Carissimi, il battesimo è chiamato «illuminazione», l’esito dell’illuminazione è la ri-velazione, ovvero la contemplazione di Dio rispecchiata nell’immagine del Figlio, che si rende possibile al credente attraverso lo Spirito, la fonte autentica della libertà. Chi è consapevole della dipendenza dal creatore, vive nel dono, nella grazia e quindi sa leggere il presente: una cosa so: «prima ero cieco e ora ci vedo»; invece chi è sicuro del proprio fatto si nasconde dietro l’espressione «Noi sappiamo…». Questo secondo modo di essere diventa supponenza, cioè autosufficienza, arroganza, maleducazione, malaffare, ecc. Buona settimana Don Giuseppe *************************** Papa Francesco: UDIENZA - Il sacerdote serva la sua comunità con amore – mercoledì 26/03/14 Cari fratelli e sorelle, abbiamo già avuto modo di rimarcare che i tre Sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucaristia costituiscono insieme il mistero della «iniziazione cristiana», un unico grande evento di grazia che ci rigenera in Cristo. È questa la vocazione fondamentale che accomuna tutti nella Chiesa, come discepoli del Signore Gesù. Ci sono poi due Sacramenti che corrispondono a due vocazioni specifiche: si tratta dell’Ordine e del Matrimonio. Essi costituiscono due grandi vie attraverso le quali il cristiano può fare della propria vita un dono d’amore, sull’esempio e nel nome di Cristo, e così cooperare al l’edificazione della Chiesa. L’Ordine, scandito nei tre gradi di episcopato, presbiterato e diaconato, è il Sacramento che abilita all’esercizio del ministero, affidato dal Signore Gesù agli Apostoli, di pascere il suo gregge, nella potenza del suo Spirito e secondo il suo cuore. Pascere il gregge di Gesù non con la potenza della forza umana o con la propria potenza, ma quella dello Spirito e secondo il suo cuore, il cuore di Gesù che è un cuore di amore. Il sacerdote, il vescovo, il diacono deve pascere il gregge del Signore con amore. Se non lo fa con amore non serve. E in tal senso, i ministri che vengono scelti e consacrati per questo servi zio prolungano nel tempo la presenza di Gesù, se lo fanno col potere dello Spirito Santo in nome di Dio e con amore. 1. Un primo aspetto. Coloro che vengono ordinati sono posti a capo della comunità. Sono “A capo” sì, però per Gesù significa porre la propria autorità al servizio, come Lui stesso ha mostrato e ha insegnato ai discepoli con queste parole: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mt 20,25-28 // Mc 10,42-45). Un vescovo che non è al servizio della comunità non fa bene; un sacerdote, un prete che non è al servizio della sua comunità non fa bene, sbaglia. 2. Un’altra caratteristica che deriva sempre da questa unione sacramentale con Cristo è l’amore appassionato per la Chiesa. Pensiamo a quel passo della Lettera agli Efesini in cui san Paolo dice che Cristo «ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché» (5,25-27). In forza dell’Ordine il ministro dedica tutto se stesso alla propria comunità e la ama con tutto il cuore: è la sua famiglia. Il vescovo, il sacerdote amano la Chiesa nella propria comunità, l'amano fortemente. Come? Come Cristo ama la Chiesa. Lo stesso dirà san Paolo del matrimonio: lo sposo ama sua moglie come Cristo ama la Chiesa. È un mistero grande d’amore: questo del ministero sacerdotale e quello del matrimonio, due Sacramenti che sono la strada per la quale le persone vanno abitualmente al Signore. 