettivi da parte del gruppo (somministrazione questionario iniziale- registrazione raggiungimento obiettivi specifici) Dare indicazioni per il mantenimento dei risultati raggiunti HOMEWORK: - monitoraggio attivo del peso - compilare il diario alimentare/emozionale e dell’attività fisica giornaliero a testo libero in rapporto agli obbiettivi individuati nell’incontro e in quelli precedenti 20 6. Effettuazione dei corsi di esercizio fisico A Viareggio saranno condotti i corsi sotto la supervisione del dr. Pizzi dell’UF Medicina dello Sport dell’ASL 12 Viareggio, mentre per quanto riguarda la Eaton, dai dr. Gianni e Teneggi dell’ASL 1 Massa Carrara. Sono in corso di definizione gli spazi aziendali disponibili per l’effettuazione dell’intervento. Inoltre si sta verificando la possibilità di utilizzare macchinari per fitness da impiegare nell’intervento, messi a disposizione da ditte produttrici. Sarebbe opportuno l’impiego di 1-2 preparatori atletici che condurranno il corso. E’ in fase di definizione quante sessioni del corso sono comprese in orario di lavoro. I corsi dovrebbero essere organizzati e svolti nel periodo ottobre2007-marzo 2008 in uno spazio all’interno del posto di lavoro. 6.1. PROTOCOLLO PERCORSO ATTIVITA’ FISICA a cura di Angelo Pizzi, Medicina dello Sport, ASL 12 Viareggio Per star bene e mantenere un buono stato di salute è raccomandato fare attività fisica per almeno 30 minuti al giorno tutti i giorni o almeno 3 volte settimanali. 30 minuti almeno 3 volte la settimana per 6-8 settimane • • • 12 minuti corsa aerobica su treadmill o cicloergometro ( mantenere la FC intorno al 60% della max teorica per età *) 10 minuti di ginnastica di mobilizzazione articolare ( arti sup, tronco, arti inf) se possibile anche con lievi sovrappesi 8 minuti di stretching A) Fase aerobica B) Fase di potenziamento e bonificazione C) Fase di scarico -- FC teorica max = 220 – età per uomo 200 – età per donna -- Calcolo Frequenza cardiaca idonea = {( Fc max - Fc basale) x 50-60%} + Fc basale -- Lavoro al 50-60% del VO 2 max 21 Interventi organizzati nel posto di lavoro 7. Assemblee dei dipendenti Dopo 3 mesi circa dall’inizio del periodo di intervento, alla fine del primo giro di corsi, saranno organizzate delle assemblee di presentazione dei risultati dell’analisi del questionario preintervento, in modo tale che i dipendenti e l’azienda conoscano l’abitudine al fumo, il tipo di alimentazione e l’attività fisica dei lavoratori, con anche alcuni dati preliminari degli iscritti ai corsi di gruppo. Sarà anche effettuata da parte di personale dei SerT una lezione di sensibilizzazione su alcool e rischio infortunistico con eventuale aggiunta per la Eaton di un intervento informativo sulla droga. 8. Predisposizione del percorso della mensa aziendale La mensa aziendale è un setting ideale per veicolare contenuti di educazione alimentare. Il momento di pausa dal lavoro, il clima di convivialità tra colleghi, o al contrario, il consumare il pasto da soli sono tutti elementi che possono favorire pur in modo diverso l’attenzione al messaggio oggetto della campagna. Presso le mense aziendali, dell’ospedale Versilia e della Eaton sarà disponibile una brochure e una tovaglietta già utilizzate in un progetto sviluppato dall’ospedale Versilia, che riassumono le caratteristiche di una dieta sana. Queste tovagliette e brochure dovrebbero essere disponibili per tutto il tempo dell’effettuazione dell’intervento. 9. Predisposizione dei distributori automatici di cibo Saranno resi disponibili negli spazi pausa delle aziende, distributori automatici con la possibilità di scelta di frutta e verdura (ad esempio, mousse a base di frutta). Sono in corso di definizione i contatti con le aziende distributrici di questi alimenti. 10. Predisposizione di regolamento aziendale sul fumo Nel corso dell’effettuazione dell’intervento, sarà costituito un gruppo di lavoro aziendale per valutare la situazione esistente in azienda per quanto riguarda il fumo. Il gruppo di lavoro dovrebbe essere costituito dal un delegato del Servizio di Prevenzione e Protezione, dai delegati sindacali e dai rappresentanti del lavoratori per la sicurezza, dal medico competente, da un delegato della direzione aziendale, nonché da personale dell’UF PISLL dell’ASL territoriale. La valutazione della situazione esistente in azienda dovrebbe poi portare alla scelta di rendere il divieto assoluto, o parziale, con la definizione del locale per fumatori, e quindi alla redazione di un regolamento, da comunicare ai dipendenti. 22 11. Cartellonistica sull’esercizio fisico Nell’ambito degli interventi nell’ambiente di lavoro, al fine di favorire il cambiamento comportamentale dei dipendenti, si prevede la realizzazione di cartelli per favorire l’esercizio fisico anche nel posto di lavoro. Secondo gli interventi raccomandati dalla Task Force on Community Preventive Services (CDC, 2001), sono molto utili cartelli motivazionali e informativi collocati vicino agli ascensori per incoraggiare l’uso delle scale, con l’indicazione esplicita dei benefici per la salute e per la perdita di peso. ALCUNE BUONE RAGIONI PER SALIRE LE SCALE a cura di Angelo Pizzi, Medicina dello Sport, ASL 12 Viareggio • • • • • • • • Aumenta la capacità aerobica dell’organismo e aiuta a mantenersi in forma Migliora il livello del “colesterolo buono” (HDL) nel sangue Combatte la perdita di calcio nelle ossa riducendo il rischio di osteoporosi Riduce lo stress quotidiano e lavorativo Aumenta la potenza muscolare delle gambe prevenendo il rischio di infortuni da caduta, frequenti nelle persone anziane Salendo almeno 55 rampe di scale alla settimana si riduce in modo significativo il rischio di mortalità cardiovascolare Bastano 2 rampe di scale al giorno per bruciare circa 10 Kcal al minuto e perdere circa 2,5 Kg in un anno Le scale sono più rapide dell’ascensore: per fare pochi piani le scale è il mezzo più veloce, non richiede nessuna attrezzatura e permette di bruciare il doppio di quello che si consuma camminando 23 Questionario Stili di Vita Studio Pilota Eaton Massa /Studio Pilota Ospedale Versilia N.ID |___|___|___|___| Data compilazione |___|___|___|___|___|___| g g m m a a Le seguenti domande riguardano soprattutto le sue abitudini di vita. Le informazioni raccolte sono contraddistinte da un codice univoco personale e saranno utilizzate in programmi di ricerca scientifica, in forma anonima sempre priva di riferimenti che possano permettere l’identificazione personale, e con l’obiettivo di studiare alcuni fattori di rischio per le malattie più frequenti nella popolazione e cercare di capire come riuscire a prevenire queste malattie. Gli operatori che hanno accesso all’informazione sono tenuti all’obbligo della riservatezza. Le sue risposte non saranno viste da nessuno nel suo posto di lavoro. Consenso informato Acconsento all’utilizzo delle informazioni che fornisco con questo questionario, sapendo che il loro trattamento sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza, nel rispetto della mia riservatezza e dei miei diritti, ai sensi del D. Lgs. 30 giugno 2003, n° 196 in materia di protezione dei dati personali (Codice Privacy). Firma _______________________________ Data ____/____/_______ Responsabile dello studio e del trattamento dati Dr.ssa Adele Seniori Costantini Direttore U.O. Epidemiologia Ambientale-Occupazionale Centro Studio e Prevenzione Oncologica Istituto Scientifico della Regione Toscana Sede legale: via di S. Salvi 12, 50135 Firenze Tel 055-6268349/45 e-mail: [email protected] 24 N° ID |__|__|__|__| 1. DATI GENERALI Mi può dire la sua data di nascita? |___|___|___|___|___|___| Qual è il suo peso? |______| Sesso maschile e la sua altezza? |_______| femminile Qual’è il suo titolo di studio? Licenza elementare Diploma di scuola medi inferiore o avviamento professionale Diploma di scuola media superiore Laurea altro ________________________________ specificare Lei è nubile/Celibe coniugato/convivente separato/divorziato/a vedovo/a Composizione nucleo familiare vivo da solo vivo in famiglia (coniuge/compagno, con figli/senza figli) vivo con altre persone (parenti, amici) altro, specificare _____________________ Quanti locali ha la casa in cui abita? |_______| In totale, in quante persone vi abitate? |_______| Ha avuto bambini ? si → quanti ? |_______| Attualmente ci sono bambini in casa ? no si → quanti ? |_______| no RISERVATO ALLE DONNE Attualmente ha ancora i suoi cicli mestruali? si →quante volte ha avuto le mestruazioni negli ultimi 12 mesi? |_______| no 25 N° ID |__|__|__|__| 2. DISTURBI Un medico le ha mai diagnosticato le seguenti malattie? Pressione alta SI Sta prendendo medicine per la pressione alta? SI NO NO Colesterolo o trigliceridi alti Sta prendendo medicine per il colesterolo? SI SI NO NO Diabete Sta prendendo medicine per il diabete? SI SI NO NO Ha altri problemi di salute che ci vuole segnalare ? specificare……………………………. SI NO Come giudica il suo stato di salute? Molto buono Buono Discreto Cattivo Pessimo 3. PERCEZIONE DEL RISCHIO LAVORATIVO Come giudica l’organizzazione del lavoro nella sua azienda (ritmi, orario di lavoro, turni, grado di autonomia nel lavoro)? Buona