Associazione Joseph onlus
Carta dei servizi
Tel./fax: 0444.696079
E-mail: [email protected]
www.casajoseph.it
Versione 3.1
Via Pieve, 6
36075 Montecchio Maggiore (VI)
luglio 2010
Associazione Joseph onlus
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−
gli obiettivi che si intendono raggiungere offrendo al minore
un periodo di vita presso la casa famiglia e con quali previsioni di massima rispetto all’eventuale rientro nella famiglia
di origine;
Presidente dell’Associazione Joseph onlus
−
il referente responsabile che seguirà il caso;
Umberto Brugnolo
−
chiarimenti su eventuali sostegni psicologici, neuropsichiatrici, o altro;
−
le modalità da seguire rispetto ai contatti con la famiglia
d’origine;
−
la periodicità degli incontri di verifica per il Sevizio Sociale
con l’equipe della casa famiglia.
Introduzione
Questo fascicolo contenente la storia, gli obiettivi, le
modalità di lavoro, lo stile, il progetto di Casa Famiglia, giunge come traguardo di un accurato lavoro
che l’equipe educativa sta portando avanti con dedizione ed impegno nella direzione di un servizio sempre più qualificato con delicatissima attenzione ai
bambini e ai ragazzi che vengono accolti in Casa Famiglia Joseph.
E’ quindi con vivo spirito di collaborazione che ci auguriamo un sempre più stretto rapporto di cooperazione e fiducia tra Servizi Sociali ed equipe educativa
della casa, improntato all’ascolto dei bisogni dei minori, per offrire loro uno squarcio azzurro, promessa
di un futuro sereno.
Resta essenziale ad ogni modo l’incontro preliminare presso la
struttura con gli operatori dei Servizi Sociali che seguono il caso
e l’equipe educativa della casa. Infine, la Casa Famiglia richiede,
se esistenti, i seguenti documenti:
−
Documento deliberante il collocamento del minore;
−
Impegno di spesa del Comune di residenza;
−
Copia del decreto del Tribunale dei Minori;
−
Certificato di nascita;
−
Tessera sanitaria /TEAM;
−
Eventuale esenzione ticket;
−
Libretto delle vaccinazioni;
−
Carta d’identità o passaporto;
−
Permesso di soggiorno.
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Di seguito indichiamo i quattro strumenti fondamentali per il lavoro in equipe:
•
•
•
•
la scheda di osservazione e verifica della soddisfazione
la scheda di inserimento
Il P. E. I. (progettazione educativa individualizzata )
la scheda di dimissione
Il P.E.I. è stilato dall’equipe di casa famiglia in base al Progetto
Quadro ricevuto all’atto dell’inserimento dal Servizio sociale inviante. Viene costruito a partire da quanto rilevato attraverso la
scheda osservativa, cioè dall’analisi delle caratteristiche e dei bisogni del minore, dal contesto familiare di provenienza e dai risultati raggiunti, tiene conto del lavoro che andranno a svolgere tutte le agenzie coinvolte (eventuali UVDM) e si prefigge il raggiungimento di alcuni obiettivi fissando tempi precisi sia per la verifica
sia per la realizzazione degli stessi.
Oltre a monitorare costantemente, attraverso le verifiche periodiche, il lavoro svolto con i minori, l’equipe si impegna poi, al momento delle dimissioni del minore, a condividere con gli operatori
del Servizio Sociale un momento di verifica, sia rispetto agli obiettivi generali previsti, sia rispetto alla soddisfazione dell’utenza.
