Anno XXXV – n. 237 – Settembre/Ottobre 2013 NOTIZIARIO Provincia di Lombardia “S. Carlo Borromeo” dei Frati Minori Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 In copertina: Foto della Visita pastorale Papa Francesco ad Assisi 4 ottobre 2013 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Indice Omelia di papa Francesco ad Assisi il 4 ottobre 2013 1 COMPI – Elezione Consiglio di Presidenza 3 Collegio dei Ministri del Nord Italia Milano – 8 luglio 2013 Milano – 29 luglio 2013 Baccanello – 7 settembre 2013 Assisi/Castelletto di Brenzone – 8 ottobre 2013 4 5 7 10 Cronaca Assemblea Definitòri Nord Italia 12 Dal Definitorio Pavia – 24 settembre 2013 Castelletto di Brenzone – 16 ottobre 2013 17 18 Testimonianze di vita fraterna Congedo dalla Parrocchia di s. Antonio alla Brunella Professione solenne – fr. Celestino Pagani Professione solenne – fr. Enrico Russotto Professione solenne – fr. Enzo Imbimbo Chi crede cammina – Marcia francescana 2013 Cammino di Francesco: degli inizi e del termine… 21 23 25 27 28 31 Dai Monasteri 33 Alcune riflessioni sulla fraternità nel Primo Testamento Prima Parte 38 FilmiAmo 43 Notizie di Casa 45 In memoria – fr. Fortunato Vitali 48 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 OMELIA DI PAPA FRANCESCO Assisi, 4 OTTOBRE 2013 «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25). Pace e bene a tutti! Con questo saluto francescano vi ringrazio per essere venuti qui, in questa Piazza, carica di storia e di fede, a pregare insieme. Oggi anch’io, come tanti pellegrini, sono venuto per rendere lode al Padre di tutto ciò che ha voluto rivelare a uno di questi “piccoli” di cui ci parla il Vangelo: Francesco, figlio di un ricco commerciante di Assisi. L’incontro con Gesù lo portò a spogliarsi di una vita agiata e spensierata, per sposare “Madonna Povertà” e vivere da vero figlio del Padre che è nei cieli. Questa scelta, da parte di san Francesco, rappresentava un modo radicale di imitare Cristo, di rivestirsi di Colui che, da ricco che era, si è fatto povero per arricchire noi per mezzo della sua povertà (cfr 2 Cor 8,9). In tutta la vita di Francesco l’amore per i poveri e l’imitazione di Cristo povero sono due elementi uniti in modo inscindibile, le due facce di una stessa medaglia. Che cosa testimonia san Francesco a noi, oggi? Che cosa ci dice, non con le parole – questo è facile – ma con la vita? 1. La prima cosa che ci dice, la realtà fondamentale che ci testimonia è questa: essere cristiani è un rapporto vitale con la Persona di Gesù, è rivestirsi di Lui, è assimilazione a Lui. Da dove parte il cammino di Francesco verso Cristo? Parte dallo sguardo di Gesù sulla croce. Lasciarsi guardare da Lui nel momento in cui dona la vita per noi e ci attira a Lui. Francesco ha fatto questa esperienza in modo particolare nella chiesetta di san Damiano, pregando davanti al crocifisso, che anch’io oggi potrò venerare. In quel crocifisso Gesù non appare morto, ma vivo! Il sangue scende dalle ferite delle mani, dei piedi e del costato, ma quel sangue esprime vita. Gesù non ha gli occhi chiusi, ma aperti, spalancati: uno sguardo che parla al cuore. E il Crocifisso non ci parla di sconfitta, di fallimento; paradossalmente ci parla di una morte che è vita, che genera vita, perché ci parla di amore, perché è l’Amore di Dio incarnato, e l’Amore non muore, anzi, sconfigge il male e la morte. Chi si lascia guardare da Gesù crocifisso viene ri-creato, diventa una «nuova creatura». Da qui parte tutto: è l’esperienza della Grazia che trasforma, l’essere amati senza merito, pur essendo peccatori. Per questo Francesco può dire, come san Paolo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo» (Gal 6,14). Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: insegnaci a rimanere davanti al Crocifisso, a lasciarci guardare da Lui, a lasciarci perdonare, ricreare dal suo amore. 2. Nel Vangelo abbiamo ascoltato queste parole: «Venite a me, voi tutti, che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,28-29). Questa è la seconda cosa che Francesco ci testimonia: chi segue Cristo, riceve la vera pace, quella che solo Lui, e non il mondo, ci può dare. San Francesco viene associato da molti alla pace, ed è giusto, ma pochi vanno in profondità. Qual è la pace che Francesco ha accolto e vissuto e ci trasmette? Quella di Cristo, passata attraverso l’amore più grande, quello della Croce. E’ la pace che Gesù Risorto donò ai discepoli quando apparve in mezzo a loro (cfr Gv 20,19.20). La pace francescana non è un sentimento sdolcinato. Per favore: questo san Francesco non esiste! E neppure è una specie di armonia panteistica con le energie 1 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 del cosmo… Anche questo non è francescano! Anche questo non è francescano, ma è un’idea che alcuni hanno costruito! La pace di san Francesco è quella di Cristo, e la trova chi “prende su di sé” il suo “giogo”, cioè il suo comandamento: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato (cfr Gv 13,34; 15,12). E questo giogo non si può portare con arroganza, con presunzione, con superbia, ma solo si può portare con mitezza e umiltà di cuore. Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: insegnaci ad essere “strumenti della pace”, della pace che ha la sua sorgente in Dio, la pace che ci ha portato il Signore Gesù. 3. Francesco inizia il Cantico così: “Altissimo, onnipotente, bon Signore… Laudato sie… cun tutte le tue creature” (FF, 1820). L’amore per tutta la creazione, per la sua armonia! Il Santo d’Assisi testimonia il rispetto per tutto ciò che Dio ha creato e come Lui lo ha creato, senza sperimentare sul creato per distruggerlo; aiutarlo a crescere, a essere più bello e più simile a quello che Dio ha creato. E soprattutto san Francesco testimonia il rispetto per tutto, testimonia che l’uomo è chiamato a custodire l’uomo, che l’uomo sia al centro della creazione, al posto dove Dio - il Creatore - lo ha voluto. Non strumento degli idoli che noi creiamo! L’armonia e la pace! Francesco è stato uomo di armonia, uomo di pace. Da questa Città della Pace, ripeto con la forza e la mitezza dell’amore: rispettiamo la creazione, non siamo strumenti di distruzione! Rispettiamo ogni essere umano: cessino i conflitti armati che insanguinano la terra, tacciano le armi e dovunque l’odio ceda il posto all’amore, l’offesa al perdono e la discordia all’unione. Sentiamo il grido di coloro che piangono, soffrono e muoiono a causa della violenza, del terrorismo o della guerra, in Terra Santa, tanto amata da san Francesco, in Siria, nell’intero Medio Oriente, in tutto il mondo. Ci rivolgiamo a te, Francesco, e ti chiediamo: ottienici da Dio il dono che in questo nostro mondo ci sia armonia, pace e rispetto per il Creato! Non posso dimenticare, infine, che oggi l’Italia celebra san Francesco quale suo Patrono. E do gli auguri a tutti gli italiani, nella persona del Capo del governo, qui presente. Lo esprime anche il tradizionale gesto dell’offerta dell’olio per la lampada votiva, che quest’anno spetta proprio alla Regione Umbria. Preghiamo per la Nazione italiana, perché ciascuno lavori sempre per il bene comune, guardando a ciò che unisce più che a ciò che divide. Faccio mia la preghiera di san Francesco per Assisi, per l’Italia, per il mondo: «Ti prego dunque, o Signore Gesù Cristo, padre delle misericordie, di non voler guardare alla nostra ingratitudine, ma di ricordarti sempre della sovrabbondante pietà che in [questa città] hai mostrato, affinché sia sempre il luogo e la dimora di quelli che veramente ti conoscono e glorificano il tuo nome benedetto e gloriosissimo nei secoli dei secoli. Amen» (Specchio di perfezione, 124: FF, 1824). Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 C.O.M.P.I. CONFERENZA MINISTRI PROVINCIALI D’ITALIA E D’ALBANIA ORDINE DEI FRATI MINORI COMUNICATO Nel nome del Signore. Amen. Il giorno 11 ottobre 2013, presso la Casa religiosa “Aristide Leonori” sede della COMPI l’Assemblea generale dei Ministri, riunita in seduta ordinaria, ha proceduto, ai sensi degli artt. 12.13.14.17.20. degli Statuti COMPI, alla elezione del Consiglio di Presidenza per il triennio 2013/2016. Dall’esito della votazione si è avuto il seguente risultato: Elezione Consiglio di Presidenza C.O.M.P.I. IANNUZZI FRA SABINO Presidente SCABIO FRA ANTONIO Vice Presidente SERRI FRA CARLO Consigliere ESPOSITO FRA AGOSTINO Consigliere Inoltre, ai sensi dell’art.24 degli Statuti COMPI, l’Assemblea generale ha confermato SARDELLA FRA DONATO Segretario/Economo In questa stessa seduta l’Assemblea ha deliberato di confermare nel loro incarico, fino a nuova nomina, tutti i responsabili degli Uffici COMPI. Frati Mi In fede, Roma, 11 ottobre 2013 fra Donato Sardella, ofm segretario COMPI 3 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Collegio dei Ministri del Nord Italia Presiede l’incontro fr. Francesco Bravi, presenti fr. Mario Vaccari, fr. Bruno Bartolini, fr. Antonio Scabio, fr. Maggiorino Stoppa e fr. Francesco Patton. Alla prima parte della riunione è presente anche fr. Giuseppe Maffeis Segretario della Provincia Milanese per la preparazione dell’Assemblea dei Definitòri, sono presenti infine Enrico Delama e Maurizio Serofilli di Diathesis. Alle 9.30 si inizia con la colletta dei Ss. Martiri cinesi Gregorio Grassi, Antonino Fantosati e compagni e il Gloria al Padre. Si inizia quindi a sviluppare l’OdG partendo da: 1. Verifica dei Capitoli provinciali Si concorda di fare immediatamente la richiesta del Delegato super partes, citando il voto unanime dei Capitoli e allegando la precedente lettera informale inviata un anno fa. Nel pomeriggio viene letto, approvato e sottoscritto da tutti e sei i Ministri, il testo preparato in mattinata da fr. Giuseppe Maffeis. Si passa poi a uno scambio di impressioni generali sui Capitoli provinciali appena terminati. I pareri dei Ministri sono concordemente positivi, il clima si è rivelato franco e fraterno, è stato prezioso, soprattutto in alcuni Capitoli lo spazio ampio di discussione dato prima di votare l’adesione alla nuova Provincia, che è stata votata con una maggioranza larghissima e perlopiù unanime in tutte le 6 Province del Nord. Alcuni Capitoli si sono conclusi con un momento a carattere celebrativo sotto forma di festa della Provincia. Ora occorre prendere in mano quanto è emerso nei Capitoli, specie i contenuti che sono stati riformulati e quelli che sono stati integrati nella II e III parte dell’Instrumentum Laboris. Questo lavoro sarà compito della prossima Assemblea dei Definitòri. Curia Provinciale 8 Luglio 2013 Milano 2. Mandati affidati all'assemblea e al CM Si passa poi ad esaminare rapidamente i mandati affidati dai Capitoli all’Assemblea dei Definitòri, raccolti in una serie di documenti che vengono presentati. Questi testi richiedono ulteriori integrazioni, precisazioni e armonizzazioni per poter pervenire a una sintesi, si decide perciò di pervenire a una nuova redazione e di concordare la stesura finale in un prossimo incontro che viene fissato per il 29 luglio a Milano-S. Antonio. 3. Preparazione Assemblea dei Definitòri Si approva di mantenere il Regolamento dell’anno scorso, con le modifiche approntate allora. Si continuerà a lavorare per gruppi misti e per Definitòri. Per l’articolazione dei giorni: 4 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Arrivo il 5 agosto per il pranzo 5 pomeriggio presentazione del quadro d’insieme e del progetto FoPe 6-7 lavoro secondo l’IL 8-9 Congressi definitoriali 10 parte conclusiva 4. Fraternità interprovinciali costituite e da costituire Vengono passate in rassegna le fraternità interprovinciali e viene fatta una prima ipotesi sui frati che le comporranno e sui servizi che saranno loro affidati. Si concorda anche di arrivare entro fine 2013 a decidere il futuro collocamento delle case formative in modo da mantenere un equilibrio delle presenze interprovinciali sul territorio delle attuali Province, dopodiché si potrà e si dovrà procedere alla realizzazione dei progetti approvati. Viene nominato come Segretario dell’Assemblea fr. Giuseppe Maffeis all’unanimità, aiuteranno in Segreteria fr. Marco Fossati e fr. Gabriele Onofri Hote. Vengono proposti anche alcuni frati per svolgere il compito di Moderatori dei momenti assembleari e alcuni altri frati per presiedere i gruppi di lavoro, saranno contattati per chiedere la loro disponibilità e verranno poi nominati. 5. Scambio del personale Si fanno infine presenti alcune situazioni di sofferenza presenti in alcune Province e il bisogno di interscambio o di aiuto in termini di personale per poter sostenere alcune presenze. Dopo la preghiera dell’Angelus ci si reca a pranzo con la fraternità. 6. Varie ed eventuali Concordando di rivedersi il 29 luglio per prendere visione della stesura migliorata dei testi per il lavoro dell'Assemblea, si conclude alle 16.50 con l’Agimus tibi gratias. Si riprende alle 14.30 con l’Ave Maria e l’invocazione a Maria Sede della Sapienza. Presiede l’incontro fr. Francesco Bravi, presenti fr. Mario Vaccari, fr. Bruno Bartolini, fr. Antonio Scabio, fr. Maggiorino Stoppa e fr. Francesco Patton. Alla prima parte della riunione è presente anche fr. Giuseppe Maffeis Segretario della Provincia Milanese per la preparazione dell’Assemblea dei Definitòri, è presente infine Enrico Delama di Diathesis. Alle 9.40 si inizia con l’Ave Maria e l’invocazione di s. Marta della quale ricorre la memoria liturgica. Si passa quindi a sviluppare l’OdG che riprende e completa quello del precedente incontro dell’8 luglio. Curia Provinciale 29 Luglio 2013 Milano 1. Comunicazione sul Delegato per il triennio Fr. Francesco Bravi presenta la lettera inviata dal Ministro generale in risposta alla nostra richiesta che venga nominato il Delegato del Ministro generale per accompagnare questo triennio che porterà alla nascita della nuova Provincia OFM del Nord Italia. In sostanza il Ministro generale chiede di poter prima approfondire gli Statuti di Cooperazione tra le sei Province . 2. Instrumentum Laboris (IL) per l’Assemblea dei Definitòri Fr. Francesco Bravi introduce il tema e passa poi la parola al Dott. Delama che presenta l’IL nei suoi vari paragrafi. Con alcune precisazioni si approva e si conferma lo schema. 5 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Si passa poi alla lettura e revisione degli Statuti di Cooperazione nella versione sintetica frutto della lettura sinottica delle osservazioni pervenute dai Capitoli provinciali che avevano il compito di esaminare gli Statuti. Si concorda che gli Statuti di Cooperazione vanno presentati all’Assemblea ricordando l’iter percorso e la maturità del testo di sintesi elaborato dal CM recependo tutto quello che era possibile recepire delle osservazioni fatte dai Capitoli; questo testo va approvato dai singoli Definitòri dopo aver dato gli opportuni chiarimenti in Assemblea, ma senza ulteriori modifiche. Si concorda quindi l’agenda dell’Assemblea dei Definitòri aggiustando i tempi delle varie unità di lavoro. al Popolo. Si ritiene opportuno anche fissare un tempo di sperimentazione. Dopo la preghiera dell’Angelus ci si reca a pranzo con la fraternità. Si riprende alle 14.30 con il Gloria al Padre… 6. Circa le relazioni di SFS Si ribadisce che al SFS va affidato quel che è lo studio della revisione della formazione ma deve rimanere compito del CM quello che è il governo del processo e la “linea politica” da seguire. 7. Nomina degli ufficiali per l’Assemblea dei Definitòri Viene nominato come Segretario dell’Assemblea fr. Giuseppe Maffeis all’unanimità, aiuteranno in Segreteria fr. Marco Fossati e fr. Gabriele Onofri Hote. Vengono nominati come Moderatori dell’Assemblea fr. Saverio Biasi; fr. Giampaolo Cavalli; fr. Marco Zanotti. Vengono nominati come Presidenti dei gruppi di lavoro: fr. Fedele Pradella; fr. Franco Mirri; fr. Gilberto Soracchi; fr. Almiro Modonesi. 