maggio 2013
Numero 29
Curiamo i semi per garantire
e custodire il raccolto
Incontri al Liceo
Caccioppoli
Assemblea ordinaria e
straordinaria
Il Vescovo Depalma
socio onorario
editoriale
Il Presidente
Papa Francesco,
il ritorno alle origini
di Bruno Pagano
L’editoriale
di Massimo Cavallaro
A
lla fine dello scorso an­
no 2012, a conclusione
delle manifestazioni per
l’anno Internazionale delle Co­
operative, migliaia di cooperato­
ri di tutto il mondo, si sono riu­
niti, a Manchester, per celebrare
la nascita della prima Coopera­
tiva, perché come scriveva, l’eco­
nomista inglese John Stuart Mill
“ Non c’è nulla e più sicuro, tra
i cambiamenti sociali del prossi­
mo futuro, di una progressiva
crescita del principio e della pra­
tica della cooperazione”.
Cooperazione è una parola ma­
gica, perché, comunque la si voglia
vedere, è una atteggiamento che
ha permesso a un numero sempre
più grande di persone di immagi­
nare un modo diverso di vivere,
di lavorare, di pensare, di stare
con gli altri!
Nata nell'Ottocento , durante la
rivoluzione industriale, in un
periodo di grande cambiamento
sociale, fu in Inghilterra, che la
cooperazione trovò la prima re­
ale applicazione, come societa'
di persone. La classe operaia for­
matasi in questo periodo non
aveva diritti; questa drammati­
ca condizione spinse i lavoratori
a organizzarsi, e lo fecero dando
vita, alle prime cooperative, le
quali partendo da un principio
diverso rispetto al capitalismo,
puntavano soprattutto alla sal­
vaguardia e alla valorizzazione
della persona umana e non al
profitto in senso stretto!
I due diversi sistemi, quello coo­
perativo e quello capitalista,
hanno dimostrato di poter con­
vivere pur partendo da principi
diversi: le cooperative sone nate,
infatti, per permettere agli indi­
vidui di soddisfare dei bisogni
che singolarmente erano impos­
sibili da realizzare, rispettando
nel contempo i valori fondamen­
tali della persona.
Il capitalismo, invece, è
l'organizzazione economica e
sociale di una societa' nella quale
i mezzi di produzione apparten­
gono a persone private e non alla
collettività.
I valori trovano spazio nella sfe­
ra etica del singolo imprenditore.
Il primo esempio nella storia di
cooperazione avvenne, nel 1844,
a Rochdale, una cittadina vicino
Manchester, in Inghilterra, dove
una trentina di tessitori in gran­
de difficoltà si unirono e diedero
vita al primo spaccio cooperativo
con l'obiettivo di "migliorare la
situazione economica e sociale
dei soci".
Con questo sistema non solo si
potevano tenere bassi i prezzi
dei prodotti, ma anche curare la
qualita' e, in caso di guadagno,
dividere eventuali utili.
I principi di quei pionieri erano
molto semplici.
Ma la cosa straordinaria che vo­
glio mettere in luce è che questi
valori sono rimasti, ancora oggi,
a fondamento del sistema coope­
rativo: l'adesione libera e volon­
taria, il controllo democratico,
un interesse limitato sul capitale,
la neutralità politica e religiosa,
lo sviluppo dell'educazione.
Tutti questi principi si sono evo­
luti nel tempo, ma nella sostanza
rappresentano ancora oggi il si­
stema dei valori alla base
dell'idea cooperativa.
In altre parole, l'unione fa la
forza ed evita di dover dipendere
da meccanismi di assistenza.
L
'elezione del Pon­
tefice argentino è
stata una sorpresa
per tutti. Non era stata pre­
vista neppure come ipotesi,
che potesse essere il cardi­
nale Bergoglio, il nuovo
vescovo di Roma; potrem­
mo tranquillamente crede­
re che, questa volta, in mo­
do particolare, i cardinali
siano stati ispirati dallo Spi­
rito Santo. Intanto, per la
scelta del nome: France­
sco; è questo un evento ec­
cezionale perché è il primo
Papa a chiamarsi così, e per
il valore simbolico che tale
scelta rappresenta. Il riferi­
mento a Francesco d'Assisi
contiene in sé tutto un pro­
gramma. La Chiesa, come
istituzione terrena, nel cor­
so dei secoli, è stata sempre
sedotta dalla tentazione dei
beni materiali; non saremo,
pertanto, così miopi da li­
quidare, come taluni de­
trattori fanno, con un giu­
dizio negativo, tutto
l'operato della sua millena­
ria storia. Saggia è, perciò,
la distinzione agostiniana
tra la "Civitas terrena" e la
"Civitas Dei"; si potrebbe
dire, semplificando, tra co­
loro che operano lascian­
dosi trascinare dagli inte­
ressi materiali e quelli che
vivono intensamente la pa­
storale cristiana, mettendo
in atto, attraverso infinite
opere caritatevoli, il mes­
saggio di Cristo. Da questa
prospettiva, la Chiesa van­
ta, storicamente, grandi
meriti, per ciò che riguarda
le opere di carità, gli aiuti
ai più poveri e deboli, a
quelli che soffrono, in tutto
il mondo ed in tutti i tempi.
Innumerevoli sono state le
iniziative promosse dai cat­
tolici in campo sociale. A
questo proposito, ricorde­
remo, come cooperatori
del credito, la grande im­
portanza che riveste, per la
storia del movimento del
credito cooperativo, l’enci­
clica “Rerum Novarum” di
Papa Leone XIII del 1891,
che, con grande sensibilità
e opportunamente, il presi­
dente della BCC di Scafati
e Cetara, Massimo Caval­
laro, richiama, in tutte le
circostanze.
Dopo quella lettera aposto­
lica, motivato anche dal
successo che il primo mo­
dello di Cassa Rurale aveva
avuto in Germania, ad ope­
ra di F.G. Reiffesen, il mo­
vimento cattolico, in Italia,
diede un forte impulso allo
sviluppo di questi partico­
lari enti mutualistici, che si
diffusero rapidamente al
nord ed al centro sud.
