Anno XLIII N. 295 Martedì 14 dicembre 2010 € 1,20 LA CONTESSA MARIA ANTONIA ARSLAN M aria Nazlè aveva novant’anni, quando la conobbi. Era minuta e ancora fiera. Proveniva da una grande famiglia armena di Costantinopoli. Sopra la sua delicata figura di vecchia signora stava appeso, ricordo, un ritratto di lei giovane e già fiera, in stile boldiniano, con una crocchia vaporosa e un bell’abito che la fasciava. Colori caldi di gioventù che spiccavano in un salotto foderato di stoffe tenui, affacciato su un piccolo giardino, con una portafinestra appena socchiusa. Era di ottobre, mi pare, e io avevo scritto una breve recensione a un suo libro di ricordi del 1905, quando viveva ad Atene col giovane marito, addetto all’ambasciata Opportunità di acquisto in edicola: AVVENIRE + Luoghi dell’Infinito € 2.50 www.avvenire.it S. Giovanni della Croce, sacerdote e dottore della Chiesa italiana. Era un libretto delizioso, scritto in eccellente francese. Descriveva con incantevole freschezza la vita del mondo diplomatico nella piccola città di provincia che era l’Atene di allora, tutta casette basse in stile bavarese, coi picnic in campagna cui intervenivano anche il re e la regina, i pranzi molto in famiglia, le piacevoli chiacchiere delle signore cortesi. Niente faceva presagire la tempesta della guerra mondiale, che si sarebbe scatenata pochi anni dopo, né — per lei — la tragedia del suo popolo. Ma quel piccolo libro venato di maliconica gaiezza era come un’elegia di commiato per un mondo amabile e per sempre perduto. OGGI NEL GIORNALE Kosovo ■ Terrorismo ■ Immigrati Profughi Vincono premier e democrazia (l’equilibrio verrà) Al-Qaeda minaccia l’Europa: attentati se rimanete in Afghanistan La crisi fa calare i flussi d’ingresso Preoccupazione per la xenofobia Eritrei, dal Sinai primo assordante giorno di silenzio CESARINI A PAGINA 13 ALONZO A PAGINA 14 LAMBRUSCHI A PAGINA IL VOTO KOSOVARO (E NON SOLO) FULVIO SCAGLIONE o svolgimento tutto sommato ordinato e corretto delle elezioni legislative in Kosovo, le prime dopo la proclamazione dell’indipendenza del Paese, è una buona notizia. Per il Kosovo, ovviamente: il piccolo Paese balcanico, con il 47% di disoccupati, la povertà diffusa (si vive, in media, con meno di un euro al giorno), la criminalità rampante e un tasso di corruzione che ha già travolto il governatore della banca centrale, un ministro e molti alti funzionari, avrebbe potuto andare in pezzi se l’appuntamento con il voto si fosse trasformato in un’occasione di scontro e divisione. Si delineano, invece, due forze (il Partito democratico e la Lega democratica) e due personalità – l’attuale premier Hashim Thaci e il sindaco di Pristina Isa Mustafa – che hanno accettato il confronto democratico e sembrano in grado di gestirne oneri e onori. Non guasta, nel giudicare positiva la giornata, che molti serbi nelle enclave del Sud si siano sottratti alla tentazione del boicottaggio (sostenuto anche da Belgrado) e siano andati a votare. L’ultima cosa di cui si sente il bisogno è una specie di Palestina balcanica, con rancori pronti ad autoalimentarsi e a riprodursi nel corso dei decenni. Fermi restando i torti e le ragioni, la pace in Europa val bene il sacrificio degli ultimi nazionalismi novecenteschi. L’elezione del nuovo Parlamento in Kosovo, però, acquista ulteriore significato se osservata come l’ultima pennellata a un quadro, quello dell’Europa dell’Est, che si va ricomponendo secondo equilibri forse meno "giusti" rispetto alle pur legittime aspirazioni di molti ma di certo assai più realistici e pacifici. Alla