3. Progetto Fo.Pe. Per quanto riguarda il Progetto Fope per il triennio, si chiede che tutta la questione del Progetto di Vita Fraterna (i materiali elaborati dai vari Capitoli provinciali in materia di PVF e Fope) venga affidata al Consiglio Fope perché elabori le schede per il PVF entro fine ottobre 2013, di modo da poter poi cominciare a far lavorare le Fraternità su questo ambito. 8. Fraternità interprovinciali e scambio del personale Si fanno una serie di ipotesi sulle case e sullo scambio di personale dopo aver avuto la possibilità di contattare i frati interessati. 4. Progetto Fraternità per le Missioni al Popolo Ci si interroga su cosa far discutere e cosa approvare. Si concorda che il progetto va presentato all’Assemblea dei Definitòri da uno dei Definitori che hanno partecipato alla sua elaborazione, e che è bene dare un’approvazione a questo progetto e fissarne i tempi di attuazione. 9. Varie ed eventuali 7 settembre a Baccanello Vestizione alle 12.00: presiede fr. Maggiorino Stoppa Professione alle 16.00: presiede fr. Francesco Patton 14 settembre a Villa Verrucchio ore 10.00, rinnovo voti temporanei: presiede fr. Bruno Bartolini 5. Progetto Fraternità per l’evangelizzazione missionaria e i migranti Si decide di incaricare fr. Guido Ravaglia (BO) di presentare il Progetto elaborato. L’ipotesi è di chiedere che venga ulteriormente specificato e approfondito attraverso un cantiere in cui inserire anche qualcuno dei Parroci e dell’ISE di Venezia, dando loro un tempo entro cui presentare un Progetto approfondito e maturo tenendo conto dello schema elaborato per il loro rispettivo progetto dal Coordinamento Missioni 5 ottobre a S. Bernardino ore 11.00, Professione solenne: presiede fr. Antonio Scabio Seguono alcune comunicazione su situazioni di frati in patria e in missione. Ci si rivedrà ad Assisi il 5 agosto per il pranzo alle 12.30 e inizio lavori alle 15.00. Si conclude alle 16.25 con l’Agimus tibi gratias. Il verbalista fr. Francesco Patton 6 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Collegio dei Ministri del Nord Italia Presiede l’incontro fr. Francesco Bravi, presenti fr. Mario Vaccari, fr. Bruno Bartolini, fr. Antonio Scabio, fr. Maggiorino Stoppa e fr. Francesco Patton. Alle 9.20 si inizia con l’invocazione allo Spirito Santo e la preghiera per la pace secondo le intenzioni del S. Padre. Si passa quindi a sviluppare l’OdG: 1. Verifica Assemblea di Assisi, Documento finale, compiti affidati al Collegio Si pospone la verifica dell’Assemblea di Assisi e si passa a prendere visione del Documento finale. L’introduzione è stata leggermente variata e viene approvata, placet omnibus il testo corretto. Fr. Francesco Bravi presenta anche l’elenco dei compiti affidati al CM e il promemoria del lavoro per il triennio. Era stato proposto di fare un incontro con il Ministro generale per presentargli la questione relativa al Delegato per il triennio, sentito il Ministro generale, l’ipotesi su cui si converge è di incontralo a Roma venerdì 20 settembre. Baccanello 7 Settembre 2013 2. Nomine Uffici, Segretariati e Commissioni Si confermano le ipotesi di coetus delle varie case formative (cfr. verbale precedente) Arco (TN) – Postulato Il Coetus formatorum è così composto: fr. Giuseppe Bonato Maestro fr. Michele Passamani Vice-Maestro fr. Saverio Biasi Guardiano fr. Enzo Pellegatta Baccanello (BG) – Noviziato Il Coetus formatorum è così composto fr. Lorenzo Roncareggi Maestro fr. Pio Prandina Vice-Maestro fr. Marco Tomasi Guardiano fr. Luigi Dima fr. Ivan Dalpiaz Verona S. Bernardino – Professi temporanei Il Coetus formatorum è così composto fr. Almiro Modonesi Maestro fr. Andrea Contini Vice-Maestro fr. Giampaolo Cavalli Guardiano fr. Lorenzo Raniero Prefetto STISB fr. Tecle Vetrali fr. Matteo Salvadori fr. Maurizio Brunelli 7 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Segretariati e commissioni Commissione U5 Fr. Enzo Maggioni Responsabile, nominato dal CM Il gruppo degli U5 sceglierà poi i suoi due delegati Placet Il Consiglio CPV risulta così composto: fr. Devis Rutigliano Animatore CPV Nord Italia fr. Giambattista Delpozzo Consigliere fr. Juri Leoni Consigliere fr. Gabriele Cadorin Consigliere fr. Michele Passamani Consigliere fr. Gabriele Onofri Consigliere Placet Commissione GPIC Fr. Antonio Pedrina Coordinatore Fr. Bruno Monfardini Fr. Silvestro Arosio Andrà chiarita la funzione dell’Animatore vocazionale unico e il compito di chi fa parte del Consiglio. Si concorda che occorre che il Consiglio cominci a trovarsi e ad approfondire il senso della CPV a partire dalle fonti (CCGG, RFF, RFI, Documento dell’Ordine sulla CPV) e da quanto vien fatto nelle varie Province per giungere a un progetto di CPV per il Nord Italia. Placet Commissione ecumenismo e dialogo Fr. Tecle Vetrali Coordinatore Fr. Fiorenzo Reati Fr. Sereno Lovera Placet Gruppi di lavoro Economi Fr. Marco Fossati Fr. Pio Fontanari Fr. Marco Zanotti Fr. Fedele Pradella Fr. Gianluigi Amelio Fr. Mario Favretto Fr. Mario Vaccari Ministro delegato Consiglio FoPe è nominato, va inserito il responsabile U5 Fr. Fabio Piasentin (VE) Moderatore Nord Italia Fr. Giampaolo Possenti (MI) Fr. Giovanni Patton (TN) Fr. Maggiorino Stoppa (TO) Fr. Maurizio Piazza (BO) Fr. Maurizio Conti (GE) Fr. Enzo Maggioni responsabile U5 Placet Il gruppo proporrà al proprio interno il Coordinatore che sarà poi nominato dal Consiglio di Cooperazione secondo gli Statuti di Cooperazione Art. 12.1 Placet Segretariato FS Fr. Lorenzo Raniero Segretario FS Fr. Giuseppe Bonato Maestro Postulanti Fr. Lorenzo Roncareggi Maestro Novizi Fr. Almiro Modonesi Maestro Professi temporanei Fr. Fabio Piasentin Moderatore fope Fr. Devis Rutigliano Animatore CPV Fr. Roberto Ranieri Delegato per gli Studi Fr. Andrea Contini Vice-Maestro Prof.temporanei Fr. Antonio Scabio Ministro delegato Placet Bibliotecari Si conferma il gruppo, è importante che i bibliotecari continuino a trovarsi coordinati da fr. Rino Sgarbossa. Segretari provinciali Bisognerà fare in modo che si trovino per cominciare a uniformare le burocrazie provinciali. Segretariato ME Fr. Alberto Tosini Segretario ME Fr. Guido Ravaglia Coordinatore ad gentes Fr. Francesco Mazzon Coordinatore PG Fr. Alessandro Caspoli Coordinatore carità Fr. Federico Righetti Coordinatore Miss. popolo Fr. Alfonso Cracco Coordinatore santuari Fr. Mauro Galesini Coordinatore parroci Fr. Valerio Berloffa Nominato dal CM Fr. Marco Ferrario Nominato dal CM Fr. Bruno Bartolini Ministro delegato Placet Commissari TS Fr. Adriano Contran (VE) Fr. Francesco Ielpo (MI) Fr. Bruno Bartolini (BO) Fr. Piero Di Luca (GE) Responsabile formazione ai ministeri Fr. Giampaolo Cavalli Placet 8 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Elezione del Presidente del CM Il Presidente e il Segretario del Consiglio di Cooperazione saranno nominati dopo l’incontro con il Ministro generale. 21-26/10 UFME 15/11 CM a MI 13/12 CM a VR o a MI 10/01/2014 CM a 14/02/ CM 14/3 CM 17-22/3 Unione 4 Famiglie 15/04 CM a Baccanello 16/05 ad Arco 20/06 CM 3. Preparazione Assemblea Guardiani Fr. Fabio Piasentin ha mandato il programma delle giornate formative. L’assemblea dei Guardiani 14-16 ottobre va organizzata con fr. Fabio: Lettura orante della Parola il 14 pomeriggio, sarà introdotta da fr. Antonio Scabio su testo biblico o francescano, il pomeriggio si concluderà con la Messa Parte informativa (documento finale dell’Assemblea dei Definitòri, spazio alla condivisione, presentazione schede, informazioni sulle fraternità nuove o interprovinciali o dalle Province, questione della prospettiva qualificante la nuova Provincia, suggerimenti per il nome della nuova Provincia) Incontro coi propri Guardiani (16 mattina). 5. Statuti di Cooperazione e incontro con il Ministro generale In occasione dell’incontro con il Ministro generale gli verranno presentati anche gli statuti di Cooperazione per il triennio approvati dai Capitoli e dall’Assemblea dei Definitòri. 6. Varie ed eventuali Si conclude con una breve presentazione dei Postulanti che inizieranno il 1° ottobre ad Arco il loro cammino di Postulato. Saranno complessivamente 5: due della Provincia Veneta, 1 di quella Lombarda, 1 del Trentino e 1 di Bologna. Alle 11.45 si conclude l’incontro con l’agimus tibi gratias e ad ore 12.00 ci si reca in chiesa dove fr. Maggiorino Stoppa presiede il rito di inizio del noviziato con la consegna dei “panni della prova” ai nuovi Novizi. Al pomeriggio nel chiostro viene celebrata l’Eucaristia all’interno della quale fanno la prima professione fr. Tiziano Pugliese, fr. Francesco Velluto, fr. Andrea Maset e fr. Andrea Korai Ylmaz. Presiede la celebrazione fr. Francesco Patton. Il verbalista fr. Francesco Patton 4. Pro-memoria per il triennio e calendario del Collegio Viene consegnato l’allegato contenente il promemoria degli impegni da portare a compimento nel triennio in base alle decisioni capitolari. Calendario CM 7-12/10 Assisi COMPI 14-16/10 Guardiani, ipotizzare incontro il 15 pomeriggio o sera r . F r a n c e s c o 5 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 P a t t L’incontro del CM è articolato in tre momenti, i primi due avvenuti ad Assisi durante l’Assemblea COMPI, con la presenza di tutti e sei i Ministri provinciali del Nord Italia e sotto la presidenza di fr. Francesco Bravi, il terzo momento a Castelletto di Brenzone (VR), durante l’Assemblea dei Guardiani. I. MOMENTO Si inizia l’incontro alle 21.15 dell’8 ottobre con una breve preghiera e l’introduzione dell’OdG da parte di fr. Francesco Bravi. Assisi Castelletto di Brenzone 8 Ottobre 2013 1. Programma Assemblea dei Guardiani a Castelletto Si conferma il programma dell’Assemblea dei Guardiani inviato da fr. Fabio Piasentin e si suddividono i compiti per presiedere le celebrazioni e moderare le sessioni. Verranno presentati i Segretariati, le case interprovinciali e i frati a servizio dell’interprovincialità. Si ricorda infine che occorre anche ricordare le date degli incontri formativi e distribuire i frati e i Guardiani sui tre turni di Fope riservati a loro. 4. Nomine Viene nominato il coordinamento di Pastorale giovanile, che potrà essere integrato ulteriormente. Viene chiesto a fr. Francesco Patton di continuare a seguire la fraternità di TO-S. Antonio per la parte progettuale. Le altre fraternità saranno accompagnate dai Ministri del luogo. Si fa presente l’esigenza che i Maestri presentino il programma formativo al CM per poterne parlare (cfr. RFI) e anche che per l’avvenire il CM possa parlare della destinazione e dei servizi dei professi temporanei. Fr. Bruno Bartolini presenta il libretto “Presenza francescana in Emilia Romagna” preparato in occasione del Festival Francescano, cercherà di recuperarne alcune copie per farlo conoscere ai Ministri. Alle 22.00 si termina con l’agimus tibi gratias. II. MOMENTO 5. Incontro con il Ministro generale fr. Michael A. Perry Il giorno 9 alle 15.30 il CM si ritrova a Casa Leonori con il Ministro generale (MG) fr. Michael A. Perry. I Ministri presentano il lavoro e le principali decisioni dei Capitoli provinciali e affrontano il tema dell’approvazione degli Statuti di Cooperazione per il triennio 20132016 e del Delegato del MG che accompagni il processo. Il MG accoglie favorevolmente le proposte del CM e garantisce che ai primi di novembre, quando il Definitorio generale si radunerà, farà presenti le ragioni che gli abbiamo espresso. Il CM ha anche preso visione dell’impianto generale per il PVF 10 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 inviato da fr. Fabio Piasentin e della prima scheda e dà il proprio placet. Alle 16.00 l’incontro termina per riprendere i lavori con la COMPI Bravi. Si prendono in considerazione tutti i punti presentati, su alcuni si precisa quanto segue. Commissione per l’elaborazione degli SSPP della nuova Provincia: vanno identificati i membri della commissione, il percorso e la tempistica. Scelta del nome: il CM approva la procedura, indicata dalla Assemblea dei Guardiani. Si farà una consultazione orientativa, dalla quale saranno selezionati i primi 10 e su questi si farà la seconda consultazione; i primi 5 nomi verranno poi presentati all’Assemblea dei Definitòri che deciderà il nome. Prima dell’Assemblea occorrerà chiarire in che modo l’Assemblea esprimerà il proprio voto sul nome, se per singoli Definitòri o con voto individuale. Vengono date alcune indicazioni per far proseguire il lavoro del Segretariato ME che ora ha come Segretario fr. Alberto Tosini. Gruppo economi: viene chiesto di identificare un coordinatore che poi il CM nominerà. Libretto preghiere comuni per le sei province: verranno identificati i criteri e 2/3 frati che lo elaborino. III. MOMENTO 15 ottobre 2013, a Castelletto di Brenzone (VR) si riprende l’OdG all’interno dell’Assemblea dei Guardiani, ci si ritrova ad ore 21.00. Presenti tutti e sei i Ministri, è presente anche il Dott. Enrico Delama di Diathesis, introduce i lavori fr. Francesco Bravi con una breve preghiera. 6. Verifica dell’Assemblea dei Definitòri con l’aiuto di Diathesis Si passa quindi a toccare il tema della verifica dell’Assemblea dei Definitòri dal punto di vista della consulenza. Enrico Delama presenta l’allegato “Note per la verifica dell’Assemblea Definitòri 2013”. Segue un confronto tra i Ministri e alcune considerazioni sull’allegato presentato da Diathesis. La valutazione dell’Assemblea è complessivamente positiva, pur notando le fatiche dovute a un’estate intensa per via dei Capitoli e dei Congressi capitolari. Per il prossimo anno si ritiene utile dedicare un giorno allo stare insieme in modalità diversa e distesa. Come periodo si è orientati sulla seconda metà di luglio o sull’ultima settimana di agosto, possibilmente a Bardonecchia (TO). 8. Varie ed eventuali I lavori di gruppo contenenti le proposte dei Guardiani vanno ripresi, sintetizzati e anche fatti conoscere: sia per quel che riguarda la prospettiva qualificante, sia le proposte sul coinvolgimento dei frati e per far conoscere i frati del Nord Italia (schematismus OFM del Nord Italia, dotato di fotografie dei frati). Alle 22.27 si termina con l’Agimus tibi gratias. 7. Programmazione del lavoro del CM Si passa quindi alla programmazione del lavoro del CM a partire dalla scaletta presentata precedentemente da fr. Francesco Il verbalista fr. Francesco Patton 11 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Cronaca Assemblea Definitòri Nord Italia – Assisi, 5 10agosto2013 fr. Gabriele Onofri 5 agosto 2013 "Incipiamus fratres": con questo invito del padre San Francesco, che al termine della sua vita non credeva di aver conquistato il traguardo, ma sperava sempre di poter ricominciare da capo, lunedì 5 agosto 2013 ad Assisi, presso la casa Leonori della COMPI, con il pranzo e agli arrivi, iniziamo l'Assemblea dei Definitori del Nord Italia. In un clima di caldo afoso, leggermente lenito dall'aria condizionata, ci disponiamo a rendere operative le decisioni prese dai sei Capitoli Provinciali, che hanno appena votato all'unanimità la nascita della nuova Provincia del Nord Italia nel 2016. Nell'introdurre i lavori del pomeriggio il Presidente del Collegio dei Ministri fra Francesco Bravi ricorda le ragioni profonde di questo lungo e articolato percorso: il santo rinnovamento della qualità della nostra vita francescana per meglio servire il Signore. Nelle due unità di lavoro assembleare vengono presentati l'Instrumentum Laboris, da parte dei due consulenti Diathesis dottor Enrico Delama e Maurizio Serofilli, e gli Statuti di cooperazione da fra Francesco Patton. Nell'omelia della celebrazione eucaristica, che conclude il pomeriggio, fra Francesco Bravi, facendo eco al Vangelo della moltiplicazione dei pani, ricorda che nella condivisione del poco che ciascuno ha è racchiuso il segreto perché tutti mangino a sazietà. La giornata si conclude con una inaspettata e gradita cena all'aperto, con grigliata mista, preparata dallo staff di casa Leonori sotto i gazebo. 