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Rubriche
l’infermiere 5/2005
[SCAFFALE]
novità in libreria
LOREDANA SASSO, LOREDANA GAMBERONI,
ANNAMARIA FERRARESI, LAURA TIBALDI
L’INFERMIERE DI FAMIGLIA
SCENARI ASSISTENZIALI E ORIENTAMENTI FUTURI
Mc Graw-Hill Editore
Pagine 200, euro 22,00
Se ne parla da quasi otto anni, da quando l’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms)
incluse l’infermiere di famiglia negli obiettivi per la salute del XXI secolo; da allora in Italia è nato un intenso dibattito e anche qualche sperimentazione.
ESPERIENZE NEL SSN E NELLA LIBERA PROFESSIONE
Alcuni dei progetti avviati dagli infermieri nell’ambito della medicina di famiglia possono essere inquadrati all’interno del Ssn: nei Nuclei di cure primarie
(in forma più ampia), o nelle équipe territoriali (più
vicine al concetto tradizionale di assistenza domiciliare), medici, pediatri, farmacisti, infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali, ostetriche e figure di supporto operano su aree territoriali omogenee.
Numerosa, però, è anche la componete di infermieri che esercita in libera professione: alcuni
hanno scelto di restare in qualche modo all’interno dell’offerta
del Ssn, operando in
stretta collaborazione
con il medico di medicina generale; mentre
altri hanno percorso la
strada di offrire servizi infermieristici completamente privati,
tessendo una rete di
rapporti professionali
con gli altri professionisti della salute che di volta in
volta entrano in contatto con la famiglia del paziente assistito.
ACCETTARE IL CAMBIO DI PROSPETTIVA
Per tutti coloro che hanno scelto questa nuova forma di esercizio dell’attività infermieristica si è trattato di accettare un cambio di orizzonte. Per spostare la famiglia da contesto a centro dell’assistenza infermieristica è stato necessario fare un cammino importante verso una personalizzazione dell’assistenza
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[SEGUE da pag. 7]
potenziare l’attività dell’ambulatorio pediatrico La Scarpetta attraverso la creazione di un’infermeria, provvista di letti
e di assistenza medica e infermieristica fissa, per il ricovero
dei bambini malati più gravi (anche al di sotto dei due anni) che non potevano essere curati ambulatoriamente e per
fornire aiuti alle famiglie dei piccoli pazienti. L’infermeria
(che era stata creata sul modello dei piccoli ospedali annessi
agli ambulatori-dispensari, realizzati con successo in Inghilterra) entrò in funzione nel 1901 e costituì una preziosa appendice della Clinica Pediatrica universitaria: ad Anna Fräntzel furono assegnati gli incarichi della presidenza e
dell’amministrazione. Tre infermiere e una caposala provvedevano all’assistenza diurna e notturna; presso l’infermeria si effettuavano operazioni chirurgiche e medicazioni e
si fornivano gratuitamente medicinali e latte ai soggetti maggiormente bisognosi.
Nel 1914 Angelo Celli morì. Traumatizzata profondamente,
non più fondata sull’individuo isolato, ma inquadrato nel proprio contesto familiare, pianificando, quindi, un’assistenza votata al raggiungimento di un livello di benessere specifico per ciascuna famiglia in
uno specifico momento. Questo passaggio ha significato, tra l’altro, saper valorizzare i caregivers, imparare a sentirsi e ad agire all’interno di un sistema,
dimostrando una competenza distintiva e una capacità di relazione con tutte le altre professionalità coinvolte, con enti e istituzioni e con il personale di supporto, saper progettare e realizzare risposte innovative ai bisogni.
È TEMPO DI UNA RIFLESSIONE SISTEMATICA
Ormai questo modello comincia ad avere elementi
teorici ed esperienziali su cui fare qualche riflessione. Ha dimostrato efficacia ed efficienza (nelle università sono stati fatti interessanti percorsi di ricerca attraverso tesi di laurea sulla medicina territoriale, sul rapporto con altri professionisti e altro ancora, sono stati scritti articoli e fatte relazioni a corsi e
convegni). Naturalmente vi sono anche le riflessioni
sui nodi problematici, tra cui quelli formativi (se l’infermiere ha questo ruolo di “collegamento” tra il Ssn
e i Servizi sanitari regionali-famiglia-enti locali, come formare le doti di leadership e le capacità organizzative necessarie?), quelli relativi al ruolo di gestore degli operatori di supporto in una realtà così
complessa come quella domiciliare e, infine, ma estremamente rilevante, l’esigenza di ripensare i modelli
teorici dell’assistenza in funzione della centralità della famiglia e non più dell’individuo.
