Pianificare e gestire reti di vendita MAURIZIO FIORANI [email protected] La forza vendita: le opzioni Quali i pro e i contro rete diretta o agenti monocarta maggiore controllo sulla rete vendita comunicazione al trade più efficace identificazione maggiore con l’azienda agenti multicarta costi variabili sinergie con marche complementari contatto più frequente con il cliente la rete diretta conviene di più all’aumentare delle vendite quando il numero di clienti è limitato quanto più la comunicazione è importante La forza vendita: altre opzioni Quali i pro e i contro multi-level capillarità scarsa professionalità costi bassi e variabili scarso controllo telemarkenting alto numero di contatti basso costo per contatto basso livello di persuasione “Miti” sulla forza vendita miti realtà quello che conta è il venditore si vende l’azienda tutti gli ordini sono buoni, tutti i clienti sono buoni alcuni clienti non sono redditizi per l’azienda i migliori venditori sono quelli che hanno buone relazioni personali coi clienti l’approccio professionale è il più efficace occorre aumentare al massimo le visite presso i clienti il venditore “vecchi stampo” è bene ottimizzare il costo delle visite il venditore“professionale”: sa ascoltare e capire i problemi del cliente propone soluzioni sposa la strategia dell’azienda Misurare la forza vendita: alcuni parametri chiave • vendite rispetto al budget (per cliente, classe di clienti, canale, area geografica) • redditività delle vendite (es. sconto medio sul listino) • mix di vendita rispetto agli obiettivi • copertura dell’area (cliente attivi/clienti potenziali) e nuovi clienti • penetrazione su clienti o media dell’area (quota di fabbisogno/mercato coperta) • numero di contatti o campionature realizzati (specie porta a porta o telemarketing) Gestire efficacemente la forza vendita • generare uno scambio continuo di informazioni (documentazione, riunioni, affiancamenti, telefono, internet) • “vendere” alla rete la strategia e gli obiettivi aziendali • definire insieme le armi per la battaglia sul campo: solidi argomenti di vendita • fornire incentivi chiari e credibili: non solo premi ma soprattutto fiducia nel futuro dell’azienda • fornire agli agenti opportunità di crescita professionale e di valorizzazione del loro patrimonio di contatti e credibilità • evitare di trattare gli agenti come impiegati dell’azienda Selezionare gli agenti multicarta: attenzione a... • il carico di lavoro derivante dagli altri mandati (anche in prospettiva) • le sinergie con altri mandati: (stessi clienti, non concorrenzialità presente e futura, omogeneità delle immagini di marca, coincidenza delle aree di vendita) • le attitudini e le conoscenze tecniche in relazione al prodotto e ai servizi aziendali cercate di capire l’effettivo interesse dell’agente a lavorare per voi IL PRODOTTO La perfetta rispondenza del prodotto al mercato è alla base di un business di successo………. “Obiettivo del marketing è conoscere e capire i clienti così bene che il prodotto o il servizio si adatta perfettamente e si vende da solo “ Peter Drucker “ E’ cruciale semplificare i prodotti tagliando tutti quei dettagli che il cliente non paga” Robert S. Kaplan (Harvard - fondatore Balanced Scorecard Collaborative) Le dimensioni dell’offerta Le tre dimensioni del prodotto Prodotto effettivo Prodotto ampliato Altri servizi e vantaggi Valori percepiti Valori Tangibili Prodotto essenziale Caratteristiche tecniche Caratteristiche funzionali Valori Tangibili Tecnologia adottata Certificazioni Normative Design Packaging Istruzioni di Montaggio Valori Percepiti Qualità Prezzo Brand Garanzia Logistica Vari livelli di servizio Servizi & Vantaggi Installazione Pezzi di ricambio Assistenza post vendita Funzioni della distribuzione Rendere il prodotto convenientemente accessibile capillarità accessibilità viaria orari di apertura gestione degli ordini politiche di stock tempi e modi di consegna (logistica) presentazione imballaggio Facilitare la scelta del consumatore