6 agosto 2013 Il secondo giorno comincia con la salita al Tabor: è la festa della Trasfigurazione del Signore e fra Antonio Scabio, ministro provinciale del Veneto, nel presiedere la messa mattutina, ricorda 12 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 che ciascuno di noi, come frate chiamato, ha vissuto un'esperienza d'incontro luminoso con il Signore e la luce e la bellezza che ne abbiamo ricevuto non è appena per noi ma per donarla e parteciparla al nostro prossimo. Scendendo dal monte, troviamo un banchetto di grasse vivande e di cibi succulenti, come colazione: toast, uova al bacon ed ogni ben di Dio per sostenerci nell'impegnativa giornata di lavori assembleari che ci aspetta. Nella prima parte della mattinata fra Gabriele Onofri Hote, come membro del coordinamento del settore delle Missioni al popolo, ha presentato in aula il progetto della Fraternità per l'evangelizzazione e le missioni al popolo; fra Guido Ravaglia, membro del coordinamento del settore per le missioni ad gentes e i migranti, ha presentato il progetto relativo alla fraternità per l'animazione missionaria delle Province del Nord Italia. Dopo entrambe le relazioni si è svolto un vivace dialogo in assemblea. Nella seconda unità di lavoro del mattino si sono riuniti per la prima volta i 4 gruppi misti di definitori delle sei Province del Nord, con l'obiettivo di raccogliere suggerimenti, osservazioni e rielaborare le proposizioni concernenti i due progetti di fraternità interprovinciali esposti, che confluiranno nel documento finale da votare l'ultimo giorno. Nel pomeriggio ci ritroviamo in aula per il resoconto dei lavori di gruppo e per la presentazione delle proposte dei Capitoli relative ai Segretariati Formazione e Studi e Missioni ed Evangelizzazione; segue sempre un tempo dedicato agli interventi e al dialogo in assemblea. Anche il secondo giorno, come tutte le sere seguenti, termina con la cena apparecchiata in giardino, con bei momenti di fraternità condivisa. 13 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 7 agosto 2013 Mercoledì 7 agosto, terzo giorno della nostra Assemblea, la Messa e le lodi mattutine sono presiedute da fr. Bruno Bartolini, Ministro provinciale dell'Emilia Romagna; egli, meditando sulle letture della Parola di Dio offerteci dalla liturgia (tratte dal libro dei Numeri e dal Vangelo secondo Matteo), sottolinea che l'ingresso nella terra di Canaan - metafora del cammino che stiamo percorrendo come Province del Nord - non va realizzato solo con le analisi, le disamine particolareggiate e le commissioni di studio, ma anche e soprattutto con la fiducia della donna cananea tipica dei piccoli e degli ultimi (minores). Nella prima unità di lavoro del mattino prosegue e si conclude il compito, assegnato i gruppi misti, di confrontarsi e proporre osservazioni e integrazioni sui segretariati SFE e SME. La presentazione in aula e la discussione su quanto elaborato dai gruppi concludono la mattinata. A pranzo, il presidente del collegio dei Ministri, fr. Francesco Bravi, ci comunica un cambiamento di programma: il lavoro del pomeriggio non sarà in assemblea ma si anticipano i Congressi Capitolari dei sei Definitori provinciali. Le due unità di lavoro assembleari previste per questo pomeriggio sono rimandate alle ore 15 di venerdì 9 agosto. Ci ritroviamo così ai vespri e a cena, dopo aver iniziato a mettere mano alle ‘tavole di famiglia’. Nei momenti di pausa e particolarmente la sera dopo cena, mentre l'ufficio di segreteria lavora alacremente e il Consiglio di Presidenza s'incontra per coordinare e facilitare l'avanzamento scorrevole di tutti i lavori, i frati delle diverse province approfondiscono la conoscenza reciproca (da rilevare che parecchi definitori sono new entry, appena eletti dei Capitoli). 14 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 8 agosto 2013 "Contemplata aliis tradere": con questo motto dell'Ordine domenicano, ricordato del ministro provinciale della Liguria fra Mario Vaccari, durante l'Eucaristia mattutina nella festa di San Domenico, si apre il quarto giorno di lavoro. Il contributo all'opera di evangelizzazione, anche per noi Frati Minori, scaturisce dall'incontro con Gesù e dal contatto reale con la vita della gente per condividere quel sapore e quella luce che ci sono gratuitamente donati. Tutta la giornata di giovedì 8 agosto è dedicata alla prosecuzione dei Congressi capitolari e alla messa a punto definitiva delle "tavole di famiglia". In questi giorni, al mattino presto o alla sera, i frati colgono l'occasione e la grazia di essere d'Assisi, per brevi passeggiate alla Porziuncola, a San Damiano, a San Masseo o in città e per consegnare al padre San Francesco, a Santa Chiara e a Santa Maria degli Angeli le tante intenzioni di preghiera che ciascuno porta in cuore per sé e per i propri fratelli rimasti a casa. 9 agosto 2013 Venerdì 9 agosto si apre con la festa di Santa Teresa Benedetta della Croce, martire e compatrona d'Europa. Fra Maggiorino Stoppa, ministro provinciale del Piemonte, nel presiedere la Messa che apre la mattinata, ricorda questa frase di Edith Stein: "Nessuna opera spirituale viene alla luce senza grandi travagli". L'opera spirituale fondamentale è quella di custodire la nostra vocazione e quella dei nostri fratelli che ci hanno affidato questa responsabilità. Dopo la consueta lauta colazione, i Definitori provinciali che devono completare il lavoro, si riuniscono ancora. Alle 11.30 il Collegio dei Ministri si ritrova per alcune decisioni comuni e finalmente nel primo pomeriggio torniamo tutti in aula per ascoltare dal Presidente del Collegio, fra Francesco Bravi, la lettura della bozza del documento finale, che comprende anche gli Statuti di Cooperazione nella loro versione definitiva. Quindi ci ritiriamo nuovamente, divisi per Definitori provinciali, per una valutazione complessiva del documento e per apportare eventuali integrazioni o modifiche. Alle 17.30, prima di ritrovarci in Assemblea, ci mettiamo in posa nel piazzale antistante a casa Leonori per una fotografia corale. In aula vengono presentate le correzioni alla bozza del documento finale da parte dei sei segretari provinciali. Alla sera lo staff della Casa ci ha preparato una sorpresa: uno stuzzicante aperitivo, un'ottima grigliata di pesce e una super torta dedicata alla COMPI, la cui prima fetta è tagliata a due mani da Francesco Bravi e fra Francesco Patton. Il cartello BYE BYE (allestito dal personale e collocato in giardino) viene acceso col fuoco e illumina l’ultima serata per salutarci e congedarci. Ringraziamo per la bella accoglienza ricevuta, la cordialità e lo stile della nuova gestione della Casa. 10 agosto 2013 "E fu sera e fu mattina sesto giorno". La festa del diacono e martire San Lorenzo apre l'ultima giornata dell'Assemblea dei Definitori: nell'omelia, fra Francesco Patton, ministro provinciale del Trentino, meditando sulla Parola di Dio ascoltata, ci rammenta il nocciolo del Vangelo: siamo chiamati a donare la vita e non ha preservarla; ma questo va fatto, sull'esempio di San Lorenzo, anche con una certa 15 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 leggerezza e sense of humour, "perché Dio ama chi dona con gioia". Giunti in assemblea ascoltiamo, da parte di Francesco Bravi, la lettura della bozza revisionata del documento finale. Ci dividiamo per l'ultima volta nei sei Definitori provinciali per la votazione definitiva e torniamo in aula per comunicare i risultati. Il documento finale è approvato alla unanimità e l'assemblea prorompe in un fragoroso applauso. Il presidente del Collegio dei Ministri ringrazia tutti per il lavoro svolto e in modo particolare la segreteria, i moderatori, i consulenti della Diathesis, tutto il personale di Casa Leonori. Fra Giampaolo Cavalli, moderatore del giorno, ringrazia a nome di tutti i sei Ministri provinciali: altro applauso. Seguono alcune comunicazioni sulle fraternità interprovinciali da parte di fra Francesco Bravi ed alcune informazioni sulla COMPI da parte di fra Francesco Patton. Il pranzo conclude l'assemblea dei definitori del 2013. A laude di Cristo e del Poverello Francesco 16 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Dal Definitorio Pavia 24 settembre 2013 Dopo aver consumato la colazione con i frati e le suore che si stanno adoperando per la buona riuscita della Missione giovani in corso a Pavia (22 settembre – 2 ottobre), alle ore 9.00, si iniziano i lavori con una preghiera di invocazione allo Spirito Santo. Segue l’approvazione unanime del verbale della seconda parte del Congresso capitolare. Il Ministro informa circa i principali eventi riguardanti la vita della Provincia e del cammino verso l’unione. Il 30 agosto, presso la Curia provinciale, fr. Celestino Pagani, fr. Enrico Russotto e fr. Enzo Imbimbo hanno rinnovato i voti, in attesa di emettere la professione solenne. Il 7 settembre, nel chiostro del convento di Baccanello, alla presenza di un discreto numero di frati provenienti dalle Province del Nord Italia, hanno emesso la loro prima professione fr. Andrea Koray Yilmaz (Fond. Palestrina), fr. Andrea Maset (Prov. Veneto), fr. Tiziano Pugliese e fr. Francesco Velluto (Prov. Emilia); nella mattina dello stesso giorno hanno vestito i panni della prova Matteo Rizzo e Francesco Bogoni (Prov. Veneto). Gli stessi vivranno l’anno di noviziato insieme a tre frati albanesi (fr. Eduard Ulay, f. Kastriot Demaj e fr. Jak Kolgjerai). Il 14 settembre, a conclusione della settimana di esercizi spirituali guidati da fr. Andrea Borsin, i professi temporanei hanno rinnovato i voti nella mani di fr. Bruno Bartolini, Ministro provinciale dell’Emilia Romagna. All’inizio del prossimo mese di ottobre inizieranno l’anno di probandato cinque giovani, tra questi c’è anche Francesco, un ragazzo milanese che per diversi mesi si è adoperato come volontario al Centro s. Antonio. Nel corso della prima settimana di settembre fr. Francesco Bravi ha concluso la visita canonica al monastero Ss. Francesco e Chiara di Cademario (CH), quindi, in un clima di cordiale fraternità, il 6 settembre è stato celebrato il capitolo elettivo ove sono risultate elette sr. Maria Maddalena Pradelli, Abbadessa, sr. Maria Rita Silini, Vicaria, e sr. Chiara Myriam Polito, Discreta. L’8 settembre, in occasione della festa patronale della Madonna delle Lacrime di Dongo, il Ministro ha presieduto la celebrazione eucaristica con la quale si è inaugurato l’anno di celebrazioni per i 400 anni della presenza dei frati minori a Dongo. Per questa ragione si ipotizza di celebrare la Festa della Provincia del 2014 nel convento di Dongo. Domenica 22 settembre i frati, assenti da Varese sin dagli inizi del mese, hanno celebrato la messa di saluto ai fedeli della parrocchia di S. Antonio alla Brunella. La celebrazione, vissuta in un 17 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 clima di riconoscenza e di rammarico per la partenza degli amati frati, si è conclusa con la benedizione di una targa commemorativa della presenza dei frati minori a Varese. Alla s. Messa, presieduta da mons. Agnesi, Vicario episcopale di Varese, erano presenti il Ministro provinciale, gli ultimi parroci e alcuni altri confratelli. I fedeli sono amareggiati per la partenza dei frati, ma consapevoli che il cammino di comunione continua in forme diverse. Fr. Francesco Bravi riferisce l’esito dei lavori degli ultimi due incontri del Collegio dei Ministri. Sono stati costituiti i Segretariati e le Commissioni interprovinciali e si è provveduto alla nomina di alcuni uffici e incarichi interprovinciali (verranno comunicati in occasione dell’Assemblea dei guardiani di Ottobre). Il Collegio dei Ministri ha inoltrato gli Statuti di cooperazione tra le sei Province per il triennio 2013-2016 al Ministro generale, chiedendone l’approvazione. Si dedica un congruo lasso di tempo per la verifica della vita della Provincia dopo i trasferimenti dei frati nelle fraternità e dopo i cambiamenti degli uffici provinciali. Si passa alla programmazione dei prossimi appuntamenti: giornate di formazione con i guardiani del Nord Italia, definitorio allargato ai guardiani e festa della Provincia (presto sarà inviato un programma dettagliato per ciascuno di questi eventi). Si affrontano alcune questioni economiche e di legale rappresentanza. Si riflette a lungo sulle problematiche legate alla cessione dell’attività scolastica “Istituto Ven. Luzzago”, sulla chiusura del Franciscanum e del convento di s. Gaetano. Si stanno valutando diverse possibili soluzioni. Il Ministro provinciale, con il consenso del Definitorio (SS.PP. art.92), autorizza alcune amministrazioni personali. I lavori si concludono alle ore 17.00 circa. A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen! Definitorio allargato ai guardiani Castelletto di Brenzone 16 ottobre 2013 I lavori del II Congresso concludono l’annuale Assemblea dei guardiani delle fraternità OFM del Nord Italia, hanno inizio alle ore 9.10 con la lettura breve di Ora Terza; il Ministro commentando la Parola di Dio augura a ciascuno di operare per il bene dei fratelli, ricercando sempre la gloria del Signore e non quella degli uomini. Il Ministro provinciale, dopo aver esplicitato le ragioni dell’incontro, ricorda ai presenti che si tratta di un vero e proprio definitorio, è dunque un momento di condivisione della responsabilità del governo della fraternità provinciale. Ricorda poi i compiti del guardiano, così come sono descritti nelle CC.GG.: favorire il bene della fraternità e dei singoli frati, vigilare con premura sulla vita e sulla disciplina dei frati, guidare le attività e promuovere l’obbedienza in un clima di fraternità. Il Ministro provinciale informa circa le condizioni dei fratelli ammalati e ricorda i principali eventi della vita della Provincia. Il 30 18 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 settembre nella Chiesa parrocchiale di Busto Arsizio è stato conferito il Ministero dell’accolitato a fr. Simone Menoni. Il 2 ottobre si è conclusa a Pavia la missione giovani, che ha visto impegnati diversi frati. La valutazione dell’esperienza è complessivamente positiva, visto il buon coinvolgimento dei giovani universitari. Gli eventi organizzati in piazza e nelle strade sono stati molto frequentati e anche la ricaduta post-missione dà segnali incoraggianti (nel primo incontro di “Pizza e vangelo” dei frati di Canepanova c’erano ben 63 giovani!!). Anche gli studenti di Verona, che hanno partecipato con entusiasmo alla missione, hanno fatto una valutazione molto positiva dell’esperienza. Dal 7 all’11 ottobre ad Assisi si è tenuta l’annuale Assemblea COMPI. E’ stato eletto il nuovo Consiglio di presidenza (fr. Sabino Iannuzzi, presidente; fr. Antonio Scabio, vicepresidente; fr. Agostino Esposito e fr. Carlo Serri, consiglieri) e si sono definite le linee programmatiche per il prossimo triennio. Il Ministro generale è intervenuto all’Assemblea per presentare, in collaborazione con il prof. Mion, una interessante sintesi del lavoro della “Commissione fedeltà e perseveranza” per lo studio degli abbandoni. L’Assemblea ha poi dato alcune indicazioni a fr. Francesco Patton e fr. Sabino Iannuzzi che rappresenteranno la COMPI al prossimo Consiglio Plenario dell’Ordine. In quella sede si decideranno la composizione e la modalità di elezione del Definitorio generale; norme che, secondo il mandato dell’ultimo Capitolo generale, diventeranno immediatamente operative. Il Ministro ricorda poi i prossimi appuntamenti: il 20 ottobre l’auditorium del Comune di Cermenate verrà intitolato a fr. Arcangelo Zucchi, nell’occasione verrà presentato il libro, redatto da fr. Andrea Bizzozero, sulla vita di fr. Arcangelo; fr. Almiro Modonesi, Vicario provinciale, parteciperà in vece del Ministro al prossimo incontro dell’UFME che si terrà a Roma; vengono poi distribuiti gli inviti alla Festa della Provincia che si terrà il 4 novembre 2013 a Sabbioncello. Il Ministro chiede a ciascuno dei guardiani partecipanti (fr. Paolo Ferrario – Milano CRETA, unico guardiano assente all’Asssemblea) di esprimere un parere