Periodico di comunicazione interna del Collegio IP.AS.VI. di Perugia anno XIII n. 2/12 Editore Collegio IP.AS.VI. della Provincia di Perugia Via Manzoni, 82 06135 Ponte San Giovanni (Pg) Tel/fax 075.5997832 [email protected] Presidente Riganelli Palmiro [email protected] Posta certificata sommario IPASVI Federazione Nazionale Collegi Infermieri 1 editoriale DI PALMIRO RIGANELLI 3 ilcollegioinforma CONCORSO REGIONALE E BORSA DI STUDIO RICERCA INFERMIERISTICA DI PALMIRO RIGANELLI 5 NOTIZIE FLASH A CURA DI MANUELA DORMENTONI 9 Martedì 15.30 - 18.00 Giovedì 11.00 - 12.30 Venerdì 15.30 - 18.00 Rivista infermieristica [email protected] Direttore Responsabile Nora Marinelli [email protected] IN-FORMAZIONE CON IL COLLEGIO A CURA DELLA REDAZIONE 11 LO SPORTELLO PER LA LIBERA PROFESSIONE A CURA DI ANNA MARIA PADOVAN, MARIA SPIZZICA 12 PEC: POSTA CERTIFICATA A CURA DELLA REDAZIONE [email protected] Orario di apertura al pubblico INCONTRI ITINERANTI DI STUDIO 13 lerubriche DISPENS@TORE DI STIMOLI INFERMIERISTICI BLOCKNOTES DI GIAN DOMENICO GIUSTI 15 PREVENIRE GLI ERRORI, IMPARARE DAGLI ERRORI IL SAFETY WALK ROUND DI MARCO ZUCCONI 19 L’INFERMIERE E LE BUONE PRATICHE DI ROSITA MORCELLINI Responsabile di Redazione Gian Domenico Giusti [email protected] Segreteria di Redazione Manuela Dormentoni [email protected] 21 traildireeilfare UNA VISIONE CRITICA DELL’EBN: ANALISI DI UN’ARTICOLO L’USO DEL PARACADUTE DI SANDRA SANSOLINO Comitato di Redazione Palmiro Riganelli [email protected] Laura Fontetrosciani [email protected] Maria Sara Loletti [email protected] Progetto grafico e stampa Dimensione Grafica Spello (Pg) Questo numero è stato chiuso in tipografia il 18/10/2012 24 spazioaperto LA DELEGA IN SANITÀ DI ALUNNO VALENTINA 27 infermieristicacreativa BADATEMI DALLA BADANTE DI MARIA CAPPELLO 29 laparolaagliinfermieri LE COMPETENZE DEGLI INFERMIERI SONO SFRUTTATE APPIENO? DI RAYMOND JEAN PIGNANI Autorizzazione Registrato presso il Tribunale di Perugia n. 45 del 24/11/1997 31 lasegreteriainforma SICUREZZA DEI PAZIENTI E DEGLI OPERATORI A CURA DELLA SEGRETERIA Professione Infermiere Umbria è indicizzata su Google Scholar [email protected] 1 PRESIDENTE DEL COLLEGIO IP.AS.VI. DI PERUGIA EDITORIALE L’IMPEGNO E LA RESPONSABILITÀ PER UN SISTEMA SANITARIO MIGLIORE arissimi Colleghi, in un momento particolarmente importante per tutti i cittadini ed i professionisti della nostra Regione, dove il dibattito politico e professionale è focalizzato sui contenuti del disegno di legge di riordino del sistema sanitario regionale ho ritenuto utile utilizzare anche questo editoriale per continuare ad alimentare questo importante confronto all’interno della professione, con le altre professioni e con le istituzioni. Probabilmente si tratta di una occasione unica, che non può essere sottovalutata, nè tantomeno persa, dalla nostra comunità professionale per portare un contributo importante nella definizione del nuovo assetto organizzativo del sistema socio sanitario che dovrà garantire la soddisfazione dei bisogni di salute dei cittadini umbri nei prossimi anni. Contenuti normativi che dovranno, prima di tutto, creare le migliori condizioni per consentire agli operatori di porre in essere servizi, processi ed interventi assistenziali efficaci e sostenibili. L’evoluzione dei bisogni di salute, lo sviluppo della tecnologia e dei risultati della ricerca uniti alla tendenziale riduzione delle risorse disponibili impongono, necessariamente, la ridefinizione di modelli assistenziali appropriati e un’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli operatori sulla “Governance” dei processi assistenziali compresa la valutazione dei risultati ottenuti in termini di miglioramento delle condizioni di salute dei cittadini. I diversi interventi normativi degli ultimi anni hanno determinato una notevole evoluzione della professione infermieristica ridisegnandone lo status giuridico, le competenze, gli ambiti di autonomia e di responsabilità. Elementi qualificanti che dimostrano come i sistemi socio-sanitari abbiano bisogno di disporre e di valorizzare queste funzioni e competenze per la definizione C di risposte assistenziali di qualità anche in periodi di risorse limitate. Una necessità dimostrata anche dall’ampio dibattito, sviluppatosi a livello nazionale, sulla necessità di rivedere l’ambito di autonomia e di competenza dell’infermiere e dell’infermiere pediatrico proprio in funzione delle sempre maggiori competenze acquisite in qualificati percorsi formativi e delle diverse esigenze del sistema socio sanitario. Ad oggi, nonostante lo straordinario percorso di sviluppo culturale e professionale che ha definito in modo assolutamente chiaro ambiti di autonomia e di responsabilità della professione infermieristica resta molto da fare, all’interno delle organizzazioni sanitarie, per garantire setting e modelli assistenziali dove poter agire queste competenze per migliorare la qualità dell’assistenza. La Legge n. 3/98 della Regione Umbria, con l’intento di perseguire l’obiettivo del miglioramento della qualità dell’assistenza, dava mandato alle aziende sanitarie di costituire i Servizi infermieristici. Il Piano Sanitario Regionale 2003-2005 DGR - 314/2003 al capitolo “qualità e innovazione nella gestione della sanità, dedicava una parte importante allo sviluppo del Servizio Infermieristico, Tecnico -Sanitario, Riabilitativo ed Ostetrico. Si dichiarava, infatti, che al fine di valorizzare i percorsi di risposta ai bisogni di salute dei cittadini assistiti, si rendeva necessario l’istituzione dei servizi che dovevano avere l’obiettivo di perseguire modelli di risposta personalizzata, scientifica e multidisciplinare. Si raccomandava, altresì, il ricorso al disposto di cui alla legge 10 Agosto 2000, n. 251 per la valorizzazione della responsabilità di ogni specifica area professionale. Denominava tale struttura organizzativa S.I.T.R.O Servizio infermieristico, Tecnico, Riabilitativo editoriale D I PA L M I R O R I G A N E L L I 2 editoriale ed Ostetrico e successivamente D.I.T.RO, in tendenza al modello Dipartimentale. Modello dipartimentale già previsto dal D.Lgs. n. 229/99 che recita “l’organizzazione dipartimentale è il modello ordinario di gestione operativa di tutte le attività delle aziende sanitarie” attraverso l’istituzione del Dipartimento. Lo stesso decreto n. 229/99 riconosce alle professioni sanitarie “autonomia tecnico- professionale”, da esercitarsi nel rispetto della collaborazione multi professionale, nell’ambito di indirizzi operativi e programmi di attività promossi, valutati e verificati a livello dipartimentale ed aziendale, finalizzati all’efficace utilizzo delle risorse e all’erogazione di prestazioni appropriate con sempre maggiori livelli di qualità. L’esperienza fatta nella nostra Regione ci ha visto protagonisti ed anticipatori non solo nell’applicazione della normativa, ma anche nella definizione di modelli di Servizi delle professioni sanitarie che altre regioni, successivamente, hanno preso ad esempio e sviluppato, mentre da noi non si può dire che abbiano avuto un destino altrettanto felice. Tanto che ancora oggi si ritrovano diversi e diversificati modelli di servizi nella nostra realtà regionale. In molte altre regioni, invece, lo sviluppo delle esperienze in questo senso, hanno dimostrato che il modello dipartimentale, anche per le professioni sanitarie, rappresenta la migliore soluzione per garantire quella coerenza necessaria tra obiettivi, strategie organizzativo-gestionali e modelli assistenziali che possono garantire i migliori livelli di performance professionali, di migliori livelli di qualità assistenziale e di sostenibilità economica del sistema. Attraverso l’istituzione e la direzione del Dipartimento le professioni sanitarie avranno la possibilità di contribuire al raggiungimento della performance aziendale condividendo responsabilità, obiettivi, risorse e strategie con disponibilità di quelle leve strategiche del management, che ancora oggi mancano alle professioni sanitarie, all’interno un modello organizzativo fondato sulla differenziazione delle competenze e delle capacità di governare processi assistenziali sempre più complessi e non più sulla gerarchica. Basato su una sempre maggiore integrazione multidisciplinare, sull’autonomia e sulla responsabilità professionali e non sull’autoreferenzialità. L’istituzione delle Direzioni delle Professioni sanitarie, la valorizzazione delle competenze, dei ruoli organizzativi e gestionali ed il riconoscimento dell’autonomia professionale, si evidenziano come elementi qualificanti il Management aziendale che dimostrano come la contestuale evoluzione dei sistemi socio sanitari richieda, attraverso il contributo di tutti i suoi professionisti, nuovi modelli organizzativi sempre più appropriati per risposte assistenziali diversificati e ad elevato contenuto qualitativo. Per questo ci siamo fatti promotori, insieme a tutte le altre professioni sanitarie dell’Umbria di una iniziativa di partecipazione e di condivisione di questo nostro potenziale contributo con l’obiettivo di creare quelle condizioni organizzativo-gestionali necessarie affinché domani i contenuti di quel dettato normativo, che a breve verrà approvato dal Consiglio regionale, possano esitare in situazioni, strategie, strumenti e azioni che portino al completo raggiungimento degli obiettivi che il sistema si pone. Sabato 29 Settembre abbiamo organizzato, insieme a tutte le altre professioni sanitarie, in rappresentanza di circa ottomila operatori, un momento di confronto con le parti politiche e quelle sindacali per rendere evidente il nostro punto di vista sui contenuti della normativa. In quella sede abbiamo avanzato insieme a tutte le altre professioni sanitarie dell’Umbria la richiesta che nel disposto contenuto nella legge di riordino del Sistema Sanitario regionale non si parli ancora di prevedere l’istituzione del S.I.T.R.O., ma che si assuma un impegno preciso e si diano indicazioni vincolanti sia agli organi regionali che alle Aziende Sanitarie ad istituire le Direzioni Aziendali delle Professioni sanitarie perché queste sono necessarie e funzionali al miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini, alla sostenibilità del sistema, al riconoscimento nonché alla valorizzazione del capitale umano. È stato richiesto, inoltre, che entro 120 giorni dall’approvazione della normativa venga emanata una specifica legge regionale che regolamenti l’istituzione e l’organizzazione delle Direzioni aziendali delle professioni sanitarie in modo omogeneo per tutte le Aziende del territorio regionale oltre a prevedere l’istituzione dell’osservatorio regionale delle professioni sanitarie e la riattivazione della Consulta delle professioni sanitarie. 3 CONCORSO REGIONALE E BORSA DI STUDIO RICERCA INFERMIERISTICA UNO STRUMENTO PER IL CAMBIAMENTO DELLA PRATICA COMUNE Il Coordinamento regionale dei Collegi IP.AS.VI. dell’Umbria, indice la 4a edizione del “Concorso Regionale sulla Ricerca Infermieristica” anno 2012 aperto a tutti gli studenti del 3° Anno del corso di Laurea in Infermieristica dell’Università degli Studi di Perugia (A.A 2011/2012) per la migliore tesi di laurea di tipo sperimentale, finalizzata a migliorare la qualità dell’assistenza infermieristica. Il tema del Concorso: “La ricerca infermieristica, uno strumento per il cambiamento della pratica comune” lcontenuto dell’elaborato deve orientarsi su uno di questi tre punti principali: 1. Revisione della letteratura che coinvolge in particolare aspetti clinici assistenziali, organizzativi, su tematiche poco note, per arrivare all’elaborazione di istruzioni operative, ed evidenziare interventi di provata efficacia da quelli di dubbia efficacia; fare una sintesi delle evidenze e una valutazione critica della letteratura scientifica esaminata. 