Sufficiente Non buona Non so Come giudica il suo specifico ambiente di lavoro dal punto di vista della nocività e la sicurezza? Ben protetto Sufficientemente protetto Non protetto Non so Nel suo specifico ambiente di lavoro, secondo lei, in quale misura (da 1 a 10) sono presenti i seguenti fattori di rischio (indicare con 1 se poco o per nulla presenti, con 10 se molto presenti)? Rumore Freddo Caldo Fumi, esalazioni Polveri Campi elettromagnetici Radiazioni ionizzanti (es.RX) Agenti chimici nocivi Agenti biologici |_______| |_______| |_______| |_______| |_______| |_______| |_______| |_______| |_______| Dia una valutazione complessiva del suo luogo di lavoro (con un voto da 1 a 10) |_______| 26 N° ID |__|__|__|__| 4. ABITUDINE AL FUMO Fuma? SI NO Ha mai fumato in passato? SI A che età ha iniziato a fumare? A che età ha smesso di fumare ? Abitualmente fuma : NO (VADA A PAG.6) |__________| |__________| (VADA A PAG.5) sigarette con filtro sigarette senza filtro sigarette con e senza filtro Se fuma sigarette: in media, quante sigarette fuma al giorno? A quale età ha iniziato a fumare ? sigari pipa |__________| |__________| Quando accende la prima sigaretta? Appena sveglia Dopo colazione Più tardi Ha desiderio di smettere? SI NO Ha provato a smettere? SI NO Vuole provarci ? SI NO (VADA A PAG.5) Vuole provarci entro il prossimo mese ? (VADA A PAG.5) SI NO, NON SO Quante volte ? |__________| Per quanto tempo totale? |__________| Ha provato a smettere nell’ultimo anno? SI NO Per quanto tempo non ha fumato in quest’ultimo tentativo? meno di 1 mese 3 mesi 6 mesi 7-12 mesi Che metodo ha usato in quest’ultimo tentativo? ho smesso da solo gruppi per smettere di fumare cerotto/altri prodotti.con nicotina altri farmaci____________________________ altro____________________________ Durante l’ultimo anno, è stato incoraggiato a smettere di fumare da amici, parenti, colleghi di lavoro? Sì, molto Sì, un poco No Vuole provarci ancora ? SI NO, NON SO (VADA A PAG.5) Vuole provarci entro il prossimo mese ? SI NO, NON SO (VADA A PAG.5) 27 N° ID |__|__|__|__| RISERVATO A FUMATORI/EX-FUMATORI Quante sigarette al giorno fumava di solito nelle età indicate? -- quando aveva circa 20 anni: |________| con filtro senza filtro -- quando aveva circa 30 anni: |________| con filtro senza filtro -- quando aveva circa 40 anni: |________| con filtro senza filtro -- quando aveva circa 50 anni: |________| con filtro senza filtro RISERVATO AI FUMATORI Test: scopra il suo grado di dipendenza alle sigarette Facendo questo semplice test, calcolerà da solo qual è il suo livello di attaccamento alle sigarette. Domande Risposte Punti Dopo quanto tempi dal risveglio accende la prima sigaretta? Entro 5 minuti Entro 6-30 minuti Entro 31-60 minuti Dopo 60 minuti 3 2 1 0 Fa fatica a non fumare in luoghi in cui è proibito (cinema, mezzi pubblici, ristorante, ecc.)? Si No 1 0 A quale sigaretta le costa di più rinunciare? Quante sigarette fuma al giorno? La prima del mattino Tutte le altre 10 o meno 11-20 21-30 31 o più 1 0 0 1 2 3 Fuma più frequentemente durante la prima ora dal risveglio che durante il resto del giorno? Si No 1 0 Fuma anche quando è così malato da passare a letto la maggior parte del giorno? Si No 1 0 Totale Punteggio totale 0-2 Punteggio totale 3-4 Punteggio totale 5-6 Punteggio totale 7-10 = = = = |_____| livello di dipendenza lieve livello di dipendenza media livello di dipendenza forte livello di dipendenza molto forte 28 N° ID |__|__|__|__| 5. FUMO PASSIVO Quale affermazione meglio descrive il regolamento della sua azienda sul fumo? Fumare non è permesso in nessun luogo Fumare è permesso solo in alcune aree per fumatori Fumare non è permesso, però alcuni fumano in aree non per fumatori (esempio: bagno) Non so Quante ore al giorno trascorre esposto a fumo passivo nel posto di lavoro? Mai meno di 1 ora al giorno |____| ore al giorno In quest’ultimo anno ha notato un cambiamento rispetto al regolamento aziendale sul fumo? Sì, è stata definita l’area per fumatori Sì, specificare _______________________________________________________________ No, è come prima Non so E’ d’accordo con la seguente affermazione: fumare nel suo posto di lavoro è sempre meno accettato dai compagni di lavoro: Sono d’accordo Non so Non sono d’accordo C’è qualcuno a casa sua, che fuma? SI NO Quale affermazione meglio descrive le regole sul fumo a casa sua? Non è permesso fumare in alcuna stanza E’ permesso fumare in alcune stanze o in alcuni orari o situazioni E’ permesso di fumare ovunque Non so Quante ore al giorno trascorre esposto a fumo passivo a casa? Mai meno di 1 ora al giorno |____| ore al giorno Quante ore al giorno trascorre esposto a fumo passivo in locali chiusi nel tempo libero? Mai meno di 1 ora al giorno |____| ore al giorno 29 N° ID |__|__|__|__| 6. ATTIVITA’ FISICA ATTIVITA’ FISICA IN CASA In genere quante ore al giorno impiega nei lavori domestici? (faccia riferimento a specifici lavori domestici, come apparecchiare, sparecchiare la tavola, pulire la casa…, ma non ai lavori “fai da te” tipo bricolage, per i quali è prevista una domanda specifica) nessuna meno di 1ora 1-2 ore 3-4 ore 5-6 ore più di 7 ore ATTIVITA’ FISICA SUL LAVORO Qual tipo di attività fisica comporta il suo lavoro? LAVORO SEDENTARIO: passa la maggior parte del tempo seduto/a (come in ufficio) LAVORO IN PIEDI: passa la maggior parte del tempo in piedi o camminando. Non è però richiesto uno sforzo fisico intenso (come: commesso/a, barbiere, barista, parrucchiera, vigile) LAVORO MANUALE: Viene richiesto un certo sforzo fisico come maneggiare oggetti pesanti o attrezzi (esempio: stiratrice, falegname, collaboratrice domestica, idraulico, elettricista) LAVORO MANUALE PESANTE: Viene richiesto un certo sforzo fisico vigoroso nel maneggiare oggetto molto pesanti (esempio: agricoltore; operaio/a di impresa di pulizie, minatore, facchino) QUANTI PIANI DI SCALE SALE IN TOTALE OGNI GIORNO (consideri a casa e al lavoro) nessuna 1-2 3-4 5-6 7-9 10-12 13-15 16-20 21 o più ATTIVITÀ FISICA NEL TEMPO LIBERO (o comunque fuori dal lavoro) In una tipica settimana durante l’ultimo anno quante ore ha impiegato in ciascuna di queste attività: CAMMINARE A PIEDI (incluso per recarsi al lavoro, fare la spesa, passeggiare) IN ESTATE: IN INVERNO: mai mai meno di 1ora meno di 1ora 1-2 1-2 3-4 3-4 5-6 5-6 7-8 7-8 9-10 9-10 11 ore o più 11 ore o più ANDARE IN BICICLETTA (incluso per recarsi al lavoro e nel tempo libero) IN ESTATE: IN INVERNO: mai mai meno di 1ora meno di 1ora 1-2 1-2 3-4 3-4 5-6 5-6 7-8 7-8 9-10 9-10 11 ore o più 11 ore o più meno di 1ora meno di 1ora 1-2 1-2 3-4 3-4 5-6 5-6 7-8 7-8 9-10 9-10 11 ore o più 11 ore o più 1-2 1-2 3-4 3-4 5-6 5-6 7-8 7-8 9-10 9-10 11 ore o più 11 ore o più 7-8 7-8 9-10 9-10 11 ore o più 11 ore o più GIARDINAGGIO/ ORTO IN ESTATE: IN INVERNO: mai mai PICCOLI LAVORI “FAI DA TE” IN ESTATE: IN INVERNO: mai mai meno di 1ora meno di 1ora ESERCIZIO FISICO (incluso palestra, piscina, tennis, corsa, etc.) IN ESTATE: IN INVERNO: mai mai meno di 1ora meno di 1ora 1-2 1-2 3-4 3-4 5-6 5-6 Pratica alcune delle attività sopra elencate così intensamente da sudare? SI NO Se sì, per quante ore la settimana? mai 5-6 meno di 1ora 1-2 3-4 7-8 9-10 11 ore o più 30 N° ID |__|__|__|__| 7. CONSUMO DI BEVANDE ALCOLICHE Attualmente beve: Vino Birra Liquori/superalcolici SI SI SI NO, ma in passato lo bevevo NO, ma in passato la bevevo NO, ma in passato li bevevo NO, mai bevuto NO, mai bevuto NO, mai bevuto Alle bevande alcoliche sono comunemente attribuite delle caratteristiche. Di seguito, ne trova alcune. Le chiediamo di darci la Sua opinione. Risponda a tutte le domande: L’alcol fa buon sangue L’alcol riscalda L’alcol fa digerire L’alcol facilita la concentrazione L’alcol rende più disinvolti L’alcol facilita i rapporti sessuali L’alcol migliore le prestazioni fisiche L’alcol rende più efficienti SI SI SI SI SI SI SI SI NO NO NO NO NO NO NO NO Che cosa può determinare il consumo di bevande alcoliche nel luogo di lavoro? (e’ possibile dare più di una risposta) Nessun problema Miglioramento delle relazioni tra lavoratori Ridotta capacità lavorativa Problemi di disciplina Difficoltà nelle relazioni tra lavoratori Aumento degli infortuni sul lavoro per chi beve Aumento degli infortuni sul lavoro per coloro che lavorano assieme a chi beve Secondo la legge, per guidare bisogna avere una concentrazione di alcol nel sangue inferiore a 0,5 ml/L. Secondo Lei, per non superare questo limite quanti bicchieri di vino, o lattine di birra, o bicchierini di superalcolici si possono bere? |____| bicchieri di vino |____| lattine di birra |____| bicchierini di superalcolici Si ritiene che molti infortuni sul lavoro siano legati al consumo di alcolici. Secondo Lei, per non incorrere in infortuni sul lavoro quanti bicchieri di vino, o lattine di birra, o bicchierini di superalcolici si possono bere? |____| bicchieri di vino |____| lattine di birra |____| bicchierini di superalcolici Nel Suo posto di lavoro ci sono regole formali che limitano il consumo di bevande alcoliche? E’ permesso bere in alcune ore definite per il consumo (es. pausa mensa) E’ permesso bere durante l’intero orario lavorativo E’ proibito