Periodico di comunicazione
interna del Collegio IP.AS.VI.
di Perugia
anno XIII n. 2/12
Editore
Collegio IP.AS.VI.
della Provincia di Perugia
Via Manzoni, 82
06135 Ponte San Giovanni (Pg)
Tel/fax 075.5997832
[email protected]
Presidente
Riganelli Palmiro
[email protected]
Posta certificata
sommario
IPASVI
Federazione Nazionale Collegi Infermieri
1 editoriale
DI PALMIRO RIGANELLI
3 ilcollegioinforma
CONCORSO REGIONALE E BORSA DI STUDIO
RICERCA INFERMIERISTICA
DI PALMIRO RIGANELLI
5 NOTIZIE FLASH
A CURA DI MANUELA DORMENTONI
9
Martedì 15.30 - 18.00
Giovedì 11.00 - 12.30
Venerdì 15.30 - 18.00
Rivista infermieristica
[email protected]
Direttore Responsabile
Nora Marinelli
[email protected]
IN-FORMAZIONE CON IL COLLEGIO
A CURA DELLA REDAZIONE
11 LO SPORTELLO PER LA LIBERA PROFESSIONE
A CURA DI ANNA MARIA PADOVAN, MARIA SPIZZICA
12 PEC: POSTA CERTIFICATA
A CURA DELLA REDAZIONE
[email protected]
Orario di apertura al pubblico
INCONTRI ITINERANTI DI STUDIO
13 lerubriche
DISPENS@TORE DI STIMOLI INFERMIERISTICI
BLOCKNOTES
DI GIAN DOMENICO GIUSTI
15
PREVENIRE GLI ERRORI, IMPARARE DAGLI ERRORI
IL SAFETY WALK ROUND
DI MARCO ZUCCONI
19 L’INFERMIERE E LE BUONE PRATICHE
DI ROSITA MORCELLINI
Responsabile di Redazione
Gian Domenico Giusti
[email protected]
Segreteria di Redazione
Manuela Dormentoni
[email protected]
21 traildireeilfare
UNA VISIONE CRITICA DELL’EBN: ANALISI DI UN’ARTICOLO
L’USO DEL PARACADUTE
DI SANDRA SANSOLINO
Comitato di Redazione
Palmiro Riganelli
[email protected]
Laura Fontetrosciani
[email protected]
Maria Sara Loletti
[email protected]
Progetto grafico e stampa
Dimensione Grafica
Spello (Pg)
Questo numero
è stato chiuso in tipografia
il 18/10/2012
24 spazioaperto
LA DELEGA IN SANITÀ
DI ALUNNO VALENTINA
27 infermieristicacreativa
BADATEMI DALLA BADANTE
DI MARIA CAPPELLO
29 laparolaagliinfermieri
LE COMPETENZE DEGLI INFERMIERI
SONO SFRUTTATE APPIENO?
DI RAYMOND JEAN PIGNANI
Autorizzazione
Registrato presso
il Tribunale di Perugia
n. 45 del 24/11/1997
31 lasegreteriainforma
SICUREZZA DEI PAZIENTI E DEGLI OPERATORI
A CURA DELLA SEGRETERIA
Professione Infermiere Umbria
è indicizzata su Google Scholar
[email protected]
1
PRESIDENTE DEL COLLEGIO IP.AS.VI. DI PERUGIA
EDITORIALE
L’IMPEGNO E LA RESPONSABILITÀ PER UN
SISTEMA SANITARIO MIGLIORE
arissimi Colleghi,
in un momento particolarmente importante
per tutti i cittadini ed i professionisti della nostra Regione,
dove il dibattito politico e professionale è focalizzato
sui contenuti del disegno di legge di riordino
del sistema sanitario regionale ho ritenuto utile utilizzare
anche questo editoriale per continuare ad alimentare
questo importante confronto all’interno della professione,
con le altre professioni e con le istituzioni.
Probabilmente si tratta di una occasione unica,
che non può essere sottovalutata, nè tantomeno persa,
dalla nostra comunità professionale per portare
un contributo importante nella definizione del nuovo
assetto organizzativo del sistema socio sanitario
che dovrà garantire la soddisfazione dei bisogni
di salute dei cittadini umbri nei prossimi anni.
Contenuti normativi che dovranno, prima di tutto,
creare le migliori condizioni per consentire
agli operatori di porre in essere servizi,
processi ed interventi assistenziali efficaci e sostenibili.
L’evoluzione dei bisogni di salute,
lo sviluppo della tecnologia e dei risultati della ricerca
uniti alla tendenziale riduzione delle risorse disponibili
impongono, necessariamente, la ridefinizione
di modelli assistenziali appropriati e un’assunzione
di responsabilità da parte di tutti gli operatori
sulla “Governance” dei processi assistenziali
compresa la valutazione dei risultati ottenuti
in termini di miglioramento delle condizioni
di salute dei cittadini.
I diversi interventi normativi degli ultimi anni
hanno determinato una notevole evoluzione
della professione infermieristica ridisegnandone
lo status giuridico, le competenze, gli ambiti
di autonomia e di responsabilità. Elementi qualificanti
che dimostrano come i sistemi socio-sanitari
abbiano bisogno di disporre e di valorizzare
queste funzioni e competenze per la definizione
C
di risposte assistenziali di qualità anche in periodi
di risorse limitate. Una necessità dimostrata
anche dall’ampio dibattito, sviluppatosi
a livello nazionale, sulla necessità di rivedere
l’ambito di autonomia e di competenza dell’infermiere
e dell’infermiere pediatrico proprio in funzione
delle sempre maggiori competenze acquisite
in qualificati percorsi formativi e delle diverse esigenze
del sistema socio sanitario.
Ad oggi, nonostante lo straordinario percorso
di sviluppo culturale e professionale
che ha definito in modo assolutamente chiaro
ambiti di autonomia e di responsabilità
della professione infermieristica resta molto da fare,
all’interno delle organizzazioni sanitarie,
per garantire setting e modelli assistenziali
dove poter agire queste competenze
per migliorare la qualità dell’assistenza.
La Legge n. 3/98 della Regione Umbria,
con l’intento di perseguire l’obiettivo del miglioramento
della qualità dell’assistenza, dava mandato
alle aziende sanitarie di costituire i Servizi infermieristici.
Il Piano Sanitario Regionale 2003-2005 DGR - 314/2003
al capitolo “qualità e innovazione nella gestione
della sanità, dedicava una parte importante
allo sviluppo del Servizio Infermieristico,
Tecnico -Sanitario, Riabilitativo ed Ostetrico.
Si dichiarava, infatti, che al fine di valorizzare i percorsi
di risposta ai bisogni di salute dei cittadini assistiti,
si rendeva necessario l’istituzione dei servizi
che dovevano avere l’obiettivo di perseguire
modelli di risposta personalizzata,
scientifica e multidisciplinare. Si raccomandava, altresì,
il ricorso al disposto di cui alla legge 10 Agosto 2000,
n. 251 per la valorizzazione della responsabilità
di ogni specifica area professionale.
Denominava tale struttura organizzativa S.I.T.R.O Servizio infermieristico, Tecnico, Riabilitativo
editoriale
D I PA L M I R O R I G A N E L L I
2
editoriale
ed Ostetrico e successivamente D.I.T.RO,
in tendenza al modello Dipartimentale.
Modello dipartimentale già previsto dal D.Lgs. n. 229/99
che recita “l’organizzazione dipartimentale
è il modello ordinario di gestione operativa
di tutte le attività delle aziende sanitarie”
attraverso l’istituzione del Dipartimento.
Lo stesso decreto n. 229/99 riconosce
alle professioni sanitarie “autonomia tecnico- professionale”,
da esercitarsi nel rispetto della collaborazione
multi professionale, nell’ambito di indirizzi operativi
e programmi di attività promossi, valutati e verificati
a livello dipartimentale ed aziendale, finalizzati
all’efficace utilizzo delle risorse e all’erogazione
di prestazioni appropriate con sempre maggiori
livelli di qualità.
L’esperienza fatta nella nostra Regione
ci ha visto protagonisti ed anticipatori
non solo nell’applicazione della normativa,
ma anche nella definizione di modelli di Servizi
delle professioni sanitarie che altre regioni,
successivamente, hanno preso ad esempio
e sviluppato, mentre da noi non si può dire
che abbiano avuto un destino altrettanto felice.
Tanto che ancora oggi si ritrovano diversi e diversificati
modelli di servizi nella nostra realtà regionale.
In molte altre regioni, invece, lo sviluppo delle esperienze
in questo senso, hanno dimostrato che il modello
dipartimentale, anche per le professioni sanitarie,
rappresenta la migliore soluzione per garantire
quella coerenza necessaria tra obiettivi,
strategie organizzativo-gestionali e modelli assistenziali
che possono garantire i migliori livelli di performance
professionali, di migliori livelli di qualità assistenziale
e di sostenibilità economica del sistema.
Attraverso l’istituzione e la direzione del Dipartimento
le professioni sanitarie avranno la possibilità
di contribuire al raggiungimento della performance
aziendale condividendo responsabilità,
obiettivi, risorse e strategie con disponibilità
di quelle leve strategiche del management,
che ancora oggi mancano alle professioni sanitarie,
all’interno un modello organizzativo fondato
sulla differenziazione delle competenze
e delle capacità di governare processi assistenziali
sempre più complessi e non più sulla gerarchica.
Basato su una sempre maggiore integrazione
multidisciplinare, sull’autonomia e sulla responsabilità
professionali e non sull’autoreferenzialità.
L’istituzione delle Direzioni delle Professioni sanitarie,
la valorizzazione delle competenze,
dei ruoli organizzativi e gestionali ed il riconoscimento
dell’autonomia professionale, si evidenziano
come elementi qualificanti il Management aziendale
che dimostrano come la contestuale evoluzione
dei sistemi socio sanitari richieda,
attraverso il contributo di tutti i suoi professionisti,
nuovi modelli organizzativi sempre più appropriati
per risposte assistenziali diversificati
e ad elevato contenuto qualitativo.
Per questo ci siamo fatti promotori,
insieme a tutte le altre professioni sanitarie dell’Umbria
di una iniziativa di partecipazione e di condivisione
di questo nostro potenziale contributo con l’obiettivo
di creare quelle condizioni organizzativo-gestionali
necessarie affinché domani i contenuti
di quel dettato normativo, che a breve verrà approvato
dal Consiglio regionale, possano esitare in situazioni,
strategie, strumenti e azioni che portino al completo
raggiungimento degli obiettivi che il sistema si pone.
Sabato 29 Settembre abbiamo organizzato,
insieme a tutte le altre professioni sanitarie,
in rappresentanza di circa ottomila operatori,
un momento di confronto con le parti politiche
e quelle sindacali per rendere evidente
il nostro punto di vista sui contenuti della normativa.
In quella sede abbiamo avanzato insieme
a tutte le altre professioni sanitarie dell’Umbria
la richiesta che nel disposto contenuto nella legge
di riordino del Sistema Sanitario regionale
non si parli ancora di prevedere l’istituzione del S.I.T.R.O.,
ma che si assuma un impegno preciso
e si diano indicazioni vincolanti sia agli organi regionali
che alle Aziende Sanitarie ad istituire le Direzioni Aziendali
delle Professioni sanitarie perché queste sono necessarie
e funzionali al miglioramento della qualità
dei servizi offerti ai cittadini, alla sostenibilità del sistema,
al riconoscimento nonché alla valorizzazione
del capitale umano. È stato richiesto, inoltre,
che entro 120 giorni dall’approvazione della normativa
venga emanata una specifica legge regionale
che regolamenti l’istituzione e l’organizzazione
delle Direzioni aziendali delle professioni sanitarie
in modo omogeneo per tutte le Aziende
del territorio regionale oltre a prevedere l’istituzione
dell’osservatorio regionale delle professioni sanitarie
e la riattivazione della Consulta
delle professioni sanitarie.
3
CONCORSO REGIONALE E BORSA DI STUDIO
RICERCA INFERMIERISTICA
UNO STRUMENTO PER IL CAMBIAMENTO
DELLA PRATICA COMUNE
Il Coordinamento regionale dei Collegi IP.AS.VI. dell’Umbria,
indice la 4a edizione del “Concorso Regionale sulla Ricerca Infermieristica”
anno 2012 aperto a tutti gli studenti del 3° Anno del corso di Laurea
in Infermieristica dell’Università degli Studi di Perugia (A.A 2011/2012)
per la migliore tesi di laurea di tipo sperimentale,
finalizzata a migliorare la qualità dell’assistenza infermieristica.
Il tema del Concorso: “La ricerca infermieristica, uno strumento
per il cambiamento della pratica comune”
lcontenuto dell’elaborato deve orientarsi su uno di questi
tre punti principali:
1. Revisione della letteratura
che coinvolge in particolare aspetti clinici assistenziali, organizzativi, su tematiche poco note, per arrivare
all’elaborazione di istruzioni operative, ed evidenziare
interventi di provata efficacia da quelli di dubbia efficacia; fare una sintesi delle evidenze e una valutazione critica della letteratura
scientifica esaminata.
2. Analisi di esperienze già
applicate, ad esempio applicazioni di modelli assistenziali attraverso metodi
estrumenti operativi, oppure l’analisi di una specifica
situazione assistenziale (es.
dimissione protetta, appli-
I
professioneinfermiereumbria2/12
cazione di strumenti di valutazione del rischio lesioni
da pressione, pianificazione e documentazione dell’assistenza, analisi organizzativa, presa in carico, ecc.)
3. Ricerca basata su un programma di indagine che
esplora fenomeni, problemi
assistenziali, organizzativi,
valutazione della qualità,
ecc., finalizzata alla produzione e all’implementazione di conoscenze originali.
L’elaborato di ricerca deve
essere rilevante per l’assistenza infermieristica, e può estendersi a tutti i settori del nursing:
clinici assistenziali, etici, relazionali, educativi, preventivi,
riabilitativi, organizzativi, ecc.
Inoltre i lavori presentati devono essere originali, inediti e
ilcollegioinforma
C O O R D I N A M E N T O D E I C O L L E G I I P. A S . V I . D E L L’ U M B R I A
4
ilcollegioinforma
devono rispondere allo schema allegato al presente bando.