2. Analisi di esperienze già applicate, ad esempio applicazioni di modelli assistenziali attraverso metodi estrumenti operativi, oppure l’analisi di una specifica situazione assistenziale (es. dimissione protetta, appli- I professioneinfermiereumbria2/12 cazione di strumenti di valutazione del rischio lesioni da pressione, pianificazione e documentazione dell’assistenza, analisi organizzativa, presa in carico, ecc.) 3. Ricerca basata su un programma di indagine che esplora fenomeni, problemi assistenziali, organizzativi, valutazione della qualità, ecc., finalizzata alla produzione e all’implementazione di conoscenze originali. L’elaborato di ricerca deve essere rilevante per l’assistenza infermieristica, e può estendersi a tutti i settori del nursing: clinici assistenziali, etici, relazionali, educativi, preventivi, riabilitativi, organizzativi, ecc. Inoltre i lavori presentati devono essere originali, inediti e ilcollegioinforma C O O R D I N A M E N T O D E I C O L L E G I I P. A S . V I . D E L L’ U M B R I A 4 ilcollegioinforma devono rispondere allo schema allegato al presente bando. Requisiti di partecipazione Possono partecipare gli studenti del 3° anno di corso di Laurea in infermieristica della Regione Umbria anche in associazione tra loro, in modo da raccogliere dati su campioni numericamente rilevanti. Gli studenti devono allegare al lavoro un certificato di iscrizione al 3° anno di corso di Laurea di infermieristica, anno accademico 2011-2012. Termini per la presentazione Il lavoro di ricerca finale e lo schema di ricerca per elaborato (allegato al bando) devono essere presentati entro e non oltre il giorno 30 aprile 2013 nei modi di seguito descritti. Il termine di presentazione dei lavori è perentorio e pertanto non verranno presi in considerazione i lavori che verranno presentati o spediti oltre la data di presentazione. Lo schema per l’elaborato e il lavoro di ricerca, devono essere presentati in carta semplice ed indirizzati, al Presidente del Coordinamento regionale dei Collegi IP.AS.VI. dell’Umbria via Manzoni, 82 - 06135 Ponte San Giovanni (Perugia), oppure consegnati presso la segreteria del Collegio IP.AS.VI. di Perugia via Manzoni, 82 - 06135 Ponte San Giovanni (Perugia). Si considerano accettati gli elaborati che arrivano in tempo utile anche per mezzo di raccomandata con ricevuta di ri- torno. Fa fede il timbro postale dell’ufficio accettante. Nello schema per l’elaborato di ricerca e nel documento finale, dovrà essere indicato il cognome, nome, il luogo e la data di nascita, la residenza, la sede universitaria frequentata dall’autore o dagli autori, nonché il domicilio e il recapito telefonico presso i quali deve essere inviata ogni necessaria comunicazione relativa al concorso. Il Coordinamento regionale dei Collegi IP.AS.VI. dell’Umbria non assume alcuna responsabilità nel caso in cui ci sia dispersione del documento conseguente ad inesatta indicazione del recapito da parte del candidato. L’elaborato finale deve essere prodotto secondo le linee guida editoriali per le tesi, rilasciate dall’università di appartenenza, corredate di abstract e di bibliografia in ordine alfabetico suddivisa per categorie (testi, articoli, siti web esaminati con data di consultazione). Commissione esaminatrice La commissione esaminatrice sarà composta da quattro membri presieduta dal presidente del Coordinamento regionale dei Collegi IP.AS.VI. dell’Umbria, nominata con successivo atto deliberativo e resa nota attraverso la pubblicazione sul sito web dei Collegi IP.AS.VI. di Perugia e Terni. Valutazione La valutazione degli elaborati sarà effettuata considerando: la validità della metodologia scientifica; gli aspetti etici deontologici; operatività dello strumento proposto; congruo utilizzo delle risorse impiegate; il valore numerico del campione di riferimento; La comunicazione del vincitore sarà formulata dalla commissione esaminatrice e approvata con apposito provvedimento sulla base dei criteri stabiliti nell’ allegato e parte del presente bando. Al lavoro di ricerca vincitore sarà attribuita la somma di € 1.500,00. L’importo dovrà essere utilizzato per attività culturali professionali: partecipazioni a corsi di aggiornamento E.C.M.; preiscrizione a corsi universitari post laurea; abbonamento a riviste scientifiche di Nursing; testi scientifici, ecc. Per usufruire del premio il vincitore dovrà inoltrare specifica richiesta, dettagliando le modalità di utilizzo dell’ammontare complessivo della borsa di studio, alla Commissione esaminatrice che, a seguito della valutazione della pertinenza delle richieste, ne autorizzerà definitivamente l’utilizzo. La premiazione verrà effettuata in occasione di un evento formativo organizzato dal Coordinamento regionale dei Collegi IP.AS.VI. dell’Umbria, dove avverrà anche la presentazione dell’elaborato. Il lavoro vincitore sarà pubblicato sul sito web dei Collegi IP.AS.VI. di Perugia e Terni. Per eventuali, ulteriori, chiarimenti è possibile rivolgersi alle Segreterie del Collegio IP.AS.VI. di Perugia e Terni. ! 5 INFERMIERA AUSL N. 2 DISTRETTO DEL PERUGINO NOTIZIE FLASH MASTER E LAUREA PER FORMARE I MANAGER DELLA SANITÀ italiana, nella quale sono ancora troppo carenti le competenze manageriali e gestionali. [...] {da: Quotidianosanità.it} L’Università Luspio di Roma da quest’anno aprirà un piano di studi per la Laurea di secondo livello in Economia Sanitaria. “La sanità italiana ha bisogno di manager competenti – spiega Carmela Pierri – e questo settore può offrire buone prospettive occupazionali” INFERMIERI: SEMPRE PIÙ GIOVANI. L’ISCRIZIONE ALL’ALBO ARRIVA PRIMA DEI 25 ANNI Tra il 2007 e il 2011 la quota di laureati con meno di 25 anni è cresciuta dal 45,6% al 57,8%. IP.AS.VI.: “Segno evidente di un percorso universitario che regge e di un appeal ritrovato nei confronti della professione da parte dei giovanissimi” L a Libera Università degli Studi per l’Innovazione e le Organizzazioni (Luspio) ha una bella sede a Roma, sulla via Cristoforo Colombo. Nata nel 1996, rivolge la sua offerta formativa in una prospettiva internazionale, con corsi di Laurea in Economia, interpretariato e traduzioni. Da alcuni anni, con il supporto delle Fondazione Formit, Luspio organizza anche master di primo e secondo livello sui temi del management sanitario, rivolti prevalentemente a infermieri che vogliano sviluppare la propria carriera in direzione del coordinamento infermieristico. Ma nel prossimo anno accademico prenderà il via un’altra iniziativa rivolta al mondo della sanità: il corso di Laurea magistrale in Economia Saniprofessioneinfermiereumbria2/12 I taria. “Una grande sfida”, come la definisce la vicepresidente del CdA della Luspio Carmela Pierri, che nasce proprio da un’analisi della realtà sanitaria nfermieri sempre più giovani. Diminuisce ancora, infatti, l’età media di iscrizione all’albo (e quindi di conseguimento della Laurea in Scienze infermieristiche). Già bassa nel 2007(25,3 anni di età in media), è scesa fino a 24,7 anni nel 2011. Una riduzione che ha interessato indistintamente uomini (da 25,5 anni a 25,2) e donne (da 25,3 a 24,5) così come, a livello territoriale, ha investito tutte le ripartizioni geografiche. ilcollegioinforma A CURA DI MANUELA DORMENTONI 6 ilcollegioinforma I dati arrivano dalla ricognizione della Federazione dei Collegi IP.AS.VI. sulle “transizioni in ingresso e in uscita dalla condizione professionale di infermiere” nel quadriennio 20072011. Si tratta di informazioni utili ad analizzare la reattività della professione infermieristica alle sollecitazioni della realtà sociale ed economica del nostro Paese e alle modifiche che intervengono in essa nel corso degli anni. […] {da: Quotidianosanità.it} FUMO. CODACONS: “BALDUZZI PRESENTI DECRETO URGENTE PER AMPLIARE DIVIETI” L arichiesta dopo “l’esemplare” decisione dell’Alta corte australiana che stabilisce l’obbligo di pacchetti di sigarette “anonimi”. Oltre ai pacchetti “no logo”, il Codacons chiede a Balduzzi di vietare il fumo anche nei parchi, nelle aree aperte degli ospedali, nei cortili delle scuole e nelle auto. {da: Quotidianosanità.it} CASTA, MEDICI GRATIS PURE DI NOTTE Al Senato l’ambulatorio con pronto soccorso è aperto 24 ore su 24 e ci costa 700 mila euro l’anno. E ora i partiti litigano per piazzare i loro medici F orse non tutti sanno che in Italia esiste un ambulatorio medico aperto 24 ore al giorno, sette giorni la settimana, 365 giorni all’anno, feste comprese. Ancora più interessante è il fatto che l’accesso è, ancorché esclusivo, gratuito, così come gratuite sono le prestazioni. La sede è a Piazza Madama, proprio accanto all’Aula del Senato. E come se non bastasse c’è anche un servizio di pronto soccorso convenzionato, che opera anch’esso 24 al giorno, 365 giorni all’anno. […] {da: L’Espresso} ELETTRICITÀ. PER I MALATI GRAVI UN BONUS CALCOLATO IN BASE AI CONSUMI Dal prossimo gennaio l’importo sarà collegato al numero delle apparecchiature di supporto vitale in modo da tenere conto le necessità dei malati. Fra le novità anche la possibilità di ottenere il riconoscimento retroattivo del nuovo meccanismo di bonus. Cittadinanzattiva plaude l’iniziativa. C ambia con innovazioni migliorative il bonus a riduzione della bolletta elettrica dei malati gravi che devono utilizzare apparecchiature elettromedicali salvavita. Secondo quando stabilito dall’Autorità per l’energia, infatti, dal prossimo gennaio l’importo del bonus elettrico per di- sagio fisico sarà collegato al livello dei consumi ed al numero delle apparecchiature di supporto vitale, in modo da tenere conto delle specifiche necessità ed esigenze dei malati. Fra le novità positive vi è anche la possibilità di ottenere il riconoscimento retroattivo del nuovo meccanismo di bonus. {da: Quotidianosanità.it} E.C.M.: AGENAS RISPONDE A TUTTI I DUBBI SUL NUOVO SISTEMA DI FORMAZIONE Sul sito dell’Agenas sessantatre domande e sessantatre risposte per fornire a provider, professionisti e aziende sanitarie tutte le informazioni utili sul nuovo sistema di formazione continua in medicina in vigore dallo scorso marzo Q uanti crediti E.C.M. devono essere acquisiti per il triennio 2011-2013. Quali sono gli enti preposti all’accreditamento dei provider? Qual è la differenza tra sponsorizzazione di un evento E.C.M. e reclutamento dei partecipanti? Le risposte a queste e a tante altre domande sono disponibili sul sito dell’Agenas, in una sezione creata per chiarire a professionisti, Aziende e provider tutti i dubbi sul nuovo sistema Ecm in vigore dallo scorso marzo. […]. Ma numerose modifiche comportano numerose doman- 7 http://www.quotidianosanita.it/ {da: lavoro-e-professioni/articolo.php?} articolo_id=10308 REGIONE - SANITÀ: L’ASSESSORE TOMASSONI PRESENTA LA PROPOSTA DI RIFORMA IN COMMISSIONE OLTRE IL LAVORO... A CURA DELLA REDAZIONE I l Collegio IP.AS.VI. di Perugia continua con l’iniziativa “Oltre il lavoro” volta ad avvicinare i propri iscritti ad eventi culturali di vario genere. Tutte le riduzioni sul prezzo dei biglietti sono ottenibili esibendo semplicemente il Tesserino d’Iscrizione del Collegio IP.AS.VI. di Perugia al momento dell’acquisto o dichiarandone il possesso in fase di prenotazione (in caso di smarrimento del proprio tesserino contattare la segreteria del Collegio). Per ottenere informazioni sulla natura della convenzione contattare direttamente la struttura di riferimento. Le strutture con cui sono state attivate convenzioni sono: THE SPACE CINEMA “Gherlinda” CORCIANO (Pg) http://www.thespacecinema.it Tel. 892111 (no prefisso) TEATRO STABILE DELL’UMBRIA “Teatro Morlacchi” PERUGIA www.teatrostabile.umbria.it Tel. 075.575421 TEATRO STABILE DELL’UMBRIA “Teatro Clarici” FOLIGNO (Pg) http://www.politeamaclarici.it Tel. 0742.352232 TEATRO LYRICK Assisi (Perugia) http://www.lyrick.it Tel. 075.8044359 AMICI DELLA MUSICA Fondazione Perugia Musica Classica PERUGIA http://www.perugiamusicaclassica.com Tel. 075.572 2271 PALESTRA “VIRGIN” PERUGIA http://www.virginactive.it Tel. 800914555 (numero verde) L ’assessore regionale Franco Tomassoni è intervenuto alla riunione congiunta di Prima e Terza Commissione del Consiglio regionale, svoltasi questa mattina a Palazzo Cesaroni e dedicata all’illustrazione della proposta di riforma dell’ordinamento del sistema sanitario regionale. Il disegno di legge della Giunta scaturirebbe dalla necessità di: semplificare l’architettura istituzionale del sistema sanitario regionale, riducendo il numero delle Asl e integrando le Aziende ospedaliere per evitare conflittualità che danneggiano i pazienti; rivedere la distribuzione dei finanziamenti alle Asl e alle aziende ospedaliere, valutando costi e fabbisogno standard; rafforzare il ruolo dell’assessorato nella programmazione della sanità regionale, spesso geprofessioneinfermiereumbria2/12 ilcollegioinforma de. Per chiarire tutti i dubbi sul sistema e le sue nuove regole l’Agenas ha quindi creato una sezione FAQ che, attraverso la semplice formula “domandarisposta”, permette di conoscere cosa è il sistema E.C.M. e cosa prevedono le nuove regole. 