SCUOLA
DELL’INFANZIA
“Raccontami...
la tua storia è preziosa per me”
I nostri bambini sono un mistero grande perché sono immagine di
Dio. Per questo li abbiamo accolti come un tutto, come un dono, e li
accogliamo, ogni giorno, così come sono per tirar fuori, piano piano, da
ciascuno di loro, ciò che di bello e di buono è racchiuso e vuole essere
sprigionato. Compie il suo percorso il bambino sereno, sgombro da
soverchie preoccupazioni, libero di lasciarsi attrarre dalla realtà.
Facilitare questo ha significato tempo e cura educativa; ha significato,
innanzitutto, concedersi e concedere il tempo destinato a conoscere il
bambino “intero”, ad ascoltare lui, la sua storia, le sue domande, i suoi
interessi.
Li abbiamo così accompagnati dentro esperienze che hanno coinvolto mente e cuore, affettività e giudizio. E con loro siamo entrati dentro le “scatole dei ricordi”, cercando di trovare le radici che permettessero a ciascuno di sentirsi amato e voluto dentro una realtà amica, creata da un Altro, che attende di essere guardata ed esplorata.
Pian piano ciascuno ha scoperto la sua verità e ha iniziato a raccontare… dentro gli angoli della narrazione e della memoria, luoghi di
incontro e di conoscenza, di identità e di appartenenza
A questo punto le parole sono magicamente scaturite ed è stato
meraviglioso raccontare e raccontarsi…
Emanuela Casali
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I PICCOLI RACCONTANO:
ORA CI SIAMO ANCHE NOI!
… COSÌ È INIZIATA LA NOSTRA AVVENTURA
ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA
Nei primi giorni il nostro inserimento è avvenuto a piccoli gruppi.
I genitori insieme ai loro bimbi hanno partecipato ai giochi che sono
stati proposti, giochi che hanno aiutato i nostri piccoli alunni a conoscere i loro nuovi compagni di viaggio e tutti i maestri.
Insieme alle insegnanti i bimbi hanno attaccato la loro margherita
sul prato attorno all’albero Giovanni. La margherita era un piccolo
compito assegnato a giugno durante la festa finale Ciascuno a casa
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doveva colorarla e portarla i primi giorni di scuola. Questo gesto ha
suscitato l’attesa e ha silenziosamente significato: “Ora ci sono
anch’io!”, permettendo a ciascun bimbo di sentirsi già parte della a
sezione delle Margherite.
I colloqui con i genitori fatti prima dell’inserimento ci hanno permesso anche di capire quali giochi piacciono ai bambini e quali interessi possono aiutare noi insegnanti a catturare la loro attenzione e
a farli sentire il più possibile a loro agio. A settembre nella nuova scuola i bimbi hanno trovato i loro giochi preferiti.
Per noi insegnanti il periodo dell’accoglienza è un momento speciale
e davvero importante, durante il
quale possiamo osservare i bimbi e
capire come poter conquistare la
loro fiducia e il loro affetto. Possiamo pian piano avvicinarci a loro
con tanta delicatezza e dolcezza
mostrando il nostro desiderio di
cominciare quel rapporto che ci
aiuterà a crescere e a vivere momenti unici.
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LE ESPERIENZE PIÙ BELLE!
LABORATORIO DI MATEMATICA
Il nostro primo approccio con le varie figure geometriche è partito
con la conoscenza del cerchio. Osservando i nostri bimbi di tre anni ci
siamo accorte che spesso utilizzavano il colore esclusivamente per tracciare delle righe marcate e ripetitive. Abbiamo pensato di rendere questo gesto più dolce e più armonico, passando così da un tratto verticale
o orizzontale ad uno circolare. Successivamente il cerchio ci ha aiutate
a cominciare una prima strutturazione dello schema corporeo, partendo
dal nostro volto.
Ciascun bimbo ha liberamente giocato col cerchio, lo ha appoggiato a terra e col ditino ne ha seguito i contorni.
Il colore ha poi ha lasciato la traccia del cerchio sul cartellone; ciascun bimbo ne ha seguito la circonferenza col pennarello, aiutato dagli
amici o dalle insegnanti.
I nostri cerchi disegnati a terra ci hanno permesso di inventare tanti
giochi…
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Per vedere se l’idea della
nuova figura geometrica
fosse ben consolidata e interiorizzata ci siamo divertiti in
un gioco “verifica” ricercan-
do all’interno della nostra sezione tutti gli oggetti “tondi”che ciascun
bimbo ha accuratamente appoggiato all’interno del proprio cerchio.
Ora questo gesto ci appartiene e finalmente lo utilizziamo per
rappresentare bene la cosa più bella del nostro corpo: il nostro
volto!
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LABORATORIO DI PSICOMOTRICITÀ
Nel laboratorio di psicomotricità i nostri bimbi vengono aiutati a
fare esperienza di movimento. Il corpo e il movimento soprattutto in
questa età sono importanti per conoscere perché aiutano ad entrare in
rapporto con la realtà, con il mondo e con gli altri.
Attraverso i vari giochi motori i nostri piccoli imparano a conoscere e controllare il proprio corpo, a gestire lo spazio che li circonda, a
scoprire varie forme di movimento e di linguaggio, ad esprimere sentimenti emozioni e stati d’animo.
Attraverso questi giochi, che a volte possono sembrare molto semplici, i bambini si impegnano ad osservare e relazionarsi con lo spazio,
concentrando l’attenzione sul loro corpo e sul movimento, sviluppando
così concetti spazio-temporali.
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Le esperienze motorie molto spesso sono parte integrante e completamento delle attività svolte in sezione. La storia del “Gigante egoista” ci ha dato innumerevoli spunti per un approccio alla conoscenza
degli schemi motori di base camminare e correre. Abbiamo aiutato i
bimbi a sperimentarne le diverse possibilità.
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Il laboratorio è stato un primo approccio per la conoscenza segmentaria del nostro corpo, in particolare l’attenzione si è soffermata sul
volto. L’abbiamo osservato, dipinto e disegnato.
