PMI Northern Italy Chapter Dicembre 2013 N. 3 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni ne annuale del Chapter e di elezioni del nuovo Comitato Direttivo. Editoriale Ai lettori Nella rubrica Finestra su chiudiamo il ciclo di Kubunina, dove ritroviamo la nostra Esther Cobos insignita del premio Kerzner come Project Manager of the year. ® di Andrea Guido Biasi, PMP PM di questa newsletter Con questa edizione si chiude un ® altro anno di Newsletter di PMI -NIC. In apertura, Stefano Setti fa un bilancio del 2013 e delle sfide che il NIC ha affrontato e ci presenta quelle del 2014. Cominciamo dagli Articoli, dove leggiamo della creazione del un Program Management Office in Telecom, e della figura del Social Media Project Manager. Nella sezione Eventi troviamo i resoconti degli eventi dei nostri branch. Temi di grande importanza come il contratto e la mediazione nei progetti, la gestione del conflitto con Simona Boghez, il social business, il rapporto tra Project mangement e Ricerca e i progetti nel sociale con l’esperienza della Valle d’Aosta. Recensiamo il nostro primo webinar su di un tema grande attualità: la gestione dei progetti in ambienti multi-culturali. Per i prossimi eventi parliamo della riunio- Nelle Lessons Learned, Cristiano Ottavian ci propone una raccolta di lessons learned su cui riflettere in chiusura dell’anno. Nelle Recensioni, Andrea Innocenti ci racconta un libro sul Portfolio Management, in cui non si parla di procedure, ma di business and management risks. Tra le Notizie, Michele Maritato fa il punto sulla legge 4/2013 e gli impatti sulla nostra professione; riceviamo l’update da parte del team di tradu® th zione del PMBOK 5 edition che è ormai prossimo alla publicazione, facendo il punto sull’ottimo lavoro che è stato fatto. Nel Volunteer’s Corner, troviamo il consueto appuntamento con Michele Ambrosio e le sue domande e le indicazioni di come diventare volontario. Per chiudere, a nome di tutti i volontari del Comitato Editoriale, vi faccio i migliori auguri per un 2014 pieno di sfide e di sodisfazioni. IN QUESTO NUMERO EDITORIALE .......................................... 1 AI LETTORI ........................................... 1 IL CALZOLAIO (OTTIMISTA) E LA GOVERNANCE ....................................... 2 ARTICOLI ............................................... 4 LA GENESI DEL PROGRAM MANAGEMENT OFFICE IN TELECOM ITALIA .................... 4 SOCIAL MEDIA PROJECT MANAGER – IL FUTURO DELLA COLLABORAZIONE .......... 5 EVENTI ................................................... 7 PROGETTI E COMPLESSITÀ 2013. DAL CONTRATTO AL PATTO. ......................... 7 DIALOGHI CON… SIMONA BONGHEZ ...... 9 PROJECT MANAGEMENT IN MULTI-CULTURE ENVIRONMENTS .................................. 11 SOCIAL BUSINESS - PROGETTI E CULTURA DELLE RELAZIONI NEL MONDO DELLA TECNOLOGIA DIFFUSA .......................... 13 PROJECT MANAGEMENT E RICERCA: SINERGIA O COMPETIZIONE? ................. 14 PROGETTI NEL SOCIALE IN VALLE D’AOSTA. ........................................... 15 AGENDA - I PROSSIMI EVENTI ................ 17 FINESTRA SU ...................................... 18 IL PROJECT MANAGEMENT PER IL SOCIALE: KUBUNINA ...................................... 18 LESSONS LEARNED .......................... 19 RECENSIONI ....................................... 21 BUSINESS DRIVEN PROJECT PORTFOLIO MANAGEMENT .................................... 21 NOTIZIE................................................ 22 ® PMI , LEGGE 4/2013 E ISO ................ 22 PROGETTO “ZENO” - LA REVISIONE ® TH ITALIANA DEL PMBOK 5 EDITION ULTIMO CAPITOLO................................ 22 VOLUNTEER’S CORNER .................... 24 3 DOMANDE, 3 VOLONTARI, 3 RISPOSTE TUTTO IN 3 MINUTI ............................... 24 CALL FOR VOLUNTEERS....................... 26 INFORMAZIONI SUL NIC .................... 27 Next >> Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni Il calzolaio (ottimista) e la governance Stefano Setti Direttore Research & Innovation [email protected] Cari amici del NIC, chi abita l’universo dei progetti e appartiene a questa dimensione di continuo viaggio e cambiamento, rischia talvolta di sentirsi esonerato, quasi estraneo al ciclo delle stagioni e immune da ciò che è ripetitivo (le “noiose” operations), ma … c’è un momento in cui anche noi project-nauti non possiamo completamente sottrarci a certi riti : insomma, la fine dell’anno arriva per tutti con il suo carico di oroscopi e bilanci, di sguardi all’ultimo miglio percorso e sforzi per immaginare il futuro. Un traguardo cui giungiamo dopo una serie di anni difficili, non possiamo negarlo. Non abbiamo mai ceduto alla tentazione di fare entrare la “crisi” con enfasi fra i nostri argomenti di confronto, non per paura o senso di tabu, ma perché ci sentiamo naturalmente ottimisti, un po’ per abitudine, un po’ per mestiere. E anche per una serie di indicatori positivi di facile lettura da parte di tutti: in un momento di difficoltà come questo, abbiamo visto crescere con osti- 2 nazione il numero dei soci, il numero dei volontari attivi, la qualità e la quantità di eventi, il numero dei branch e la loro azione propulsiva sul territorio, le idee, gli spunti di miglioramento, le energie. Se, dunque, proprio quando le sfide professionali e personali si fanno più dure su ogni fronte, i soci del NIC non rinunciano a dedicare le proprie risorse, sempre più preziose, a questo cammino di crescita, vuol dire che la posta in gioco è ritenuta di valore. Da qui l’ottimismo, e da qui anche il grande senso di responsabilità che ne deriva: un tale patrimonio di passione ed energia deve essere amministrato con grande attenzione e rispetto. Il 2013 che volge al termine ha segnato certamente un punto di svolta nella storia del nostro chapter: bensì abbiamo aderito ai modelli proposti dal PMI, confrontandoci anche con gli esponenti degli altri chapter, con pragmatismo e spirito di squadra (anche se non è mancato un pizzico di … italian design!). Fin dalle prime fasi di sperimentazione, ci siamo resi conto di quanto fosse doverosa e urgente questa costruzione di un nuovo assetto: ormai da tempo la complessità crescente del chapter e dei bisogni dei soci ci spingeva a dare risposte organizzative coerenti, uscendo dalla fase degli eroismi a favore di una “messa a sistema”, in cui le preziose caratteristiche personali restassero l’ingrediente che “fa la differenza”, ma il chapter diventasse un organismo in grado di crescere e sopravvivere al ricambio fisiologico