8 ilcollegioinforma stita a livello locale, per renderla più organica, funzionale ed efficiente nel controllo del raggiungimento degli obiettivi. […] L’esponente dell’Esecutivo di Palazzo Donini ha evidenziato che la scelta di accorpare le quattro Asl attuali in due sole aziende sanitarie è stata determinata da quanto avvenuto in altre realtà: nelle Marche, ad esempio, la creazione di una sola azienda regionale avrebbe determinato la creazione di ulteriori sotto zone e quindi una complicazione del sistema invece di una sua semplificazione. “Gli studi effettuati in materia – ha riportato Tomassoni avrebbero determinato in quattrocentocinquantamila abitanti la quota ottimale di popolazione da ricomprendere sotto ciascuna Asl. Senza contare che una unica Asl regionale avrebbe comportate l’accentramento nelle mani di un solo direttore di un potere economico e politico enorme. Per quanto riguarda gli ospedali di Perugia e Terni essi resteranno autonomi ma saranno integrati in un sistema unico, superando il paradosso di una sola università con due diversi corsi di laurea in medicina. La sinergia col sistema sanitario regionale è comunque positiva, dato che è da lì che usciranno i medici del futuro e quello è il luogo di ricerca e innovazione”. Gli ospedali che non sono costituiti in Aziende ospedaliere, dislocati in un’unica Azienda Unità sanitaria locale sono accorpati in un unico presidio, con l’obiettivo di assicurare su tutto l’ambito territo- DATABASE PER L’INFERMIERE A CURA DELLA REDAZIONE È necessario un ulteriore impegno nella formazione degli Infermieri che attualmente soffre di “incrostazioni” determinate da vecchi schemi culturali: è ora che alla formazione degli infermieri venga riconosciuta una specificità che non può essere confusa né subordinata a quella medica. Ed è per questo che diviene indispensabile aumentare significativamente, a livello accademico, il numero dei professori infermieri. In questa logica si orienta il contributo della Federazione IP.AS.VI. nel rendere gratuito ed accessibile ai 420.000 infermieri l’accesso al database che raccoglie la maggior parte della letteratura scientifica infermieristica internazionale. Il video può essere visto in streaming sul portale della Federazione IP.AS.VI. (Tratto dall’intervista di Cesare Fassari ad Annalisa Silvestro) riale livelli adeguati ed uniformi di qualità e sicurezza delle prestazioni e di funzionalità dei servizi. Restano presidi ospedalieri autonomi gli ospedali sede di Dipartimento per l’emergenza ed urgenza. Il nuovo ordinamento del sistema – si legge nella relazione alla legge - migliorerà l’integrazione tra l’ospedale e il territorio. […]. Sono previste inoltre riqualificazione e riorganizzazione della rete ospedaliera attraverso la ridefinizione del ruolo degli ospedali esistenti (da considerarsi quali nodi di una rete integrata di servizi ospedalieri), con l’identificazione dei presidi ospedalieri sede del sistema di emergenza urgenza e quelli accorpati in unico presidio; il rafforzamento della rete territoriale, nella quale vanno potenziate le sue componenti di base, specialistiche, di residenzialità e domiciliarità, (assistenza domiciliare, assistenza domiciliare integrata e le cure palliative), mediante la riqualificazione organizzativa dei Distretti e la promozione dell’istituzione delle Case della Salute; il miglioramento dell’integrazione tra ospedale e territorio garantendo l’effettiva presa in carico dei pazienti dimessi dalle strutture ospedaliere con conseguente potenziamento del percorso di dimissioni protette”. Viene poi prevista la costituzione della “Conferenza dei sindaci” […]che garantisce la concertazione e la cooperazione tra l’Unita sanitaria locale e gli Enti locali. […]. {da: umbrialeft.it 19-9-2012} 9 INCONTRI ITINERANTI DI STUDIO IN-FORMAZIONE CON IL COLLEGIO Introduzione llo scopo di avvicinare il Collegio, e i rappresentanti del Consiglio Direttivo, ai colleghi iscritti, si è ritenuto opportuno organizzare un incontro itinerante nel quale affrontare in maniera interattiva (forma dibattimentale) i contenuti relativi al concetto di miglioramento della qualità del servizio reso all’utenza, anche attraverso l’analisi dei contesti strutturali ed organizzativi della rete dei servizi territoriali, provinciali e regionali. Confidiamo dunque nella capacità dei colleghi di cogliere questa occasione di confronto per un arricchimento della dialettica interna professionale che favorisca, oltre all’arricchimento di conoscenze individuali, anche la definizione di percorsi strategici che il collegio possa porre in atto in maniera mirata, per conto e su indicazione dei propri iscritti. 17.30 - 18.30 Il contributo degli iscritti: la parola ai partecipanti A Programma 14.30 - 15.00 Registrazione dei partecipanti professioneinfermiereumbria2/12 18.30 - 19.00 Chiusura dei lavori e valutazione dell’apprendimento Date e sedi Corso itinerante della durata di quattro ose secondo il seguente calendario: 15.00 - 15.30 La professione infermieristica in Umbria – P. RIGANELLI 15.30 - 17.30 Contributo del Collegio IP.AS.VI. allo sviluppo della professione infermieristica edella qualità dell’assistenza – P. RIGANELLI – L. FONTETROSCIANI – S. DE SANTIS – M. BERNARDINI – S. CEPPI – N. MARINELLI 17 ottobre 2012 PANTALLA Sala Riunioni Ospedale Media Valle del Tevere 7 novembre 2012 GUBBIO Auditorium Ospedale di Gubbio e Gualdo Tadino 15 novembre 2012 SPOLETO Sala Convegni “Palazzina Micheli” Ospedale di Spoleto ilcollegioinforma A CURA DELLA REDAZIONE 10 ilcollegioinforma ANCORA SUI CERTIFICATI... DI MARIO BERNARDINI I l nostro Collegio è da sempre sostenitore dell’autocertificazione, prevista da leggi non recenti (la prima addirittura del 1968) e continuamente riproposta e ampliata. L’ultima, in ordine di tempo, entrata in vigore il 1 gennaio 2012, prevede che da tale data gli uffici pubblici e i gestori di pubblici servizi non solo non possano richiedere certificati ai cittadini e imprese, ma addirittura ne vieta il rilascio se tali certificati devono essere presentati ad un altro ufficio della pubblica amministrazione. Il certificato può essere rilasciato solo nel caso che debba essere utilizzato o presentato nell’ambito di rapporti tra privati (ad esempio tra il cittadino e la banca). Per questo, sui certificati rilasciati dal 1 gennaio 2012 (anche su quelli di iscrizione all’Albo) è obbligatoria la dicitura “Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della Pubblica Amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi”. Senza quest’ultima dicitura le certificazioni sono nulle, e il rilascio di certificati che ne sono privi costituisce violazione dei doveri di Ufficio, con sanzioni nei confronti del dipendente responsabile del rilascio, che potrebbe anche vedersi tagliare la parte della retribuzione legata alla produttività. Questo significa che gli uffici pubblici debbono (alla data odierna dovrebbero già averlo fatto) provvedere a dotarsi di strumenti idonei a reperire le informazioni a loro necessarie e a controllare le autocertificazioni dei cittadini. In pratica un ordine perentorio: “Procuratevi da soli i certificati che vi servono”. Un vero colpo alla burocrazia e alla vessazione dei cittadini da parte della pubblica amministrazione, di cui, fino ad ora, abbiamo pagato i costi, diretti ed indiretti. La stessa legge prevede che ogni amministrazione dovrà avere un ufficio responsabile per tutte le attività volte a gestire, garantire, implementare e verificare la trasmissione dei dati richiesti, o l’accesso diretto agli stessi da parte delle amministrazioni precedenti. Gli effetti pratici sono evidenti: i cittadini e le imprese non dovranno più affannarsi a reperire e presentare i certificati (citiamo ad esempio quelli di nascita, residenza, agibilità delle abitazioni, atto costitutivo di azienda, certificati scolastici, iscrizioni in albi o elenchi, e quest’ultimo ci interessa molto da vicino). Acercarli ed a acquisirli dovrà pensare la pubblica amministrazione, che provvederà anche a controllare la veridicità delle autocertificazioni. E con un grosso sospiro, aggiungiamo, “era ora”. A questo punto, un appello e un invito a tutti i cittadini e agli iscritti, per sfruttare appieno questo istituto normativo: se qualcuno ancora vi richiedesse certificati, opponete un netto rifiuto, richiamandolo alla normativa vigente, peraltro assai severa. " 16 novembre 2012 FOLIGNO Sala “Alesini” Ospedale Foligno 20 novembre 2012 PASSIGNANO SUL TRASIMENO Sala Consiliare Comunale 21 novembre 2012 PERUGIA Aula Grande Blocco “L” Piano 1 Azienda Ospedaliera Perugia 23 novembre 2012 CITTÀ DI CASTELLO Sala Convegni “Coli” Presidio Direzione Sanitaria Ospedale Città di Castello Informazioni generali Idestinatari dell’evento formativo sono Infermieri, Assistenti Sanitari, Vigilatrici d’Infanzia ed Infermieri Pediatrici iscritti al Collegio IP.AS.VI. della provincia di Perugia in regola con il pagamento delle quote d’iscrizione. È stata inoltrata la richiesta di accreditamento alla Commissione E.C.M. La partecipazione al convegno è gratuita. Modalità d’iscrizione L’iscrizione verrà effettuata in sede di registrazione. Segreteria Segreteria scientifica e organizzativa: Collegio IP.AS.VI. Perugia Via Manzoni, 82 Ponte San Giovanni (Pg) Tel. e fax 075.5997832 [email protected] 11 LO SPORTELLO PER LA LIBERA PROFESSIONE i è attivato presso il Collegio IP.AS.VI. lo sportello d’ascoltoper la libera professione dove è possibile porre quesiti in merito all’esercizio della professione. È un’opportunità anche per creare un inizio di rete tra i liberi professionisti in modo da iniziare a intravedere una possibilità di dialogo tra professionisti, a volte dandosi un aiuto. Lo scenario della libera professione è in continuo cambiamento e questo porta sempre più a richiedere informazioni e a creare servizi da parte dei Collegi IP.AS.VI. che diano risposte adeguate sia su realtà regionali che nazionali. L’attività dello sportello può dar risposte ad alcune problematiche quali ad esempio: S # # # # # # # non chiarezza dei campi d’azione della libera professione; campi d’azione per l’esercizio della libera professione; apertura di nuovi ambulatori infermieristici; chiarimenti riguardo gli aspetti legislativi e fiscali; responsabilità; problemi e utilizzo della cassa previdenza ENPAPI; inserimento colleghi stranieri; professioneinfermiereumbria2/12 difficoltà di esercizio per alcuni liberi professionisti individuali; # difficoltà nel stipulare un contratto; # sviluppo della cultura pensionistica con avvicinamento alla contribuzione complementare; # nuovi progetti e nuove aree di sviluppo. # L’attività dello sportello da l’opportunità di conoscere nuovi colleghi e ad interagire con loro anche al di fuori dell’orario di sportello. Lo sportello d’ascolto avrà le seguente date: # # # # # # scambi di esperienze lavorative; contatto coi neo-diplomati con inserimento nel modo del lavoro; profilo professionale proprio e delle altre figure professionali; disagio lavorativo da parte di colleghi lavoratori dipendenti che vedevano la libera professione come un’isola felice; libera professione e lavoro dipendente: rapporti e difficoltà coi colleghi; ostacoli da parte di alcune aziende ospedaliere per i lavoratori a parte-time; 18 settembre (già svolto) dalle 16,30 dalle 18,30 Sig. ra MARIA SPIZZICA 26 ottobre dalle 16,30 dalle 18,30 Sig.ra ANNA PADOVAN 20 novembre dalle 16,30 dalle 18,30 Sig. ra MARIA SPIZZICA 21 dicembre dalle 16,30 dalle 18,30 Sig.ra ANNA PADOVAN Coloro che sono interessati al servizio possono contattare la segreteria del Collegio. ilcollegioinforma A C U R A D I A N N A M A R I A PA D O V A N , M A R I A S P I Z Z I C A 12 ilcollegioinforma A CURA DELLA REDAZIONE PEC: POSTA CERTIFICATA l Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 maggio 2009 stabilisce che, a ciascun cittadino che ne faccia richiesta, il “Dipartimento per la digitalizzazione della PA e per l’innovazione tecnologica” assegni a titolo non oneroso un indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC), da utilizzare per tutte le comunicazioni con la Pubblica Amministrazione. Gli infermieri, come tutti i professionisti sanitari, sono obbligati ad averne una ed a comunicarnel’indirizzo al proprio Collegio di appartenenza. Attraverso la PostaCertificata (PEC) ogni cittadino può dialogare in modalità sicura e certificata con la Pubblica Amministrazione comodamente da casa o con qualsiasi dispositivo in grado di connettersi ad internet senza recarsi presso gli Uffici della Pubblica Amministrazione per: # richiedere/inviare informazioni alle Pubbliche Amministrazioni; # inviare istanze/documentazione alle Pubbliche Amministrazioni; # ricevere documenti, informazioni, comunicazioni dalle Pubbliche Amministrazioni. dialogare sono disponibili nell’indirizzario delle Pubbliche Amministrazioni attualmente in fase di progressivo completamento. Il servizio PEC: I Le Pubbliche Amministrazioni con cui il cittadino può fornisce tutte le garanzie di una posta elettronica certificata; # permette di dare ad un messaggio di posta elettronica la piena validità legale nei casi previsti dalla normativa; # garantisce data e ora riferiti all’accettazione e alla consegna del messaggio e l’integrità del contenuto trasmesso. # EVENTI FORMATIVI A CURA DELLA COMMISSIONE COMUNICAZIONE A ll’interno del sito Internet del Collegio (www.ipasviperugia.it ) è possibile trovare l’elenco di tutti i corsi organizzati, dall’anno 2008 a tutt’oggi. L’elenco si trova nel menù aggiornamento professionale sotto la voce eventi formativi; in esso è possibile reperire tutte le informazioni sul corso d’interesse (data, titolo e luogo dell’evento), i crediti E.C.M. erogati, le modalità di ritiro degli attestati di partecipazione e le relative certificazioni E.C.M. Nello stesso menù, sotto la voce altri eventi, è possibile inoltre individuare gli eventi formativi cui il Collegio ha concesso il patrocinio " Il sistema di PEC consente soltanto le comunicazioni tra Cittadino e Pubblica Amministrazione o tra le diverse Pubbliche Amministrazioni, non permette invece il passaggio di informazioni tra Cittadino e Cittadino. La richiesta è gratuita e la procedura per ottenerla può essere consultata presso il sito:www.postacertificata.gov.it. Al 31 agosto 2012 le caselle PEC attivate gratuitamente sono state 1.311.634. Una volta attivata contattare il Collegio (via telefono o mail) per farla inserire nel proprio fascicolo personale. 