sui lavori dell’Assemblea. Tutti sottolineano la positività dell’incontro come un’opportunità di conoscenza tra i frati del Nord Italia, anche se qualcuno rileva che l’incontro è stato a tratti dispersivo, si è trattato prevalentemente di un incontro informativo. Si auspica per il futuro di tornare a contenuti formativi. I guardiani espongono sinteticamente la situazione delle fraternità dopo i recenti cambiamenti, richiesti con le Carte di famiglia 2013-2014. L’inizio è generalmente positivo e i numerosi trasferimenti hanno creato un positivo desiderio di ricominciare, si dovrà attendere ancora qualche tempo per una valutazione più realistica della situazione. A fronte di un generale clima di serenità vengono segnalate alcune fatiche personali o di relazioni fraterne. Viene poi affrontato il tema della vicinanza del Ministro e del Definitorio alle fraternità. Il Ministro manifesta il desiderio di incontrare personalmente, nel corso del mese di novembre, tutti i guardiani della Provincia per un momento di verifica; per questo propone di recarsi in Curia per un momento di preghiera e per la successiva condivisione sulla vita delle fraternità. Tutti apprezzano la proposta. La fraternità di Baccanello ha invitato i Definitori per l’animazione del ritiro mensile, si pensa che questo possa essere uno strumento utile per l’incontro e la vicinanza del Definitorio. Si suggerisce anche di riunire il Definitorio di volta in volta in luoghi diversi, con un momento di incontro con la fraternità. Diversi guardiani sottolineano l’importanza della visita “informale” del Ministro alla fraternità, è importante che si creino opportunità non troppo strutturate per 19 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 l’incontro confidenziale tra il Ministro e i frati. Qualcuno auspica che anche i definitori visitino le fraternità. Dopo un fraterno confronto si sottolinea che la presenza dei Definitori appare meglio collocata se è legata a qualche circostanza che motivi la presenza. Si sottolinea infatti che i frati preferiscono confidarsi direttamente con il Ministro piuttosto che con i Definitori. Il Ministro conviene circa l’importanza della sua presenza e vicinanza, ma allo stesso tempo rimarca la personale responsabilità dei guardiani nell’animazione della vita della fraternità, ricordando il principio della sussidiarietà e il ruolo del Capitolo locale. Qualcuno dubita che i frati avvertano una reale esigenza di vicinanza del Ministro. Crede che si tratti di una necessità più teorica che reale. La distanza è in un certo senso conservata per comodità e convenienza, anche se pubblicamente si dice che sarebbe meglio il contrario. Altri auspicano la presenza del Ministro nei momenti di verifica del PVF o del progetto che è stato affidato alla fraternità. Il Ministro dovrebbe farsi vicino anche nei momenti di difficoltà personale o della fraternità, in queste circostanze infatti ci si aspetta qualcuno che chiede: “come va?” Se non avviene, si ingenera un senso di delusione perché l’aspettativa di aiuto -sebbene non espressa- non è stata soddisfatta. Il Ministro esorta a rendere manifeste le necessità, perché tutte siano note. Si deve crescere anche nella comunicazione fraterna di questi aspetti. Fr. Giampaolo Possenti, Coordinatore provinciale della pastorale over 35 anni, chiede di far conoscere le iniziative per questa fascia di età che sono già organizzate nei diversi conventi e che si pensa possano essere estese a livello provinciale. Dopo aver raccolto i dati, pensa di formulare alcune proposte ad esempio la marcia per le famiglie (cfr. esperienza analoga in Toscana e Lazio), pellegrinaggi, ritiri di avvento, percorsi di lectio con tematiche ad hoc… Le iniziative saranno poche per non creare un eccesso di offerta. La diffusione delle attività avverrà prevalentemente via internet. Fr. Giambattita Delpozzo, Animatore vocazionale, ricorda a tutti i guardiani l’opportunità di organizzare una giornata vocazionale francescana. Fr. Giambattista ribadisce la sua disponibilità e attende l’invito delle fraternità. L’incontro si conclude alle ore 12.20 circa, segue la condivisione della mensa. I lavori del II Congresso continuano nel pomeriggio per il solo Definitorio. Si riprende alle ore 14.30 con l’approvazione del verbale del I Congresso e con la verifica del Definitorio allargato ai guardiani. Si affrontano alcune questioni personali e di legale rappresentanza. A norma SS.PP. art 92 §1 il Ministro chiede ed ottiene il consenso per autorizzare alcune amministrazioni personali. I lavori del Congresso Capitolare si concludono alle ore 16.45 circa. A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen! 20 Castelletto di Brenzone 16 ottobre 2013 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Testimonianze di vita Fraterna S. Messa di saluto dei frati 22 settembre 2013 fr. Francesco Ielpo CONGEDO DALLA PARROCCHIA DI S. ANTONIO ALLA BRUNELLA Sono passati 75 anni da quando, in quel lontano marzo 1938, dal Convento di Busto Arsizio, arrivarono a piedi padre Domenico e frate Leandro alla cascina “Brunella”. Un inizio umile, una cappellina e un “micro-convento” in una casa colonica da ristrutturare. Nel tempo, poi, grazie anche alla collaborazione dell’architetto Muzio, il complesso conventuale e la Basilica (modello della Basilica di Nazareth) dedicata a S. Antonio di Padova, così come la conosciamo. Solo nel 1968 l’erezione della Parrocchia, a completamento degli innumerevoli servizi ai fedeli di Varese e provincia che i frati minori hanno sempre, con dedizione e generosità, svolto. Ma la presenza francescana in terra varesina risale a tempi ben più lontani. Insieme ai Cappuccini, dopo la cacciata al tempo della Repubblica Cisalpina (nel 1797) fummo osteggiati sino al 1840. Ma a Varese rientrammo solo dopo cento anni. Noi, frati minori, alla Brunella e i Cappuccini in viale Borri, abbiamo contribuito alla crescita spirituale e culturale di una città che, grazie a s. Antonio, Bernardino da Siena e padre Aguggiari, ha respirato un genuino francescanesimo attraverso la predicazione, la confessione, il servizio ai poveri e il culto mariano al Sacro Monte. Ora, con grande sofferenza, abbiamo lasciato questa terra consapevoli che il carisma francescano non verrà meno, nonostante la diminuzione numerica. Ai fratelli Cappuccini la responsabilità di dare continuità e sostanza a questa lunga e ricca storia. Non solo la Parrocchia ma l’intera popolazione varesina ha voluto, così, salutare e ringraziare i frati minori domenica 22 settembre. Durante la celebrazione eucaristica delle 11.15, presieduta dal Vicario episcopale mons. Franco Agnesi, sono state diverse le voci di ricordo, gratitudine e commozione. A partire dal nuovo parroco don Marco Casale, che ha affermato la volontà di proseguire nell’opera caritativa da sempre esercitata con passione da noi frati. Anche mons. Gilberto Donnini, prevosto di S. Vittore e decano della città, si è unito ai ringraziamenti e al ruolo svolto dai minori non solo per la città. Era presente il Ministro provinciale fr. Francesco Bravi che, prima di ricevere un omaggio simbolico da parte della comunità cristiana, ha “restituito” i ringraziamenti trasformandoli in lode al Datore di ogni bene. 21 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Testimonianze di vita Fraterna Insieme al Ministro, gli ultimi quattro parroci viventi fr. Tarcisio, fr. Valeriano, fr. Giampaolo e fr. Francesco, insieme a fr. Albert e fr. Simone. A perenne memoria i frati minori di Lombardia hanno lasciato in Chiesa una targa in marmo con la seguente frase: I FRATI MINORI SULL’ESEMPIO DI SAN FRANCESCO E DI SANT’ANTONIO HANNO CONDIVISO CON VARESE UN LUNGO CAMMINO DONANDO ALLA CHIESA E A QUESTA CITTÀ I BEATI SAMUELE MARZORATI E GASPARE DAVERIO MARTIRI DELLA FEDE. COME PELLEGRINI E FORESTIERI LASCIANO QUESTA TERRA AMATA E SERVITA AFFIDANDOLA ALL’ALTISSIMO ONNIPOTENTE BON SIGNORE. 1 settembre 2013 21 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Testimonianze di vita Fraterna Professione solenne 5 ottobre 2013 fr. Celestino Pagani Quando mi hanno detto che è prassi che un nuovo professo solenne dopo la sua professione dovrebbe scrivere due parole da mettere sul Notiziario delle provincia, mi sono chiesto: ed ora? cosa scrivo? Allora ci ho pensato e mi è venuto in mente da condividere con voi, ciò che ho vissuto in questi anni di cammino tra i frati accompagnato da Gesù e sabato 5 Ottobre nella chiesa di san Bernardino a Verona. E’ normale che prima di entrare in chiesa e durante la celebrazione ci sia un po’ di timore ed ansia, lo sappiamo tutti perché ci siamo passati in questo passaggio importante della nostra vita e credo lo sia stato per tutti. Comincio da qui. Il Signore mi ha cercato e chiamato il 22 Novembre 2003, quando nella chiesa di san Damiano ad Assisi, dopo che x l’intercessione di san Francesco mi è stato fatto un primo “regalo”, ho udito come successe a Francesco, una voce che mi ha detto: “Molla tutto e seguimi che ho bisogno di te!”. Da allora la mia vita è cambiata, ciò che prima mi provocava ribrezzo si è trasformato nella visione di Gesù negli altri. In quel periodo frequentavo una casa di riposo, vicino al mio paese, perché conoscevo una persona della mia parrocchia, ma niente più. Non mi andava di stare con gli anziani, di aiutarli a mangiare, di star loro vicini per ovvi motivi, ma il Signore dopo la chiamata, mi ha dato la gioia di vedere Lui in ogni persona che soffre, tanto che mi sono avvicinato a loro cercando di alleviare le loro sofferenze, aiutandoli dove potevo perché in loro lo Vedevo. Contemporaneamente cresceva in me il desiderio della preghiera sempre più forte, ho lasciato la ragazza ed ho cercato di capire attraverso l’aiuto di un sacerdote che cosa volessero dire per me quelle parole. Quindi ho cercato i frati e sono giunto a Rezzato e li dal primo momento mi sono sentito subito a casa. Il cammino è stato un cammino di alti e bassi, gioie e dolori, prima e dopo essere entrato nel cammino di formazione, specialmente per il rifiuto dei miei genitori. Uno in modo particolare che mi ha segnato profondamente è stata la perdita di papà Paolo ormai quasi tre anni fa. Lì, dopo la sua morte ho ricevuto il secondo “regalo” che è stata la morte di papà senza la sofferenza, in sostanza il Signore ha ascoltato la mia preghiera ed ha accompagniato il mio papà prendendolo per 23 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Testimonianze di vita Fraterna mano. Questo fatto, la certezza che la sua anima sia stata accolta tra le mani di Dio che lui ora vive nella gioia eterna e la vicinanza di Lui, mi hanno tenuto saldo nella fede e sicuro nella mia ricerca nella donazione totale a Lui. Sono caduto, mi sono rialzato, grazie anche a persone che Dio mi ha messo dinnanzi e per questo lo ringrazio. Giunto al traguardo desiderato della professione, dopo un periodo di preparazione, di volti, di condivisioni con gli uomini, di lettura e ascolto della Parola fatta carne, ma soprattutto attraverso un dialogo con Dio e la preghiera, pilastro importante della mia vita, Egli mi ha accolto tra le sue braccia e mi ha detto: “quel giorno, quando ti ho chiesto di mollare tutto e di seguirmi che avevo bisogno di te, NON SCERZAVO! Ed oggi che ti consacri a me, io ti faccio un gran dono per ricambiare il tuo si!”. Sentito questo, sabato 5 Ottobre, ho vissuto durante la prostrazione e l’invocazione dei santi, che sopra di me non c’era il tetto della chiesa, ma il vuoto, il cielo, con il coro degli angeli e dei santi e la vergine Maria che pregavano per me, per noi, e contemporaneamente delle mani appoggiate sulla mia schiena in modo paterno e di protezione. Mani che mi hanno infuso pace, serenità, calore e gioia, confermandomi che quello che stavo per fare e cioè donare la mia vita a colui che mi ha creato e ha creduto in me fosse ciò che volevo. Nella mia piccolezza di servo inutile, cercherò di servire il Signore in povertà e letizia, collocando i miei occhi su quello specchio che ha dato la vita per amore a tutti noi. Pax. fra Celestino Pagani 24 21 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Testimonianze di vita Fraterna Professione solenne 5 ottobre 2013 fr. Enrico Russotto UNA SCELTA PER LA VITA Per raccontare quanto vissuto in questi ultimi giorni della mia vita, mi piace ripercorrere la formula di professione con la quale ho scelto di seguire più da vicino i passi del Signore Gesù. Si tratta di una scelta per la vita: questo è vero per me e per quanti si sono fatti compagni di viaggio in questi ultimi anni. A lode e gloria della Santissima Trinità È questo l’incipit della formula di professione, che fa da sfondo a tutto il rito e che dovrà essere per sempre il punto di riferimento costante della mia vita. Io frate Enrico Russotto Sì, io e non un altro. Il buon Dio mi ha chiamato per nome, mi ha rivolto il suo sguardo, mi ha guarito, mi ha rivestito di fiducia chiamandomi ad essere frate minore per sempre. Poiché il Signore mi ha ispirato È Lui il vero protagonista di tutta questa vicenda; è Lui che mi ha messo nel cuore come un piccolo seme il desiderio di essere tutto e solo suo; è Lui che mi ha guidato per mano facendomi gradualmente maturare a livello umano, cristiano e francescano. Pertanto mi affido con tutto il cuore a questa fraternità Il pronunciare queste parole ha comportato una donazione previa di grazia da parte del Signore, il quale mi ha pazientemente accompagnato, rispettando i miei tempi di maturazione, affinché potessi pronunciare a cuore aperto queste parole. Nel servizio di Dio, della Chiesa e degli uomini È questo il campo d’azione del “sì per sempre” che ho pronunciato sabato 5 ottobre. E anche in questo il buon Dio ha lavorato tanto nella mia vita per farmi passare da una vita ripiegata suoi miei bisogni, ad una indirizzata verso un fine più grande, vero e bello. Davvero posso esclamare con tutto il cuore: “ha fatto bene ogni cosa”. Il Signore è un perfetto pedagogo, Egli mi ha guidato in un modo che a me, tante volte, è risultato oscuro e misterioso, per donarmi vita in abbondanza. Seguire Gesù ha comportato fare un cammino di verità, di presa di consapevolezza di chi sono veramente e, quindi, di conversione per diventare quello che sono chiamato ad essere. È chiaro che il giorno della professione solenne è anche l’inizio di una nuova tappa del cammino, che mi vede più responsabile e coinvolto nel cammino di vita francescana che il buon Dio mi ha dato la grazia di intraprendere per sua sola misericordia. Chiudo con un grazie di vero cuore a tutti coloro che continuano a sostenermi, custodirmi e amarmi. Frate Enrico Russotto 25 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Testimonianze di vita Fraterna Professione solenne 5 ottobre 2013 fr. Enzo Imbimbo A pochi giorni dalla professione solenne desidero ringraziare tutta la fraternità provinciale e interprovinciale per la vicinanza, la presenza e le preghiere. Un momento decisivo per la mia vita, un momento di inizio non di arrivo. E’ un tempo sentito e maturato dopo anni di formazione e di invocazione a Dio nel discernere la sua volontà. E’ per me una gioia immensa aver detto “sì” alla chiamata di Cristo e mettersi alla sua sequela sulle orme del poverello di Assisi. Sono stati anni che ho amato quelli vissuti finora, anni di grandi gioie ma non sono mancate le sofferenze specie a livello fisico. Ma credo che li sia stato il punto massimo di incontro col Risorto. Francesco, ormai senza vista fu capace di scrivere il Cantico delle Creature, una delle più belle lodi a Dio e a quanto ci circonda che sia mai stata composta. Credo che non servano tanto gli occhi per vedere nostro Signore ma un cuore disposto ad accogliere e a mettere in pratica con impegno, costanza e perseveranza la Buona Novella che con amore io e gli altri cinque miei confratelli che abbiamo fatto la professione cerchiamo di mettere in pratica. E allora quel “mi affido con tutto il cuore a questa fraternità” non vogliono essere solo parole ma il credere realmente che Cristo passa tra le nostre povertà. Sicuro di questa parola allora, desidero ringraziare tutti voi fratelli, desidero ringraziare i miei genitori che anche loro con gioia hanno accolto il mio “sì”. Grazie a tutte quelle splendide persone che in questi anni il Signore mi ha messo davanti. Grazie delle gioie e delle difficoltà e che il Signore possa continuare in me e in tutti noi l’opera da Lui iniziata, memori delle parole di San Francesco che alla fine della vita ci esortava a iniziare a fare il volere di Cristo. Fra Enzo Imbimbo 27 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Testimonianze di vita Fraterna MARCIA FRANCESCANA 25 LUGLIO 4 AGOSTO 2013 di Diana Sorrentino “CHI CREDE CAMMINA” UN CAMMINO VERSO IL PERDONO… Negli ultimi mesi mi sono chiesta in continuazione: “Cosa farò durante questa estate? Sicuramente qualcosa per me”. Ed ecco che tra le varie iniziative spunta una particolare locandina: marcia francescana con le regioni del nord nelle vette del Trentino e arrivo ad Assisi il 2 agosto per la festa del Perdono. Mi soffermo e penso: “Si, che bello! Montagna, camminare, persone nuove, Assisi, il tema “chi crede cammina”… tutte cose belle e giuste per me, peccato che capitano proprio nella settimana del campo scuola a cui ho dato la mia disponibilità!”