ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI PONTE PLESSO DI TORRECUSO PROGETTO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE SECONDARIA DI 1° GRADO - CLASSE 1°A A.S. 2014/2015 TORRECUSO: TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO CON L’INSERTO DI APPROFONDIMENTO SULLE CANTINE VITIVINICOLE - IN COLLABORAZIONE CON IL COMUNE DI TORRECUSO AVVERTENZE PER IL LETTORE E’ questa la “seconda edizione” del progetto di Ed. Ambientale: <<Torrecuso: tra presente, passato e futuro.>> Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale, infatti, nel farci i complimenti per il nostro lavoro, ci hanno chiesto di realizzare un inserto di approfondimento sulle Cantine Vitivinicole di Torrecuso, per poterlo a loro volta inserire nel progetto di incentivazione alle attività turistiche: “Il filo del vino”, finanziato dalla Regione Campania. Grazie a quest’opportunità che l’Amministrazione ci ha offerto, abbiamo potuto visitare le cantine del terrritorio e conoscere da vicino l’affascinate e suggestiva filiera del vino e della sua produzione. Nonstante i tempi ormai ristretti di fine anno scolastico, gli alunni sono riusciti a portare a termine, e anche con grande entusiasmo e partecipazione, l’inserto-cantine, che potrete leggere alla fine del nostro libretto di Ed. Ambientale. Come docente mi complimento con loro per la buona volontà, la tenacia e la determinazione con cui hanno affrontato questa nostra “seconda ristampa”, realizzando non solo l’approfondimento sulle cantine, ma anche una vista sul passato dell’attività vitivinicola di Torrecuso, (con foto e descrizioni degli attrezzi di un tempo), e uno sguardo sul futuro , ( con un’idea-progetto per lo sviluppo delle cantine del paese). Al progetto hanno allegato, inoltre, un cd-rom con una presentazione in power point delle cantine visitate, corredata da foto e dalla suggestiva colonna sonora di Pavarotti: Brindiamo alla sua salute! Con quest’augurio, ringrazio tutti per la disponibilità dimostrata. Un grazie, in particolare, alla nostra Dirigente, Dott.ssa Maria Angela Fucci, per la possibilità che ci ha offerto accogliendo l’invito dell’amministrazione comunale; e un grazie enorme alle famiglie, che hanno collaborato, ospitando e incoraggiando i ragazzi, nei frenetici pomeriggi di ideazione del progetto. Infine, un sincero grazie agli alunni della classe 1°A – Secondaria di Torrecuso, che hanno dimostrato di essere davvero BRAVI! La Prof.ssa Luongo M.Teresa Introduzione Noi, alunni della classe 1°A, della scuola secondaria di primo grado A. Fusco, abbiamo realizzato il progetto di Educazione Ambientale, “Torrecuso: tra passato presente e futuro.” L‟obiettivo del progetto è di far conoscere cos‟è stato il nostro paese in passato, com‟è adesso e, secondo noi, come potrà essere in futuro… Questo progetto ci ha aiutato a stare insieme, a collaborare ed a essere come una grande squadra. Per fare questo lavoro, con la guida della nostra insegnante di storia e geografia, la prof.ssa Maria Teresa Luongo, ci siamo divisi in tre gruppi. Un gruppo avrebbe lavorato sul passato di Torrecuso, un altro sul presente e un altro ancora sul futuro. Abbiamo ricercato la storia del nostro paese su diversi libri ma anche su Internet. Abbiamo raccolto molte foto e altre le abbiamo scattate noi, di queste poi abbiamo fatto la descrizione. Il gruppo del passato ha lavorato su immagini e documenti che hanno influito sulla storia del nostro paese, che, anche se piccolo, si è mescolato alla grande Storia… (ad esempio, Torrecuso era torre di guardia del ducato longobardo di Benevento). Ogni membro del gruppo aveva un periodo storico e un argomento di Torrecuso nel passato da studiare, sviluppare e raccontare. Il gruppo del presente, invece, ha descritto come il paese si presenta oggi, anche dal punto di vista economico, lavorando su foto, tabelle, grafici, ecc. Ed ha parlato anche delle chiese di Torrecuso e del nostro Istituto Comprensivo. Il gruppo del futuro, infine, si è incentrato sulla futura economia del paese ed anche sull‟eventuale restaurazione di aree dismesse, come ad esempio il nostro parco giochi. I membri di questo gruppo hanno realizzato, quindi, delle idee per il futuro, tra cui dei mercatini, una banca del tempo e una scuola di ricamo, il cui ricavato potrebbe andare a beneficio della comunità di Torrecuso. L’obiettivo di questo progetto è di far capire meglio la storia del nostro paese e di fornire degli spunti per migliorarlo in futuro. Noi pensiamo che realizzare questo progetto sia stato educativo, perché ci ha dato l’opportunità di conoscere meglio la realtà in cui viviamo, ed anche collaborativo, poiché tutta la classe ha partecipato con entusiasmo fornendo tutto l’impegno e il materiale necessario. Speriamo che la lettura sia di vostro gradimento! La classe 1°A TORRECUSO: IL PASSATO IL TOPONIMO DI TORRECUSO Sulle origini del nome “Torrecuso”, le interpretazioni sono varie e non sempre