Requisiti
di partecipazione
Possono partecipare gli studenti del 3° anno di corso di
Laurea in infermieristica della
Regione Umbria anche in associazione tra loro, in modo da
raccogliere dati su campioni
numericamente rilevanti. Gli
studenti devono allegare al lavoro un certificato di iscrizione al 3° anno di corso di Laurea di infermieristica, anno accademico 2011-2012.
Termini
per la presentazione
Il lavoro di ricerca finale e
lo schema di ricerca per elaborato (allegato al bando) devono essere presentati entro e non
oltre il giorno 30 aprile 2013
nei modi di seguito descritti.
Il termine di presentazione dei
lavori è perentorio e pertanto
non verranno presi in considerazione i lavori che verranno
presentati o spediti oltre la data di presentazione.
Lo schema per l’elaborato e
il lavoro di ricerca, devono essere presentati in carta semplice ed indirizzati, al Presidente
del Coordinamento regionale
dei Collegi IP.AS.VI. dell’Umbria
via Manzoni, 82 - 06135 Ponte San Giovanni (Perugia), oppure consegnati presso la segreteria del Collegio IP.AS.VI. di
Perugia via Manzoni, 82 - 06135
Ponte San Giovanni (Perugia).
Si considerano accettati gli
elaborati che arrivano in tempo utile anche per mezzo di raccomandata con ricevuta di ri-
torno. Fa fede il timbro postale dell’ufficio accettante.
Nello schema per l’elaborato di ricerca e nel documento finale, dovrà essere indicato il cognome, nome, il luogo e la data di nascita, la residenza, la sede universitaria frequentata dall’autore o dagli autori, nonché
il domicilio e il recapito telefonico presso i quali deve essere
inviata ogni necessaria comunicazione relativa al concorso.
Il Coordinamento regionale
dei Collegi IP.AS.VI. dell’Umbria
non assume alcuna responsabilità nel caso in cui ci sia dispersione del documento conseguente ad inesatta indicazione del
recapito da parte del candidato.
L’elaborato finale deve essere prodotto secondo le linee
guida editoriali per le tesi, rilasciate dall’università di appartenenza, corredate di abstract
e di bibliografia in ordine alfabetico suddivisa per categorie
(testi, articoli, siti web esaminati con data di consultazione).
Commissione
esaminatrice
La commissione esaminatrice sarà composta da quattro
membri presieduta dal presidente del Coordinamento regionale dei Collegi IP.AS.VI. dell’Umbria, nominata con successivo atto deliberativo e resa nota attraverso la pubblicazione
sul sito web dei Collegi IP.AS.VI.
di Perugia e Terni.
Valutazione
La valutazione degli elaborati sarà effettuata considerando:
la validità della metodologia
scientifica;
gli aspetti etici deontologici;
operatività dello strumento
proposto;
congruo utilizzo delle risorse impiegate;
il valore numerico del campione di riferimento;
La comunicazione del vincitore sarà formulata dalla commissione esaminatrice e approvata con apposito provvedimento sulla base dei criteri stabiliti
nell’ allegato e parte del presente bando.
Al lavoro di ricerca vincitore sarà attribuita la somma
di € 1.500,00.
L’importo dovrà essere utilizzato per attività culturali professionali: partecipazioni a corsi di aggiornamento E.C.M.;
preiscrizione a corsi universitari post laurea; abbonamento a
riviste scientifiche di Nursing;
testi scientifici, ecc.
Per usufruire del premio il
vincitore dovrà inoltrare specifica richiesta, dettagliando le
modalità di utilizzo dell’ammontare complessivo della borsa di studio, alla Commissione
esaminatrice che, a seguito della valutazione della pertinenza delle richieste, ne autorizzerà definitivamente l’utilizzo.
La premiazione verrà effettuata in occasione di un evento formativo organizzato dal
Coordinamento regionale dei
Collegi IP.AS.VI. dell’Umbria, dove avverrà anche la presentazione dell’elaborato. Il lavoro
vincitore sarà pubblicato sul sito web dei Collegi IP.AS.VI. di
Perugia e Terni.
Per eventuali, ulteriori, chiarimenti è possibile rivolgersi alle Segreterie del Collegio IP.AS.VI.
di Perugia e Terni.
!
5
INFERMIERA AUSL N. 2 DISTRETTO DEL PERUGINO
NOTIZIE FLASH
MASTER E LAUREA
PER FORMARE
I MANAGER
DELLA SANITÀ
italiana, nella quale sono ancora troppo carenti le competenze manageriali e gestionali. [...]
{da: Quotidianosanità.it}
L’Università Luspio di Roma
da quest’anno aprirà un piano
di studi per la Laurea
di secondo livello in
Economia Sanitaria.
“La sanità italiana ha bisogno
di manager competenti
– spiega Carmela Pierri –
e questo settore può offrire
buone prospettive
occupazionali”
INFERMIERI:
SEMPRE PIÙ GIOVANI.
L’ISCRIZIONE ALL’ALBO
ARRIVA PRIMA
DEI 25 ANNI
Tra il 2007 e il 2011
la quota di laureati con meno
di 25 anni è cresciuta
dal 45,6% al 57,8%.
IP.AS.VI.: “Segno evidente
di un percorso universitario
che regge e di un appeal
ritrovato nei confronti
della professione da parte
dei giovanissimi”
L
a Libera Università degli
Studi per l’Innovazione e le
Organizzazioni (Luspio) ha una
bella sede a Roma, sulla via Cristoforo Colombo. Nata nel
1996, rivolge la sua offerta formativa in una prospettiva internazionale, con corsi di Laurea in Economia, interpretariato e traduzioni.
Da alcuni anni, con il supporto delle Fondazione Formit,
Luspio organizza anche master
di primo e secondo livello sui
temi del management sanitario, rivolti prevalentemente a
infermieri che vogliano sviluppare la propria carriera in direzione del coordinamento infermieristico.
Ma nel prossimo anno accademico prenderà il via un’altra iniziativa rivolta al mondo
della sanità: il corso di Laurea
magistrale in Economia Saniprofessioneinfermiereumbria2/12
I
taria. “Una grande sfida”, come la definisce la vicepresidente del CdA della Luspio Carmela Pierri, che nasce proprio da
un’analisi della realtà sanitaria
nfermieri sempre più giovani. Diminuisce ancora, infatti, l’età media di iscrizione all’albo (e quindi di conseguimento della Laurea in Scienze infermieristiche).
Già bassa nel 2007(25,3 anni di età in media), è scesa fino
a 24,7 anni nel 2011. Una riduzione che ha interessato indistintamente uomini (da 25,5 anni a 25,2) e donne (da 25,3 a
24,5) così come, a livello territoriale, ha investito tutte le ripartizioni geografiche.
ilcollegioinforma
A CURA DI MANUELA DORMENTONI
6
ilcollegioinforma
I dati arrivano dalla ricognizione della Federazione dei Collegi IP.AS.VI. sulle “transizioni
in ingresso e in uscita dalla condizione professionale di infermiere” nel quadriennio 20072011. Si tratta di informazioni
utili ad analizzare la reattività
della professione infermieristica alle sollecitazioni della realtà sociale ed economica del nostro Paese e alle modifiche che
intervengono in essa nel corso
degli anni. […]
{da: Quotidianosanità.it}
FUMO. CODACONS:
“BALDUZZI PRESENTI
DECRETO URGENTE
PER AMPLIARE
DIVIETI”
L
arichiesta dopo “l’esemplare” decisione dell’Alta corte australiana che stabilisce
l’obbligo di pacchetti di sigarette “anonimi”. Oltre ai pacchetti “no logo”, il Codacons
chiede a Balduzzi di vietare il
fumo anche nei parchi, nelle
aree aperte degli ospedali, nei
cortili delle scuole e nelle auto.
{da: Quotidianosanità.it}
CASTA,
MEDICI GRATIS
PURE DI NOTTE
Al Senato l’ambulatorio
con pronto soccorso
è aperto 24 ore su 24
e ci costa 700 mila euro l’anno.
E ora i partiti litigano
per piazzare i loro medici
F
orse non tutti sanno che in
Italia esiste un ambulatorio medico aperto 24 ore al
giorno, sette giorni la settimana, 365 giorni all’anno, feste
comprese.
Ancora più interessante è il
fatto che l’accesso è, ancorché
esclusivo, gratuito, così come
gratuite sono le prestazioni. La
sede è a Piazza Madama, proprio accanto all’Aula del Senato. E come se non bastasse c’è
anche un servizio di pronto soccorso convenzionato, che opera anch’esso 24 al giorno, 365
giorni all’anno. […]
{da: L’Espresso}
ELETTRICITÀ.
PER I MALATI GRAVI
UN BONUS
CALCOLATO
IN BASE AI CONSUMI
Dal prossimo gennaio
l’importo sarà collegato
al numero delle apparecchiature
di supporto vitale
in modo da tenere conto
le necessità dei malati.
Fra le novità anche
la possibilità di ottenere
il riconoscimento retroattivo
del nuovo meccanismo
di bonus. Cittadinanzattiva
plaude l’iniziativa.
C
ambia con innovazioni migliorative il bonus a riduzione della bolletta elettrica dei
malati gravi che devono utilizzare apparecchiature elettromedicali salvavita.
Secondo quando stabilito
dall’Autorità per l’energia, infatti, dal prossimo gennaio l’importo del bonus elettrico per di-
sagio fisico sarà collegato al livello dei consumi ed al numero delle apparecchiature di supporto vitale, in modo da tenere conto delle specifiche necessità ed esigenze dei malati. Fra
le novità positive vi è anche la
possibilità di ottenere il riconoscimento retroattivo del nuovo
meccanismo di bonus.
{da: Quotidianosanità.it}
E.C.M.:
AGENAS RISPONDE
A TUTTI I DUBBI
SUL NUOVO SISTEMA
DI FORMAZIONE
Sul sito dell’Agenas
sessantatre domande
e sessantatre risposte
per fornire a provider,
professionisti e aziende sanitarie
tutte le informazioni utili
sul nuovo sistema di formazione
continua in medicina in vigore
dallo scorso marzo
Q
uanti crediti E.C.M. devono essere acquisiti per il
triennio 2011-2013. Quali sono gli enti preposti all’accreditamento dei provider? Qual è
la differenza tra sponsorizzazione di un evento E.C.M. e reclutamento dei partecipanti?
Le risposte a queste e a tante altre domande sono disponibili sul sito dell’Agenas, in una
sezione creata per chiarire a
professionisti, Aziende e provider tutti i dubbi sul nuovo sistema Ecm in vigore dallo scorso marzo. […].
Ma numerose modifiche
comportano numerose doman-
7
http://www.quotidianosanita.it/
{da:
lavoro-e-professioni/articolo.php?}
articolo_id=10308
REGIONE - SANITÀ:
L’ASSESSORE
TOMASSONI
PRESENTA
LA PROPOSTA
DI RIFORMA
IN COMMISSIONE
OLTRE IL LAVORO...
A CURA DELLA REDAZIONE
I
l Collegio IP.AS.VI. di Perugia continua con l’iniziativa
“Oltre il lavoro” volta ad avvicinare i propri iscritti
ad eventi culturali di vario genere.
Tutte le riduzioni sul prezzo dei biglietti sono ottenibili
esibendo semplicemente il Tesserino d’Iscrizione
del Collegio IP.AS.VI. di Perugia al momento dell’acquisto
o dichiarandone il possesso in fase di prenotazione
(in caso di smarrimento del proprio tesserino
contattare la segreteria del Collegio).
Per ottenere informazioni sulla natura della convenzione
contattare direttamente la struttura di riferimento.
Le strutture con cui sono state attivate convenzioni sono:
THE SPACE CINEMA
“Gherlinda”
CORCIANO (Pg)
http://www.thespacecinema.it
Tel. 892111 (no prefisso)
TEATRO STABILE DELL’UMBRIA
“Teatro Morlacchi”
PERUGIA
www.teatrostabile.umbria.it
Tel. 075.575421
TEATRO STABILE DELL’UMBRIA
“Teatro Clarici”
FOLIGNO (Pg)
http://www.politeamaclarici.it
Tel. 0742.352232
TEATRO LYRICK
Assisi (Perugia)
http://www.lyrick.it
Tel. 075.8044359
AMICI DELLA MUSICA
Fondazione Perugia Musica Classica
PERUGIA
http://www.perugiamusicaclassica.com
Tel. 075.572 2271
PALESTRA “VIRGIN”
PERUGIA
http://www.virginactive.it
Tel. 800914555
(numero verde)
L
’assessore regionale Franco Tomassoni è intervenuto alla riunione congiunta di
Prima e Terza Commissione del
Consiglio regionale, svoltasi
questa mattina a Palazzo Cesaroni e dedicata all’illustrazione della proposta di riforma dell’ordinamento del sistema sanitario regionale. Il disegno di
legge della Giunta scaturirebbe dalla necessità di: semplificare l’architettura istituzionale del sistema sanitario regionale, riducendo il numero delle Asl e integrando le Aziende
ospedaliere per evitare conflittualità che danneggiano i pazienti; rivedere la distribuzione
dei finanziamenti alle Asl e alle aziende ospedaliere, valutando costi e fabbisogno standard;
rafforzare il ruolo dell’assessorato nella programmazione della sanità regionale, spesso geprofessioneinfermiereumbria2/12
ilcollegioinforma
de. Per chiarire tutti i dubbi sul
sistema e le sue nuove regole
l’Agenas ha quindi creato una
sezione FAQ che, attraverso la
semplice formula “domandarisposta”, permette di conoscere cosa è il sistema E.C.M. e cosa prevedono le nuove regole.
8
ilcollegioinforma
stita a livello locale, per renderla più organica, funzionale ed
efficiente nel controllo del raggiungimento degli obiettivi. […]
L’esponente dell’Esecutivo
di Palazzo Donini ha evidenziato che la scelta di accorpare le quattro Asl attuali in due
sole aziende sanitarie è stata
determinata da quanto avvenuto in altre realtà: nelle Marche, ad esempio, la creazione
di una sola azienda regionale
avrebbe determinato la creazione di ulteriori sotto zone e
quindi una complicazione del
sistema invece di una sua semplificazione.