delle proprie cellule. In tutto ciò, nulla di da “la Settimana Enigmistica” dell’8 agosto 2009 all’inizio dell’anno è stata presentata e resa operativa la nuova struttura organizzativa, un diverso modello di governance basato su deleghe specifiche per i direttori aggiunti e sul maggior coinvolgimento dei volontari a formare team permanenti. In questo abbiamo voluto evitare un esercizio troppo spinto di inventiva e creatività, << Prev / Next >> diverso rispetto alla sfida che devono affrontare quotidianamente le nostre aziende per conservare ed accrescere il proprio patrimonio di conoscenze e comportamenti virtuosi e portarlo all’interno del proprio DNA - sottraendolo così all’avvicendarsi delle persone e alla caducità dei progetti - secondo un principio ologrammatico Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni che è ben noto e caro a chi in questi anni si è confrontato con le Scienze della Complessità: i valori di fondo come un codice genetico inscritto in ogni più piccola porzione dell’organismo. Una … “banale” applicazione a noi stessi di quanto andiamo predicando agli altri in qualità di consulenti, insomma il calzolaio che cerca di farsi un paio di scarpe presentabili. Questo processo appena avviato, come una piantina in fase di crescita, dovrà essere ulteriormente sviluppato e necessiterà ancora di nutrimento e di un presidio vigile. Difficile fare una sintesi dei numerosi fronti che hanno visto i membri del Comitato Direttivo ed altri volontari al lavoro per rodare il nuovo modello di governance, consapevoli dell’importanza della posta in gioco, con pragmatismo e disponibilità al “try & learn”. Solo alcune pennellate: lo sviluppo del sistema dei volontari, vera linfa di crescita, l’inizio di un processo di formazione e di dotazione di strumenti per gli stessi volontari, con al centro il sistema VRMS (grazie a Michela); la progettazione degli eventi, la sperimentazione di nuovi format, il presidio del calendario annuale e dei filoni di approfondimento, la costituzione di un team permanente per lo sviluppo professionale (grazie a Daniele); il lavoro di squadra fra i branch, l’armonizzazione dei contributi che ciascuno di loro ha portato, lontano da ogni campanilismo ma con l’orgoglio dei valori emergenti dai tessuti locali (grazie a Stefano M.); la definizione di un modello per andare verso le aziende e favorire la crescita della comunità dei soci e la loro soddisfazione (grazie a Franco); la messa in moto di una vera struttura di marketing e di comunicazione, verso l’interno e verso l’esterno, la ricostruzione ed il rilancio di un organo importante come il Comitato Editoriale, la traduzione in gadget tangibili (deliverables?) di visione, missione e valori del NIC (grazie a Giorgio); la tutela del patrimonio dei progetti di ricerca condotti negli anni in seno al NIC, lo sviluppo di sinergie con il mondo accademico - anche attraverso il patrocinio di tesi di laurea - e con associazioni professionali complementari (la mia parte). Tutto questo custoditi dal rigore nella gestione dei numeri da parte di Maria Cristina, dal “caterpillar” della gestione organizzativa di Michele e dalle New Ideas Coming di Walter. Non sono però mancate esperienze talvolta abrasive, come il contenzioso con l’Agenzia delle Entrate in occasione della verifica subita, nella quale è stato davvero poco edificante vedere come un ente destinato al controllo della legalità parta dall’assunzione che il soggetto controllato sia “per definizione” in malafede; di questo “bagno di realtà” ci è stato dato conto in occasione dell’assemblea d’inizio anno, ulteriori ragguagli saranno forniti nella prossima assemblea del 24 gennaio. Difficile anche tratteggiare le numerose idee che, anche sulla base delle indicazioni ricevute attraverso le survey ed il contatto diretto con i soci, stanno dando forma ai piani 2014: vogliamo aumentare lo staff di volontari che tengono in movimento la macchina organizzativa; vogliamo presidiare in modo sempre più forte le aree di sviluppo culturale a noi care, che hanno reso il NIC titolare di un certo apprezzato “made in Italy” (PM e scuola primaria, il filone Prog-Etica, la complessità, il benessere, i tool << Prev / Next >> collaborativi a supporto, il PMO, …), vogliamo essere sempre più vicini ai branch per costruire ancora meglio il nostro assetto g-locale ; vogliamo consolidare l’alleanza con l’IIBA Italy Chapter (International Institute for Business Analysis) con cui progetteremo eventi comuni e porteremo avanti progetti di approfondimento di quello che è stato definito the dynamic duo; vogliamo sviluppare un club di università “amiche del NIC” nelle quali promuovere l’insegnamento del project management e il modello che il PMI ha sviluppato per le accademie (GAC) ; vogliamo progettare un Big Event di respiro internazionale; vogliamo … A nome di tutto il Comitato Direttivo Walter, Maria Cristina, Michele, Michela, Daniele, Franco, Giorgio, Stefano (M.), Stefano (S.) - un grazie per il supporto e l’entusiasmo che avete dimostrato durante quest’anno ed un augurio di cuore per un 2014 di soddisfazioni su tutti i fronti. Non abbiate timore di dare il vostro contributo, anche modesto, come volontari: chi l’ha fatto testimonia un “ritorno degli investimenti” … a tassi difficilmente riscontrabili altrove! Appuntamento all’assemblea il 24 gennaio 2014, Buone Feste! ® I non-soci PMI -NIC che volessero iscriversi alla mailing list della newsletter possono farlo scrivendo a [email protected] Passion & Professionalism 3 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni Articoli La Genesi del Program Management Office in Telecom Italia Intervista all’Ingegner Marco La Manna, Program Management VP Telecom Italia La creazione del Program Management Office (PMO) in Telecom Italia è legata a una data molto precisa. Il 25 maggio 2010 il dott. Marco Patuano, oggi Amministratore Delegato di Telecom Italia, in quel tempo a capo della Direzione Domestic Market Operations, decise, coinvolgendo tutta la sua prima linea, di creare una nuova funzione PMO che, partendo dalla identificazione dei progetti determinanti per il successo di Telecom Italia, ne garantisse l’execution. Parliamo di progetti a cui non devono mai mancare risorse e attenzione e per i quali ritardi e scostamenti non sono accettabili poiché il loro successo può fare la differenza tra vincere e perdere. Questo ha dato il via a una serie di incontri che ho avuto con la prima, seconda e parte della terza linea della Direzione Domestic Market Operations