La capacità di muoversi è strettamente collegata alla capacità di
controllare il proprio corpo per raggiungere il rilassamento, momento
nel quale i nostri piccoli possono accorgersi di avere un cuoricino che
può battere velocemente o più lentamente e un respiro che è affannato
e può diventare più tranquillo.
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NELL’ANGOLO DELLA NARRAZIONE E DEL LINGUAGGIO...
Nel nostro progetto di narrazione di quest’anno abbiamo coinvolto
anche i genitori dei nostri piccoli alunni. Abbiamo chiesto di dedicare
un po’ del loro tempo ai loro bimbi con i quali avrebbero dovuto scegliere un libro da leggere prima a casa e da portare poi a scuola e regalare agli amici della sezione. Sulla prima pagina abbiamo consigliato di
scrivere una dedica personale che possa raccontare qualcosa di speciale e lasciare un segno unico e originale.
In sezione, seduti in cerchio, abbiamo dedicato qualche giornata
alla lettura delle storie portate dai bimbi. A turno ciascuno si è sentito il protagonista della mattinata, vicino alle insegnanti ha prima
motivato la scelta del libro che è stato poi letto e successivamente ha
raccontato con le proprie parole la storia. Questo momento è stato
davvero speciale: ciascuno si è messo in gioco con le proprie emozioni e sentimenti, il proprio modo di esprimersi, sforzandosi di farsi capire dai compagni e cercando di dare un senso alle proprie parole. Il linguaggio si è arricchito e le parole hanno acquistato significato e
valore, l’ascolto poi ha fatto volare la fantasia ed il pensiero.
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Di ogni storia abbiamo disegnato e colorato il protagonista che abbiamo attaccato anche in un cartellone in classe, ogni bimbo osservando i
vari personaggi ha potuto ripercorrere con la fantasia le varie storie.
I libri sono stati messi a disposizione dei bambini in modo che nei
momenti di gioco ciascuno potesse liberamente sfogliare e “leggere” le
storie entrando con la fantasia nelle pagine e creando un momento intimo con i personaggi delle fiabe!!
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NELL’ANGOLO DELLA MEMORIA E DELLA TRADIZIONE
“Ci sono due cose che possiamo solo ricevere in volo e unicamente da chi ci ha dato la vita: le radici e le ali” (G. Dotti).
Sappiamo che i bambini amano ascoltare i racconti di quando erano
più piccoli e di cosa facevano il papà e la mamma in attesa della loro
nascita, oppure risentire mille volte parlare di loro quando erano neonati… si tratta del gioco più bello del mondo.
Dentro ad una scatola chiamata “valigia dei ricordi” i bimbi hanno
portato a scuola un oggetto scelto a casa con la mamma ed il papà, una
fotografia di quando erano nella pancia della mamma, una di quando
erano appena nati, una della loro famiglia ed una della loro casa vista
dall’esterno. Seduti sotto ad un albero dei ricordi, i bimbi ad uno a uno
hanno raccontato agli amici che cos’è quell’oggetto, a cosa serve e perché lo hanno scelto.
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Siamo, poi, passati ai racconti delle foto ascoltando tutto ciò che i
bambini hanno avuto piacere di condividere con gli amici. Noi insegnanti abbiamo verbalizzato tutte le conversazioni.
E così, pian piano, un pezzetto della loro vita ha preso spazio
nella memoria ed è diventato la certezza di appartenere a
Qualcuno e di essere amato moltissimo da mamma e papà!
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LE ESPERIENZE PIÙ BELLE
La sorprendente nevicata di quest’anno ha spalancato gli occhi dei
nostri piccoli alunni che, a bocca aperta, incollati ai vetri della finestra,
hanno ammirato la danza dei fiocchi di neve. È bianca, è soffice proprio come un batuffolo di cotone…
Come la neve il cotone
danza scendendo a terra…
perché?
Abbiamo allora sperimentato la caduta di oggetti più o
meno pesanti e abbiamo scoperto che il cotone scende
lentamente perché è leggero
come la neve.
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La neve è soffice e morbida come il cotone, ma… fredda come il
ghiaccio!
Ed ora… esperimento!
Mettiamo un bicchiere di acqua in freezer e... aspettiamo con tanta
pazienza…! Che magia!… l’acqua si è trasformata in ghiaccio!
Ma da bravi scienziati… non ci accontentiamo facciamo l’esperimento contrario… vogliamo vedere se veramente il ghiaccio è acqua…
Appoggiamo così il nostro “ghiacciolino” sul caldo termosifone e…
quante gocce!
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LE NOSTRE FESTE
Il nostro anno scolastico viene scandito da “appuntamenti” a volte
molto seri ed impegnativi, a volte più divertenti e spensierati.
Ad ottobre la festa dei nonni e dell’Angelo custode si unisce alla
festa dei bimbi appena inseriti che inaugurano il nostro nuovo anno
scolastico.
Dicembre viene dedicato al percorso dell’avvento nel quale Gesù ci
prende per mano e ci accompagna dentro la Sua storia. Festeggiamo la
Sua nascita poi diventando i protagonisti del Presepe vivente.
Prima delle vacanze natalizie ci augura Buon Natale Babbo Natale
in persona!
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A carnevale… Tra super eroi e principesse, balli, canti e lanci di
stelle filanti... tutti in maschera!
Il nostro cammino verso la Pasqua di Gesù è stato scandito da
momenti coinvolgenti e fortemente sentiti dai bambini. La drammatiz-
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zazione della storia di Gesù ha permesso ai nostri piccoli di entrare
in prima persona negli avvenimenti, così difficili da comprendere,
raccontati da noi insegnanti.
Gli auguri di Buona Pasqua vengono accompagnati dalla benedizione del nostro Vescovo.
A maggio, nel mese di Maria, portiamo un fiore alla Mamma di
Gesù in Duomo.