“Gli studi effettuati in materia – ha riportato Tomassoni avrebbero determinato in quattrocentocinquantamila abitanti la quota ottimale di popolazione da ricomprendere sotto
ciascuna Asl. Senza contare che
una unica Asl regionale avrebbe comportate l’accentramento nelle mani di un solo direttore di un potere economico e politico enorme.
Per quanto riguarda gli
ospedali di Perugia e Terni essi
resteranno autonomi ma saranno integrati in un sistema unico, superando il paradosso di
una sola università con due diversi corsi di laurea in medicina. La sinergia col sistema sanitario regionale è comunque
positiva, dato che è da lì che
usciranno i medici del futuro e
quello è il luogo di ricerca e innovazione”. Gli ospedali che non
sono costituiti in Aziende ospedaliere, dislocati in un’unica
Azienda Unità sanitaria locale
sono accorpati in un unico presidio, con l’obiettivo di assicurare su tutto l’ambito territo-
DATABASE
PER
L’INFERMIERE
A CURA
DELLA REDAZIONE
È
necessario
un ulteriore impegno
nella formazione degli Infermieri
che attualmente soffre
di “incrostazioni” determinate
da vecchi schemi culturali:
è ora che alla formazione
degli infermieri venga
riconosciuta una specificità
che non può essere confusa
né subordinata a quella medica.
Ed è per questo
che diviene indispensabile
aumentare significativamente,
a livello accademico, il numero
dei professori infermieri.
In questa logica si orienta
il contributo
della Federazione IP.AS.VI.
nel rendere gratuito
ed accessibile
ai 420.000 infermieri
l’accesso al database
che raccoglie la maggior parte
della letteratura scientifica
infermieristica internazionale.
Il video può essere visto
in streaming sul portale
della Federazione IP.AS.VI.
(Tratto dall’intervista di Cesare
Fassari ad Annalisa Silvestro)
riale livelli adeguati ed uniformi di qualità e sicurezza delle
prestazioni e di funzionalità dei
servizi. Restano presidi ospedalieri autonomi gli ospedali sede di Dipartimento per l’emergenza ed urgenza.
Il nuovo ordinamento del sistema – si legge nella relazione alla legge - migliorerà l’integrazione tra l’ospedale e il territorio. […].
Sono previste inoltre riqualificazione e riorganizzazione
della rete ospedaliera attraverso la ridefinizione del ruolo degli ospedali esistenti (da considerarsi quali nodi di una rete integrata di servizi ospedalieri), con l’identificazione dei
presidi ospedalieri sede del sistema di emergenza urgenza e
quelli accorpati in unico presidio; il rafforzamento della rete territoriale, nella quale vanno potenziate le sue componenti di base, specialistiche, di
residenzialità e domiciliarità,
(assistenza domiciliare, assistenza domiciliare integrata e
le cure palliative), mediante la
riqualificazione organizzativa
dei Distretti e la promozione
dell’istituzione delle Case della Salute; il miglioramento dell’integrazione tra ospedale e
territorio garantendo l’effettiva presa in carico dei pazienti
dimessi dalle strutture ospedaliere con conseguente potenziamento del percorso di dimissioni protette”.
Viene poi prevista la costituzione della “Conferenza dei
sindaci” […]che garantisce la
concertazione e la cooperazione tra l’Unita sanitaria locale e
gli Enti locali. […].
{da: umbrialeft.it 19-9-2012}
9
INCONTRI ITINERANTI DI STUDIO
IN-FORMAZIONE
CON IL COLLEGIO
Introduzione
llo scopo di avvicinare il
Collegio, e i rappresentanti del Consiglio Direttivo, ai colleghi iscritti, si è ritenuto opportuno organizzare un incontro itinerante nel quale affrontare in maniera interattiva (forma dibattimentale) i contenuti relativi al concetto di miglioramento della qualità del servizio reso all’utenza, anche attraverso l’analisi dei contesti
strutturali ed organizzativi della rete dei servizi territoriali, provinciali e regionali.
Confidiamo dunque nella
capacità dei colleghi di cogliere questa occasione di confronto per un arricchimento della
dialettica interna professionale che favorisca, oltre all’arricchimento di conoscenze individuali, anche la definizione di
percorsi strategici che il collegio possa porre in atto in maniera mirata, per conto e su indicazione dei propri iscritti.
17.30 - 18.30
Il contributo degli iscritti:
la parola ai partecipanti
A
Programma
14.30 - 15.00
Registrazione
dei partecipanti
professioneinfermiereumbria2/12
18.30 - 19.00
Chiusura dei lavori
e valutazione
dell’apprendimento
Date e sedi
Corso itinerante della durata di quattro ose secondo il seguente calendario:
15.00 - 15.30
La professione
infermieristica in Umbria
– P. RIGANELLI
15.30 - 17.30
Contributo
del Collegio IP.AS.VI.
allo sviluppo della
professione infermieristica
edella qualità dell’assistenza
– P. RIGANELLI
– L. FONTETROSCIANI
– S. DE SANTIS
– M. BERNARDINI
– S. CEPPI
– N. MARINELLI
17 ottobre 2012
PANTALLA
Sala Riunioni
Ospedale Media Valle
del Tevere
7 novembre 2012
GUBBIO
Auditorium
Ospedale di Gubbio
e Gualdo Tadino
15 novembre 2012
SPOLETO
Sala Convegni
“Palazzina Micheli”
Ospedale di Spoleto
ilcollegioinforma
A CURA DELLA REDAZIONE
10
ilcollegioinforma
ANCORA SUI CERTIFICATI...
DI MARIO BERNARDINI
I
l nostro Collegio è da sempre sostenitore dell’autocertificazione,
prevista da leggi non recenti (la prima addirittura del 1968)
e continuamente riproposta e ampliata.
L’ultima, in ordine di tempo, entrata in vigore il 1 gennaio 2012,
prevede che da tale data gli uffici pubblici e i gestori
di pubblici servizi non solo non possano richiedere certificati
ai cittadini e imprese, ma addirittura ne vieta il rilascio
se tali certificati devono essere presentati ad un altro ufficio
della pubblica amministrazione.
Il certificato può essere rilasciato solo nel caso che debba
essere utilizzato o presentato nell’ambito di rapporti tra privati
(ad esempio tra il cittadino e la banca).
Per questo, sui certificati rilasciati dal 1 gennaio 2012
(anche su quelli di iscrizione all’Albo) è obbligatoria la dicitura
“Il presente certificato non può essere prodotto
agli organi della Pubblica Amministrazione
o ai privati gestori di pubblici servizi”.
Senza quest’ultima dicitura le certificazioni sono nulle,
e il rilascio di certificati che ne sono privi costituisce violazione
dei doveri di Ufficio, con sanzioni nei confronti del dipendente
responsabile del rilascio, che potrebbe anche vedersi tagliare
la parte della retribuzione legata alla produttività.
Questo significa che gli uffici pubblici debbono
(alla data odierna dovrebbero già averlo fatto)
provvedere a dotarsi di strumenti idonei a reperire le informazioni
a loro necessarie e a controllare le autocertificazioni dei cittadini.
In pratica un ordine perentorio: “Procuratevi da soli i certificati
che vi servono”. Un vero colpo alla burocrazia e alla vessazione
dei cittadini da parte della pubblica amministrazione, di cui,
fino ad ora, abbiamo pagato i costi, diretti ed indiretti.
La stessa legge prevede che ogni amministrazione
dovrà avere un ufficio responsabile per tutte le attività volte
a gestire, garantire, implementare e verificare la trasmissione
dei dati richiesti, o l’accesso diretto agli stessi
da parte delle amministrazioni precedenti.
Gli effetti pratici sono evidenti: i cittadini e le imprese non dovranno
più affannarsi a reperire e presentare i certificati (citiamo ad esempio
quelli di nascita, residenza, agibilità delle abitazioni, atto costitutivo
di azienda, certificati scolastici, iscrizioni in albi o elenchi,
e quest’ultimo ci interessa molto da vicino).
Acercarli ed a acquisirli dovrà pensare la pubblica amministrazione,
che provvederà anche a controllare la veridicità
delle autocertificazioni.
E con un grosso sospiro, aggiungiamo, “era ora”.
A questo punto, un appello e un invito a tutti i cittadini
e agli iscritti, per sfruttare appieno questo istituto normativo:
se qualcuno ancora vi richiedesse certificati,
opponete un netto rifiuto, richiamandolo alla normativa vigente,
peraltro assai severa. "
16 novembre 2012
FOLIGNO
Sala “Alesini”
Ospedale Foligno
20 novembre 2012
PASSIGNANO
SUL TRASIMENO
Sala Consiliare Comunale
21 novembre 2012
PERUGIA
Aula Grande Blocco “L” Piano 1
Azienda Ospedaliera Perugia
23 novembre 2012
CITTÀ DI CASTELLO
Sala Convegni “Coli”
Presidio Direzione Sanitaria
Ospedale Città di Castello
Informazioni generali
Idestinatari dell’evento formativo sono Infermieri, Assistenti Sanitari, Vigilatrici d’Infanzia ed Infermieri Pediatrici
iscritti al Collegio IP.AS.VI. della provincia di Perugia in regola con il pagamento delle quote d’iscrizione. È stata inoltrata
la richiesta di accreditamento
alla Commissione E.C.M.
La partecipazione al convegno è gratuita.
Modalità d’iscrizione
L’iscrizione verrà effettuata
in sede di registrazione.
Segreteria
Segreteria scientifica e organizzativa:
Collegio IP.AS.VI. Perugia
Via Manzoni, 82
Ponte San Giovanni (Pg)
Tel. e fax 075.5997832
[email protected]
11
LO SPORTELLO
PER LA LIBERA PROFESSIONE
i è attivato presso il Collegio
IP.AS.VI. lo sportello d’ascoltoper la libera professione dove è possibile porre quesiti in
merito all’esercizio della professione. È un’opportunità anche per creare un inizio di rete tra i liberi professionisti in
modo da iniziare a intravedere una possibilità di dialogo tra
professionisti, a volte dandosi un aiuto.
Lo scenario della libera professione è in continuo cambiamento e questo porta sempre più a richiedere informazioni e a creare servizi da parte dei Collegi IP.AS.VI. che diano risposte adeguate sia su realtà regionali che nazionali.
L’attività dello sportello può dar
risposte ad alcune problematiche quali ad esempio:
S
#
#
#
#
#
#
#
non chiarezza dei campi d’azione della libera professione;
campi d’azione per l’esercizio
della libera professione;
apertura di nuovi ambulatori infermieristici;
chiarimenti riguardo gli aspetti legislativi e fiscali;
responsabilità;
problemi e utilizzo della cassa previdenza ENPAPI;
inserimento colleghi stranieri;
professioneinfermiereumbria2/12
difficoltà di esercizio per alcuni liberi professionisti individuali;
# difficoltà nel stipulare un
contratto;
# sviluppo della cultura pensionistica con avvicinamento alla contribuzione complementare;
# nuovi progetti e nuove aree
di sviluppo.
#
L’attività dello sportello da
l’opportunità di conoscere nuovi colleghi e ad interagire con
loro anche al di fuori dell’orario
di sportello. Lo sportello d’ascolto avrà le seguente date:
#
#
#
#
#
#
scambi di esperienze lavorative;
contatto coi neo-diplomati
con inserimento nel modo del
lavoro;
profilo professionale proprio
e delle altre figure professionali;
disagio lavorativo da parte di
colleghi lavoratori dipendenti che vedevano la libera professione come un’isola felice;
libera professione e lavoro dipendente: rapporti e difficoltà coi colleghi;
ostacoli da parte di alcune
aziende ospedaliere per i lavoratori a parte-time;
18 settembre (già svolto)
dalle 16,30 dalle 18,30
Sig. ra MARIA SPIZZICA
26 ottobre
dalle 16,30 dalle 18,30
Sig.ra ANNA PADOVAN
20 novembre
dalle 16,30 dalle 18,30
Sig. ra MARIA SPIZZICA
21 dicembre
dalle 16,30 dalle 18,30
Sig.ra ANNA PADOVAN
Coloro che sono interessati
al servizio possono contattare
la segreteria del Collegio.
ilcollegioinforma
A C U R A D I A N N A M A R I A PA D O V A N , M A R I A S P I Z Z I C A
12
ilcollegioinforma
A CURA DELLA REDAZIONE
PEC: POSTA CERTIFICATA
l Decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 6
maggio 2009 stabilisce che, a
ciascun cittadino che ne faccia
richiesta, il “Dipartimento per
la digitalizzazione della PA e per
l’innovazione tecnologica” assegni a titolo non oneroso un
indirizzo di Posta Elettronica
Certificata (PEC), da utilizzare
per tutte le comunicazioni con
la Pubblica Amministrazione.
Gli infermieri, come tutti i
professionisti sanitari, sono obbligati ad averne una ed a comunicarnel’indirizzo al proprio
Collegio di appartenenza.
Attraverso la PostaCertificata (PEC) ogni cittadino può
dialogare in modalità sicura e
certificata con la Pubblica Amministrazione comodamente da
casa o con qualsiasi dispositivo in grado di connettersi ad internet senza recarsi presso gli
Uffici della Pubblica Amministrazione per:
# richiedere/inviare informazioni alle Pubbliche Amministrazioni;
# inviare istanze/documentazione alle Pubbliche Amministrazioni;
# ricevere documenti, informazioni, comunicazioni dalle
Pubbliche Amministrazioni.
dialogare sono disponibili nell’indirizzario delle Pubbliche
Amministrazioni attualmente in fase di progressivo completamento.
Il servizio PEC:
I
Le Pubbliche Amministrazioni con cui il cittadino può
fornisce tutte le garanzie di
una posta elettronica certificata;
# permette di dare ad un messaggio di posta elettronica la
piena validità legale nei casi
previsti dalla normativa;
# garantisce data e ora riferiti all’accettazione e alla consegna del messaggio e l’integrità del contenuto trasmesso.
#
EVENTI
FORMATIVI
A CURA
DELLA COMMISSIONE
COMUNICAZIONE
A
ll’interno del sito Internet
del Collegio
(www.ipasviperugia.it )
è possibile trovare l’elenco
di tutti i corsi organizzati,
dall’anno 2008 a tutt’oggi.