Nel solco di questa tradi­
zione si muove il pensiero
di papa Ratzinger che è sta­
to, da sempre, un profondo
studioso di teologia e un
apprezzato teorico della
dottrina sociale della Chie­
sa; il Pontefice dimissiona­
rio è diverso, per tempera­
mento, dal neo eletto; il
primo appariva chiuso e ti­
mido di carattere, il secon­
do dotato di un afflato
umano straordinario, tale
da conquistare immediata­
mente il cuore dei fedeli;
nella sua prima apparizione
in pubblico, al momento
continua a pag. 7
2
Informati... è meglio - maggio 2013
ASSEMBLEA
Scafati
Banca di Credito Cooperativo
Assemblea ordinaria e
straordinaria della BCC
Nel corso dell’Assemblea il presidente Cavallaro ha nominato Mons Depalma
Socio Onorario della banca e premiato i soci per i 25 anni di appartenenza
di Basilio Puoti
Intervento del presidente Massimo Cavallaro durante l'assemblea
È
stata un’Assemblea davvero
speciale. Impreziosita dalla
presenza di monsignor
Beniamino Depalma, arcivescovo
di Nola, al quale “per la costante e
affettuosa vicinanza al movimento del
credito cooperativo e per l’altissimo
esempio, pastorale e di vita, messo in
campo a difesa dei valori della
cooperazione e della solidarietà”, è
stato conferito il titolo di socio
onorario della BCC di Scafati e
Cetara. La decisione è stata presa dal
Cda del 18 marzo scorso, su
sollecitazione di larga parte della
compagine sociale. Alla presenza di
don Lino D’Onofrio, vicario
generale del vescovo, di don
Salvatore e don Giovanni, parroco
e viceparroco della chiesa di San
Pietro Apostolo, il presidente
Massimo Cavallaro, rivolgendosi a
monsignor Depalma, ha ricordato i
principi fondamentali “che ci vedono
impegnati quotidianamente nell’agire
di cooperatori cristiani del credito”. In
primo luogo, il termine
“cooperazione” che significa
“operare insieme” e più in generale,
“lavorare insieme per un fine
comune”.
“La cooperazione – ha aggiunto – non
tollera alcun tipo di discriminazione.
Pone tutti sullo stesso piano e a tutti
offre le stesse opportunità, liberando le
capacità di agire e lavorare per un fine
comune. Come Lei ci ha insegnato,
bisogna guardare col cuore, nel cuore:
bisogna indicare atteggiamenti da
assumere che partono da un cuore che
si interroga e vuole incontrare l’altro.
L’altro riconosciuto come uno stimolo,
un’esortazione, un richiamo,
un’istanza. A questi suoi insegnamenti
la Presidenza, il Consiglio di
amministrazione, il personale della
nostra Banca ha ispirato da sempre il
suo agire quotidiano. Certi di poter
contare anche per il futuro sulla Sua
vicinanza ci affidiamo alle Sue
preghiere”.
Il vescovo Depalma ha espresso un
cordiale saluto a tutti e “viva simpatia
per il lavoro che svolgete sul territorio
e per il gesto di amicizia che volete
corrispondere alla mia persona e
all’Istituzione che rappresento, la
Chiesa”. Il vescovo ha fatto
riferimento alla Rerum Novarum e
alla grande storia delle banche
cooperative, “una storia fatta di
solidarietà, di attenzione verso le piccole
imprese, i bisogni, le sofferenze della
povera gente. Un’attività svolta lungo
le strade dell’umana esistenza che va
controcorrente rispetto alla mentalità
comune che fa del profitto, dell’interesse
ad ogni costo, il proprio fine assoluto.
Ammiro la vostra opera come cristiano,
numero ventinove
3
ASSEMBLEA
Scafati
Il vescovo in una foto ricordo con il Consiglio di Amministrazione
prima di tutto”. Il vescovo ha
sottolineato la necessità di nuovi stili
di vita, di maggiore attenzione verso
le reali esigenze dell’uomo. “La crisi
che sta crocefiggendo tante persone e
imprese ci sta facendo riscoprire un
valore (forse) dimenticato, quello della
solidarietà – ha proseguito –. Sono
convinto che il momento si possa
superare stando “insieme”, mettendo
in rete quanto abbiamo e quanto
siamo. È necessario però puntare sul
cuore, sul vincolo di umanità, sul
sentimento di appartenenza gli uni agli
altri. L’umanità ci unisce, Gesù Cristo
ci unisce tramite il battesimo. A voi
della BCC di Scafati e Cetara dico:
siate motivo di grande speranza, siate
una nuova primavera per tutti. La
speranza – diceva il filosofo francese
Gabriel Marcel – è un’attiva lotta
contro la disperazione. Che Dio
benedica la vostra associazione, e se
Dio veglia su di voi non c’è posto per
la paura. Affidatevi alla provvidenza
di Dio, perché insieme possiamo
costruire quella che Paolo VI chiamava
la civiltà dell’amore, solo l’amore è il
nostro DNA”.
Il presidente Cavallaro ha ringraziato
monsignor Depalma per le sue
4
Informati... è meglio - maggio 2013
parole: “ci danno forza e ci hanno
sempre indicato la strada da percorrere
verso una crescita responsabile e
un’opera in difesa degli ultimi, un
percorso non facile che continuiamo a
seguire con caparbietà, filtrando tutto
attraverso il cuore, secondo i valori
cristiani della mutualità e solidarietà”.
Il presidente ha poi consegnato al
vescovo il distintivo raffigurante le
2C (di cooperazione e credito) e
una pergamena-ricordo. Dopo aver
ricevuto la tessera di socio onorario,
monsignor Depalma ha apposto la
propria firma sul Registro dei soci
onorari, dove ha anche lasciato una
dedica alla famiglia della BCC di
Scafati e Cetara.
L’Assemblea
Dopo il saluto del vescovo è
cominciata – alla presenza del
direttore di Federcampana
Francesco Vildacci, del notaio
Claudia Pretaglia e dei
rappresentanti del comitato
promotore della Banca di Credito
Cooperativo dei Comuni Nolani,
Alfredo Mazza (presidente), Vito
Barone (vicepresidente) e Patrizia
Nulli (responsabile
giuridico/legale) – l'Assemblea
straordinaria e ordinaria durante la
quale il presidente Massimo
Cavallaro ha ricordato il momento
di estrema crisi vissuto dalla nostra
economia, a fronte del quale, parte
del Sistema bancario ha evidenziato
alcuni limiti e ha manifestato le sue
difficoltà a intervenire soprattutto
in favore dell’economia locale.
“La nostra Banca – ha spiegato – ha
svolto, come sempre, la sua “naturale”
funzione, rafforzando il proprio legame
con il territorio e ponendosi al fianco
dei propri Soci, delle Pmi, delle
famiglie. La nostra BCC costituisce un
presidio e una “infrastruttura”
indispensabile e moderna (perché
partecipata), autogestita, vocata al
benessere economico e sociale delle
comunità. E’ parte di una rete che deve
trovare nelle “economie di rete
sistemica” ulteriori e più adeguati
strumenti e soluzioni per modernizzare
la propria offerta di servizi senza
escludere la possibilità di estendere
l’approccio mutualistico in campi
decisivi come quelli dell’energia, del
welfare, in collaborazione con le
cooperative di altri settori in stretto
coordinamento con Confcooperative.
ASSEMBLEA
Scafati
Il sostegno ai Soci, alle imprese e alle
famiglie non è mai mancato, cercando
di contrastare le crescenti difficoltà
economiche e finanziarie e la forte
sfiducia nel futuro che pervadeva
l’animo della nostra gente”.