3. Un ultimo aspetto. L’apostolo Paolo raccomanda al discepolo Timoteo di non trascurare, anzi, di ravvivare sempre il dono che è in lui. Il dono che gli è stato dato per l’imposizione delle mani (1 Tm 4,14; 2 Tm 1,6). Quando non si alimenta il ministero, il ministero del vescovo, il ministero del sacerdote con la preghiera, con l’ascolto della Parola di Dio, e con la celebrazione quotidiana dell’Eucaristia e anche con una frequentazione del Sacramento della Penitenza, si finisce inevitabilmente per perdere di vista il senso autentico del proprio servizio e la gioia che deriva da una profonda comunione con Gesù. 4. Il vescovo che non prega, il vescovo che non ascolta la Parola di Dio, che non celebra tutti i giorni, che non va a confessarsi regolarmente, e lo stesso il sacerdote che non fa queste cose, alla lunga perdono l’unione con Gesù e diventano di una mediocrità che non fa bene alla Chiesa. Per questo dobbiamo aiutare i vescovi e i sacerdoti a pregare, ad ascoltare la Parola di Dio che è il pasto quotidiano, a celebrare ogni giorno l’Eucaristia e andare a confessarsi abitualmente. Questo è tanto importante perché riguarda proprio la santificazione dei vescovi e dei sacerdoti. 5. Vorrei finire con una cosa che mi viene in mente: ma come deve fare per diventare sacerdote, dove si vendono gli accessi al sacerdozio? No. Non si vendono. Questa è un'iniziativa che prende il Signore. Il Signore chiama. Chiama ognuno di quelli che Egli vuole diventino sacerdoti. Forse ci sono qui alcuni giovani che hanno sentito nel loro cuore questa chiamata, la voglia di diventare sacerdoti, la voglia di servire gli altri nelle cose che vengono da Dio, la voglia di essere tutta la vita al servizio per catechizzare, battezzare, perdonare, celebrare l’Eucaristia, curare gli ammalati... e tutta la vita così. Se alcuno di voi ha sentito questa cosa nel cuore è Gesù che l’ha messa lì. Curate questo invito e pregate perché cresca e dia frutto in tutta la Chiesa. *************************** 28 marzo 2014 - Alla Penitenzieria, Il Papa: «LA MISERICORDIA È IL CUORE DEL VANGELO» Papa Francesco ha incontrato i partecipanti al corso promosso dalla Penitenzieria apostolica sul Foro interno. 1) «Da un quarto di secolo la Penitenzieria Apostolica offre, soprattutto a neo-presbiteri e ai diaconi, l’opportunità di questo corso, per contribuire alla formazione di buoni confessori, consapevoli dell’importanza di questo mi nistero. Anzitutto il protagonista del ministero della Riconciliazione è lo Spirito Santo. Il perdono che il Sacramento conferisce è la vita nuova trasmessa dal Signore Risorto per mezzo del suo Spirito: "Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati" (Gv 20,22-23). Pertanto, voi siete chiamati ad essere sempre “uomini dello Spirito Santo”, testimoni e annunciatori, lieti e forti, della risurrezione del Signore. Questa testimonianza si legge sul volto, si sente nella voce del sacerdote che amministra con fede e con “unzione” il Sacramento della Riconciliazione. Egli accoglie i pe nitenti non con l’atteggiamento di un giudice e nemmeno con quello di un semplice amico, ma con la carità di Dio, con l’amore di un padre che vede tornare il figlio e gli va incontro, del pastore che ha ritrovato la pecora smarrita. Il cuore del sacerdote è un cuore che sa commuoversi, non per sentimentalismo o per mera emotività, ma per le “viscere di misericordia” del Signore! Se è vero che la tradizione ci indica il duplice ruolo di medico e giudice per i confessori, non dimentichiamo, non dimentichiamo mai che come medico è chiamato a guarire e come giudice ad assolvere». 