L’elenco si trova nel menù
aggiornamento professionale
sotto la voce eventi formativi;
in esso è possibile reperire
tutte le informazioni
sul corso d’interesse
(data, titolo e luogo dell’evento),
i crediti E.C.M. erogati,
le modalità di ritiro
degli attestati di partecipazione
e le relative certificazioni
E.C.M. Nello stesso menù,
sotto la voce altri eventi,
è possibile inoltre individuare
gli eventi formativi cui il Collegio
ha concesso il patrocinio "
Il sistema di PEC consente
soltanto le comunicazioni tra
Cittadino e Pubblica Amministrazione o tra le diverse Pubbliche Amministrazioni, non
permette invece il passaggio di
informazioni tra Cittadino e
Cittadino.
La richiesta è gratuita e la
procedura per ottenerla può
essere consultata presso il sito:www.postacertificata.gov.it.
Al 31 agosto 2012 le caselle PEC attivate gratuitamente
sono state 1.311.634.
Una volta attivata contattare il Collegio (via telefono o
mail) per farla inserire nel proprio fascicolo personale.
13
INFERMIERE, DOTTORE MAGISTRALE SCIENZE INFERMIERISTICHE ED OSTETRICHE - A.C.U.T.I. AZIENDA OSPEDALIERA DI PERUGIA
DISPENS@TORE DI STIMOLI INFERMIERISTICI
lerubriche
DI GIAN DOMENICO GIUSTI
BLOCKNOTES
L
a documentazione è una
delle parti integranti della
attività infermieristica; attraverso la trasmissione delle informazioni c’è la possibilità di
garantire la continuità assistenziale, favorire la sicurezza
dell’assistito e dell’operatore,
grazie al percorso terapeutico
che è chiaro e condiviso. Permette il monitoraggio degli esiti, sostiene il miglioramento
continuo indirizzando la formazione la ricerca e soprattutto fornisce le basi per la corretta comunicazione tra i vari
professionisti.
La documentazione clinica
non può sostituire il momento
di trasmissione delle informazioni orali (“consegne”); questo momento che riveste un
preciso obbligo legale di presa
in carico del paziente da parte
degli operatori, consente al personale sanitario di effettuare
un debrifing dell’attività svolta e di come questa procederà. L’attività delle consegne richiede un tempo diverso a seconda della complessità della
struttura di lavoro (che varia
in base alle condizioni cliniche
dell’assistito ed il livello di dipendenza, il livello di standardizzazione delle attività…), e
degli aspetti strutturali (rapporto tra assistiti ed operatori, ricchezza dei sistemi infor-
mativi…). Esse vengono spesso trasmesse con una sovrapposizione nella turnazione tra
gli operatori che terminano il
loro periodo di lavoro e quelli
che lo iniziano per garantire comunque la corretta prosecuzione delle cure e del percorso
diagnostico terapeutico.
L’informatizzazione sanitaria e lo sviluppo delle tecnologie a basso costo, sta permet-
controllo del giusto farmaco al corretto paziente;
rilevazioni parametri vitali
configurabili dall'utente;
gestione del bilancio idrico,
con apporto infusionale automatico;
cartella assistenziale con
pianificazione interventi;
personalizzabilità dei protocolli (per esempio gestione
lesioni da decubito);
scheda di accertamento infermieristico;
diario infermieristico completamente personalizzabile.
@
professioneinfermiereumbria2/12
la frase
Il nuovo conta solo
se si prova che è meglio
di quel che c’era prima.
Ezekiel Emanuel NYT 27.05.2012
Va’ Pensiero 527
www.pensiero.it
tendo l’inserimento di strumenti elettronici per trasmettere le informazioni. L’uso della documentazione integrata
informatizzata permette una
rapida comunicazione tra i vari operatori, inoltre i software
utilizzati per le cartelle permettono di avere sempre sotto
controllo:
gestione della somministrazione e dei prelievi;
La documentazione informatizzata presenta però alcune criticità, innanzitutto necessita di conoscenze informatiche, anche se veramente basilari da parte di tutti gli operatori; questo comporta che
molto tempo deve essere dedicato alla formazione ed all’utilizzo della documentazione stessa, che può sottrarre
tempo ad attività considerate
più impellenti.
Il Decreto Legislativo 5/2012
approvato nel febbraio 2012 ha
reso obbligatorio per tutte le
strutture ospedaliere iniziare
il percorso di informatizzazione che porterà alla creazione
della Cartella Clinica Elettroni-
14
lerubriche
ca (o Fascicolo sanitario personale), l’obiettivo è di avere uno
strumento per acquisire, aggiornare e consultare in tempo reale tutte le informazioni
relative al paziente; condividere velocemente le informazioni fra tutti gli operatori sanitari; effettuare ricerche statistiche e analisi sui dati dei pazienti; unificare e standardizzare le procedure operative del
sistema ospedaliero, questo documento conterrà:
identificazione del paziente:
nome, cognome, indirizzo
ecc.;
registrazione dei documenti legati all’ammissione: documento di riconoscimento
e tessera sanitaria
registrazione della terapia in
corso;
linee guida per la prevenzione e il mantenimento dello
stato di salute;
descrizione delle malattie e
della sue cause;
prescrizioni di farmaci, terapie in atto, ecc.;
fattori di rischio preesistenti nel paziente;
lettera di dimissione;
agenda dei controlli medici;
terapia stabilita dal medico
curante;
sistemi di supporto alla decisione per la diagnosi e la
terapia dei pazienti;
valutazione e gestione dei rischi per ogni paziente
La Commissione Europea
ha approvato delle linee guida
che gli stati membri dovranno rispettare e garantire dal
momento che adotteranno la
Cartella Clinica Digitale nel
proprio SSN:
utilizzare i dati sensibili sulla salute dei pazienti e degli
assistiti solo per scopi ad essa legati con l’obbligo della
segretezza e della Privacy del
paziente;
rispettare la decisione autonoma del paziente su come
e dove i dati devono essere
usati;
possibilità di ogni paziente
di accedere al suo fascicolo,
cartella clinica, tramite card
elettronica mentre per gli
operatori sanitari sarà necessario un sistema di autenticazione che identifichi anche il loro ruolo;
possibilità di accesso alla
cartella clinica digitale solo
dagli operatori sanitari coinvolti in quel momento nella
cura del paziente;
utilizzare i dati del paziente
solo per ricerche scientifiche
e ricerche statistiche;
possibilità del medico di scegliere se registrare i dati del
INFORM@ZIONI
Indirizzo
e-mail
dell’autore
a cui potersi
rivolgere
per informazioni:
[email protected]
paziente su una banca dati
delocalizzata, banca dati
centrale, o se gestire questo
servizio sotto il controllo del
paziente;
i dati raccolti sullo stato di
salute del paziente, dovranno essere suddivisi per moduli come per esempio vaccino, pronto soccorso, medicazioni, e saranno accessibili solo dal personale coinvolto al momento della cura. Previste ulteriori restrizioni per dati particolarmente sensibili su Hiv, aborto o
malattie psichiatriche;
possibilità di trasferire i dati dei pazienti a istituzioni
mediche extra Ue solo in forma anonima o con pseudonimo;
adozione di sistemi di sicurezza per garantire l’accesso
solo a persone autorizzate;
garantire la trasparenza mediante notifiche e informative.
La cartella clinica elettronica raccoglierà e descriverà tutti gli eventi e la storia sanitaria di una persona, relativi alla
sua interazione con una struttura sanitaria, questi dati, inoltre, possono essere condivisi da
altri ospedali se ci si recherà in
un altro Comune o città o semplicemente se si farà un controllo presso un’altra struttura
convenzionata con il Sistema
Sanitario Nazionale.
"
Per maggiori informazioni
- www.salute.gov.it
- http://www.salute.gov.it/imgs/
C_22_AttivitaMattoni_22_documenti_documento_0_fileAllegato.pdf
15
DOTTORE MAGISTRALE IN SCIENZE INFERMIERISTICHE ED OSTETRICHE, POSIZIONE ORGANIZZATIVA SICUREZZA E RISK MANAGEMENT, AZIENDA OSPEDALIERA DI PERUGIA
PREVENIRE GLI ERRORI, IMPARARE DAGLI ERRORI
IL SAFETY WALK ROUND
COME STRUMENTO PER MIGLIORARE
LA SICUREZZA DELLE CURE
Introduzione
a promozione della qualità delle cure e conseguentemente della sicurezza dei pazienti richiede un approccio sistematico e l’adozione di metodi e strumenti diversificati,
in relazione agli scopi specifici e al contesto socio-culturale ed organizzativo.
Però un aspetto fondamentale è che tutti gli operatori del
sistema siano direttamente
coinvolti e possano interagire
sinergicamente. A tal riguardo
una metodologia ancora poco
diffusa in Italia ma considerata molto efficace in altri Paesi
è il Safety Walk Round, che è
stata illustrata nel 2004 in forma sistematica da Allan Frankel, un medico americano.
Egli sosteneva che le informazioni raccolte durante i walk
round, appropriatamente elaborate, avrebbero potuto orientare i cambiamenti necessari
per rendere il sistema sicuro,
attraverso il circolo virtuoso
“informazioni – analisi – azioni – feedback”.
Ciò avrebbe impegnato la
dirigenza ad assumere specifiche responsabilità in merito ed
educato nel contempo gli ope-
L
professioneinfermiereumbria2/12
ratori a perseguire il miglioramento continuo, tipico dei sistemi di gestione della qualità.
Pertanto tale metodologia è
particolarmente importante perché vede il coinvolgimento della direzione aziendale e degli ope-
la frase
Il movimento
per la sicurezza dei pazienti
cerca di sviluppare
una cultura
in cui ciascun individuo,
sia che riceva
o che fornisca cura,
si preoccupi della sicurezza,
sia in grado di valutare
il proprio ambiente
rispetto ai rischi
e sia incoraggiato
e premiato ad introdurre
i cambiamenti necessari.
(FRANKEL e coll., 2004)
ratori dell’unità operativa interessata, ma può coinvolgere anche i pazienti e i loro familiari.
È una metodica facilmente
applicabile e può portare notevoli vantaggi, in quanto dà la
possibilità di individuare valide
azioni migliorative, soprattutto perché suggerite direttamente dalle persone coinvolte.
Quando sono gli operatori
a fornire le risposte alle criticità: il Safety Walk Round come
strumento per migliorare la sicurezza delle cure.
Il Safety Round: cos’è?
Il Safety Walk Round (SWR)
è una tecnica di risk assessment
che consiste nella raccolta di
informazioni per la sicurezza dei
pazienti presso i dirigenti e gli
operatori di una unità operativa. In italiano può essere tradotto come “giro per la sicurezza”.
Si realizza attraverso l’effettuazione, da parte di esperti in
rischio clinico ed esponenti della dirigenza aziendale, di una visita ad una unità operativa. Durante tale visita vengono effettuate delle interviste agli operatori, singolarmente o in gruppo,
finalizzate ad identificare i rischi
attuali o potenziali che possono
portare ad eventi avversi per i
pazienti e le misure che potrebbero essere utilmente introdotte
per prevenirne l’accadimento.
Sulla base delle informazioni acquisite vengono identifica-
lerubriche
DI MARCO ZUCCONI
16
lerubriche
INFERMIERI DI BORDO
A CURA DELLA REDAZIONE
Libretto di navigazione
a federazione IP.AS.VI., in collaborazione
con il Ministero della Salute, Ufficio III°
della Direzione Generale della Prevenzione,
ha richiesto una ricognizione sui colleghi in possesso
di Libretto di navigazione, quindi abilitato
ad inbarcarsi quale “Infermiere di bordo”, non esistendo,
attualmente, nessun elenco pubblico consultabile
dalle istituzioni o dalle compagnie di navigazioni,
per ricercare personale infermieristico da impiegare a bordo
di navi passeggeri nazionali.
L
Un vero e proprio database
Si vuole, in tale modo, istituire un vero e proprio database
dei professionisti infermieri abilitati all’imbarco,
consentendo tra l’altro, anche una migliore attività
di vigilanza in merito al possibile impiego su navi italiane
di infermieri non in possesso dei titoli necessari
o non iscritti all’Albo.
Si invitano pertanto i colleghi che fossero in possesso
del “libretto di navigazione” di comunicarlo al Collegio.
Per ulteriori informazioni
Per ulteriori informazioni, visionare il lnk:
www.ipasvi.it/attualita/infermiere-di-bordo-parte-il-censimento-dei-professionisti-abilitati-all-imbarco-id594.htm.
te, valutate ed introdotte coerenti misure preventive per migliorare la sicurezza dei pazienti, alcune delle quali possono essere assunte direttamente nelle unità operative, mentre altre
possono richiedere decisioni a
livelli dirigenziali superiori.
Il metodo consente a dirigenti ed operatori di confrontarsi, sia
durante le visite che nelle fasi
successive di discussione sui dati raccolti, nonché durante l’implementazione delle azioni, favorendo i processi comunicativi.
Il SWR consente la valutazione delle vulnerabilità del sistema e l’adozione, anche in tempi brevi, di misure preventive e,
nello stesso tempo, favorisce il
reciproco impegno degli operatori e dei dirigenti nell’attuare
miglioramenti per lo sviluppo di
una cultura della sicurezza responsabile, basata anche sull’incremento della qualità dell’assistenza e delle cure erogate.
Come si applica
il Safety Round:?
Per l’introduzione del SWR
in una organizzazione sanitaria, è necessario che questo metodo sia inserito in una politica aziendale/regionale che considera la sicurezza una priorità
e che, pertanto, sia identificato come uno strumento fra
quelli che l’organizzazione stessa intende utilizzare nel piano
della sicurezza e qualità.