Serbia, che pure non cessa di rivendicare a sé il Kosovo ormai indipendente, è stata più che socchiusa la porta dell’Unione Europea che, come recenti accordi industriali dimostrano, significa maggiore sviluppo e prosperità economica. L’anello serbo, peraltro, andrà a completare una catena balcanica che già comprende Slovenia, Bulgaria e Romania e presto potrebbe includere anche Croazia, la stessa Serbia, Macedonia e Albania, con gran vantaggio per la stabilità del Vecchio Continente. Più in là, sono ormai quasi un ricordo le tensioni, peraltro ancora recenti, tra la Polonia e l’Ucraina da un lato e la Russia dall’altro. Anche in quel caso, ben giustificate dalla storia ma assurde agli occhi della geografia e dell’economia. Della calma ritrovata noi europei d’Occidente già godiamo gli effetti (qualcuno si è accorto che non si leva il solito allarme invernale sulle interruzioni delle forniture di gas russo che attraversano l’Ucraina?). Mosca ne beneficerà presto, forse già nel 2011, quando potrà entrare nell’Organizzazione mondiale del commercio da cui era esclusa, fino all’accordo raggiunto il 24 novembre, anche per l’opposizione dell’Europa. Molti nodi, insomma, si stanno sciogliendo a Est. È l’effetto combinato della crisi economica, che ha brutalmente tagliato i margini per le avventure politiche inutili, e della persistente fascinazione per l’Europa unita, così criticata da chi è dentro (fino al punto di scorgervi solo burocrazia e impicci) e così desiderata da chi è fuori e che guarda a essa come a un club del benessere e del progresso. Di quella che per secoli è stata una regione tra le più turbolente e tormentate del mondo, potremmo oggi dire con Leo Longanesi: «Cercava la rivoluzione, ha trovato la prosperità». Tutto possiamo fare tranne che dolercene. L SESANA A PAGINA 4 il fatto. No alle dimissioni e apertura ai moderati «Allargherò la base del governo». Numeri incerti INCHIESTA/ DIECI ANNI FA IL VARO DELLA LEGGE VENTO NUOVO DALL’EST 5 L’antidoping? S’impari a scuola Berlusconi tira dritto Oggi la conta ● Respinta l’ultima offerta di Fli: «Il premier si dimetta prima del voto della Camera, poi un nuovo patto» TENSIONE ● Travaglio tra i futuristi: la Siliquini non va al vertice con Fini. L’Udc conferma: voteremo la sfiducia MARCHI A PAGINA 29 SERVIZI ALLE PAGINA 6/7/8 UN FEDELISSIMO AL POSTO DI MOTTAKI, TITOLARE DEGLI ESTERI PROBLEMA EDUCATIVO VINCERE SENZA VERGOGNA UMBERTO FOLENA LIBERTÀ DI COSCIENZA IL MALE SOTTILE D’EUROPA CARLO CARDIA Linea dura dell’Iran sul nucleare Ahmadinejad silura il ministro ● Il presidente ha licenziato il capo della diplomazia iraniana da tempo su posizioni vicine all’ala «pragmatica» del regime conservatore ● Nominato Salehi, CRESCE LA SPESA PER LE ARMI La Cina rafforza i suoi arsenali Irruzione dell’auditorium Cisl: contestazione, slogan, colluttazioni. E oggi i palazzi della politica e mezzo centro storico saranno inaccessibili. il «falco» che guida l’ente per l’energia atomica UGLIETTI A PAGINA Roma blindata per il B-Day E Cisl nel mirino CIOCIOLA ALLE PAGINE 16 8/9 ANTIMAFIA Adesso Palermo non tace più Blitz anti-pizzo Dialoghi NEUROSCIENZE E ANIMA, GHISALBERTI E BERLUCCHI FACCIA A FACCIA Il cinema delle feste ALDO, GIOVANNI E GIACOMO: «ILNOSTRO FILM DI NATALE SENZA VOLGARITÀ» VALLATI 27 Pechino sta potenziando la sua capacità militare per ridurre il gap che la divide dagli Stati Uniti. Due sono i «bracci» operativi della strategia cinese: il “mare” (sottomarini e la prima portaerei) e i “cieli” (missili balistici e da crociera). MIELE A PAGINA 3 TURRISI A PAGINA 11