13 INFERMIERE, DOTTORE MAGISTRALE SCIENZE INFERMIERISTICHE ED OSTETRICHE - A.C.U.T.I. AZIENDA OSPEDALIERA DI PERUGIA DISPENS@TORE DI STIMOLI INFERMIERISTICI lerubriche DI GIAN DOMENICO GIUSTI BLOCKNOTES L a documentazione è una delle parti integranti della attività infermieristica; attraverso la trasmissione delle informazioni c’è la possibilità di garantire la continuità assistenziale, favorire la sicurezza dell’assistito e dell’operatore, grazie al percorso terapeutico che è chiaro e condiviso. Permette il monitoraggio degli esiti, sostiene il miglioramento continuo indirizzando la formazione la ricerca e soprattutto fornisce le basi per la corretta comunicazione tra i vari professionisti. La documentazione clinica non può sostituire il momento di trasmissione delle informazioni orali (“consegne”); questo momento che riveste un preciso obbligo legale di presa in carico del paziente da parte degli operatori, consente al personale sanitario di effettuare un debrifing dell’attività svolta e di come questa procederà. L’attività delle consegne richiede un tempo diverso a seconda della complessità della struttura di lavoro (che varia in base alle condizioni cliniche dell’assistito ed il livello di dipendenza, il livello di standardizzazione delle attività…), e degli aspetti strutturali (rapporto tra assistiti ed operatori, ricchezza dei sistemi infor- mativi…). Esse vengono spesso trasmesse con una sovrapposizione nella turnazione tra gli operatori che terminano il loro periodo di lavoro e quelli che lo iniziano per garantire comunque la corretta prosecuzione delle cure e del percorso diagnostico terapeutico. L’informatizzazione sanitaria e lo sviluppo delle tecnologie a basso costo, sta permet- controllo del giusto farmaco al corretto paziente; rilevazioni parametri vitali configurabili dall'utente; gestione del bilancio idrico, con apporto infusionale automatico; cartella assistenziale con pianificazione interventi; personalizzabilità dei protocolli (per esempio gestione lesioni da decubito); scheda di accertamento infermieristico; diario infermieristico completamente personalizzabile. @ professioneinfermiereumbria2/12 la frase Il nuovo conta solo se si prova che è meglio di quel che c’era prima. Ezekiel Emanuel NYT 27.05.2012 Va’ Pensiero 527 www.pensiero.it tendo l’inserimento di strumenti elettronici per trasmettere le informazioni. L’uso della documentazione integrata informatizzata permette una rapida comunicazione tra i vari operatori, inoltre i software utilizzati per le cartelle permettono di avere sempre sotto controllo: gestione della somministrazione e dei prelievi; La documentazione informatizzata presenta però alcune criticità, innanzitutto necessita di conoscenze informatiche, anche se veramente basilari da parte di tutti gli operatori; questo comporta che molto tempo deve essere dedicato alla formazione ed all’utilizzo della documentazione stessa, che può sottrarre tempo ad attività considerate più impellenti. Il Decreto Legislativo 5/2012 approvato nel febbraio 2012 ha reso obbligatorio per tutte le strutture ospedaliere iniziare il percorso di informatizzazione che porterà alla creazione della Cartella Clinica Elettroni- 14 lerubriche ca (o Fascicolo sanitario personale), l’obiettivo è di avere uno strumento per acquisire, aggiornare e consultare in tempo reale tutte le informazioni relative al paziente; condividere velocemente le informazioni fra tutti gli operatori sanitari; effettuare ricerche statistiche e analisi sui dati dei pazienti; unificare e standardizzare le procedure operative del sistema ospedaliero, questo documento conterrà: identificazione del paziente: nome, cognome, indirizzo ecc.; registrazione dei documenti legati all’ammissione: documento di riconoscimento e tessera sanitaria registrazione della terapia in corso; linee guida per la prevenzione e il mantenimento dello stato di salute; descrizione delle malattie e della sue cause; prescrizioni di farmaci, terapie in atto, ecc.; fattori di rischio preesistenti nel paziente; lettera di dimissione; agenda dei controlli medici; terapia stabilita dal medico curante; sistemi di supporto alla decisione per la diagnosi e la terapia dei pazienti; valutazione e gestione dei rischi per ogni paziente La Commissione Europea ha approvato delle linee guida che gli stati membri dovranno rispettare e garantire dal momento che adotteranno la Cartella Clinica Digitale nel proprio SSN: utilizzare i dati sensibili sulla salute dei pazienti e degli assistiti solo per scopi ad essa legati con l’obbligo della segretezza e della Privacy del paziente; rispettare la decisione autonoma del paziente su come e dove i dati devono essere usati; possibilità di ogni paziente di accedere al suo fascicolo, cartella clinica, tramite card elettronica mentre per gli operatori sanitari sarà necessario un sistema di autenticazione che identifichi anche il loro ruolo; possibilità di accesso alla cartella clinica digitale solo dagli operatori sanitari coinvolti in quel momento nella cura del paziente; utilizzare i dati del paziente solo per ricerche scientifiche e ricerche statistiche; possibilità del medico di scegliere se registrare i dati del INFORM@ZIONI Indirizzo e-mail dell’autore a cui potersi rivolgere per informazioni: [email protected] paziente su una banca dati delocalizzata, banca dati centrale, o se gestire questo servizio sotto il controllo del paziente; i dati raccolti sullo stato di salute del paziente, dovranno essere suddivisi per moduli come per esempio vaccino, pronto soccorso, medicazioni, e saranno accessibili solo dal personale coinvolto al momento della cura. Previste ulteriori restrizioni per dati particolarmente sensibili su Hiv, aborto o malattie psichiatriche; possibilità di trasferire i dati dei pazienti a istituzioni mediche extra Ue solo in forma anonima o con pseudonimo; adozione di sistemi di sicurezza per garantire l’accesso solo a persone autorizzate; garantire la trasparenza mediante notifiche e informative. La cartella clinica elettronica raccoglierà e descriverà tutti gli eventi e la storia sanitaria di una persona, relativi alla sua interazione con una struttura sanitaria, questi dati, inoltre, possono essere condivisi da altri ospedali se ci si recherà in un altro Comune o città o semplicemente se si farà un controllo presso un’altra struttura convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale. " Per maggiori informazioni - www.salute.gov.it - http://www.salute.gov.it/imgs/ C_22_AttivitaMattoni_22_documenti_documento_0_fileAllegato.pdf 15 DOTTORE MAGISTRALE IN SCIENZE INFERMIERISTICHE ED OSTETRICHE, POSIZIONE ORGANIZZATIVA SICUREZZA E RISK MANAGEMENT, AZIENDA OSPEDALIERA DI PERUGIA PREVENIRE GLI ERRORI, IMPARARE DAGLI ERRORI IL SAFETY WALK ROUND COME STRUMENTO PER MIGLIORARE LA SICUREZZA DELLE CURE Introduzione a promozione della qualità delle cure e conseguentemente della sicurezza dei pazienti richiede un approccio sistematico e l’adozione di metodi e strumenti diversificati, in relazione agli scopi specifici e al contesto socio-culturale ed organizzativo. Però un aspetto fondamentale è che tutti gli operatori del sistema siano direttamente coinvolti e possano interagire sinergicamente. A tal riguardo una metodologia ancora poco diffusa in Italia ma considerata molto efficace in altri Paesi è il Safety Walk Round, che è stata illustrata nel 2004 in forma sistematica da Allan Frankel, un medico americano. Egli sosteneva che le informazioni raccolte durante i walk round, appropriatamente elaborate, avrebbero potuto orientare i cambiamenti necessari per rendere il sistema sicuro, attraverso il circolo virtuoso “informazioni – analisi – azioni – feedback”. Ciò avrebbe impegnato la dirigenza ad assumere specifiche responsabilità in merito ed educato nel contempo gli ope- L professioneinfermiereumbria2/12 ratori a perseguire il miglioramento continuo, tipico dei sistemi di gestione della qualità. Pertanto tale metodologia è particolarmente importante perché vede il coinvolgimento della direzione aziendale e degli ope- la frase Il movimento per la sicurezza dei pazienti cerca di sviluppare una cultura in cui ciascun individuo, sia che riceva o che fornisca cura, si preoccupi della sicurezza, sia in grado di valutare il proprio ambiente rispetto ai rischi e sia incoraggiato e premiato ad introdurre i cambiamenti necessari. (FRANKEL e coll., 2004) ratori dell’unità operativa interessata, ma può coinvolgere anche i pazienti e i loro familiari. È una metodica facilmente applicabile e può portare notevoli vantaggi, in quanto dà la possibilità di individuare valide azioni migliorative, soprattutto perché suggerite direttamente dalle persone coinvolte. Quando sono gli operatori a fornire le risposte alle criticità: il Safety Walk Round come strumento per migliorare la sicurezza delle cure. Il Safety Round: cos’è? Il Safety Walk Round (SWR) è una tecnica di risk assessment che consiste nella raccolta di informazioni per la sicurezza dei pazienti presso i dirigenti e gli operatori di una unità operativa. In italiano può essere tradotto come “giro per la sicurezza”. Si realizza attraverso l’effettuazione, da parte di esperti in rischio clinico ed esponenti della dirigenza aziendale, di una visita ad una unità operativa. Durante tale visita vengono effettuate delle interviste agli operatori, singolarmente o in gruppo, finalizzate ad identificare i rischi attuali o potenziali che possono portare ad eventi avversi per i pazienti e le misure che potrebbero essere utilmente introdotte per prevenirne l’accadimento. Sulla base delle informazioni acquisite vengono identifica- lerubriche DI MARCO ZUCCONI 16 lerubriche INFERMIERI DI BORDO A CURA DELLA REDAZIONE Libretto di navigazione a federazione IP.AS.VI., in collaborazione con il Ministero della Salute, Ufficio III° della Direzione Generale della Prevenzione, ha richiesto una ricognizione sui colleghi in possesso di Libretto di navigazione, quindi abilitato ad inbarcarsi quale “Infermiere di bordo”, non esistendo, attualmente, nessun elenco pubblico consultabile dalle istituzioni o dalle compagnie di navigazioni, per ricercare personale infermieristico da impiegare a bordo di navi passeggeri nazionali. L Un vero e proprio database Si vuole, in tale modo, istituire un vero e proprio database dei professionisti infermieri abilitati all’imbarco, consentendo tra l’altro, anche una migliore attività di vigilanza in merito al possibile impiego su navi italiane di infermieri non in possesso dei titoli necessari o non iscritti all’Albo. Si invitano pertanto i colleghi che fossero in possesso del “libretto di navigazione” di comunicarlo al Collegio. Per ulteriori informazioni Per ulteriori informazioni, visionare il lnk: www.ipasvi.it/attualita/infermiere-di-bordo-parte-il-censimento-dei-professionisti-abilitati-all-imbarco-id594.htm. te, valutate ed introdotte coerenti misure preventive per migliorare la sicurezza dei pazienti, alcune delle quali possono essere assunte direttamente nelle unità operative, mentre altre possono richiedere decisioni a livelli dirigenziali superiori. Il metodo consente a dirigenti ed operatori di confrontarsi, sia durante le visite che nelle fasi successive di discussione sui dati raccolti, nonché durante l’implementazione delle azioni, favorendo i processi comunicativi. Il SWR consente la valutazione delle vulnerabilità del sistema e l’adozione, anche in tempi brevi, di misure preventive e, nello stesso tempo, favorisce il reciproco impegno degli operatori e dei dirigenti nell’attuare miglioramenti per lo sviluppo di una cultura della sicurezza responsabile, basata anche sull’incremento della qualità dell’assistenza e delle cure erogate. Come si applica il Safety Round:? Per l’introduzione del SWR in una organizzazione sanitaria, è necessario che questo metodo sia inserito in una politica aziendale/regionale che considera la sicurezza una priorità e che, pertanto, sia identificato come uno strumento fra quelli che l’organizzazione stessa intende utilizzare nel piano della sicurezza e qualità. Non è richiesta necessariamente una cultura della sicurezza già consolidata e diffusa: l’unico requisito importante è la presenza di un modello organizzativo preposto a tale funzione e di personale competente e formato sull’utilizzo di questa tecnica. Un gruppo (4-5 persone) di componenti della di- 17 professioneinfermiereumbria2/12 za averne prima acquisito l’autorizzazione. Le informazioni raccolte tuttavia sono condivise nell’ottica della “no blame culture”. Al fine di massimizzare la funzione del SWR è utile: " Spiegare, precedentemente alla prima effettuazione del SWR (eventualmente in un incontro finalizzato), ai direttori delle unità operative ed ai coordinatori infermieristici le finalità ed i vantaggi, per l’unità operativa stessa e per l’Azienda in generale, di questa tecnica. " Distribuire anticipatamente a tutti gli operatori dell’unità operativa in esame un foglio informativo sugli scopi e le modalità di effettuazione del SWR; " Concordare, in anticipo di almeno una settimana, la data e l’orario della visita per non interferire con l’attività clinica degli operatori; " Fornire riferimenti nel caso gli interessati desiderino avere ulteriori informazioni sul SWR e la sua realizzazione. " Effettuare periodicamente i SWR (almeno una volta all’anno per unità operativa). Oltre alla metodica dell’osservazione diretta della realtà in esame, l’intervista strutturata da effettuare agli operatori può basarsi sulle seguenti domande: 1) Siete stati in grado di seguire i vostri pazienti nel modo più sicuro questa settimana? Se no, perché? 2) Quali sono per voi (nella unità operativa) le tre aree maggiormente problematiche per la vostra pratica lavorativa (con riferimento alla sicurezza del paziente)? 