assortimento (larghezza e profondità di gamma) informazione e consulenza qualificazione del personale (fiducia) pubblicità politiche di cambio merce Funzioni della distribuzione Aumentare la fruibilità del prodotto personalizzazione del prodotto Comunicare l’immagine di marca del prodotto target di clientela servizi di progettazione presentazione del prodotto servizi di installazione comunicazione e pr prodotti e servizi complementari immagine del punto vendita assistenza post-vendita politiche di esclusiva e mix di marca garanzia Funzioni della distribuzione Fornire ai fornitori informazioni sul mercato e sui consumatori Rendere economicamente attrattivo il prodotto dati su vendite prezzi dati sui clienti finali promozioni valutazioni sul prodotto/servizio modi e termini di pagamento finanziamenti i prezzi non sono tutto: è essenziale capire il mix di politiche del distributore e il loro contributo al valore del nostro prodotto La Formula Imprenditoriale Sistema di Prodotto Struttura strategia organizzazione e cultura logistica competenze distintive risorse assortimento servizi Immagine prezzo Mercato dinamiche competitive ed ambientali fattori critici di successo clientela target la coerenza delle scelte determina il successo del distributore I fattori ambientali di contorno regolamentazione orari e licenze fattori politici locali e nazionali urbanistica locale e regionale sistema dei trasporti norme antitrust regolamentazione della comunicazione e della informazione di prodotto difesa del consumatore Segmentare la clientela in molti settori, i canali distributivi tendono a organizzarsi a seconda dei tipi di consumatori privilegiati, i quali tendono ad avere bisogni diversi a seconda de il reddito il tipo di centro abitato il sesso il tempo disponibile per l’acquisto l’età la professione il grado di istruzione il gusto estetico i valori morali le occasioni di acquisto la complessità o il rischio dell’acquisto (sociale, psiclogico, di performance, fisico, di tempo) ………. la scelta della chiave di segmentazione è cruciale Variabili socio-economiche crescita del reddito propensione ai consumi struttura demografica dinamica familiare livello di istruzione e cultura del consumo stili di vita emergenti trend urbanistici trend tecnologici Potenziale di un punto vendita dati di base massa dei redditi disponibili (pro-capite x popolazione) indici di consumo fatturato della concorrenza stima dei punti di forza e di debolezza del nuovo punto vendita occorre anche stimare i trend a lungo termine Area di attrazione del punto vendita zona di attrazione primaria (60-80% della clientela) zona di attrazione secondaria (15-25% della clientela) zona limitrofa la migliore accessibilità la vicinanza di attrazioni turistiche o attività direzionali l’area di attrazione aumenta con l’inserimento in centri o aree commerciali la dimensione del punto vendita il dinamismo e l’innovatività del punto vendita Valutazione del potenziale di una zona e di un punto vendita dati Istat sulla popolazione, sulla demografia e sulla distribuzione del reddito ricerche di mercato potenziale dell’area per la tipologia di prodotto dati Nielsen o Tagliacarne sulla suddivisione dei consumi informazioni dirette o della rete vendita informazioni di bilancio potenziale del punto vendita elenco dei PV attivi in zona (da dividere con i concorrenti) aree di attrazione del PV e dei concorrenti vantaggi competitivi del PV coerenza del PV con il prodotto la scelta dei punti vendita su cui puntare è complessa ma cruciale Determinazione dell’area di attrazione di un punto vendita fonti limiti osservazioni degli agenti poco affidabili informazioni ricavate da concorsi, schede garanzia, coupon oggettive ma spesso non sono statisticamente significative indagini sul campo costose Le politiche di localizzazione le nuove tecnologie di geomarketing aprono scenari impensabili Pop-up stores Nivea pop up store le nuove tecnologie di geomarketing aprono scenari impensabili Le politiche di assortimento