Tutte queste esperienze e riflessioni hanno cominciato a trovare spazio nella pubblicistica professionale: oltre all’ormai noto opuscolo dell’Icn tradotto
in Italia dalla Cnai, ha visto la luce da poche settimane il primo libro interamente italiano dedicato all’infermiere di famiglia che – partendo da un’analisi
sociologica e storica sulla famiglia e l’assistenza domiciliare – raccoglie esperienze e materiali su ciò che
si è già fatto (soprattutto sul versante della sanità
pubblica) e scritto (citazioni di articoli, convegni, libri ecc.) e propone qualche riflessione sulla formazione (degli infermieri di famiglia, dei familiari del
paziente), sugli strumenti (dalla cartella al counselling) e sulle prospettive future.
Questo libro è, quindi, la prima riflessione sistematica infermieristica italiana su questo modo innova-
tivo di pensare la salute ponendo al centro la famiglia e dimostrando ancora una volta la capacità della professione di ripensare se stessa e il sistema sanitario, e di mettersi in gioco per soluzioni innovative che possano risolvere i bisogni di salute dei cittadini.
Paolo Tettamanti
Infermiere libero professionista
Erba (Co)
ALFREDO PISACANE E SALVATORE PANICO
EBN, EVIDENCE BASED NURSING
MANUALE PER INFERMIERI E ALTRI OPERATORI
DELLA SANITÀ
Carocci Faber Editore
Pagine 140, euro 12,80
Il testo mette in risalto le criticità della pratica clinica quotidiana tra abitudini, consuetudini e offre la
possibilità di riflettere sul possibile superamento delle difficoltà grazie alla metodologia scientifica Evidence based nursing.
Da qui gli autori analizzano il metodo scientifico su come ricercare le evidenze clinicamente rilevanti, come
valutarle riconoscendone sia la validità, la rilevanza e la
applicabilità sia l’utilizzo dei risultati di ricerca clinica.
Attraverso l’accenno di storie concrete di quotidiana attività clinica il testo offre la possibilità di ragionare e valutare le evidenze raccolte in modo critico.
L’approccio Evidence based è
fondato su elementi basilari
quali le Linee guida per riuscire ad ottenere un buon
governo clinico dei contesti
lavorativi.
Il testo è rivolto sia ai futuri
professionisti sanitari che a coloro che già operano nel mondo della salute in quanto l’approccio metodologico offre
“un laboratorio importante e
potenzialmente innovativo nel
modo di affrontare e risolvere le situazioni assistenziali”. È uno stimolo importante per tutti coloro che
vogliono riflettere sulla propria capacità e competenza professionale in modo scientifico.
Loredana Sasso
Anna ebbe bisogno di molto tempo per riprendere la sua at- pletamento del vasto materiale che il marito, in tanti anni di
tività in pieno, ma poi ricominciò il suo impegno contro la studio, aveva raccolto sulla storia della malaria nell’Agro romalaria e organizzò per conto della Croce Rossa il servizio mano, curandone la pubblicazione; inoltre, scrisse saggi e arassistenziale a Maccarese. Ebbe quindi l’incarico dal Comi- ticoli, e tenne conferenze sullo stesso tema; per la sua meritevole attività ricevette riconoscitato Romano Antimalarico di
Infermeria dell’ambulatorio alla Scarpetta
menti sia in Italia che in Germania.
controllare il personale femTrascorse gli ultimi anni della sua viminile ausiliario, istruito presta presso un pensionato religioso di
so la Scuola di Malariologia di
Roma, dove morì, quasi in solitudiNettuno, per provvedere alla
ne, il 28 settembre 1958.
individuazione, alla cura e alla profilassi dei malarici nel Lazio; si occupò inoltre del funQuesto lavoro vuole essere uno spunto
zionamento degli ambulatori
per i colleghi interessati ad un approdi montagna e delle colonie
fondimento, per la creazione di una pubantimalariche per bambini, coblicazione e/o una mostra su Anna e su
me quelle di Grottaferrata e di
un periodo importante per la storia inTerracina, che prevedevano anfermieristica italiana. Bibliografia dische i corsi scolastici. Portò a
ponibile presso l’autore:
termine il riordino e il [email protected]
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Loredana Sasso, Loredana Gameroni, Annamaria Ferraresi