abbastanza convincenti. Scartata l‟ipotesi leggendaria di “Torre dei Chiusi”, (che faceva risalire la fondazione del paese a un Lucumone di Chiusi, cacciato dall‟Etruria e stabilitosi sulla collina di Torrecuso), resta la più attendibile, “Torus” o “Toronis”, cioè, altura o colle, in riferimento alla posizione geografica del paese. “Torus” probabilmente sarà stato il diminutivo di “Torricolus” da cui, per successivi cambiamenti, sarà “Torlicoso” e infine “Torrecuso”. Torrecuso si trova a circa 420 metri sul livello del mare, è poggiato su una massa di roccia compatta e non è soggetto a gravi dissesti geologici. Il centro storico, nonostante i secoli passati, conserva ancora il suo aspetto altomedioevale. LE ORIGINI DI TORRECUSO Osservando il punto in cui si trova Torrecuso, possiamo comprendere l‟origine e la funzione che ha svolto nei secoli precedenti: funse da difesa naturale, con alle spalle il monte Pentime, e fu per Benevento e il suo ducato una vera e propria torre di guardia. Questo perché, nei tempi antichi, le alture erano utilizzate come punto di osservazione e appunto di difesa. Torrecuso, quindi, essendo nelle vicinanze di Benevento, ebbe un ruolo molto importante proprio a causa della sua posizione geografica. Torrecuso originariamente era, però, situato più a valle, verso il fiume Calore, nelle vicinanze del ponte “Funicoli o Fenucchio”, di epoca romana. A causa del terremoto del 1349 l‟abitato che sorgeva a ponte Fenucchio fu distrutto e fu abbandonato. Gli abitanti si stabilirono sulla collina ove adesso sorge Torrecuso, per avere una posizione maggiormente strategica e una difesa più sicura. Infatti, lo sviluppo di Torrecuso e del suo castello, da come dimostrano anche le sue torri, è di epoca longobarda. PONTE FENUCCHIO Il termine Fenucchio, dopo varie storpiature, dovrebbe derivare dal latino “funis”, cioè fune. Si riferisce alla fune di canapa che si tendeva da una sponda all‟altra del fiume per tirare la barca. Il barcaiolo, in piedi sul battello, con le mani alla fune traghettava persone e cose. Questo battello era l‟unico modo di attraversare il fiume laddove non c‟erano ponti, ed era conosciuto col termine “scafa”. Sul Calore vi sono, infatti, zone chiamate: Scafa di Vitulano, Scafa Melica nel comune di Torrecuso, e Scafa di S. Lorenzo. Il ponte “Funiculum o Fenucchio” formava, pertanto, un collegamento di Torrecuso col territorio di Torrepalazzo. Nel 1320 Fenucchio e Torrepalazzo ottengono una propria autonomia e amministrazione. Resti del castello normanno della baronia dei Feniculo TORRECUSO NELL’EPOCA FEUDALE Il fatto che Torrecuso sorgeva su un‟altura era positivo, perché la sua posizione era un punto strategico e di difesa. Infatti, in epoca longobarda e precisamente nell‟anno 871, il duca Adalgiso fece rinforzare e munire di torri le mura di cinta; al loro interno si sviluppò il Castello di Torrecuso, una rocca dapprima destinata a presidio di guardia, in seguito ingranditasi fino a divenire un vero e proprio borgo. Con l‟arrivo della dominazione normanna, sotto Guglielmo II, si costituì la “Baronia Feniculi”, dal nome del potente feudatario, Tommaso de Fenucchio, a capo della baronia di cui faceva parte anche Torrecuso, e che dipendeva direttamente dal re. In seguito, Tommaso de Fenucchio, o meglio qualche suo discendente con il suo stesso nome, fu spogliato dai suoi possedimenti da Federico II, in epoca sveva. Infatti, nelle pergamene del 1269 dell‟archivio di S. Sofia, risulta che l‟abate Nicolò fece costatare dinanzi ad un giudice beneventano che, per volere di Federico ll, il dominio dell‟intera baronia di Tommaso de Fenucchio apparteneva ormai alla Badia. L‟intento dell‟abate era di sottrare il territorio della baronia al dominio degli Angioini, che avevano nel frattempo conquistato l‟Italia Meridionale. Purtroppo non vi riuscì e la Baronia dei De Fenucchio fu distrutta: Apollosa, Torrecuso e Ponte passarono ai Frangipane della Tolfa, come premio per la cattura di Corradino di Svevia. A Torrecuso, in seguito, si sono alternate diverse famiglie feudali: dopo i Frangipane della Tolfa, i della Leonessa, i Caracciolo Rossi di Vico e i Cito. I Caracciolo Rossi hanno lasciato le tracce maggiori della loro presenza in Torrecuso. LA BISTORRE LA TORRE A LIBECCIO Ancora oggi Torrecuso conserva la sua inconfondibile tipologia castrense, con la sua cinta muraria e le sue torri di epoca longobarda. IL CASALE DI TORREPALAZZO Nota storica: Il 16 maggio del 1795, don Domenico Isernia di Benevento, si presenta dal Governatore e Giudice della Corte Marchesale, asserendo che suo padre, don Nicola, aveva preso in affitto per nove anni dalla Famiglia Cito, il Feudo di Torrepalazzo per la somma di 1.850 ducati annui. Don Domenico chiede un‟altra proroga di nove anni (fino al 1808), per la somma annua di 2.200 ducati da pagarsi a ogni fine agosto. TORRECUSO NELL’EPOCA MODERNA Torrecuso, come si può dedurre dallo “Stato delle