Profondità= numero di referenze per articolo specialisti grandi magazzini ipermercati Ampiezza + larghezza esclusivisti di marca supermercati Dipendono da: • • • • • dimensioni politica di scorte tasso di servizio complessità del prodotto e della decisione di acquisto stagionalità (assortimento variabile) la combinazione di ampiezza e profondità esprime Un tratto fondamentale della “personalità” del punto vendita Progettare l’assortimento 1. stimare le quote dei consumi dei vari segmenti e delle marche al loro interno, correggendo dati nazionali o regionali sulla base delle caratteristiche dell’area di attrazione del p.v. 2. stimare le soglie di credibilità, visibilità e stock minimi per referenza 3. allocare lo spazio disponibile sulla base dei criteri suddetti, correggendo le scelte sulla base del posizionamento desiderato Progettare l’assortimento caratteristiche dei clienti potenziali analisi della concorrenza strategia competitiva potenziale spazio espositivo di vendita disponibile per articolo ampiezza di gamma profondità di gamma: • per livello di prezzo/qualità • per marca • per stile va aggiornata di continuo sulla base dei dati di vendita e redditività e seguendo gli orientamenti del mercato Un assortimento tipo Classi di articolo Scorta Promozioni basso sicura spesso richiesto di frequente medio normale a volte richiesto di rado o ad impulso elevato bassa mai Ruolo Margine Vedettes richiamo Standard Complementari Saturazione dell’assortimento 1. sotto il livello minimo di referenze (che dipende dalle merceologie e può essere ricavato dalla struttura delle vendita di un negozio specializzato) il consumatore ignorerà il reparto 2. per un certo intervallo, le vendite aumenteranno al crescere della dimensione dell’assortimento 3. ad un certo punto l’assortimento si satura e ulteriori referenze non contribuiscono più alla redditività del punto vendita è bene fare rilevazioni frequenti per valutare l’equilibrio dell’assortimento Scala prezzi nell’assortimento 1. il numero delle classi di prezzo dipende dalla gamma dell’assortimento 2. lo scarto minimo percepibile è del 1020% (a seconda del valore unitario) 3. è cruciale la determinazione del prezzo target = prezzo medio che dovrà generare il grosso delle vendite e corrispondere al profilo target del consumatore Brand Mix nell’assortimento 1. marche di produttori leader con forte pull pubblicitario rassicurare il consumatore 2. marche dei distributori aumentare i margini 3. prodotti bandiera (ipermercati) in confezioni particolari promozioni 4. prodotti “anonimi” ad assortimento limitato offrire un “prezzo base” il mix deve essere equilibrato secondo le caratteristiche del consumatore target e gli obiettivi di posizionamento Private Label La % di PL cresce con la dimensione dell’insegna, specie nelle catene di prossimità (es. Monoprix, Migros) La quota delle PL è in crescita da 10 anni, segno di fiducia nelle insegne e di maturità dei consumatori Redditività nell’assortimento margine x rotazione/giacenza media 1. analisi delle quote di vendita dei vari articoli rispetto ai dati di mercato: occorre “giustificare” gli scostamenti; 2. frequenza delle vendite per livello di prezzo: la regola è che gli articoli a prezzo medio vendano di più; 3. presenza di articoli di “redditività indiretta” = di prima necessità o di forte richiamo. non bisogna mai astrarre la redditività del singolo articolo o della famiglia dall’equilibrio complessivo dell’assortimento inoltre attenzione alle altre cause: rotture di stock o cattiva presentazione Politiche di acquisto Acquisti centralizzati Acquisti indipendenti Bonus e contributi Prezzi netti-netti Produttori Distributori/stockisti Relazioni di lungo termine coi fornitori Concorrenza continua tra fornitori Attenzione a qualità, tempi di risposta, affidabilità solidità finanziaria Attenzione al prezzo debbono essere coerenti con la strategia e le risorse del distributore Le politiche di prezzo: la percezione - la percezione del livello dei prezzi