2) «Se la Riconciliazione trasmette la vita nuova del Risorto e rinnova la grazia battesimale, allora il vostro compito è donarla generosamente ai fratelli. Donare questa grazia. Un sacerdote che non cura questa parte del suo ministero, sia nella quantità di tempo dedicato sia nella qualità spirituale, è come un pastore che non si prende cura delle pecore che si sono smarrite; è come un padre che si dimentica del figlio perduto e tralascia di attenderlo. Ma la misericordia è il cuore del Vangelo! Non dimenticate questo: la . . . non sarete il futuro 2 se non siete già ora il presente misericordia è il cuore del Vangelo! È la buona notizia che Dio ci ama, che ama sempre l’uomo peccatore, e con questo amore lo attira a sé e lo invita alla conversione. Non dimentichiamo che i fedeli fanno spesso fatica ad accostarsi al Sacramento, sia per ragioni pratiche, sia per la naturale difficoltà di confessare ad un altro uomo i propri peccati. Per questa ragione occorre lavorare molto su noi stessi, sulla nostra umanità, per non essere mai di ostacolo ma sempre favorire l’avvicinarsi alla misericordia e al perdono. Ma, tante volte capita che una persona viene e dice: "Ma, non mi confesso da tanti anni, ma, ho avuto questo problema, ho lasciato la confessione perché ho trovato un sacerdote e mi ha detto questo", e si vede l’imprudenza, la mancanza di amore pastorale in quello che racconta la persona. E si allontanano, per una cattiva esperienza nella confessione. Se è questo atteggiamento di padre, che viene dalla bontà di Dio, non succederà mai, questa cosa. Bisogna guardarsi dai due estremi opposti il rigorismo e il lassismo. Nessuno dei due fa bene, perché in realtà non si fanno carico della persona del penitente. Invece la misericordia ascolta veramente con il cuore di Dio e vuole accompagnare l’anima nel cammino della riconciliazione. La Confessione non è un tribunale di condanna, ma esperienza di perdono e di misericordia!». *************************** venerdì 28 marzo 2014 - OBAMA & FRANCESCO, La speranza cristiana è una possibilità per gli Usa La commozione e l'enfasi del "grazie" di Obama, l'ammirazione espressa, hanno fatto uscire dalla routine diplomatica i 50 minuti di questa visita al primo Papa latino-americano, che da subito ha impresso un segno nuovo all'azione e al messaggio della Chiesa, mettendone a fuoco la missione evangelica di annuncio di Cristo alle periferie del mondo, "in ispirito e verità". Esemplare la franchezza della denuncia della crisi morale, prima ancora che economica, che avviluppa le società - che poi sono nazioni e popoli, "persone", e non numeri dei documenti di programmazione economica - della globalizzazione. Dei mali, morali prima che economici, che vengono da un capitalismo senza scrupoli; una nuova forma di tirannia, che genera un modello di ricchezza "globale" cui sono funzionali troppe estesissime sacche di povertà e bisogno "locali", sia a scala di interi popoli e paesi, sia a scala di enclaves territoriali e sociali all'interno di paesi ricchi o emergenti. L'attenzione di Francesco certo ai beni spirituali del messaggio evangelico, che guardano all'essenza della dignità umana, ma altrettanto ai prerequisiti "materiali" necessari per vivere concretamente quei beni morali. E questo conta soprattutto per i poveri, per gli affranti non solo nello spirito, ma nella quotidiana fatica di chi ha poco o nulla per raccontarsi, o raccontare ai suoi figli, quella dignità che gli riconoscono a parole i "diritti umani" quando si fanno retorica. Obama ha colto benissimo il punto, ricono scendo, lui il Presidente dell'economia capitalistica più potente del mondo, ma anche quella da cui è partita la crisi finanziaria ed economica in cui siamo immersi, che oggi il problema economico è al fondo un problema etico; un problema di sperequazione nella distribuzione di redditi e risorse, più che di valori assoluti di punti Pil in circola zione: «Io credo che, incalzandoci di continuo, il Papa ci metta sotto gli occhi il pericolo di abituarci alle sperequazioni; di abituarci, cioè, a