per identificare i progetti chiave. In pochissimo tempo sono stati candidati oltre 80 progetti per poi circoscriverne il perimetro a un numero di 20 (ossia quattro-cinque per funzio- 4 ne). Se prima che si costituisse questa nuova organizzazione i progetti nascevano all’interno delle unità organizzative senza una distinzione specifica, la ‘Top 20’ è stata creata per essere seguita, con particolare attenzione, da parte del vertice dell’azienda. Dagli obiettivi del PMO in Telecom al funzionamento: processi, ruoli e responsabilità Partendo dall’identificazione della ‘Top 20’, il PMO ha il compito di supportare questi progetti nel raggiungimento degli obiettivi dando visibilità del loro andamento, in termini di risultati e criticità, al vertice di Telecom Italia. Per arrivare a questo risultato, si è definita, all’interno di Telecom Italia, una organizzazione stabile che segue tutte le attività in questo settore (dalla formazione, alla comunicazione, alla piattaforma informatica). Abbiamo identificato i diversi “Capo Progetto”, in genere dirigenti di alto livello, che sono responsabili del singolo progetto chiave e dei suoi risultati in termini di costi, funzionalità e benefici. Al loro fianco troviamo un’altra figura, il “Responsabile Roadmap”, che ha il compito di supporto operativo alla gestione del Progetto. Nell’ambito della struttura PMO una figura importante è il “Referente di Progetto PMO” che lavora con me ed è a stretto contatto con il “Capo Progetto” e il “Responsabile Roadmap” fornendo supporto metodologico per la definizione del Piano e garantendone l’aderenza agli standard aziendali. << Prev / Next >> Per quanto concerne le modalità operative, in ambito PMO sono previste in Telecom Italia due tipologie di riunione: la prima denominata “Riunione PMO di Progetto” che coinvolge il Capo Progetto, il Responsabile Roadmap, il referente delle tecnologie o di altri ambiti di interesse (IT, Customer Care, etc.), in cui si valuta l’andamento del Progetto e di come rappresentarlo nell’incontro con il Top Management; la seconda, detta “Riunione PMO” è organizzata dall’Amministratore Delegato con la prima linea di Telecom Italia, durante la quale presento lo stato di tutti i Progetti Chiave. In questa riunione, mostro una “fotografia” completa dei ‘Top 20’ attraverso un cruscotto che, insieme con indicatori di performance puntuali, evidenzia, per singolo progetto, le criticità che vanno discusse con il vertice di Telecom Italia. I fattori di successo nella messa a regime del PMO. Per il successo del PMO in Telecom Italia è stato determinante il forte commitment del Top Management, così come l’atteggiamento non invasivo della funzione che ha lavorato in primis sul consenso interno verso la cultura stessa di PMO. Inoltre si è rivelata vincente la sinergia con la Direzione Risorse Umane nello sviluppo della nuova organizzazione, nella definizione dei ruoli, nella scelta delle risorse e condivisione di obiettivi. Naturalmente hanno contributo alla corretta percezione della funzione i primi risultati ottenuti. La soluzione software di Project Portfolio Management: motivazioni della scelta ed elementi di forza Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni della Suite e dell’approccio Cardinis Abbiamo deciso di lavorare sull’organizzazione e sul processo con un approccio top down che lasciasse in seconda battuta la scelta della soluzione informatica. L’architettura IT non doveva essere condizionante, ma è stato il lavoro con le persone e l’identificazione delle esigenze a fare da guida nelle successive valutazioni. Nella seconda parte del 2011, dopo una fase di scouting delle diverse soluzioni presenti sul mercato, è stata scelta la piattaforma Cardinis per poter indirizzare le esigenze della nuova funzione, produrre ad esempio, in modalità automatica tutta la documentazione (roadmap e cruscotto) richiesta nelle riunione PMO di progetto e in quella con i vertici. È infatti fondamentale poter avere una vista integrata del portafoglio Progetti, quindi un cruscotto complessivo dei ‘Top 20’ e poter così gestire indicatori, attività, rischi, tempi e criticità in forma singola e aggregata. Altro elemento molto significativo della piattaforma è la gestione della Work Breakdown Structure, ossia la rappresentazione, anche grafica, delle componenti che costituiscono il Progetto capace di guidare il ‘Capo Progetto’ nella realizzazione e aggiornamento del Piano. Con Cardinis Solutions, la funzione PMO è riuscita con flessibilità a configurare la Suite su ciò che serviva realmente, evitando modifiche ai processi solo per seguire i dettami di una soluzione informatica e senza nessuna dispersione o lacuna nel governo dei progetti. I principali risultati ottenuti dal PMO Il risultato più evidente del PMO, come dice il dott. Patuano, è la capacità di “far accadere le cose” ed effettivamente sono accadute tante cose. Grazie al PMO siamo riusciti a lavorare alla cultura di Project Management facendo crescere le persone mediante una formazione adeguata, attraverso la certificazione di nuove figure professionali creando una community di professionisti del Project Management che condividono informazioni in modalità 2.0. Il raggiungimento degli obiettivi prefissati a monte del Progetto nei costi, tempi e nelle prestazioni è stato l’altro fondamentale traguardo che ha decretato il successo della funzione. Evoluzioni future del PMO Il PMO avviato con successo nella business unit Domestic di Telecom Italia, sta stimolando la nascita di nuovi PMO in altre funzioni di business, nell’IT, nelle customer operations, proprio per replicare modalità, processi e strumenti che stanno funzionando. L’estensione ad altri ambiti aziendali delle prassi già in uso, nonché una univoca rappresentazione delle performance progettuali ai vertici Telecom Italia rendono così possibile una vista evolutiva sia aggregata che di dettaglio per tutte le Direzioni. Inoltre, la collaborazione con la Direzione Amministrazione Finanza e Controllo è un passo ulteriore per avere un tavolo comune nel quale gestire indicatori completi e certificati anche di variabili economico finanziarie. << Prev / Next >> Social Media Project Manager – Il Futuro della Collaborazione Paolo Birsa ® ® BSc, Project Manager PMP , ITIL Le odierne tendenze stanno creando un nuovo panorama per la moderna collaborazione aziendale che si sposta sempre più verso internet e il modo virtuale. Analizziamo le principali tendenze e i loro aspetti peculiari. Il Crowdsourcing sfrutta la potenza delle persone per creare e ideare, consentendo alle parti interessate di riunirsi virtualmente per condividere ciò che sanno e soppesare le idee, dai nuovi prodotti e servizi ai piani di marketing alla brand identity. La Consumerizzazione dell'IT segna un netto spostamento su come la tecnologia si sviluppa e si diffonde: oggi i dipendenti individuano e utilizzano nuovi prodotti e servizi nella loro vita personale e poi cercano i modi per sfruttare la stessa tecnologia nel luogo di lavoro (BYOD, bring your own device – BYOA, bring your own application). La mobilità è il modo in cui il business viene fatto da tutti, dai dirigenti agli addetti alle vendite al personale di supporto ai lavoratori in sede, basandosi su smartphone, tablet e su altri dispositivi mobili per la connettività. 