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AGORÀ
E D I TO R I A L E
A N Z I T U T TO
FRANCESCO,
J’accuse dagli
Usa: Hitler
copiò Darwin
SANTO SENZA
MEZZE MISURE
ANTONIO MAZZI
H
o colto con grande
simpatia la
chiacchierata paterna
che il nostro Papa ha fatto con
i preti di Albano a Castel
Gandolfo qualche giorno fa.
Parto dalla straordinaria
battuta che ha fotografato
Francesco d’Assisi prima della
sua conversione. Ci vuole un
certo coraggio ad applicare
l’etichetta di play boy al
giovane Francesco. Poiché io
amo molto questo santo e
poiché leggo quasi tutte le
biografie che escono su di lui,
compresa l’ultima di Le Goff,
sorrido con un po’ di malizia
quando questi autori lo
descrivono gaudente,
innamorato, poeta,
sfaccendato, ragazzo tira tardi,
con quel tanto di venerazione
e di timidezza per non
sciupare il dopo, cioè il suo
matrimonio con Madonna
Povertà. In questi capitoli
consumano definizioni che
tentano di convertire
Francesco ancora prima della
sua conversione. In una sola
parola questo Papa ha
delineato la giovinezza del
vero Francesco senza mezze
misure e senza banali
venerazioni. Il «Va’ e ripara la
mia casa» è risuonato dentro
al suo cuore con la stessa
potenza con la quale Dio ha
sbattuto giù dal cavallo Saulo
di Tarso. È misterioso e
curiosissimo intuire le
chiamate di Dio. Vanno dalla
dolcezza di un pomeriggio
nella casa di Maria, alla frase
semplice con la quale Cristo
■ Teatro
Romolo, l’ultimo
imperatore secondo
Dürrenmatt
PAGINA
■ Libri
Razzismo, un’idea
illuminista: la tesi
di Marco Marsilio
24
PAGINA
25
■ Televisione
«Quelli che il
calcio»: meno
sport, più politica
PAGINA
27
■ Sport
Stasera gli Azzurri
a Napoli, verso
gli Europei 2008
PAGINA
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IDEE. A Castel Gandolfo studiosi riuniti con il Papa su «Creazione
ed evoluzione». Una mappa del dibattito sul «disegno intelligente»
Su «Luoghi»
le grandi mostre
di settembre
Michelangelo, «La creazione di Adamo», particolare della Cappella Sistina a Roma
Assisi, San Francesco di Cimabue
chiama il pubblicano Matteo
esattore delle tasse, ad
Agostino letterato
paganeggiante sul lido di
Ostia, ad Ignazio di Loyola
convinto militare
imprigionato, a Giovanni
Paolo II oppresso dalla
povertà e dal bolscevismo
imperante.
Forte di questa intuizione
Papa Ratzinger ha invitato i
preti ad amare i giovani, ad
ispirarli, ad aprire strade di
gioia, di fede e di radicalità
evangelica. Ha suggerito loro
di conoscere meglio questo
santo per non ridurlo solo ad
ambientalista e pacifista. Si è
inoltrato in forme espressive
nuove che possano impegnare
i nostri ragazzi in modo
moderno ma non superficiale.
Ha sottolineato l’importanza
del volontariato,
dell’associazionismo, della
formazione, fino a citare
alcuni musicals come «Forza,
venite gente», capaci di creare
emozioni e vibrazioni
interiori. In un momento
ancora più interessante
dell’incontro ha spinto i preti
a confrontarsi
particolarmente con i giovani
che non fanno tanto uso della
chiesa. Sono contento che
non li abbia definiti lontani.
È molto triste definire lontano
un ragazzo che è su un
muretto della piazza della
chiesa o davanti alla porta
dell’oratorio. La parola
lontano lasciamola ad altri
che conoscono poco la
pedagogia e le strategie
evangeliche.
Tutti sappiamo che i
privilegiati di Cristo furono i
pastori, il figliol prodigo, i
lebbrosi, la Maddalena, la
Samaritana. Erano lontani
solo per i farisei.
◆ Adolf Hitler sarebbe
andato a scuola «di razza» da
Charles Darwin. Lo sostiene
il giornalista D. James
Kennedy, secondo cui
esisterebbe una correlazione
davvero stretta fra le teorie
evoluzionistiche espresse
dallo scienziato e il pensiero,
decisamente razzista, del
dittatore tedesco. A sostegno
di questa tesi è stato
realizzato uno special
televisivo andato in onda
pochi giorni fa sulle tv
americane, curato e condotto
da Ann Coulter, giornalista e
personaggio mediatico
anti-liberal, già autrice del
libro «Godless». Nel
documentario Coulter e
Kennedy vogliono
dimostrare, inoltre, come
Hitler avrebbe cercato di
accelerare l’evoluzione
darwiniana causando la
morte di milioni di innocenti.