4.4 Relazioni e documenti richiesti
Per facilitare l’inserimento del minore in casa famiglia è d’obbligo
innanzitutto raccogliere dal Servizio di Tutela Minori più informazioni possibili, che, in mancanza di Progetto Quadro, possono essere anticipate sinteticamente in una relazione scritta ove siano
specificati i seguenti punti:
−
i motivi dell’allontanamento con storia del minore e della
sua famiglia;
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INDICE
Introduzione ........................................................... pag. 2
Indice ......................................................................... pag. 3
CAPITOLO 1° Presentazione
1.1 L’associazione e la casa famiglia .................. pag. 4
1.2 Il fondamento dell’Associazione ................. pag. 4
1.3 Mission della casa famiglia ........................... pag. 5
1.4 Tappe istituzionali ........................................... pag. 5
CAPITOLO 2° Obiettivo “persona “
2.1 L’utenza .............................................................. pag. 6
2.2 L’obiettivo generale ...................................... pag. 6
2.3 Obiettivi per aree........................................... pag. 7
2.4 Socializzazione e territorio......................... pag. 7
CAPITOLO 3° Il metodo di lavoro
3.1 Le risorse umane ............................................ pag. 8
3.2 L’organigramma ................................................ pag. 9
3.3 Ruoli e funzioni ................................................ pag. 9
3.4 Uno stile accogliente ..................................... pag. 12
3.5 Metodologia di lavoro .................................... pag. 12
3.6 Formazione........................................................ pag. 14
CAPITOLO 4° Un servizio di qualità
4.1 Il servizio offerto ......................................... pag. 14
4.2 I costi ................................................................. pag. 16
4.3 Le procedure .................................................... pag. 16
4.4 Relazioni e documenti richiesti................... pag. 18
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Capitolo primo: Presentazione
1.1 L’associazione e la casa famiglia
La Casa Famiglia Joseph è sostenuta dall’ Associazione Joseph
onlus che, intende svolgere le seguenti attività:
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04. le dimissioni del minore;
05. Il follow-up post dimissioni del minore;
06. le comunicazioni con i Servizi Sociali;
07. la gestione dei dati sensibili dei minori;
08. l’inserimento di un nuovo operatore;
- Perseguire finalità di solidarietà socio-educativa, di prevenzione
del disagio offrendo supporto alle famiglie con minori,
avvalendosi idi un’equipe educativa e di volontari.
•
Essere a disposizione dei minori, esclusi i disabili, che si
trovano in situazioni precarie e difficili, allontanati dalla
famiglia di origine con Decreto del Tribunale dei Minori e/o
affidati al Servizio Sociale, operando principalmente
attraverso la gestione diretta di una casa famiglia
denominata “Casa Famiglia Joseph”. (cap.C art. 3 dello statuto)
09. la gestione del personale e dei volontari;
10. le verifiche interne;
11. la gestione delle emergenze e reati;
12. la prevenzione dei rischi;
13. la pulizia e l’igiene degli ambienti;
14. la rilevazione della soddisfazione dell’utente e del Servizio;
15. il report annuale di valutazione dei risultati.
1.2 Il Fondamento dell’Associazione
(dallo statuto dell’associazione Cap. B – Art. 2)
“Così ben lontano dal desiderare che i genitori diventino dei capri
espiatori, noi desideriamo aiutarli. Ben lontano dal rifiutare di
vedere che talvolta i genitori agiscono in modo orribile, noi
cerchiamo dei modi per soccorrere le vittime, i bambini come gli
adulti, le vittime psicologiche come quelle fisiche.
Soprattutto cerchiamo delle modalità per impedire che gli schemi
di comportamento violento si sviluppino anche nelle nuove
famiglie. Lasciateci sperare che la politica del mettere la testa
sotto la sabbia abbia fatto il suo tempo.”
Tra gli strumenti specifici per progettare l’intervento relativo a
ciascun minore descriviamo ora la modulistica, che viene utilizzata dall’equipe educativa.
Si tratta di schede e moduli, elaborati in modo da risultare di
facile consultazione, essenziali ed esaustive.
Sono stati scelti parametri misurabili e il più oggettivi possibili
(tipo: adeguato, non adeguato, molto adeguato) e prendono in
esame aspetti della persona sempre riconducibili alle stesse aree
di intervento (area cognitiva, area sociale e ludica, area
dell’autonomia e area emotiva).