. Ma nulla viene a caso…dopo tre giorni mi viene detto che il campo scuola non viene più fatto e allora ho subito pensato: “Accidenti allora questa marcia è proprio per me! Così mi sono messa subito in moto e tra mail varie mi sono iscritta!”. Mattino del 25 luglio: parti da casa senza sapere cosa ti aspetta con una gran voglia di metterti in gioco fin da subito! Ed ecco che arrivi nella stazione di Trento e già inizia la tua marcia…ogni persona che vedi con lo zaino lo chiami e con un po’ di imbarazzo inizi a chiedere: “Ehi, anche tu vai alla marcia!?”. Questo è stato l’inizio della marcia francescana, un cammino di 6 giorni nelle vette del Trentino per poi giungere assieme a tanti altri giovani d’Italia il 2 agosto in piazza Santa Maria degli Angeli per la festa del Perdono di Assisi. Noi delle regioni del nord abbiamo marciato lungo diversi sentieri, ruscelli, fiumi, cascate, malghe e paesini del Trentino facendo come tappe gli accoglienti paesi di Monte S. Pietro, Nova Levante, Pozza di Fassa, Predazzo, San Martino di Castrozza e Fiera di Primiero. Eravamo in tutto 80, 65 giovani tra i 18 e i 33 anni accompagnati da altre 15 persone composte da frati, suore e logistici. Partire per un pellegrinaggio a piedi durato una settimana, vuol dire portare con sé tutte le fatiche, fisiche e spirituali, con cui ti metti in discussione alla scoperta di tutte quelle cose belle, ma anche fastidiose della propria vita! Una sfida in cui Dio ci chiedeva di superare i nostri limiti, le nostre paure, le nostre morti e valicare le nostre porte per poter scoprire ciò che di bello e prezioso ha posto nelle nostre vite. Ogni giorno nella prima mezz’ora del nostro cammino si marciava in silenzio per poter riflettere alla provocazione proposta da un frate all’inizio di ogni giornata. Era bello marciare ascoltando il silenzio della natura e il silenzio che abitava dentro di te, ti faceva respirare qualcosa che nella vita quotidiana quasi ti dà fastidio, perché non hai tempo, perché hai 28 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Testimonianze di vita Fraterna paura o perché è troppo difficile. Un altro momento importante durante il tratto di cammino era fermarsi attorno alle montagne, o ad un lago a fare le lodi, un modo significativo per ringraziare Dio di tutte le meraviglie che ci circondavano e di aiutarci durante le difficoltà di ogni giornata. Imprevisti, stanchezza, vesciche ai piedi, ginocchia e spalle doloranti, affaticamento, erano “compagni” del nostro camminare e ci hanno dato la possibilità di poterci fermare a riflettere sulla Vita e sulle domande che viviamo tutti i giorni e che spesso non ne scorgiamo la vera bellezza. Le lunghe camminate, infatti, ci hanno permesso di conoscerci tra di noi fin da subito, di scoprire nuovi fratelli e sorelle con cui potersi interrogare a vicenda, formando una vera famiglia dove tutti porgevano una mano per aiutarti a non scivolare, a non inciampare e a non finire in un torrente ghiacciato, ma anche per aiutarti nei momenti di sconforto e di gioia per un abbraccio, per una spalla su cui piangere e per dirci ad ogni arrivo di tappa: “Siamo forti, ce l’abbiamo fatta!”. Già, l’arrivo ad ogni tappa era sempre una grande festa. I nostri logistici ci accoglievano sempre con tanta musica e tanti sorrisi che ci riempivano il cuore e ci facevano dimenticare la stanchezza, e non solo, in alcune tappe ci accoglievano a braccia aperte anche tante altre persone dei paesi, animavamo le messe dove ci ospitavano e la gente era davvero felice di accogliere così tanti giovani. In una tappa siamo stati accolti da un gruppo di ex marciatori del ’93 che ci hanno portato con gioia la loro preziosa testimonianza. Alcune sere abbiamo animato anche le serate in piazza, con balli, scenette, ma anche con momenti di preghiera dove si poteva vedere la vera bellezza dello stare insieme anche non conoscendoci con la consapevolezza che ci univa un unico grande Papà! Passo dopo passo ci si conosceva sempre di più, scoprivamo che quello che ci sembrava solo un nostro problema, un nostro pensiero o un nostro disagio, apparteneva anche a chi marciava con te. Più ci si raccontava, ascoltava e più ci si rendeva conto delle paure, delle insicurezze e delle fragilità comuni. Questo ci permetteva di dare meno spazio al tormento e più spazio alla condivisione di pensieri e fatiche quotidiane. Il momento più faticoso/intenso, ma anche quello in cui abbiamo ricevuto una carica immensa per ripartire, è stato il giorno del deserto. Una fatica spirituale che ci ha messo alla prova di fronte alle nostre porte, quelle porte che oggi difficilmente sappiamo scegliere e passare per fare esperienze vere che ci portano al cambiamento. La sfida di oggi è fare esperienza di Gesù, voler essere cristiani sul serio e decidere come esserlo sul serio! Perciò scegliere e 29 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Testimonianze di vita Fraterna non subire, non prendere la vita così come viene. Una delle tappe più significative è stata quella a La Verna, lì abbiamo vissuto attimi particolari, siamo saliti sul monte a piedi nudi, abbiamo pregato e cantato assieme e concluso con la consegna del Tau, segno di salvezza, con il quale siamo stati segnati il giorno del nostro Battesimo. In ultimo, ma il più importante, è stato il nostro arrivo a Santa Maria degli Angeli. Siamo partiti da Rivotorto marciando in silenzio senza sapere cosa ci attendeva, nelle nostre teste ritornavano le immagini e i momenti vissuti nei giorni precedenti. Arrivati in piazza, davanti a così tanta gente che ti applaudiva, i nostri cuori hanno iniziato a battere velocemente fino a quando non ci siamo inginocchiati e come San Francesco abbiamo baciato la Terra, quella Terra Benedetta. Un momento davvero emozionante accompagnato poi da un altro gesto significativo, il passaggio in Porziuncola, Sua ma diventata anche nostra dimora! La nostra ultima “fatica” è stata nell’ultimo giorno, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli dove alla mattina abbiamo animato la messa di chiusura della marcia per poi ricevere il mandato e tornare nelle nostre comunità a portare la nostra gioia, una gioia che viene da Dio. Insomma la marcia è stata un’esperienza che ci ha fatto capire quale montagna della nostra Vita stiamo scalando e attraverso quale luce possiamo vederla. Saperla vedere come Dio testimoniando la nostra Vita in maniera vera, autentica e luminosa. Possiamo scegliere se passare la porta o restare dall’altra parte e continuare a fare collezioni di esperienze oppure possiamo scegliere di essere torta. Sono tanti i talenti, tanti i doni, tanti gli ingredienti della vita, se messi insieme danno il risultato migliore, la torta. Non basta solo metterli insieme, ma bisogna mescolarli, bisogna avere la volontà di “sporcarsi le mani”, e per farlo bisogna sacrificare tempo e avere pazienza. Alla fine però qualcosa di sicuro sarà cambiato e saprà essere solo più “gustoso”! 30 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Testimonianze di vita Fraterna CAMMINO di FRANCESCO: degli inizi e del termine… (con qualche annotazione su quanto sta in mezzo) 8 – 26 settembre 2013 fr. Enzo Maggioni Dopo essere stati accompagnati alla Verna domenica 8 settembre ed aver trascorso il giorno seguente in preghiera, ritrovandoci solo per le celebrazioni comunitarie e per i pasti nel grande refettorio, è stato bello partire con Mario (appartenente alla fraternità OFS di Baccanello) la mattina di martedì 9, uscendo quasi di soppiatto dal cortile della foresteria, dato il nostro abbigliamento non propriamente da pellegrini. Lasciato il santuario passando attraverso il grande e rigoglioso bosco che ne affianca il viale di accesso, ci siamo trovati subito in difficoltà ad imboccare il sentiero giusto! Il dilemma che ci faceva un po’ ridere e un po’ arrabbiare, si sarebbe riproposto diverse volte anche nei giorni seguenti: eravamo noi dei “super imbranati”, oppure l’autrice della guida non era chiarissima con le sue indicazioni più romantiche che pertinenti? Alla fine, in quella tragicomica partenza, sotto lo sguardo tra il divertito e il compassionevole del gestore del piccolo bar in legno che sta preso il parcheggio dei pullman, siamo stati finalmente indirizzati all’imbocco del giusto sentiero! Dopo un’ora di cammino ci siamo accorti di avere di nuovo sbagliato per mancanza di indicazioni chiare, prendendo un bivio al contrario. A quel punto qualche accidente all’autrice della guida non l’abbiamo proprio risparmiato… Anche i segnali (tau o frecce di colore giallo) in quel primo tratto erano scarsi o scarsamente visibili perché non riverniciati da anni. Poi, grazie al panorama stupendo che si godeva dal crinale dei monti, i nostri animi si sono addolciti... Perso ormai il sentiero canonico, solo grazie al telefono satellitare di Mario, fornito di programma tracciante i sentieri di montagna, siamo giunti verso sera a Pieve Santo Stefano, sbucando provvidenzialmente da un sentiero che ci ha condotto proprio di fronte al B&B che avevamo contattato per la sosta notturna. Ma dietro il nome àulico del casolare (“Il castellare”) si celava la dura realtà di una notte passata respirando non proprio a pieni polmoni… Appena entrati nella stanza, allarmati da un odore acre e persistente, abbiamo finalmente trovato il coraggio di aprire velocemente le finestre facendo la drammatica scoperta: sotto di noi, appoggiati alla parete della casa e a non più di un paio di metri dal davanzale della finestra, abbiamo scorto due grossi maiali mollemente sdraiati. Immediato e divertito è stato il commento: “due porci sotto e due porci sopra”?... Questi gli inizi… Dal giorno seguente è stato bello percorrere in assoluta solitudine il tragitto fino a Montecasale, pernottando al Passo di Viamaggio dopo una puntata all’eremo del Cerbaiolo e mantenendoci ad una quota variabile dagli 800 ai 1000 metri di quota. 31 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Testimonianze di vita Fraterna I sentieri immersi nel verde si aprivano a tratti su panorami stupendi, in un silenzio rotto solo dal rumore dei passi e da qualche condivisione fatta di tanto in tanto. Bellissimo! In tutto il cammino le varie tappe ci hanno portato a dare notevole spazio alla riflessione, alla preghiera personale e a quella vissuta insieme: dall’Eucaristia sempre celebrata nelle chiese che incontravamo (tranne le due volte nelle quali ci siamo adattati alle circostanze celebrando in agriturismo) alla liturgia delle ore, al rosario… Dall’eremo di Montecasale che custodisce il ricordo dell’incontro di Francesco con i tre “ladroni” siamo scesi a Sansepolcro, sempre più avvolti da uno scenario che, lasciati alle spalle i sentieri irti e sassosi di montagna, ci faceva percorrere piccoli tratti di strada asfaltata o sentieri erbosi dentro un quadro incorniciato da dolci colline. Era il giorno precedente la Festa dell’esaltazione della Croce quando siamo giunti al monastero delle anziane ma vivacissime sorelle clarisse di Sansepolcro. Loro avevano scomodato anche un vescovo emerito (ospite in una piccola dependance del monastero) dubitando della nostra vera identità, a motivo di esperienze poco belle vissute in passato… Grande è stata però la loro sorpresa quando io ne ho riconosciuta una che aveva partecipato ad un corso per le clarisse della Toscana, che avevo tenuto anni or sono proprio alla Verna. Bello, il mattino seguente, celebrare da loro la festa liturgica! Ripartiti alla volta di Montevarchi e di altre località della zona, sotto i nostri occhi si alternavano campi coltivati a tabacco o a girasoli, in uno scenario sempre più ampio e pianeggiante, interrotto di tanto in tanto da elevazioni collinari che portavano alla sommità veri e propri scrigni di storia, arte e cultura quali Anghiari, Citerna e tanti altri piccoli centri di origine romana o medioevale, solitamente circondati da mura e dominati da piccole fortezze. Giunti alla fine della prima settimana, Mario ha approfittato della possibilità di tornare a casa entro la domenica sera raggiungendo da Monterchi la stazione ferroviaria di Arezzo, mentre il sottoscritto ha continuato da solo verso il nostro convento di Città di Castello dove, quasi contemporaneamente, giungevano in auto Giovanna, sorella di suor Giovanna Paola clarissa a Lovere, ed Emilia, nostra comune amica. Iniziava così la seconda settimana che ci ha portato a gustare le bellezze paesaggistiche artistiche e storiche, che accompagnano lo sconfinamento dalla Toscana all’Umbria. Ho ancora negli occhi le forme dolci e variopinte delle colline toscane, con le loro pezze di terreno a diversi toni di verde, di giallo e di marrone, che spiccavano con grande contrasto sul fondo di un cielo blu cobalto. Un cielo spesso attraversato da nubi veloci, che sembravano batuffoli bianchissimi di cotone o fiocchi di panna, o che potevano disegnare infinite e volubili immagini evocate da quell’efficace test proiettivo che da sempre è il cielo… Si camminava avendo davanti agli occhi una continua ma variabile metafora della vita con la sua insuperabile compresenza di luce e di ombra, di dato di realtà e di mistero: sotto i nostri piedi e fin dove giungeva lo sguardo un patchwork umano frutto del faticoso lavoro contadino sulla crosta della paziente “madre terra”; sopra di noi, dove lo sguardo si perdeva, quel cielo variabile nelle sue infinite e imprevedibili forme di bellezza! Davanti al creato, cantato da san Francesco e definito “prima Bibbia” da san Bonaventura, come non andare alla triste credenza di chi tutto riconduce al “dio” del caso e al suo speculare “anti-dio” del caos? O al rischio dell’uomo tecnologico, ultimo epigono dell’homo faber, di ritenersi l’unico “creatore” che si specchia narcisisticamente nei suoi prodotti? Quante volte abbiamo avuto la bella sorpresa di imbatterci in piante di fichi dolcissimi 32 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Testimonianze di vita Fraterna o di piccole mele asprigne, oppure di trovare accanto a casolari abbandonati e semidiroccati qualche vite quasi soffocata da altre piante, che si ostinava a produrre un’uva dolcissima. Gustare buoni frutti raccolti per strada è stato piacevolissimo! Ogni mattina, alla partenza, ci portavamo un panino o poco più per pranzo, riservandoci una maggiore abbondanza per la cena e per la colazione del giorno successivo. Quando non abbiamo avuto la possibilità di essere ospitati in case religiose, abbiamo trovato alloggio in B&B o in agriturismi che praticavano un prezzo di favore presentando la credenziale del Cammino. Abbiamo trovato di