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LABORATORIO TEATRALE
Nella magia del teatro, accompagnati dal nostro “gigante” Roberto
Fabbri, tra giochi e canzoni, tra emozioni e facce strane… con un salto
ci tuffiamo tra le pagine del “Gigante egoista”… siamo pronti ormai
per entrare nel “cast” della recita finale!
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I MEZZANI RACCONTANO...
“Ci presentiamo: siamo i
bambini della sezione Delfini
pronti per cominciare una
nuova avventura. Sfogliate il
libro e leggete insieme a noi
questo meraviglioso viaggio
attraverso la conoscenza.
Non abbiate fretta prendetevi
il tempo per imparare e godervi questa splendida esperienza di vita vissuta intensamente”.
ASCOLTAMI, TI RACCONTO UNA STORIA
La casa dei tre porcellini
Quest’anno abbiamo ripreso la storia dei tre porcellini che ai bambini era piaciuta tanto soprattutto per dare continuità al percorso di narrazione e di matematica cominciato lo scorso anno. Una mattina abbiamo riletto la storia dei porcellini e fatto trovare in classe la casa di cartone dei porcellini (che avevamo smontato l’anno scorso). Per loro la
casina dei porcellini è diventata un angolo prezioso per giocarci, inventare, nascondersi, entrare ed uscire e accendere la miccia della fantasia.
Come i porcellini anche noi abbiamo la nostra casa ma come possiamo
costruirla? In quella dei porcellini ci si poteva entrare dentro a giocare
e stava in piedi da sola. “Si può disegnare” suggeriva qualcuno, allora
abbiamo preso un foglio l’abbiamo disegnata e abbiamo provato a metterlo in piedi ma non ci stava. Un bambino ha detto: “Ci mettiamo un
fermocasa”. Fantastico! “Ma come lo facciamo?”. Qualcun altro ha
detto: “Ma la casa dei porcellini è di cartone”. Abbiamo provato con un
pezzo di cartone ma non stava in piedi, allora abbiamo contato le pareti della casa dei porcellini. Per costruire le nostre case avevamo a disposizione un sacchetto di carta del pane, dei giornali e un cartoncino come
base, molti bimbi si sono alzati a provare a dare forma ad una casa che
riuscisse a stare in piedi da sola.
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Finalmente qualcuno ci è riuscito: Ecco le nostre case su quella dei
con il giornale ha fatto delle palli- tre porcellini.
ne di carta e le ha messe dentro al
sacchetto per farlo stare in piedi.
UNA SCATOLA PER PENSARE
Laboratorio di matematica
L’esperienza è cominciata quando abbiamo fatto portare a scuola
una scatola ad ogni bambino. Potevano sceglierla di qualsiasi colore e
forma l’importante che fosse personalizzata.
Ne hanno portato di tutti i tipi
Lo scopo era quello di condividere l’esperienza scolastica con le
famiglie: portare a scuola un “pezzetto” di casa e portare a casa un
“pezzetto” di scuola.
Per prima cosa dovevano portarci qualsiasi elemento che riguardasse l’autunno. È stato molto bello per noi scoprire ciò che avevano
portato ed in particolare sentirli raccontare di essere andati nel parco
con la mamma o addirittura con tutta la famiglia a raccogliere i
frutti o le foglie.
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Ora tocca a me raccontare cosa c’è dentro la mia scatola.
Sono proprio contenta!
Occhi che osservano, mani che scelgono, classificano, dividono, piedi
che si muovono instancabili…
cuore che gioisce e si diverte.
Ce l’abbiamo fatta! Abbiamo clas- Il cartellone delle famiglie delsificato tutto.
l’Autunno.
È stato un lavoro che ha entusiasmato molto i bambini che hanno
collaborato e si sono coinvolti appassionandosi e attenti a quello che
facevano compresi quelli apparentemente più timidi.
Ma non è finita! Una mattina il maestro Alberto ha cominciato a prendere le scatole, le ha consegnate ognuna al suo proprietario e ha chiesto
loro di osservarne bene la forma e il colore. Abbiamo osservato che una
scatola stava sopra ad un’altra ma senza coprirla tutta, quindi quella scatola era più piccola. Abbiamo fatto tante prove e scoperto differenze.
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“Ma che forma hanno secondo voi queste due scatole?” continua il
maestro.
“La mia è quadrata” dice un bambino.
“Perché è quadrata cosa vuol dire”?
“Che sono tutti uguali” dice un altro bambino.
“Cosa sono uguali”? Allora il bambino con il dito indica i lati di una
faccia quadrata della scatola.
“Diciamo che ha i lati uguali però come facciamo a dirlo?”.
Poi prende la scatola sotto con tutti gli animali e chiede: “E questa
che forma ha”?
“Rettangolare” dice un altro bambino che probabilmente l’ha sentito dalla sorella più grande.
“Ma perché rettangolare cosa vuol dire?”.
Un altro bambino risponde: “Due lati uguali e due lati uguali (indicandoli col dito)”.
“Ma come facciamo a dirlo?”.
Allora il maestro Alberto prende un filo bianco e misura un lato
della faccia quadrata poi lo taglia e fa vedere ai bambini che il filo è
lungo come gli altri tre lati quindi sono tutti uguali: è un quadrato.
Poi prende lo stesso filo e misura un lato del rettangolo ma il filo
non basta allora ne prende un altro, lo misura, lo taglia poi fa la stessa
cosa con l’altro lato insomma ci sono due fili uguali e due fili uguali.
Questa intuizione è stata occasione di continuare a lavorare sulle
forme che il bambino vede e usa nella sua quotidianità soprattutto
per giocare come la casina di plastica semi-rigida che abbiamo a scuola che ha la porta e le finestre a forma di cilindro, parallelepipedi e prismi che si possono togliere e usare come cuscini. Abbiamo portato i
bambini nell’aula multimediale (due piani sopra di noi alle medie), ma
sono stati tutti quanti fermi e seduti in silenzio aspettando qualcosa di
speciale anche quando uscivamo per andare a prendere il materiale.