Non è richiesta necessariamente una cultura della sicurezza già consolidata e diffusa:
l’unico requisito importante è
la presenza di un modello organizzativo preposto a tale funzione e di personale competente e formato sull’utilizzo di questa tecnica. Un gruppo (4-5 persone) di componenti della di-
17
professioneinfermiereumbria2/12
za averne prima acquisito l’autorizzazione. Le informazioni
raccolte tuttavia sono condivise nell’ottica della “no blame
culture”. Al fine di massimizzare la funzione del SWR è utile:
" Spiegare, precedentemente
alla prima effettuazione del
SWR (eventualmente in un
incontro finalizzato), ai direttori delle unità operative
ed ai coordinatori infermieristici le finalità ed i vantaggi, per l’unità operativa stessa e per l’Azienda in generale, di questa tecnica.
" Distribuire anticipatamente
a tutti gli operatori dell’unità operativa in esame un foglio informativo sugli scopi
e le modalità di effettuazione del SWR;
" Concordare, in anticipo di almeno una settimana, la data e l’orario della visita per
non interferire con l’attività
clinica degli operatori;
" Fornire riferimenti nel caso
gli interessati desiderino avere ulteriori informazioni sul
SWR e la sua realizzazione.
" Effettuare periodicamente i
SWR (almeno una volta all’anno per unità operativa).
Oltre alla metodica dell’osservazione diretta della realtà in
esame, l’intervista strutturata da
effettuare agli operatori può basarsi sulle seguenti domande:
1) Siete stati in grado di seguire i vostri pazienti nel
modo più sicuro questa settimana? Se no, perché?
2) Quali sono per voi (nella unità operativa) le tre aree
maggiormente problematiche per la vostra pratica lavorativa (con riferimento alla sicurezza del paziente)?
3) Potete descrivere in che mo-
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
11)
12)
do la comunicazione nell’ambito della vostra èquipe operativa può facilitare
od ostacolare la qualità e la
sicurezza dell’assistenza?
Potete descrivere in che modo nella vostra unità operativa si lavora come un team?
Ci sono stati quasi eventi
che avrebbero potuto provocare danno al paziente
(ad esempio preparare un
farmaco per un paziente e
poi rendersi conto che esso non era quello giusto)?
Quando commettete/intercettate un errore, avete la
disponibilità/possibilità di
discuterne all’interno della
vostra unità operativa senza timore? Se sì, con chi?
Avete implementato strategie personali per la prevenzione dell’accadimento
di possibili errori (ad esempio, aiuti per la memoria o
doppio controllo)?
Cosa si potrebbe fare per
impedire il prossimo evento avverso?
Cosa pensate che si potrebbe fare regolarmente nella vostra unità operativa
per migliorare la sicurezza
del paziente?
I vostri pazienti o i loro familiari hanno espresso preoccupazioni riguardo alla sicurezza? Ne avete mai discusso?
Quale particolare intervento organizzativo renderebbe il vostro lavoro più sicuro per i pazienti?
Come la direzione aziendale può aiutarvi a lavorare meglio?
Conclusioni
Anche se il SWR si presenta come uno strumento per la
promozione della cultura della
lerubriche
rezione aziendale (es. il Direttore di Presidio e il Dirigente
delle Professioni Sanitarie, o loro delegati) ed esperti di rischio
clinico, guidati dal Risk Manager aziendale (con una persona incaricata di verbalizzare),
effettuano delle interviste con
persone presenti nella unità
operativa: il direttore di struttura, il coordinatore infermieristico, dirigenti medici, infermieri, operatori di supporto, ecc.
Anche i pazienti e i familiari degli stessi possono essere intervistati, ad esempio riguardo
il livello di sicurezza delle cure
percepito e su eventuali suggerimenti migliorativi per la struttura, scaturiti dall’esperienza di
ricovero. La durata del giro,
comprendente osservazioni ed
interviste, è di circa un ora. Le
criticità, raccolte in modo anonimo durante le interviste, dopo essere state integrate con
l’osservazione diretta della realtà in esame da parte degli
esperti in rischio clinico, vengono inserite in un database
ed analizzate dal risk manager
e dalla dirigenza della struttura al fine di elaborare un rapporto che viene successivamente reso disponibile a tutto il personale, affinché possa essere discusso in incontri di reparto.
Anche i miglioramenti proposti sono analizzati ed utilizzati dal risk manager e dalla dirigenza della struttura affinché,
in cooperazione con tutti gli operatori ed in accordo con la dirigenza aziendale, si individuino i
miglioramenti da introdurre nella pratica clinica per aumentare la sicurezza dei pazienti.
Tutte le informazioni raccolte nel SWR sono confidenziali
e nessuno specifico commento
viene attribuito ad alcuno sen-
la segreteria informa
18
lerubriche
DOMANDA DI RINUNCIA
DALL’ALBO PROFESSIONALE
A CURA DELLA SEGRETERIA
icordiamo che, fermo restando l’obbligo dell’Iscrizione
all’Albo ai fini dell’esercizio della professione infermieristica
(sia in regime di pubblico impiego che di libera professione),
la cancellazione dall’Albo comporta la impossibilità di svolgere,
a qualunque titolo e in qualunque luogo atti e prestazioni
di tipo infermieristico.
L’Albo è infatti lo strumento di controllo e vigilanza
dello Stato sull’esercizio professionale e con l’iscrizione all’Albo,
il Collegio certifica e garantisce, a tutela del Cittadino
e delle Strutture Sanitarie, il possesso dei requisiti generali
e specifici richiesti per erogare i servizi e prestazioni
afferenti all’area di competenza infermieristica.
Chi essendo andato in pensione intenda cancellarsi dall’Albo
(si ricorda comunque che si può rimanere iscritti)
può farlo redigendo richiesta di cancellazione
in carta da Bollo da € 14,62 consegnandola personalmente
o a mezzo raccomandata presso la segreteria del Collegio
entro il 30 Novembre dell’anno precedente
a quello a cui si riferisce la richiesta di cancellazione.
La domanda va compilata esclusivamente
sull’apposito modulo, disponibile in Segreteria
o scaricabile dal sito-Internet www.ipasviperugia.it,
osservando le indicazioni in esso contenute
Si ricorda che la cancellazione sarà possibile
solo dopo l’effettivo collocamento in pensione.
Le domande che pervenissero oltre la data sopra indicata,
non comporteranno la cancellazione per l’anno successivo:
pertanto l’iscritto sarà tenuto, anche per l’anno seguente,
al pagamento della quota annuale
(per es.: la domanda di cancellazione che pervenisse
il 20 sicembre 2012 comporterebbe la cancellazione
a partire dal 1.1.2014 e quindi il pagamento
per l’annualità 2013).
R
sicurezza ancora poco conosciuto nel nostro Paese, sarebbe auspicabile che venisse introdotto e sviluppato in maniera sistematica. Grazie al contributo
degli operatori direttamente
coinvolti nel processo assistenziale, permette di raccogliere le
criticità organizzative che possono mettere a rischio il paziente e aiuta anche ad analizzare
dette criticità in base alla loro
frequenza e gravità, individuando le priorità di intervento.
Durante la visita il gruppo
di esperti può riscontrare di persona alcune situazioni critiche
e la sua presenza viene di solito percepita e vissuta dagli operatori come una manifestazione di partecipazione alle problematiche e soprattutto di
condivisione dei problemi.
Nel corso del SWR, inoltre,
possono essere già identificate e
discusse possibili misure da assumere per il miglioramento della sicurezza dei pazienti. La letteratura internazionale evidenzia
che nelle strutture nelle quali vengono effettuati regolarmente
SWR, l’impegno degli operatori
per la sicurezza aumenta e i risultati sul clima organizzativo facilitano lo sviluppo della qualità
e la ricerca di un consenso nella
scelta degli ambiti da migliorare.
In tal modo viene rafforzata la
consapevolezza sia dell’importanza delle azioni individuali, sia del
senso di appartenenza ad una organizzazione sanitaria.
#
Bibliografia
FRANKEL A., Patient safety leadership
walk rounds,IHI, Boston (USA), 2004.
AA.VV.,Il Safety Walk Round come strumento di risk assessment: la prima
esperienza italiana, Igiene e Sanità
Pubblica, maggio-giugno: 65, 2009.
Ministero della Salute, Safety Walk
Round - Manuale, 2012.
19
DOTTORE MAGISTRALE IN SCIENZE INFERMIERISTICHE ED OSTETRICHE,
POSIZIONE ORGANIZZATIVA RESPONSABILE DELLA QUALITÀ E COMUNICAZIONE, AZIENDA OSPEDALIERA DI PERUGIA
L’INFERMIERE
E LE BUONE PRATICHE
N
egli ultimi decenni la professione infermieristica e
tutta la sanità ha subito notevoli cambiamenti.
Gli infermieri hanno l’obbligo di svolgere la propria professione utilizzando la formazione
di base e post-base continua per
ottenere il “migliore risultato assistenziale perseguibile”.
Secondo il D.M. 739/94 l’infermiere: pianifica, gestisce e
valuta l’intervento assistenziale infermieristico; dal Codice
Deontologico si può desumere
che: “L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiornate, così da garantire alla persona le cure e
l’assistenza più efficaci”.
L’agire professionale si basa sulle competenze che sono
il risultato di conoscenze, abilità ed esperienza. Le conoscenze variano in base ai risultati
della ricerca clinica.
Un esercizio professionale che
tenga conto dei principi e delle
indicazioni dell’Evidence Based
Practice è oggi un imperativo di
tutti i professionisti sanitari.
Alcuni strumenti messi a disposizione del professionista per
applicare nella pratica di tutti i
giorni i risultati della ricerca sono rappresentati dalle linee guiprofessioneinfermiereumbria2/12
da, le procedure e le istruzioni
operative utili , anzi indispensabili, all’infermiere per erogare la
migliore assistenza possibile.
Cosa sono le linee guida?
Le linee guida sono raccomandazioni di comportamen-
la frase
La qualità
dell’assistenza sanitaria
è il grado in cui
i servizi sanitari
per i singoli e le popolazioni
aumentano la probabilità
di avere gli esiti
di salute desiderati
e corrispondono
a conoscenze
professionali aggiornate.
(Institute of Medicine.
A strategy for quality assurance)
to clinico, prodotte attraverso
un processo sistematico, coerenti con le conoscenze sul rapporto costo/beneficio degli interventi sanitari, per assistere
sia i professionisti sanitari che
i pazienti nella scelta delle modalità di assistenza più appro-
priate in specifiche circostanze cliniche. Le linee guida nazionali e internazionali vengono “adattate” a livello locale tenendo conto del contesto organizzativo in termini di vincoli, risorse, livello di competenza dei professionisti preferenze degli utenti. L’adattamento locale consente la definizione condivisa di criteri e indicatori e l’identificazione di
standard di riferimento, negoziabili in relazione alle risorse
disponibili.
Cosa sono le procedure?
Sono disposizioni scritte che
disciplinano le attività/processi fornendo le regole fondamentali relative alle stesse. Anche
Il Modello di Accreditamento,
come altri modelli gestionali
prevede la definizione di procedure come strumenti con cui
le strutture sanitarie rendono
“il più possibile oggettivo, sistematico e verificabile lo svolgimento delle attività.
Cosa sono
le istruzioni operative?
Sono documenti che descrivono molto nel dettaglio quello che è necessario fare in de-
lerubriche
D I R O S I TA M O R C E L L I N I
20
lerubriche
terminate situazioni, sono necessarie quando: gli operatori
cambiano spesso, in fase di addestramento per mantenere
memoria dell’esperienza quando l’attività è a rischio e non si
possono commettere errori.
In sintesi
tutti questi documenti
a cosa servono?
trasferire nella pratica clinica le informazioni scientifiche disponibili facendone una
sintesi;
ridurre la variabilità di comportamento degli operatori;
facilitare l’integrazione operativa tra professioni diverse.
Quali sono
le competenze principali
per costruirele procedure?
Definiamo le principali tappe:
1) Trasformare un problema
assistenziale (argomento
della procedura) in un quesito rilevante e specifico
per cui andare a ricercare
le evidenze scientifiche disponibili;
2) Conoscere le principali
banche dati e riviste primarie, secondarie, specialistiche e le strategie di ricerca più efficaci; utilizzare le fonti informative in
base a criteri di convenienza, rilevanza assistenziale
e validità scientifica;
3) Conoscere la metodologia
della ricerca clinica e la gerarchia dei disegni di studi: studi randomizzati controllati (RCT), revisioni sistematiche, studi di coorte, studi caso controllo,
studi qualitativi;
RIFERIMENTI
COLLEGIO
A CURA DELLA REDAZIONE
Collegio IP.AS.VI.
della provincia di Perugia
Via Manzoni, 82
06135 - Ponte San Giovanni
(Perugia)
Telefono/fax 075.5997832
e-mail: [email protected]
I
Posta certificata
[email protected]
Presidente
Dott. Riganelli Palmiro)
[email protected]
Rivista infermieristica
professioneinfermiereumbria@i
pasviperugia.it
Orario di apertura
al pubblico
Martedi 15:30 – 18.00
Giovedi 11:00 – 12.30
Venerdi 15:30 – 18.00
4) Valutare l’appropriatezza
del disegno di studio in relazione al quesito clinico;
5) Dopo aver scelto gli studi
reperiti è necessario leggerli criticamente utilizzando strumenti standardizzati quali le griglie di valutazione. Lo scopo della
valutazione critica degli
studi , è quello di riconoscere se uno studio sia ben
fatto dal punto di vista della metodologia scientifica
(validità interna) e se i risultati dello studio possono essere applicati nel proprio setting operativo (validità esterna-fattibilità).
6) Trovare le soluzioni in situazioni di incertezze
scientifiche (aree grigie).
Se alcuni passaggi della
procedura non sono supportati da studi scientifici, sarà il consenso degli
esperti ad esprimere la
migliore pratica da adottare. L’importante è documentare ogni passaggio della procedura;
7) Individuare gli indicatori
di processo e di esito. Nella stesura di procedure e
protocolli è fondamentale, ma non sempre semplice, trovare degli indicatori di qualità che permettano di valutare la qualità dell’assistenza erogata
edi trarre le indicazioni per
migliorarla.
8) Definire le modalità di provata efficacia per l’implementazione della procedura nel proprio setting
operativo.
A questo punto del percorso possiamo elaborare la procedura. Dal prossimo numero, in
questa rubrica, saranno presentate le principali raccomandazioni per la buona pratica infermieristica estratte da procedure e/o protocolli operativi che
rappresentano l’adattamento locale di linee guida nazionali e/o
internazionali su specifiche circostanze cliniche.