bere durante l’intero orario lavorativo E’ proibito bere solo per alcune categorie professionali E’ proibito bere, ma non è rispettato il divieto 31 N° ID |__|__|__|__| 8. COMPORTAMENTI Nell’ultimo anno, ha deciso di fare più esercizio fisico? Sì, negli ultimi 6 mesi ho fatto più esercizio fisico di quanto ne facessi prima Sì, è da più di 6 mesi che faccio più esercizio fisico No Pensa seriamente di dover iniziare a fare più esercizio fisico? Sì, entro i prossimi 30 giorni Ha già fatto un tentativo di fare più esercizio fisico nell’ultimo anno? Sì, entro i prossimi 6 mesi Sì No Francamente no Nell’ultimo anno, ha deciso di perdere peso? Sì, negli ultimi 6 mesi ho perso un po’ di peso Sì, è da più di 6 mesi che sto perdendo peso No Pensa seriamente di perdere peso? Ha già fatto un tentativo di perdere peso Sì, entro i prossimi 30 giorni nell’ultimo anno? Sì No Sì, entro i prossimi 6 mesi Francamente no Quante porzioni di frutta e verdura mangia al giorno? (non consideri le patate e i legumi come fagioli, ceci, ecc) Non ne mangio Meno di 1 porzione |____| porzioni al giorno Nell’ultimo anno, ha deciso di mangiare più frutta e verdura? Sì, negli ultimi 6 mesi ho mangiato più frutta e verdure Sì, è da più di 6 mesi che mangio più frutta e verdura No Pensa seriamente di dover mangiare più frutta e verdura? Sì, entro i prossimi 30 giorni Ha già fatto un tentativo di mangiare più frutta e verdura nell’ultimo anno? Sì, entro i prossimi 6 mesi Sì No Francamente no Quante porzioni di carne rossa mangia in una settimana? (consideri sia carne fresca (bovini, ovini, suini) sia conservata (insaccati) Non ne mangio Meno di 1 porzione |____| porzioni alla settimana Nell’ultimo anno, ha deciso di mangiare meno carne rossa? (compreso maiale e insaccati) Sì, negli ultimi 6 mesi ho mangiato meno carne rossa di quanto ne mangiassi prima Sì, è da più di 6 mesi che mangio meno carne rossa No Pensa seriamente di dover mangiare meno carne rossa? Sì, entro i prossimi 30 giorni Ha già fatto un tentativo di mangiare meno carne rossa nell’ultimo anno? Sì, entro i prossimi 6 mesi Sì No Francamente no 32 N° ID |__|__|__|__| 9. PROGRAMMI DI PREVENZIONE Le è stato offerto di partecipare a un programma di screening? Se sì, quale? Sì No Mammografia (screening per tumore al seno) Pap-Test (screening per tumore al collo dell’utero) Sangue occulto nelle feci (screening per tumore al colon-retto) Ha partecipato a un programma di screening? Se sì, quale? Sì No Mammografia (screening per tumore al seno) Pap-Test (screening per tumore al collo dell’utero) Sangue occulto nelle feci (screening per tumore al colon-retto) Al di fuori dei programmi di screening di popolazione ha effettuato con qualche regolarità esami di diagnosi precoce dei tumori? Se sì, quali? Sì, __________________________________________ No Nel suo posto di lavoro, che lei sappia, sono offerti o sono stati offerti nell’ultimo anno programmi di prevenzione su: Smettere di fumare Regime alimentare sano Non è stato offerto nessun programma di prevenzione Promuovere l’esercizio fisico Controllo del peso corporeo Non so Ha usato qualche manuale, libretto sulla prevenzione preso sul posto di lavoro nell’ultimo anno: per smettere di fumare per un regime alimentare equilibrato per promuovere l’esercizio fisico Ho avuto i libretti, ma non li ho usati Non mi è stato fornito nessun piccolo manuale Ha partecipato ad attività organizzate nel suo posto di lavoro nell’ultimo anno su: Smettere di fumare Esercizio fisico Nutrizione e controllo del peso Quale affermazione meglio descrive il menu proposto dalla mensa al lavoro? la mensa propone un pasto troppo pesante la mensa propone una lista dei cibi adeguata per un regime alimentare equilibrato la mensa offre pochi piatti con frutta e verdura la mensa propone un pasto troppo leggero Non so CONTINUA 33 N° ID |__|__|__|__| In quest’ultimo anno i seguenti cibi sono disponibili nel suo posto di lavoro ? (mensa e distributori automatici) Frutta, snacks e mousse a base di frutta, succhi di frutta Verdura yogurt snack dolci e salati a basso contenuto calorico prodotti senza glutine Nessuno dei cibi sopra elencati Non so E’ possibile seguire un regime alimentare sano con cibo offerto nel suo posto di lavoro? Sì Non so No Pensa che il programma di prevenzione organizzato nel suo posto di lavoro nell’ultimo anno sia stato seguito dai suoi colleghi? nell’ultimo anno non è stato effettuato nessun programma sì, è stato seguito da molti abbastanza seguito poco seguito poco conosciuto poco pubblicizzato non seguito 34 ALLEGATO 2 - Verbali Verbale della riunione del 7 novembre 2006 Giuseppe Gorini Giovanna Masala Calogero Saieva Antonio Gasparrini Antecedente: una serie di e-mail e di fotocopie mandate da Gorini a Masala e Saieva come documentazione preparatoria alla riunione: • 5 articoli Sorensen • un protocollo dettagliato dell’ultimo studio della Sorensen • segnalazioni delle linee guida “Community Guide”, che valutano l’efficacia di interventi di comunità su dieta, obesità e soprappeso ed esercizio fisico • 5 questionari utilizzati in survey sugli stili di vita (Passi, EPIC modificato da Sacerdote et al., FriCAM, 2 questionari utilizzati dalla Sorensen) + ovviamente EPIC • un sunto degli outcomes e dei questionari utilizzati negli studi della Sorensen E’ stato invitato da Gorini Antonio Gasparrini, contrattista presso l’UO Epidemiologia Occupazionale, perché dovrà seguire il progetto Massa Viareggio. La riunione è iniziata con un’introduzione di Gorini sulla necessità di iniziare a lavorare sul progetto globalmente, perché le ASL si stanno muovendo. Infatti anche la ASL 1 Massa Carrara ha proposto di effettuare una prima riunione interlocutoria il 9 novembre 2006, data decisa in modo un po’ affrettato, ovvero il giorno stesso di questa riunione del 7 novembre, non consentendo una comunicazione a Masala e Saieva precedente alla riunione del 7 novembre. Per la ASL 12, Angotzi ha dichiarato alla riunione della ASL 12 Viareggio del 24 ottobre, che aspetta di assumere con assunzione temporanea 2 unità di personale (1 dietista, 1 ASV) a tempo parziale (24h/sett cadauna) al momento che inizierà l’indagine EPIC a Viareggio. Gorini sottolinea che nel periodo gennaio 2007-agosto 2007, periodo di effettuazione dell’indagine EPIC a Viareggio, si potrebbe configurare per le 2 unità di personale di Viareggio un orario di 20 h settimanali cadauna per lo svolgimento di EPIC (4 giorni per 5 h) e 4 h settimanali per seguire l’evoluzione dello studio pilota, in particolare per seguire le riunioni dei vari gruppi di lavoro descritti nel protocollo dello studio pilota. Saieva esprime la sua perplessità per questa decisione che è diversa da quella inizialmente prospettata e quindi si dovrà ripensare a organizzazione e forse durata dell’inchiesta trasversale. Inoltre osserva che l’impegno di 4 ore settimana per riunioni dei gruppi di lavoro locali sullo studio pilota appare eccessivo- La discussione comunque viene sospesa perché non inerente strettamente al tema della riunione Per quanto riguarda gli outcomes e i questionari, Gorini ha proposto di iniziare a discutere sul sunto di outcomes e questionari utilizzati dalla Sorensen, documento che aveva preparato all’uopo. Masala sottolinea la necessità di una definizione chiara degli obiettivi e quindi degli outcomes del progetto, del contenuto dell’intervento e strumenti di valutazione Sottolinea comunque che le sembra necessario una preliminare indagine conoscitiva su dieta , stile di vita compresa l’abitudine al fumo sia per conoscere la situazione di base e quindi mirare/aggiustare meglio l’intervento sia per avere la possibilità di misurare il cambiamento dopo l’intervento Inoltre l’illustrazione ai soggetti che parteciperanno allo studio dei risultati della indagine iniziale potrebbe motivarli ad aderire all’intervento, e renderli più sensibili ai cambiamenti di stile di vita proposti (la presentazione dei risultati della indagine conoscitiva potrebbe essere il primo momento dell’intervento). Si concorda che anche Sorensen ha usato questa metodologia e si discutono i vari questionari inviati da Gorini. Alcuni dei questionari italiani presentati ( (Passi e Fricam ) sono stati costruti con obiettivi molto diversi da quelli dello studio in discussione e in particolare per la parte dieta appaiono incompleti. 35 Il questionario utilizzato da C. Sacerdote nello studio di intervento con i medici di base a Torino non è stato elaborato dal consorzio EPIC Italia ma dal gruppo locale. Masala riferisce che nell’ambito di EPIC Italia è stata discussa la possibilità di costruire un Food Frequency Questionnaire ridotto a partire da EPIC secondo un protocollo da definire , A questo proposito viene distribuito un articolo (Decarli a et al A reduced questionnaire to investigate the Mediterranean diet in epidemiologic studies Epidemiology. 