Anime”, compilato dai parroci fino al 1715, era diviso in contrade chiuse nella cerchia delle mura, ed erano: Salzabraco, S. Erasmo e lo Basci. Qualche anno dopo, si aggiungono altre contrade: Porta Cera, Sotto il Palazzo e Porta Castiello. In epoca moderna, il Comune, detto Università, fu autonomo fino al 1811. Nel 1861 Benevento divenne provincia e Torrecuso ne fece parte. Solo nel 1881, nei documenti storici, troviamo elencate tutte le vie attuali. Il paese si era sviluppato, uscendo dalla cerchia delle mura. Il centro storico, infatti, aveva dei piccoli spazi solo davanti alle due chiese, che ormai erano insufficienti per il movimento dei cittadini; così si decise di costruire fuori Porta Castello case più ampie, più igieniche e comode, visto che si stavano sviluppando anche i mezzi di trasporto con i cavalli e le strade di collegamento del paese con la campagna e con i comuni vicini. Nel 1881 i nuclei familiari sono 338 e le “Anime” sono 1.432. Primi insediamenti in campagna Nel 1722 troviamo il primo nucleo familiare che si stabilisce fuori dal centro storico, in contrada Pozzillo, indicata come “Masseria”. Nel 1760 altre famiglie s‟insediano nelle contrade Fuosso, Centore, Saude e Spineto. Nel 1790 furono abitate le zone della Fabbricata e S. Liberatore. Nel censimento del 1881 si registra la forte espansione che, ormai, si è avuta verso la campagna: i nuclei familiari che vivono in campagna sono 133, con una popolazione di 594 persone. La popolazione, in totale, è composta di 2.062 abitanti. TORRECUSO: IL PRESENTE Torrecuso è situato su una collinetta alle pendici del Taburno, a circa 420 metri sul livello del mare. Il suo paesaggio è prevalentemente rurale. “ Là del Taburno a l’ultima pendice tra infranti torri appare un paesetto dai Longobardi eretto sopra un gruppo di sassi ameno ed erto ed al furor sempre de’ venti aperto….. ……..un borgo su l’altura levato, in vecchio stile, col bruno suo maniero e il roseo campanile: è Torrecuso.” Antonio Mellusi TORRECUSO: INFORMAZIONI Provincia Regione Benevento (BN) Campania Popolazione Superficie Densità 3.426 abitanti (01/01/2014 - Istat) 29,16 km² 117,51 ab./km² Stemma Comunale: castello con tre torri su cui splende un vivido sole. Nome abitanti Santo Patrono Torrecusani San Liberatore - 15 maggio Collepiano, Defenze, Fontanacampana, Fontanavecchia, Fragneta, Frazioni, Località Iardino, Isca, Mercuri, Pecci, Pezze, Pezzepagliara, San Libero, e Nuclei abitati Scauzone, Torrepalazzo Sindaco Erasmo Cutillo dal 25/05/2014 Zona sismica Zona climatica Gradi giorno 1 D 1.835 altitudine 420 m s.l.m. Misura espressa in metri sopra il livello del mare del punto in cui è situata la Casa Comunale, con (min 71 - max 1.168) l'indicazione della quota minima e massima sul territorio comunale. Coordinate Geografiche sistema 41° 14° 40' 11' 48,72'' E sessagesimale 25,44''N Le coordinate geografiche sono espresse in latitudine Nord (distanza angolare dall'equatore verso Nord) e longitudine Est (distanza angolare dal meridiano di Greenwich verso Est). TORRECUSO: GEOGRAFIA FISICA Torrecuso si trova nel parco regionale del Taburno. Il centro sorge sul versante orientale del monte Caruso, alle pendici del monte Pentime. Il Pentime è rivolto verso Torrecuso fino alla vetta, mentre l‟altro lato appartiene al comune di Vitulano. Dista dal capoluogo 21 km circa, e ha un'altezza minima di circa 200 m e una massima di 1200 m. Mentre il centro del paese è situato a circa 500 m sul livello del mare. Torrecuso è uno dei paesi principali nel parco di Taburno-Camposauro. Distribuzione della popolazione per età: Il Comune di Torrecuso fa parte di: Comunità Montana Zona del Taburno, Regione Agraria n.4 – Colline del Calore Irpino inferiore, Parco Taburno – Camposauro, Associazione Nazionale Città del Vino e Associazione Nazionale Città dell‟Olio. Le chiese e altri edifici religiosi sono: la chiesa di Sant‟Erasmo Vescovo (1343), la chiesa di San Liberatore e la Basilica della SS. Annunziata. TORRECUSO: CLIMA E DATI GEOGRAFICI Clima: di tipo Mediterraneo Gradi Giorno: 1.835 Zona Climatica: Fascia D Posizione: Nella Regione Campania, in provincia di Benevento, sorge nella valle del Calore, in prossimità della piana di Benevento, ai piedi del monte Pentime. La popolazione residente è di circa 3426 abitanti (circa 1688 maschi e circa 1738 femmine).La densità per kmq è di 129,4. La superficie totale è di 26,47 kmq. La denominazione degli abitanti è Torrecusani, il Santo Patrono è San Liberatore, la Festa Patronale è il 15 Maggio e il giorno del mercato settimanale è la domenica. Tra gli eventi il più importante è: il “VinEstate”, in passato noto come ”La sagra del vino aglianico”, che si celebra attualmente durante la prima settimana di settembre e dura di solito 3 giorni. TORRECUSO: L’ECONOMIA L‟agricoltura è uno dei settori più praticati e ha circa 1150 addetti alla coltivazione, 1300 per gli uliveti, e 260 per i seminativi. La produzione di