3) Potete descrivere in che mo- 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) do la comunicazione nell’ambito della vostra èquipe operativa può facilitare od ostacolare la qualità e la sicurezza dell’assistenza? Potete descrivere in che modo nella vostra unità operativa si lavora come un team? Ci sono stati quasi eventi che avrebbero potuto provocare danno al paziente (ad esempio preparare un farmaco per un paziente e poi rendersi conto che esso non era quello giusto)? Quando commettete/intercettate un errore, avete la disponibilità/possibilità di discuterne all’interno della vostra unità operativa senza timore? Se sì, con chi? Avete implementato strategie personali per la prevenzione dell’accadimento di possibili errori (ad esempio, aiuti per la memoria o doppio controllo)? Cosa si potrebbe fare per impedire il prossimo evento avverso? Cosa pensate che si potrebbe fare regolarmente nella vostra unità operativa per migliorare la sicurezza del paziente? I vostri pazienti o i loro familiari hanno espresso preoccupazioni riguardo alla sicurezza? Ne avete mai discusso? Quale particolare intervento organizzativo renderebbe il vostro lavoro più sicuro per i pazienti? Come la direzione aziendale può aiutarvi a lavorare meglio? Conclusioni Anche se il SWR si presenta come uno strumento per la promozione della cultura della lerubriche rezione aziendale (es. il Direttore di Presidio e il Dirigente delle Professioni Sanitarie, o loro delegati) ed esperti di rischio clinico, guidati dal Risk Manager aziendale (con una persona incaricata di verbalizzare), effettuano delle interviste con persone presenti nella unità operativa: il direttore di struttura, il coordinatore infermieristico, dirigenti medici, infermieri, operatori di supporto, ecc. Anche i pazienti e i familiari degli stessi possono essere intervistati, ad esempio riguardo il livello di sicurezza delle cure percepito e su eventuali suggerimenti migliorativi per la struttura, scaturiti dall’esperienza di ricovero. La durata del giro, comprendente osservazioni ed interviste, è di circa un ora. Le criticità, raccolte in modo anonimo durante le interviste, dopo essere state integrate con l’osservazione diretta della realtà in esame da parte degli esperti in rischio clinico, vengono inserite in un database ed analizzate dal risk manager e dalla dirigenza della struttura al fine di elaborare un rapporto che viene successivamente reso disponibile a tutto il personale, affinché possa essere discusso in incontri di reparto. Anche i miglioramenti proposti sono analizzati ed utilizzati dal risk manager e dalla dirigenza della struttura affinché, in cooperazione con tutti gli operatori ed in accordo con la dirigenza aziendale, si individuino i miglioramenti da introdurre nella pratica clinica per aumentare la sicurezza dei pazienti. Tutte le informazioni raccolte nel SWR sono confidenziali e nessuno specifico commento viene attribuito ad alcuno sen- la segreteria informa 18 lerubriche DOMANDA DI RINUNCIA DALL’ALBO PROFESSIONALE A CURA DELLA SEGRETERIA icordiamo che, fermo restando l’obbligo dell’Iscrizione all’Albo ai fini dell’esercizio della professione infermieristica (sia in regime di pubblico impiego che di libera professione), la cancellazione dall’Albo comporta la impossibilità di svolgere, a qualunque titolo e in qualunque luogo atti e prestazioni di tipo infermieristico. L’Albo è infatti lo strumento di controllo e vigilanza dello Stato sull’esercizio professionale e con l’iscrizione all’Albo, il Collegio certifica e garantisce, a tutela del Cittadino e delle Strutture Sanitarie, il possesso dei requisiti generali e specifici richiesti per erogare i servizi e prestazioni afferenti all’area di competenza infermieristica. Chi essendo andato in pensione intenda cancellarsi dall’Albo (si ricorda comunque che si può rimanere iscritti) può farlo redigendo richiesta di cancellazione in carta da Bollo da € 14,62 consegnandola personalmente o a mezzo raccomandata presso la segreteria del Collegio entro il 30 Novembre dell’anno precedente a quello a cui si riferisce la richiesta di cancellazione. La domanda va compilata esclusivamente sull’apposito modulo, disponibile in Segreteria o scaricabile dal sito-Internet www.ipasviperugia.it, osservando le indicazioni in esso contenute Si ricorda che la cancellazione sarà possibile solo dopo l’effettivo collocamento in pensione. Le domande che pervenissero oltre la data sopra indicata, non comporteranno la cancellazione per l’anno successivo: pertanto l’iscritto sarà tenuto, anche per l’anno seguente, al pagamento della quota annuale (per es.: la domanda di cancellazione che pervenisse il 20 sicembre 2012 comporterebbe la cancellazione a partire dal 1.1.2014 e quindi il pagamento per l’annualità 2013). R sicurezza ancora poco conosciuto nel nostro Paese, sarebbe auspicabile che venisse introdotto e sviluppato in maniera sistematica. Grazie al contributo degli operatori direttamente coinvolti nel processo assistenziale, permette di raccogliere le criticità organizzative che possono mettere a rischio il paziente e aiuta anche ad analizzare dette criticità in base alla loro frequenza e gravità, individuando le priorità di intervento. Durante la visita il gruppo di esperti può riscontrare di persona alcune situazioni critiche e la sua presenza viene di solito percepita e vissuta dagli operatori come una manifestazione di partecipazione alle problematiche e soprattutto di condivisione dei problemi. Nel corso del SWR, inoltre, possono essere già identificate e discusse possibili misure da assumere per il miglioramento della sicurezza dei pazienti. La letteratura internazionale evidenzia che nelle strutture nelle quali vengono effettuati regolarmente SWR, l’impegno degli operatori per la sicurezza aumenta e i risultati sul clima organizzativo facilitano lo sviluppo della qualità e la ricerca di un consenso nella scelta degli ambiti da migliorare. In tal modo viene rafforzata la consapevolezza sia dell’importanza delle azioni individuali, sia del senso di appartenenza ad una organizzazione sanitaria. # Bibliografia FRANKEL A., Patient safety leadership walk rounds,IHI, Boston (USA), 2004. AA.VV.,Il Safety Walk Round come strumento di risk assessment: la prima esperienza italiana, Igiene e Sanità Pubblica, maggio-giugno: 65, 2009. Ministero della Salute, Safety Walk Round - Manuale, 2012. 19 DOTTORE MAGISTRALE IN SCIENZE INFERMIERISTICHE ED OSTETRICHE, POSIZIONE ORGANIZZATIVA RESPONSABILE DELLA QUALITÀ E COMUNICAZIONE, AZIENDA OSPEDALIERA DI PERUGIA L’INFERMIERE E LE BUONE PRATICHE N egli ultimi decenni la professione infermieristica e tutta la sanità ha subito notevoli cambiamenti. Gli infermieri hanno l’obbligo di svolgere la propria professione utilizzando la formazione di base e post-base continua per ottenere il “migliore risultato assistenziale perseguibile”. Secondo il D.M. 739/94 l’infermiere: pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico; dal Codice Deontologico si può desumere che: “L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiornate, così da garantire alla persona le cure e l’assistenza più efficaci”. L’agire professionale si basa sulle competenze che sono il risultato di conoscenze, abilità ed esperienza. Le conoscenze variano in base ai risultati della ricerca clinica. Un esercizio professionale che tenga conto dei principi e delle indicazioni dell’Evidence Based Practice è oggi un imperativo di tutti i professionisti sanitari. Alcuni strumenti messi a disposizione del professionista per applicare nella pratica di tutti i giorni i risultati della ricerca sono rappresentati dalle linee guiprofessioneinfermiereumbria2/12 da, le procedure e le istruzioni operative utili , anzi indispensabili, all’infermiere per erogare la migliore assistenza possibile. Cosa sono le linee guida? Le linee guida sono raccomandazioni di comportamen- la frase La qualità dell’assistenza sanitaria è il grado in cui i servizi sanitari per i singoli e le popolazioni aumentano la probabilità di avere gli esiti di salute desiderati e corrispondono a conoscenze professionali aggiornate. (Institute of Medicine. A strategy for quality assurance) to clinico, prodotte attraverso un processo sistematico, coerenti con le conoscenze sul rapporto costo/beneficio degli interventi sanitari, per assistere sia i professionisti sanitari che i pazienti nella scelta delle modalità di assistenza più appro- priate in specifiche circostanze cliniche. Le linee guida nazionali e internazionali vengono “adattate” a livello locale tenendo conto del contesto organizzativo in termini di vincoli, risorse, livello di competenza dei professionisti preferenze degli utenti. L’adattamento locale consente la definizione condivisa di criteri e indicatori e l’identificazione di standard di riferimento, negoziabili in relazione alle risorse disponibili. Cosa sono le procedure? Sono disposizioni scritte che disciplinano le attività/processi fornendo le regole fondamentali relative alle stesse. Anche Il Modello di Accreditamento, come altri modelli gestionali prevede la definizione di procedure come strumenti con cui le strutture sanitarie rendono “il più possibile oggettivo, sistematico e verificabile lo svolgimento delle attività. Cosa sono le istruzioni operative? Sono documenti che descrivono molto nel dettaglio quello che è necessario fare in de- lerubriche D I R O S I TA M O R C E L L I N I 20 lerubriche terminate situazioni, sono necessarie quando: gli operatori cambiano spesso, in fase di addestramento per mantenere memoria dell’esperienza quando l’attività è a rischio e non si possono commettere errori. In sintesi tutti questi documenti a cosa servono? trasferire nella pratica clinica le informazioni scientifiche disponibili facendone una sintesi; ridurre la variabilità di comportamento degli operatori; facilitare l’integrazione operativa tra professioni diverse. Quali sono le competenze principali per costruirele procedure? Definiamo le principali tappe: 1) Trasformare un problema assistenziale (argomento della procedura) in un quesito rilevante e specifico per cui andare a ricercare le evidenze scientifiche disponibili; 2) Conoscere le principali banche dati e riviste primarie, secondarie, specialistiche e le strategie di ricerca più efficaci; utilizzare le fonti informative in base a criteri di convenienza, rilevanza assistenziale e validità scientifica; 3) Conoscere la metodologia della ricerca clinica e la gerarchia dei disegni di studi: studi randomizzati controllati (RCT), revisioni sistematiche, studi di coorte, studi caso controllo, studi qualitativi; RIFERIMENTI COLLEGIO A CURA DELLA REDAZIONE Collegio IP.AS.VI. della provincia di Perugia Via Manzoni, 82 06135 - Ponte San Giovanni (Perugia) Telefono/fax 075.5997832 e-mail: [email protected] I Posta certificata [email protected] Presidente Dott. Riganelli Palmiro) [email protected] Rivista infermieristica professioneinfermiereumbria@i pasviperugia.it Orario di apertura al pubblico Martedi 15:30 – 18.00 Giovedi 11:00 – 12.30 Venerdi 15:30 – 18.00 4) Valutare l’appropriatezza del disegno di studio in relazione al quesito clinico; 5) Dopo aver scelto gli studi reperiti è necessario leggerli criticamente utilizzando strumenti standardizzati quali le griglie di valutazione. Lo scopo della valutazione critica degli studi , è quello di riconoscere se uno studio sia ben fatto dal punto di vista della metodologia scientifica (validità interna) e se i risultati dello studio possono essere applicati nel proprio setting operativo (validità esterna-fattibilità). 6) Trovare le soluzioni in situazioni di incertezze scientifiche (aree grigie). Se alcuni passaggi della procedura non sono supportati da studi scientifici, sarà il consenso degli esperti ad esprimere la migliore pratica da adottare. L’importante è documentare ogni passaggio della procedura; 7) Individuare gli indicatori di processo e di esito. Nella stesura di procedure e protocolli è fondamentale, ma non sempre semplice, trovare degli indicatori di qualità che permettano di valutare la qualità dell’assistenza erogata edi trarre le indicazioni per migliorarla. 8) Definire le modalità di provata efficacia per l’implementazione della procedura nel proprio setting operativo. A questo punto del percorso possiamo elaborare la procedura. Dal prossimo numero, in questa rubrica, saranno presentate le principali raccomandazioni per la buona pratica infermieristica estratte da procedure e/o protocolli operativi che rappresentano l’adattamento locale di linee guida nazionali e/o internazionali su specifiche circostanze cliniche. ! Bibliografia Piano Nazionale Linee Guida (PNLG). www.pnlg.it, “Come produrre, diffondere e aggiornare raccomandazioni per la pratica clinica”, Manuale metodologico. BECCASTRINI S., GARDINI A., TONELLI S., Piccolo Dizionario della Qualità, Centro Scientifico Ed., 2001. 