CON IL LIBRO "VAURO" + EURO 7,00 CON LE MONDE DIPLOMATIQUE + EURO 1,30 IN SICILIA CON L'ISOLA POSSIBILE + EURO 1 SPED. IN ABB. POST. - 45% ART.2 COMMA 20/ BL 662/96 - ROMA ISSN 0025-2158 ANNO XXXIX . N. 91 . VENERDÌ 17 APRILE 2009 SQUILIBRIO IN ONDA EURO 1,20 Nessuna serata «riparatrice»: Santoro difende la puntata di Annozzero incriminata e ribadisce le critiche sulla mancata prevenzione del terremoto. E dopo la sospensione di Vauro decisa dai vertici Rai annuncia: «Tornerà la prossima settimana». Intanto Berlusconi vola di nuovo a L’Aquila, dispensa ottimismo tra gli sfollati e promette case a tutti «entro l’estate». Le vittime salgono a 295. La procura: presto gli interrogatori sui crolli PAGINE 2, 3, 4, 5 Norma Rangeri G li squilibrati di sinistra sono andati in onda, rispettando il loro dovere di informare e il nostro diritto di sapere. La tv destabilizzante, che interrompe i salmi di gloria per l’uomo della provvidenza, ha guadagnato altre due ore di trasmissione libera. Le insopportabili critiche di Annozero alla mancata prevenzione hanno accompagnato tutta la serata, insistendo non su quello che è successo «dopo», ma su ciò che non è stato fatto «prima». Normale informazione. Eppure la bufera censoria si è scatenata esattamente per averlo sottolineato davanti a milioni di telespettatori. Ieri i giornali stampavano nelle cronache i verbali drammatici delle riunioni di sindaci e sis mologi alla vigilia del terremoto, inascoltati da palazzo Chigi. Sciacalli anche loro. Si sta sollevando il tendone della propaganda che ha avvolto il paese trasformando la tragedia in una rappresentazione di regime. Annozero ha dato voce alla squassante testimonianza del padre che ha perso il figlio e che per lui, per quella foto di ragazzo stampata sul tesserino universitario, denuncia le istituzioni che non hanno vigilato, peggio, che non hanno agito. Ha fatto parlare il giornalista-sciacallo del Sole240re («Il bilancio del comune dell’Aquila ha azzerato i bilanci della protezione civile»). Peccato che in studio non ci fosse il direttore del Giornale quando Marco Travaglio ha ricordato i titoli che il quotidiano berlusconiano dedicò al governo Prodi nei giorni del terremoto dell’Umbria. Feroci e sfottenti allora, quanto teneri e affettuosi oggi verso l’editore-presidente. Un monumento al conflitto di interessi, un giornalismo da repubblica delle banane. Con il foglio del premier, bisogna riconoscerlo, in compagnia di alcune grandi firme della stampa nazionale. Non è confortante né rassicurante che l’opposizione al re esploda in un talk-show, che la critica al governo si affidi a un conduttore televisivo. Ma non saremmo l’Italia delle ronde, del razzismo, dei condoni, della corruzione che si fa legge e costruisce i palazzi della morte, se la gloriosa sinistra non avesse smarrito la bussola della battaglia sociale e morale. Corazzato dalla lunga esperienza di bastian contrario, Santoro ha riacceso le telecamere nelle tendopoli, ha interrogato i politici in studio, ha tenuto aperta la scena del diritto, promettendo il ritorno di Vauro perché la libertà è indivisibile, come lo sono diventate le vignette di Vauro e Annozero. Anche se non piacciono al vescovo dell’Aquila plaude alla sospensione del vignettista. Una scena senza le vignette del disonore (in realtà alcune le ha recitate un’attrice). Con Sabina Guzzanti che entra in studio nel finale, armata di toga e di una battuta che fotografa il nostro malessere («la tv ha insegnato a parlare agli italiani, Berlusconi gli ha insegnato a stare zitti»). Il giullare sveglia il villaggio, dice che la censura è un’arma a doppio taglio, mentre colpisce la libertà di parola toglie la maschera all’inquisitore, e quando pensa di aver spento il dissenso lo riaccende. LA BASILICA DELLE ANIME SANTE A L’AQUILA /FOTO DI TONINO MORELLI - EMBLEMA La scena del diritto STAMPA TESTAMENTO BIOLOGICO Il futuro dei giornali morti Libera scelta in libero Municipio Mariuccia Ciotta Sandro Medici 009, non c’è più la stampa, bellezza. È questo che ci manda a dire il rapporto della Fieg sullo stato dei giornali in Italia, giù la pubblicità, giù le vendite, un passato orribile - nel 2008 si registra un aumento delle perdite del 100% più una contrazione degli utili del 30% - e un no-future generale. Ieri la Federazione degli editori ha tracciato un percorso verso l’abisso, in particolare per i quotidiani, assaliti dalla free-press e dai siti on line. Il rapporto Fieg conferma l’andamento disastroso dei giornali in tutto il mondo. In ogni redazione lo spauracchio dell’eclisse del foglio di carta fa immaginare licenziamenti selvaggi ovunque, un’informazione tutta digitale, un passaggio irreversibile al web. Previsioni di un lutto annunciato. CONTINUA |PAGINA 5 anno percorso la Via Tuscolana, che è uno stradone di periferia, lungo e dritto, pieno di vetrine e di gente che va e viene, e hanno raggiunto Piazza Cinecittà. Sono entrati al numero 11 e hanno incontrato Pasquino. Sì, proprio lui, il popolano di pietra che irrideva i potenti e metteva in rima le verità scomode sui mali della città. È la splendida copia realizzata dai maestri artigiani di Cinecittà, usata da Luigi Magni per uno dei suoi film più amati, L’anno del Signore. Ora questa statua di cartapesta dà il benvenuto a chi arriva, in un bel giardino di pini slanciati, quei monumenti della natura che solo da queste parti hanno voglia di crescere, e che a guardarli sembrano sussurrare le sinfonie di Respighi. CONTINUA |PAGINA 7 2 H REFERENDUM | PAGINA 6 No election day, il premier cede a Bossi: voleva la crisi ALL’INTERNO EDITORIA Rapporto Fieg: «2008, il collasso dei giornali» «Crollano vendite e pubblicità». L’allarme sulla crisi dei giornali nel dossier della Federazione italiana editori: «Nel 2008 c’è stato un aumento delle perdite del 100% e una contrazione degli utili del 30%». Ancora peggio quest’anno. Ma Fnsi e Ordine dei giornalisti criticano gli editori PAGINA 8 RUSSIA | PAGINA 11 RAZZISMO Il presidente Medvedev: «In Cecenia è finita la guerra al terrorismo» L’Ue: «In Italia situazione preoccupante» LUTTI | PAGINA 15 È morto Armando Ceste, dal cinema militante al cinema resistente Il governo italiano ha fatto «passi insufficienti sul fronte della lotta al razzismo, per assicurare eguali diritti a Rom e Sinti e in merito alla politica migratoria». È l’accusa del commissario per i diritti umani Thomas Hammarberg nel secondo rapporto Ue sull’Italia in meno di un anno PAGINA 7 il manifesto VENERDÌ 17 APRILE 2009 pagina 17 TERRITORI altra italia Mangia lento e parla piano, al via oggi alla Fiera del mare di Genova la biennale kermesse del pesce. Tra capperi di Alicudi, colatura di alici di Cetara e ostriche britanniche, un personal shopper spiegherà come acquistare con intelligenza i prodotti ittici. Puntando sull’ecocompatibilità e il pescato a miglio zero Pesci DI TUTTO IL MONDO SLOW FISH, LA CULTURA DEL PESCE IN PILLOLE Tutto quel che c’è da sapere su Slow fish QUANDO Alessandra Fava GENOVA C Da oggi al 20 aprile, dalle 11 alle 23 e lunedì 20 aprile dalle 11 alle 20. apri, capri, capri: è il grido ripetuto, ormai entrato nel lessico familiare, DOVE di un venditore di capperi appostaPadiglione B della to ad Alicudi sotto un enorme ficus benjaFiera di Genova alla min onde evitare un sole giaguaro. È proFoce, appena ristruttuprio da quelle isole siciliane, le Eolie, che rato dall’architetto arrivano i capperi di uno dei presidi di francese Jean Nouvel. Slow Fish, quello di Salina. Insieme ci sono la colatura di alici di Cetara in CampaCHE COSA nia, le moleche del Veneto, la tinca gobba Al piano