questo tipo di disuguaglianze estreme fino ad accettarlo come normale. È un errore che non dobbiamo commettere». Al di là del merito delle reciproche valutazioni su questo o quel tema, per questo per Obama quella del Papa «è una voce che il mondo deve ascoltare, perché ci sfida, ci implora a ricordarci della gente, della povera gente». E nel colloquio privato, Obama avrà ribadito a Francesco l'impegno degli Stati Uniti per sradicare entro vent'anni la povertà estrema nel mondo. Ma il senso di questo colloquio, più che nella sintonia sui temi dell'equità o nei diversi accenti su taluni aspetti dei diritti civili, ci appare essere nel riconoscimento di Obama che chi cerchi oggi, a partire dai potenti della terra, un approccio ai processi di globalizzazione che ne colga le op portunità, ma anche ne riduca i tanti rischi, e l'enorme grido di sofferenza che questi processi alla ricerca di un nuovo equilibrio mondiale generano, non può oggi non guardare alla Chiesa di Roma, e al suo messaggio. . . Credo che Obama sia tra i leader che abbiano capito, che per evitare il mondo di dopo, in cui abbiamo fatto già non pochi passi, la parola custodita dalla Chiesa di Roma sia la chiave di una possibilità; per il suo destino di leader, e per i più generali destini cui la sua leadership concorre. Nella copia dell'Evangehi Gaudium, che Francesco gli ha dona. . . non sarete il futuro 3 se non siete già ora il presente to, e le parole con cui Obama lo ha ringraziato - «Lei sa che probabilmente leggerò questo libro nella stanza ovale, quando sarò veramente frustrato e sono sicuro che mi darà forza e mi calmerà» - mi piace vedere il segno di questa consapevolezza. 30 marzo – 6 aprile 2014 / IV settimana di Quaresima Anno A – II / L. d. O. IV Sabato 29 ore 17.00 Cusino ore 19.30 S. Margherita Def. Curti Armida e Cola Battista Def. Pozzi Carlo, Strepparava Angelina // Curti Luigi, Lucia e Gentile, Caneva Bortolo, Olga e Silvia // Vischi Giovanni Domenica 30 Del Cieco ore 9.30 Cavargna Def. ore 11. 00 S. Bartolomeo Def. Bugna Caterina // Paolo ore 17.00 S. Nazzaro Def. Monga Ivano // famiglia Monga Alfredo e Caneva Celesta // Mazza Maria, Pietro e figli // Mazza Dina e famiglia Lunedì 31 ore 17. 00 S. Margherita Def.. Martedì 1 ore 9.00 Cusino Def. ore 21.00 Oratorio o … Catechesi dell’Arcivescovo per Adulti e Giovani (vedi libretto) Mercoledì 2 ore 9.00 S. Nazzaro Def. Monga Filippo, Olimpia e figli Giovedì 3 ore 9.00 Cavargna Def. Venerdì 4 ore 17.00 in Parrocchia Via Crucis Ragazzi ore 20.30 in Parrocchia Via Crucis per Giovani e Adulti Sabato 5 ore 17.00 Cusino Def. ore 19.30 S. Margherita Def. Bari Giovanni, Curti Radegonda, Bari Ugo, Mancassola Domenica e Bari Fausta Domenica 6 Di Lazzaro ore 9.30 Cavargna Def. ore 11. 00 S. Bartolomeo Def. Iole e Filippo ore 15.00 S. Bartolomeo Battesimo: Sveva Maria ore 17.00 S. Nazzaro Def. Mazza Mauro e Candido // Mazza Emilio e Diletta APPUNTAMENTI Domenica 30 ore 8.45 Ritiro di Quaresima in Oratorio 5a elem. e 1a media ore 18.30 Incontro Adolescenti e Giovani (nati nel 1999 e maggiori) Martedì 1 ore 21.00 2° Catechesi dell’Arcivescovo per Giovani e Adulti in Oratorio, o a gruppi o in casa (ritirare il sussidio per seguire l’incontro) Giovedì 3 ore 18.00 Incontro preadolescenti (2a e 3a media) film e cena . . . non sarete il futuro 4 se non siete già ora il presente ore 20.45 ore 17.00 ore 20.30 Domenica 6 ore 8.45 ore 18.30 Venerdì 4 . . . non sarete il futuro Incontro Consiglio Pastorale in Parrocchia Via Crucis Ragazzi in Parrocchia Via Crucis per Giovani e Adulti Ritiro di Quaresima in Oratorio Preadolescenti (2a e 3a media) Incontro Adolescenti e Giovani (nati nel 1999 e maggiori) 5 se non siete già ora il presente