Darwin & Giacobbe
DI LUIGI DELL’AGLIO
a un tema caldo, attualissimo – «Creazione ed Evoluzione» – il seminario di studio organizzato a Castel Gandolfo
dove il Papa consulta oggi e domani
un gruppo di scienziati, teologi e accademici di varie tendenze insieme
con quaranta suoi ex-alunni. Rapporto tra fede ed evoluzione delle
specie: questione su cui si discute
sempre più animatamente, specie al
di là dell’Oceano, con grande quantità di pubblicazioni, conferenze e
blog di professori e credenti. A Castel Gandolfo vengono rappresentate le posizioni che, sull’argomento,
sono state espresse dalla scienza e
dal mondo cattolico (e protestante).
Parla, in apertura, uno dei
protagonisti del dibattito, il
cardinale Christoph Schönborn,
arcivescovo di Vienna. La disputa sul
darwinismo è diventata
incandescente dopo il suo articolo,
pubblicato il 7 luglio 2005 dal New
York Times, con il titolo «Finding
Design in Nature», trovare un
disegno nella natura. Ora il
cardinale integra la sua proposta
sull’aspetto più delicato: nelle
scuole, il darwinismo non dovrebbe
essere insegnato come una teoria
indiscutibile, cioè dovrebbero
esserne illustrate anche le lacune,
quei «missing link», o passaggi
mancanti, riconosciuti dallo stesso
Darwin. Ma la «storia darwiniana»
ha un’alternativa? Sì: «La sintesi tra
la scala di Darwin e la scala di
Giacobbe», ha detto il cardinale al
Meeting di Rimini. «È infatti
irragionevole vedere il grande
percorso della vita fino all’uomo
come un processo guidato dal puro
caso. La Chiesa respinge
un’evoluzione così concepita». È il
punto comune a tutte le posizioni
emerse nel mondo cristiano, su
questo problema. La teoria di
Darwin non può essere accettata se
H
«viene imposta come ideologia
materialistica che influenza la vita
economica, sociale e gli
orientamenti nel campo della
bioetica», rileva Schönborn. Oggi chi
non vince la lotta della
competizione è perduto.
Che la teoria dell’evoluzione venga
presentata come visione assoluta e
vincolante della realtà è un rilievo
critico mosso da Joseph Ratzinger
già quando era cardinale, nel saggio
Fede Verità Tolleranza: il darwinismo
opera come una sorta di «filosofia
prima, di autentico fondamento
della comprensione razionale del
Il cardinale Schönborn
Facchini fa notare però che
l’Intelligent Design «non può essere
considerato una teoria scientifica», e
dovrebbe «trovare posto
nell’insegnamento della religione e
della filosofia».
Un evoluzionista radicale, il biologo
Richard Dawkins, porta il confronto
ai toni estremi. Attacca l’Intelligent
Design perché, dice, il dio-disegnatore è «cieco». La discussione si allarga. E la mappa dei movimenti che
si confrontano, specie in Usa, è descritta da Philip Larrey, che insegna
alla Pontificia Università Lateranense e ha studiato in profondità il di-
Si discute la compatibilità delle
teorie evoluzionistiche con la fede
cristiana. Il cardinale Schönborn:
«Purché non si veda il percorso
della vita fino all’uomo come un
processo guidato dal puro caso»
mondo, al di là della quale le
ulteriori domande sull’origine e la
natura delle cose non siano più
lecite o necessarie». Più volte poi il
Papa ha affermato che l’uomo non è
«il prodotto, casuale e senza senso,
dell’evoluzione». «Ognuno di noi è
frutto di un pensiero di Dio, è stato
voluto da Dio». Allora non si tratta di
negare lo sviluppo delle specie, ma
di affermare che l’evoluzione non è
incompatibile con la creazione.
È quanto pensano, fra gli scienziati
cattolici, coloro che ritengono
fondata la teoria dell’evoluzione ma
non la vogliono neppure loro «come
visione totalizzante».