(John Bowlby)
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8. Rapporti con la famiglia di origine e supporto psicologico
Dove previsto gli operatori della casa famiglia sono disponibili ad
accompagnare il minore agli incontri periodici con la famiglia di
origine e ai Servizi Sociali per colloqui con gli specialisti. In linea
generale non è prevista la possibilità di effettuare tali incontri
protetti all’interno della struttura, per tutelare la tranquillità e la
serenità di tutti gli ospiti.
1.3 Mission della casa famiglia
4.2 I costi
1.4 Tappe istituzionali
La retta standard di accoglienza, che comprende tutti i servizi sopra descritti, ma non prevede riduzioni per eventuali rientri dei
minori fuori dalla struttura, viene concordata con i Servizi Sociali
e l’Amministrazione referente sulla base dei parametri previsti dal
sistema qualità e accreditamento della Regione Veneto.
La pronta accoglienza prevede invece una retta maggiorata, che
viene ridotta dal momento in cui l’accoglienza dovesse rientrare
nei parametri usuali e negli standard di programmazione.
Servizi aggiuntivi e straordinari non contemplati nell’elenco delle
prestazioni e i relativi costi devono essere di volta in volta concordati tra i Servizi invianti e la casa famiglia.
La Casa famiglia Joseph ha dunque lo scopo di accogliere minori
che si trovano in situazioni di disagio e di offrire loro il modello
familiare come luogo privilegiato di crescita.
Essa si propone con persone sensibili e luoghi accoglienti che facilitino e stimolino la crescita di ogni individuo.
La comunità educativa Joseph di Montecchio Maggiore è stata
aperta il 8 novembre 1995 ed è in possesso di idoneità professionale dal 7 maggio 1990. La comunità residenziale si appoggia
legalmente all’Associazione Joseph ONLUS dal primo gennaio
1999. Nel 2006, facendo riferimento alla coppia di coniugi Bertoldo ivi residenti, la comunità è divenuta di tipo familiare.
La casa famiglia è in possesso dell’autorizzazione all’esercizio, rilasciata in data 8 agosto 2007 e dell’accreditamento istituzionale rilasciato l’11 febbraio 2008 con prot. N. 4231.
E’ iscritta al Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
(CNCA) e convenzionata con il Comune di Vicenza.
4.3 Le procedure
Sono previste procedure standardizzate per garantire la
qualità del servizio offerto e riguardano:
01. la modalità di raccolta della richiesta di inserimento;
02. l’inserimento del minore;
03. l’osservazione del minore;
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Capitolo secondo: Obiettivo “persona”
2.1 L’utenza
Il servizio è rivolto a bambini e ragazzi che si trovano in situazioni
di difficoltà familiare, e che con decreto del Tribunale dei Minori,
o attraverso affidi consensuali, vengono affidati al Servizio sociale
per collocamento in ambiente idoneo.
La struttura può accogliere, in conformità con le Leggi vigenti, un
numero massimo di sei residenziali ambosessi, di età compresa tra zero e diciotto anni e in questo numero è disponibile
ad accogliere fino a due casi in pronta accoglienza.
La casa famiglia resta disponibile al proseguio del progetto oltre la
maggiore età, in accordo con il Servizio Sociale inviante.
2.2 L’obiettivo generale
I minori che passano un periodo della loro vita in casa famiglia
Joseph devono potervi trovare persone e luoghi accoglienti, affinché crescano in un clima sereno e ricostruiscano un proprio equilibrio interiore, spesso compromesso da situazioni familiari problematiche. Nell’equipe educativa della casa famiglia si coltiva
quindi una sincera disponibilità affettiva per ognuno di loro e si
cerca di perseguire, con interesse autentico, il “bene del minore”. L’attuazione di un obiettivo così alto passa poi necessariamente attraverso l’elaborazione e la verifica costante di un progetto educativo individualizzato (vedi scheda P.E.I.) nonché del
serio e attento monitoraggio della famiglia di origine e
del tessuto sociale in cui il minore sarà reinserito.
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2. Trasporti
Vengono garantiti trasporti e collegamenti con le agenzie esterne
mediante i mezzi della casa famiglia o i mezzi pubblici.