Beh quei cuscini facevano proprio al caso nostro li abbiamo buttati in
mezzo alla stanza e dopo averli fatti osservare abbiamo chiesto che
forma avessero: hanno cominciato a dire che quello era un quadrato.
“Sì” dico “questa parte ma se lo giro”.
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“È un altro quadrato”, rispondono.
“E se lo giro ancora?”, ribatto.
“Allora è un rettangolo” rispondono. Insomma alla fine quel cuscino aveva due quadrati e quattro rettangoli. Poi il maestro Alberto nel
tirare il cono nel mezzo lo ha fatto rotolare e loro lo hanno guardato
stupiti. E gli altri cuscini?
Hanno provato ma gli altri non rotolavano.
“L’altro cuscino rotolava di più perché bambini?”
Un bimbo ha detto: “È rotondo”.
“E perché questo cuscino non rotola? Vedete fa due giri poi si
ferma”.
Un bimbo ha detto: “Quello ha le punte”. In realtà i cuscini hanno le
punte un po’ arrotondate ma credo siano riusciti ugualmente a capire.
“Ma voi volete giocare con questi cuscini?
Allora abbiamo preso un cartellone molto grande, le tempere, i pennelli e ho cominciato a colorare di giallo una faccia del cuscino blu e i
bambini a turno facevano lo stampo (per la gioia della bidella che dopo
li doveva lavare tutti!).
Quanto impegno
e concentrazione
ci vogliono!
... e quanta attenzione
e meraviglia!
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È stato bellissimo vedere i bambini all’opera e come ci tenevano a
fare la stampa, si sono proprio impegnati tanto perché hanno dovuto
aspettare il proprio turno. Poi quando abbiamo colorato il cilindro i
bambini lo hanno lanciato. “Ha lasciato la scia” ha detto un bimbo.
Infine, non contenti, li abbiamo provocati ancora: “Bambini vedete
queste sei forme gialle sul foglio appartengono allo stesso cuscino ma
questa faccia è un quadrato e l’altra è un rettangolo, poi c’è un altro
quadrato e così via allora come la possiamo chiamare?”. I bambini
erano veramente sfiniti era stata un’ora molto intensa ma una bambina
ha detto: “Beh è un quadrato-rettangolare!”. Bellissima osservazione,
né solo l’uno, né solo l’altro, è un’altra cosa! Ma non è finita qui.
Il giorno seguente siamo andati tutti nel saloncino per cercare tra i
giochi le forme: ogni bambino doveva cercare le forme e metterle nel
mezzo della stanza. Avevano scelto giochi di tutti i tipi: costruzioni,
libri, macchinine, piatti, padellini, palloni per saltare, ecc. Abbiamo
chiamato alcuni bambini per raccontarci che cosa avevano scelto, uno
ha scelto la macchinina perché va veloce, ha le ruote che sono rotonde,
un altro ha scelto un libro perché è rettangolare. Molto interessante è
stato un bambino che ha scelto la palla per saltare che ha provato a far
rotolare e non rotolava.
“Perché non rotola secondo te” abbiamo chiesto.
“Perché ha il manico” ha risposto.
“Molto bene è vero, ma se lo lancio così?”.
Il pallone rotolava e si era fermato dai bambini. “Vedi così rotola
perché?
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“Perché il manico non tocca terra” risponde il bambino.
“Bravo è proprio così vedete bambini se c’è il manico non può rotolare”.
Un altro bambino prende un piatto e dice che è rotondo.
“Bene allora prova a farlo rotolare”.
Lo lancia e il piatto fa due giri poi si ferma. Allora prendo il cuscino-cilindro e glielo faccio lanciare poi gli rifaccio lanciare il piattino.
Lui osserva che il cilindro rotola tanto e il piattino no.
“Perché?” gli chiedo.
“Perché al piattino gli manca un pezzo”.
Che intuizione in un bambino di 4 anni!.
“È vero il piatto è più sottile del cilindro anche se rotondo rotola per
poco”.
Dopo queste osservazioni siamo andati in sezione e il maestro
Alberto ha rovesciato sul nostro tappeto rosso la cesta delle costruzioni e quella della cucina, abbiamo preparato piattini con la tempera e dei
pennelli e abbiamo detto ai bambini:
“Ora bambini andate a caccia di forme, scegliete un gioco poi lo
immergete nella tempera oppure lo colorate con il pennello poi fate lo
stampo sul foglio (sempre per la gioia della bidella che ha dovuto lavare anche quelli!)”.
Veramente partire dall’esperienza è fondamentale e loro con quei
giochi ci giocano sempre!
Di lì a poco tutti i bambini si sono alzati ed hanno cominciato ad
osservare i loro giochi come mai prima, sotto un altro punto di vista.
Non dovevano
costruire e neanche
cucinare, ma avevano la possibilità di
ispezionare, immaginare, confrontare,
sperimentare, provare e riprovare.
C’era un silenzio
meraviglioso interrotto da un sottofondo di padellini che si muovevano e bambini che camminando spostavano i giochi per cercare quello che più corrispondeva all’idea che avevano.
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C’è chi prendeva il tegamino, colorava l’interno di rosso poi provava a fare lo stampo ma non veniva allora ci riprovava e poi ci riusciva. Un altro bambino aveva preso un piattino fondo e anche lui colorava la parte fonda poi faceva lo stampo ma non veniva, allora guardava
la bimba vicina che aveva fatto la stessa cosa poi però stava colorando
il contorno del piatto e lo stampo era venuto.
Ma quanto ha lavorato il pensiero!
Quando abbiamo verbalizzato i loro capolavori è stato impressionante scoprire che lo stampo della piattaforma delle costruzioni era un
rettangolo grande con tutti i cerchi piccoli.
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Per noi maestri è stata un’esperienza fantastica ed entusiasmante (sicuramente che non può dirsi finita) e molto impegnativa per tutti (bambini e
maestri) perché si è visto proprio nei bambini la voglia di mettersi in
gioco a provare e lo stupore e la gioia nel vedere ciò che riuscivano a
fare. Li abbiamo visti aperti ad accettare sfide apparentemente più
grandi di loro. È così che è diventata un’avventura che ha tenuto desto in
noi il desiderio di far sperimentare le forme ai bambini e di portarli più in
là attraverso una semplice scatola: UNA SCATOLA PER PENSARE.