«L’evoluzionismo non può escludere
approcci filosofici e religiosi. Se lo fa,
diventa ideologia», afferma Fiorenzo
Facchini, docente di
paleoantropologia umana a
Bologna. «Di fatto, entro le leggi
della natura, si realizza un disegno
presente nella mente di Dio».
battito. Secondo gli evoluzionisti più
inflessibili, la teoria della selezione
naturale basta a spiegare l’esistenza
e lo sviluppo di tutti gli organismi viventi. Il fronte antagonista è molto
articolato. I creazionisti ante litteram, secondo i quali Dio ha creato il
mondo nei tempi e nei modi descritti nella Bibbia, hanno ceduto il
passo al «creazionismo scientifico»;
ma molti, come Schönborn, pensano che «l’alternativa al darwinismo
non è il creazionismo». E così una
parte consistente dei critici del
darwinismo confluisce fra i sostenitori del «disegno intelligente». Negli
Stati Uniti questa teoria viene usata
da alcuni come bandiera di un movimento politico-culturale, che carica a testa bassa. I moderati del fronte dell’Intelligent Design, invece,
cercano di discutere in maniera costruttiva con gli evoluzionisti moderati, osserva Larrey. Il paziente lavoro di ricerca si nota a livello di riviste
specializzate e saggi scientifici («ormai la letteratura al riguardo è sconfinata»). «Per esempio, William
Dembski, noto matematico e filosofo, uno dei teorici del disegno intelligente, scambia (anche bruscamente) osservazioni scientifiche con
Emile Zuckerkandl, biologo di
Stanford. Dembski sostiene che il
flagellum eucariotico – organismo unicellulare – è frutto di un "disegno"
e non dell’evoluzione; non può aver
avuto un percorso evolutivo di tipo
darwiniano perché, pur essendo un
protozoo all’inizio del suo sviluppo,
è già dotato di centinaia di "macchine molecolari", cioè di proteine».
Ecco: questo può essere uno dei
«passaggi mancanti» di cui parla
Schönborn? Contribuirebbe a dimostrare che la teoria dell’evoluzione
non spiega certi fenomeni complessi né il ruolo speciale dell’informazione biologica. La pensano così pure scienziati evoluzionisti: la vita si
sarebbe formata ed evoluta anche
per processi naturali di auto-organizzazione di cellule e molecole,
senza ricorso alla selezione naturale.
Questa, commenta lo scienziato Lodovico Galleni, «compare in certe fasi dell’evoluzione ma non è continuamente in azione per controllare
ogni tratto dello sviluppo». Per Galleni l’«evoluzione è un fatto storico
come l’Impero romano, e non implica la negazione di Dio». Anche
per larga parte di quanti sostengono
il disegno intelligente, l’evoluzione
non può essere negata, almeno in
toto; è una teoria utile alla scienza;
però, dicono, occorre saperne di
più. Le ricerche di Dembski e dei
colleghi mirano a dare un fondamento scientifico al "disegno intelligente". «Ma se pure quella di
Darwin è, in fondo, un’inferenza logica, cioè una deduzione – si chiede
Larrey – perché l’inferenza darwiniana viene considerata scientifica
mentre quella del "disegno intelligente" no?»
◆ Nuovo appuntamento con
«Luoghi dell’Infinito», il 5
settembre, con uno speciale
dedicato alla figura di Andrea
Mantegna, il grande pittore
veneto di cui quest’anno
ricorrono i cinquecento anni
della morte. In occasione delle
mostre in programma a
Verona, Padova e Mantova, le
tre città mantegnesche per
eccellenza, «Luoghi» affronta
un viaggio nella vita e nelle
opere dell’artista, tra la corte
dei Gonzaga, il Museo di
Castelvecchio e la cappella
Ovetari a Padova. Completano
il numero due racconti di
viaggio (Samarcanda e colline
del Cotswolds inglese),
un’intervista ad Arnaldo
Pomodoro, uno sguardo alle
grandi mostre italiane
d’autunno (scultura russa a
Vicenza, Romanino a Trento,
arte di Pio II a Siena e Pienza).
Cina, studenti
a scuola senza Mao
◆ Meno Mao più Bill. In Cina
l’era del libretto rosso si è davvero
conclusa, se è vero che
l’università sta mettendo in atto
una revisione integrale dei testi
di studio di medie e superiori,
per portarli allo stesso livello di
quelli occidentali. Il progetto, che
al momento interessa solo
Shanghai, è quello di sdoganare la
storia passata e affrontare la
realtà, dando spazio a fenomeni e
personaggi contemporanei, dalla
Borsa di New York alla moda.
Ma senza dimenticare Bill Gates.
A rischio la pagoda
più alta del mondo
◆ Un altro monumento a
rischio estinzione. La pagoda
buddhista di legno più antica e
più alta del mondo, la
Sakyamuni Pagoda, che si trova
in Cina, nella città di Yingxian, a
380 chilometri da Pechino,
rischia di sgretolarsi. Infatti la
pagoda, nove piani, 65,86 metri
di altezza, costruita nel 1056, è
pericolosamente inclinata tra il
primo e il secondo piano e
avrebbe bisogno, secondo Chai
Zejiun, esperto in architettura
antica, di almeno 300 punti di
restauro.
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