uva è di 490 q annui. Le cantine sono in tutto 23 e producono molti tipi di vino, tra cui i più famosi: Aglianico e Falanghina. A Torrecuso ci sono anche delle industrie che si trovano nella località di Torrepalazzo e di Collepiano. Le industrie sono in tutto 46, con circa 430 addetti. Nella foto uno scorcio delle campagne di Torrecuso. L‟agricoltura è una delle maggiori fonti economiche del paese, si coltiva soprattutto l‟ulivo e la vite. Molto conosciuto è il vino di Torrecuso per la sua grande bontà e qualità. E‟ stato investito parecchio in questo settore da parte degli amministratori e dei produttori locali negli ultimi anni per garantire il giusto livello competitivo alle nostre vigne sul mercato italiano. CHIESA DI SANT’ERASMO La parrocchia di S. Erasmo è situata nel centro storico di Torrecuso precisamente nella piazza di S. Erasmo. La chiesa si presenta con una sola navata con mura interne intonacate e il pavimento in mattoni. All‟ingresso sul lato sinistro c‟è il fonte battesimale di pietra. All‟interno gli altari sono tre: l‟altare maggiore con una tela raffigurante S. Filippo Neri, l‟altare di destra con una tela raffigurante S. Barbato e l‟altare di sinistra, raffigurante S. Erasmo. PONTE MANFREDI Nel 2006 l‟amministrazione comunale ha inaugurato un nuovo ponte sul fiume Calore, denominato Ponte Manfredi in onore dell‟illustre personaggio, Manfredi Di Svevia, che in quei pressi perse la vita; questo nuovo ponte sorge non molto distante dal vetusto ponte Fenocchio. ISTITUTO COMPRENSIVO A. FUSCO L‟Istituto Comprensivo A. Fusco ospita la scuola dell‟infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado. La scuola si presenta su due piani. Sul piano superiore ci sono le 6 classi della scuola primaria e su quello inferiore le 2 sezioni della scuola dell‟infanzia e le 3 classi della scuola secondaria di primo grado. Annessa alla scuola vi è la palestra. L‟edificio scolastico è stato recentemente ristrutturato e quest‟anno ospita una popolazione di circa 166 alunni. La nostra Dirigente, che ringraziamo per la sua costante presenza, cura e attenzione nei nostri confronti, è la dott.ssa Maria Angela Fucci. La nostra scuola è uno dei plessi didattici dell‟Istituto Comprensivo di Ponte, l‟altro è quello di Paupisi. TORRECUSO: IL FUTURO Il nostro progetto: IL NUOVO PARCO GIOCHI A TORRECUSO Questo è l‟attuale parco giochi di Torrecuso, come possiamo vedere dall‟immagine, è pieno di erbacce incolte e inoltre manca la scaletta d‟accesso allo scivolo. I giochi destinati ai più piccoli sono arrugginiti e quindi inadatti per la loro sicurezza. Attualmente è inutilizzato perché reputato pericoloso e pertanto è un‟area in disuso e dismessa del nostro Comune. Da qui la nostra proposta di un intervento di . recupero, come l‟abbiamo immaginato nel disegno che segue… … nel FUTURO Il nostro parco giochi del futuro è più sicuro. Abbiamo aggiunto: una fontana per bere, un‟altalena per i più piccoli ed anche un laghetto per giocare con le barchette e una zona con la sabbia; in questo modo anche i bambini più piccoli possono divertirsi. Abbiamo inserito anche una scala allo scivolo e una giostra a ruota. Inoltre abbiamo sostituito la breccia con l‟erbetta. Il gioco è fondamentale per una crescita sana dei bambini e confidiamo nel fatto che gli adulti difendano il nostro diritto a divertirci nel nostro parco giochi del futuro e che ci aiutino a realizzarlo il prima possibile. Il nostro progetto: IL MERCATINO DELLE PULCI A TORRECUSO Nel nostro progetto, dopo i necessari interventi di riqualificazione dell‟area, la nostra pineta potrebbe offrire molteplici spunti dai non trascurabili sviluppi economici. Innanzitutto l‟installazione di adeguate strutture permanenti potrebbe, condizioni climatiche permettendo, consentire lo svolgimento di un periodico “Mercatino delle pulci”, con un impatto ambientale nullo si creerebbero fonti di guadagno e un ritorno economico per tutta la comunità. Nel Mercatino si potrebbero vendere i prodotti dell‟agricoltura, vino, olio del nostro paese, e quelli del nostro artigianato. Sarebbe così una vetrina permanente di quanto c‟è di più bello, buono e genuino a Torrecuso. Nel nostro mercatino abbiamo inserito anche la “Banca del Tempo”. Nella Banca del Tempo le persone si scambiano i favori, prestando il proprio “tempo”, così chi è bravo in qualcosa, può metterlo a disposizione della comunità, ricevendo a sua volta “il tempo e la capacità di fare” delle altre persone iscritte alla Banca. Nel Mercatino delle Pulci abbiamo pensato di proporre anche la vendita di prodotti tipici dell‟artigianato torrecusano. Eccone alcuni esempi nelle foto che seguono. Questo cesto è fatto di legno intrecciato e dipinto con forme geometriche di color arancione e bianco, è formato da sedici fili di paglia intrecciati che gli danno una forma tonda e rialzata. Anche i bordi sono decorati, il bordo superiore è decorato attraverso un merletto sempre fatto a