21 INFERMIERA ESPERTA IN EBN UNA VISIONE CRITICA DELL’EBN: ANALISI DI UN’ARTICOLO L’USO DEL PARACADUTE PER PREVENIRE LA MORTE O TRAUMI GRAVI IN RELAZIONE ALLA FORZA DI GRAVITÀ: REVISIONE SISTEMATICA DI RCT L’articolo che vorrei proporvi in questo numero di “Tra il dire e il fare” è stato pubblicato nel 2003 dall’autorevole rivista BMJ e immagino abbia avuto un impatto particolare sull’audience solo a partire dal titolo. Chi mai metterebbe in discussione l’uso di un paracadute per il lancio da un aereo? Deve per forza esserci una motivazione nemmeno troppo sottile per effettuare una revisione definita sistematica, per un argomento del genere. Vediamo di arrivare insieme a una conclusione sensata. obiettivo dello studio è quello di determinare l’efficacia dell’uso del paracadute per prevenire la morte o traumi gravi in relazione alla forza di gravità. Come suggerisce il titolo i ricercatori hanno fatto una revisione sistematica di RCT utilizzando le più note Banche Dati (Medline,Web of Science, Embase, and the Cochrane Library ). Sono stati selezionati gli studi che mostravano l’effetto dell’uso del paracadute durante una caduta libera. Questa revisione è stata condotta secondo le linee guida del QUOROM (quality of reporting of meta-analyses) usando come parola chiave “parachute” e “trial” e non restringendo la ricerca in base alla lingua ma ai lanci da un’altezza superiore ai 100 metri. Hanno compreso l’uso di pa- L’ professioneinfermiereumbria2/12 racaduti automatici o manuali, mentre hanno escluso quegli studi che non presentavano il gruppo di controllo. I ricercatori hanno usato come strumento di valutazione statistica la Manthel-Haenszel per accertare l’eterogenicità dei gruppo e la sensibilità degli studi. Sono stati eseguiti test di Egger e Begg per un’analisi quantitativa dei possibili bias di pubblicazione. Per le analisi statistiche è stato usato il software Stata 7.0. La strategia dei ricercatori sopra riportata non ha permesso di evidenziare nessun RCT che rispondesse ai criteri menzionati. Discussione Traduzione dell’articolo originale L’uso del paracadute per prevenire la morte o traumi gra- traildireeilfare DI SANDRA SANSOLINO 22 traildireeilfare vi in relazione alla gravita: revisione sistematica di RCT di Gordon C.S. Smith, professor Obstetrics and Gynaecology, Cambridge University, Jill P. Pell consultant Department of Public Health, Greater Glasgow NHS Board) Orgoglio dell’evidence based e pregiudizi È una realtà universalmente accettata che un intervento medico giustificato da dati osservazionali debba necessitare di una verifica attraverso un trial randomizzato e controllato. Gli studi osservazionali vengono spesso accusati di presentare bias ed elementi confondenti. Per esempio studi osservazionali hanno mostrato che le donne in terapia ormonale sostitutiva avevano una più bassa incidenza di malattie cardiache ischemiche e questi dati sono stati interpretati a favore della terapia ormonale sostitutiva nelle donne con fattori di rischio per malattie ischemiche cardiache. Tuttavia gli RCT a questo proposito hanno dimostrato il contrario, cioè che il rischio per tali patologie in questo contesto è aumentato, sottolineando quindi che l’apparente effetto protettivo della terapia ormonale sostitutiva mostrata dagli studi osservazionali era dovuta a bias, cioè ad elementi che fuorviavano l’interpretazione. Casi come questo mostrano che gli interventi effettuati sulle sole basi di studi osservazionali devono essere attentamente vagliati, e quello del paracadute non fa eccezione. L’efficacia di un intervento deve essere presa in conside- razione a un non-intervento, cioè a un gruppo di controllo. Cercare di capire come avviene una caduta libera diventa perciò imperativo. Se la mancanza dell’uso del paracadute viene associata a un 100% di mortalità, ogni sopravvivenza associata al suo uso deve considerarsi come evidenza di efficacia. Tuttavia un risultato avverso deve essere preso in considerazione dal momento che ci sono stati sopravvissuti da cadute superiori i diecimila metri e che anche l’uso del paracadute stesso viene associato a morbidità, mortalità e complicanze iatrogene. Quindi gli studi dovrebbero calcolare i pro e i contro dell’uso del paracadute. Uno dei punti di maggior fragilità dei dati osservazionali è la possibilità di bias che possono essere ovviati dall’uso di trial randomizzati e controllati. La rilevanza all’uso del paracadute è che gli individui che saltano dall’aereo senza il paracadute probabilmente hanno un’alta prevalenza di morbidità psichiatrica pre-esistente. Gli individui che usano il paracadute invece hanno minor morbidità psichiatrica e possono differire in altri fattori demografici come stipendio e tabagismo. Ne consegue perciò che l’apparente effetto protettivo del paracadute è un mero esempio della salute della cohorte (intesa come gruppo). Gli studi osservazionali usano di solito approcci analitici multi-variante, usando una base di probabilità massima per aggiustare il rischio relativo di bias. Questi aggiustamenti statistici non sono facilmente digeribili ai neofiti dell’evidence based medicine. Chiamata alle armi Esistono solo due opzioni. La prima è che noi accettiamo che, in circostanze eccezionali, il buon senso venga applicato considerando i potenziali rischi e benefici dell’intervento. La seconda che noi continuiamo con la nostra ricerca del Sacro Graal degli interventi esclusivamente evidence based e precludiamo quindi l’uso del paracadute fuori dal contesto di un trial condotto adeguatamente. La dipendenza che si è creata nella popolazione di professionisti della sanità spesso non tiene conto della difficoltà di condurre trial come quello proposto. Siamo certi quindi che coloro che chiamano a gran voce la medicina basata sull’evidenza e criticano l’uso di interventi carenti di evidenze non esiteranno a dimostrare la loro buona fede partecipando su base volontaria a un trial randomizzato a doppio cieco con gruppo di controllo basato su placebo. Conclusioni Non vi è dubbio che il tono polemico-ironico di gusto tipicamente anglosassone possa essere frainteso nel nostro contesto italiano. Per questo motivo ho tenuto a sottolineare la parte di testo meramente tradotta dall’articolo originale. Si può pensare che i professionisti che hanno condotto la ricerca fossero frustrati da questa ormai non più nuova tendenza alla ricerca febbrile dell’evidenza scientifica. Credo che il buon senso sia nella buddhista via di mezzo. 23 professioneinfermiereumbria2/12 ferite, alcool fatto bollire insieme a scaglie di sapone di marsiglia da cospargere poi sulla cute sana come preventivo, velli di pecora per talloni e sacro, ciambelle di gomma piene di acqua o aria, danesi piene di acqua per talloni e via di questo passo. Si agiva quindi “a sentimento”... cioè a inventiva e/o convinzione personale. L’avvento dell’EBN è stato fondamentale per unificare il trattamento delle lesioni da pressione. Ora sia nelle strutture ospedaliera, nelle RSA e a domicilio le medicazioni avanzate sono ampiamente usate. In questo ambito l’EBN è stata la chiave di volta per il trattamento di uno tra i più complessi problemi che affliggono la popolazione allettata. Tuttavia questo non deve spingerci a un frenetico ottimismo perché non tutti i nostri quesiti avranno una risposta che riteniamo soddisfacente. Questo articolo in realtà dimostra una cosa fondamentale agli occhi di chi un po’ mastica la materia: bisogna saper leggere e interpretare gli studi. Su internet c’è troppo, i database specialistici pubblicano di tutto e molto sovente, per uno stesso quesito troviamo articoli che danno risposte opposte. Prendere per buone le conclusioni di uno studio ed applicarle pedissequamente equivarrebbe a fare un giro di tarocchi oppure a saltare dall’aereo senza paracadute. Bibliografia BMJ 2003; 327: 1459–61. BELMONT P.J. JR., TAYLOR K.F., MASON K.T., SHAWEN S.B., POLLY D.W. JR., KLEMME W.R. Incidence, epidemiology, and occupational outcomes of thora columbar fractures among US Army aviators. J.Trauma,2001; 50:855-61. BRICKNELL M.C., CRAIG S.C., Military parachuting injuries: a literature review, Occup Med (Lond) 1999; 49: 17-26. LASCZKOWSKI G., HASENFUSS S., VERHOFF M., WEILER G., An unusual airplane crashdeadly life saver. Unintentional activation of an automated reserve opening device causing airplane accident. Forensic Sci Int2002; 125: 250-3. Highest fall survived without a parachute. In: CUNNINGHAM A., Guinness world records 2002. London: Guinness World Records, 2002. MOHER D., COOK D.J., EASTWOOD S., OLKIN I., RENNIE D., STROUP D.F., for the QUOROM Group. Improving the quality of reports of meta-analyses of randomised controlled trials: the QUOROM statement. Lancet 1999; 354:1896-1900. LOSSIUS H.M., LANGHELLE A., REIDE E., PILLGRAMLARSEN J., LOSSIUS T.A., LAAKE P., ET ALT. Reporting data following major trauma and analysing factors associated with outcome using the new Utstein style recommendations. Resuscitation 2001; 50: 263-72. DAVEY SMITH G., EBRAHIM S., Data dredging, bias, or confounding. BMJ2002; 325: 1437-8. PINES A., MIJATOVIC V., VAN DER MOOREN M.J., KENEMANS P. HORMONE, replacement therapy and cardioprotection: basic concepts and clinical considerations. Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol 1997; 71: 193-7. ROSSOUW J.E., ANDERSON G.L., PRENTICE R.L., LACROIX A.Z., KOOPERBERG C., STEFANICK M.L., ET ALT., Risks and benefits of estrogen plus progestin in healthy postmenopausal women: principal results from the Women’s Health Initiative randomized controlled trial. JAMA 2002; 288: 321-33. LEE C.T., WILLIAMS P., HADDEN W.A., Parachuting for charity: is it worth the money? A 5-year audit of parachute injuries in Tayside and the cost to the NHS. Injury 1999; 30: 283-7. LEXCHIN J., BERO L.A., DJULBEGOVIC B., CLARK O., Pharmaceutical industry sponsorship and research outcome and quality: systematic review. BMJ 2003; 326: 1167-70. traildireeilfare Quello che premo arrivi a chi legge questo articolo “di rottura” è che non esiste la panacea, né la verità. La medicina basata sull’evidenza scientifica non è e non deve diventare una dottrina messianica a cui aderire ciecamente con fede assoluta. La medicina basata sull’evidenze serve a mettere in discussione quelle pratiche che hanno del rito tribale, cioè semplicemente ereditate dalle generazioni precedenti. Il buon senso e l’etica non possono certo essere vicariate dall’evidenza scientifica, sarebbe come dire che un guidatore deve dipendere dal vigile. Siamo noi che guidiamo la nostra macchina, il vigile può solo rendere il traffico più scorrevole o multarci quando commettiamo errori. È così che mi piace vedere la medicina basata sull’evidenza, non nel senso ironico-polemico dei due autori, ma nemmeno nel senso assolutista di chi vuole trovare nell’evidenza scientifica una risposta certa e rigida alla professionalità che tutti i giorni viene messa in campi diversi. Uno dei propositi dichiarati dell’EBN è quello di trovare le migliori evidenze disponibili fino a quel momento, di mettere in discussione pratiche che non hanno un razionale ma solo una mera abitudine. Potrei fare mille esempi ma uno che ritengo calzante è il trattamento delle lesioni da pressione. Prima di arrivare alle medicazioni avanzate, la quotidianità da venti anni a questa parte andava da: zucchero, sangue delle trasfusioni spalmato sulle 24 spazioaperto D I A L U N N O VA L E N T I N A INFERMIERA ASL 2 DELL’UMBRIA, C.O.R.I. PASSIGNANO SUL TRASIMENO LA DELEGA IN SANITÀ RELAZIONE FRA IL COORDINATORE INFERMIERISTICO, GLI INFERMIERI E GLI OPERATORI SOCIO SANITARI Tratto da tesi di master di I livello in Management Sanitario per le funzioni di coordinamento AA 2010-2011 dell’Università degli Studi di Perugia I l dizionario della lingua italiana definisce la delega come il conferimento da parte di un soggetto di poteri e funzioni relativi a determinati compiti con autorizzazione specifica scritta ad un secondo soggetto. Nel diritto amministrativo è un atto mediante il quale un organo trasferisce ad un altro organo l’esercizio di poteri e facoltà rientranti nella propria sfera di competenza. Derogando l’ordine delle competenze, il potere di delega deve essere conferito da una norma avente forza non inferiore a quella che ha attribuito le competenze derogate (Costituzione art. 97). In questi termini si parla di atto giuridico, cioè evento prodotto dalla volontà di un soggetto per il conseguimento di un fine che per essere giuridico deve contemplare la presenza di un soggetto giuridico, l’esistenza di un evento e di un obiettivo. In sanità non si assiste a provvedimenti organizzativi previsti dalla legge mediante cui un soggetto delega per iscritto un secondo soggetto derogandone le funzioni d’ufficio, ma di assegnazione di attività. Quindi l’azione svolta da un superiore di delegare compiti ai dipendenti costituisce conferimento di incarichi. Nel management aziendale ciòè un processo necessario al manager per conseguire agevolmente i propri compiti, consentendo la crescita professionale dei propri collaboratori. Va sottolineato che un’azienda che intende usufruire di tale strumento necessita di un buon sistema di comunicazione, di valutazione e fiducia nel team. Come detto in precedenza in sanità piuttosto che di delega, si parla di attribuzione di compiti e di attività nell’ambito delle proprie competenze. L’evoluzione storica delle figure sanitarie dell’infermiere, del coordinatore e l’avvento dell’OSS, ha permesso tramite passaggi epocali, di comprendere a fondo le competenze peculiari di ognuno. Igrandi passi fatti dalla professione infermieristica, nella storia, si improntano sulla legge 739 ed il profilo professionale, l’abolizione del mansionario e la legge 42 del 99, il codice deontologico che ne hanno resa possibile l’emancipazione trasformando l’infermiere da figura ausiliaria mera esecutrice di compiti, in professionista responsabile dell’assistenza generale infermieristica dotato di autonomia nel proprio campo di competenza. Il coordinatore che da infermiere anziano in possesso di certificato AFD, diventa professionista dell’organizzazione delle risorse materiali ed umane in possesso di master in management di primo livello. 