1994 5:251-6.) nel quale viene affrontato il problema della costruzione e validazione di questionari ridotti. IL Q potrebbe essere prodotto nel prossimo anno, da valutare se possa essere utilizzato per l’intervento ( fase post intervento?) I questionari utilizzati da Sorensen ( 1 FFQ e un FFQ ridotto) sono simili ad EPIC come struttura e anche come lunghezza ma non sono costruiti sulla dieta italiana ( sono indicati una serie di alimenti per noi irrilevanti, succo di pomodoro, ecc e mancano alimenti importanti nella dieta italiana ) e mancano le foto. Sono stati elencati da Masala e Saieva esaustivamente tutti i problemi legati alla definizione di outcomes nutrizionali e al tipo di questionario da utilizzare. Viene inoltre sottolineata l’estrema complessità della materia, e la necessità di una riflessione adeguata. Inoltre è stata sottolineata la mancanza di una proposta ancora definita in questo ambito, oggetto appunto della riunione. Si discute la possibile di utilizzare una serie di diari dei consumi delle 24 ore precedenti (24-h dietary recalls) allo scopo di monitorare la compliance all’intervento. Appare irrinunciabile utilizzare EPIC come questionario al baseline e come questionario postintervento, almeno ad un anno di distanza dalla somministrazione del questionario baseline. Viene sottolineato che lo studio pilota non è uno studio randomizzato e controllato dove si fa braccio di controllo e di intervento: nello studio pilota si somministra l’intervento oggetto di studio di efficacia nel trial in entrambe le aziende, una a Massa Carrara e una a Viareggio. Il problema di EPIC, sottolinea Gorini, è la contrarietà a utilizzarlo nelle indagini nei posti di lavoro, da parte degli operatori delle ASL, in particolare dei direttori dei 2 dipartimenti di prevenzione, Angotzi e Franco. Quindi, è possibile proporlo, ma va superata la contrarietà dei servizi territoriali. Masala riferisce che il questionario EPIC è stato autosomministrato a molte migliaia di persone senza grosse difficoltà , è corredato di istruzioni per la compilazione, propone di discutere più approfonditamente con gli operatori locali questi aspetti. Viene sottolineato da Masala e Saieva il problema del contenuto del counseling nutrizionale ( riferimento a linee guida) . Gorini sottolinea che si inizierà appunto a parlarne alla riunione del 5 dicembre con i seriviz IAN e della Medicina dello Sport di Viareggio, a cui sono invitati ovviamente Saieva e Masala. Viene sottolineato che gli interventi nutrizionali, su esercizio fisico, dieta, obesità, alcool e fumo saranno erogati dagli stessi operatori della ASL, in particolare da personale dei servizi di Igiene Alimenti Nutrizione, di Medicina dello Sport, di epidemiologia, dei centri antifumo, e da personale assunto temporaneamente dalle ASL. Alla riunione del 5 dicembre Gorini inviterà anche il personale IAN e della medicina dello sport della ASL 1 Massa Carrara, in modo da fare un protocollo comune tra le 2 ASL. Viene proposta una successiva riunione del gruppo Masala-Saieva-Gorini il 29 novembre alle ore 14:30 presso villa delle Rose, al fine di continuare operativamente la discussione Gorini propone che il gruppo nutrizionale potrebbe presentare una proposta di outcomes da utilizzare, tenuto conto di tutti i possibili caveat legati al trattare una tematica così complessa. Rimane ancora da affrontare completamente il capitolo attività fisica **************************************************************************************************************** 36 Verbale della riunione del 28 novembre 2006 Ospedale Tabarracci, Viareggio Riunione gruppo tecnico fumo alcol, studio pilota asl 12 e 1 Cinzia Raffaelli, Mirella Aglietti, Francesca Falcone – ASL 12 Viareggio Fabrizio Franco - ASL 1 Massa-Carrara Giuseppe Gorini, Antonio Gasparrini, Anna Maria Badiali, Valentina Cacciarini – CSPO Firenze Viene dichiarato dal dr. Franco che, pur essendo stato individuato un referente della ASL 1 per questo gruppo (dr. Varese, SeRT Aulla), questi non può partecipare per una mancata comunicazione formale di incarico da parte della direzione aziendale. La discussione è iniziata con la presentazione delle interventi sull’ alcol dell’ASL 12 da parte della dott.sa Aglietti. Innanzitutto si è discusso sull’opportunità di inserire l’intervento sull’alcol insieme alla dieta, da trattare cioè come un fattore di rischio legato alle abitudini alimentari, oppure considerarlo sotto il profilo della dipendenza. Tutti sono stati concordi ne ritenere più idoneo il primo approccio, prima di tutto per la difficoltà di trattare il tema delle dipendenze in ambito lavorativo. Va comunque sottolineata l’importanza dell’alcol come fattore di rischio nell’ambito degli infortuni sul lavoro. I progetti già sviluppati o in corso di sviluppo su questo tema sono: Progetto dell’Area Vasta Nord Ovest, coordinato dalla Dr.ssa Roselli, ASL 2 Lucca, a cui ha partecipato anche la ASL 12. “Ospedali liberi da alcol” , seguito dalla dr.ssa Landi, direzione ospedaliera, ASL 12. Progetto Ispesl “Alcol e lavoro”, sviluppato dal SeRT di Borgo S. Lorenzo - ASL 10 Firenze, pacchetto formativo già sviluppato e utilizzato in vari servizi di medicina del lavoro di 12 regioni italiane. Sarà organizzata una riunione dopo Natale da farsi a Firenze con i colleghi del SeRT di Borgo S. Lorenzo, con la dr.ssa Aglietti, per vedere cosa si può prendere da questa esperienza. La seconda parte della riunione ha riguardato il fattore di rischio fumo. L’attività del centro antifumo della ASL 12 prevede una prima visita con uno pneumologo (dr. Pieraccini) che valuta lo stato di salute del paziente; una seconda visita effettuata dalla dott.sa Falcone, con 4-5 incontri successivi, che prevede colloqui motivazionali e l’utilizzo di farmaci sostitutivi della nicotina (NRT) o bupropione. Il dott. Gorini spiega quali sono gli aspetti principali dei corsi effettuati dalla Lega Tumori, modello di riferimento per i corsi di gruppo in Italia. Il gruppo si riserva di valutare il materiale della LILT e eventualmente di modellare l’intervento sul setting lavorativo. Di grande utilità potrebbe essere il coinvolgimento della dr.ssa Terrone, psicologa della LILT fiorentina, che da anni organizza corsi per smettere di fumare nei luoghi di lavoro. Si prevede di coinvolgere anche la dott.sa Tognarelli della ASL 12 che ha partecipato al Corso di formazione sul tabagismo in corso a Firenze. Viene proposto dalla dr.ssa Falcone la possibilità di modulare l’intervento di counseling individuale o di gruppo a seconda del numero di fumatori interessati a smettere nel posto di lavoro. Qualsiasi tipo di intervento verrà comunque accompagnato dalla prescrizione di NRT. Il gruppo si aggiorna per una riunione dopo le feste di Natale, da fare preferibilmente a Firenze in modo da coinvolgere anche la dott.sa Terrone, psicologa della LILT fiorentina. 37 Verbale della riunione del 30 novembre 2006 Giuseppe Gorini Calogero Saieva Viene proposta una soluzione operativa per stringere sul problema del questionario: Si potrebbe adottare per dieta ed esercizio fisico la parte del questionario EPIC relativa a queste due parti integralmente. Per quanto riguarda le altre parti, tenuto conto che il questionario EPIC non è stato creato per una valutazione di intervento, si potrebbe costruirne uno che tenga conto dei punti successivi, integrando le parti mancanti (vedi punti successivi) ed eliminando o riducendo le parti non legate ad una valutazione di impatto di un intervento di promozione della salute nei luoghi di lavoro, come la parte relativa alla storia riproduttiva della donna. 1) per i fumatori, la valutazione dello stadio motivazionale di Di Clemente-Prochaska prima e dopo l’intervento, che permette una rilevazione più “fine” dell’andamento della motivazione per smettere di fumare tra i fumatori che hanno avuto nel loro ambiente di lavoro un intervento complesso di controllo del tabacco, che va dall’organizzazione di corsi per mettere di fumare, ad una verifica del divieto di fumare nell’ambiente di lavoro, con possibili interventi per l’ambiente di lavoro (ad es. creazione di spazio per fumatori, per evitare che molti lavoratori fumino nei bagni, fenomeno frequente dopo l’implementazione nella legge Sirchia). 2) la valutazione appunto di interventi effettuati nell’ambiente di lavoro, al fine di favorire la cessazione dal fumo, come quello descritto sopra. Quindi domande prima e dopo dedicate al fumo nel posto di lavoro. 3) manca la parte relativa alla valutazione di impatto degli interventi effettuati nell’ambiente di lavoro, al fine di favorire un cambiamento delle abitudini alimentari o un aumento dell’esercizio fisico, ovvero gli interventi sul menù della mensa, o i corsi di “ginnastica” da farsi in orario di lavoro. 