Carissimi Lui (Gesù) è come il fiore del mandorlo: quello che fiorisce per primo, e annuncia la primavera. Annuncia il senso e il fine della nostra vita. Questo vale per tutti, è proprio della creazione, del creato. Non ci sono filosofie, credenti, non credenti, battezzati e
sbattezzati. La vita è una e se non vogliamo fare finta o mettere la testa in mezzo alla sabbia
per non vedere, dobbiamo guardarla e viverla a pieni polmoni sempre anche nel momento
delle prove. Ecco la pasqua festa della prima luna piena di primavera: festa pagana, dei Pastori che ringraziavano la divinità per la nuova stagione; festa degli Ebrei per la Libertà dagli
Egiziani; festa Cristiana per il senso della vita che è dono per sempre e non solo per un mucchio di anni, il sepolcro vuoto. Non nascondiamoci dietro un dito e inventiamo altre terminologie per voler essere originali (vacanza di primavera) ma sena fondamento. La Chiesa deve
sentire l’impulso gioioso di diventare fiore di mandorlo, vivere e dire questa realtà.
Buona settimana don Giuseppe
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Papa Francesco: UDIENZA - La Famiglia - 8. I Bambini (I) Mercoledì, 18 marzo 2015
Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Dopo aver passato in rassegna le diverse figure della vita familiare – madre, padre, figli, fratelli, nonni -, vorrei concludere questo primo gruppo di catechesi sulla famiglia parlando
dei bambini. Lo farò in due momenti: oggi mi soffermerò sul grande dono che sono i bambini per l’umanità
– è vero sono un grande dono per l’umanità, ma sono anche i grandi esclusi perché neppure li lasciano nascere – e prossimamente mi soffermerò su alcune ferite che purtroppo fanno male all’infanzia. Mi vengono in
mente i tanti bambini che ho incontrato durante il mio ultimo viaggio in Asia: pieni di vita, di entusiasmo, e,
d’altra parte, vedo che nel mondo molti di loro vivono in condizioni non degne… In effetti, da come sono
trattati i bambini si può giudicare la società, ma non solo moralmente, anche sociologicamente, se è una società libera o una società schiava di interessi internazionali.
Per prima cosa i bambini ci ricordano che tutti, nei primi anni della vita, siamo stati totalmente dipendenti
dalle cure e dalla benevolenza degli altri. E il Figlio di Dio non si è risparmiato questo passaggio. E’ il mistero che contempliamo ogni anno, a Natale. Il Presepe è l’icona che ci comunica questa realtà nel modo più
semplice e diretto. Ma è curioso: Dio non ha difficoltà a farsi capire dai bambini, e i bambini non hanno problemi a capire Dio. Non per caso nel Vangelo ci sono alcune parole molto belle e forti di Gesù sui “piccoli”.
Questo termine “piccoli” indica tutte le persone che dipendono dall’aiuto degli altri, e in particolare i bambini. Ad esempio Gesù dice: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste
cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25). E ancora: «Guardate di non disprezzare uno solo
di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei
cieli» (Mt 18,10).
Dunque, i bambini sono in sé stessi una ricchezza per l’umanità e anche per la Chiesa, perché ci richiamano
costantemente alla condizione necessaria per entrare nel Regno di Dio: quella di non considerarci autosufficienti, ma bisognosi di aiuto, di amore, di perdono. E tutti, siamo bisognosi di aiuto, d’amore e di perdono!
I bambini ci ricordano un’altra cosa bella; ci ricordano che siamo sempre figli: anche se uno diventa adulto, o
anziano, anche se diventa genitore, se occupa un posto di responsabilità, al di sotto di tutto questo rimane
l’identità di figlio. Tutti siamo figli. E questo ci riporta sempre al fatto che la vita non ce la siamo data noi
ma l’abbiamo ricevuta. Il grande dono della vita è il primo regalo che abbiamo ricevuto. A volte rischiamo di
vivere dimenticandoci di questo, come se fossimo noi i padroni della nostra esistenza, e invece siamo radicalmente dipendenti. In realtà, è motivo di grande gioia sentire che in ogni età della vita, in ogni situazione,
in ogni condizione sociale, siamo e rimaniamo figli. Questo è il principale messaggio che i bambini ci danno,
con la loro stessa presenza: soltanto con la presenza ci ricordano che tutti noi ed ognuno di noi siamo figli.
Ma ci sono tanti doni, tante ricchezze che i bambini portano all’umanità. Ne ricordo solo alcuni.
Portano il loro modo di vedere la realtà, con uno sguardo fiducioso e puro. Il bambino ha una spontanea fiducia nel papà e nella mamma; ha una spontanea fiducia in Dio, in Gesù, nella Madonna. Nello stesso tempo, il suo sguardo interiore è puro, non ancora inquinato dalla malizia, dalle doppiezze, dalle “incrostazioni”
della vita che induriscono il cuore. Sappiamo che anche i bambini hanno il peccato originale, che hanno i
loro egoismi, ma conservano una purezza, e una semplicità interiore. Ma i bambini non sono diplomatici:
dicono quello che sentono, dicono quello che vedono, direttamente. E tante volte mettono in difficoltà i genitori, dicendo davanti alle altre persone: “Questo non mi piace perché è brutto”. Ma i bambini dicono quello
che vedono, non sono persone doppie, non hanno ancora imparato quella scienza della doppiezza che noi
adulti purtroppo abbiamo imparato.