UNA DELLE FESTE PIÙ GRANDI: IL NATALE
Vi ricordate la casina dei tre porcellini?
È diventata la capanna di Gesù: meravigliosa Presenza.
È arrivato Babbo Natale!
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RACCONTAMI... LA TUA STORIA È PREZIOSA PER ME
L’angolo della memoria
Dopo aver costruito la casa dei porcellini, la nostra casa e dopo aver
parlato delle famiglie dell’autunno, della famiglia di Gesù, è arrivato il
tempo di parlare della nostra storia: di raccontarci. Il raccontarsi permette ai bambini di svelarsi e aprirsi agli altri e prendere sempre più
coscienza di essere parte di una storia di essere desiderato e amato
anche da Colui che ci ha creati. Per questo il nostro desiderio di farli
raccontare è partito dal voler metterci in gioco prima noi maestri raccontando la nostra storia attraverso un album di foto confrontandola
con quella di Gesù che è stato bambino come noi. I loro occhi erano
così attenti e il loro corpo fermo a guardare che nessuno si è mosso.
Sono stati più di un’ora ad ascoltarci con una domanda silenziosa che
chiedeva di non fermarsi perché volevano sapere chi siamo e di chi
siamo noi. Poi è toccato a loro raccontare attraverso le foto che avevano portato dentro la loro scatola.
Coraggio, raccontami perché la tua storia è preziosa per me, fammi
entrare nel tuo mondo perché io ti faccia scoprire anche il mio e tu
possa camminare certo di chi seguire senza paura di essere solo ma guidato da chi ti vuole bene.
Ora comincia…
Fidati e
Affidati.
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Ora il viaggio attraverso le nostre storie è finito per il momento ma
non concluso, continuerà il prossimo anno perché abbiamo bisogno di
conoscerci sempre di più per avere sempre più consapevolezza di sapere a chi apparteniamo.
LABORATORIO DI PSICOMOTRICITÀ
Giochiamo a lanciarci le palline vince chi ne ha di meno.
LABORATORIO DI TEATRO
CARNEVALE
Giochiamo a far finta di…
Come siamo belli!
Ci siamo proprio tutti siamo noi i bimbi dei Delfini, dopo un anno
vissuto così intensamente ci meritiamo un po’ di riposo. BUONE
VACANZE!
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I GRANDI RACCONTANO...
MAESTRA, TI REGALO IL MIO LIBRO
Quest’anno, in ogni sezione si è attivato l’angolo della lettura del
libro donato da ogni bambino agli amici e alle maestre.
Quest’esperienza, soprattutto per i bambini di cinque anni ha puntato ad educare all’ascolto e a scoprire in ogni storia un messaggio per
ciascuno con una forte ricaduta nella crescita del lessico, della comprensione e del piacere di ascoltare per comprendere.
E pian piano è cresciuta la voglia di scoprire di sé, di raccontare di
sé…
IL LANCIO DELL’ESPERIENZA
“UN LIBRO… PER AMICO”
Siediti adesso, stammi vicino,
tra le braccia di mamma piano, pianino
prendimi in mano solo un pochino
sono il tuo libro…
sfogliami tu!
“ C’era una volta…”
questa è la mia canzone
fatta di parole, immagini ed emozione.
Solo qui potrai incontrare
fanciulli, principi e fatati castelli
per colorare i tuoi giorni più belli!
E se un orco ti farà spavento
soffia forte se ne andrà con il vento!
Gira le pagine, stai a guardare
c’è il tuo sogno che si può avverare:
un dolce bambino dallo sguardo in fiore
che racconta ciò per cui batte il suo cuore!
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UNA FIABA CHE HA MOSSO IL CUORE:
IL BRUTTO ANATROCCOLO
Questa mattina, dentro al nostro angolo della narrazione, abbiamo
proposto ai bambini l’ascolto della fiaba della tradizione “Il brutto anatroccolo”… subito è stato silenzio, occhi sgranati, luci soffusi e piccole mani vicine…
Il testo che abbiamo utilizzato è “Il brutto anatroccolo” della edizione Fatatrac, parole chiare e semplici, una narrazione che si fa immagine all’ascolto, e disegni colorati e ricchi che sono le carte di un grande puzzle che al termine crea un bellissimo quadro della storia completa! È possibile molto bene individuare i personaggi, un prima, un
adesso ed un dopo ed il lieto fine conclusivo…
Mentre la voce della maestra introduceva i bambini dentro l’avventura della storia dagli sguardi dei nostri piccoli capivamo che pian
piano lasciavano l’aula ed il tempo della scuola per entrare nello spazio senza tempo dell’avventura allo stagno dove tra le canne di bambù
mamma anatra stava covando le sue uova ed aspettava impaziente la
nascita dei suoi anatroccoli – lo schiudersi delle uova, maestra! – ... e
mentre le parole correvano ed iniziavano le prime disavventure del
brutto anatroccolo, i visi dei bambini si facevano seri, gli occhi erano
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preoccupati e dispiaciuti, ci sembrava di vedere i cuori sospesi in
attesa di parole felici che annunciassero il tanto atteso lieto fine…
nessuno ha interrotto la lettura, ma si sentiva quell’accoglienza, quella
solidarietà nei confronti del piccolo pennuto, quasi a volerlo difendere
loro stessi da tanti soprusi.