La BCC è chiamata ad una
intelligente sintonia con le comunità
Banca di Credito Cooperativo
rappresentazione numerica di una
visione dell’economia al servizio
dell’uomo e che pone al centro della
propria prospettiva non solo la
dimensione economica, ma soprattutto
la funzione sociale del credito
cooperativo. Ognuno di voi, cari Soci,
ha reso possibile ciò ed è un reale
Il vescovo Beniamino Depalma appone la firma nel libro dei soci onorari
delle quali è espressione, costruendo
una strategia per vincere e superare
il difficile momento, perché come
sostenuto da Einstein, le crisi sono
fatte per essere superate, mettendo
in campo le migliori energie e
capacità, per affrontare la fase
interlocutoria successiva e preparare
una fase di sviluppo diversa dal
passato. “Per fare ciò, al meglio – ha
sottolineato il presidente – dobbiamo
essere uniti, dobbiamo fornire segni
concreti di senso di responsabilità e
lungimiranza. Vogliamo riaffermare
la nostra “differenza”, fondata sui
valori che ci hanno consentito di essere
forse l’unico collante di una società
civile costretta a subire le conseguenze
di una crisi provocata da una
speculazione finanziaria che non
appartiene alla nostra storia né alla
nostra cultura bancaria. Siamo
orgogliosi di evidenziare che il positivo
bilancio 2012 sia anche la
protagonista di quanto sinora
realizzato dalla BCC di Scafati e
Cetara. Per essere Buona Banca
Cooperativa c’è bisogno di
consapevolezza, coerenza e coraggio.
Ed io affermo: saremo migliori domani
ricordando oggi ciò che eravamo,
perché il futuro non e’ una meta da
raggiungere ma ciò che oggi insieme,
uniti, costruiremo”.
Nel corso della riunione i soci hanno
approvato all’unanimità il bilancio
2012. A seguire è intervenuto il socio
Bruno Pagano che ha sostenuto:
“riteniamo che il nostro sia l’unico
modo, vero e autentico, di fare banca.
Da noi il denaro è un mezzo e non un
fine, utile a far crescere le comunità
sotto l’aspetto civile e umano. Oggi si
è perso il vero obiettivo del denaro che
deve produrre lavoro e dal lavoro la
ricchezza. L’uomo deve rimanere il
fine. La filosofia che anima il
movimento cooperativo ruota attorno
ad un valore che, come tale, non può
essere modificato. Scarsa è invece
l’attenzione delle istituzioni che, invece
di valorizzare il movimento, non lo
hanno supportato con leggi adeguate
per favorirne la crescita. Ricoprire, oggi,
un ruolo di responsabilità in un istituto
bancario, considerato la grave crisi che
attanaglia il settore, richiede
uno spirito, a dir poco, audace.
È necessario ridare forza alla
cooperazione di credito, la sola
che può dare risposte al
territorio, alle imprese e alle
famiglie in difficoltà. La
speranza è che si inauguri una
nuova era di sviluppo e di
pace”.
Al professor Pagano, il
presidente ha risposto
ricordando lo scrittore
francese Honoré de Balzac:
“non sono i tempi a essere
corrotti, ma l’uomo; tutto passa
attraverso il cuore e un nuovo
impegno sociale”.
Alla fine dell’Assemblea sono
stati premiati coloro che
hanno maturato “25” anni di
appartenenza alla compagine
sociale.
Soci Premiati
Annarummo Giacomo
Caputo Giovanna
Catapano Guglielmina
Cavallaro Massimino
Cirillo Carmine
Cirillo Luigi
De Vivo Gerardo
De Vivo Giuseppina
Di Lallo Francesco
Librera Carmine
Marino Gaetano
Nastri Aniello
Nastri Donato
Romano Mario
Sergio Annunziata
Sergio Silvana
Tammaro Anna Palma
Tortora Alfonso
Vanni Benito
numero ventinove 5
ECONOMIA
Diritto e credito
Lo smarrimento
del titolo di credito
di Domenico D'Auria
S
ovente, nella quotidianità,
accade di smarrire un titolo
di credito. Le procedure da
adottare quando ciò accade, sono
diverse a seconda se il titolo smarrito
sia un libretto di deposito o un
assegno. Andiamo, nello specifico,
ad esaminare le differenti tipologie
cercando di semplificare al massimo
le diverse casistiche, analizzando, in
primo luogo, la tematica relativa ai
libretti di deposito. Prima di
approfondire l’argomento occorre
precisare che, per analogia, le stesse
procedure sono assimilabili
anche ai certificati di deposito.
La procedura di ammortamento dei
libretti di deposito, e quindi anche
dei certificati di deposito, è
disciplinata dalla Legge n. 948 del
30 luglio 1951, che prevede due
differenti procedure a seconda che
si tratti di libretti di deposito
nominativi o al portatore. Elemento
fondamentale per attivare la
procedura di ammortamento è che
il richiedente non abbia il possesso
del titolo e che sia ignoto
l’illegittimo possessore. In caso di
smarrimento, distruzione o
sottrazione di libretti di risparmio
nominativi, l’intestatario di essi o
chiunque dimostri di avervi diritto
(p.e.: eredi dell’intestatario),
devono farne denuncia all’Autorità
Giudiziaria e, con apposita istanza,
rimettere il tutto alla banca
emittente presso l’istituto ove il
libretto è pagabile. Ricevuta la
denuncia, la banca emittente deve
apporre il fermo nei propri registri
alla partita corrispondente al libretto
denunciato perduto e pubblicare,
mediante affissioni nei propri locali
6
Informati... è meglio - maggio 2013
presso i quali il libretto è pagabile,
un avviso, con la diffida all’ignoto
detentore, a farne consegna
all’istituto emittente o a notificargli
la propria opposizione entro il
termine di 90 giorni dalla data della
pubblicazione del predetto avviso,
con avvertenza che, in difetto
d’opposizione entro il predetto
termine, il libretto sarà considerato
inefficace.
L’opposizione, proposta
dall’eventuale possessore,
circostanziata e corredata delle
prove, deve essere proposta davanti
all’autorità giudiziaria, competente
per valore, nella cui giurisdizione si
trova lo stabilimento dell’istituto
emittente presso il quale il libretto
è pagabile, con citazione da
notificarsi all’istituto, presso lo
stabilimento predetto, e a chi ha
presentato la denuncia.
L’opposizione, tranne il caso in cui
venga proposta dallo stesso istituto
emittente, non è ammissibile senza
il deposito del libretto presso la
cancelleria. Se l’opposizione del
detentore è respinta, il libretto viene
consegnato al denunciante dopo
che la relativa sentenza è passata in
cosa giudicata.