!
Bibliografia
Piano Nazionale Linee Guida (PNLG).
www.pnlg.it, “Come produrre, diffondere e aggiornare raccomandazioni per la pratica clinica”, Manuale metodologico.
BECCASTRINI S., GARDINI A., TONELLI S., Piccolo Dizionario della Qualità, Centro Scientifico Ed., 2001.
21
INFERMIERA ESPERTA IN EBN
UNA VISIONE CRITICA DELL’EBN: ANALISI DI UN’ARTICOLO
L’USO DEL PARACADUTE
PER PREVENIRE LA MORTE O TRAUMI GRAVI
IN RELAZIONE ALLA FORZA DI GRAVITÀ:
REVISIONE SISTEMATICA DI RCT
L’articolo che vorrei proporvi in questo numero di “Tra il dire e il fare”
è stato pubblicato nel 2003 dall’autorevole rivista BMJ e immagino abbia avuto
un impatto particolare sull’audience solo a partire dal titolo.
Chi mai metterebbe in discussione l’uso di un paracadute per il lancio da un aereo?
Deve per forza esserci una motivazione nemmeno troppo sottile
per effettuare una revisione definita sistematica, per un argomento del genere.
Vediamo di arrivare insieme a una conclusione sensata.
obiettivo dello studio è
quello di determinare l’efficacia dell’uso del paracadute
per prevenire la morte o traumi gravi in relazione alla forza
di gravità. Come suggerisce il
titolo i ricercatori hanno fatto
una revisione sistematica di RCT
utilizzando le più note Banche
Dati (Medline,Web of Science,
Embase, and the Cochrane Library ). Sono stati selezionati gli
studi che mostravano l’effetto
dell’uso del paracadute durante una caduta libera.
Questa revisione è stata condotta secondo le linee guida del
QUOROM (quality of reporting
of meta-analyses) usando come
parola chiave “parachute” e “trial”
e non restringendo la ricerca in
base alla lingua ma ai lanci da
un’altezza superiore ai 100 metri. Hanno compreso l’uso di pa-
L’
professioneinfermiereumbria2/12
racaduti automatici o manuali,
mentre hanno escluso quegli studi che non presentavano il gruppo di controllo.
I ricercatori hanno usato come strumento di valutazione statistica la Manthel-Haenszel per
accertare l’eterogenicità dei gruppo e la sensibilità degli studi. Sono stati eseguiti test di Egger e
Begg per un’analisi quantitativa
dei possibili bias di pubblicazione. Per le analisi statistiche è stato usato il software Stata 7.0. La
strategia dei ricercatori sopra riportata non ha permesso di evidenziare nessun RCT che rispondesse ai criteri menzionati.
Discussione
Traduzione dell’articolo originale L’uso del paracadute per
prevenire la morte o traumi gra-
traildireeilfare
DI SANDRA SANSOLINO
22
traildireeilfare
vi in relazione alla gravita:
revisione sistematica di RCT di
Gordon C.S. Smith, professor
Obstetrics and Gynaecology,
Cambridge University, Jill P.
Pell consultant Department of
Public Health, Greater Glasgow
NHS Board)
Orgoglio dell’evidence
based e pregiudizi
È una realtà universalmente accettata che un intervento
medico giustificato da dati osservazionali debba necessitare
di una verifica attraverso un trial
randomizzato e controllato.
Gli studi osservazionali vengono spesso accusati di presentare bias ed elementi confondenti. Per esempio studi osservazionali hanno mostrato
che le donne in terapia ormonale sostitutiva avevano una
più bassa incidenza di malattie cardiache ischemiche e questi dati sono stati interpretati
a favore della terapia ormonale sostitutiva nelle donne con
fattori di rischio per malattie
ischemiche cardiache. Tuttavia
gli RCT a questo proposito hanno dimostrato il contrario, cioè
che il rischio per tali patologie
in questo contesto è aumentato, sottolineando quindi che
l’apparente effetto protettivo
della terapia ormonale sostitutiva mostrata dagli studi osservazionali era dovuta a bias, cioè
ad elementi che fuorviavano
l’interpretazione.
Casi come questo mostrano che gli interventi effettuati
sulle sole basi di studi osservazionali devono essere attentamente vagliati, e quello del paracadute non fa eccezione.
L’efficacia di un intervento
deve essere presa in conside-
razione a un non-intervento,
cioè a un gruppo di controllo.
Cercare di capire come avviene una caduta libera diventa
perciò imperativo.
Se la mancanza dell’uso del
paracadute viene associata a un
100% di mortalità, ogni sopravvivenza associata al suo uso deve considerarsi come evidenza
di efficacia. Tuttavia un risultato avverso deve essere preso in
considerazione dal momento
che ci sono stati sopravvissuti da
cadute superiori i diecimila metri e che anche l’uso del paracadute stesso viene associato a
morbidità, mortalità e complicanze iatrogene. Quindi gli studi dovrebbero calcolare i pro e i
contro dell’uso del paracadute.
Uno dei punti di maggior
fragilità dei dati osservazionali
è la possibilità di bias che possono essere ovviati dall’uso di
trial randomizzati e controllati.
La rilevanza all’uso del paracadute è che gli individui che
saltano dall’aereo senza il paracadute probabilmente hanno
un’alta prevalenza di morbidità psichiatrica pre-esistente. Gli
individui che usano il paracadute invece hanno minor morbidità psichiatrica e possono
differire in altri fattori demografici come stipendio e tabagismo. Ne consegue perciò che
l’apparente effetto protettivo
del paracadute è un mero esempio della salute della cohorte
(intesa come gruppo).
Gli studi osservazionali usano di solito approcci analitici
multi-variante, usando una base di probabilità massima per aggiustare il rischio relativo di bias.
Questi aggiustamenti statistici non sono facilmente digeribili ai neofiti dell’evidence
based medicine.
Chiamata alle armi
Esistono solo due opzioni.
La prima è che noi accettiamo
che, in circostanze eccezionali, il buon senso venga applicato considerando i potenziali rischi e benefici dell’intervento.
La seconda che noi continuiamo con la nostra ricerca
del Sacro Graal degli interventi esclusivamente evidence based e precludiamo quindi l’uso
del paracadute fuori dal contesto di un trial condotto adeguatamente.
La dipendenza che si è creata nella popolazione di professionisti della sanità spesso non
tiene conto della difficoltà di
condurre trial come quello proposto. Siamo certi quindi che coloro che chiamano a gran voce
la medicina basata sull’evidenza e criticano l’uso di interventi carenti di evidenze non esiteranno a dimostrare la loro buona fede partecipando su base volontaria a un trial randomizzato a doppio cieco con gruppo di
controllo basato su placebo.
Conclusioni
Non vi è dubbio che il tono
polemico-ironico di gusto tipicamente anglosassone possa
essere frainteso nel nostro contesto italiano.
Per questo motivo ho tenuto a sottolineare la parte di testo meramente tradotta dall’articolo originale.
Si può pensare che i professionisti che hanno condotto la ricerca fossero frustrati da
questa ormai non più nuova
tendenza alla ricerca febbrile
dell’evidenza scientifica.
Credo che il buon senso sia
nella buddhista via di mezzo.
23
professioneinfermiereumbria2/12
ferite, alcool fatto bollire insieme a scaglie di sapone di marsiglia da cospargere poi sulla cute sana come preventivo, velli di
pecora per talloni e sacro, ciambelle di gomma piene di acqua
o aria, danesi piene di acqua per
talloni e via di questo passo.
Si agiva quindi “a sentimento”... cioè a inventiva e/o convinzione personale. L’avvento
dell’EBN è stato fondamentale per unificare il trattamento
delle lesioni da pressione. Ora
sia nelle strutture ospedaliera,
nelle RSA e a domicilio le medicazioni avanzate sono ampiamente usate.
In questo ambito l’EBN è stata la chiave di volta per il trattamento di uno tra i più complessi problemi che affliggono
la popolazione allettata.
Tuttavia questo non deve
spingerci a un frenetico ottimismo perché non tutti i nostri
quesiti avranno una risposta che
riteniamo soddisfacente.
Questo articolo in realtà dimostra una cosa fondamentale agli occhi di chi un po’ mastica la materia: bisogna saper
leggere e interpretare gli studi.
Su internet c’è troppo, i database specialistici pubblicano di
tutto e molto sovente, per uno
stesso quesito troviamo articoli che danno risposte opposte.
Prendere per buone le conclusioni di uno studio ed applicarle pedissequamente equivarrebbe a fare un giro di tarocchi oppure a saltare dall’aereo senza paracadute.
Bibliografia
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BELMONT P.J. JR., TAYLOR K.F., MASON K.T.,
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Highest fall survived without a parachute. In: CUNNINGHAM A., Guinness
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MOHER D., COOK D.J., EASTWOOD S., OLKIN
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LOSSIUS H.M., LANGHELLE A., REIDE E., PILLGRAMLARSEN J., LOSSIUS T.A., LAAKE P., ET ALT.
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traildireeilfare
Quello che premo arrivi a chi
legge questo articolo “di rottura” è che non esiste la panacea, né la verità.
La medicina basata sull’evidenza scientifica non è e non
deve diventare una dottrina
messianica a cui aderire ciecamente con fede assoluta.
La medicina basata sull’evidenze serve a mettere in discussione quelle pratiche che hanno del rito tribale, cioè semplicemente ereditate dalle generazioni precedenti.
Il buon senso e l’etica non
possono certo essere vicariate
dall’evidenza scientifica, sarebbe come dire che un guidatore
deve dipendere dal vigile.
Siamo noi che guidiamo la
nostra macchina, il vigile può
solo rendere il traffico più scorrevole o multarci quando commettiamo errori.
È così che mi piace vedere
la medicina basata sull’evidenza, non nel senso ironico-polemico dei due autori, ma nemmeno nel senso assolutista di
chi vuole trovare nell’evidenza
scientifica una risposta certa e
rigida alla professionalità che
tutti i giorni viene messa in
campi diversi.
Uno dei propositi dichiarati dell’EBN è quello di trovare
le migliori evidenze disponibili
fino a quel momento, di mettere in discussione pratiche che
non hanno un razionale ma solo una mera abitudine.
Potrei fare mille esempi ma
uno che ritengo calzante è il
trattamento delle lesioni da
pressione.
Prima di arrivare alle medicazioni avanzate, la quotidianità da venti anni a questa parte
andava da: zucchero, sangue
delle trasfusioni spalmato sulle
24
spazioaperto
D I A L U N N O VA L E N T I N A
INFERMIERA ASL 2 DELL’UMBRIA, C.O.R.I. PASSIGNANO SUL TRASIMENO
LA DELEGA IN SANITÀ
RELAZIONE FRA IL COORDINATORE INFERMIERISTICO,
GLI INFERMIERI E GLI OPERATORI SOCIO SANITARI
Tratto da tesi di master di I livello in Management Sanitario
per le funzioni di coordinamento AA 2010-2011 dell’Università degli Studi di Perugia
I
l dizionario della lingua italiana definisce la delega come il conferimento da parte di
un soggetto di poteri e funzioni relativi a determinati compiti con autorizzazione specifica
scritta ad un secondo soggetto.
Nel diritto amministrativo è
un atto mediante il quale un organo trasferisce ad un altro organo l’esercizio di poteri e facoltà rientranti nella propria
sfera di competenza. Derogando l’ordine delle competenze, il
potere di delega deve essere
conferito da una norma avente
forza non inferiore a quella che
ha attribuito le competenze derogate (Costituzione art. 97).
In questi termini si parla di
atto giuridico, cioè evento prodotto dalla volontà di un soggetto per il conseguimento di
un fine che per essere giuridico deve contemplare la presenza di un soggetto giuridico, l’esistenza di un evento e
di un obiettivo.
In sanità non si assiste a
provvedimenti organizzativi
previsti dalla legge mediante
cui un soggetto delega per
iscritto un secondo soggetto
derogandone le funzioni d’ufficio, ma di assegnazione di attività. Quindi l’azione svolta da
un superiore di delegare compiti ai dipendenti costituisce
conferimento di incarichi.
Nel management aziendale ciòè un processo necessario
al manager per conseguire agevolmente i propri compiti, consentendo la crescita professionale dei propri collaboratori. Va
sottolineato che un’azienda che
intende usufruire di tale strumento necessita di un buon sistema di comunicazione, di valutazione e fiducia nel team.
Come detto in precedenza
in sanità piuttosto che di delega, si parla di attribuzione di
compiti e di attività nell’ambito delle proprie competenze.
L’evoluzione storica delle figure sanitarie dell’infermiere, del coordinatore e l’avvento dell’OSS, ha
permesso tramite passaggi epocali, di comprendere a fondo le
competenze peculiari di ognuno.
Igrandi passi fatti dalla professione infermieristica, nella
storia, si improntano sulla legge 739 ed il profilo professionale, l’abolizione del mansionario e la legge 42 del 99, il codice deontologico che ne hanno resa possibile l’emancipazione trasformando l’infermiere da figura ausiliaria mera esecutrice di compiti, in professionista responsabile dell’assistenza generale infermieristica dotato di autonomia nel proprio campo di competenza.
Il coordinatore che da infermiere anziano in possesso di
certificato AFD, diventa professionista dell’organizzazione delle risorse materiali ed umane
in possesso di master in management di primo livello.
25
professioneinfermiereumbria2/12
Resta al coordinatore la monitorizzazione ed il controllo
delle attività avendone la responsabilità.
Caso diverso è l’ordine di servizio destinato ad un infermiere, scritto e firmato dalla direzione sanitaria, in cui tale operatore è obbligato allo svolgimento di certe attività in funzione di delegato, assumendosene la responsabilità. Questo
è un caso di delega.
Tra le attività attribuibili dal
coordinatore all’OSS ci sono:
gestione arredi e segnalazione guasti;
gestione dispositivi movimentazione manuale carichi;
gestione rifiuti e biancheria;
gestione/stoccaggio presidi
igiene persona;
gestione/richiesta derrate alimentari (in collaborazione
con altre figure sanitarie);
gestione e richiesta vitti (in
collaborazione con altre figure sanitarie);
operazioni di refrigerazione
pasti e tenuta sale destinate
a tale uso.