terra troveredorata del Pianalto di Poirino. E poi ci sote tra l’altro le Cucine no l’aglio della Croazia, le ostriche britandi strada, i vini di uso niche, lo zafferano marocchino (quello di quotidiano, Buone Taliouine) in un giro del Mediterraneo e pratiche, il Teatro del dei mari del nord da capogiro. gusto con appuntaMa a parte la solita vena poetica e quelmenti con chef ed lo snocciolare come fosse uno scioglilinesperti. Al piano supegua nomi di luoghi, persone, ingredienti, riore ci sarà il mercaSlow Fish, in collaborazione con la Regioto saranno 90 esposine Liguria, cerca di scuotere le coscienze tori delle regioni della di noi consumatori. Nel Mediterraneo ci tradizione ittica. Persono infatti 266 animali acquatici commecorsi con produttori di stibili, eppure solo il 10 per cento è rintracsale e olio. Una volta ciabile sui banchi di pescherie, mercati e al giorno l’asta del supermercati. Basta questo dato per penpesce con battitore. sare quanto stiamo arando il Mare Nostrum per divorarne sempre gli stessi peSITI UTILI sci: branzini, tonno, pescespada. La cultuhttp://www.fiera.ge.it/ ra del mare parte da qui. Campagne eurocomearrivare.aspx. pee lanciate da diverse onlus, tra cui il Altro su Wwf che collabora attivamente all’iniziatiwww.slowfish.it. va, iniziano a cambiare qualche abitudine, ma tanti ancora non sanno che è meglio comprare la paranza o qualche pesce meno noto piuttosto che buttarsi sui soliti branzini. È il concetto dal quale è nato Slow Fish otto anni fa, all’insegna del mangia lento e pesca piano, una kermesse del pesce che torna ogni due anni e dopo una puntata di successo a piazza Caricamento, si è insediata alla Fiera del mare di Genova, da venerdì 17 a lunedì 20 aprile, con lo slogan «educare al piacere». La location sarà il padiglione B rinnovato dall’architetto francese Jean Nouvel con una nuova struttura tra vetro e acciaio che riflette la luce e il mare, insomma inonda lo spazio di MeDISEGNO TRATTO DA diterraneo. ANIMALS ED. DOVER Il concetto dal quale parte Slow Fish quest’anno è che se vogliamo continuare a mangiare pesce dobbiamo prenderci cura del mare e delle sue risorse, quindi scosigli sugli acquisti facendo capire che comprire anche come acquistare intelligenteprando un pesce ecocompatibile magari mente prodotti ittici. È nata da qui l’idea si risparmia anche qualcosa. Anticipazioni di mettere nel mercato un consulente alla su media e giornali e sul sito di Slow Fish spesa, il personal shopper, un nome tra hanno fatto sì che il nostro shopper è già l’ironico e il semiserio che rievoca la moda stato prenotato per la durata di tutta la fiedei supervip (o dei superindecisi) di farsi ra, ma nella speranza che qualcuno abbia accompagnare nello shopping al quadriladisdetto potete sempre provare allo Slow tero milanese come a Faubourg Saint-HoFood Educa al piano terra del padiglione B norè a Parigi. Il personal shopper darà conche raccoglie le prenotazioni. Il pesce è ormai da tempo nel nostro paniere alimentare settimanale. In Europa ne mangiamo 27 chili a testa all’anno pro capite pescato, contro oltre 66 del Giappone. In Italia siamo sotto la media europea, intorno ai 21 chili all’anno. Uno studio dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, Ismea, un ente pubblico economico istituito con l’accorpamento dell’Istituto per studi, ricerche e informazioni MONTEBELLUNA (TREVISO) · Un festival in opposizione al summit sull’agricoltura «Questa è la nostra terra», al via l’anti-G8 Orsola Casagrande Q uesta terra è la nostra terra. Questo lo slogan scelto come titolo dell’anti G8 che sta andando in scena a Montebelluna e Treviso organizzato da comitati, associazioni, gruppi informali. Un festival che è la risposta dei cittadini al primo G8 dell’agricoltura che si aprirà domani a Cison di Valmarino, in