tutto: dagli ambienti più sporchi e meno ordinati a quelli più belli ed accoglienti, magari dotati anche di cucina autonoma. Pensavamo di incontrare animali, dal momento che ci avevano detto che la zona attorno al Passo di Viamaggio (subito dopo la Verna) era abitata da lupi… Ci avevano messi in guardia dalle femmine di cinghiale che quando hanno i piccoli possono rivelarsi particolarmente aggressive… In realtà abbiamo incontrato solo mucche e cavalli al pascolo, un capriolo, due scoiattoli, due piccole vipere (10-15 cm.) che non mi sono sentito di uccidere… Poi diversi bei cani pastori maremmani, grandi e dal pelo bianco, oppure cagnetti vari che si scatenavano nei loro “concerti” abbaiando (ma senza avvicinarsi troppo) al nostro passaggio, presso le poche case abitate o i piccoli centri che attraversavamo. Le “ragazze” che erano con me sono state davvero brave e tenaci nel camminare a conferma di una convinzione che mi accompagna da sempre: il “sesso debole” non è affatto quello femminile (rimango, nonostante i tempi che corrono, ad una sana e granitica distinzione tra uomini e donne, osannando alla differenza!). E veniamo alla conclusione, cioè all’interruzione del cammino resasi necessaria il fatidico lunedì 23! Dopo aver percorso due tappe particolarmente pesanti che hanno comportato ciascuna 7-8 ore di cammino anche in tratti con saliscendi piuttosto ripidi (le tappe da Gubbio a Biscina e da Biscina ad Assisi), sono giunto ad Assisi con un “dolorino” alla coscia sinistra, proprio all’altezza dell’anca. Il giorno seguente siamo partiti dalle Carceri alla volta di Spello, passando sul monte Subasio, perché dopo l’avvio un po’ faticoso mi sentivo di camminare. Ma, trascorsa la notte a Spello, la mattina seguente il dolore era ancora aumentato e faticavo anche solo nel poggiare il piede a terra. Al pronto soccorso mi sono sorbito un predicozzo dal medico di turno al quale non pareva vero di poter redarguire un frate (aveva visto la carta d’identità) riferendosi al fatto che gli antichi pellegrinaggi erano affrontati proprio perché comportavano la stessa penitenza che stavo facendo io… Ogni tentativo di difesa è stato vano! La diagnosi scritta nero si bianco era inequivocabile: “Mialgia da sforzo muscolare arto inferiore sx”. Alla fine mi ha fatto somministrare un’iniezione di antidolorifico e mi ha prescritto la tachipirina mattina e sera, consigliandomi caldamente di interrompere il cammino per non aggravare la situazione. A quel punto non potevamo continuare ma, al tempo stesso, mi spiaceva non portare Emilia e Giovanna in valle reatina, dal momento che non c’erano mai state. Abbiamo così deciso di arrivarci in treno, trascorrendo due bei giorni a Greccio e a Fontecolombo. Rientrati a Città di castello nella mattinata di giovedì 26, dopo aver pernottato presso quella aristocratica dimora che è la “Villa La quiete” dei dehoniani di Foligno, abbiamo ripreso l’autovettura lasciata in convento e siamo ritornati a casa… Così è andata! Pace! 33 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 …dai Monasteri Risonanza dalla giornata Conlusiva del Capitolo provinciale 22 giugno 2013 IL CENTUPLO IN FRATELLI E’ stato bello poter condividere la mattinata dell’ultimo giorno del capitolo dei nostri fratelli a Baccanello. Bello questo tempo di fraternità semplice e spontanea. Mentre li guardavo nei vari momenti della giornata pensavo: tanti volti di uomini, di storie, sconosciuti, ma che sono diventati miei fratelli, per dono, per grazia. Che bello! Davvero il centuplo del Vangelo! Mi ha allargato il cuore e mi ha commosso questo pensiero, soprattutto durante la celebrazione eucaristica, in cui tutti eravamo e siamo famiglia: frati minori, sorelle povere, fratelli e sorelle dell’OFS. Il segno della benedizione finale ci ha ricordato tutto questo e ce l’ha ridonato nella semplicità di quel gesto di consegna e di affidamento. Una fraternità semplice che ho respirato ancora di più durante il momento conviviale del pranzo, nell’intrecciarsi di parole, di sguardi, di scambi, di battute fraterne. Proprio come avviene in famiglia, in cui con spontaneità e scioltezza si sta insieme, ci si può consegnare gli uni agli altri anche attraverso una battuta, una risata, che rende lo stare insieme molto più semplice, più umano e perciò più evangelico. Che bello! Grazie fratelli e buon cammino insieme! sr. Chiara Benedetta Assemblea intermedia della Federazione Clarisse LiguriaLombardiaPiemonte 2-8 giugno 2013 VINO NUOVO IN OTRI NUOVI NELLA VIA DELLA COMUNIONE Con questo tema ci siamo incamminate nella nostra assemblea federale intermedia svoltasi ad Albino nei giorni dal 2 all’8 giugno. Presenti: le madri, una sorella delegata per ciascuna delle 11 comunità della federazione, il consiglio federale e il nostro nuovo assistente, fra Emilio Amadeo. Il primo giorno la lectio introduttiva di fra Emilio sul Vangelo di Luca 5, 33-39 ci ha offerto spunti e provocazioni per il nostro cammino federale, con l’invito ad essere aperte al futuro di Dio, ai suoi nuovi interventi, superando l’ovvio, il ripetitivo, evitando gli aggiustamenti, gli strappi, per vivere e crescere sempre più nella comunione. A partire dal suo invito a vivere l’assemblea come possibilità di ricerca, di scambio fraterno, di ascolto reciproco a servizio della vita, abbiamo percorso le diverse giornate, partendo dalla realtà di ciascuna comunità e dall’attuale configurazione della federazione, per affrontare le sfide del presente e del futuro, mosse dal desiderio di osare passi nuovi ma anche frenate da paure e resistenze. 34 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 …dai Monasteri Il confronto tra noi ha fatto emergere le diversità ma anche il desiderio e la ricerca nel rafforzare la comunione attraverso tutti quei passi e quelle possibilità di conoscenza, di condivisione, di formazione che aprono strade e percorsi. ’incontro avuto con i due Ministri provinciali, fra Francesco e fra Mario, ci ha aiutato a riflettere ancora di più sul nostro cammino di federazione, ci ha reso ancora più partecipi del cammino di interprovincialità, ci ha rinsaldato nel legame e nella ricerca di una maggiore vicinanza e reciprocità con i nostri fratelli. Anche la presenza del vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, ci ha fatto sentire dentro quel respiro ecclesiale in cui siamo inserite e in cui ci muoviamo e desideriamo vivere. Le scelte concrete che abbiamo individuato attraverso le mozioni finali dicono la ricerca e l’impegno per il cammino che ci sta davanti perché, aperto allo Spirito, possa aiutarci sempre più a riqualificare evangelicamente il nostro quotidiano. ASSEMBLEA NAZIONALE Assemblea Clarisse Italiane 23-29 giugno 2013 Dal 23 al 29 giugno si è celebrata a S. Maria degli Angeli l’assemblea nazionale delle presidenti e dei consigli federali d’Italia, che si svolge ogni tre anni. L’assemblea, alla quale hanno partecipato 41 sorelle, si è articolata in momenti e fasi diverse. I primi giorni sono stati dedicati al tema centrale dell’assemblea: “La forza si manifesta pienamente nella debolezza. Le nostre comunità nell’esperienza della debolezza: tempo degli inizi, della perseveranza, del compimento. Luoghi e percorsi”. Su questo tema il primo giorno erano previste una lectio di Luciano Manicardi e una relazione di fra Massimo Reschiglian. A partire da queste due relazioni e dall’Instrumentum laboris nei giorni seguenti c’è stato un confronto prima nei diversi gruppi e poi in assemblea con la sintesi dei vari gruppi e il dibattito-confronto tra le sorelle. 35 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 …dai Monasteri Il tema, molto concreto e reale, ha avuto uno scambio intenso e vitale, anche per le situazioni che tutte le comunità vivono riguardo l’esperienza della debolezza e fragilità nelle varie fasi della vita. Sono poi seguiti due incontri: Il primo con fra José Carballo, segretario della CIVCSVA, con il quale abbiamo vissuto prima un ascolto di una sua breve relazione e poi un confronto con domande, problematiche e situazioni concrete che si vivono nelle comunità. Il secondo con p. Sebastiano Paciolla, sottosegretario della CIVCSVA, che ci ha presentato il nuovo decreto della Congregazione per gli assistenti, rispondendo a diverse nostre domande di chiarificazione. In assemblea sono state elette per questo triennio la coordinatrice, Madre Angela Emanuela Scandella (federazione Umbria-Sardegna) e la vice-coordinatrice, madre Maria Paola Bentini (federazione Veneto-Emilia Romagna). All’interno di queste giornate un momento intenso è stato il tempo di preghiera presso il corpo della M.S. Chiara e l’incontro con le sorelle del Protomonastero. All’intercessione della nostra sorella e madre Chiara affidiamo il cammino di tutte le sorelle povere d’Italia perché sia sempre più un cammino di comunione nella fedeltà al carisma che abbiamo ricevuto. Capitolo elettivo sorelle Clarisse Cademario 6 Settembre 2013 Lo scorso 6 settembre abbiamo celebrato, assieme a P. Francesco Bravi e a P. Giuseppe Maffeis, il terzo capitolo elettivo della nostra giovane fraternità. Era il secondo capitolo celebrato sotto la guida dei frati della provincia lombarda e il primo dopo il rientro a Cademario, nel nostro monastero rinnovato. La novità della casa, che abbiamo iniziato ad abitare esattamente un anno fa, il 27 ottobre 2012, ha avuto un prolungamento con la novità che ci ha portato il capitolo: dopo 16 anni di fedele servizio, madre Chiara Myriam ha chiesto di lasciare la guida della comunità e noi abbiamo chiesto allo Spirito Santo la luce per scegliere la nuova madre. Così, con sorpresa e trepidazione grande, mi son trovata in mano il “testimone”! Sì, ogni passaggio nella vita della Chiesa e della nostra fede - come ci ha detto papa Francesco di recente - avviene sempre da persona a persona, proprio come accade quando, da mano a mano, ci si passa il testimone in un gioco di squadra. La presenza di Padre Francesco è stata determinante in questo passaggio e nel cammino di discernimento fatto nei giorni precedenti il Capitolo: ci siamo sinceramente meravigliate di noi stesse, della capacità di lavoro fraterno che egli ha saputo animare in noi, accompagnandoci con sapienza e discrezione. 36 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 …dai Monasteri Capitolo elettivo sorelle Clarisse Cademario 6 Settembre 2013 sr. Maria Maddalena Pradelli Madre A dire il vero, in questo passaggio dall’antico al nuovo, in una continuità tra il prima e il dopo della nostra storia, è stata determinante anche la Parola spezzataci da fr. Giuseppe in un giorno di ritiro pre-capitolare, sul Libro di Rut. L’interpretazione delle figure di Noemi e di Rut, rispettivamente come la madre della prima generazione e la madre della nuova, ci ha dato luce per scoprire nella nostra piccola comunità di sei sorelle capitolari la presenza di tre “Noemi” e tre “Rut”, chiamate le une ad un compito di memoria e custodia delle radici, le altre all’audacia e al rischio del nuovo, in un’amicizia e solidarietà feconde di unità e di amore. Ringraziamo di cuore i nostri frati che son stati per noi canali della grazia del Signore in questa esperienza e assicuriamo la nostra preghiera a tutti, in questo nuovo triennio che è iniziato in concomitanza per noi e per loro. Il Signore sia sempre con noi ed Egli faccia che noi siamo sempre con Lui! Sr. Maria Maddalena e Sorelle Vicaria sr. Maria Rita Silini Discreta sr. Chiara Myriam Polito 37 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Alcune riflessioni sulla fraternità nel Primo Testamento PREMESSA Relazione di fratel Luca Monaco di Dumenza 13 aprile 2013 Ome (BS) PRIMA PARTE Nei due incontri che ci attendono vorrei proporre alcune riflessioni sulla fraternità facendo attenzione prima alla riflessione che incontriamo nel Primo Testamento, sul quale ci soffermeremo oggi pomeriggio; poi all’annuncio del Nuovo Testamento, al quale dedicheremo la mattinata di domani. Il discorso, ovviamente, è molto ampio e complesso, quindi dovrò necessariamente fare delle scelte molto selettive. Vorrei partire da una premessa, che fa riferimento a tre piccoli passi biblici che possono introdurci bene nella nostra riflessione. «Dov’è Abele, tuo fratello?» (Gen 4,9), domanda Dio a Caino, facendo eco al primo interrogativo posto all’Adam: «Dove sei?». «Sono in cerca dei miei fratelli» (Gen 37,16), risponde Giuseppe a chi gli chiede «cosa cerchi?». «Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme!», esclama il Salmo 133. Tre passi biblici, tre luoghi simbolici in cui raccogliere la riflessione del Primo Testamento sulla fraternità Ci ricordano che secondo le Scritture la fraternità può essere celebrata nella sua bellezza, come fa il Salmo 133, soltanto al termine di un paziente e faticoso cammino di ricerca, che da una parte viene sollecitato dall’interrogativo di Dio, il quale ci chiede conto del nostro fratello e di dove egli sia (per poter rispondere anche alla domanda ‘dove sei tu?’); dall’altra si scontra continuamente con l’inadeguatezza umana e il suo peccato. Giuseppe cerca i suoi fratelli ma, anziché la gioia della fraternità, trova l’esclusione dalle relazioni fraterne. Del resto, la prima pagina biblica sulla fraternità è proprio quella in cui Caino uccide Abele. Non c’è pertanto nessuna visione idealizzata o idilliaca dei rapporti fraterni. Anzi, essi sono spesso segnati da gelosie, invidie, incomprensioni, persino dalla violenza del sangue versato. Le Scritture, insomma, non ci propongono dei modelli astratti di fraternità; né si limitano a un insegnamento teorico o ad affermare valori; piuttosto colgono le relazioni fraterne nel loro faticoso intessersi, sia storico sia esistenziale. Oltre ad affermare il bene della fraternità, cercano di individuare quali siano le resistenze, gli atteggiamenti inadeguati, le colpe e i peccati che sempre la minacciano e così spesso ne infrangono il sogno. Sarà il Nuovo Testamento a svelarlo pienamente, ma lo sguardo è già pasquale: come Dio resuscita la vita dalla morte, così la relazione fraterna matura dentro i fallimenti umani. TRE PECCATI CONTRO L’ALTERITÀ A questo riguardo è particolarmente illuminante la riflessione alla quale ci provoca il libro della Genesi. Noi siamo abituati a pensare al racconto di Genesi e al peccato originale, quello di Adamo ed Eva. Ma più precisamente i primi undici capitoli della Genesi ci parlano di tre peccati, in un certo senso tutti ‘originali’, in quanto colgono l’uomo nella relazione con la sua origine, da cui dipende e riceve vita. Questa 38 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 relazione viene poi declinata in modalità diverse: nel rapporto con Dio (il peccato di Adamo); nel rapporto con il fratello (il peccato di Caino); nel rapporto più ampio con la dimensione sociale e politica (il peccato di Babele). Non abbiamo ora il tempo e il modo di soffermarci su questo aspetto, ma potremmo dire in sintesi che in tutti e tre i peccati si manifesta una medesima radice: l’incapacità di accogliere e di custodire la differenza vivendola come spazio dell’incontro e del dono, anziché fraintenderla come spazio dell’invidia e della gelosia. Ciò è tanto più evidente se ricordiamo come il verbo fondamentale con cui la Genesi descrive la creazione è il verbo ‘separare’. Creare significa per Dio separare la luce dalle tenebre, le acque al di sopra dalle acque al di sotto, il firmamento dalla terra, il giorno dalla notte, e così via, fino a giungere all’ultima e definitiva separazione: l’uomo dalla donna. Dio crea rendendo ‘altro’, ponendo un’alterità, una differenza, come spazio del dialogo e dell’incontro, perché per Dio creare non significa semplicemente far sussistere le cose, ma consentire loro di essere in relazione. L’atto creatore mira non soltanto all’esistenza, ma all’essere in relazione, al creare relazione. È nella relazione che la creazione giunge a compimento. Anche per questo la creazione si compie nel sabato, giorno