5 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni I Social Media permettono una relazione più efficace tra i dipendenti remoti, ma permette anche ai lavoratori remoti di trovare informazioni e competenze quando ne hanno bisogno, indipendentemente da dove loro o i loro colleghi si trovano. La globalizzazione sta influenzando ogni organizzazione, non solo per raggiungere nuovi clienti e ampliare il pool dei dipendenti, ma anche ridefinendo cosa vuol dire fare business in questo ambiente sempre più multiculturale. In particolare, l’utilizzo dei social media e le attese ad essi connesse stanno crescendo sempre più nelle aziende, ma cresce anche la quantità di lavoro necessario a raggiungere gli obiettivi di trasformazione per poterli utilizzare con profitto. l Project Manager deve garantire che la strategia social accada nei tempi e nel budget, evitando sprechi di tempo e risorse. Molte aziende che decidono di investire nel sociale sottovalutano la quantità di lavoro necessaria per i loro programmi sociali per avere successo. Anche un modesto impegno per virare al social richiede il coordinamento di diverse persone, di servizi e fornitori. Queste necessità vengono talvolta sottovalutate dalle aziende che decidono di investire nei social network. Il crescente utilizzo dei social media e la crescente consapevolezza che è necessario più di qualche post per raggiungere gli obiettivi di business ha fatto emergere sempre di più la figura del Social Media Project Manager. In questo ruolo i PM devono capire gli obiettivi di business, essere in grado di eseguire campagne multiple e dei programmi, misurare l’impatto sociale dei media rispetto agli obiettivi di business e ovviamente 6 comunicare efficacemente. La capacità di comunicazione è essenziale per tutta la gestione del progetto, ma è particolarmente importante per quelle persone che gestiscono i social media team. La natura stessa dei social media è “sociale”.” I PM che non comprendono l’importanza di una comunicazione a due vie e del lavoro collaborativo non avranno successo. Questo non significa che gli aspetti tecnici della gestione del progetto non sono importanti. La capacità di stabilire processi formali può svolgere un ruolo importante nel contribuire a creare, attuare, monitorare e valutare le prestazioni dei programmi social. Al di là dei bisogni specifici di ogni organizzazione nella transizione verso il social business, il Social Media Project Manager dovrebbe avere alcune caratteristiche di base: Appassionato dei social media. Gentile, paziente e sensibile. Orientato ai dettagli e tempestivo. A suo agio con personalità creative e tecniche che possono essere né dettagliate né tempestive. Non eccessivamente fiducioso nella sua abilità nei social media. Eccellente team builder. Non importa quale tipo di programma social un’impresa sta portando avanti, un forte e competente Social PM è un fattore critico. È interessante notare che il rapporto tra social media e la gestione del progetto non è solo a senso unico. I social media possono anche rendere più facile la gestione dei progetti. Diverse software house hanno introdotto una nuova generazione di piattaforme social di gestione dei progetti che sfruttano meccanismi dei social network per migliorare la comunica- << Prev / Next >> zione del progetto, la condivisione delle informazioni e la collaborazione. Questi strumenti consentono ai membri del team di interagire in modo più naturale e di fornire maggiore visibilità al lavoro effettivo che si sta svolgendo nel progetto. Per inquadrare meglio questo aspetto vi propongo una sintesi dei principali strumenti disponibili gratuitamente sul web di uso ormai comune anche fra i meno esperti, con le indicazioni di applicazione: Blogs – Diario online. Utilizzo: viene utilizzato come blocco note o registro di progetto, come archivio di conoscenza. Buono per ottenere feedback sui progressi e la costruzione di relazioni nel team. Esempio: www.thecloudcube.com Micro-blogs – Blog in piccola scala. Messaggi brevi a colleghi e stakeholders. Utilizzo: aggiornamenti rapidi del progetto, aggiornamento diretto del PM SW molto veloce da usare, un ottimo strumento per costruire le relazioni nel team, specialmente se distribuito in location differenti. Esempio: Twitter (@the_cloud_cube) Podcasts/Webinar – On demand audio/video. Utilizzo: training e formazione, comunicazioni di progetto. Quando inizia un nuovo progetto si possono scaricare i podcast relativi a quel settore o argomento e visionarli/sentirli per esempio in palestra o in auto o in altri luoghi differenti dai tradizionali luoghi di lavoro. Esempio: ce ne sono molti sul PM (http://www.project-managementpodcast.com) Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni Eventi Progetti e Complessità 2013. Dal Contratto al Patto. La Ricerca di un Punto D’Incontro tra gli Interessi in Gioco Milano, 15 novembre 2013 Unione del Commercio di Annamaria Giacomelli, PMP e Stefano Marcon, PMP ® ® In apertura Walter Ginevri ci ha ricordato come nel 2008 Francesco Varanini abbia intrapreso un’iniziativa di ricerca sul tema della complessità nel Project Management. Da allora ogni anno nel mese di Novembre viene organizzato un evento di approfondimento di un’area tematica specifica. Nel 2013 il fulcro dell’evento, introdotto e condotto da Francesco Varanini, è il Contratto. Partendo dall’analisi etimologica della parola contratto – cum traere, riportare a sé – Francesco Varanini definisce il contratto come uno strumento che permette di governare la rotta di un progetto complesso. Il documento contrattuale è un compendio che riunisce e sintetizza in un unico testo i vari punti di vista dei diversi stakeholder, introducendo il concetto di