I bambini inoltre - nella loro semplicità interiore - portano con sé la capacità di ricevere e dare tenerezza. Tenerezza è avere un cuore “di carne” e non “di pietra”, come dice la Bibbia (cfr Ez 36,26). La tenerezza è anche
poesia: è “sentire” le cose e gli avvenimenti, non trattarli come meri oggetti, solo per usarli, perché servono…
I bambini hanno la capacità di sorridere e di piangere. Alcuni, quando li prendo per abbracciarli, sorridono;
altri mi vedono vestito di bianco e credono che io sia il medico e che vengo a fargli il vaccino, e piangono …
ma spontaneamente! I bambini sono così: sorridono e piangono, due cose che in noi grandi spesso “si bloccano”, non siamo più capaci… Tante volte il nostro sorriso diventa un sorriso di cartone, una cosa senza vita,
un sorriso che non è vivace, anche un sorriso artificiale, di pagliaccio. I bambini sorridono spontaneamente e
piangono spontaneamente. Dipende sempre dal cuore, e spesso il nostro cuore si blocca e perde questa capacità di sorridere, di piangere. E allora i bambini possono insegnarci di nuovo a sorridere e a piangere. Ma, noi
stessi, dobbiamo domandarci: io sorrido spontaneamente, con freschezza, con amore o il mio sorriso è artificiale? Io ancora piango oppure ho perso la capacità di piangere? Due domande molto umane che ci insegnano i bambini. Per tutti questi motivi Gesù invita i suoi discepoli a “diventare come i bambini”, perché “a chi è
come loro appartiene il Regno di Dio” (cfr Mt 18,3; Mc 10,14).
Cari fratelli e sorelle, i bambini portano vita, allegria, speranza, anche guai. Ma, la vita è così. Certamente
portano anche preoccupazioni e a volte tanti problemi; ma è meglio una società con queste preoccupazioni e
questi problemi, che una società triste e grigia perché è rimasta senza bambini! E quando vediamo che il livello di nascita di una società arriva appena all’uno percento, possiamo dire che questa società è triste, è grigia perché è rimasta senza bambini.
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Sabato, 7 marzo 2015 – papa Francesco, Lui è come il fiore del mandorlo
. . . Nessuno di quelli che stavano lì, compreso Matteo avido di denaro, poteva credere al messaggio di
quel dito che lo indicava, al messaggio di quegli occhi che lo guardavano con misericordia e lo sceglievano per la sequela. Sentiva quello stupore dell’incontro. E’ così l’incontro con Cristo che viene e ci invita.
Tutto, nella nostra vita, oggi come al tempo di Gesù, incomincia con un incontro. Un incontro con
quest’Uomo, il falegname di Nazaret, un uomo come tutti e allo stesso tempo diverso. Pensiamo al Vangelo di Giovanni, là dove racconta del primo incontro dei discepoli con Gesù (cfr 1,35-42). Andrea, Giovanni,
Simone: si sentirono guardati fin nel profondo, conosciuti intimamente, e questo generò in loro una sor. . . non sarete il futuro
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se non siete già ora il presente
presa, uno stupore che, immediatamente, li fece sentire legati a Lui... O quando, dopo la Risurrezione, Gesù chiede a Pietro: «Mi ami?» (Gv 21,15), e Pietro risponde: «Sì»; quel sì non era l’esito di una forza di volontà, non veniva solo dalla decisione dell’uomo Simone: veniva prima ancora dalla Grazia, era quel “primerear”, quel precedere della Grazia. Questa fu la scoperta decisiva per san Paolo, per sant’Agostino, e tanti
altri santi: Gesù Cristo sempre è primo, ci primerea, ci aspetta, Gesù Cristo ci precede sempre; e quando
noi arriviamo, Lui stava già aspettando. Lui è come il fiore del mandorlo: è quello che fiorisce per primo, e annuncia la primavera.
E non si può capire questa dinamica dell’incontro che suscita lo stupore e l’adesione senza la misericordia.