Decorso il termine sopraindicato
senza che il libretto sia stato
rinvenuto o recuperato e senza che
siano state fatte opposizioni, il
denunciante ha il diritto di ottenere
dall’istituto emittente il rilascio del
duplicato. Diversa è invece la
disciplina nel caso di smarrimento,
furto o distruzione di libretto di
deposito al portatore. In tal caso il
legittimo prenditore o chiunque
dimostri di avervi diritto è tenuto a
denunciare la perdita, lo
smarrimento o la trafugazione del
titolo, allo stabilimento della banca
che ha rilasciato il libretto e dove lo
stesso è, di regola, pagabile.
Detta procedura, ben più
complessa, deve necessariamente
essere seguita da un avvocato e
anche i costi sono notevoli sia per
le spese di procedura che per quelle
ECONOMIA
Diritto e credito
legali. Tale ultima problematica ha,
però, perso valore in
considerazione delle stringenti
norme in materia di antiriciclaggio
che, com’è noto, prevedono che i
libretti di deposito al portatore non
possano avere un saldo maggiore
di 999,99 euro.
Esamineremo ora le procedure da
attivare in caso di smarrimento
degli assegni bancari.
L’assegno bancario rimane, ancora
oggi, un valido strumento di
pagamento, molto utilizzato e
diffuso. I casi di assegni smarriti
sono sempre numerosi e
abitualmente le banche trattano
con urgenza e massima attenzione
tutte le richieste di blocco avanzate
dai propri clienti.
Anche in questo caso, la prassi
ordinaria è quella di procedere
all’ammortamento del titolo,
rivolgendosi, come nel caso dei
libretti di deposito al portatore,
all’Autorità Giudiziaria. Con la
procedura dell'ammortamento si
priva il titolo della validità verso
terzi e si ottiene un decreto che ne
autorizza il pagamento o il suo
duplicato. La procedura di
ammortamento non è prevista per
gli assegni emessi con clausola “non
trasferibile”. Quando lo
smarrimento o il furto del titolo
avviene all’interno della banca,
ovvero quando tale fatto è
imputabile ai portavolori addetti al
trasferimento dei titoli, è la banca
stessa che deve procedere alla
denuncia di ammortamento.
E’ prevista poi una procedura
semplificata, molto adottata tra le
banche, tendente ad ottenere il
controvalore del titolo smarrito
mediante la trasmissione tra le
banche della cosiddetta “lettera di
manleva” che è una dichiarazione
con la quale si garantisce alla banca
Banca di Credito Cooperativo
corrispondente che l’assegno è
andato veramente distrutto,
smarrito, ecc. e che, nel caso venisse
successivamente recuperato, la
banca si impegna a restituirlo o a
rifonderne l’importo.
A tal fine si precisa che mediante
un protocollo d’intesa tra ABI e
Confindustria, del 30 giugno 2005,
sono stati concordati alcuni
comportamenti che sia l’impresa
bancaria che ha assunto all’incasso
il titolo, sia l’impresa bancaria
trattaria o emittente devono porre
in essere al fine di concorrere alla
rapida conclusione del ciclo
d’incasso degli assegni.
A tale scopo è previsto che la banca
S O M M A R I O
negoziatrice, ovvero l’impresa
bancaria trattaria, deve, nel più breve
tempo possibile, e comunque entro
15 giorni, completare l’iter per il
tentativo di incasso bonario nei
confronti del traente del titolo. Va
segnalato, altresì, che anche il traente
del titolo deve farsi carico di alcuni
adempimenti e cioè deve accettare
che l’importo del titolo smarrito sia
addebitato sul suo conto.
Di conseguenza anche la banca che
richiede l’incasso dell’assegno
bancario deve impegnarsi a
rilasciare idonea lettera di manleva
volta ad ottenere l’incasso del titolo
smarrito senza la sua materiale
presentazione.
n. 29 - maggio 2013
Papa Francesco,
il ritorno alle origini
2
Assemblea ordinaria
e straordinaria della BCC
3
La BCC incontra i giovani
10
del Liceo Caccioppoli di Scafati
“Da Matteo”,
12
Lo smarrimento del titolo
di credito
6
il ritrovo ideale per vip e turisti
Umberto Giorgio,
una vita per il commercio
8
Ferdinandea,
l’isola che non c’è più
14
numero ventinove 7
IMPRESE
Scafati
Umberto Giorgio,
una vita per il commercio
Il suo negozio di abbigliamento è in via Cesare Battisti dal secondo dopoguerra
di Basilio Puoti
Q
anni) e soprattutto di due zii, Giu­
seppe e Umberto, che per molti
anni hanno avuto un negozio di ab­
bigliamento in città.
Tutto ebbe inizio nel secondo do­
poguerra. “Dopo aver lavorato per
un po’ di tempo presso l’azienda Del
Gaizo, nell’officina meccanica, dove
ricordo aggiustavamo i carri armati
inglesi, cominciai ad occuparmi del­
la vendita di vestiti. Seguivo i miei
zii Giuseppe e Umberto. Dopo il
servizio militare, poco più che ven­
tenne decisi di aprire un negozio
tutto mio in via Cesare Battisti, in­
sieme alla mia futura moglie Maria
Felicia. Ci sposammo nel 1956. Ini­
zialmente vendevamo non solo abiti,
ma anche articoli di merceria, poi ci
siamo specializzati nell’abbigliamen­
to uomo-donna e bambino. I nostri
fornitori sono di Napoli, Nola o San
Giuseppe Vesuviano”. Qual è stato
il rapporto con
la clientela in
tutti questi an­
ni? “I nostri
clienti apprez­
zano soprat­
tutto la genti­
lezza e
l’educazione –
risponde il
proprietario -.
Cerchiamo
sempre di es­
sere rispettosi
del cliente,
perché il cliente
Il signor Giorgio, la moglie Maria Felicia Cannavacciuolo e la figlia Teresa
si rispetta”.
“Siamo parti­
quant’anni ha girato i mercati setti­ colarmente accomodanti, pazienti
manali della zona. Ha seguito le or­ e disponibili, forse perché siamo i
me del padre Francesco (che però proprietari”, ammette Teresa.
perse quando aveva appena cinque Oggi, però le cose non vanno più
uello di Umberto Gior­
gio è uno dei negozi sto­
rici di Scafati. È lì, in via
Cesare Battisti, dal lontano dopo­
guerra. Al suo interno si può trovare
di tutto: abbigliamento per tutte le
età, per tutte le tasche e tutte le sta­
gioni. E ancora: biancheria, cappelli,
ombrelli e tanto altro.