provincia di Treviso. «Abbiamo scelto di mobilitarci – dicono gli organizzatori del festival – per garantire su varie tematiche una gestione e un futuro diverso per il territorio in cui viviamo». Consapevoli di non essere soli. «In tutto il nord est come in tutta Italia, in questi ultimi anni decine, centinaia, migliaia di cittadine e cittadini hanno scelto di organizzarsi a partire da problemi e contraddizioni locali: strutture invasive, impianti nocivi, cementificazione, inceneritori, antenne pericolose, reti viarie, basi militari come Vicenza». Battaglie grandi e piccole, ambientali, in difesa dei beni comuni, per uno sviluppo diverso, per un uso corretto del territorio, per un rapporto nuovo tra produttori consumatori. Su questa base e con questi argomenti gli organizzatori di Questa terra è la nostra terra hanno deciso «di uscire dalla nostra casa, ci hanno spinto ad organizzarci in proprio, sperimentare un protagonismo diretto, ricercare i percorsi di una politica realmente partecipata». Storie collettive che «solo degli sciocchi possono descrivere come “egoismo” da sindrome nimby». All’interno del festival si vuole offrire uno spazio aper- to per incontrarsi, scambiare esperienze, e anche «aprire una discussione in comune su una delle scelte più nefaste e inaccettabili che dall’alto vorrebbero calare sui nostri territori: la scelta nucleare». Il festival si è aperto mercoledì con uno spettacolo di Marco Paolini. Ieri sera manifestazione in piazza a Treviso con i rappresentanti mapuche (Treviso è la patria, tra gli altri, anche di Benetton) e questa sera dibattito dal titolo «Crisi climatica, crisi energetica, crisi economica» con Oscar Olivera, portavoce della coordinadora de defensa del agua y la vida boliviana. Sabato incontro con i movimenti internazionali in difesa della terra e dei beni comuni e domenica tra tutte le realtà per la costruzione di una «carta dei diritti della terra». sul mercato agricolo (già Ismea) e della Cassa per la formazione della proprietà contadina, racconta che nel 2006 il pesce fresco e decongelato sfuso in Europa ha rappresentato la stragrande maggioranza degli acquisti domestici di prodotti ittici: il 52,9 per cento in volume, il 52,5 per cento in valore. Purtroppo non sempre sappiamo quello che mangiamo, visto che la Guardia costiera dice che più della metà delle multe (55,9 per cento) riguarda irregolarità nelle etichettature dei prodotti ittici. Davanti ad allarmi lanciati anche dalla rivista Nature che sostiene che tra le 29 specie che si pescano con maggiore frequenza 10 si sono ridotte a meno del 10% rispetto a 50 anni fa, i visitatori di Slow Fish avranno anche un libretto che spiega che cosa e come acquistare. Ad esempio è sempre opportuno chiedere la provenienza, preferire i prodotti nazionali, scegliere pesce azzurro (alici, sardine, sgombri, palamite, tombarelli) e non comprare pesce sottotaglia. Insomma no al tonno rosso e al pescespada (in estinzione). Sì a triglie, sogliola, acciughe, pagelli. Ma soprattutto cercando di farsi consigliare anche dal pescivendolo di fiducia o in questo caso dal personal shopper, bisogna anche andare alla caccia di nuovi gusti. Perciò tra gli sconosciuti Slow Fish consiglia alalunga, sgombro, palamita, tombarello (tutti della famiglia del tonno), e poi sugarello, pesce pilota, pesce serra, zerro, lampuga, pagello bastardo, pesce sciabola o aguglia imperiale. Tra gli inghippi del mercato ormai l’al- larme è sui finti palombo, verdesche e vitella di mare che in realtà sono squali, cacciati in diversi mari e venduti massicciamente in Italia. Questo tipo di pesca che si per se a qualche distratto farà pensare ai serial Squalo 2, rivela invece come stia scomparendo un un predatore indispensabile per la preservazione degli equilibri dell’ecosistema. E’ uno degli argomenti che ritroviamo nella zona delle Aree marine protette, a cura del Wwf. Perciò per far capire anche quanto lavoro dia dignità e occupazione a grandi e piccole comunità legate al mare, in mostra alla Fiera ci saranno anche 23 Presidi del mare della Fondazione Slow Food per la biodiversità–Onlus, per lo più comunità di piccoli pescatori o di agricoltori legati a qualche prodotto coltivato a un passo dalla costa. 