Solo chi è stato accarezzato dalla tenerezza della misericordia, conosce veramente il Signore. Il luogo privilegiato dell’incontro è la carezza della misericordia di Gesù Cristo verso il mio peccato. E per questo,
alcune volte, voi mi avete sentito dire che il posto, il luogo privilegiato dell’incontro con Gesù Cristo è il
mio peccato. È grazie a questo abbraccio di misericordia che viene voglia di rispondere e di cambiare, e
che può scaturire una vita diversa. La morale cristiana non è lo sforzo titanico, volontaristico, di chi decide di essere coerente e ci riesce, una sorta di sfida solitaria di fronte al mondo. No. Questa non è la morale cristiana, è un’altra cosa. La morale cristiana è risposta, è la risposta commossa di fronte a una misericordia sorprendente, imprevedibile, addirittura “ingiusta” secondo i criteri umani, di Uno che mi conosce, conosce i miei tradimenti e mi vuole bene lo stesso, mi stima, mi abbraccia, mi chiama di nuovo, spera in me, attende da me. La morale cristiana non è non cadere mai, ma alzarsi sempre, grazie alla sua
mano che ci prende. E la strada della Chiesa è anche questa: lasciare che si manifesti la grande misericordia di Dio. Dicevo, nei giorni scorsi, ai nuovi Cardinali: «La strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno; di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore
sincero; la strada della Chiesa è proprio quella di uscire dal proprio recinto per andare a cercare i lontani
nelle “periferie” dell’esistenza; quella di adottare integralmente la logica di Dio», che è quella della misericordia (Omelia, 15 febbraio 2015). Anche la Chiesa deve sentire l’impulso gioioso di diventare fiore di mandorlo, cioè primavera come Gesù, per tutta l’umanità. . . .
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22– 29 marzo 2015 / V settimana di Quaresima B – I / L. d. O. I
Sabato 21
ore 17.00 Cusino
ore 19.30 S. Margherita
Domenica 22
ore 9.30 Cavargna
ore 11. 00 S. Bartolomeo
ore 14.30 S. Bartolomeo
ore 17.00 S. Nazzaro
Lunedì 23
ore 17.00 S. Margherita
Martedì 24
ore 9.00 Cusino
ore 21.00 Oratorio o …
Mercoledì 25
ore 9.00 S. Nazzaro
. . . non sarete il futuro
Def.
Def. Curti Pietro e Bari Silvio
V di Quaresima - Lazzaro
Def. Bralla Fabio, Capra Serafino, Butti Pacifico // Butti Erminio, Capra Ivano e Anna
Def. Umberto // Francesco e Pierina
Battesimo: Gabriel
Def. famiglie Bugna e Curti // Amalia e Silvio // Alchieri Enzo, Evo e Rossi
Achille
Def.
Def.
Catechesi dell’Arcivescovo per Adulti e Giovani (vedi libretto)
Annunciazione del Signore
Def.
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se non siete già ora il presente
Giovedì 26
ore 9.00 Cavargna
Venerdì 27
ore 17.00 in Parrocchia
ore 20.30 in Parrocchia
Sabato 28
ore 17.00 Cusino
ore 19.30 S. Margherita
Domenica 29
ore 9.30 Cusino
ore 9.30 Cavargna
ore 11. 00 S. Bartolomeo
ore 11.00 S. Nazzaro
Def. Bralla Rino e Rosa
Via Crucis Ragazzi, Pre e Adolescenti
Via Crucis per Giovani e Adulti
Def.
Def. Pozzi Carlo e Strepparava Angelina
VI di Quaresima - delle Palme
Def.
Def.
Def. Bugna Caterina // Paolo
Def. Mazza Emilio e Diletta // Monga Ivana // Mazza Dina e familiari // Mazza Maria, Pietro e figli
Prima delle celebrazioni siamo disponibili per le Confessioni - Appuntamenti
Domenica 22 ore 8.45 – 12.00 Ritiro di Quaresima in Oratorio Adolescenti e Giovani
(nati nel 1999 e maggiori)
Martedì 24 ore 21.00 Catechesi dell’Arcivescovo per Giovani e Adulti in Oratorio,
o a gruppi o in casa (ritirare il sussidio per seguire l’incontro)
Giovedì 25
ore 14.30
Incontri preadolescenti (2a e 3a media)
Venerdì 27 ore 17.00 in Parrocchia Via Crucis Ragazzi, Pre e Adolescenti
ore 20.30 in Parrocchia Via Crucis per Giovani e Adulti
Sabato 28
dalle ore 15.30 Confessioni a S. Bartolomeo (don Ambrogio)
Domenica 29 ore 18.30 Incontro Adolescenti e Giovani (nati nel 1999 e maggiori)
ore 20.30 Via crucis di Decanato Cima - Caravina
AVVISO
29 marzo Domenica della Palme orario Ss. Messe con benedizione degli Ulivi
ore 9.30 Cusino
ore 11. 00 S. Bartolomeo
ore 9.30 Cavargna
ore 11.00 S. Nazzaro
quattro martedì 3, 10, 17, 24 marzo 2015 alle 21, sul tema “Innalzato da
terra attirerò tutti a me” via Crucis con il card. Scola
QUARESIMA DI FRATERNITÀ 2015: L’ORTO DEI BAMBINI IN MOZAMBICO
Obiettivo: combattere la malnutrizione promuovendo modelli di produzione e consumo alimentare sani ed eco-sostenibili: Formazione e Formazione di pratiche agricole in loco. Le
nostre rinunce li consegneremo in una busta fra le offerte o nelle cassette in Chiesa
“meglio insegnare a pescare che dare un pesce”
Incontro per gli ADULTI in Oratorio domenica 22 ore 15.00 – 18.00 tutti!
(consiglio pastorale, catechisti, genitori e famiglie)
anche per prepararci al Triduo Pasquale
. . . non sarete il futuro
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se non siete già ora il presente
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