Al negozio incontro il signor Gior­
gio, la moglie Maria Felicia Canna­
vacciuolo e la figlia Teresa. È que­
st’ultima a rompere il ghiaccio e a
celebrare il papà: “il commercio ce
l’ha nel sangue, nel DNA”, assicura
Teresa, che ha due figli ed è sposata
con Antonio Galasso che fa il cu­
stode presso l’area archeologica del­
l’antica città di Stabiae. Umberto
Giorgio, ottantaquattro anni non
ancora compiuti, è un uomo d’altri
tempi. In vita sua ha sempre fatto il
commerciante di vestiti. Per cin­
8
Informati... è meglio - maggio 2013
Umberto Giorgio all'interno del suo negozio
bene come una volta. Lo conferma­
no i due coniugi. “Troppe tasse, po­
chi parcheggi per i clienti, e la nascita
di grandi centri commerciali stanno
affossando il commercio al minuto
– chiarisce Umberto Giorgio –. Nel­
la sola via Cesare Battisti sono alme­
no una ventina i negozi chiusi. Cosa
ci vorrebbe? Sicuramente, un mag­
giore controllo stradale. Via Cesare
Battisti è spesso in balia di auto par­
cheggiate male e scooter che sfrec­
ciano sui marciapiedi. Inoltre, biso­
gnerebbe contrastare seriamente il
commercio abusivo: anche gli extra­
comunitari, che siano nord africani
o cinesi, devono pagare le tasse co­
me le paghiamo noi. Non è razzi­
smo, ma è lotta per la legalità e l’u­
guaglianza. Ma vi pare una cosa
giusta che uno che ha lavorato per
sessant’anni si ritrovi una pensione
di appena 128 euro al mese?”.
La crisi poi ha complicato ancor di
più le cose. “Si vende poco – rincara
la dose Teresa – nonostante si cerchi
di offrire gli articoli a prezzi bassis­
IMPRESE
Scafati
simi”. La signora Giorgio ascolta in
silenzio e di tanto in tanto annuisce.
“Da circa vent’anni non “faccio” più
il mercato – racconta il proprietario
del negozio – eppure tutte le notti
sogno di andare con il mio furgone
al mercato settimanale di questa o
quella città, oppure di rammaricar­
mi perché un collaboratore non è
venuto ad aiutarmi. I miei familiari
mi prendono in giro, ma non ci pos­
so far nulla, ho sempre fatto questo
nella mia vita, e ancora oggi cerco
di dare una mano a mia figlia”.
Da quasi 25 anni, fin dai tempi della
presidenza Nastri, Umberto Gior­
gio è socio e cliente della Banca di
I coniugi Giorgio in una foto degli anni '50
Credito Cooperativo di Scafati e
Cetara. Ricorda con emozione e
piacere le gite sociali (dal Marocco
alla Spagna)che ha fatto, fino a qual­
che tempo fa, insieme alla moglie e
agli amici della banca. “Negli ultimi
anni la BCC è cambiata molto. In
meglio – ci tiene a precisare il signor
Giorgio -. Il presidente Massimo
Cavallaro è una persona socievole
e umana, specialmente con le per­
sone più umili. Ti da’ soddisfazione
se hai un problema. Ti ascolta e ti
aiuta. È sempre disponibile. Man­
tiene le porte aperte a tutti”.
Banca di Credito Cooperativo
segue da pag. 2
Papa Francesco: il ritorno alle origini
Papa Francesco Bergoglio
della proclamazione, sembrava in pre­
da ad uno shock emotivo e come tra­
volto da un impegno molto più gran­
de delle sue possibilità. Questa
preoccupazione ha accentuato il suo
disagio, per cui ha esordito con un
"buonasera a tutti", proprio come si
fa nelle più rituali vicende della nostra
vita; questo gesto semplice, in
un'occasione così solenne, ha suscita­
to un sentimento di viva simpatia e
di forte emozione. Ed è subito venuta
fuori, nel prosieguo del suo discorso,
una personalità umile, piuttosto infa­
stidita dai fasti del cerimoniale che
poco si addice al suo temperamento
ed educazione religiosa. Per Lui, sem­
mai, il potere è servizio, esercizio con­
tinuo di agapica disponibilità, nella
ricerca instancabile dell'amore di Dio,
che proprio come il poverello di As­
sisi, Egli riconosce nel Creato, in tutto
il Creato e in tutte le creature. S.
Francesco rinunziò a tutti i suoi averi
e scelse la povertà, quale sua sposa
("Et coram patre le si fece unito….”,
come immortalato nel canto XI del
Paradiso di Dante). L’autore del
“Cantico delle Creature” si muove
sulle orme del Vangelo, su cui ha mo­
dellato la Regola del suo ordine.
Dopo la sua morte l'ordine dei fran­
cescani si divise in "spirituali", rigo­
rosamente fedeli alla regola france­
scana della povertà e "conventuali",
che reclamavano il possesso dei beni
materiali. Conosciamo un po’ tutti le
vicende che portarono Martin Lute­
ro, nei secoli successivi, alla storica
protesta e alla definitiva rottura con
la Chiesa di Roma.
Da qui, la decisione del ribelle mona­
co di Eislaben di appendere, alla cat­
tedrale di Wittenberg, le 95 tesi teo­
logiche; questo evento si può
considerare come l'atto ufficiale di
nascita del protestantesimo.
Oggi la Chiesa attraversa uno dei
periodi più duri e difficili della sua
storia. Un dato è incontrovertibile:
siamo ad una svolta epocale per la
comunità ecclesiale e per un nuovo
modello di società, che ancora stenta
ad affermarsi.
Per la Chiesa sarà quindi salutare un
nuovo bagno di spiritualità, una "re­
novatio ab imis" introdotta dal massi­
mo pastore della cristianità che ripro­
pone, al centro della sua divina mis­
sione, il progetto di un cristianesimo
primitivo, in grado di riscoprire le sue
origini; per la società civile, invece, i
risultati delle recenti elezioni, hanno
cambiato l'architettura politica del
nostro Parlamento, sul quale si pro­
ietta l'ombra della ingovernabilità.
Il socio Bruno Pagano
Se, dunque, trascorsa la tempesta elet­
torale, deposto ogni ardore giacobino,
prevarranno i sentimenti di razionalità e responsabilità, potremo dire
che un ciclo storico si è definitivamen­
te concluso ed uno nuovo, denso di
speranze per l'avvenire, si sta dischiu­
dendo all'orizzonte.
numero ventinove
9
CULTURA
Verso il centenario
La BCC incontra i giovani
del Liceo Caccioppoli di Scafati
La cultura della banca per lo sviluppo della comunità
di Gabriele ACANFORA
L
a Banca e la Cultura. La
Cultura della Banca per
lo Sviluppo della
Comunità. Risparmio,
centralità della persona, vantaggi
sociali del profitto”. Questo il tema
degli Incontri di educazione
finanziaria con la comunità
scolastica, iniziati lo scorso 13
Cooperativo di Scafati e Cetara, la
sua storia, la sua missione, avviando
nel contempo una articolata
riflessione sulla Cultura della
Cooperazione e della Mutualità, sul
ruolo sociale e la funzione di volano
di sviluppo, da parte di una antica
banca locale quale è la BCC.
Guidati da esperti del credito
stage in una delle sedi della Banca
per scoprire da vicino il mondo
dell’economia e le prospettive
occupazionali.