mano che richiama quello posto al centro sotto la decorazione A Torrecuso si fabbricavano le “radicelle”, che erano fatte con le canne e con i rami più sottili del salice; erano usate per poggiarvi frutta da essiccare o ortaggi. In questo modo erano realizzate anche le ceste, che erano usate per la raccolta delle verdure nell‟orto. Nella che sembra rappresentare una foglia senza stelo. All'interno vi è una tovaglia a quadri bianca e rossa che rappresenta lo stile antico e semplice del tempo. cesta si può vedere anche un mestolo fatto in legno, che serviva per preparare il cibo. Inoltre è presente anche un arnese sempre realizzato con il legno. Il nostro progetto: LA SCUOLA DI RICAMO A TORRECUSO Nel nostro progetto abbiamo pensato di inserire anche una “Scuola di Ricamo”. Nella nostra idea, prevediamo come volontarie quattro o cinque anziane del paese che insegnino a ricamare alle ragazze che vogliano imparare. I ricami realizzati potrebbero essere anch‟essi venduti nel Mercatino delle Pulci. La scuola di ricamo potrebbe tenersi una volta a settimana il pomeriggio, e come luogo abbiamo individuato quello nella foto accanto, nel centro storico del paese, e precisamente in piazza A. Mellusi, nel palazzo CaraccioloCito. Nelle foto che seguono, si possono ammirare alcuni esempi di ricamo realizzati dalle nostre nonne e che potrebbero, appunto, essere insegnati alle giovani nella Scuola di Ricamo e quindi prodotti e poi venduti nel Mercatino delle Pulci. Questa coperta per culla è stata realizzata a uncinetto con della lana bianca. Durante la lavorazione sono state fatte molte catenelle e poi sono state intrecciate tra loro formando degli archetti. Questa guida per tavolo è stata realizzata in due tempi. La parte centrale è stata realizzata a punto a croce con ago e filo colorato. Il bordo invece è stato realizzato a uncinetto con cotone blu. Questi asciugamani sono stati realizzati ricamando un disegno prestampato con punto pieno, (i fiori) e intaglio, (le foglie). Per la lavorazione sono stati utilizzati ago e cotone rosso, verde e marrone. IL RICAVATO DEL NOSTRO MERCATINO CON ANCHE I PRODOTTI DELLA SCUOLA DI RICAMO, INOLTRE, ANDREBBE ALLA COMUNITA': PER PRIMA COSA POTREMMO EFFETTUARE, AD ESEMPIO, L’INTERVENTO DI RECUPERO DEL NOSTRO PARCO GIOCHI! ISTITUTO COMPRENSIVO DI PONTE PLESSO DI TORRECUSO A.S. 2014-15 PROGETTO DI EDUCAZIONE AMBIENTALE Secondaria di I° grado – Classe 1°A “Le cantine di Torrecuso” In collaborazione con il La Fortezza è una cantina il cui proprietario è Enzo Rillo, che, esperto in altri settori, all‟inizio vendeva solo l‟uva dei suoi terreni ad altre cantine. Decise, in seguito, di costruire una cantina, che nel 2006 iniziò a produrre vino per la vendita. Con il passare del tempo ampliò i suoi progetti, ingrandendo la cantina e costruendo delle sale per il ristorante. Quando la produzione è diventata molto importante, la cantina si è ampliata, (adesso è di circa 2000mq), in un altro lato della proprietà e la vecchia cantina è diventata una sala-ricevimento. Attualmente, ci sono 3 sale con stili diversi in modo da riuscire ad accontentare vari clienti con gusti differenti. La cantina è stata chiamata Fortezza per l‟impronta data alla sua struttura architettonica. ll centro aziendale si trova in una vasta conca soleggiata protesa verso la valle del fiume Calore, nel cuore del Taburno e del Sannio beneventano. La cantina è interamente in pietra, ben integrata nella campagna circostante, con perfetto mix tra tradizione e moderne tecnologie. La Fortezza, attualmente, produce vini come l‟Aglianico, che è un vino rosso ricco di polifenoli, (una sostanza che si trova nella buccia delle uve e che nell‟Aglianico è molto presente.) E questo vino è prodotto frizzante o base; abbiamo inoltre la Falangina, il Greco e il Fiano (sono tutti vini bianchi che vengono lavorati in pressa, cioè non vengono mischiate le uve tra di loro.) L‟azienda produce anche grappe e limoncelli. Si inizia la vinificazione, o vendemmia, circa a metà ottobre - inizio novembre per l‟uva rossa. Per l‟uva bianca, invece, la vendemmia inizia a metà settembre. La vendemmia si esegue manualmente e in cassetta, e le uve sono portate in cantina durante la giornata per essere lavorate. Alle uve bianche sono eliminati le vinacce e i raspi. Poi il vino va nelle vasche di raccolta per 10/15 giorni e avviene la fermentazione. CISTERNE PER LA VINIFICAZIONE I rossi, invece, vanno in fermentazione direttamente nei serbatoi insieme alle bucce per mantenere un buon colore del vino, determinato dai polifenoli. Per i rossi la temperatura di fermentazione è di circa 20°, per i bianchi di circa 13° e rimangono in fermentazione per circa 20 giorni. I vini rossi stanno in acciaio per circa sei mesi, i bianchi per circa un anno. BOTTAIA CON LE BARRIQUES PER L‟INVECCHIAMENTO Nella bottaia sono conservati i vini che si devono far invecchiare in barriques. L‟Aglianico bisogna farlo riposare in barriques per 24 mesi, poi 12 mesi in bottiglia. Le barriques devono essere utilizzate non più di 3 volte, dopodiché devono essere rigenerate, oppure bisogna acquistarne delle nuove. I vini della Riserva vanno solo in barriques nuove. La Riserva di oggi è un Aglianico del 2007. La macchina imbottigliatrice ha un processo ben preciso: 1.La bottiglia viene lavata e sterilizzata. 