Quando al termine della storia la luce si è riaccesa i bambini non
vedevano l’ora di raccontare e parlare, forse per liberare i loro cuori da
tanta preoccupazione… così con il filo rosso abbiamo iniziato a raccontare e a seguire gli avvenimenti che pian piano si coloravano di tanti
commenti personali, dei sentimenti che la storia aveva fatto fiorire…
“la mamma anatra voleva bene al suo anatroccolo come voleva bene
agli altri foglioletti e non vedeva che era brutto perché una mamma
vuole bene sempre e lo stesso!”. “Anche se la mamma vede che il suo
anatroccolo è brutto per lei è sempre bello, perché è il suo bambino,
Gesù gliel’ha dato così!”… e in un attimo eravamo fuori dalla storia,
o forse ancora dentro ma in uno spazio speciale dove i bambini hanno
iniziato a parlare di loro… ecco allora il paragone del brutto anatroccolo con gli amici nuovi arrivati in sezione proprio quest’anno, “se
nessuno avesse giocato con loro sarebbero stati molto tristi!”, “l’anatroccolo era triste perché nessuno voleva giocare con lui, si sentiva
solo”, “nessuno lo accoglieva”…
“Quella nostalgia nel cuore l’ha messa Gesù, perché l’anatroccolo così va a cercare un posto migliore dove vivere, crescere, dove cercare qualcuno che vuole giocare con lui! Qualcuno che gli vuole
bene!”… Quanta tenerezza negli occhi dei bambini e quanta felicità
quando al termine del racconto fatto dai bambini loro da seduti in cerchi si sono alzati in piedi ed hanno applaudito… forse il brutto anatroccolo divenuto cigno, forse il bene che loro hanno provato per lui, forse
hanno applaudito loro stessi per il coraggio di arrivare in fondo alle
parole della storia per potere ricevere in dono il tanto atteso lieto fine!
… Di certo oggi i nostri bambini hanno percorso una strada fatta di
sguardi, parole, fiducia che li ha portati a crescere nella mente e nel
cuore dentro ad uno spazio privilegiato quello dell’abbraccio dei compagni, della magia che solo la fiaba ha il potere di creare sotto la guida
invisibile e preziosa delle maestre.
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L’ANGOLO DELLA NARRAZIONE
LA VALIGIA... NARRA UN PEZZETTO
Nella nostra aula non c’è un angolo predisposto alla narrazione,
non c’è abbastanza spazio, ma non per questo le nostre esperienze di
narrazione sono meno entusiasmanti... nella nostra aula si crea uno spazio speciale per le parole e l’ascolto ogni volta che siamo pronti ad una
nuova esperienza... Da quando eravamo Api piccole abbiamo un rituale che suggerisce ai bambini che... “oggi c’è qualcosa di speciale da
raccontare!”:... dopo il gioco delle presenze, la merenda, la preghiera
e tutti i saluti del mattino una maestra accompagna i bambini in bagno
e l’altra rimane a preparare lo “spazio dei racconti”... Tutte le sedie
vengono sistemate in un grande cerchio, intorno al tappeto blu, si spengono le luci e si lascia spazio ad una lampada che crea una luce soffusa e che punta dritta alla storia che racconteremo… Anche le maestre
sono nel cerchio insieme ai bambini, tutti ci vediamo tutti siamo vicini
e tutti siamo sul filo rosso della storia che sta per iniziare!…
“L’identità è nel tempo, nella storia,
nelle storie e nell’incrocio di storie;
è coscienza autobiografica che per costruirsi
ha bisogno di narrazioni sperimentate,
ricevute, condivise!”.
Marco Dallari
3 novembre 2011
Questa mattina noi maestre eravamo eccitate tanto quanto i nostri
bambini che sono arrivati a scuola col sorriso sul volto e con le mani
piene della loro valigia.
Sì, eccitate e curiose di scoprire insieme a loro quale pezzetto di
storia avevano deciso di condividere con gli amici nello spazio della
scuola. Ad ogni arrivo una gioia speciale ed una nuova, originale e
colorata valigia prendeva posto sulla mensola della sezione perché tutti
potessero ammirarla e perché in ognuno crescesse la voglia di svelare
quel segreto così… unico! Quanto lavoro hanno fatto i nostri bambini
con le loro mamme, quanta cura in quelle grandi, piccole creazioni...
cosa si saranno detti mentre erano impegnati ad incollare, tagliare, scegliere le stoffe, le carte, gli adesivi? Come avranno scelto gli oggetti da
infilare in valigia?... tra poco scopriremo tutto meno quel pizzico di
magia che è solo dei bambini e delle loro mamme!
373
…
Finalmente, dopo la merenda del mattino, il gioco delle presenze, il
bagno e la preghiera ci siamo seduti nel nostro grande cerchio e come
per magia è stato silenzio, un silenzio di occhi spalancati e di bocche
sorridenti, un silenzio che ha lasciato il posto ad esclamazioni di gioia
quando tutti insieme abbiamo spalancato la valigia ed abbiamo offerto
agli amici ciò che abbiamo scelto della nostra storia. Abbiamo presentato uno ad uno tutti gli oggetti e chiesto ai bambini chi di loro volesse
raccontare di sé… Tante mani alzate, tanti “Io! Io! Io!” così con pazienza abbiamo lasciato spazio al nostro personalissimo “C’era una
volta...”.
Tanti giochi, oggetti speciali, bambole che si sono tramandate di
mamma in figlia sul filo speciale dell’affetto, gioielli di plastica eppure più preziosi dei diamanti, costumi per i tuffi più acrobatici e microscopiche macchinine rosse che agli occhi dei più possono sembrare
semplici giocattoli che hanno viaggiato ogni giorno da scuola a casa
perché era tanto difficile stare lontani.
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E poi ancora: vestiti e ricordi che appartengono ai bambini e che
fanno parte della loro personalissima storia ed occupano un posto speciale nei loro cuori…tutti i bambini hanno desiderato raccontare un
pezzetto della loro storia, anche i più timidi sono riusciti ad aprirsi con
il sostegno e l’incoraggiamento delle maestre vicino…nessuno è rimasto in silenzio!
Tutti hanno raccontato ed è stato meraviglioso notare l’interesse dei
bambini alle storie degli amici…storie che sono diventate partecipate,
si sono arricchite di domande e sono divenute condivise!