Il preside Domenico
D’Alessandro, nel delineare i
contenuti dei seminari, ha
evidenziato quanto sia necessario
per i giovani d’oggi, possedere
Da sinistra i professori Giovanni Cirillo e A nna Mari a A scol ese, il presidente Massimo Cavallaro e il Preside Domenico D'Alessandro
marzo presso il liceo statale “R.
Caccioppoli” di Scafati e che
termineranno nella primavera del
2014, a significare che solo
l’incontro tra la cultura bancaria e
il mondo della scuola può
determinare uno serio sviluppo
sostenibile.
La finalità degli Incontri è far
conoscere la Banca di Credito
10
Informati... è meglio - maggio 2013
cooperativo, e coordinati dai
docenti Anna Maria Ascolese e
Giovanni Cirillo, gli studenti
scopriranno com’è organizzata una
banca, quali sono i ruoli e le
responsabilità dei diversi operatori,
gli obblighi e le tutele per i clienti
alla luce della normativa vigente.
Al termine del percorso i più bravi
e motivati potranno svolgere uno
essenziali conoscenze sul sistema
bancario, le funzioni più importanti
svolte dai diversi istituti di credito,
come compiere comuni operazioni
bancarie, di deposito o di
finanziamento.
D’Alessandro ha ringraziato la
Banca di Credito Cooperativo per
aver voluto, in occasione delle
iniziative volte a celebrare il
CULTURA
Verso il centenario
Centenario della fondazione,
cominciare proprio dal Liceo
“Cacciopppoli” un percorso di
informazione e sensibilizzazione sui
temi della finanza e dell’economia,
estremamente utile in una scuola, lo
Scientifico, che non annovera tra le
discipline curriculari né materie
economico-finanziarie, né di tecnica
commerciale.
Il presidente del Consiglio di
amministrazione della BCC di
Scafati e Cetara, Massimo
Cavallaro ha raccontato come, sulla
spinta dell’Enciclica sociale “Rerum
Novarum” di papa Leone XIII, sia
nata la Banca, quasi 100 anni fa, e
quanti copiosi frutti abbia dato alla
nostra Comunità il lungimirante
impegno dei padri fondatori. Il
presidente ha poi sottolineato come
la differenza rispetto alle altre forme
societarie stia nella centralità della
persona, nella motivazione sociale
del profitto e nel legame con i valori
di mutualità, cooperazione,
associazionismo. “La Banca di
Credito Cooperativo – ha aggiunto
– è una banca locale. A differenza
delle altre banche non persegue
scopi di profitto; reinveste gli utili,
sotto forma di interventi di sostegno,
a vantaggio dei soci, dei clienti e delle
Comunità del territorio. Ogni banca
di credito cooperativo è espressione
del territorio. I valori fondanti, la sua
missione sono la centralità della
persona, la solidarietà, la
partecipazione. Sostiene le persone
che vivono e lavorano nel territorio
dei suoi Comuni, in autonomia,
affinché il risparmio raccolto si
trasformi in volano, in energia per
lo sviluppo dell'economia locale. La
Banca di Credito Cooperativo nulla
porta fuori dal territorio, mantiene
e reinveste la ricchezza laddove viene
prodotta. E’ vicina alle famiglie e alle
Banca di Credito Cooperativo
piccole e medie imprese perché,
nell’erogazione del credito, non
conta solo quanto ha quella persona,
ma chi è, qual è la sua storia, quanto
i valori dell’onestà, della coerenza
abbiano illuminato la sua azione. Il
localismo è la sua caratteristica.
La promozione del risparmio sancito dalla nostra Costituzione
quale stile di vita in opposizione al
consumismo dilagante e strumento
per aiutare chi ha necessità - è la sua
vocazione”.
Il risparmio viene promosso e
valorizzato; consente la sussidiarietà
poiché, come recita la Gaudium et
Spes, “l'uomo è l'autore, il centro e
il fine di tutta la vita economico e
sociale”. L’attenzione dei giovani
partecipanti è stata costante e le
numerose, e non convenzionali,
domande e richieste di chiarimento,
alla fine della relazione del
presidente Cavallaro, hanno
testimoniato quanto gli incontri tra
cultura bancaria e mondo della
scuola, e quindi dei giovani, nostro
futuro, possano, allargare gli
orizzonti e favorire uno sviluppo, a
misura del nostro territorio e delle
sue esigenze occupazionali.
Periodico informativo della Banca
di Credito Cooperativo di Scafati e Cetara
numero ventinove - maggio 2013
direttore responsabile
Basilio Puoti
art director
Clemente Falanga
Hanno collaborato
Gabriele Acanfora
Domenico D'Auria
Carmine Librera
Bruno Pagano
Enrico Ursini
www.bccscafati-cetara.it
[email protected]
Reg. Tribunale di Nocera Inf.
n. 7/07 del 3 maggio 2007
numero ventinove
11
IMPRESE
Vietri sul Mare
“Da Matteo”,
il ritrovo ideale per vip e turisti
di Basilio Puoti
Attori e cantanti fra i
clienti della storica cartoedicola di Vietri sul Mare
È
molto più di una semplice
“edicola – cartoleria”, come
invece recita l’insegna. “Da
Matteo” a Vietri sul Mare è, da
trent’anni, un punto di incontro per
vip, turisti, sportivi e politici (più o
meno famosi) che passano del
tempo in costiera amalfitana. I suoi
proprietari, Matteo Striamo e
Cecilia Benincasa, sono salernitani
d’origine e vietresi di adozione. Il
negozio è a Vietri, alla fine di corso
Umberto, dal lontano 1983 quando
i due salernitani, appena fidanzati,
decisero di aprire una cartolibreria.
Tre anni dopo arrivò il matrimonio
e, con esso, due figli, Michele e
Simona. Entrambi studenti, di tanto
in tanto, danno una mano ai genitori
nell’esercizio commerciale che, nel
2003, è stato spostato, ma solo di
pochi metri. Da allora il negozio è
vicinissimo alla filiale della Banca di
Credito Cooperativo di Scafati e
Cetara. A separarli è appena qualche
metro.
I rapporti con l’istituto di credito
sono buoni. Lo conferma Matteo
che è stato socio e cliente prima della
Cassa rurale e artigiana di Cetara, e
– dopo la fusione – della Banca di
credito cooperativo di Scafati e
Cetara. “I miei rapporti con i
presidenti Nastri e Cavallaro, e
soprattutto con i direttori di filiale –
Chirico, Maisano, Librera, Nastri,
Verrusio – che si sono susseguiti,
sono stati sempre ottimi. È una
12
Informati... è meglio - maggio 2013
Cecilia e Matteo Striamo nella edicola-cartolibreria.
banca molto presente sul territorio
e vicina alla gente. Ho partecipato
anche ad una gita sociale, organizzata
dalla BCC a Sharm el Sheik, e
insieme a mia moglie siamo quasi
sempre presenti alla cena di fine
anno: sono momenti, piacevoli, utili
per stare insieme agli amici. Da
diversi anni la BCC contribuisce alla
buona riuscita di un torneo
dilettantistico, il memorial Palione,
che si svolge a Dragonea di Vietri sul
Mare ed è organizzato
dall’Associazione 206, con la quale
collabora mio figlio Michele”.