e dei negozi più convenienti da parte dei consumatori è molto imperfetta e diventa significativamente esatta solo dopo anni di frequentazione - diventa fondamentale quindi monitorare strettamente i “prezzi civetta” sui quali si forma la percezione del consumatore. Questi prezzi tenderanno ad incorporare margini più contenuti rispetto al resto della gamma; - in generale i margini degli altri prodotti possono essere fissati in base ad indagini sul prezzo psicologico e rilevazioni della concorrenza nella zona di attrazione. Le promozioni “Aggiunta al prodotto o alla normale offerta di un vantaggio specifico per un periodo limitato” Tipi Obiettivi sconto - 3x2 - coupon stimolare le vendite omaggio- gadget attirare nuovi clienti concorso far conoscere nuovi prodotti premi differiti ritiro dell’usato garanzie estese esaurire scorte rispondere alla concorrenza rafforzare l’immagine del punto vendita e animarlo la gente non resiste alla tentazione di fare un buon affare Guerre dei Prezzi - probabili in caso di nuove aperture: l’idea è attrarre i consumatori e imprimere un’immagine di price leader. I ribassi sono temporanei (uno- due mesi) - le politiche di rimborso della differenza in meno pagata altrove dal consumatore sono segnali dissuasivi alla concorrenza e messaggi di rassicurazione al consumatore - politiche di prezzi discriminatorie (carte con sconti sconti speciali per categorie professionali) e premi quantità possono essere utili ad accrescere utili e vendite Cautele nelle promozioni - né troppo poche (perdita di attrattività) né troppe (perdita di redditività) sul totale vendite - non affidare l’immagine del punto vendita o del prodotto alle sole promozioni - non pregiudicare la percezione del valore “normale” del prodotto - contrattare il sostegno dei fornitori - prevedere accuratamente le scorte necessarie (rotture di stock supernegative) - pubblicizzare adeguatamente - sfruttarle adeguatamente per “gestire il traffico” nel punto vendita o per acquisire informazioni sulla clientela Verifica delle promozioni - acquisire dati di fatturato e margine per articolo e famiglia su un periodo abbastanza lungo - comparare i dati sull’articolo in promozione e sulla famiglia con quelli storici, valutando così gli effetti diretti sull’articolo e quelli di sostituzione con altri prodotti della famiglia - comparare con i dati immediatamente successivi al periodo promozionale per valutare gli effetti di anticipazione degli acquisti Il merchandising: la disposizione dei reparti Vincoli Alcune tecniche consolidate forma della superficie disponibile prodotti freschi sul lato lontano dall’entrata sistemazione dello stock (ottimizzazione riapprovvigionamenti) prodotti di manutenzione distribuiti per favorire la circolazione posizione degli impianti prodotti di richiamo affiancati a complementari (per funzione) e di non prima necessità necessità di controllo (prodotti piccoli e di valore) separare le aree di beni strumentali (target uomo) dagli stagionali e oggetti di interesse femminile prima prodotti pesanti e di volume in fondo o verso le casse bazar leggero e prodotti d’impulso Il merchandising: la disposizione dei reparti Nella testa dello shopper: Il 55% del tempo di spesa negli ipermercati è dedicato all'esplorazione e all'apprendimento (learning by shopping) Solo il 5,3% della spesa è programmata, il resto viene deciso nel punto di vendita Le attività di shopper marketing sono importanti per accrescere le possibilità di coinvolgimento del cliente Shoppping Intuitivo Le merci sono disposte per aree di consumo omogenee grazie a nuovi sistemi di refrigerazione che consentono tali assortimenti tematici. Si può mangiare in una stop-station qualunque tipo di carne, combinata con patatine e birre. Ma si può anche mangiare la caprese che si trova vicino al frigorifero a pozzetto con le mozzarelle galleggianti. Layouts e shopper’s marketing Alcune tecniche consolidate evitare percorsi forzati (irritanti) “diluire il tempo” con la musica orientare il