peso ed equilibrio dei diversi argomenti del progetto. Il Contratto è stato concepito come strumento per stabilire un Patto e trovare un punto d’incontro, terreno comune sul quale realizzare il progetto, ma nel corso degli ultimi anni di grandi incertezze il vincolo stabilito dal contratto ha subito una sorta di erosione, che si riflette nel peso sempre maggiore delle clausole rimediali introdotte per normare situazioni di mancato rispetto di quanto stipulato e sottoscritto. L’intervento del primo relatore, il giuslavorista Luca Barbieri, introduce interessanti spunti relativi alla necessità di costruzione di un patto fra committente ad appaltatore, che non sostituisce il contratto ma ne è la dimensione sottostante. Dopo aver definito le regole contrattuali, le parti devono formare un affidamento efficiente stringendo relazioni che rendano fluido il rapporto e condividendo uno schema partecipativo che aiuti a mantenere saldo il vincolo contrattuale. << Prev / Next >> Barbieri sottolinea inoltre l’importanza della conoscenza e della fiducia che il committente deve avere nei confronti dell’appaltatore. Decreti Legislativi e codice civile stabiliscono infatti la responsabilità solidale nell’ambito dei contratti di appalto e subappalto prevedendo sanzioni gravi per il contraente in caso di mancanze dell'appaltatore nei confronti dei suoi dipendenti relativi ad aspetti contributivi e previdenziali o alla sicurezza sul lavoro. È di fondamentale importanza che il contraente valuti con la necessaria ponderazione l’affidabilità e compliance normativa dell’appaltatore e che, per tutta la vita del contratto, svolga e documenti le attività di verifica secondo programmi condivisi per migliorare ed abbassare la soglia di rischio. Maria Francesca Francese, avvocato e mediatore, ci induce a riflettere sulla consuetudine di tenere chiuso il contratto in un cassetto e di “rispolverarlo” solo in caso di contenzioso. Il contratto diventa il 7 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni punto di riferimento, ma è stato scritto nel passato senza la concreta possibilità di prevedere la flessibilità effettivamente richiesta nel corso del progetto. Il ricorso in giudizio deve essere evitato; il progetto si blocca e prevalgono solo aspetto e linguaggio giuridico con notevoli impatti economici per entrambe le parti. Dal 2010 esiste la possibilità di introdurre nel contratto la clausula di mediazione, che consente di aprire uno spazio previlegiato di negoziazione dove gli aspetti giuridici sono posti in secondo piano e vengono discussi gli aspetti meramente tecnici. L’avvocato ha il ruolo di mediatore e sono gli stakeholder tecnici, quali i Project Manager, a trovare un accordo che consenta di superare i problemi tra le parti e sbloccare il progetto. 8 In questo contesto gioca un ruolo fondamentale la comunicazione tra avvocato e Project Manager: essendo la lingua giuridica diversa da quella tecnica è fondamentale chiarire bene i concetti in modo tale che gli accordi di carattere esecutivo che si andranno a sottoscrivere siano aderenti alle necessità delle parti. Il terzo ospite dell’evento è Daniele Rizzo, Europe CIO di Autogrill S.p.A, che conferma l’importanza del contratto come strumento di governance di progetto e di riporto di responsabilità interna; a partire dal 2004 ha introdotto in ICT il ruolo di contract manager. Un buon patto contrattuale è fondamentale per il successo di un progetto; è importante chiarire bene che cosa deve essere fatto senza lasciare punti oscuri. La condivisione e lo sviluppo della conoscenza del << Prev / Next >> progetto sono strumenti indispensabili per anticipare le situazioni di conflitto. Daniele Rizzo si è poi soffermato sul concetto di penale come strumento “punitivo”, che nella sua realtà non viene quasi mai applicata. Il Project Manager, che ha il compito di controllare e misurare l’esecuzione del contratto, evita il ricorso alle penali per mantenere un contesto in cui si può continuare a lavorare e quindi salvare il progetto. La minaccia del ricorso alle penali sembra avere quindi una funzione “deterrente“, utilizzata come campanello di allarme per riprendere il controllo del progetto e rimetterlo in carreggiata. Al termine degli interventi è iniziata una fase di grande interazione con la platea che ha stimolato Francesco Varanini e i suoi tre ospiti a ulteriori interessanti riflessioni relativamente alla necessità di far evolvere la tecnica di redazione dei contratti verso l’utilizzo di un linguaggio più vicino alla realtà ed alla collaborazione di Business Analyst, Project Manager e legali nella stesura dei vari contenuti del documento. Gli interventi e le domande sono state tante ed hanno dato dimostrazione di quanto l’argomento sia stato di interesse per i partecipanti e della capacità dei relatori di trattare il tema contrattuale affrontandone sia l’aspetto tecnico-legale che l’aspetto di relazione ad esso sottostante. Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni Dialoghi con… Simona Bonghez Milano 12 Ottobre 2013 Società d'Incoraggiamento d'Arti e Mestieri (SIAM) ® Daniele Di Lorenzo- PMP ,MBA Director of Professional Development ® PMI - Northern Italy Chapter La formula dei “Dialoghi con…” ® con cui il PMI -NIC propone esperienze su specifici temi, si è arricchita quest’anno di una dimensione internazionale. Simona Bonghez, Trainer, Coa® ching e membro del PMI Chapter Member Advisory Group, ha proposto il tema del Conflict Management, argomento sempre di interesse a maggior ragione nel momento in cui viene trattato con un respiro di carattere internazionale. La partecipazione al workshop ha riscosso un immediato interesse arrivando al sold-out in pochi giorni. “A DIFFERENT kind of workshop, a non-conformist workshop, where participants have the opportunity to understand their own behaviors and attitudes as well as those of the others, to identify triggers of conflict, and to apply new strategies to address them.” Simona Bonghez ® to quello proposto dall’SDI (Streght Deployment In® ventory) denominato Relationship Awareness Theory. Questa teoria è stata sviluppata dallo psicologo ed autore Elias H. Porter e si fonda su quattro semplici premesse: Il comportamento è guidato dalle motivazioni per raggiungere l’auto-stima La motivazione cambia in presenza di un conflitto I punti di forza, quando utilizzati in eccesso o male applicati, possono essere percepiti come debolezze I filtri personali influenzano le percezioni proprie e degli altri Porter ha individuato