3. Vitto
Ai minori viene offerto un vitto adeguato all’età per qualità e
quantità, considerate le indicazioni ricevute all’atto dell’inserimento
relativamente ad eventuali intolleranze e/o allergie alimentari.
4. Assistenza sanitaria e igiene
Tutti gli aspetti di prevenzione e cura ordinaria dei minori
(vaccinazioni, richiami, visite di controllo di routine) sono a cura
della casa famiglia che usufruisce del Servizio Sanitario e si appoggia ad un medico di famiglia convenzionato. Interventi, protesi o visite specialistiche vengono concordati preventivamente con
il Servizio sociale inviante e viene richiesta la partecipazione alle
spese.
5. Vestiario
La casa famiglia si attiva per dare al minore un abbigliamento
dignitoso ed adeguato – ove possibile in collaborazione con i genitori o con il tutore.
6. Istruzione
Viene garantita l’istruzione scolastica pubblica e l’acquisto dei libri
di testo; i responsabili della casa famiglia mantengono i contatti
con la scuola per collaborare con i docenti e verificare
l’andamento dei minori.
7. Attività extrascolastiche
Ai minori accolti si propone l’inserimento in gruppi formativi, ricreativi e sportivi presenti sul territorio per favorire l’integrazione
e la socializzazione.
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3.6 Formazione
2.3 Obiettivi per aree
La formazione di tutti coloro che si impegnano in casa famiglia è
finalizzata a divenire e dare il meglio di sé; essa avrà tempi e modi diversi per ogni persona e si realizzerà su tre livelli:
Formazione interna (piano annuale di formazione dell’equipe);
Formazione esterna (seminari e convegni di settore);
Formazione personale (studio e approfondimento mirato per
L’AREA DELL’AUTONOMIA
un’interpretazione professionale del proprio
ruolo).
La costituzione di una biblioteca con testi di psicologia e pedagogia
ad uso degli educatori e dei responsabili, unitamente agli approfondimenti suggeriti dallo psicologo esterno, mira a sostenere in modo
particolare il livello personale.
Capitolo quarto: Un servizio di qualità
4.1 Il servizio offerto
La vita all’interno della casa famiglia è per molti aspetti simile a
quella di molte altre famiglie: i ritmi e soprattutto le tipologie di
attività variano molto col variare dei componenti; mattinate di
studio e di lavoro, pasti e tempo libero condivisi, spazi e tempi
per il riposo e la privacy di ognuno, momenti comuni, ecc. Vi sono anche aspetti prettamente familiari in cui il rapporto con la
coppia residenziale diventa più esclusivo con spazi e tempi privilegiati. Le prestazioni garantite ai minori accolti come residenziali si possono così sintetizzare:
1. Accoglienza residenziale
La casa famiglia offre accoglienza 365 giorni all’anno: come
casa famiglia si vivono insieme ai minori anche eventuali periodi
di vacanza o festività.
∗
∗
Autostima,
Abilità del vivere quotidiano e cura di sé
L’AREA AFFETTIVA
∗
∗
∗
Riconoscere le proprie e le altrui emozioni,
Esprimere adeguatamente i propri stati d'animo,
Creare legami positivi e significativi
L’AREA DELLA CORPOREITÀ
∗
∗
∗
Identità sessuale,
Immagine positiva di se stessi,
Sviluppo psicomotorio
L’AREA COGNITIVA
∗
∗
∗
Potenziare le principali funzioni cognitive per facilitare il percorso
scolastico,
Autonomia nelle attività ludico-ricreative,
Atteggiamento positivo verso la cultura
L’AREA DEL PROGETTO DI VITA
∗
Ricerca delle motivazioni, degli affetti, degli interessi rispetto al
proprio futuro
L’AREA SOCIALE
∗
Capacità pro-sociali e relazioni esterne alla casa famiglia
2.4 Socializzazione e territorio
Con riferimento all’area sociale si ritiene importante coltivare le
relazioni con le varie realtà presenti sul territorio. La casa famiglia
si impegna pertanto a far partecipare i minori alle attività ludico ricreative e sportive in modo da facilitare la socializzazione
e l’integrazione dei minori sul territorio.