2.Viene asciugata. 3.Viene riempita di vino. 4.Viene messo il tappo. 5.Viene messa l‟etichetta. PRODOTTO FINALE Il vino della Fortezza è esportato in Francia, Germania, Danimarca, Canada…ma sta per essere commercializzato anche in Cina e America. Il costo di una bottiglia di vino varia dai €6,00 ai €15,50. Il costo dell‟Aglianico IGT è di €6,00; l‟Aglianico Riserva, invece, costa €15,50. Infine l‟Aglianico DOC costa €9,00. La Fortezza parteciperà all‟Expo per quattro giorni. Antonella Porto, Direttrice della cantina, ci ha raccontato: “La vendemmia è la nostra festa per la produzione del vino. È un traguardo per cui si è curata tutto l‟anno la vigna e il suo terreno. La vendemmia è un evento importante in cui si lavora duramente, le uve arrivano in cantina persino di notte e sono subito lavorate. Alla fine della vendemmia, ogni anno, organizziamo una cena per festeggiare il lavoro svolto.” Il nome Fontanavecchia deriva dal nome della località in cui si trova questa cantina di famiglia. Hanno sempre prodotto vino, poi dal 1990 c‟è stata la vendita ai commercianti. La cantina possiede 14 ettari di proprietà e 4 ettari in affitto. Il mercato è a livello internazionale ed è esportato all‟estero il 30% della produzione. Infatti, il vino è esportato anche in Germania, America, Olanda e Svizzera. La cantina produce l‟Aglianico, il Greco, la Falanghina e il Fiano, con le uve dei vitigni autoctoni e di proprietà. Le uve poi sono messe in vari macchinari in base al vino da produrre. Ad esempio, con la pressa soffice si realizzano il rosato e i vini bianchi. Il rosato si ottiene facendo dapprima rimanere l‟uva rossa con la sua buccia, poi dopo circa 3 ore si separa il vino rosso dalle bucce e da questo risultato si ricava il rosato, che non ha sempre la stessa tonalità… (a volte è più scuro, a volte più chiaro). La Pressa soffice è il macchinario con cui sono macinate le uve, sono lavorati i vini bianchi e il rosato. Pressa Soffice Vigneti di Fontanavecchia In questa cantina sono prodotte 160mila bottiglie l‟anno ricavate da 1200/1300 quintali di uva. I vini rossi iniziano la fase di affinamento nelle barriques per circa 18 mesi. Questo sia per l‟Aglianico base sia per la Riserva. In seguito, i vini sono selezionati e portati nelle cisterne, per poi essere assemblati nei serbatoi. Avviene, infine, la chiarifica, la filtrazione e l‟imbottigliamento. Cisterne di vinificazione. Sala delle barriques. Una bottiglia di vino costa dai €7,00 ai €30,00. L‟Aglianico DOC costa €7,00; l‟Aglianico Riserva con affinamento in legno costa €30,00. Attualmente l‟Aglianico Riserva in commercio è del 2009 e costa €7,00. PRODOTTO FINALE Giuseppe Rillo, figlio del fondatore della cantina, ci ha detto: “E‟ un bel lavoro… Si è a contatto con la natura, con tante persone e si viaggia molto, ma è anche un lavoro con tanti sacrifici. Si lavora sette giorni su sette e a volte anche per 12 ore il giorno. L‟importante, però, è lavorare bene e con passione, anche perché questo è un lavoro che si sviluppa sul nostro territorio. Grazie al vino, Torrecuso oggi è un nome conosciuto all‟estero e ciò è motivo di orgoglio.” Il nome di quest‟azienda deriva da una leggenda: ci fu in questi territori una ribellione di alcuni contadini contro feudatario longobardo, da qui il nome di Rivolta. Dal 1812 esiste questa struttura e da più di 200 anni è della famiglia Cotroneo. L‟azienda è nata nel 1998 e all‟inizio possedeva soltanto pochi ettari di vigneti fino ad arrivare a oggi con 38 ettari di superficie vitata. In tutto sono 60 ettari di proprietà con coltivazioni anche di foraggi, uliveti e girasoli. Il sistema di allevamento per portare avanti i vigneti è la tecnica della produzione “a spalliera”, cioè filari lineari di viti. Questa tecnica garantisce una migliore qualità perché ci sono pochi grappoli per pianta, circa 7/8 grappoli a vite e non più di 12 per pianta. Così i grappoli vanno tutti insieme a piena maturazione e ciò ne garantisce la qualità. „ Davanti ad ogni fila di vigneti ci sono piante di rose, perché la rosa è una pianta che è molto sensibile e quindi percepisce prima il virus che la danneggia. E‟ usata, quindi, come un campanello d‟allarme per un eventuale attacco di Peronospera, una malattia che colpisce il grappolo e le foglie della vite e che si riconosce facilmente dalle macchie che si creano proprio sulle foglie. Quest‟azienda produce in modo biologico, infatti, non si usano prodotti sistemici e per curare questa o altre malattie si fanno solo trattamenti preventivi con rame e zolfo. Inoltre, ogni 6/7 