Sì è creato così un unico filo fatto di tutti gli intrecci delle storie dei
bambini, tante esperienze si sono incontrate così come si sono incontrati il passato ed il presente, le cose nuove e quelle vecchie con il desiderio di rispondere alla domanda che ognuno porta nel cuore: chi sono
io? Chi sei tu?
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UN ANGOLO… PER RICORDARE
CHI SONO IO?
C’era una volta che io non c’ero…
A quel punto abbiamo pensato a come costruire e vivere insieme ai
nostri bambini l’angolo della memoria, la loro memoria.
Desideravamo che i nostri bambini incontrassero e conoscessero la loro storia unica e personale. Come aiutarli a capire che ancora
prima che loro nascessero i loro nonni, i loro genitori stavano creando
“uno spazio” per accoglierli, li stavano aspettando?
Come aiutarli a comprendere che la loro storia così speciale è iniziata ancora prima di loro, quando ancora loro non c’erano, ma che si
tratta comunque della loro storia, quella della loro famiglia? Che si tratta delle loro radici e che come tali sono preziose per andare lontano tanto
lontano nel futuro? Che c’è Qualcuno che ci ha voluti, che abbraccia
tutta la nostra vita ed ha pensato per noi ad un destino buono?
Ciò che desideriamo, ogni giorno, per tutti i nostri bambini è rispondere alla loro domanda di sapere di chi sono, a far sì che possano sentire di appartenere alla loro famiglia, sentire di avere una storia unica e
speciale! Desideriamo per i nostri bambini l’incontro con Gesù, come
Colui che ha voluto per noi proprio quella storia lì, che possa nascere in
loro il desiderio di stargli vicino, di pregarlo e di ringraziarlo!
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ESPERIENZE
Per questo siamo partiti dalla storia di Gesù, dopo il Natale, dopo
la sua nascita e abbiamo accompagnato i bambini a scoprire la storia di
Gesù, bambino come tutti i bambini che vive e cresce nella sua famiglia, nel suo villaggio a Nazaret… di cosa si occupa la sua mamma,
Maria, e il suo papà, Giuseppe.
La lettura della fiaba il “Il gigante egoista” di Oscar Wilde, un classico per la letteratura per l’infanzia, un racconto ricco di profondità e
bellezza ci ha guidati a scoprire come l’incontro con l’ Amore di un
Bambino sia stato capace di sciogliere anche il gelo più intenso. Una
storia in cui si sono intrecciati i fili di un Incontro Speciale, di un
Amore unico e dell’importanza dell’esperienza del dono e che ha permesso ai bambini di vivere da protagonisti questa avventura grazie
all’aiuto del laboratorio teatrale, uno spazio gioioso in cui, guidati da
Roberto Fabbri, hanno potuto vivere esperienze comunicative, affettive, relazionali ed espressive…
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E per introdurci alla nostra storia personale…
… è venuta a trovarci la maestra Emanuela che con la sua valigia
piena di tesori ci ha guidato alla scoperta della storia della sua famiglia… Il suo nonno era il mugnaio di Macerone…
Ed ora sta a voi… raccontare!
E nella tua famiglia, la mamma che cosa fa? E il tuo papà? I tuoi
nonni chi sono? che cosa ti raccontano di particolare sulla vostra
famiglia?...
Abbiamo chiesto, così, l’aiuto dei nonni e dei genitori perché ci
portassero nella “valigia dei ricordi” gli oggetti che caratterizzano la
loro storia, delle fotografie significative che stimolassero,poi, a raccontare e a fare esperienza di una storia unica, preziosa, iniziata tanto
tempo prima del loro arrivo.
I bambini, dai racconti ascoltati hanno capito che per loro c’era
un posto speciale… tutti li aspettavano per donargli il loro amore…
quando ancora non c’erano!
E poi naturalmente tutte le domande, le osservazioni e quel gioco
sapiente di crescita in gruppo che i bambini sanno fare così bene, guidati da noi maestre, ci ha portati là, dove i loro cuori e le loro menti
avevano desiderio di raccontarsi e di conoscere, per crescere riconoscendosi dentro la storia più bella quella che ci è stata donata, quella
della nostra famiglia.
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C’era una volta che io non c’ero
C’era una volta che io non c’ero
Non era falso, non era vero,
non era bianco, non era nero,
C’era una volta che io non c’ero.
C’era una volta una donna paziente
Che prese un seme e gentilmente
Lo covò in pancia tranquillamente,
c’era una volta una donna paziente.
C’era una volta una donna brava
Che aveva il latte e me lo dava,
che aveva i baci e mi baciava,
c’era una volta una donna brava.
C’era una volta una donna di dono,
una persona dal nome buono,
nome dal dolce pacifico suono:
c’era una volta che adesso ci sono!
Roberto Piumini
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TUTTI INSIEME A RACCOGLIERE LE OLIVE!
UN’ESPERIENZA DI MATEMATICA DENTRO L’AUTUNNO
Sono trascorsi pochissimi giorni da quando i bambini della scuola
insieme ai loro maestri sono andati alla fattoria didattica “La Quiete del
Rio” per fare in compagnia degli amici, dentro la natura, una entusiasmante esperienza d’autunno: la raccolta delle olive!
La giornata ha visto tutti i bambini diventare piccoli contadini ed
aiutare Marco, il fattore, ad occuparsi di tanti lavori indispensabili in
una fattoria… preparare il mangiare per le galline, accudire e sfamare
tutti gli animali, raccogliere i cachi e le olive, appunto!
I bambini muniti di apposito rastrello son pronti per la
raccolta delle olive
... una volta tornati a scuola, stanchi ma felici e ricchi di tante cose da
raccontare, ci siamo accorte che per i bambini delle Api questa esperienza è stata lo stimolo per risvegliare nei bambini osservazioni, confronti,
paragoni, classificazioni e verifiche dal sapore tutto... matematico!