4) Mancano domande generali sull’ambiente di lavoro, e domande più particolareggiate, da valutare in maniera differenziata tra Massa e Viareggio, dato che l’intervento sarà effettuato in alcuni reparti dell’Ospedale della Versilia per la ASL 12, e in una fabbrica (probabilmente la Nuova Pignone) per la ASL 1 Massa. Verbale della riunione del 5 dicembre 2006 Viareggio Fabrizio Franco (Responsabile Dipartimento di prevenzione), Paola Carignani (IAN) ASL 1 Dr. Pizzi (Medicina dello Sport), dott.sa Camarlinghi (IAN) ASL 12 Giuseppe Gorini, Antonio Gasparrini, Anna Maria Badiali, Valentina Cacciarini – CSPO UO ambientale occupazionale Calogero Saieva, Ilaria Ermini CSPO – UO Epidemiologia Nutrizionale La riunione si apre con un intervento di Gorini che riassume il progetto e le finalità della riunione, presentando i colleghi della UO di Epidemiologia nutrizionale. La discussione sul questionario è rimandata a quando sarà definita una proposta dal CSPO. Franco informa che per la ASL 1 dovevano essere presenti anche i colleghi della medici dello sport che non sono potuti intervenire per improrogabili impegni. Richiede a Pizzi di tenersi in contatto con i colleghi. Camarlinghi illustra il progetto di counseling nutrizionale attualmente utilizzato dalla ASL 12, iniziato nel 2003-2004. Sono previsti incontri di gruppo (max. 8 persone) di 6 riunioni di 1ora – 1 38 ora e ½, con un protocollo già delineato. Il personale è stato formato con corsi appositi. È inoltre prevista una valutazione dell’efficacia del progetto. Il progetto ha avuto un notevole successo, con più di 100 adesioni nel totale dei corsi, tra la popolazione generale che ha saputo di questi corsi. Il protocollo prevede un incontro individuale iniziale che ha lo scopo di conoscere motivazioni e desideri del soggetto, in modo da creare gruppi di persone il più possibile omogenei tra loro e indirizzare in modo più specifico l’attività. Ad ogni seduta vengono dati delle obiettivi realistici da seguire nell’intervallo tra una riunione e l’altra. Inoltre c’è un diario per la dieta. La maggior parte dei soggetti aderisce ai corsi per problemi di sovrappeso. Viene sottolineato come da parte della ASL 12 ci sia la volontà di sfruttare queste conoscenze per la realizzazione dello studio pilota. Gorini spiega brevemente le fasi degli studi della dott.sa Sorensen di Boston che ha già implementato con successo trial di prevenzione primaria nei luoghi di lavoro. Come tempistica, Gorini illustra che verso settembre 2007 bisognerebbe somministrare il questionario pre-intervento sugli stili di vita. Nel periodo Ott 2007-Marzo 2008 si potrebbe somministrare il pacchetto di interventi, che parte con un evento iniziale (kick-off party), con pubblicità dei vari interventi (fumo, dieta, esercizio fisico). Quindi viene data la possibilità ai soggetti di segnarsi volontaristicamente al corso che più lo interessa. Viene discussa la possibilità di iscrizione contemporanea a più gruppi. Gorini sottolinea il fatto che l’iscrizione a un gruppo per smettere di fumare non è compatibile con altri tipi di corsi. I colleghi delle ASL suggeriscono un percorso comune invece per i corsi su dieta e attività fisica. La collega Carignani evidenzia l’utilità di creare un unico percorso, visto che i punti in comune dei due interventi, con la possibilità di fornire informazioni sulle attività a tutti i partecipanti. Nel periodo di intervento saranno presentati i risultati dell’analisi del questionario pre-intervento, a tutti i dipendenti. Viene evidenziato il fatto che i corsi non possono rappresentare l’unica forma di intervento, ma che devono essere previste delle azioni più generali sull’ambiente di lavoro che favoriscano il cambiamento comportamentale in atto, alemno per alcuni dipendenti. Ad esempio, regolamento aziendale sul fumo, interventi sulla mensa aziendale, cartellonistica favorente l’uso delle scale al posto dell’ascensore, etc.. Pizzi illustra l’attività della ASL 12 sull’attività fisica. A breve inizierà il progetto “Passi della salute”, indirizzato a soggetti anziani (60-75 anni). E’ un progetto regionale di 3 anni. Prevede di seguire 1000 anziani tra la ASL 12 e la Asl 5 Pisa, coordinato dal Prof. Galanti (Firenze) e dalla pneumologia di Pisa, con reclutamento da parte della UISP. E’ un trial randomizzato , dove il gruppo sperimentale deve effettuare 10.000 passi per 3 volte la settimana, con l’ausilio di un contapassi. Viene discussa l’opportunità di implementare un intervento simile all’interno dello studio pilota, oppure di limitarsi ad attività di counseling sull’attività fisica. Nel luogo scelto dalla ASL 12 (ospedale) sarebbe possibile individuare degli spazi in cui fare attività fisica, sfruttando poi anche palestre e ambulatori. Gorini rileva l’opportunità di fare delle previsioni sull’adesione ai corsi, stimando come su 200 persone circa 160 compileranno il questionario, e circa il 40% parteciperà a corsi su dieta (circa 80-90 persone).. Il grosso problema dell’ospedale per la ASL 12 Viareggio, sarà quello di individuare in quali reparti fare l’intervento. Da sottolineare che, mentre i dipendenti ospedalieri sono circa 1.500, noi vorremmo fare intervento solo intorno a 200 persone. Quindi Questionario pre e post a 200 persone con offerta di corsi sugli stili di vita solo a loro, anche se le modifiche nell’ambiente di lavoro (mensa aziendale, regolamento sul fumo) coinvolgeranno per forza tuttii dipendenti, non solo i 200. . Viene proposta da Camarlinghi la possibilità di collaborare con agenzie esterne per pubblicità per la cartellonistica e le brochure dell’intervento. I fondi ci sono per questo, sottolinea Gorini: dai 60.000 euro da fondi regionali per ogni ASL, 40.000 sono spesi per personale assunto a tempo determinato, mentre 20.000 euro rimangono a disposizione per le ASL per “spese varie”, che comprendono spese di incentivazione per il personale dipendente, e anche consulenze con esterni (ditte per pubblicizzazione evento). Viene ribadito che, come da protocollo, l’intervento verrà erogato sia da personale dipendente delle ASL, sia da personale assunto a tempo determinato per questo progetto: sarà compito del personale dipendente decidere come impiegare nel dettaglio personale a contratto temporaneo. 39 Emerge l’esigenza di stilare un unico protocollo di studio per le due ASL, ma di implementarlo in modo più specifico nelle due realtà. Prossime date: 12 gennaio ore 10 gruppo ambiente di lavoro e dieta 16 gennaio ore 10 gruppo fumo e ore 14 gruppo direzionale 18 gennaio ore 10 gruppo esercizio fisico *************************************************************************************************************** Verbale della riunione del 12 gennaio 2007 Riunione Gruppo Dieta Gorini, Saieva, Gasparrini, Cacciarini, Badiali – CSPO Camarlinghi – ASL 12 Viareggio Carignani, Galli – ASL 1 Massa-Carrara La riunione si apre con la lettura della bozza di un articolo da pubblicare su un progetto di intervento di counseling nutrizionale sperimentato dall’ASL di Empoli. Un totale di 7 corsi con 4 incontri di 1 h l’uno. Tale progetto viene valutato con lo scopo di individuare suggerimenti e/o problemi per l’implementazione dell’intervento sulla dieta nell’ambito del progetto Massa e Viareggio. I punti critici individuati dall’articolo sono principalmente nella bassa rispondenza, probabilmente dovuta alla mancata o sbagliata informazione sull’evento e all’organizzazione al di fuori dell’orario di lavoro. L’ASL 12 presenta le iniziative intraprese per la formazione del personale su counseling nutrizionale, con corsi tenuti dal 2004 al 2006. Da tali eventi di formazione si è messo a punto un protocollo di intervento, ancora non ultimato, da utilizzare nell’ambito del progetto. Gli incontri descritti nell’articolo sopra citato sembrano insufficienti: viene proposto di aumentarne il numero, in modo tale da dare aver la possibilità di coinvolgere maggiormente i partecipanti e non sfociare nelle classiche lezioni che, da letteratura, non generano cambiamenti nelle abitudini dietetiche dei partecipanti. I corsi devono essere indirizzati su specifici obbiettivi, e sui modi e le difficoltà incontrate nel raggiungerli. Organizzazione: 6-8 incontri di 1 ora e ½, ognuno su un teme specifico. Gli incontri hanno una struttura specifica, con tempistica definita, su problemi incontrati nel raggiungimento dell’obiettivo individuato nell’incontro precedente, una lezione sul nuovo tema, la descrizione delle vicende personali a questo proposito, la definizione del nuovo obiettivo, suggerimenti per raggiungerlo. Si pensa a gruppi piccoli (6-8 persone) omogenei come caratteristiche dietetiche. Le soluzioni per aumentare la partecipazione sono: inquadrare l’intervento durante l’orario di lavoro, impostare bene la comunicazione dell’evento, puntare su 2 indirizzi in modo da interessare gruppi diverse di persone, cioè diminuzione di peso (verso i soprappeso) e informazione su nutrizione (verso classi più giovani e normopeso). L’ASL 1 presenta il problema della difficoltà di implementare tale intervento in aziende metalmeccaniche quali la Dalmine o la Eaton, al momento scelte come sede dell’intervento: impiegati per lo più maschi con bassa scolarità, poco inclini e sensibili ad interventi di counseling. Viene proposto di implementare l’intervento in più sedi, proposta che però viene criticata per le prevedibili difficoltà organizzative e operative. Viene allora suggerito di valutare la possibilità di effettuare l’intervento in aziende diverse (es. supermercati, tessile). La discussione verrà affrontata successivamente dal gruppo di lavoro sulla direzione e organizzazione del progetto. Viene suggerito di definire gli interventi e le caratteristiche dei corsi di counseling sulla base degli indicatori utilizzati nella valutazione dell’efficacia di tutto l’intervento proposto dal progetto, non sempre identici a quelli utilizzati nella valutazione del corso soltanto. Oltre ai corsi di counseling, dovranno essere definiti altri interventi quali attività di informazione (cartellonistica), l’attivazione di distributori automatici con cibi più sani, e altri interventi sulla mensa. Viene inoltre proposto, come target dell’intervento, di puntare solo sulle infermiere, con la possibilità di coinvolgere la loro struttura organizzativa, che renderebbe più agevole la pianificazione dell’intervento. 