che celebra il respiro e il riposo della comunione. Di fronte a questo disegno di Dio, i tre peccati della Genesi manifestano l’incapacità di accogliere lo spazio della differenza come spazio dell’incontro e della comunione. Adamo è incapace di comprendere il senso del divieto che Dio gli impone: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire» (Gen 2,16-17). Questo ‘no’ è per far capire che tutto il resto è un ‘sì’. Un solo frutto viene proibito perché Adamo possa comprendere che tutto il resto viene donato. E donato due volte: una prima volta perché è stato creato, una seconda “Questo NO per far capire che tutto il resto è SI” volta perché non viene proibito. Ripeto: l’unico ‘no’ viene detto perché l’uomo possa comprendere il sì di Dio alla sua vita. In secondo luogo, è un ‘no’ che custodisce lo spazio della differenza, dell’alterità, perché sia vissuto come spazio della condivisione e della comunione. La comunione è possibile solo quando ci sono delle differenze. Quando io non ho tutto ciò che voi avete, quando io ho qualcosa che voi ancora non avete. É questa differenza, è questa mancanza a rendere possibile l’incontro perché consente, e nello stesso tempo esige, che mettiamo in comune sia i nostri beni, sia le nostre mancanze o i nostri bisogni. Una dinamica simile si ripresenta nella vicenda di Caino e Abele. Anche tra loro c’è un’alterità, una differenza, che può essere accolta come lo spazio del dono, oppure venire fraintesa, e allora diventa luogo di invidia, di gelosia, di concorrenza, e dunque di tentazione e di peccato. Questa seconda possibilità dell’ambivalenza è quella percorsa da Caino. Caino soffre e non accetta la predilezione di Dio per Abele, ma in questo atteggiamento si cela la sua incapacità di accettare la diversità di Abele. La libertà di Dio non è arbitraria e Dio non concede privilegi, ma di fatto il suo amore si manifesta sempre come una predilezione, perché davvero egli ci ama in modo singolare, personale, unico – ciascuno come un figlio unico – e di conseguenza il suo modo di amare l’altro sarà sempre diverso dal modo altrettanto unico e singolare con il quale ama me. Caino non accetta questa predilezione di Dio perché non accetta in radice la diversità di Abele. Lo vorrebbe come un altro se stesso. Ma questo significa uccidere Abele perché resti soltanto Caino. Questa è la philautìa, l’amore di se stessi 39 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 che uccide ogni altro amore, ogni altra relazione, perché non accetta la diversità dell’altro e lo vorrebbe come un altro se stesso. Una terza radice di peccato, una terza tentazione è la philarchìa, che collego a un terzo peccato, quello della torre di Babele. È l’amore per il primato, il desiderio di primeggiare, di diventare grandi, sacrificando a questo nostro progetto di realizzazione di noi stessi ogni altra relazione. Di fronte a questo disegno di Dio, Babele rappresenta dunque una terza disobbedienza radicale, dopo il peccato di Adamo e quello di Caino. Potremmo affermare che la sua torre non può non crollare, perché nel suo tentativo si manifesta ancora una volta un progetto de-creante: se creare è porre in essere l’alterità, Babele, con la sua artificiosa univocità, in cui le differenze sono ridotte a uniformità nella pretesa di parlare tutti la stessa lingua, non può che crollare, degenerando nel caos uniforme, primordiale, che precede il gesto creatore di Dio. Anche se non va dimenticato che il racconto di Babele solleva comunque un interrogativo giusto e necessario, che non è possibile eludere: come l’alterità, o la diversità, anziché degenerare nella confusione e nella dispersione, nell’incomprensione e nella conflittualità, possono divenire spazio di incontro e di comunione? Come può l’uomo abitare Babele per rispondere anche in essa alla sua vocazione originaria di essere ponte di comunione che fa incontrare le differenze? Non dobbiamo peraltro dimenticare che secondo la Bibbia il primo fondatore di una città è proprio Caino (cfr. Gen 4,17). È come se l’autore biblico volesse in tal modo ricordarci due realtà: la prima, che la città nasce da sempre segnata da una violenza, quella del sangue del fratello versato; la seconda, che la città viene sempre cercata dall’uomo come luogo in cui imparare ad accogliersi e a vivere nella pace, cercando di vincere la tentazione della violenza e del conflitto. “agli occhi dei costruttori un mattone divenne più prezioso di un essere umano” La tradizione ebraica si è a lungo interrogata sul perché Dio impedisca la realizzazione di un progetto animato da un giusto desiderio, quello di ‘non disperdersi su tutta la terra’ (cfr. Gen 4,4), ed è giunta a dare una prima risposta in un suggestivo racconto, che possiamo leggere nella raccolta di leggende ebraiche curata da Louis Ginzberg. Narra la leggenda che a un certo punto la torre divenne così alta che, per salire fino alla cima, occorreva un anno intero (e quindi occorreva un altro anno per scendere a terra a prendere un altro mattone) e «agli occhi dei costruttori un mattone divenne allora più prezioso di un essere umano. Perché se un uomo precipitava e moriva nel salire verso la torre, nessuno vi badava, ma se cadeva un mattone tutti piangevano, perché per sostituirlo sarebbe occorso un anno. Passò allora di là il Signore e vide che gli uomini che cadevano dall’impalcatura non erano pianti, ma il mattone cotto trovava grande pianto, e allora li maledisse e li disperse su tutta la terra» (L. GINZBERG, Le leggende degli ebrei. I. Dalla creazione al diluvio, Adelphi, Milano 1995 (= Biblioteca Adelphi, 314), 170 ). Possiamo ampliare ulteriormente questo racconto per capirlo meglio: giunge il giorno in cui la torre è diventata così alta che occorre un anno per salire e un anno per tornare indietro. Quando, dopo due anni, si scende in basso, cosa succede? Non ci si riconosce più, si diviene incapaci di parlare la medesima lingua, perché si è persa quella prossimità familiare che è il grembo fecondo per ogni relazione. In due anni possono essere successe tante cose: un bambino è nato, qualcun altro è morto, della gente si è sposata, altri hanno litigato o si sono riconciliati. Un intero mondo umano si è mosso, ma non c’è stato tempo per porvi attenzione, perché tutto era fagocitato dalla costruzione della torre. In questo modo, lentamente ma inesorabilmente, un mattone diviene più 40 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 importante della vita umana e il progetto della torre si sostituisce, diventa più centrale di quelle relazioni umane che pure inizialmente intendeva servire, desiderava onorare. Ed è a questo punto che Dio scende a confondere le lingue ma, di fatto, porta alla luce qualcosa che già si era verificato, un’incapacità di parlare insieme la stessa lingua, di comunicare, perché tutti parlavano ormai non più la lingua delle relazioni, ma la lingua artificiosa del proprio progetto, della torre, del mattone. Gli uomini di Babele erano di fatto diventati incapaci di parlare il linguaggio della gratuità delle relazioni, della prossimità amicale; il linguaggio della parola, dello sguardo, dell’incontro che custodisce il giardino custodendo le differenze come luogo di relazione. Il peccato di Babele, secondo il racconto di Genesi, sembra tuttavia essere generato da una tentazione più radicale, che viene subito ricordata dal primo versetto del capitolo 11, in cui l’autore biblico narra che «emigrando da oriente gli uomini capitarono in una pianura nella regione di Sinar e vi si stabilirono». L’oriente è il luogo di Dio, ed è anche il luogo di un sorgere del sole riguardo al quale non puoi fare nulla perché si affretti a rischiarare la tua notte. Puoi solo attendere, confidando in una promessa, custodendo una speranza. Gli uomini di Babele, al contrario, emigrano da oriente, volgono le spalle a tutto questo. Sono in preda al disorientamento più radicale e la loro stessa impresa fallimentare lo dimostrerà (Cfr. P. DE BENEDETTI, Globalizzazione, al negativo e al positivo, nel pensiero biblico, in RTM 34 (2002/135), 335-338). “La vita non è solo progetto, ma frutto di una promessa” Per comprendere più a fondo il senso di questo orientamento, o in negativo la tentazione di questo disorientamento, occorre qui ricordare che l’uomo biblico abita la terra collocandosi in essa in una posizione assai diversa, addirittura capovolta, rispetto a quella in cui spontaneamente ci collochiamo noi, soprattutto noi uomini e donne occidentali. In ebraico uno stesso termine indica ‘dietro’ e ‘dopo’. Per noi è impensabile, perché il ‘dopo’ lo immaginiamo sempre come qualcosa che ci sta ‘davanti’, non ‘dietro’, alle spalle. Siamo appunto rivolti a occidente, e guardiamo al futuro come un tempo che ci sta davanti, da progettare, costruire, dominare. L’uomo biblico abita invece la terra ‘orientato’, rivolto cioè a oriente, verso l’origine, e il ‘dopo’ lo immagina ‘dietro’, alle spalle, come un mistero che si rivela, o una promessa che si offre, che non può essere dominata, ma va accolta, con la stessa sorpresa con cui si accoglie ogni giorno un’alba che, senza che tu debba o possa fare qualcosa per essa, torna a sorgere gratuitamente sulla tua vita, con il suo carico di novità e di promessa. Ritrovare il proprio orientamento significa comprendere che la vita non è solo progetto, ma è frutto di una promessa. Il progetto è ciò che tu getti-pro, prendi e getti davanti ai tuoi passi guardando a occidente, innalzandolo come una torre; la promessa al contrario è ciò che un altro, ancora un’alterità!, ti mette-pro, davanti ai tuoi passi, e che puoi riconoscere solo volgendoti a oriente, non più solo verso ciò che devi fare, ma verso ciò che devi attendere e puoi sperare. Abitare la terra e custodire il giardino, edificare una città per non disperdersi su tutta la terra, significa anche ricordare che le relazioni non si progettano in modo ideologico o utopico, imponendo l’unica lingua della propria torre, ma le si accolgono riconoscendo quella promessa di Dio che è iscritta, in modo nascosto e pure reale, in ogni esistenza umana, nella diversità della lingua che ciascuno singolarmente parla. 41 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 LA RISPOSTA DI DIO Come Dio risponde al peccato? Al capitolo 12 si apre la seconda parte della Genesi, con la chiamata di Abramo: dentro la storia umana, esplorata nelle sue strutture universali e permanenti, ecco che gradualmente matura il progetto salvifico di Dio. Al principio tutto era buono e la totalità era molto buona. Venne il peccato e il bene diventò male: la terra fertile dà cardi e spine, la fecondità è dolorosa, l’amore è passione e sottomissione. La prima fraternità termina in un fratricidio e Lamec proclama il principio della vendetta, che è il trionfo del male moltiplicato. Lamec ha potuto dire al male: «Cresci e moltiplicati». Dio interviene, staccando dal corso della storia un uomo eletto, Abramo. A partire da questo momento, benché continui l’«ostilità» e la lotta tra male e bene, il bene seppur faticosamente incomincia a trionfare. Le divisioni per interessi dei fratelli, Abramo e Lot, si compongono pacificamente, la rottura di Giacobbe e di Esaù viene risanata. Nel finale della storia di Giuseppe e dei suoi fratelli, anche il male si pone al servizio del bene, per l’azione di Dio (L. ALONSO SCHÖKEL, Dov’è tuo fratello? Pagine di fraternità nel libro della Genesi, Paideia, Brescia 1987, p. 381). Nella prima parte della Genesi incontriamo il racconto di Caino e Abele, che evidenzia le dinamiche del peccato che minacciano la fraternità; nella seconda parte “Che cosa cerchi? …Sono in cerca dei miei fratelli” ecco la storia dei figli di Giacobbe, con il disegno di Dio – del quale Giuseppe diviene sapiente interprete – che ritesse la fraternità lacerata. Val la pena riflettere su queste due pagine che nel loro accostamento ci rivelano alcuni tratti fondamentali della relazione fraterna. C’è un versetto celebre nel ciclo di Giuseppe, che viene scelto da molti commentatori come cifra emblematica dell’intera sua vicenda. L’ho già citato nella premessa a questa riflessione e ora vi torno sopra: Lo leggiamo nel capitolo iniziale, in 37,16. Giacobbe invia Giuseppe a domandare notizie sui suoi fratelli, che stanno pascolando il gregge lontano da Ebron, a Sichem. Giuseppe va, non trova immediatamente i fratelli e, mentre sta vagando nella campagna, è lui a essere trovato da un tale che gli chiede: «Che cosa cerchi?». E Giuseppe risponde: «Sono in cerca dei miei fratelli». Parole essenziali nelle quali si manifesta simbolicamente la ricerca, ma potremmo dire anche la ‘speranza’ di Giuseppe: la speranza e la ricerca di una fraternità, che per la Bibbia è sempre, a partire dalla vicenda dei primi due fratelli, Caino e Abele, terreno minato, pieno di insidie, di tentazioni, di inganni e di violenze. Tale sarà anche la vicenda di Giuseppe: inviato dal padre a cercare i suoi fratelli, a informarsi su come stanno, o più esattamente a domandare circa la loro ‘pace’, il loro shalom (come recita il testo ebraico), anziché la pace e la fraternità, troverà il rifiuto e la violenza. Per la Genesi Giuseppe è anche l’uomo dei sogni. Ricordiamo tutti come i suoi sogni abbiamo un’importanza decisiva nella sua vicenda, e dovremo prestare a essi qualche attenzione. Il sogno ha a che fare con la speranza. Sperare significa un po’ sognare, nello stesso tempo sognare rischia di falsificare la vera speranza, o quanto meno di alterarla, di comprometterla. Vedremo come per Giuseppe diventare capace di speranza significherà dare una interpretazione diversa ai propri sogni. 