25 professioneinfermiereumbria2/12 Resta al coordinatore la monitorizzazione ed il controllo delle attività avendone la responsabilità. Caso diverso è l’ordine di servizio destinato ad un infermiere, scritto e firmato dalla direzione sanitaria, in cui tale operatore è obbligato allo svolgimento di certe attività in funzione di delegato, assumendosene la responsabilità. Questo è un caso di delega. Tra le attività attribuibili dal coordinatore all’OSS ci sono: gestione arredi e segnalazione guasti; gestione dispositivi movimentazione manuale carichi; gestione rifiuti e biancheria; gestione/stoccaggio presidi igiene persona; gestione/richiesta derrate alimentari (in collaborazione con altre figure sanitarie); gestione e richiesta vitti (in collaborazione con altre figure sanitarie); operazioni di refrigerazione pasti e tenuta sale destinate a tale uso. Le competenze attribuibili dall’infermiere all’OSS sono tutte quelle attività funzionali all’assistenza e alla sicurezza ambientale non rivolte direttamente alla persona. Risultano parzialmente attribuibili le medicazioni semplici, la somministrazione di terapia per vie naturali, la diagnostica semplice (per esempio la rilevazione del peso corporeo). Sono potenzialmente attribuibili invece le attività a bassa complessità assistenziale per il soddisfacimento dei bisogni primari, quali l’igiene, il movimento, l’alimentazione, ecc. L’attribuzione di competenze in ogni caso va pianificata e organizzata; qualunque figura attribuisca attività ad un’altra, ha l’obbligo di verificare che quest’ultima abbia le capacità e le conoscenze per portare a termine l’attività stessa. Essendo strumento di crescita e dimostrazione di fiducia, per nessuna ragione deve diventare pratica per evitare attività non gradite. In conclusione l’attribuzione di compiti può, se ben gestita, costituire una marcia in più per un buon lavoro d’equipe. ! Bibliografia Per la parte professionale C. CALAMANDREI, O. ORLANDI, La dirigenza infermieristica, McGraw-Hill, Ed. Libri Italia, Milano 1998. C. CALAMANDREI, Funzioni del caposala e capacità necessarie per il loro svolgimento. Management Infermieristico; 1999 1, Lauri edizioni, Milano. L. BENCI, Manuale giuridico professionale per l’esercizio del nursing, McGraw-Hill, Milano 2001. A. MIGLIARO, Principi di diritto penale. Parte speciale: delitti dei pubblici ufficiali, Giuffrè, Milano 1994. L. D’ADDIO, Il nuovo Codice Deontologico dell’Infermiere: implicazioni per il coordinatore e dirigenti infermieristici, Management Infermieristico 1999; 3, Lauri Edizioni, Milano. Comitato Centrale Federazione Nazionale Collegi IP.AS.VI., Linee guida per il master di I livello, Roma 2001. S. BIAGI, B. CAVALIERE, Funzioni e attività del coordinatore infermieristico di dipartimanto fra letteratura e normativa: un indagine della realtà italiana. Management Infermieristico 2004, 2, Lauri Edizioni, Milano. G. Sarchielli, Fondamenti di psicologia del lavoro, Ed. Il Mulino, Bologna. A. SANTULLO, L. RIDOLFI, Il coordinatore infermieristico e tecnico: dal generale al particolare, Management Infermieristico, 2003 3. spazioaperto Infine l’operatore socio sanitario che con l’accordo tra ministero della sanità, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano del 22/2/2001, diviene parte integrante delle figure sanitarie svolgendo attività indirizzate a soddisfare i bisogni primari della persona nell’ambito delle proprie competenze. Interessante, anche se poco sfruttato ancora, è la figura dell’OSSs, operatore socio sanitario con formazione complementare con competenze maggiori rispetto all’OSS quali somministrazione di terapia intramuscolare e sottocutanea, rilevazione di frequenza cardiaca, respiratoria e temperatura corporea, esecuzione di clisteri evacuativi, raccolta escrezioni/secrezioni, mobilizzazioni pazienti non autosufficienti, BLS, ecc. Tali passaggi epocali permettono di fare chiarezza sulle attività attribuibili da una figura ad un’altra. Inattesa che il governo si occupi di scrivere formalmente un vero e proprio profilo professionale per il coordinatore, come citato nel C.C.N.L. 2002/2005, tra le attività attribuibili da tale figura all’infermiere ci sono: prelevamento, ordine, stoccaggio e distribuzione di medicinali, materiali da medicazione ed altri materiali in dotazione; controllo scadenze farmaci e presidi; controllo tipologia, quantità e qualità razioni alimentari dei degenti ed organizzazione della distribuzione; preparazione, compilazione, chiusura ed archiviazione cartelle cliniche; visite routinarie di reparto. 26 spazioaperto VI Forum Internazionale EBN, Evoluzione delle funzioni di coordinatore per le professioni sanitarie, Milano, gennaio 2006; lavori visualizzati: - A. SERRA, S. MAPELLI, L’immagine del coordinatore infermieristico, quali risposte al bisogno di salute. - F. RENICA, Evoluzione del ruolo del caposala/coordinatore. - C. REGAZZO, La leadership ed i suoi atteggiamenti. MOBILITÀ A CURA DELLA REDAZIONE Sul ruolo del coordinatore nell’inserimento degli OSS Atene Carmelina cell. 349.7773163 [email protected] Via T. Cartella Roma da: ASL n. 2 Assisi a: ASL n. 1 Città di Castello (Pg) da: S. Orsola Malpighi Bologna a: Azienda Perugia-Terni ASL n. 1-2-3-4 Leonardi Virginia cell. 333.6979879 [email protected] Via Croce. 17 San Giustino (Pg) Aloisi Claudia cell. 347.5311177 [email protected] Via Tuderte Marsciano (Pg) da: ASL n. 2 Marsciano (Pg) a: Azienda Perugia da: ICP Milano a: Azienda Perugia-Terni ASL n. 1-2-3-4 Boncompagni Angela [email protected] Via Citernese S. Giustino (Pg) Sonaglia Mauro cell. 333.8366328 [email protected] P.zza XXV Aprile Umbertide (Pg) Legge 42/99. C.C. Art. 2229 (professioni intellettuali). C.P. Art. 358 (pubblico servizio). D.M. 739/94. CCNL 2000/2001art. 10(coordinamento). Sulla responsabilità disciplinare da: Policlinico Sulla responsabilità civile a: C.C. Artt 1218, 1176, 2236, 1228. Azienda Perugia-Terni ASL n. 1-2-3-4 Sulla responsabilità penale Scappini Benedetta cell. 333.3252590 [email protected] Marsciano (Pg) da: Azienda Ospedaliera Perugia a: Codice Deontologico 2009. DPR 3/1957 artt. 13, 16, 17. Bologna Arezzo ASL n. 1 Città di Castello (Pg) Per la parte legale Massucci Aniello cell. 339.5988588 [email protected] Pontecagnano Faiano (Sa) da: ASL n. 8 a: C. CALAMANDREI, L’inserimento del personale di supporto: una proposta di progetto. Management Infermieristico, 2001, 4. M.G. ROTONDI, Valutare il personale, Ed. IPOSA. P. ROTONDI, A. SAGGIN, Persone e Organizzazione, Ed. McGraw-Hill. Provvedimento 22 febbraio 2001, Accordo tra Ministero della Sanità, il Ministero per la solidarietà sociale e le Regioni e province autonome di Trento e Bolzano. ASL n. 2 C.P. Artt. 589 e 590 (lesioni). Legge 81 (sicurezza). D. Ronchi, Legge n. 22/97. C.P. Artt. 340, 328, 365, 362, 322, 326 (reati). C.P. Art. 443 (conservazione farmaci scaduti). C.P. Art. 591 (abbandono di minore). Sulla responsabilità professionale # DPR n.3/1957, art. 17 (rimostranza al superiore per illegittimità ordini) 27 INFERMIERA UTIC, AZIENDA OSPEDALIERA DI PERUGIA BADATEMI DALLA BADANTE ualche mese fa, sedute al tavolino di un bar, nella torrida afa estiva in cerca di refrigerio, io e la mia amica ci gustiamo un gelato, quando ecco arrivare due signore che tengono sottobraccio un’anziana con difficoltà motorie, attraversano la strada sulle strisce pedonali e finalmente approdano sul marciapiede. Un altro piccolo sforzo e arrivano al tavolino più vicino, cioè al nostro. La Signora più scaltra afferra la sedia e fa accomodare l’anziana al nostro tavolo. Per carità fate pure, non sia mai che si neghi un primo approdo ai bisognosi. Già che ci siamo magari ci salutiamo? Salve! Ma loro nulla, come se fossimo trasparenti. Badanti sbadate. Èchiaro, le due sono badanti, bionde presenze dell’est, hanno pressappoco tutte lo stesso aspetto, signore di mezza età, il volto pallidamente stanco, quell’aria esterofila non uguale ad altre bionde signore che ti fanno pensare subito alle badanti. Le riconosci ovunque: nei mercati, magari il giovedì o il sabato mattina, giorno libero, sulle panchine in relax, sull’autobus, nelle vie del centro a passeggiare. In genere escono in due, due amiche badanti in libertà provvisoria. Q professioneinfermiereumbria2/12 Badatemi dalla badante per favore La capo badante, quella più efficiente fa accomodare la seconda badante, forse badante di qualcun altro badato in libertà provvisoria. Si da un gran da fare. Poi si avvicina alla badata e le accarezza il viso ripetutamente – “lo vuoi il gelato?” - La badante non risponde, pare non capire – “allora vado” – se la canta e se la suona. Poi le stampa un bacio schioccante sulla fronte e si avvia dentro il locale. Io guardo la mia amica un po’ perplessa e le dico: “quando diventerò anziana, semmai una badante mi dovesse stampare un bacio schioccante sulla fronte, se sei presente all’evento, portami via immediatamente”. La figura della badante è entrata in punta di piedi nella vita delle famiglie italiane ed ora è presenza irrinunciabile. Si è rotto quel patto secolare di mutua assistenza secondo cui il figlio era considerato il bastone della vecchiaia ed è cambiata anche la società in cui viviamo, si è costretti a lavorare tutti. Se si aggiunge la maggiore longevità dei nostri anziani, la probabilità di sviluppare patologie cronico degenerative e un welfare sempre più carente, ecco che la ricetta è completa. Che arrivino dunque le badanti Fatto ingresso ecco che si creano curiose alleanze, affetti, ma anche rancori e gelosie tra tutti i componenti della famiglia. E se il badato s’invaghisce della badante ecco scaturire paure di eredità sottratte e veri e propri intrighi da saga familiare “biutifuliana”. Quando poi il badato viene ricoverato in ospedale la badante lo segue, come la tessera sanitaria, e questa figura entra anche nel nostro iter assistenziale. infermieristicacreativa DI MARIA CAPPELLO 28 infermieristicacreativa Ma come si comportano le badanti tra le corsie? Ve ne sono di vari tipi. La badante diffidente:controlla tutte le mosse del personale sanitario, in particolare le mosse degli infermieri, tanto qualsiasi cosa succeda è sempre colpa degli infermieri, cenerentoli ospedalieri. Se le sorge un dubbio o un sospetto sull’iter assistenziale non lo chiede a noi ma chiama subito il figlio del badato, il cui figlio, prontamente, avendo messo un mastino napoletano dell’est a sorvegliare l’anziano, ci chiama immediatamente a rapporto. La badante pretenziosa: si atteggia a tutor del badato e pretende una perfetta assistenza sin nei minimi particolari. Suona il campanello e ci ordina cosa dobbiamo fare: se cambiare il pannolone, se fare l’igiene, se lavare i piedi e le mani dell’assistito, se fargli lo shampoo o un massaggio rilassante, che magari a casa lei nemmeno si sogna di fare. Insomma, come se ne volesse trarre un riscatto sociale a discapito nostro. La badante pigra: si aggira stancamente nella stanza, si appoggia ovunque pur di riposare, cerca di trovare un posto comodo, una sedia, una sdraio, ancor meglio se il letto accanto è vuoto. E la notte si tira su la coperta e dorme beata al capezzale dell’assistito. Forse a casa del badato è super-sfrutatta? La badante amorevole: quella che riempie l’assistito di coccole, carezze, allisciamenti, bacini, massaggini, riproducono nella stanza ospedaliera la casa dell’assistito, mancano solo pentole e bicchieri per com- pletare il corredo. Una volta ho visto una badante mangiare, coltello e forchetta alla mano, poggiata sullo sgabello dove mettiamo i pappagalli dei pazienti, come se fosse il tavolino della propria cucina. Non me la sono sentita di dirglielo. Insomma, trattano l’anziano come se si trovasse a casa propria o in una beauty farm, magari lo fa per confonderlo e per non farlo sentire troppo malato? Veramente generosa. La badante maltrattata: e si, si vedono anche questi esempi, badante maltrattate da anziane signore incattivite. Gratuiti gesti di grande maleducazione nei confronti di una persona che lavora con garbo e affidabilità. Schiave presenze da comandare, roba da creare un reato apposito per badante maltrattate da anziani imbrutiti e spedire immediatamente in carcere cotanta perfidia. La badante che maltratta: ahi noi... c’è anche questo e di storie ne abbiamo sentite tante sui telegiornali. È già difficile lasciare un familiare nelle mani di persone estranee, ma quando senti storie di maltrattamenti ed abusi su persone fragili e non in grado di difendersi ti viene rabbia, a prescindere che sia una badante straniera o nostrana. La badante italiana: è quella che si crede più intelligente di tutte, perché gioca in casa. Prova a tessere trame con il personale ad accattivarsene la simpatia. Conosce tutti i meandri ospedalieri. Agisce come se fosse Al Capone nostrano. Ti guarda in cagnesco se non ubbidisci ai suoi ordini o diventa la tua più falsa amica se sei accondiscendente. Tiene le redini di tutto. E per noi infermieri che non andremo mai in pensione? Beh..., ci stiamo attrezzando. Verremo a lavoro ognuno con la propria badante: “Mi porti questa terapia al signore di camera otto?”