40 Viene proposto di fare l’intervento al comparto infiermeristico, per quanto riguarda l’ospedale Versilia. Per la prossima riunione del 9 febbraio ore 10, a Viareggio, vengono posti i seguenti punti: 1) valutazione dei corsi di counseling già effettuati; 2) organizzazione del setting e del target; 3) Discussione dei questionari e outcomes utilizzati nei questionari EPIC. 4) Discussione della sessione sull’esercizio fisico con dr. Pizzi *************************************************************************************************************** Verbale della riunione del 16 gennaio 2007 – ore 10:00 Partecipanti CSPO: Gorini, Cacciarini, Badiali ASL 12 Viareggio: Falcone, Aglietti, Raffaelli Il dr. Varese del SeRT di Aulla, ASL 1 Massa Carrara sta aspettando l’incarico ufficiale per la partecipazione allo studio. L’intervento sul fumo potrebbe essere sviluppato a 2 livelli: 1. Percorso individuale per smettere di fumare Presso il centro antifumo di Viareggio viene proposto al fumatore un percorso individuale con prima visita da uno pneumologo (dr. Pieraccini), seguita dalla visita della d.ssa Falcone che decide il trattamento farmacologico (nicotina, bupropione), con altre due visite successive per valutare il trattamento farmacologico.. Fino a qualche tempo fa venivano effettuati gruppi per smettere di fumare tipo Lega Tumori di 8 10 sedute con 10-12 pazienti Facendo una stima per il comparto infermieristico (750 persone), proponendo a circa la metà (400 persone) degli infermieri dell’ospedale Versilia il percorso di promozione della salute, si possono stimare circa il 30% fumatori, circa 120. Di questi, si può stimare che si iscrivano ai corsi per smettere di fumare al massimo 30-40 persone (30-40%). Come percorso di può prevedere una prima visita della dr.ssa Falcone; senza la visita dello pneumologo, seguita da un corso per smettere di fumare di 6-8 incontri di un’ora e mezza l’uno, con circa 15 partecipanti. Dopo 3 settimane dall’inizio della terapia farmacologia segue seconda visita della dr.ssa Falcone per valutare il quadro farmacologico, e visita finale dopo la fine del corso. La dr.ssa Falcone con il suo staff si impegna a scrivere un protocollo sulle visite individuali e sul corso per smettere di fumare. Si intende che il percorso di gruppo non è obbligatorio: se uno non vuole, può fare solo il percorso di visite individuali. Un punto da discutere con la direzione aziendale è quello se il percorso verrà fatto in orario di lavoro, tutto o in parte. Presumibilmente sarà possibile effettuare in orario di lavoro almeno le visite individuali. La partecipazione ai corsi strettamente legata a questa possibilità. I corsi sono da farsi nel luogo di lavoro, cercando di mischiare i partecipanti tra diversi reparti coinvolti. Sarà necessario far riempire una scheda per nome e cognome, reparto, turnista al momento dell’iscrizione ai corsi, al fine di creare 2-3 gruppi. Si potrebbe valutare l’opportunità di favorire la partecipazione ai corsi, rendendo il corso non a pagamento. La cosa che si devono pagare è comunque la terapia farmacologia (cerotto alla nicotina, bupropione). 2. Strategie nell’ambiente di lavoro tali da favorire la modifica individuale dell’abitudine al fumo Mentre per quanto riguarda l’intervento nutrizionale e sull’esercizio fisico, la componente ambientale dell’intervento (intervento sulla mensa; cartellonistica per fare le scale a piedi) risulta di una certa importanza, nell’intervento sul fumo è meno determinante, dato che è vietato fumare nei 41 luoghi di lavoro. Comunque, soprattutto per quanto riguarda l’intervento nell’azienda privata di Massa (Eaton), potrebbe essere d’interesse rivedere insieme alla direzione aziendale il regolamento sul fumo, in modo da regolamentare, se ce ne fosse bisogno, gli spazi per fumatori. Dopo la legge Sirchia, soprattutto in alcune fabbriche è stato infatti notato che alcuni dipendenti fumatori vanno a fumare in locali non espressamente per fumatori, come il bagno. Per quanto riguarda l’Ospedale Versilia, va coinvolta la direzione aziendale (dr.ssa Flaviana Landi), con particolare riferimento al progetto HPH (Ospedali senza fumo), in cui l’ospedale Versilia è coinvolto. Nell’ambito delle strategie per la creazione di un percorso nell’ambiente di lavoro che favorisca le modifiche comportamentali, sarebbe opportuno, dopo il questionario pre-intervento, fare un incontro con tutti i dipendenti riportando quali sono le caratteristiche in termini di stili di vita dei dipendenti coinvolti nello studio, risultate dopo dall’analisi del questionario pre-intervento. Alcool: Per quanto riguarda l’alcool, la dr.ssa Aglietti ci ha comunicato che ci sarà a Firenze il convegno “Alcol e lavoro”, 1-2 febbraio 2007. Abbiamo deciso di parteciparvi e di indire una riunione a Firenze con la dr.ssa Ciani Passeri, responsabile del progetto “Alcool e lavoro”, Deborah Vene’, la dr.ssa Roscelli dell’ASL 2 Lucca, al fine di conoscere meglio l’esperienza già condotta. E’ stata sottolineata l’importanza della valutazione della percezione dell’alcool, che dovrebbe essere inserito nel questionario pre e post. A tal proposito, c’è già un questionario per la valutazione della percezione del rischio da alcool, sviluppato dal prof. Patussi. C’è inoltre un progetto “Ospedale senza alcool “ gestito dal Meyer, che andrebbe conosciuto meglio. Andrebbe valutata l’opportunità di effettuare un percorso educativo all’interno delle mense sull’alcool. *************************************************************************************************************** Verbale della riunione del 16 gennaio – ore 14:00 Riunione del gruppo “Organizzazione generale dell’intervento nei luoghi di lavoro” ASL 12 Viareggio: Raffaelli ASL 1 Massa Carrara: Franco CSPO: Cacciarini, Badiali, Gorini ASL 1 : Le industrie individuate dall’ASL 1 sono: Eaton 462 persone: componentistica per auto Nuova Pignone 262 dipendenti; meccanica pesante (impianti per industria petrolifera) SKF 165 persone: componentistica per auto Carignani del IAN dell’ASL 1 nella riunione del gruppo sull’alimentazione proponeva anche il personale del Carrefour e della ditta D’Avenza (confezioni), che comunque hanno presumibilmente meno di 100 dipendenti. La proposta è legata alla maggiore presenza di donne, maggiormente sensibili a partecipare a interventi di counseling nutrizionale, secondo l’esperienza dei Servizi di Igiene degli Alimenti Nutrizione. Viene deciso che Franco per ora contatterà la direzione della Eaton per saggiare la disponibilità a partecipare a questo studio. Nel caso ci fosse apertura, sarà organizzata quanto prima una riunione di presentazione del progetto alla direzione aziendale, dove interverrà anche Gorini.opportuno coinvolgere anche le organizzazioni sindacali. Inoltre, sarebbe opportuno conoscere un po’ meglio le caratteristiche anche delle altre aziende, in termini di personale (per la D’Avenza e il Carrefour) e anche per la presenza o meno di mensa aziendale. ASL12: 42 Raffaelli prenderà contatto con la direttrice sanitaria dell’ASL 12, dr.ssa Urbano, e successivamente con la dirigente del comparto infermieristico (Sig.ra Guerra) e con la direzione del P.O. (Dr. Latella; Dr.ssa Landi). Anche in questo caso è prevista una riunione di presentazione del progetto con Gorini. Punti strategici di contrattazione con le direzioni aziendali, sia dell’azienda privata sia dell’ospedale sono : -- E’ possibile fare l’intervento sul fumo, dieta ed esercizio fisico in orario di lavoro? -- Anche per ottenere una buona rispondenza ai questionari pre e post, sarebbe opportuno fare un’autosomministrazione ”controllata” in orario di lavoro: ad esempio, allestire una stanza dove far riempire questionario a gruppi di 20 dipendenti, con presenza di personale dell’ASL o del CSPO per facilitare la compilazione. **************************************************************************************************************** Verbale della riunione del 18 gennaio 2007 Riunione Gruppo esercizio fisico CSPO: Saieva, Ermini,Cacciarini, Gorini ASL 12 Viareggio: Pizzi, Raffaelli I dr. Teneggi e Gianni dell’ASL 1 Massa Carrara sono interessati al progetto e sono stati incaricati dal dr. Franco di partecipare a queste riunioni. In questo periodo hanno però problemi logistici, e, visto che sono in contatto con il dr. Pizzi dell’ASL 12, questi potrebbe fare da tramite con loro, almeno nelle prime fasi Viene presentato da Pizzi il protocollo “Passi per la salute”, sviluppato dall’Università di Pisa e dall’ASL 12 Viareggio e dall’Università di Firenze (dr. Galanti) che consiste in un intervento sull’esercizio fisico da effettuarsi ad un gruppo di popolazione dai 50 ai 70 anni, con valutazione di parametri, quali pressione, ECG. I punti affrontati riguardano in particolare la situazione dell’ospedale Versilia. L’intervento sull’esercizio fisico nell’ambiente di lavoro potrebbe essere sviluppato a 3 livelli: 1. Percorso ambientale. Definire i contenuti della cartellonistica da mettere all’ascensore, anche al parcheggio sotterraneo. Messaggi e video sull’esercizio fisico nella TV cortesia. Da verificare con responsabile infermieristico se gli infermieri guardano questo canale a circuito chius. 