filoni, viene lasciato un filone non coltivato perché bisogna ripopolare sia la microfauna che la microflora, ottenendo così insetti utili contro eventuali attacchi parassitari. Utilizzano anche trappole a ferormoni che si dispongono sopra i filoni per uccidere la tignola o la coccinella, che sono anch‟essi insetti dannosi per la vite. Le cisterne di stoccaggio sono circa 22. La vendemmia per i bianchi inizia a fine settembre, invece per i rossi a fine ottobre. Per i bianchi le uve arrivano nelle cantine in cassette e sono selezionate su un nastro trasportatore, dove sono eliminate le foglie e selezionati a mano gli acini, (eliminando quelli non maturi). Le uve vanno poi nella pigiadiraspatrice, dove si separano i raspi, che poi vengono di nuovo messi nel terreno per arricchirlo di humus. Chicchi e mosto, infine, sono messi in una pressa. I rossi, invece, vanno in un serbatoio vinificatore per la macerazione pellicolare, cioè il contatto del mosto con la buccia degli acini per estrarne il colore. I serbatoi vinificatori portano delle pale che si abbassano e girano, queste sono chiamate follatori. La fermentazione alcolica è la trasformazione degli zuccheri in alcool. La temperatura di fermentazione per i rossi è di 20°, per i bianchi è di 15°. Ogni cisterna è controllata da un quadro di comando impostato da un tecnico. Le bottiglie arrivano già sterili, ma sono comunque sterilizzate di nuovo per una maggiore sicurezza. La bottaia comprende botti che possono contenere fino a 25 ettolitri, dove è conservato l‟Aglianico base e può rimanervi per circa 1 anno. I colmatori sono importanti perché servono a fare un lavoro di trabocco, ossia la colmatura del vino. In quest‟azienda vengono raccolti circa 1000 quintali l‟anno d‟uva, con i quali si producono intorno ai 750 ettolitri di vini. La bottiglia di vino base costa circa €10,00, l‟Aglianico Riserva €22,00, mentre l‟Aglianico base €10,50. Si produce Aglianico DOCG, Falanghina, Greco, Fiano, Coda di volpe, Piedirosso, che sono tutti prodotti DOP. Il Sogno di Rivolta è un prodotto IGP. Esportano il 30% del vino prodotto all‟estero: in Germania, Svizzera, Lussemburgo, Olanda, Russia, Giappone, Cina, Canada, New York e Brasile. Zampelli Gianni, un dipendente della cantina La Rivolta, ha affermato: “Ho una grande passione per questo lavoro, per gli studi fatti (sono diplomato in Agraria), ma soprattutto per l‟esperienza diretta sul campo. Consiglierei questo lavoro a voi giovani perché il mondo dell‟enologia, quindi lo studio del vino, è molto vario e interessante, ci sono per esempio laboratori come il nostro, dove si fanno controlli e stage per studenti universitari. A noi sembra che in certi momenti il lavoro sia anche un po‟ monotono, ma l‟esperienza più bella è stata quella di vedere ogni anno crescere l‟azienda e ricevere molte premiazioni, come “I cinque grappoli” e “La corona”. Oggi siamo famosi in tutto il mondo e saremo presenti all‟EXPO e al VINITALY a Verona”. Falluto è un‟azienda di famiglia fondata nel 1968 dal Cavaliere Mennato Falluto e iscritta all‟albo degli imbottigliatori con il numero 92. Questo è, infatti, uno dei vitigni più antichi di Aglianico e fa parte dei cinque rossi che in Europa hanno avuto riconoscimento. Inoltre, nel territorio di Torrecuso è stata questa la prima cantina a imbottigliare il vino. Mennato Falluto aveva dei vigneti e vendeva l‟uva ad altre cantine di città. Pensò, quindi, di fondare una cantina in paese e la sua fu la prima cantina a produrre vino a Torrecuso. Lo stemma usato come logo aziendale è stato scelto dopo una ricerca araldica. Questa cantina possiede 16 ettari di vigneti, tutti raccolti in un unico fondo attorno all‟azienda, con circa 100/110 piante. Si producono Falanghina, Aglianico, Coda di volpe e Rosato, con circa 100.000 bottiglie l‟anno in totale. I prezzi variano da € 1,20 di vino sfuso a € 9,00 per la Riserva in bottiglia. Vigneti e cantine dall‟azienda agricola Falluto, sorgono in zona collinare, che per esposizione e natura, può essere considerata una delle migliori località per la produzione del vino in Torrecuso. La raccolta è manuale e l‟uva è messa in cassette e poi trasportata in cantina. Non trascorre più di 1 ora tra la raccolta e la pigiatura. Il raffreddamento dei bianchi e del rosato è di circa 8-9° prima della pressatura e questo per conservare gli aromi e i profumi tipici del vitigno che si andrà a vinificare. Cantina con i silos per la vinificazione. Nelle vasche di conservazione viene fermentato il vino. La temperatura per i vini bianchi è di 14°-16° massimo per circa 12 giorni, invece per i rossi si usano i termovinificatori . Per la Riserva si passa dalla temperatura bassa di 14°, per arrivare negli ultimi 2 giorni a una temperatura di 32° massimo (per una durata totale di 15 giorni di fermentazione). Per l‟Aglianico base si parte da una temperatura di 30° e si arriva a 16°. Mentre il rosato è vinificato come i bianchi. . I vigneti