. “Per favore mi dai anche la mia terapia? ” “Mi accompagni a fare il prelievo alla signora? ” “Ho scordato gli occhiali, mi puoi leggere questo foglietto illustrativo”. “Mi accompagni alla visita della 626?”. Conclusioni Comunque io mi sto informando anche oltre confine. In Giappone hanno inventato il badante-robot. Si chiama “RIBAII” un robot d’ultima generazione in grado di sollevare dal letto pazienti sino ad ottanta chili di peso e spostarli sulla sedia a rotelle. “RIBA-II” è dotato di particolari articolazioni che lo rendono capace di accovacciarsi fino al livello del letto e addirittura del pavimento per sollevare una persona. Se poi ne inventano uno che sappia anche guidare, è fatta. Anziani pubblici dipendenti che non dipendono da nessuno in grado di lavorare sino a centoventi anni, come aveva già auspicato un illustre signorotto dal nome berlusconiano Silvio, e che risolleveranno l’Italia dalla grave crisi economica che pare non finire mai. Ma per il momento: Badatemi dalla badante. (L’indirizzo e-mail dell’autore: [email protected] e il suo blog: www.tralecorsieenonsolo.com) 29 INFERMIERE PRESSO CHIRURGIA GENERALE, AZIENDA OSPEDALIERA DI PERUGIA LE COMPETENZE DEGLI INFERMIERI SONO SFRUTTATE APPIENO? Da questo numero vorremmo aprire uno spazio nel quale poter dare la parola ai colleghi che volessero esprimere le loro opinioni in merito ad argomenti di natura professionale, correlati ai nostri quotidiani lavorativi nel diversi contesti in cui ci si trova ad operare. Vorremmo aprire una sorta di finestra di dialogo nella quale ognuno può dare il proprio contributo, anche in risposta o ulteriore approfondimento di quanto già i colleghi possano aver espresso. Quindi... a voi la parola! n un articolo dell’interessante “New England Journal of Medicine” l’autrice, Julie A. Failman, si domanda se le competenze avanzate del personale infermieristico prettamente ospedaliero (“nurse practitioners”) siano adeguatamente sfruttate nella pratica clinica quotidiana, in maniera tale da ottenere una più efficace performance di risposta ai bisogni di salute (per la verità sempre più numerosi) dei cittadini. La spesa sanitaria in America, come del resto anche da noi, ha un peso specifico importante e la parola d’obbligo è “contenere i costi”, naturalmente mantenendo un elevato livello assistenziale sia nell’ottica del “to cure” che in quella del “to care”. L’autrice afferma che se ad ogni figura professionale sanitaria fosse data piena libertà di I professioneinfermiereumbria2/12 agire nell’ambito delle sue conoscenze e delle sue competenze, il risparmio di tempo e di denaro (nel nostro caso aggiungerei l’aggettivo pubblico!) sarebbe un dato di fatto. Attraverso l’implementazione di nuovi modelli di erogazio- ne dell’assistenza quali, per esempio, le medical homes o il transitional care tutti i professionisti sanitari, e gli infermieri in particolar modo, sono stimolati a mettere in campo tutte le loro competenze in un’ottica di collaborazione. Le medical homes (che non sono case di riposo) non sono altro che team multidisciplinari patient-centered il cui compito è quello di fornire cure e assistenza continuative a persone, adulte o giovani che siano, con bisogni di salute perlopiù cronici conseguenza di malattia o di eventi acuti. La loro mission è quella di facilitare l’accesso alle strutture, fornire prestazioni al domicilio della persona ove possibile e monitorarne lo stato di salute. laparolaagliinfermieri D I R AY M O N D J E A N P I G N A N I 30 laparolaagliinfermieri Il transitional care è un modello assistenziale realizzato da un team multidisciplinare che segue l’iter diagnostico-terapeutico del Paziente all’interno della struttura sanitaria, nella quale solitamente, viene ricoverato in acuto e al cui bisogno di salute bisogna rispondere con livelli diversificati di assistenza (evento acuto-alto livello, stabilizzazione-medio livello, predimissione-basso livello). Diversi studi (che l’autrice in vero non menziona nel dettaglio) hanno dimostrato che nel fornire assistenza primaria (primary care services), come l’educazione sanitaria, la diagnosi e la gestione delle malattie croniche più comuni e di quelle acute non complicate, la figura professionale fondamentale e sufficiente è l’infermiere. Inoltre questi studi hanno anche dimostrato che la prestazione infermieristica è sicura ed efficace quanto quella del medico. Siccome l’assistenza primaria/diretta occupa gran parte del carico di lavoro dei modelli sopra descritti, se ne deduce che la figura di riferimento è l’infermiere, che in molti casi è vero e proprio team leader. Questi modelli, che attualmente sono molto consolidati nella sanità americana, all’inizio sono stati ostacolati dai medici che forse si vedevano “derubati” di alcuni aspetti della loro professione. In verità l’intento non è quello di trovare delle figure sostitutive del medico ma far si che l’assistenza primaria venga erogata nella maniera più efficiente possibile e al maggior numero di persone possibile e questo comporta la messa sul campo del sa- pere professionale di altre figure. L’efficacia di questo modus operandi ha fatto si che in molti Stati venissero rivisitati e modificati i profili professionali di infermieri, fisioterapisti e ostetriche, dando loro ancor più autonomia e responsabilità. In ultimo l’autrice sottolinea, non senza una punta di ironia, che formare infermieri è molto più economico che formare un medico e questo, nell’ottica del contenimento dei costi, è un dato da non sottovalutare. Certo un ipotetico paragone con l’Italia non è proponibile, tante sono le differenze culturali e di gestione della salute tra noi e l’America. Una riflessione è però d’obbligo: in Italia le nostre competenze sono adeguatamente messe al servizio del cittadino? La risposta è ovviamente: no. Il nostro sistema identifica nel medico la figura principale nel rispondere ai bisogni di salute e gli infermieri sono ahimè visti come figure marginali o meri esecutori di compiti. Questi concetti, o meglio preconcetti, sono radicati nell’immaginario collettivo. In parte la colpa è anche di noi infermieri che spesso ci limitiamo a svolgere bene soprattutto la parte pratica/manuale del nostro lavoro, magari si con la dovuta professionalità ed educazione, magari si con il sorriso sulle labbra. Ma forse questo non basta, dovremmo trovare più tempo per l’assistenza diretta, quella che non prevede solo l’incannulamento della vena o una perfetta medicazione, ma quella che ci permette di instaurare un rapporto con la persona in base al quale si venga identifi- cati come figure fondamentali nella tutela della salute. Dobbiamo trovare tempo quindi per fare educazione sanitaria, prevenzione, per spiegare più nei dettagli alla persona cosa comporterà la malattia nella sua vita, spiegarle come è organizzato il reparto nel quale si trovano, come è articolato l’iter di diagnosi e /o di cura, quali altre figure parteciperanno al processo di guarigione o che, negli altri casi, l’accompagneranno in una forma di vita che sia la più dignitosa possibile. Il nostro profilo professionale ce lo consente, anzi ce lo impone. Il tempo però, alcuni diranno, è proprio l’elemento che scarseggia perché durante un turno di lavoro spesso si va sempre di corsa. Sarebbe utile riflettere su un dato fondamentale: nella maggior parte dei casi noi infermieri perdiamo tempo in cose che non ci competono, presi dalla routine quotidiana dei nostri reparti. Oscilliamo tra compiti che vanno dall’OSS al medico, spesso per il semplice motivo che se non li facciamo noi non li fa nessuno. Rispondiamo a innumerevoli telefonate (spesso di persone che cercano medici!), mandiamo fax, andiamo in visita con i medici per porger loro cartelle come leggii delle Sacre Scritture, andiamo in cerca di farmaci per altri reparti, ecc. ecc. Riuscire a limare anche minimamente alcuni di questi aspetti significherebbe trovare un po’ più di tempo, magari poco, nel quale ad esempio poter spiegare al paziente che cosa è una stomia e quali cambiamenti porterà nel suo vivere quotidiano e nella percezione di sè. 31 AL VIA UN NUOVO CORSO FAD SICUREZZA DEI PAZIENTI E DEGLI OPERATORI H a preso il via il nuovo Corso F.a.d. sulla Sicurezza dei pazienti e degli operatori, terzo step del Corso sul Governo clinico promosso dal Ministero della Salute in collaborazione con IP.AS.VI. e F.N.O.M.Ce.O. Come di consueto anche questo corso – che assegna 15 crediti E.C.M. – viene proposto inizialmente in modalità web (www.fadinmed.it), ma nei mesi successivi potrà essere seguito anche tramite eventi residenziali organizzati sulla stessa tematica dai vari Collegi provinciali. «La sicurezza dei pazienti è uno dei fattori che determinano la qualità delle cure ed è quindi uno degli obiettivi prioritari che il Servizio Sanitario Nazionale si pone. Lo sviluppo di interventi efficaci è strettamente correlato alla comprensione delle criticità dell’organizzazione e dei limiti individuali e richiede una cultura diffusa che consenta di superare le barriere per l’attuazione di misure organizzative e comportamentali volte a promuovere l’analisi degli eventi avversi, a raccogliere gli insegnamenti professioneinfermiereumbria2/12 ALTRI CORSI F.A.D. A CURA DELLA REDAZIONE S iti Internet interessanti per vari progetti di formazione per gli operatori sanitari: – Federazione - F.a.d. Formazione on-line – Federazione - Convegni e congressi – www.prex.it – www.miformo.it – www.aifa.progettoecce.it – infermieri 24 – nursingfad ! che da questi possono derivare e a favorire gli atti utili per prevenirli». Un parte del Corso è dedicata anche alla sicurezza dei professionisti e dei luoghi di lavoro nella consapevolezza del ruolo fondamentale che in questo processo riveste il benessere organizzativo, relazionale e lavorativo di tutti gli operatori sanitari. A conclusione del corso l’operatore sanitario dovrà essere in grado di: Riconoscere le motivazioni, anche etiche, per l’impegno nei confronti della prevenzione e della gestione del rischio clinico nella pratica professionale quotidiana. Applicare una metodologia appropriata nella propria pratica professionale per: – identificare i rischi clinici ed i relativi determinanti nella specifico contesto professionale e prevenirli; – scegliere ed applicare interventi per la gestione degli eventi avversi e delle relative conseguenze che tengano conto del rapporto costo/beneficio; – concorrere alla adozione di soluzioni per la prevenzione. lasegreteriainforma A CURA DELLA SEGRETERIA formazione e aggiornamento 32 lasegreteriainforma GLI APPUNTAMENTI PER GLI INFERMIERI A CURA DELLA REDAZIONE 14-16 NOVEMBRE 2012 RIVA DEL GARDA (VR) XXI CONGRESSO ANIARTI Infermieri e qualità di vita in area critica, competenza, tecnologia, procedure, efficienza, risorse, relazione, politica, diritti, etica, utopia Per informazioni e iscrizioni: www.aniarti.it 20-23 NOVEMBRE 2012 AREZZO 7° Forum 2012 Risk Management in Sanità 1° Forum Internazionale Expo - Convegno Arezzo Fiere e Congressi Per informazioni: www.forumriskmanagement.it 24-25 NOVEMBRE 2012 TORINO 8° Convegno Nazionale Società Infermieri Sclerosi Multipla S.I.S.M. Per informazioni: SM Italia S. Cons. Arl Tel. 0102713252-233 [email protected] 25 NOVEMBRE 2012 BOLOGNA Multicare Rescue Team Le emozioni oltre la legalità Bologna - AC Hotel Per informazioni: Tel. 051474238 [email protected] 29 NOVEMBRE 2012 13 DICEMBRE 2013 ROMA V EDIZIONE FORMULA WEEK END EMPHA EXECUTIVE Master in Healthcare & Pharmaleutical Administration Corso di perfezionamento universitario Per informazioni: Tel. 0685222394-303-314 [email protected] 7 DICEMBRE 2012 AREZZO CONGRESSO REGIONALE S.I.C.P. Società italiana di Cure Palliative Toscana “Give Sorrow Words...” Hotel Golden Tulip Galilei Per informazioni: Tel. F.I.M.O. 0556800389 Tel. 055683355 [email protected] 11-12-13 APRILE 2012 MONTECATINI TERME (PT) XIV Congresso Nazionale Nursing Cuore G.I.T.I.C. Gruppo Italiano Infermieri di cardiologia Vittoria - Centro Congressi Per informazioni: vedi sito GITIC Identificare le funzioni connesse al rischio per le diverse figure professionali e le relative responsabilità ed adottare coerenti comportamenti a livello individuale e nella organizzazione. Istruire i pazienti, i familiari, i volontari e gli operatori per la identificazione dei rischi, la prevenzione, la protezione dagli stessi, nonché la gestione dei danni e delle relative conseguenze. Fornire strumenti per la valutazione del benessere organizzativo e lavorativo degli ambienti di lavoro, per la corretta gestione delle risorse umane, per la coerente valorizzazione delle professionalità, per la prevenzione e il trattamento delle criticità derivanti dallo specifico ambito sanitario Pubblichiamo in allegato il relativo manuale di formazione rilasciato dal Ministero. Come accedere al corso Chi non si fosse ancora registrato alla piattaforma per accedere al corso deve farlo, passando prima dal sito dell’IP.AS.VI. www.ipasvi.it/fnomceo; quindi si riceverà una password per accedere direttamente alla piattaforma F.a.d.In.Med. Chi avesse già affrontato il corso sull’R.C.A. o sull'Audit clinico può accedere al nuovo corso collegandosi direttamente alla piattaforma (www.fadinmed.it). Il corso si chiuderà il 6 febbraio 2013. #