sette temi generali o gruppi di motivi noti come “Motivational Value Systems™ (MVS™). Altruistico–Coltivatore (Blue): si riferisce alla tutela, alla crescita e al benessere degli altri AnaliticoAutonomizzatore (Green): è inerente alla garanzia che le cose vengano correttamente pensate e che l’ordine venga stabilito e mantenuto Assertivo–Coltivatore (Red-Blue Blend): è relativo alla tutela, alla crescita e al benessere degli altri attraverso attività di tipo relazionale e di leadership Assertivo–Regia (Red): interessa la realizzazione dei task e l’organizzazione delle persone, tempo, soldi e tutte le altre risorse per raggiungere gli obiettivi desiderati Flessibile-Coerente (Hub): si riferisce alla flessibilità, al benessere del gruppo, dei membri e della loro appartenenza al gruppo Giudizioso–Competitivo (Red-Green Blend): interessa l’assertività intelligente, la giustizia, la leadership, l’ordine e l’equità nella competizione Cauto–Supporto (BlueGreen Blend): è rivolto all’affermazione e allo sviluppo dell’autosufficienza di se e degli altri; è premuroso nei confronti della giustizia L’approccio seguito, con il supporto di Maria Cristina Barbero, è sta- << Prev / Next >> 9 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni L’obiettivo del workshop era quello di individuare quali fossero i gruppi di motivi a cui i singoli partecipanti appartenevano, sviluppando diversi punti di vista alle medesime richieste come risposta di gruppo al ® framework SDI . Una volta compilato il questionario (Inventory items) sono stati creati i gruppi sulla base delle risposte ottenute . Sono emerse sette anime che hanno lavorato in parallelo esprimendo le proprie idee su alcuni temi tra i quali: 1. Principali cause che creano conflitti nel gruppo 2. Predizione su come Fran, Jack, Peter e Chris (nomi simbolici che identificavano specifiche caratteristiche/colori nel triangolo MVS™) 3. Elenco dei benefici del conflitto costruttivo In tale scenario i conflitti sono emersi immediatamente e all’interno di ogni gruppo sono nate discussioni costruttive per giungere ad una base comune condivisa. Ciò ha evidenziato anche come le esperienze e le caratteristiche personali influenzino le singole scelte apportando un significativo plus al gruppo. Uno dei momenti di estremo interesse è stato quello dell’analisi degli specifici lavori effettuati ed alla intensa interazione che Simona ha innescato con i partecipanti. In particolare sono emersi gli aspetti dei vari colori secondo quanto espresso dalla teoria: 10 Alla ricerca di modi per aiutare gli altri; Garantire ad altri di poter raggiungere il loro potenziale; Difendere i diritti degli altri; Essere pratico; Essere serio; Controllare le proprie emozioni; Ricerca attiva di opportunità per aiutare gli altri; Aperti alle proposte; Persuadere gli altri; Competere per l’autorità; Essere attenti alle opportunità; Accettare l’assunzione di rischi; Essere curioso di cosa pensano gli altri; Sperimentare diversi modi di agire; Essere riconosciuto come flessibile; Fornire una leadership razionale; Essere decisivo e proattivo; Sfidare le opposizioni attraverso riflessione e strategia; Costruire per migliorare il benessere altrui; Supporto per migliorare l’autosufficienza e l’indipendenza; Combattere per i principi; Abbiamo appreso che in caso di conflitto la tendenza della persona è quella di spostarsi lungo la freccia individuata nel triangolo dipendentemente dal livello di conflitto (stage). Il focus si modifica man mano che il livello si innalza fino ad arrivare all’attenzione nei propri confronti. << Prev / Next >> Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni Questa fase ha fatto nascere una serie di domande di approfondimento nonché la volontà di far partecipi tutti delle proprie esperienze passate, come knowledge sharing all’interno di una retrospettiva di progetto. La conclusione di questa esperienza di formazione rivolta alla persona, come consueto per il Professional Development Team, è stata la richiesta di feedback sulla iniziativa. L’interesse verso tematiche che aiutino a comprendere meglio le relazioni con i propri collaboratori, congiuntamente al miglioramento dei propri soft-skill, è stato confermato e ribadito. Simona Bonghez ha saputo coinvolgere gli animi dei partecipanti e trascinare tutti verso una esperien- Project Management in multi-culture environments ® PMI Webinar, 28 Novembre 2013 di Giampiero Tidu, PMP za che ha fatto fermentare l’interesse e la curiosità dei partecipanti. L’organizzazione di nuove iniziative che la vedano protagonista nella esposizione di argomenti coinvolgenti come quelli espressi nei “Dialoghi con…Simona Bonghez”, sembra opportuna già nella programmazione degli eventi del 2014, anche sfruttando la formula molto apprezzata dei webinar. framework di riferimento: l’importanza relativa di hard e soft skills. È proprio da questo punto che implicitamente Enrique dà una prima chiave di lettura, delineando le skill richieste prevalentemente al Project Manager in funzione dell’ambiguità e della multiculturalità dei progetti. L’ambiguità è bassa in progetti ripetibili, con scarsa innovazione; è invece alta in progetti mai eseguiti prima, con elevato impatto sulle persone. ® Ritrovo al proprio computer alle 6:30pm CET del 28 novembre per il webinar in oggetto. Il primo webinar di cui trattiamo in questa NewsLetter. Enrique Fernandez-Pino, spagnolo trapiantato in Inghilterra, ci introduce all’argomento del Project Management in ambienti multiculturali. Il suo intervento, in realtà, ha un respiro più ampio, aiutandoci innanzi tutto a inquadrare il perché della tematica e dandoci un primo importante << Prev / Next >> 11 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni - Power distance (34) - Individualism (7) - Masculinity (4) - Uncertainty avoidance (23) Se per l’approfondimento dei diversi temi rimando alla lettura del testo, può essere interessante “curiosare” sulla posizione dell’Italia nelle diverse “classifiche”, su 50 nazioni studiate. È questo il significato del numero riportato fra parentesi nell’elenco. La cultura assume un aspetto multidimensionale ove il progetto si sviluppi fra diverse nazioni, con persone di religioni, tradizioni, lingue, accenti diversi, o fra aziende con culture diverse. Nel quadrante caratterizzato da una bassa ambiguità ed una cultura singola la chiave del successo è l’uso delle metodologie del project management. La metodologia, accompagnata da comunicazione e controllo sono invece le chiavi del successo al crescere della multi-culturalità. Attenzione a non cadere in preconcetti e stereotipi, rimanendo invece flessibili a cogliere le differenze fra culture. Attenzione al controllo delle versioni, cura nel numerare le task per evitare possibili incomprensioni, sono alcuni dei “trucchi” suggeriti per un dovuto controllo. La gestione degli stakeholder, accompagnata alla metodologia di base, è invece la chiave indicata quando ci si trovi ad operare con elevata ambiguità, ma in ambito monoculturale. La situazione cambia radicalmente nell’ultimo quadrante, ovvero quando si operi in ambito multiculturale su progetti ambigui. 