2. Percorso di counseling : una sessione nel counseling nutrizionale dovrebbe avere come argomento l’esercizio fisico 3. Percorso di attività fisica Potrebbero essere effettuati dei gruppi di attività fisica di circa 15-20 persone, con esercizi di mobilizzazione e coordinazione articolare, ginnastica di allungamento e attività aerobica (cyclette), da effettuarsi 3 volte la settimana per 6-8 settimane, in incontri di mezz’ora, da potersi dividere anche in 2 incontri di 15 minuti nell’arco della giornata. Il tutto dovrebbe essere seguito da personale opportunamente addestrato (laureato in scienze motorie/fisioterapia), che segue l’effettuazione dei corsi. Sembra che nell’ospedale Versilia 2 stanze siano adibite a fisioterapia. Quindi ci dovrebbe essere la possibilità di fare 2 corsi in concomitanza, con l’effettuazione di in totale di 4 corsi nel periodo novembre 2007 - marzo 2008, per un totale di 60 persone coinvolte. Potrebbero essere prese in comodato d’uso macchine per fitness da ditte specifiche, da utilizzarsi nel programma di attività fisica. Pizzi si impegna a scrivere un protocollo sul percorso di attività fisica da presentarsi alla riunione del 6 febbraio alle ore 12:00. 43 In particolare in quella riunione sarà discussa con Camarlinghi e Carignani il percorso di counseling sull’esercizio fisico da inserirsi nel counseling nutrizionale. Inoltre vanno verificati nell’ospedale e nell’azienda privata di Massa i reali spazi disponibili all’attività fisica. **************************************************************************************************************** Verbale della riunione del 24 gennaio 2007 Gruppo CSPO Questionario e Outcomes – Studio Pilota Massa-Viareggio Studio Pilota Massa-Viareggio Gorini, Masala, Saieva E’ stato deciso di utilizzare integralmente il questionario EPIC-Dieta nella valutazione pre e post in ambedue le sedi di studio (Massa e Viareggio), e di preparare un nuovo questionario sullo stile di vita, che sia il più possibile simile al questionario stile vita EPIC, in un’unica versione per ambedue i sessi. In particolare, la sezione sull’esercizio fisico rimarrà pressochè uguale, verrà lievemente modificata la parte del fumo, verranno tolte le sezioni sulla vita riproduttiva della donna, e sulla storia del consumo di alcool, e gran parte della sezione sulle malattie pregresse. Inoltre, verranno aggiunte nei questionari pre e post una sezione sulla valutazione dello stadio motivazionale del fumatore, e sulla percezione del rischio da alcool, nei questionari post una sezione con domande qualitative relative al gradimento e al giudizio degli interventi nell’ambiente di lavoro per fumo, dieta, ed esercizio fisico. Inoltre sarà aggiunta una breve sezione sull’ambiente di lavoro, le cui domande saranno definite in maniera differenziata tra l’ospedale Versilia e l’azienda di Massa, disegnate a seconda delle caratteristiche dei due setting, una volta entrati in contatto con la direzione aziendale e le organizzazioni sindacali. Nel questionario pre sarà inoltre aggiunta una scheda iniziale contenente informazioni anagrafiche (sesso, età, stato civile) e socio economiche (titolo studio), oltre il codice numerico univoco personale. Nelle prossime 2 settimane Gorini butta giù una bozza del questionario stile vita con aggiunte di Masala e Saieva sulla storia riproduttiva della donna e sull’esercizio fisico. Si è discusso inoltre della possibilità di utilizzare questionari brevi per la valutazione del livello di attività fisica durante il periodo dell’intervento in analogia con quanto si prevede di fare nell’ambito dell’intervento nutrizionale. Rimangono da definire gli outcomes oggetto di valutazione e la possibilità di effettuare misure antropometriche insieme alla somministrazione del questionario, in collaborazione con i medici competenti delle 2 aziende. Gorini si impegna a buttare giù una proposta di outcomes, che farà girare insieme alla bozza di questionario. **************************************************************************************************************** Verbale della riunione del 6 febbraio 2007 Riunione Gruppo Dieta Gorini, Saieva, Gasparrini, Ermini, Cacciarini, Badiali – CSPO Camarlinghi – ASL 12 Viareggio Carignani, Galli – ASL 1 Massa-Carrara Viene annunciata una giornata di presentazione dello Studio Massa-Viareggio da organizzare al CSPO a Firenze, durante la quale i referenti del CSPO e delle ASL illustreranno il progetto in ogni singolo aspetto. Probabilmente sarà il 18 aprile 2007. 44 La riunione si apre poi con la lettura del protocollo di intervento di counseling sulle abitudini alimentari stilato dai colleghi delle 2 ASL presenti alla riunione, che conterrà anche alcune sessioni su alcool e attività fisica. Il protocollo inizia con una parte introduttiva sugli aspetti salienti del processo di counseling, per descrivere poi i contenuti delle singole sessioni. Il numero delle sessioni, inizialmente previsto di 6 sedute, viene aumentato fino ad un massimo di 8-10. Viene sollevato il problema di inserire, nel questionario pre- oppure in un apposito questionario da somministrare solo ai partecipanti, alcune domande sul livello motivazionale dei soggetti rispetto alla necessità di cambiare le loro abitudini alimentari. Tale livello è difficile da identificare perché, a differenza per esempio del fumo di sigaretta, le finalità del corso e gli obiettivi da raggiungere sono molteplici. Non esistendo in letteratura esperienze di questo tipo, viene suggerito di adattare la misura del livello motivazionale dal modello trans-teoretico di Di Clemente-Prochavska usato per l’abitudine a fumo. Emerge inoltre la necessità di definire esattamente i questionari da sottoporre ai partecipanti ai corsi di counseling, tenendo conto del fatto che questi avranno già riempito i questionari presomministrati a tutti i partecipanti al progetto, in modo da non appesantire troppo i soggetti e non richiedere informazioni già precedentemente ottenute. L’idea è quella di utilizzare una griglia di valutazione, da somministrare prima dell’intervento e a 3 e 9 mesi dalla fine del corso. Tale griglia deve essere disegnata sulle singole sessioni del corso, e deve tenere conto sia dei singoli aspetti dietetici affrontati sia della capacità dell’individuo nel cambiare le relative abitudini alimentari. La proposta iniziale di somministrare un questionario 24 ore sulle abitudini alimentari, secondo le modalità illustrate da Ermini, dopo una prova sulla sua fattibilità, viene scartata perché considerata troppo onerosa e poco rispondente alle esigenze. Si immagina invece una risposta meno quantitativa e più legata all’intervento proposto. Viene sollevata la necessità di utilizzare del materiale cartaceo di educazione alimentare durante i corsi e come materiale da distribuire nel posto di lavoro durante i mesi dell’intervento. Ermini provvederà a informarsi tramite la collega Simonetta Salvini sui contatti necessari alla stampa, mentre Camarlinghi recupererà per la prossima riunione il materiale già utilizzato in esperienze precedenti. Viene fissata la data del 23 febbraio come deadline per rimettere a posto definitivamente il protocollo di intervento, fissando il numero ed il contenuto delle sessioni. *************************************************************************************************************** Verbale della riunione del 7 febbraio 2007 Riunione Gruppo Alcool Gorini, Gasparrini, Cacciarini, Badiali – CSPO Aglietti – ASL 12 Viareggio Ciani Passeri – CERIMP – ASL 10 FI, Regione Toscana La riunione si apre con alcune considerazioni sul problema alcool. Nel nostro studio ci sono due necessità: • Inserire delle domande nel questionario relative a consumo e problemi correlati • Pianificare un intervento specifico per l’alcool L’idea è di legare l’alcool al rischio lavorativo, in particolare di infortuni sul lavoro, cosa che faciliterebbe l’approccio con i lavoratori e troverebbe un quadro generale in cui inserire il problema. Nel questionario somministrato nel progetto Alcool & lavoro, i cui risultati sono stati presentati al convegno nazionale a Firenze, l’altra settimana, ancora da valutare e da aggiornare, viene fuori che il rischio lavorativo che può derivare dal consumo di alcool non è m0lto percepito. Il consumo di alcool in questo questionario non è esattamente determinato, mentre le domande sono focalizzate su come e cosa bevi più che sul quanto. La parte sui consumi in quantità può comunque essere presa dal questionario EPIC sulla dieta che affronta molto approfonditamente anche le bevande