flusso con annunci o punti promozionali corridoi larghi all’inizio e davanti ai freschi; più stretti alla fine del circuito (prodotti d’impulso) Il canale web Il modello Amazon.com crowdsourcing: il cliente crea il prodotto mentre lo compra il modello e-Bay (l’asta) L’e-commerce L’e-commerce Strategie multicanale la quota dei pure player è ancora molto alta Strategie multicanale Il web “fertilizza” altri canali Il web come supporto promozioni on-line newsletter zoom informativi e comparativi sui prodotti e sulle promozioni (display sul pv) newsletter-feed Rss offerte personalizzate anche sul telefono profilazione del cliente (anche con le card) ordini online per pick-up (es. Drive Auchan) o spedizione a casa Il web come supporto per l’ottimizzazione del flusso ordini (es. carrefour.net) La GDO gruppi di acquisto (es. conad) unioni volontarie superette (es. wal mart) supermercato (>400 mq) maximercato (>2800 mq) ipermercato (>3000 mq) centro commerciale discount Canali “corti” franchising Benetton telemarketing Genertel multi level marketing AmWay vendita su catalogo Quelle internet Amazon.com distibutori automatici Blockbuster porta a porta Banca Mediolanum tendono tutte ad avvicinare il produttore al consumatore finale La scelta dei canali Compra il mio prodotto in piccole quantità e di frequente Tendo a scegliere canali presenti capillarmente sul territorio Non può aspettare o paga un premio per la pronta consegna Scelgo canali che fanno scorte adeguate Si sente sicuro dell’acquisto solo dopo aver valutato molte alternative o acquisito molte informazioni Privilegio canali che offrono ampio assortimento, informazione e maggiore consulenza Vive l’acquisto come un momento di affermazione della propria personalità Mi affido a canali che sappiano comunicare le valenze psicologiche del prodotto La scelta dei canali E’ sensibile solo al prezzo del prodotto Il mio canale è quello con i costi ridotti all’osso Ha poco tempo per gli acquisti Punto su distributori che offrono servizi chiavi-in-mano o prodotti complementari o televendita attenzione a selezionare i fattori critici nella decisione d’acquisto La scelta dei canali E’ deperibile Il canale diretto accelera il ciclo produzione-fruizione E’ di grande volume e basso valore La mia logistica dovrà prevedere trasporti corti e pochi passaggi di mano E’ poco standardizzato o è complesso Devo puntare su canali ad alta professionalità della forza vendita E’ rischioso o può causare incidenti I servizi di montaggio, assistenza e garanzia del distributore sono importanti E’ di valore elevato e lunga durata Posso preferire chi offre dilazioni o finanziamenti La scelta dei canali E’innovativo Mi conviene puntare su canali specializzati preferiti dai consumatori “pionieri” E’ a alto contenuto di immagine I canali che valorizzano l’immagine mi aiutano a venderlo Deve essere provato o visionato prima dell’acquisto Posso trovare utile una vendita porta a porta La scelta dei canali Non ha molta capacità produttiva o è poco flessibile E’ meglio evitare grandi catene nazionali che creano picchi di domanda Non ha grandi risorse finanziarie disponibili Eviterò forme dirette di distribuzione Ha una gamma ristretta o non omogenea Mi sarà difficile fare del franchising Non sa gestire l’assistenza post-vendita Non gestisce bene i flussi logistici E’ meglio trovare qualche distributore in grado di fornirla Meglio puntare su pochi grandi intermediari Strategie multicanale migliore copertura e segmentazione ma maggiori costi di gestione e rischio di competizione eccessiva tra canali Target Capire bene i clienti target e la strategia di ogni canale Prezzi Differenziare in base ai differenti costi di fornitura e ai ricarichi del canale Gamma Adattare e differenziare se possibile Immagine Marchi e documentazione distinte se possibile Ciclo di vita del prodotto e canali discount cataloghi postali stockisti grande distribuzione canali specializzati introduzione crescita rapida maturità declino i canali possono cambiare