aziendali sono tutti allevati a contro spalliera, perché ciò garantisce una maggiore espansione al sole dei grappoli e così una maggiore qualità, anche se la resa è minore rispetto al tradizionale sistema a tendone. C‟è da dire che l‟avv. Antonio Coletta, intimo amico del fondatore della cantina, ha ideato la sagra “Estate Torrecusana”, con l‟intento di ottenere il marchio DOC per l‟Aglianico e così, proprio grazie a questa manifestazione, abbiamo avuto la certificazione DOC a Torrecuso negli anni ‟70. Sullo sfondo della foto si possono vedere alcune parti di carri allegorici usati per la sagra. Oggi l‟80% della produzione di questa azienda è di Aglianico. Mino Falluto, nipote del Cavaliere, ci ha detto che: “Crediamo nell‟enoturismo per appassionati di vino. Soprattutto nei mesi di Settembre e Ottobre vengono a visitarci gruppi di turisti anche dal nord, per vivere con noi la vendemmia. Occorre passione. Io ho ereditato la passione da mio nonno. Ricordo le giornate trascorsee con lui tra i vigneti, a vedere anche quelli degli altri, ricordo le nostre chiaccherate in cantina. Amo il mio lavoro e non riesco a immaginarne uno migliore per me…sono nato qui!”. L‟affinamento si svolge in legno. La bottaia è attualmente ubicata nella parte storica della cantina. E‟, però, ormai in attuazione il 3° ampliamento dell‟azienda, che prevede una bottaia esterna e una sala per le degustazioni. PRODOTTO FINALE La Cantina Falluto partecipa a Vinitaly a Verona e sarà per qualche giorno presente anche all‟Expò. Una bottiglia di Riserva costa 9,00 euro, una DOC 4,50 euro, una IGT 3,50 euro. Esportano vini anche in Francia, soprattutto il rosato. Mennato Falluto: “Sì, consiglieri questo lavoro ai giovani e di praticarlo con passione. Personalmente io lo amo, forse perché sono nato qui e sono legato alle mie radici e alla mia terra.” ODE AL VINO DEL FALLUTO “Là del taburno all‟ultima pendice”, per ricordare i versi del Mellusi, tra torri infrante ancor s‟erge felice l‟antico paesel di Torrecuso. Immerso in una selva di vigneti dove una volta s‟ espandeva il grano sembra custodir mille segreti da San Liberator fin giù alle piane. A mezza strada è la contrada Saude sotto la protezion di Sant‟Antonio (leviamo a Lui tutte le nostre “Laude”) il Padovano che scacciò il Demonio! Ti giri attorno e trovi…il Paradiso! Quello che si pensava ormai “perduto”, che trasforma le lacrime in sorrisi: l‟inebriante vigneto dei Falluto! Respiri dell‟Aglianico il profumo nel morbido ondeggiare delle colline e dal tuo andare in estasi, desumo che rimarresti qui fino… alla fine! Ma quando prendi a sorseggiare il vino ti senti, come dire, un padreterno e vorresti cantar: questo è “divino”, il resto… mandiamolo all‟inferno! Ci ha lavorato tanto, il buon Mennato, a tirar su quest‟ottimo bicchiere, esaltando la grandezza del creato, che l‟hanno nominato cavaliere. M.C. LE CANTINE DI TORRECUSO NEL PASSATO Attrezzature usate un tempo per la vendemmia e la vinificazione: Le botti nelle quali era versato il vino, erano depositate nelle bottaie delle cantine, dove il vino invecchiava. La maggior parte del vino era depositata nelle bottiglie che erano vendute o venivano conservate per il consumo familiare. Per lo più si vendeva il vino sfuso o addirittura solo l‟uva. In quest‟ attrezzo era gettata l‟uva per essere macinata e fatta diventare mosto, separando gli acini dai raspi. Il Torchio è un macchinario antico usato per macinare l‟uva. L‟uva veniva messa dentro al torchio, la si schiacciava con una leva e si abbassava una tavola sopra i grappoli raccolti; così si spremeva l‟uva e la si trasformava in mosto, che poi si metteva a riposare in vasche di legno o di plastica. Progetto: LE CANTINE DI TORRECUSO NEL FUTURO Con tutte le cantine di Torrecuso potremmo creare su Internet una Piattaforma di vendita Ecommerce e quindi una Cantina Virtuale, dove si potranno esporre e acquistare i prodotti online. Le bottiglie che vengono selezionate e trasportate con il mouse sul carrello, saranno poi acquistate dagli utenti con un semplice click. La vendita del vino di Torrecuso sarà così molto più semplice, pratica e accessibile a tutti, perché tutte le cantine saranno facilmente raggiungibili virtualmente su Internet e chiunque potrà vederle in un‟unica pagina di E-commerce, dove troverà i loghi delle aziende, la descrizione della loro storia e delle caratteristiche e qualità dei loro prodotti, con i relativi prezzi. Questi sono alcuni loghi delle cantine locali che potremmo trovare nella piattaforma: Cliccandoci sopra con il mouse evidenziamo alcuni prodotti: Falanghina Coda di volpe Aglianico Rosato Con i loro relativi prezzi: €9,00 €9,50 €8,50 €8,50 Questo è un esempio della visualizzazione su Internet dei vini delle cantine di Torrecuso presenti in piattaforma e subito acquistabili in modalità E-commerce. NOI IMMAGINIAMO UN CONSORZIO DELLE NOSTRE CANTINE SOTTO UN SOLO LOGO Il nome del logo è: LA CLASSE 1° A