alcoliche. Vengono valutate le domande presenti nel questionario “Alcool e lavoro” da inserire nel questionario “stili di vita” del progetto. La dr.ssa Ciani Passeri con il coordinamento del progetto 45 “alcol & Lavoro” sta sviluppando un aggiornamento del questionario sull’alcol, in particolare migliorando la griglia di risposte per alcune domande. Quando avrà pronto il nuovo questionario, prenderemo le griglie aggiornate di risposte. Il nostro intento è, per qunato riguarda questa parte del questionario, essere il più omogenei possibile con il questionario utilizzato nel progetto “alcol e Lavoro”, in modo tale che la nostra esperienza sia confrontabile con l’esperienza di “Alcol e Lavoro”. Alla fine del verbale troverete le domande selezionate da inserire nel questionario “stili di vita”. Un approccio di counseling individuale o di gruppo, proposto per tabacco e dieta, non sembra essere praticabile per l’alcool, che si presenta come uno stile di vita meno accettato e da nascondere, in particolare se se ne fa abuso, con a volte implicazioni sul piano dell’occupaazione. L’idea è quindi di predisporre delle assemblee in orario di lavoro dove presentare i risultati del questionario pre-intervento (1 ora)+ una presentazione (1 ora) di sensibilizzazione sul problema alcool, con particolare riferimento ai rischi lavorativi che ne derivano, ovvero infortuni sul lavoro e pericolosità per la sicurezza di terzi. Tali incontri potrebbero essere tenuti, per quanto riguarda l’ospdale Versilia da Lucia Bramanti, UF PISLL Viareggio, che già lavora su questi temi nella ASL 12, oppure da Deborah Venè , SERT Mugello, che ha preso parte al progetto Alcool e Lavoro, oppure, dal dr. Lastrucci, UF PISLL Versilia, nuovo medico competente dell’ospedale Versilia. È essenziale per un approccio di questo tipo coinvolgere il medico competente delle aziende, ma anche con la direzione, i rappresentanti dei lavoratori e della sicurezza. È importante inoltre determinare quali siano i provvedimenti presi dall’azienda sul problema alcool, in modo da indirizzare più specificatamente gli interventi “ambientali” (cartellonistica, mensa, etc.). Esiste una legislazione che già vieta il consumo di alcolici prima e durante l’orario di lavoro per alcune categorie, tra le quali anche i metalmeccanici e le professioni sanitarie, anche se è disattesa. C’è un progetto HPH (Health Promotion Hospital) che si propone di eliminare le bevande alcoliche da bar e mense degli ospedali, anche se è ancora alle fasi iniziali. Si può pensare di proporre alla direzione delle aziende di procedere in tal senso anche prima dell’attuazione del progetto, anche se dobbiamo mettere in conto possibili resistenze da parte dei rappresentanti dei lavoratori. DOMANDE DA AGGIUNGERE AL QUESTIONARIO “STILI DI VITA” Alle bevande alcoliche sono comunemente attribuite delle caratteristiche. Di seguito, ne trova alcune. Le chiediamo di darci la Sua opinione. Risponda a tutte le domande: L’alcol fa buon sangue SI NO L’alcol riscalda SI NO L’alcol fa digerire SI NO L’alcol facilita la concentrazione SI NO L’alcol rende più disinvolti SI NO L’alcol facilita i rapporti sessuali SI NO L’alcol migliore le prestazioni fisiche SI NO L’alcol rende più efficienti SI NO Che cosa può determinare il consumo di bevande alcoliche nel luogo di lavoro? (e’ possibile dare più di una risposta) Nessun problema Miglioramento delle relazioni tra lavoratori Ridotta capacità lavorativa Problemi di disciplina Difficoltà nelle relazioni tra lavoratori Aumento degli infortuni sul lavoro per chi beve Aumento degli infortuni sul lavoro per coloro che lavorano assieme a chi beve Secondo la legge, per guidare bisogna avere una concentrazione di alcol nel sangue inferiore a 0,5. Secondo Lei, per arrivare a questo limite quanti bicchieri di vino, o lattine di birra, o bicchierini di superalcolici bisogna bere? |____| bicchieri di vino |____| lattine di birra 46 |____| bicchierini di superalcolici Si ritiene che molti infortuni sul lavoro siano legati al consumo di alcolici. Secondo Lei, per non incorrere in infortuni sul lavoro quanti bicchieri di vino, o lattine di birra, o bicchierini di superalcolici si possono bere? |____| bicchieri di vino |____| lattine di birra |____| bicchierini di superalcolici Nel Suo posto di lavoro ci sono regole formali che limitano il consumo di bevande alcoliche? E’ permesso bere in alcune ore definite per il consumo (es. pausa mensa) E’ permesso bere durante l’intero orario lavorativo E’ proibito bere durante l’intero orario lavorativo E’ proibito bere solo per alcune categorie professionali E’ proibito bere, ma non è rispettato il divieto **************************************************************************************************************** Verbale della riunione del 28 marzo 2007 Ospedale Tabaracci Viareggio Verbale della riunione su “Attività fisica” Pizzi – Medicina dello Sport - ASL 12 Viareggio Teneggi – Medicina dello Sport - ASL 1 Massa Gorini, Gasparrini, Badiali, Cacciarini – CSPO Firenze Corso di esercizio fisico Viene rivisto il protocollo scritto da Pizzi, e viene posto il problema dell’organizzazione del corso di attività fisica, con la necessità di individuare una persona, con ogni probabilità un preparatore atletico, che avrà il compito di seguire il gruppo e organizzare le attività. La necessità di individuare la figura di un istruttore è fondamentale: sorgono dei problemi economici, visto che tale mansione non rientra nel budget delle 2 ASL. Viene proposto da Gorini di finanziare questa parte con i fondi destinati al CSPO (II anno di attività). Inoltre si deve considerare l’affitto di alcuni macchinari, in numero sufficiente per i partecipanti al corso, da valutare sia in termini organizzativi che economici. Il protocollo sull’attività fisica deve essere rivisto in questo senso: una delle possibilità è di eliminare la parte relativa all’utilizzo di cicloergometro, sostituendola con altri esercizi. Sembra più utile però pensare ad acquistare o affittare un numero di macchinari minimo in base ai partecipanti al corso (6 cicloergometri per 1510 partecipanti). Il costo dell’acquisto è di circa 1500-2000 euro l’uno. Le ditte a cui è possibile rivolgersi sono la Tecnogym, Cardioline, Ote Biomedica (quest’ultima partecipa al progetto “Passi per la salute”). La presenza di un istruttore elimina anche la necessità di utilizzare dei cardiofrequenzimetri, che sono inclusi per ora nel protocollo. Al limite si può considerare pochi cardiofrequenzimetri utilizzati a turno. Inoltre sarà necessario organizzare l’allestimento degli spazi, con tappetini, macchinari, altre attrezzature, in modo da rendere più “appetibile” il corso. Uno dei problemi ancora da risolvere è l’inserimento delle attività concernenti l’intervento durante l’orario di lavoro e di usufruire di spazi idonei all’interno del posto di lavoro. Queste necessità sono ritenute imprescindibili per l’intervento sull’attività fisica, che a differenza degli altri interventi perderebbe una quota consistente di partecipanti se non inserito, almeno in parte, nell’orario di lavoro e se non viene organizzato proprio nel posto di lavoro. 47 Viene proposto di invitare la dirigenza alla giornata del 18 aprile per favorire le decisioni n tal senso. Viene puntualizzato che tutte le attività dell’intervento devono essere svolte nel posto di lavoro, sia per facilitare l’organizzazione sia per aumentare la partecipazione. Questo richiede la disponibilità di una palestra., o comunque di uno spazio da attrezzare all’interno del posto di lavoro Per quanto riguarda il corso di esercizio fisico, deve essere previsto un breve questionario sulle condizioni di salute. In base a quello i medici dello sport possono decidere di fare una visita di screening. In alternativa all’allestimento di uno spazio palestra all’interno del posto di lavoro, si potrebbe fare una convenzione con una palestra vicina al posto di lavoro, il che eliminerebbe la necessità di prevedere un istruttore, il noleggio o l’acquisto di attrezzature e degli spazi idonei. Potrebbe essere una possibilità nel caso si presentassero difficoltà organizzative su questi punti. Counseling Nutrizionale: 2 lezioni sull’attività fisica Viene fatto il punto sul protocollo sul counseling nutrizionale: il 4° e 5° incontro è indirizzato all’attività fisica: deve essere inserito nel protocollo la presenza del medico dello sport in queste due sessioni. Le lezioni frontali saranno tenute quindi dai responsabili sull’attività fisica delle 2 ASL. Cartellonistica nell’azienda atta a favorire l’esercizio fisico insieme a messaggi anti-fumo e sulla dieta, si pensa di allestire messaggi sull’attività fisica nel posto di lavoro. Quelli raccomandati dalle linee guida della comunity preventive services.. Inoltre è necessario trovare un librettino specifico insieme a quelli sul fumo, alcool e dieta. Materiale di auto-aiuto E’ stato deciso di verificare se alcune ASL abbiamo già preparato alcuni librettini di auto-aiuto da distribuire ai dipendenti. Anna Maria Badiali e Valentina Cacciarini si occuperanno di reperire alcuni librettini di auto-aiuto in modo da selezionarne uno per l’intervento. 48