lungo la vita del prodotto Le scelte di copertura territoriale attenzione ai pro e ai contro rete capillare maggiore esposizione e accessibilità del prodotto prezzi al pubblico inferiori meno spazi alla concorrenza gli effetti negativi di immagine vanno bilanciati con investimenti rilevanti in pubblicità rete di esclusivisti maggiore motivazione dei distributori minori costi di gestione comunicazione più efficace attraverso il trade maggiore controllo sulla presentazione del prodotto più feedback Le politiche di prezzo alla distribuzione: opzioni molti clienti relativamente piccoli molti concorrenti pochi clienti relativamente grandi pochi concorrenti sconti omogenei per classi di clienti (dimensione, categoria etc) prezzi netti personalizzati scegliere il posizionamento “medio” vincente massimizzare gli utili in relazione alle situazioni specifiche Le politiche di prezzo alla distribuzione: opzioni (segue) prodotti complementari obiettivi di immagine prodotti di richiamo economie di volume “messaggi” ai concorrenti lancio di prodotti stagionalità fine serie condizioni fisse azioni promozionali non sottovalutare i picchi stagionali di domanda attenzione: possono minare la credibilità della marca Miti circa la promozioni miti realtà • aumentano la conoscenza della marca più che la pubblicità • sono utili per stimolare la prima prova del prodotto • sono più efficaci della pubblicità per aumentare le vendite • attraggono i consumatori priceoriented e meno fedeli, che non ripeteranno l’acquisto; inoltre se il trade trattiene lo sconto non vi è effetto sulle vendite occorre ponderare bene gli effetti nel breve e nel lungo periodo Le politiche di gamma solo articoli “standard” ad alta rotazione grande distribuzione tutta la gamma specialista di prodotto/franchising segmento della gamma specialista di genere ogni canale ha la sua gamma ottimale in relazione alla propria strategia Le politiche di marchio marchio unico marchi paralleli marca del distributore (private label) si impone al trade con grossi investimenti pubblicitari o si costruisce con alleanze basate sulla fedeltà reti parallele: più copertura ma meno efficacia nella promozione della marca grosso incentivo per il trade (specie organizzato) ma alto rischio di sostituzione integrare al meglio i propri obiettivi di immagine con quelli dei canali ATTENZIONE……………… Selezionare i distributori: informazioni essenziali prima della trattativa • situazione economico-finanziaria e sul fido concedibile al distributore in relazione agli obiettivi di fatturato • gamma trattata (specie concorrente) e sulle motivazioni ad inserire il nostro prodotto • esigenze logistiche, di confezionamento e di servizio • presenza di oneri accessori (bonus o contributi pubblicitari - specie nella GD) Infine…………… Cliente 1, 2, 3 … n Fatturato Netto - Costo del Venduto -----------------------------------------Margine di Contribuzione Lordo - Costi Commerciali Variabili -----------------------------------------Margine di Contribuzione Netto Quello che conta alla fine è questo. Occorre gestire bene tutte le leve per migliorarlo Il conto economico commerciale Margine netto del canale 1 - Costi fissi propri del canale -------------------------------------------Margine commerciale del canale 1 + Margine commerciale canale 2, 3 ..n --------------------------------------------Margine Commerciale Globale - Costi Fissi Generali Commerciali -------------------------------------Risultato Commerciale (contribuisce al pagamento degli altri costi fissi aziendali e al profitto finale) Il conto economico commerciale Materie Prime, Lavorazioni, Manodopera Costo del Venduto (legenda) Ammortamenti Costi Commerciali Variabili Trasporti, Provvigioni, Premi, Interessi Costi Commerciali Fissi Propri Stipendi del Personale di Vendita, Costi Promozionali tipici del Canale Costi Commerciali Generali Stipendi Direttore Comemciale, Marketing e Segreteria, Costi Promozionali non specifici (es. campagne istituzionali), Costi Logistici Generali