Finalmente metto piede in quello
che è una sorta di tempio delle star.
Aldilà del fatto che “Da Matteo” i
clienti vi possono trovare un’ampia
gamma di prodotti (libri, giornali,
materiale per l’ufficio e la scuola,
cartoline turistiche, ricariche
telefoniche online e altro ancora) e
di servizi, ovvero la possibilità di
giocare alle lotterie istantanee (i
gratta e vinci, per intenderci) e a
quelle tradizionali, come la Lotteria
Italia.
“Nel corso di tutti questi anni –
afferma Cecilia Benincasa – da
semplice cartolibreria siamo
diventati un negozio completo. Da
noi è possibile giocare al
Superenalotto e ad altri giochi. In
trent’anni abbiamo venduto diversi
biglietti vincenti”.
Le pareti della cartolibreria sono
tutte tappezzate di fotografie, tra cui
spiccano quelle raffiguranti Ernesto
Che Guevara e quella che ritrae un
sorridente Matteo insieme a Diego
Armando Maradona che, nel 2005
venne, in Italia per ritirare al Lloyd’s
Baia hotel il premio al talento “Baia
sotto le stelle”. Altre, in bianco e
nero, raccontano una Vietri sul Mare
d’altri tempi. Non mancano le foto
dei due figli, e una della curva sud
IMPRESE
Vietri sul Mare
Banca di Credito Cooperativo
della Salernitana stracolma di tifosi
festanti, a riprova dell’amore di
Matteo per la squadra della propria
città, che fa il paio con la passione
che ha per l’Inter. Come se non
bastasse, su un’altra parete spiccano
varie foto di “vip” che sono passati
per l’edicola, da Nanni Moretti a
Vittorio Sgarbi, da Katia
Ricciarelli a Lino Banfi, dai
calciatori Perrotta e Mauri ai
cantanti Peppino Di Capri e Mario
Biondi, per citarne solo alcuni.
Sul soppalco, in bella mostra Matteo,
ha esposto una ventina di magliette
di alcuni calciatori di serie A e B. Tra
queste spiccano quella di Totti,
autografata da “er pupone” al figlio
Michele, quella giallorossa di
Cassano, la “viola” di Torricelli e
la rossonera di Robinho; ma ci sono
anche le casacche di Chievo, Bari,
Genoa, Palermo, e altre ancora.
“Nella nostra edicola – aggiunge la
signora Striamo – sono passati molti
turisti, soprattutto americani ed
europei, ma anche vip e personaggi
famosi tra i quali ricordo con piacere
gli attori della serie televisiva “Capri”
(Kaspar Capparoni e Antonella
Matteo Striamo con Vittorio Sgarbi e Katia Ricciarelli
Stefanucci) e del film “Due
imbroglioni e... mezzo!” (Sabrina
Ferilli) che hanno girato parecchie
scene a Vietri sul Mare. Abbiamo
lavorato molto con lo staff di
“Capri”. È stato molto gratificante”.
Poi, il vento è cambiato. “La
situazione negli ultimi anni è
peggiorata”, ammette il proprietario.
“I fitti sono troppo alti e le persone
comprano sempre meno giornali –
sostiene Matteo Striamo –. La crisi
che ha colpito il commercio non ha
risparmiato nemmeno il nostro
settore”. “Sopravviviamo”, chiosa la
moglie.
Nel frattempo, nel negozio sono
entrati in rapida successione un
consigliere comunale di Cava de’
Tirreni, il presidente della Pro loco
di Vietri, ed alcuni amici. Di tanto
in tanto l’edicola – cartoleria si
trasforma in un crocevia della
politica locale. Un luogo dove stare
insieme, passare un po’ di tempo e
fare due chiacchiere tra amici…
Azienda
“Da Matteo”
Settore: commerciale (edicolacartolibreria)
Anno fondazione: 1983
Proprietari: Matteo Striamo e
Cecilia Benincasa
Prodotti: giornali, libri, materiale
per l’ufficio e la scuola, cartoline,
ricariche telefoniche, lotterie
istantanee e tradizionali
Indirizzo: Corso Umberto 112,
84019 - Vietri sul Mare (Sa)
Tel.: 089.210044
L'edicola è a pochi passi dalla filiale della BCC di Scafati e Cetara
numero ventinove
13
STORIA ECONOMICA
Ferdinandea
Ferdinandea, l’isola che non c’è più
Una controversia internazionale, dai Borboni ai nostri giorni
di Gabriele Acanfora
I
l 16 luglio 1831, tra altissime colonne di fumo
nero, materiali vulcanici incandescenti,
esalazioni sulfuree, accompagnata da enormi
boati, emerse dal mare di Sicilia, una nuova isola,
nera: FERDINANDEA.
Ne parliamo per ricordare quanto sia stata difficile
l’esistenza del Regno dei Borbone, posto al centro
del Mediterraneo, secolare campo di battaglia di
Francia e Inghilterra, e per scoprire che quel lembo
di terra, ancora oggi, è al centro di una possibile
controversia internazionale.
Grande circa 4 kmq, con un’altezza massima di 70
metri sul livello del mare, abbellita da due laghetti
di acqua salata e acidula, Ferdinandea era “la testa
di un vulcano in piena eruzione”, che si innalzò tanto
da diventare un’isola vera e propria.
Si trovava al centro del Canale di Sicilia, sul banco
chiamato dai siciliani Secca di Mare o Secca del Corallo
e sulle Carte Nautiche conosciuta come Banco di
Graham, situato a circa 30 miglia a sud di Sciacca, a
sud ovest di Agrigento.
“Testimoni dell'evento – scriveva all’epoca il canonico
Arena – furono i capitani Trafiletti e Corrao, naviganti
in quel mare (latitudine 37,11 nord e longitudine 12,44
est)”.
Un dipinto raffigurante la nascita di Ferdinandea
Già dal mese di giugno del 1831 violentissime scosse di
terremoto avevano sconvolto le popolazioni, provocando
gravi danni a Sciacca e non poche preoccupazioni a
Palermo.
C’erano stati fenomeni impressionanti: aurore boreali,
conseguenza delle eruzioni vulcaniche, avevano illuminato
le notti non solo in Sicilia, ma anche a Napoli, Roma, e
perfino a Lucca, mentre tempeste furiose squassavano i
litorali. A sud della Sicilia le acque ribollivano e i pesci,
morti per il calore, coprivano le onde. Enormi
massi incandescenti venivano scagliati, da
crateri sommersi, a più di 5 chilometri.