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Bambini impegnati nella raccolta delle olive
Così abbiamo riordinato tutto l’entusiasmo dei bambini e lo abbiamo proposto sotto forma di esperienza in cui i numeri e le forme sono
stati protagonisti... “i numeri sono parole che servono!” ci ha detto la
dottoressa Manara e per i nostri bambini è stato proprio così... “contiamo tutte le olive?” del grande ramo d’ulivo che il fattore ci ha regalato... ogni bambino ha raccolto 3 olive… “sono cicciotte, sono allungate”, che poi abbiamo contato tutte insieme mettendole su di una
lunga fila… poi è stato il momento di “raccogliere” dalla grande cassetta i cachi,… “sono più grandi delle olive, sono rotondi” 3 per ogni
bambino e metterli su di una lunga fila proprio accanto a quella delle
olive... e qui si sono scatenate tante acute osservazioni: “i cachi e le
olive di numero sono gli stessi! I cachi sembrano di più solo perché
sono più grossi, le olive invece sono piccoline”… “le olive occupano
meno spazio, i cachi sono più grossi, occupano più spazio per questo la fila sembra più lunga… ma non è così!”.
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Poi dopo avere “rotto le file” ogni bambino ha iniziato a giocare
con i suoi cachi e le sue olive… spontaneamente hanno iniziato a farli
rotolare ed anche qui è stato bellissimo ascoltarli perché con grande
serietà hanno raccontato di forme che rotolano… “i cachi sono rotondi e rotolano sempre…!”, “le olive non sono proprio rotonde e rotolano solo se le teniamo – così – ma se le mettiamo – in piedi – dove
hanno – le punte – non possono rotolare”, così abbiamo scoperto che
le olive non sono rotonde e che… “somigliano ad un limone o ad un
uovo, ad una palla da rugby!”.
Ed ancora: “le olive non possono rotolare perché se le mettiamo
stese rotolano, se le mettiamo sulla punta non rotolano!”.
Insomma questi giochi matematici così divertenti per i bambini li
hanno portati a fare scoperte precise ed entusiasmanti che siamo certe
tratterranno nella loro mente perché le hanno fatte in prima persona,
dentro la realtà accanto agli amici, guidati dai maestri.
Osservarli è stato per noi motivo di gioia: la curiosità racchiusa
dentro ad ogni cuore li ha portati a fare grandi scoperte in compagnia
di adulti che li hanno guidati in quel gioco di domande ed osservazioni a guardare... un po’ più in là!
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I bambini guardano soddisfatti il loro raccolto!
LABORATORIO DI PSICOMOTRICITÀ
Abbiamo imparato a giocare insieme e a capire che non sempre si
può vincere!
Il nostro corpo è uno scrigno meraviglioso e quando lo usiamo bene
ci permette di fare grandi conquiste e di muoverci correttamente. Passo
dopo passo, salto dopo salto abbiamo conquistato la grandezza!
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LABORATORIO TEATRALE
Abbiamo vissuto grandi emozioni ma più bello è stato trasformarci, travestrirci, inventare, sognare dentro la certezza di una storia di
amicizia dove un grande gigante ha scoperto di avere un amico che non
nlo avrebbe mai abbandonato: Gesù!
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PROGETTO DI CONTINUITÀ 2011-2012
“Se cercavi una stella... Eccoti il cielo”
Il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria rappresenta per il bambino un momento delicato attorno al quale si concentrano fantasie, domande e timori. Entrare in un nuovo ordine di scuola
significa cambiare il gruppo di amici, uscire dalle sicurezze affettive
costruite alla scuola dell’infanzia, incontrare nuove regole e responsabilità ma è anche un passaggio accompagnato da curiosità, entusiasmo
per il nuovo, desiderio di scoperta, speranza,…
Il progetto di continuità è occasione per scoprire i nuovi spazi che
i bambini di 5 anni abiteranno dal prossimo anno scolastico e nasce dal
desiderio di rispondere alle tante emozioni e curiosità che i bambini
nutrono per i cambiamenti che li aspettano.
La proposta del progetto coinvolge i bambini di 5 anni d’età della
scuola dell’infanzia e i bambini delle classi Quinte della scuola primaria.
I vari appuntamenti che si sono succeduti nel corso dell’anno scolastico hanno consentito ai bambini di scoprire che con l’ingresso alla
scuola primaria si proseguiranno, amplieranno e cresceranno competenze, abilità e conoscenze che hanno iniziato ad acquisire alla scuola
dell’infanzia attraverso l’esplorazione di un ambiente scolastico ancora sconosciuto e la compagnia rassicurante dei bambini delle classi
Quinte che li hanno accolti e accompagnati nel percorso proposto con
i loro racconti, ricordi, quaderni, materiali, giochi di gruppo svelando
il fascino dell’avventura che sta per iniziare.
Il ricordo dei bambini di Quinta riguardo il loro arrivo alla scuola
primaria, la lettura di fiabe e il racconto di storie per lanciare giochi di
gruppo hanno consentito di vivere un’esperienza di dono che nutre il
cuore e la mente perché hanno creato una circolarità di emozioni che
liberano e muovono i pensieri.
Si sono svolti incontri anche con le famiglie affinché i genitori
siano un valido e cosciente supporto per i loro figli con momenti di
riflessione, ascolto e condivisione di aspettative e ansie che accompagnano il passaggio da un ordine di scuola all’altro.
Il progetto di continuità coinvolge bambini, genitori e insegnanti
perché crescere è un’avventura a volte faticosa ma è un meraviglioso
viaggio che si compie in compagnia per vivere esperienze ricche di
senso.
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I bambini della classe 5ª mostrano i loro primi quaderni usati
alla scuola primaria
I bambini costruiscono forme geometriche dopo averle cercate al parco... la matematica è dappertutto!
LA SFILATA DELLE SEZIONI
I PICCOLI
I MEZZANI
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I GRANDI
Gli insegnanti:
Sezione dei piccoli:
Argenta Alessandra
Onofri Daniela
Sezione dei mezzani:
Braschi Alberto
Baldacci Cinzia
Sezione dei grandi:
Cangini Erika
Alessandri Elisa
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