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Capitolo terzo: metodo di lavoro
3.1 Le risorse umane
In casa famiglia
La coppia di coniugi residenziale Nicola Bertoldo e Federica Barbieri
Due educatori laureati in Scienze dell’Educazione
Una operatrice di supporto
Una psicologa esterna per la consulenza all’equipe educativa
Uno psicologo supervisore esterno
I soci-volontari dell’Associazione
Il gruppo di ragazzi e bambini accolti
Componenti dell’associazione
Presidente
Consiglio di famiglia
Soci
Il Consiglio direttivo dell’Associazione si riunisce almeno quattro
volte l’anno con i responsabili della casa famiglia ed il supervisore, mentre i soci si incontrano in assemblea plenaria almeno due
volte all’anno per il rinnovo delle adesioni e l’approvazione del
bilancio.
E’ il consiglio che, in base al progetto annuale e ai suoi obiettivi,
verifica l’andamento della Casa famiglia e detta le linee guida per
l’anno nuovo.
Al Consiglio competono infatti le scelte di fondo dell’Associazione
e la gestione amministrativa.
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2.
Riunioni tra operatori
Si tratta di incontri a cadenza settimanale in cui vengono definiti
il programma educativo e le note organizzative della vita in casa
famiglia. In questi appuntamenti settimanali ogni operatore condivide le informazioni, propone idee, definisce meglio il proprio
ruolo e assume incarichi specifici.
3.
Incontri con i servizi sociali invianti
Si tratta di incontri con gli operatori dei Servizi sociali competenti
nei singoli casi; sono occasioni di aggiornamento della situazione
generale, di verifica dei PEI e del modus operandi dell’equipe.
4.
Verifiche periodiche
Per un serio lavoro di verifica degli obiettivi raggiunti l’equipe educativa non può prescindere dalle schede di osservazione e rilevazione della soddisfazione degli utenti e dei Servizi invianti, appositamente redatte per ottenere un feedback sul servizio offerto.
5.
Incontri formativi per i volontari
Ai soci volontari che prestano il loro servizio in casa famiglia è
garantita una formazione specifica relativa alla relazione con i
minori. Tali incontri sono volti a stimolare la crescita di ognuno
anche segnalando altre utili proposte formative sul territorio.
6.
Appuntamenti con lo psicologo — supervisore
La coppia di riferimento della casa famiglia incontra mensilmente
il supervisore esterno per una consulenza ed un supporto psicopedagogico.
Oltre a svolgere azione di controllo e raccordo all’interno del consiglio direttivo, due o più volte l’anno viene svolto dallo stesso
consulente anche un lavoro di verifica generale e supervisione
all’interno dell’ equipe educativa.
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3.4 Uno stile accogliente
Negli operatori della casa famiglia sono particolarmente importanti la disponibilità affettiva, l’ascolto dei bisogni, la capacità di considerare il minore come una persona in divenire, un
“altro da me” che chiede rispetto e amore. Anche la casa, intesa come spazio fisico e ambiente comune di vita quotidiana, è un punto di riferimento importante: accogliente, organizzata in modo efficiente e funzionale ma allo stesso tempo
“personalizzabile” da parte dei minori che vi abitano. Ciascuno
infatti potrà esprimersi e ritrovarsi anche nell’ambiente domestico che lo circonda. Gli spazi comuni, vissuti ed amati da tutti
come propri, diventano spazio di relazione positiva con gli altri:
ciascuno (adulto o bambino) va responsabilizzato perché siano
mantenuti ordinati e puliti.
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3.2 L’organigramma
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Presidente
Supervisore
Consiglio
Assemblea dei soci
Soci volontari
Equipe educativa casa famiglia
Coppia
residente
Educatori e operatori
3.5 Metodologia di lavoro
Gli operatori, che entrano quotidianamente in rapporto dinamico tra di loro, sostenendo insieme gli aspetti emotivi e le varie
difficoltà che possono emergere nel lavoro con i minori, trovano
un supporto fondamentale in specifici momenti di confronto e
verifica:
1.