Le competenze attribuibili
dall’infermiere all’OSS sono tutte quelle attività funzionali all’assistenza e alla sicurezza ambientale non rivolte direttamente alla persona.
Risultano parzialmente attribuibili le medicazioni semplici, la somministrazione di terapia per vie naturali, la diagnostica semplice (per esempio la
rilevazione del peso corporeo).
Sono potenzialmente attribuibili invece le attività a bassa complessità assistenziale per
il soddisfacimento dei bisogni
primari, quali l’igiene, il movimento, l’alimentazione, ecc.
L’attribuzione di competenze in ogni caso va pianificata e
organizzata; qualunque figura
attribuisca attività ad un’altra,
ha l’obbligo di verificare che
quest’ultima abbia le capacità
e le conoscenze per portare a
termine l’attività stessa.
Essendo strumento di crescita e dimostrazione di fiducia, per nessuna ragione deve
diventare pratica per evitare attività non gradite.
In conclusione l’attribuzione
di compiti può, se ben gestita,
costituire una marcia in più per
un buon lavoro d’equipe. !
Bibliografia
Per la parte professionale
C. CALAMANDREI, O. ORLANDI, La dirigenza infermieristica, McGraw-Hill,
Ed. Libri Italia, Milano 1998.
C. CALAMANDREI, Funzioni del caposala e
capacità necessarie per il loro svolgimento. Management Infermieristico; 1999 1, Lauri edizioni, Milano.
L. BENCI, Manuale giuridico professionale per l’esercizio del nursing,
McGraw-Hill, Milano 2001.
A. MIGLIARO, Principi di diritto penale.
Parte speciale: delitti dei pubblici ufficiali, Giuffrè, Milano 1994.
L. D’ADDIO, Il nuovo Codice Deontologico dell’Infermiere: implicazioni per
il coordinatore e dirigenti infermieristici, Management Infermieristico
1999; 3, Lauri Edizioni, Milano.
Comitato Centrale Federazione Nazionale Collegi IP.AS.VI., Linee guida per
il master di I livello, Roma 2001.
S. BIAGI, B. CAVALIERE, Funzioni e attività del coordinatore infermieristico
di dipartimanto fra letteratura e normativa: un indagine della realtà italiana. Management Infermieristico
2004, 2, Lauri Edizioni, Milano.
G. Sarchielli, Fondamenti di psicologia
del lavoro, Ed. Il Mulino, Bologna.
A. SANTULLO, L. RIDOLFI, Il coordinatore
infermieristico e tecnico: dal generale al particolare, Management Infermieristico, 2003 3.
spazioaperto
Infine l’operatore socio sanitario che con l’accordo tra ministero della sanità, Regioni e
Province autonome di Trento e
Bolzano del 22/2/2001, diviene
parte integrante delle figure sanitarie svolgendo attività indirizzate a soddisfare i bisogni primari della persona nell’ambito
delle proprie competenze. Interessante, anche se poco sfruttato ancora, è la figura dell’OSSs,
operatore socio sanitario con
formazione complementare con
competenze maggiori rispetto
all’OSS quali somministrazione
di terapia intramuscolare e sottocutanea, rilevazione di frequenza cardiaca, respiratoria e
temperatura corporea, esecuzione di clisteri evacuativi, raccolta escrezioni/secrezioni, mobilizzazioni pazienti non autosufficienti, BLS, ecc.
Tali passaggi epocali permettono di fare chiarezza sulle attività attribuibili da una figura ad un’altra.
Inattesa che il governo si occupi di scrivere formalmente un
vero e proprio profilo professionale per il coordinatore, come
citato nel C.C.N.L. 2002/2005,
tra le attività attribuibili da tale figura all’infermiere ci sono:
prelevamento, ordine, stoccaggio e distribuzione di medicinali, materiali da medicazione ed altri materiali in dotazione;
controllo scadenze farmaci
e presidi;
controllo tipologia, quantità
e qualità razioni alimentari
dei degenti ed organizzazione della distribuzione;
preparazione, compilazione,
chiusura ed archiviazione
cartelle cliniche;
visite routinarie di reparto.
26
spazioaperto
VI Forum Internazionale EBN, Evoluzione delle funzioni di coordinatore per
le professioni sanitarie, Milano, gennaio 2006; lavori visualizzati:
- A. SERRA, S. MAPELLI, L’immagine del
coordinatore infermieristico, quali risposte al bisogno di salute.
- F. RENICA, Evoluzione del ruolo del
caposala/coordinatore.
- C. REGAZZO, La leadership ed i suoi
atteggiamenti.
MOBILITÀ
A CURA DELLA REDAZIONE
Sul ruolo del coordinatore
nell’inserimento degli OSS
Atene Carmelina
cell. 349.7773163
[email protected]
Via T. Cartella
Roma
da: ASL n. 2
Assisi
a:
ASL n. 1
Città di Castello (Pg)
da: S. Orsola Malpighi
Bologna
a:
Azienda Perugia-Terni
ASL n. 1-2-3-4
Leonardi Virginia
cell. 333.6979879
[email protected]
Via Croce. 17
San Giustino (Pg)
Aloisi Claudia
cell. 347.5311177
[email protected]
Via Tuderte
Marsciano (Pg)
da: ASL n. 2
Marsciano (Pg)
a:
Azienda Perugia
da: ICP Milano
a:
Azienda Perugia-Terni
ASL n. 1-2-3-4
Boncompagni Angela
[email protected]
Via Citernese
S. Giustino (Pg)
Sonaglia Mauro
cell. 333.8366328
[email protected]
P.zza XXV Aprile
Umbertide (Pg)
Legge 42/99.
C.C. Art. 2229 (professioni intellettuali).
C.P. Art. 358 (pubblico servizio).
D.M. 739/94.
CCNL 2000/2001art. 10(coordinamento).
Sulla responsabilità disciplinare
da: Policlinico
Sulla responsabilità civile
a:
C.C. Artt 1218, 1176, 2236, 1228.
Azienda Perugia-Terni
ASL n. 1-2-3-4
Sulla responsabilità penale
Scappini Benedetta
cell. 333.3252590
[email protected]
Marsciano (Pg)
da: Azienda Ospedaliera
Perugia
a:
Codice Deontologico 2009.
DPR 3/1957 artt. 13, 16, 17.
Bologna
Arezzo
ASL n. 1
Città di Castello (Pg)
Per la parte legale
Massucci Aniello
cell. 339.5988588
[email protected]
Pontecagnano Faiano (Sa)
da: ASL n. 8
a:
C. CALAMANDREI, L’inserimento del personale di supporto: una proposta di
progetto. Management Infermieristico, 2001, 4.
M.G. ROTONDI, Valutare il personale, Ed.
IPOSA.
P. ROTONDI, A. SAGGIN, Persone e Organizzazione, Ed. McGraw-Hill.
Provvedimento 22 febbraio 2001, Accordo tra Ministero della Sanità, il
Ministero per la solidarietà sociale
e le Regioni e province autonome
di Trento e Bolzano.
ASL n. 2
C.P. Artt. 589 e 590 (lesioni).
Legge 81 (sicurezza).
D. Ronchi, Legge n. 22/97.
C.P. Artt. 340, 328, 365, 362, 322, 326
(reati).
C.P. Art. 443 (conservazione farmaci
scaduti).
C.P. Art. 591 (abbandono di minore).
Sulla responsabilità professionale
#
DPR n.3/1957, art. 17 (rimostranza al
superiore per illegittimità ordini)
27
INFERMIERA UTIC, AZIENDA OSPEDALIERA DI PERUGIA
BADATEMI
DALLA BADANTE
ualche mese fa, sedute al
tavolino di un bar, nella torrida afa estiva in cerca di refrigerio, io e la mia amica ci gustiamo un gelato, quando ecco
arrivare due signore che tengono sottobraccio un’anziana con
difficoltà motorie, attraversano
la strada sulle strisce pedonali e
finalmente approdano sul marciapiede. Un altro piccolo sforzo e arrivano al tavolino più vicino, cioè al nostro. La Signora
più scaltra afferra la sedia e fa
accomodare l’anziana al nostro
tavolo. Per carità fate pure, non
sia mai che si neghi un primo approdo ai bisognosi. Già che ci siamo magari ci salutiamo? Salve!
Ma loro nulla, come se fossimo
trasparenti. Badanti sbadate.
Èchiaro, le due sono badanti, bionde presenze dell’est, hanno pressappoco tutte lo stesso
aspetto, signore di mezza età,
il volto pallidamente stanco,
quell’aria esterofila non uguale ad altre bionde signore che
ti fanno pensare subito alle badanti. Le riconosci ovunque: nei
mercati, magari il giovedì o il
sabato mattina, giorno libero,
sulle panchine in relax, sull’autobus, nelle vie del centro a passeggiare. In genere escono in
due, due amiche badanti in libertà provvisoria.
Q
professioneinfermiereumbria2/12
Badatemi dalla badante
per favore
La capo badante, quella più
efficiente fa accomodare la seconda badante, forse badante di
qualcun altro badato in libertà
provvisoria. Si da un gran da fare. Poi si avvicina alla badata e
le accarezza il viso ripetutamente – “lo vuoi il gelato?” - La badante non risponde, pare non capire – “allora vado” – se la canta e se la suona. Poi le stampa
un bacio schioccante sulla fronte e si avvia dentro il locale.
Io guardo la mia amica un
po’ perplessa e le dico: “quando
diventerò anziana, semmai una
badante mi dovesse stampare un
bacio schioccante sulla fronte,
se sei presente all’evento, portami via immediatamente”.
La figura della badante è entrata in punta di piedi nella vita delle famiglie italiane ed ora
è presenza irrinunciabile. Si è
rotto quel patto secolare di mutua assistenza secondo cui il figlio era considerato il bastone
della vecchiaia ed è cambiata
anche la società in cui viviamo,
si è costretti a lavorare tutti. Se
si aggiunge la maggiore longevità dei nostri anziani, la probabilità di sviluppare patologie
cronico degenerative e un welfare sempre più carente, ecco
che la ricetta è completa.
Che arrivino dunque
le badanti
Fatto ingresso ecco che si
creano curiose alleanze, affetti, ma anche rancori e gelosie
tra tutti i componenti della famiglia. E se il badato s’invaghisce della badante ecco scaturire paure di eredità sottratte e
veri e propri intrighi da saga
familiare “biutifuliana”.
Quando poi il badato viene
ricoverato in ospedale la badante lo segue, come la tessera sanitaria, e questa figura entra anche nel nostro iter assistenziale.
infermieristicacreativa
DI MARIA CAPPELLO
28
infermieristicacreativa
Ma come si comportano le
badanti tra le corsie?
Ve ne sono di vari tipi.
La badante diffidente:controlla tutte le mosse del personale sanitario, in particolare le
mosse degli infermieri, tanto
qualsiasi cosa succeda è sempre colpa degli infermieri, cenerentoli ospedalieri. Se le sorge un dubbio o un sospetto sull’iter assistenziale non lo chiede a noi ma chiama subito il figlio del badato, il cui figlio,
prontamente, avendo messo un
mastino napoletano dell’est a
sorvegliare l’anziano, ci chiama
immediatamente a rapporto.
La badante pretenziosa: si
atteggia a tutor del badato e
pretende una perfetta assistenza sin nei minimi particolari.
Suona il campanello e ci ordina
cosa dobbiamo fare: se cambiare il pannolone, se fare l’igiene,
se lavare i piedi e le mani dell’assistito, se fargli lo shampoo
o un massaggio rilassante, che
magari a casa lei nemmeno si
sogna di fare. Insomma, come
se ne volesse trarre un riscatto
sociale a discapito nostro.
La badante pigra: si aggira
stancamente nella stanza, si appoggia ovunque pur di riposare, cerca di trovare un posto comodo, una sedia, una sdraio, ancor meglio se il letto accanto è
vuoto. E la notte si tira su la coperta e dorme beata al capezzale dell’assistito. Forse a casa
del badato è super-sfrutatta?
La badante amorevole:
quella che riempie l’assistito di
coccole, carezze, allisciamenti,
bacini, massaggini, riproducono nella stanza ospedaliera la
casa dell’assistito, mancano solo pentole e bicchieri per com-
pletare il corredo. Una volta ho
visto una badante mangiare,
coltello e forchetta alla mano,
poggiata sullo sgabello dove
mettiamo i pappagalli dei pazienti, come se fosse il tavolino della propria cucina. Non me
la sono sentita di dirglielo. Insomma, trattano l’anziano come se si trovasse a casa propria o in una beauty farm, magari lo fa per confonderlo e per
non farlo sentire troppo malato? Veramente generosa.
La badante maltrattata: e
si, si vedono anche questi esempi, badante maltrattate da anziane signore incattivite. Gratuiti gesti di grande maleducazione nei confronti di una persona che lavora con garbo e affidabilità. Schiave presenze da
comandare, roba da creare un
reato apposito per badante
maltrattate da anziani imbrutiti e spedire immediatamente
in carcere cotanta perfidia.
La badante che maltratta:
ahi noi... c’è anche questo e di
storie ne abbiamo sentite tante
sui telegiornali. È già difficile lasciare un familiare nelle mani di
persone estranee, ma quando
senti storie di maltrattamenti ed
abusi su persone fragili e non in
grado di difendersi ti viene rabbia, a prescindere che sia una
badante straniera o nostrana.
La badante italiana: è quella che si crede più intelligente di
tutte, perché gioca in casa. Prova a tessere trame con il personale ad accattivarsene la simpatia. Conosce tutti i meandri
ospedalieri. Agisce come se fosse Al Capone nostrano. Ti guarda in cagnesco se non ubbidisci
ai suoi ordini o diventa la tua più
falsa amica se sei accondiscendente. Tiene le redini di tutto.
E per noi infermieri che non
andremo mai in pensione?
Beh..., ci stiamo attrezzando.
Verremo a lavoro ognuno
con la propria badante:
“Mi porti questa terapia al
signore di camera otto?”.
“Per favore mi dai anche la
mia terapia? ”
“Mi accompagni a fare il
prelievo alla signora? ”
“Ho scordato gli occhiali, mi
puoi leggere questo foglietto illustrativo”.