15 presidi sono italiani e 8 internazionali, tra cui troverete Croazia, Mauritania e Marocco. Per chi tra un guizzo e l’altro di anguilla avrà a questo punto fame, Slow Fish come sempre pensa anche agli stomaci. Se date un’occhiata verso il mare e al piano terra ci sono le Cucine di strada che offrono una frittura o uno stuzzichino veloce, oppure i panini, già proposti con successo allo Slow Food e qui replicati con lo slogan «Panini d’aMare» con pane di Vinca direttamente dalle Alpi apuane nella Lunigiana insieme alle verdure di stagione e il pescato del Mar Ligure. Sono i classici e indimenticabili pane, burro e acciughe; panino con il sugarello marinato; panino con le seppioline grigliate e l’asparago violetto d’Albenga; panino con i muscoli, frutti dell’acquacoltura di qualità, accompagnati da olio extravergine d’oliva; panino con gamberi, cipolla e agretto. Per chi cerca cibi più sostanziosi ci sono le Osterie del mare e le Isole del gusto dove assaggiare piatti speciali. Anche qui saranno messi al bando il tonno rosso e le orate. Sempre al piano superiore trovate l’enoteca con mille etichette o i vini di tutti i giorni al piano terra. Ma tornando alla funzione educativa del salone, prima e dopo pranzo in tutti e quattro i giorni, potrete fermarvi a parlare e pensare. Basta passare alla sezione Buone pratiche al piano terra dove trovare consigli utili per rispettare l’ecosistema marino oppure andare a decine di incontri e appuntamenti. Tra i laboratori del gusto (a pagamento) troviamo ad esempio «ostriche d’Europa: istruzioni per l’uso»; «cozze alla riscossa» o «Non è la solita zuppa». Al Teatro del mare tutti giorni ci saranno incontri con chef italiani come Franca Checchi, di Viareggio; Gérard Vives di Marsiglia e la slovena Ana Ros. Luigi Taglienti di Cuneo (Piemonte) si cimenterà nella ricetta del «cappon magro», che come tutte le ricette ci racconta una storia. In questo caso è quella di mozzi e marinai che imbarcati per mesi e mesi su qualche brigantino attraversavano soli e mari portandosi appresso insieme alla nostalgia un mazzo di prezzemolo o di basilico. Il cappon magro che pochi sanno ancora cucinare ha alla base delle gallette di pane molto secche bagnate nell’aceto e acqua, quindi a strati si mette carne di pesce bollita leggermente, verdure cotte al vapore e separatamente e in mezzo salsa verde, quella fatta con prezzemolo, acciughe e capperi e in altri strati limone e olio. Da piatto povero fatto col pescato del giorno è diventato sempre più opulento e c’è chi lo decora con aragoste, astici e scampi. Ben inteso in un piatto ovale dal bordo alto dove si lascia a «pensare» per almeno un giorno prima di servirlo senza metterlo in frigorifero. Tematiche alimentari, ambientali e sociali si mescoleranno ancora nei Laboratori dell’acqua con 23 appuntamenti nelle sale del mezzanino del padiglione B. Tra le curiosità, si parlerà di miglio nautico zero e della possibilità di mangiare pesce locale con Stefano Masini, resp. Ambiente, territorio e consumi della Coldiretti, oppure di pesce e grande distribuzione con Ettore Ianì, presidente Lega Pesca. Un nutrizionista torinese, Andrea Pezzana, direttore di Dietetica e Nutrizione Clinica dell’Ospedale San Giovanni Antica Sede, parlerà del perché i bambini nelle mense mangiano un pesce del Mekong che si chiama pangasio invece di qualche paranza nostrana.