12 In questo caso, oggetto del cuore dell’incontro, Enrique, dopo aver simpaticamente affermato che solo un “miracolo” può portarci al successo, ci propone un approccio in accordo alle teorie presentate nel libro “Software of the mind” (vedi locandina). Questo approccio richiede al Project Manager la sensibilità di capire le diverse culture nazionali sulla base di: << Prev / Next >> In sintesi un intervento che, in un’ora fluida e ben condotta, supportata da una qualità audio-video eccellente (sicuramente nell’esperienza di chi scrive), ha permesso di mettere a sistema alcune riflessioni rilevanti per i Project Manager che abbiano la fortuna e la sfida di provare ad essere parte dei “miracoli” suddetti, in un mondo che è sempre più globale o glocale, ma che nel suo intimo riserva ancora il piacere dell’unicità e della scoperta. L’evento, aperto anche ai non soci ® del PMI -NIC (*), era valido per il mantenimento delle certificazioni ® PMI . Ma eventi come questo sono soprattutto essenziali per mantenere Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni e far crescere l’asset più importante: noi stessi. Un personale grazie quindi a Enrique Fernandez-Pino, a Daniele Di Lorenzo, che ha coordinato il webinar, e a Saverio Losito, membro del Professional Development Team, che ha supportato operativamente lo svolgersi della iniziativa. L’esperienza del webinar Iscriversi ai webinar è semplice, nulla di diverso dall’iscrizione ad un normale seminario. All’atto dell’iscrizione si riceve il link al webinar, da cliccare pochi minuti prima dell’evento. Si entra quindi nella sala riunioni virtuale. Il tool permette di vedere e sentire la presentazione (i microfoni dei partecipanti sono mutati, e si evitano quindi i rumori di fondo molesti che spesso caratterizzano gli e-meeting), porre domande attraverso un’apposita finestra, scambiare opinioni o commenti con gli altri partecipanti tramite una finestra dedicata alla “chat”. Social business Progetti e cultura delle relazioni nel mondo della tecnologia diffusa Trieste. 4 ottobre 2013 Circolo Sociale di Assicurazioni Generali Trieste Dalia Vodice, PMP ® Qual è il ruolo del Project Manager nella trasformazione aziendale verso il social business? Come si riorganizzano il marketing, l’advertising e la relazione con i clienti in questo contesto? Sono domande di stretta attualità e rilevanza cui ha offerto risposte e spunti di riflessione l’evento “Social business – Progetti e cultura delle relazioni nel mondo della tecnologia diffusa” organizzato dal Branch Friuli Venezia Giulia a Trieste. ® Paolo Birsa, PMP , Project Manager dell’incontro, sintetizza così il progetto dell’evento: “L’attitudine del Branch FVG è quella di sperimentare e sviluppare tematiche innovative e interdisciplinari. Il tema del social business è nelle mie corde, e ho accettato con entusiasmo la sfida lanciatami dal direttore del Branch, Giorgio Bensa, perché mi è sembrato opportuno proporre un tema di tecnologia tanto innovativo quanto attuale e pervasivo, osservandolo dalla prospettiva sia degli stakeholder sia dei Project Manager”. L’impiego degli strumenti social offre al PM vantaggi nella gestione efficace della comunicazione con il team e con gli stakeholder. Qualificato il panel che ha guidato il pubblico ad approfondire alcuni aspetti di tale utilizzo. Carlo Tasso, professore ordinario all’Università di Udine e CEO di InfoFactory, ha inquadrato il contesto del profondo cambiamento, operato dai social network, nei consumi e nei consumatori, concentrandosi anche sulle modalità di analisi delle informazioni e dei sentimenti espressi dalla ® (*) Gli eventi del PMI -NIC sono validi anche per il mantenimento delle certi® ficazioni APICS (American Production and Inventory Control Society). << Prev / Next >> 13 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni clientela on-line su prodotti e servizi, e sull’importanza di queste indicazioni per lo sviluppo del business. Usare e implementare i social media è un imperativo perché le aziende non siano tagliate fuori dal mercato: l’ha ribadito nel suo contributo Piero Luchesi, project executive di IBM e ® PMP . Paolo Birsa ha richiamato l’attenzione sul social project management, ovvero sul modo in cui i social tool abilitano il PM a gestire in maniera costruttiva la comunicazione e la collaborazione all’interno del team di progetto e dell’organizzazione, fino a coinvolgere tutti gli stakeholder. L’evento, moderato dal direttore ® Giorgio Bensa, PMP , si è concluso con la presentazione di due case history di aziende del Friuli Venezia Giulia che hanno colto con successo l’opportunità di espandersi e diversificare il business usando i canali social. Giovanni Pilolli, amministratore unico di Geritec, ha ripercorso, in un significativo excursus storico, le tappe della contabilità dagli albori con carta e matita sino allo sviluppo di piattaforme on-line gestite, promosse e supportate con l’utilizzo dei social media. L’esperienza del primo blog vitivinicolo italiano – progetto lanciato in Friuli Venezia Giulia – è stata rievocata da Daniela Zanette, wine blogging & communication, che ha messo a fuoco anche efficaci strategie aziendali strutturate in prospettiva social i cui risultati sono stati misurati in maniera tangibile. L’evento si è concluso con un “Aperisocial”, occasione di network fra aziende, Project Manager e relatori per condividere esperienze sul tema e opportunità di sviluppo. 