Il primo uomo a mettere piede sulla nuova
isola fu Michele Fiorini. Inviato dalla
Deputazione Sanitaria di Sciacca fece una
rapida esplorazione e se ne andò, mai
immaginando il contenzioso internazionale
che sarebbe poi sorto. Posto al centro del
Canale di Sicilia, lungo l’importantissima
rotta per Malta, l’isolotto vulcanico suscitò
subito la cupidigia di Francia e Inghilterra.
Il 2 agosto dello stesso anno, incuranti che
si trovasse all’interno di un regno sovrano,
fanti di marina sbarcati dalla corvetta inglese
Rapid, al comando del tenente di vascello
Charles H. Swinburne, sbarcarono sull’isola
e, come se fosse una nuova colonia, vi
Cartina del Mediterraneo che indica la posizione dell'isola di Ferdinandea
14
Informati... è meglio - maggio 2013
STORIA ECONOMICA
Ferdinandea
Banca di Credito Cooperativo
Ferdinando II di Borbone re delle due Sicilie
piantarono la bandiera britannica. La chiamarono isola
di Graham, suscitando le proteste di Corrao e dei
siciliani.
“Così il 17 agosto, un arrabbiatissimo Ferdinando II di
Borbone emanò un Regio Decreto che annetteva l’isola
al Regno delle due Sicilie”.
Per niente preoccupati, il successivo 26 settembre i
Francesi inviarono col vascello La Fleche, e la corvetta
La Cornelie, una spedizione scientifica, guidata dal
comandante Derussat e dal geologo Constant Prevost.
Posero la loro bandiera e chiamarono l’isola, Julia. Poi,
le due flotte si incrociarono al largo, minacciose, ognuna
rivendicando per sé l’esiguo pezzo di terra.
Per non perdere eventuali futuri diritti anche l’Austria
inviò una nave, velocissima, l’Ussero, che, a riprova della
conquista, lasciò una targa.
La notizia dello straordinario evento si era, intanto,
diffusa in tutta Europa, cosicché numerosi studiosi
decisero di recarsi sull’isolotto per approfondirne la
struttura.
“L’Università di Catania affidò lo studio dell’isola a
Carlo Gemmellaro, professore di storia naturale. Egli
la chiamò Ferdinandea, in onore di Ferdinando II”.
Il fisico napoletano Domenico Scinà inviò al re un
Breve ragguaglio al novello vulcano apparso nel mare di
Sciacca; lo scienziato tedesco Karl Hoffman redasse
una precisa documentazione; il pittore francese
Edmond Joinville illustrò con acquerelli il sito sorto
dal mare.
La tensione intanto saliva. Le navi rimanevano a
presidiare quello che ognuna riteneva essere un suo
nuovo possedimento, mentre i Siciliani protestavano
per quella che ritenevano un’invasione straniera.
A questo punto intervenne Ferdinando II, che informò
le due potenze, Francia e Inghilterra, che non avrebbe
tollerato altre ingerenze all’interno del suo Regno. Ma
non ebbe risposta.
La tensione salì ancora, mentre le diplomazie si misero
in moto per scongiurare una possibile guerra.
Ferdinando II inviò sul posto la corvetta bombardiera
Etna al comando di Giovanni Corrao, che vi piantò la
bandiera borbonica.
Nel frattempo arrivò il capitano inglese Jenhouse che
si oppose al Corrao, rivendicando l’isola come terra
inglese.
Ferdinandea era, infatti, un’Insula in mari nata, cioè
emersa dal mare: perciò la prima persona che vi avrebbe
messo piede avrebbe potuto rivendicarla. Ma era sorta
in acque borboniche, dunque, apparteneva a
Ferdinando II. La questione diventava sempre più
ingarbugliata. L’isola era borbonica o inglese?
La natura mise tutto a posto. Poiché non vi erano state
colate laviche in grado di consolidarne la struttura,
infatti, Ferdinandea cominciò lentamente a disgregarsi.
L’8 settembre era assai più bassa e l’8 dicembre quasi
scomparsa. A gennaio del 1832 non c’era più.
Sott’acqua, a circa 6 metri di profondità, invisibile,
rimase solo una vasta superficie lavica,
temporaneamente riemersa nel 1846 e nel 1863. Poi,
nulla più.
Ma la storia non finisce qui.
In occasione del terremoto del Belice, nel 1968, le acque
del Banco di Graham furono viste ribollire come se
Ferdinandea dovesse emergere di nuovo.
Immediatamente nel canale di Sicilia furono avvistate
navi britanniche, quasi a pretendere ancora l’isola.
Tempo dopo, il giornale Times di Londra, ripropose la
questione della sovranità inglese su Ferdinandea, in
caso di una nuova emersione. Per evitare future tensioni
internazionali, nel 2002, alcuni sommozzatori siciliani
hanno piantato sul cono più alto di un cratere
subacqueo, la bandiera italiana. E anche una targa. Lo
scrittore siciliano, Andrea Camilleri, infine, ne ha
tratto ispirazione per il piacevole romanzo “Un filo di
fumo”. Basterà?
numero ventinove
15
la Banca della mia Città
Conto Anticipo Fatture
Liquidità per la tua azienda
Grazie a
“Conto Anticipo Fatture”
ho incassato i miei soldi
in poco tempo
Vieni a trovarci in filiale
www.alelio.it
Dal 1914
SEDE E DIREZIONE GENERALE
Via P. Melchiade, 37 - 84018 Scafati (SA)
Tel. 081.857.01.11 - fax 081.8502428
Filiale di POMPEI
Via Mazzini, - 80045 Pompei (NA)
Tel. 081.850.69.31 - fax 081.8506927
Filiale di SCAFATI
Via P. Melchiade, 37 - 84018 Scafati (SA)
Tel. 081.857.01.11 - fax 081.8502428
Filiale di S. MARZANO SUL SARNO
Via S. De Pascale, 72 - 84010 S. Marzano sul Sarno (SA)
Tel. 081.518.65.54 - fax 081.5186557
Filiale di ANGRI
C.so V. Emanuele, 64 - 84012 Angri (SA)
Tel. 081.513.87.11 - fax 081.5138033
Filiale di VIETRI SUL MARE
Corso Umberto I, 116 - 84019 Vietri sul Mare (SA)
Tel. 089.76.10.78 - fax 081.761129
Filiale di CAVA DE' TIRRENI
Piazza S. Francesco - 84013 Cava de' Tirreni (SA)
Tel. 089.445.61.73 - fax 089.4456173
Filiale di S. PIETRO DI SCAFATI
Via A. De Gasperi, 351 - 84018 Scafati (SA)
Tel. 081.850.09.12 - fax 081.8500912
Filiale di CETARA
Corso Garibaldi, 41/43 - 840100 Cetara (SA)
Tel. 089.26.13.13 - fax 089.261192
Filiale di S. MARIA LA CARITÀ
Via Scafati, 41 - 80050 S. Maria La Carità (NA)
Tel. 081.874.27.09 - fax 081.8742987
www.bccscafatiecetara.it
Scarica

maggio 2013 - Bcc Scafati e Cetara