Incontri con la psicologa - consulente
Si tratta di incontri a cadenza quindicinale che vedono coinvolti
l’equipe educativa e la psicologa. Hanno la funzione di coordinare il lavoro educativo della casa famiglia, di facilitare il confronto tra le diverse esperienze dei componenti dell’equipe e di
sviluppare le potenzialità di ogni operatore. Sono previsti a questo scopo anche spazi di approfondimento e aggiornamento
professionale.
Psicologa consulente
3.3 Ruoli e funzioni
Il ruolo dell’equipe educativa
L’equipe educativa è costituita dai due educatori, dalla coppia residenziale e dall’operatrice, ed usufruisce della consulenza quindicinale della psicologa. I suoi compiti specifici riguardano
l’educazione dei ragazzi e dei bambini accolti, l’organizzazione del
servizio, la realizzazione di un’efficace relazione di supporto al
gruppo di minori di casa famiglia; nell’ambito dell’equipe inoltre si
cura anche la formazione degli operatori e si supporta il servizio
svolto dai volontari.
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La funzione educativa non si esaurisce solamente nel tempo impiegato nella relazione diretta con i minori, ma prevede anche le
attività di progettazione, valutazione, documentazione, supervisione degli interventi, la cura dei rapporti con le famiglie
d’origine, con la scuola e il territorio oltre che un aggiornamento
professionale adeguato e costante.
E’ necessario inoltre un lavoro quotidiano di programmazione e
valutazione delle risorse interne per rispondere ai bisogni sempre
in divenire dei singoli minori accolti.
I compiti principali dell’equipe sono infatti:
−
essere responsabile educativa del gruppo familiare;
−
gestire la vita del gruppo nel rispetto dei progetti individuali
e delle regole che consentono una convivenza serena;
−
mantenere una coerenza educativa;
−
gestire la relazione educativa - affettiva con gli utenti;
−
impostare e attivare i progetti e le programmazioni individualizzate e di gruppo;
−
verificare il clima e valutare l’efficacia dei vari interventi al
fine di curarne la riprogettazione;
−
mantenere i contatti con i servizi sociali per elaborare concordemente il progetto sul minore;
−
mantenere i contatti con la scuola per
l’intervento con il progetto individualizzato;
−
mantenere i contatti con la famiglia naturale (ove previsto)
per integrarne l’intervento con il progetto individualizzato.
integrarne
Il ruolo della coppia di riferimento
−
−
−
−
Conduzione pratica dell’ambiente di vita;
Gestione della documentazione per ogni utente, dal momento dell’inserimento al momento delle dimissioni e follow-up post dimissioni;
Tenuta contabile e amministrativa della casa famiglia;
Gestione dello staff e dei volontari che operano all’interno
della casa famiglia.
Il ruolo dei volontari
I soci volontari prestano il loro servizio in maniera continuativa
e a supporto delle attività ludico ricreative decise dall’equipe
educativa della casa famiglia.
Il ruolo dello psicologo consulente
Allo psicologo, consulente dell’equipe educativa, è chiesto, durante i quindicinali appuntamenti di verifica e programmazione
in equipe, di curare la formazione del personale, di dare nuovi
input per la crescita professionale di ciascun operatore e facilitare il discernimento nelle scelte relative a ciascun minore.
Rispetto alla formazione dei volontari dell’associazione almeno
due volte l’anno è incaricata di condurre gli incontri con i soci
che prestano servizio con i minori residenziali per proporre e
approfondire insieme lo stile educativo della casa famiglia.
Il ruolo dello psicologo supervisore
Lo psicologo esterno svolge la sua opera di monitoraggio e consulenza con incontri periodici con la coppia di riferimento e due
o più volte l’anno con l’equipe educativa. Talvolta è invitato alle
riunioni di Consiglio direttivo al fine di garantire il rispetto della
mission associativa nelle scelte maturate dall’equipe.
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