42 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 FilmiAmo… LE NEVI DEL KILIMANGIARO Michel, operaio dei cantieri navali di Marsiglia e rappresentante sindacale nella sua fabbrica, finisce in cassa integrazione insieme ad altri colleghi. La fatica di accettare la nuova condizione di vita è attutita dall’affetto dolce e ironico della moglie Marie-Claire e dalla presenza vitale di figli e nipoti. Ma una rapina subita in casa da due malviventi che rubano soldi e i biglietti per un viaggio in Africa alle falde del Kilimangiaro regalati da amici e colleghi, apre a una revisione di vita. Idee, scelte e convinzioni vengono rimesse in discussione. L’incontro e scontro con chi vive un’esistenza difficile, segnata da abbandoni, povertà e rabbia, conduce i due coniugi e i loro familiari alla riscoperta di una solidarietà meno ideologica. Apriamo questa nuova stagione di FilmiAmo con una pellicola non recente, ma uscita nelle sale nel 2011. Liberamente ispirato al poema di Victor Hugo “La povera gente”, il regista Robert Guédiguian realizza un film attuale che unisce dramma sociale e la delicatezza degli affetti familiari che offrono calore, comprensione, speranza. La crisi colpisce i cantieri navali di Marsiglia e venti operai perdono il lavoro. Si tira a sorte perché sembra la forma più democratica e giusta proposta dal sindacalista Michel - Jean-Pierre Darroussin - che risulta alla fine tra i sorteggiati. Potrebbe iniziare per lui un periodo di frustrazione, di vuoto, di rassegnazione, invece grazie alla vicinanza amorevole della moglie e alla possibilità di dedicarsi ai nipoti, Michel riesce ad assaporare anche la bellezza di una assolata giornata al mare. Amici e colleghi organizzano per Michel e Marie-Claire - Ariane Ascaride - una festa per i loro trent’anni di matrimonio e regalano loro due biglietti per un viaggio in Africa nel paese dei Masai ai piedi del Kilimangiaro e una considerevole quantità di soldi. Sembra che si possa realizzare un sogno, ma presto si infrange contro la rabbia e la disperazione di chi, colpito dalla crisi economica ma soprattutto dagli affetti traditi, cerca di sopravvivere. Christophe - Grégoire LeprinceRinguet - è un giovane licenziato anch’egli dai cantieri navali che tenta di accudire i due fratelli più piccoli e di sopperire all’assenza di una madre non ancora diventata adulta. Presente alla festa di Michel e di sua moglie vede nei soldi regalati alla coppia un piccolo tesoro per tirare avanti. Con un complice rapina la coppia e i cognati una sera facendo irruzione nella loro casa con una violenza smisurata. Per una serie di coincidenze Michel riesce a risalire all’identità del suo ex collega improvvisatosi rapinatore per poter pagare l’affitto e sfamare i due fratellini. In nome della giustizia, decide di denunciarlo e 43 34 Scheda a cura di fr. Davide Sironi LE NEVI DEL KILIMANGIARO di Robert Guédiguian Con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Maryline Canto, Grégoire LeprinceRinguet Drammatico durata 107 min. Francia 2011 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 farlo arrestare. Ma due incontri con Christophe e la conoscenza delle miseria affettiva ed economica in cui si trova, iniziano a scavare nella coscienza di Michel facendo emergere dubbi sulle sue convinzioni ideologiche, politiche, sociali che lo hanno accompagnato per tutta la vita. Inizia un viaggio non verso l’Africa ma dentro la propria esistenza, le proprie relazioni, anche familiari. Il confronto con chi è diverso per cultura, formazione, età, per condizioni di vita, richiede di rimettere in discussione le proprie categorie interpretative, la valutazione del concetto di classe sociale e di chi oggi può essere considerato proletario o borghese. Così come l’andare in un paese straniero richiede di imparare una nuova lingua, di conoscere l’humus, così Michel è chiamato ad apprendere un nuovo linguaggio esistenziale: quello di chi è estraneo a elaborate teorie socio-economiche, lontano da un benessere dignitoso, privato di un ambiente familiare dove potere sperimentare la presenza di persone adulte in grado di accudire e essere un punto di riferimento. Michel si pone domande, che condivide con la moglie, per guardare a ciò che è e a ciò che si guadagnato con la fatica del lavoro e dell’impegno civile. Inizia ad assumere il punto di vista anche dell’altro, di chi appartiene a un paese lontano - abita tra le nevi del Kilimangiaro - pur vivendo nella stessa città. Dopo una vita spesa a costruire navi imponenti, ora Michel è chiamato a costruire, con l’arte del vivere appresa in tanti anni e con l’aiuto di chi lo ama, una imbarcazione più piccola che non deve solcare i grandi mari, ma percorre i rigagnoli che scorrono tra le case che lo circondano. Come un barchetta di carta sospinta dallo scorrere delle acque. Questo il viaggio: navigare verso gli estranei, così lontani eppur così vicini, anch’essi desiderosi di avere una vita più umana. Spesso chi sta ai margini sbaglia, diventa violento e incivile, ma resta un uomo da incontrare. Michel con la vicinanza della moglie, una donna pratica che agisce mossa dalla vera carità e dalla grazia femminile, riuscirà a compiere questo viaggio accogliendo in casa i due fratelli di Christophe e aprendosi a una nuova visione della realtà. Stando in riva al mare della propria città si può vedere ciò che forse neppure l’Africa è in grado di offrire. Il regista Robert Guédiguian realizza un film tutt’altro che drammatico, cupo e senza speranza, riesce a dipingere a tinte tenui e luminose un quadro contemporaneo dove si rivela che il cuore dell’uomo non è ancora totalmente chiuso, indifferente. Dove l’ideologia può lasciare il passo alle idee che diventano vita concreta condivisa. Non è richiesto di abdicare alla giustizia in nome della carità: diverrebbe buonismo, assistenzialismo immaturo. Ma di non separare la verità dalla carità: quella incarnata che sa fare comunione. 44 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 NOTIZIE di CASA A cura di fr. Enzo Pellegatta LUGLIO 2013 Nel locale Convento il Definitorio si riunisce per la prima parte del Congresso Capitolare. 09-12 Monte Mesma (NO) Nella chiesa parrocchiale si celebrano in mattinata i funerali del sig. Vincenzo Naldi, papà di fr. Franco. 20 Chieve (CR) AGOSTO 2013 Casa Leonori: si riuniscono i Definitòri del Nord Italia. Nell’ambito dell’incontro i Definitòri celebrano la seconda parte del Congresso Capitolare. 05 - 10 Assisi (PG) Nella chiesa parrocchiale, con partenza del corteo funebre dal convento di Baccanello, si celebrano i funerali di fr. Fortunato Vitali, di anni 90 appena compiuti. Era ricoverato da pochi giorni nell’infermeria di Sabbioncello, dopo un lunga vita religiosa spesa nell’esercizio della questua e in molteplici attività conventuali. Riposa nel cimitero di Calusco d’Adda. 07 Calusco d’Adda (BG) Fr. Giambattista e fr. Carlo animano la settimana itinerante vocazionale “Quale amore?”, con la partecipazione di sei giovani. 17 - 24 Tremosine (BS) Presso la Curia provinciale fr. Celestino Pagani, fr. Enrico Russotto e fr. Enzo Imbimbo rinnovano i voti in vista della professione solenne. 30 Milano LUGLIO 2011 45 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 NOTIZIE di CASA SETTEMBRE 2013 Nel monastero delle sorelle Clarisse si celebra il Capitolo elettivo, sotto la presidenza di fr. Francesco Bravi. 06 Cademario (CH) Nel Convento s. Maria Assunta: in mattinata si riunisce il Collegio dei Ministri provinciali del Nord Italia. Al termine della loro riunione, alle ore 12.00 si celebra il rito della Vestizione. Vestono i panni della prova Matteo Rizzo e Francesco Bogoni della Provincia del Veneto. Presiede il Ministro del Piemonte fr. Maggiorino Stoppa, assieme al Ministro del Veneto fr. Antonio Scabio, al Ministro della Lombardia fr. Francesco Bravi, al Ministro della Liguria fr. Mario Vaccari, al Ministro di Emilia-Romagna fr. Bruno Bartolini, al Ministro del Trentino fr. Francesco Patton. I due neo-novizi iniziano il periodo di Noviziato assieme a fr. Jak Kolgjeraj, fr. Kastriot Demaj e fr. Eduard Ulaj della provincia di Albania, la cui vestizione era stata celebrata in precedenza nella loro terra d’origine. Nel pomeriggio alle ore 16.00 concludono il Noviziato con la Professione temporanea fr. Francesco Velluto e fr. Tiziano Pugliese della Provincia di Emilia-Romagna, fr. Andrea Maset della Provincia del Veneto e fr. Andrea Koray Yilmaz della Fondazione Beato Egidio di Assisi (Palestrina). L’Eucaristia è presieduta dal Ministro del Trentino fr. Francesco Patton. 07 Baccanello Nel locale Convento, in occasione della festa patronale della Madonna delle Lacrime, il Ministro fr. Francesco Bravi presiede la celebrazione eucaristica con la quale si è inaugurato l’anno di celebrazioni per i 400 anni della presenza dei frati minori a Dongo. 08 Dongo (CO) Nella chiesa parrocchiale si celebrano in mattinata i funerali del sig. Luigi Vitali, di anni 84, fratello di fr. Fortunato 09 Calusco d’Adda (BG) Alle ore 21.00, presso la chiesa parrocchiale si celebra l’annuale commemorazione di fr. Angelo Radaelli. 09 Turate (CO) Nel locale convento di Santa Croce i professi temporanei vivono gli esercizi spirituali guidati da fr. Andrea Borsin, concludendoli con la rinnovazione dei voti nelle mani del Ministro provinciale fr. Bruno Bartolini. 09 -14 Villa Verucchio (RN) 46 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 NOTIZIE di CASA SETTEMBRE 2013 Torna alla Casa del Padre fr. Gioacchino Uberti, della provincia piemontese, da qualche tempo ricoverato nell’Infermeria provinciale. I funerali sono celebrati giovedì 12 settembre alle ore 11.00 nella chiesa di s. Andrea in Novara (NO). 10 Sabbioncello (LC) Il Ministro provinciale partecipa all’Assemblea CISM della Lombardia. 13 - 14 Triuggio (MI) Presso la Parrocchia di Santa Maria Maggiore ha luogo il tradizionale incontro di lavoro e preghiera per giovani “Nella vigna del Signore”. 13-15 Caprino Veronese Nel convento di s. Bernardino si svolge il Convegno degli Istituti affiliati alla Pontificia Università Antonianum. 16 - 19 Verona Nella Chiesa dei Cappuccini p.zza Velasquez: alle ore 21 si celebra la Veglia delle Stimmate, organizzata dal MOFRA di Lombardia. 17 Milano Si celebra, con grande successo, la Missione Giovani. 20 sett. – 2 ott. Pavia Parrocchia della Brunella: nel giorno domenicale i frati, assenti da Varese sin dagli inizi del mese, celebrano la messa di saluto ai fedeli della parrocchia di S. Antonio alla Brunella. La celebrazione si conclude con la benedizione di una targa commemorativa della presenza dei frati minori a Varese. Alla s. Messa, presieduta da mons. Agnesi, Vicario episcopale di Varese, erano presenti il Ministro provinciale, gli ultimi parroci e alcuni altri confratelli. 22 Varese Nel locale convento il Definitorio si riunisce per il I° Congresso. 24 Pavia Nella chiesa del Sacro Cuore, in mattinata, viene conferito il Ministero istituito dell’Accolitato a fr. Simone Menoni 30 Busto Arsizio (VA) 47 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Fr. FORTUNATO VITALI “L’elemosina è l’eredità e la giustizia che è dovuta ai poveri; l’ha acquistata per noi il Signore nostro Gesù Cristo. E i frati che si affaticano per procurarla avranno una grande ricompensa e la fanno guadagnare e acquistare a quelli che fanno l’elemosina” Rnb IX Fr. Fortunato nasce ad Endenna di Zogno (BG) il 5 Agosto 1923 da Pietro e Giuseppina Zanchi e viene battezzato il giorno stesso nella Parrocchia di S. Maria Assunta con i nomi di Andrea Pietro. Ancora bambino, segue i genitori che si trasferiscono a Vanzone di Calusco d'Adda. Da qui, all'età di tredici anni, decide di entrare nel Seminario minore di Saiano (BS) il 23 Agosto 1936, dove frequenta la scuola media. Dopo tre anni come postulante laico a Saiano, il 24 Ottobre 1942 inizia l'anno di noviziato a Rezzato (BS), alla fine del quale emette la Professione temporanea nelle mani di fr. Giovanni Chiodini, Ministro provinciale, il 28 Ottobre 1943. Torna a Saiano con l'incarico di calzolaio e questuante, servizi che svolgerà in quegli anni anche a Sabbioncello di Merate (LC) e Milano, presso il Commissariato di Terra Santa in via Gherardini. Il 19 Gennaio 1947 emette la Professione solenne nelle mani di fr. Camillo Merazzi, Ministro provinciale, nel convento di Baccanello di Calusco d'Adda (BG). Continua a svolgere l'incarico di questuante a Milano S. Antonio e Milano S. Angelo. Nel 1954 viene ricoverato in ospedale perché colpito da tubercolosi e dopo un mese di cura a Garbagnate viene trasferito presso il sanatorio di Sondalo (SO), dove trascorre un anno in cura. Rientra nella primavera del 1955 in convento, a Gargnano (BS), dove prosegue la convalescenza, fino all'autunno di quell'anno, quando viene destinato a Milano S. Angelo per riprendere il suo servizio di questuante. Svolgerà per tutta la vita, finché le forze glielo consentiranno, tale incarico presso i conventi di Lodi, Bergamo, Saiano e, infine, Baccanello, spesso accompagnato dall'inseparabile cagnolino, il “Ciccino”. La questua fu per fr. Fortunato una vera e propria missione, importante per portare generi alimentari e offerte alle fraternità, spesso numerose come quelle di formazione di S. Angelo, Saiano e Baccanello, ma ancor più per incontrare moltissime persone nelle loro situazioni ordinarie di vita, nelle case e nelle cascine di mezza Lombardia, portando loro la consolazione di una parola buona e la testimonianza di una vita totalmente affidata a Dio. Eppure, durante il tempo della formazione iniziale, il giovane fr. Fortunato aveva scritto al Ministro provinciale, il 30 Settembre 1945, implorandolo di esonerarlo dall'incarico della questua, a causa del quale doveva trascurare molto la preghiera e, 29 48 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Fr. FORTUNATO VITALI affaticandosi parecchio, si era ritrovato più volte in pericolo perché si era addormentato sul carro in viaggio. Avrebbe preferito fare il cuoco: l'obbedienza gli chiese per tutta la vita di piegare la sua volontà a quella dei superiori. Per diversi anni accompagnò il pellegrinaggio dei malati dell'UNITALSI a Lourdes, facendosi fratello di tanti infermi e pregando con loro la Vergine Maria, per la quale ebbe sempre una grande devozione. Da pochi giorni ricoverato presso l'Infermeria provinciale di Sabbioncello di Merate (LC), al compiersi del novantesimo anno di età, la notte tra la Dedicazione di S. Maria Maggiore e la Trasfigurazione, fr. Fortunato rendeva l'anima a Dio, scortato da Maria verso la luce della piena trasformazione della nostra vita in Cristo. A laude di Cristo e del poverello Francesco. Omelia di fr. Pierantonio Norcini al funerale di fr. Fortunato Vitali Calusco d’Adda (BG), 7 Agosto 2013 Carissimi fratelli Frati e Sacerdoti, parenti ed amici, il Signore vi dia pace. Il Signore Gesu’ ha condotto con se sul monte della Trasfigurazione, il nostro Fr. Fortunato - di lui abbiamo seguito il cammino fatto nella lettura del “curriculum” all’inizio della celebrazione - per mostrargli definitivamente il suo Volto di gloria e farlo partecipe della sua luce, facendolo diventare anche per noi *segno e anticipo” perché dove è lui saremo anche noi, nella “terra dei viventi”. SEGNO, perché come ci ha ricordato la lettura del libro dei Numeri (13 passim) anche per noi, è per la nostra comunità la Terra promessa, la terra del Signore, è vicina ma va esplorata e poi conquistata. Mi piace pensare a Fr. Fortunato come a Caleb, il figlio di Iefunne, che con Giosué – che sarà l’erede di Mosé - si mette in cammino - lo ha fatto con la professione ben settanta anni fa - e scopre la bellezza e la ricchezza del dono offerto nella terra ma anche la difficoltà per la conquista. Al ritorno, gli esploratori non sono creduti, anzi diventano segno di contraddizione, perché si preferisce quanto dà sicurezza al momento, a quanto si è sempre fatto, di fronte alla avventura della promessa del Signore. Perciò Fr. Fortunato è per noi segno del cammino – e quanto ne ha fatto nella salute e nella malattia, negli anni di ricorso alla “mensa del Signore”. Così S. Francesco chiama la questua con lo stesso nome della Eucaristia perché essa è cibo per tutti… E’ il segno di una ricerca che è sempre nuova e imprevedibile. 49 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013 Fr. FORTUNATO VITALI Che obbliga sempre a soluzioni nuove, magari con “macchine vecchie” e squassate – quelle usate da Fr. Fortunato per cose nuove. E’ segno di assiduità al lavoro come S. Francesco ci ha insegnato: io lavoravo con le mie mani; ciascuno lavori di onesto lavoro per fuggire l’ozio e dare il buon esempio… E’ la nostra madre terra che produce frutti, che ci nutre e ci dona cose belle - come la terra esplorata e vista… Oltre ad essere “segno” Fr. Fortunato è stato per noi un ANTICIPO, l’anticipo della “comunione dei Santi”, a cui aneliamo – non è la Trasfigurazione? - e sulla quale costruiamo la nostra vita spesso così incerta e talvolta sedotta dalle “cose che non sono”, le cose che passano… Fr. Fortunato, come Mosè, intercede per noi, per la nostra debolezza, per tutto il popolo che mormora, perché resistiamo alla fatica, perché siamo costanti e trasparenti - siamo noi stessi secondo la nostra chiamata anche con i nostri limiti… L’intercessione, la preghiera continua - quanto pregava Fr. Fortunato, e noi l’abbiamo visto! - è la stessa domanda dei discepoli perché Gesù ascolti la cananea, perché la sua compassione, che sembra lontana, si manifesti, perché “la tua fede è grande”. E mi apre significativo il richiamo ai cagnolini: non è un tratto di Fr. Fortunato quasi a dare lui le briciole, a comprendere un amore sempre più attento? Come per il nostro Padre S. Francesco possiamo allo dire con “noi che siamo stati con lui (che) rendiamo testimonianza che in tutto il corso della sua vita egli fu verso i fratelli discreto e moderato, in modo però che essi non deviassero mai dalla povertà e dallo spirito della nostra religione” (FF 1713). Celebrando i divini misteri riconosciamo e rendiamo grazie per il dono di Fr. Fortunato, e per lui preghiamo perché splenda della luce di Cristo nella “terra dei viventi”. A laude di Cristo e del poverello Francesco. Amen. 29 50 Anno XXXV ● N. 237 ● Settembre-Ottobre 2013