“Mi accompagni alla visita
della 626?”.
Conclusioni
Comunque io mi sto informando anche oltre confine. In
Giappone hanno inventato il badante-robot. Si chiama “RIBAII” un robot d’ultima generazione in grado di sollevare dal letto pazienti sino ad ottanta chili
di peso e spostarli sulla sedia a
rotelle. “RIBA-II” è dotato di particolari articolazioni che lo rendono capace di accovacciarsi fino al livello del letto e addirittura del pavimento per sollevare
una persona. Se poi ne inventano uno che sappia anche guidare, è fatta. Anziani pubblici dipendenti che non dipendono da
nessuno in grado di lavorare sino a centoventi anni, come aveva già auspicato un illustre signorotto dal nome berlusconiano Silvio, e che risolleveranno
l’Italia dalla grave crisi economica che pare non finire mai.
Ma per il momento: Badatemi dalla badante.
(L’indirizzo e-mail dell’autore: [email protected] e il suo blog:
www.tralecorsieenonsolo.com)
29
INFERMIERE PRESSO CHIRURGIA GENERALE, AZIENDA OSPEDALIERA DI PERUGIA
LE COMPETENZE
DEGLI INFERMIERI
SONO SFRUTTATE APPIENO?
Da questo numero vorremmo aprire uno spazio nel quale poter dare la parola
ai colleghi che volessero esprimere le loro opinioni in merito ad argomenti
di natura professionale, correlati ai nostri quotidiani lavorativi
nel diversi contesti in cui ci si trova ad operare.
Vorremmo aprire una sorta di finestra di dialogo nella quale ognuno
può dare il proprio contributo, anche in risposta o ulteriore approfondimento
di quanto già i colleghi possano aver espresso. Quindi... a voi la parola!
n un articolo dell’interessante
“New England Journal of Medicine” l’autrice, Julie A. Failman,
si domanda se le competenze
avanzate del personale infermieristico prettamente ospedaliero
(“nurse practitioners”) siano adeguatamente sfruttate nella pratica clinica quotidiana, in maniera tale da ottenere una più efficace performance di risposta ai
bisogni di salute (per la verità
sempre più numerosi) dei cittadini. La spesa sanitaria in America, come del resto anche da noi,
ha un peso specifico importante e la parola d’obbligo è “contenere i costi”, naturalmente
mantenendo un elevato livello assistenziale sia nell’ottica del “to
cure” che in quella del “to care”.
L’autrice afferma che se ad
ogni figura professionale sanitaria fosse data piena libertà di
I
professioneinfermiereumbria2/12
agire nell’ambito delle sue conoscenze e delle sue competenze, il risparmio di tempo e di denaro (nel nostro caso aggiungerei l’aggettivo pubblico!) sarebbe un dato di fatto.
Attraverso l’implementazione di nuovi modelli di erogazio-
ne dell’assistenza quali, per
esempio, le medical homes o il
transitional care tutti i professionisti sanitari, e gli infermieri in particolar modo, sono stimolati a mettere in campo tutte le loro competenze in un’ottica di collaborazione.
Le medical homes (che non
sono case di riposo) non sono
altro che team multidisciplinari patient-centered il cui
compito è quello di fornire cure e assistenza continuative a
persone, adulte o giovani che
siano, con bisogni di salute perlopiù cronici conseguenza di
malattia o di eventi acuti. La loro mission è quella di facilitare l’accesso alle strutture, fornire prestazioni al domicilio della persona ove possibile e monitorarne lo stato di salute.
laparolaagliinfermieri
D I R AY M O N D J E A N P I G N A N I
30
laparolaagliinfermieri
Il transitional care è un modello assistenziale realizzato da
un team multidisciplinare che
segue l’iter diagnostico-terapeutico del Paziente all’interno
della struttura sanitaria, nella
quale solitamente, viene ricoverato in acuto e al cui bisogno
di salute bisogna rispondere con
livelli diversificati di assistenza
(evento acuto-alto livello, stabilizzazione-medio livello, predimissione-basso livello).
Diversi studi (che l’autrice in
vero non menziona nel dettaglio) hanno dimostrato che nel
fornire assistenza primaria (primary care services), come l’educazione sanitaria, la diagnosi e
la gestione delle malattie croniche più comuni e di quelle acute non complicate, la figura professionale fondamentale e sufficiente è l’infermiere. Inoltre
questi studi hanno anche dimostrato che la prestazione infermieristica è sicura ed efficace
quanto quella del medico. Siccome l’assistenza primaria/diretta occupa gran parte del carico di lavoro dei modelli sopra
descritti, se ne deduce che la figura di riferimento è l’infermiere, che in molti casi è vero e proprio team leader. Questi modelli, che attualmente sono molto
consolidati nella sanità americana, all’inizio sono stati ostacolati dai medici che forse si vedevano “derubati” di alcuni
aspetti della loro professione. In
verità l’intento non è quello di
trovare delle figure sostitutive
del medico ma far si che l’assistenza primaria venga erogata
nella maniera più efficiente possibile e al maggior numero di
persone possibile e questo comporta la messa sul campo del sa-
pere professionale di altre figure. L’efficacia di questo modus
operandi ha fatto si che in molti Stati venissero rivisitati e modificati i profili professionali di
infermieri, fisioterapisti e ostetriche, dando loro ancor più autonomia e responsabilità. In ultimo l’autrice sottolinea, non
senza una punta di ironia, che
formare infermieri è molto più
economico che formare un medico e questo, nell’ottica del contenimento dei costi, è un dato
da non sottovalutare.
Certo un ipotetico paragone con l’Italia non è proponibile, tante sono le differenze culturali e di gestione della salute
tra noi e l’America. Una riflessione è però d’obbligo: in Italia
le nostre competenze sono adeguatamente messe al servizio del
cittadino? La risposta è ovviamente: no. Il nostro sistema
identifica nel medico la figura
principale nel rispondere ai bisogni di salute e gli infermieri
sono ahimè visti come figure
marginali o meri esecutori di
compiti. Questi concetti, o meglio preconcetti, sono radicati
nell’immaginario collettivo. In
parte la colpa è anche di noi infermieri che spesso ci limitiamo
a svolgere bene soprattutto la
parte pratica/manuale del nostro lavoro, magari si con la dovuta professionalità ed educazione, magari si con il sorriso sulle labbra. Ma forse questo non
basta, dovremmo trovare più
tempo per l’assistenza diretta,
quella che non prevede solo l’incannulamento della vena o una
perfetta medicazione, ma quella che ci permette di instaurare
un rapporto con la persona in
base al quale si venga identifi-
cati come figure fondamentali
nella tutela della salute.
Dobbiamo trovare tempo
quindi per fare educazione sanitaria, prevenzione, per spiegare più nei dettagli alla persona cosa comporterà la malattia
nella sua vita, spiegarle come è
organizzato il reparto nel quale si trovano, come è articolato
l’iter di diagnosi e /o di cura, quali altre figure parteciperanno al
processo di guarigione o che,
negli altri casi, l’accompagneranno in una forma di vita che
sia la più dignitosa possibile. Il
nostro profilo professionale ce
lo consente, anzi ce lo impone.
Il tempo però, alcuni diranno, è proprio l’elemento che scarseggia perché durante un turno
di lavoro spesso si va sempre di
corsa. Sarebbe utile riflettere su
un dato fondamentale: nella
maggior parte dei casi noi infermieri perdiamo tempo in cose
che non ci competono, presi dalla routine quotidiana dei nostri
reparti. Oscilliamo tra compiti
che vanno dall’OSS al medico,
spesso per il semplice motivo che
se non li facciamo noi non li fa
nessuno. Rispondiamo a innumerevoli telefonate (spesso di
persone che cercano medici!),
mandiamo fax, andiamo in visita con i medici per porger loro
cartelle come leggii delle Sacre
Scritture, andiamo in cerca di farmaci per altri reparti, ecc. ecc.
Riuscire a limare anche minimamente alcuni di questi
aspetti significherebbe trovare un po’ più di tempo, magari poco, nel quale ad esempio
poter spiegare al paziente che
cosa è una stomia e quali cambiamenti porterà nel suo vivere quotidiano e nella percezione di sè.
31
AL VIA UN NUOVO CORSO FAD
SICUREZZA DEI PAZIENTI
E DEGLI OPERATORI
H
a preso il via il nuovo Corso F.a.d. sulla Sicurezza dei
pazienti e degli operatori, terzo
step del Corso sul Governo clinico promosso dal Ministero
della Salute in collaborazione
con IP.AS.VI. e F.N.O.M.Ce.O.
Come di consueto anche
questo corso – che assegna 15
crediti E.C.M. – viene proposto inizialmente in modalità
web (www.fadinmed.it), ma nei
mesi successivi potrà essere seguito anche tramite eventi residenziali organizzati sulla stessa tematica dai vari Collegi provinciali.
«La sicurezza dei pazienti è
uno dei fattori che determinano la qualità delle cure ed è
quindi uno degli obiettivi prioritari che il Servizio Sanitario
Nazionale si pone. Lo sviluppo
di interventi efficaci è strettamente correlato alla comprensione delle criticità dell’organizzazione e dei limiti individuali e richiede una cultura diffusa che consenta di superare
le barriere per l’attuazione di
misure organizzative e comportamentali volte a promuovere
l’analisi degli eventi avversi, a
raccogliere gli insegnamenti
professioneinfermiereumbria2/12
ALTRI CORSI
F.A.D.
A CURA DELLA REDAZIONE
S
iti Internet interessanti
per vari progetti
di formazione
per gli operatori sanitari:
– Federazione - F.a.d.
Formazione on-line
– Federazione - Convegni
e congressi
– www.prex.it
– www.miformo.it
– www.aifa.progettoecce.it
– infermieri 24
– nursingfad !
che da questi possono derivare e a favorire gli atti utili per
prevenirli».
Un parte del Corso è dedicata anche alla sicurezza dei
professionisti e dei luoghi di lavoro nella consapevolezza del
ruolo fondamentale che in questo processo riveste il benessere organizzativo, relazionale
e lavorativo di tutti gli operatori sanitari.
A conclusione del corso
l’operatore sanitario dovrà essere in grado di:
Riconoscere le motivazioni,
anche etiche, per l’impegno
nei confronti della prevenzione e della gestione del rischio
clinico nella pratica professionale quotidiana.
Applicare una metodologia
appropriata nella propria pratica professionale per:
– identificare i rischi clinici
ed i relativi determinanti
nella specifico contesto
professionale e prevenirli;
– scegliere ed applicare interventi per la gestione degli eventi avversi e delle
relative conseguenze che
tengano conto del rapporto costo/beneficio;
– concorrere alla adozione
di soluzioni per la prevenzione.
lasegreteriainforma
A CURA DELLA SEGRETERIA
formazione e aggiornamento
32
lasegreteriainforma
GLI APPUNTAMENTI
PER GLI INFERMIERI
A CURA DELLA REDAZIONE
14-16 NOVEMBRE 2012
RIVA DEL GARDA (VR)
XXI CONGRESSO ANIARTI
Infermieri e qualità
di vita in area critica,
competenza, tecnologia,
procedure, efficienza,
risorse, relazione, politica,
diritti, etica, utopia
Per informazioni e iscrizioni:
www.aniarti.it
20-23 NOVEMBRE 2012
AREZZO
7° Forum 2012
Risk Management
in Sanità
1° Forum Internazionale
Expo - Convegno
Arezzo Fiere e Congressi
Per informazioni:
www.forumriskmanagement.it
24-25 NOVEMBRE 2012
TORINO
8° Convegno Nazionale
Società Infermieri
Sclerosi Multipla S.I.S.M.
Per informazioni:
SM Italia S. Cons. Arl
Tel. 0102713252-233
[email protected]
25 NOVEMBRE 2012
BOLOGNA
Multicare Rescue Team
Le emozioni
oltre la legalità
Bologna - AC Hotel
Per informazioni:
Tel. 051474238
[email protected]
29 NOVEMBRE 2012
13 DICEMBRE 2013
ROMA
V EDIZIONE
FORMULA WEEK END
EMPHA EXECUTIVE
Master in Healthcare
& Pharmaleutical
Administration
Corso di perfezionamento
universitario
Per informazioni:
Tel. 0685222394-303-314
[email protected]
7 DICEMBRE 2012
AREZZO
CONGRESSO
REGIONALE S.I.C.P.
Società italiana
di Cure Palliative
Toscana
“Give Sorrow Words...”
Hotel Golden Tulip Galilei
Per informazioni:
Tel. F.I.M.O. 0556800389
Tel. 055683355
[email protected]
11-12-13 APRILE 2012
MONTECATINI TERME (PT)
XIV Congresso Nazionale
Nursing Cuore
G.I.T.I.C.
Gruppo Italiano
Infermieri di cardiologia
Vittoria - Centro Congressi
Per informazioni:
vedi sito GITIC
Identificare le funzioni connesse al rischio per le diverse figure professionali e le relative responsabilità ed adottare coerenti comportamenti a livello individuale e nella organizzazione.
Istruire i pazienti, i familiari,
i volontari e gli operatori per
la identificazione dei rischi,
la prevenzione, la protezione
dagli stessi, nonché la gestione dei danni e delle relative
conseguenze.
Fornire strumenti per la valutazione del benessere organizzativo e lavorativo degli ambienti di lavoro, per la
corretta gestione delle risorse umane, per la coerente valorizzazione delle professionalità, per la prevenzione e il
trattamento delle criticità derivanti dallo specifico ambito sanitario
Pubblichiamo in allegato il
relativo manuale di formazione rilasciato dal Ministero.
Come accedere al corso
Chi non si fosse ancora registrato alla piattaforma per accedere al corso deve farlo, passando prima dal sito dell’IP.AS.VI.
www.ipasvi.it/fnomceo; quindi
si riceverà una password per accedere direttamente alla piattaforma F.a.d.In.Med.
Chi avesse già affrontato
il corso sull’R.C.A. o sull'Audit clinico può accedere al
nuovo corso collegandosi direttamente alla piattaforma
(www.fadinmed.it).
Il corso si chiuderà il 6 febbraio 2013.
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2-2012 - Ipasvi Perugia