14 Positivo il riscontro ottenuto dall’incontro. “L’esaurito in sala e i feedback positivi e appassionati da parte del pubblico – commenta Paolo Birsa – sono di stimolo a continuare la diffusione del tema. In quest’ottica il prossimo appuntamento è un webinar sul social project management in programma all’inizio del 2014”. Project Management e Ricerca: sinergia o competizione? Povo (Trento), 6 Dicembre 2013 Sala Stringa - Fondazione Bruno Kessler L’evento rientra nel percorso promos® so dal branch del Trentino del PMI , costituito nel maggio 2013 su impulso di Informatica Trentina e Trentino Sviluppo con il supporto della Fondazione Bruno Kessler e della Fondazione Edmund Mach e al suo quarto evento importante e molto partecipato. Obiettivo della sezione regionale del ® PMI , coordinata da Alberto Perli Project Manager di Informatica Trentina, è stato fin da subito quello di dif- << Prev / Next >> fondere in Trentino un approccio progettuale innovativo e, coinvolgendo più attori del territorio, innestare nuova crescita a partire dalle competenze e da una consolidata professionalità delle persone. La sezione regionale ha quindi focalizzato la sua attività su ricerca e innovazione, viste le molte e consolidate realtà di ricerca presenti sul territorio. Paolo Mabboni di Engineering, direttore aggiunto della sezione regionale del PMI®, spiega così il perché della riflessione sul binomio project management e ricerca, al centro dell’incontro di oggi: “i progetti di ricerca hanno caratteristiche ben distinte da quelli di sviluppo industriale: necessitano per la loro gestione di strumenti dedicati. Tuttavia, pur presentando un contesto diverso, essi mantengono i concetti classici del project management come i vincoli di scope, time e cost. La sfida è dunque quella di personalizzare gli strumenti tipici del Project Management, per sostenere il lavoro di ricerca senza limitarla o vincolarla”. Massimo Gentili, direttore del centro CMM di FBK, e Paolo Traverso, direttore del centro ICT di FBK, hanno a Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni loro volta confermato come la presenza di Project Manger strutturati nel campo della ricerca è sempre più importante per gestire le reti di competenze che caratterizzano sempre più oggi anche i progetti di ricerca e aumentare quindi la qualità degli stessi progetti. La riflessione è stata portata avanti da relatori selezionati, che hanno maturato sul campo un’esperienza concreta su questi temi. Andrea Nicolini, Project Manager del CISIS, ha illustrato nel suo intervento il ruolo dei Project Manager nei progetti di innovazione portati avanti all’interno della pubblica amministrazione, delineando come sui temi dell’agenda digitale (smart city e sviluppo del cloud, solo per citare due esempi) vi sia una forte necessità di raccordare quanto sta succedendo all’interno della pubblica amministrazione con il mondo della ricerca alla ricerca. A seguire, Vito Morreale, responsabile del laboratorio “Intelligent Systems" di Engineering, ha approfondito invece il tema della pianificazione nelle attività ed iniziative di ricerca e sviluppo. Il Project Portfolio Management e la valorizzazione dell'attività di ricerca sono state le parole guida dell’intervento di Salvatore Cinà, di CEA-LETI, che ha ribadito la necessità di comprendere le reali necessità di chi utilizzerà i risultati dei progetti, per intraprendere le conseguenti azioni di valorizzazione necessarie. Daniela Galetti, di CINECA, ha parlato del calcolo ad alte prestazioni (High Performance Computing: HPC), strumento fondamentale per la ricer- ca che richiede un continuo adeguamento, adattamento ed ottimizzazione delle risorse. Il project management nella gestione dei sistemi HPC e della relativa innovazione ed evoluzione diventa quindi una sfida che accompagna i progetti di ricerca e la condivisione delle risorse tra diversi progetti. Articolo originale apparso come comunicato stampa della Provincia di Trento Progetti nel Sociale in Valle d’Aosta. Un’opportunità di confronto per CSV e PMI ® -NIC. ® Claudio Laissus, PMP ® Ilaria Marletti, PMP Branch Piemonte - Valle d’Aosta Si è tenuto sabato 19 ottobre il convegno “Progetti nel Sociale in Valle d’Aosta”, organizzato dal Branch ® Piemonte – Valle d’Aosta del PMI – NIC con il CSV (Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta). Il CSV è un’associazione no-profit di utilità sociale che riunisce e coordina 90 tra organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale attive in Valle d’Aosta. Opera nella promozione del volontariato, della cittadinanza attiva e per la crescita di una cultura della partecipazione e della solidarietà in Valle d’Aosta. L’evento, ospitato presso la sede del CSV in via Xavier de Maistre, è stato occasione di scambio di esperienze << Prev / Next >> tra queste due importanti realtà che condividono l’esperienza della progettualità e che hanno potuto farsi conoscere ad un nutrito pubblico di volontari, operatori sociali e amministratori pubblici interessati ai temi della progettazione sociale. ® I soci del PMI hanno avuto l’opportunità di scoprire una realtà formidabile di volontariato, dove l’entusiasmo, la costanza, l’impegno profuso nel portare avanti i progetti sono valori assoluti, vincenti anche di fronte all’indifferenza di una società malata che, disabile nei confronti dei disabili, tende a ignorare, compatire, e comunque a isolare le realtà dei soggetti “svantaggiati” anziché farle emergere e valorizzarle. Lo stesso CSV è un’organizzazione troppo poco nota anche sul territorio valdostano, se non presso coloro che più o meno direttamente sono impattati dai progetti. Eppure, proprio in tempi come quelli correnti, in cui crisi economiche e di valori portano al dilagare di un pessimismo collettivo, la consapevolezza che esistano realtà come il CSV, che sostiene progetti come “Il cielo in una stanza – esperienze di vita autonoma per le persone con disabilità”, “Ne vale la pena – iniziative cultura in carcere”, “Voci di pace – promuovere il dialogo tra ragazzi israeliani, palestinesi e valdostani” (solo per citare quelli esposti durante il seminario), dovrebbe portare una ventata di ottimismo. “Finché c’è gente così – c’è da pensare – il Mondo ha ancora una speranza”. 15 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni La metodologia di progetto che i soci ® PMI acquisiscono attraverso l’esperienza e un rigoroso processo di formazione e certificazione, unita ai valori di onestà, solidarietà, determinazione, senso del dovere che sono nel DNA dei progettisti del CSV (otre che nel codice etico sottoscritto dai ® membri del PMI ) sono il “cocktail” di ingredienti per il successo dei progetti. A seguire, dopo ogni presentazione, la fusione delle esperienze CSV e PMI-NIC hanno dato vita ad un partecipato brainstorming per far emergere le lessons learned a beneficio di tutti. Allo stesso modo una ventata di ottimismo hanno avuto modo di respirarla i volontari del CSV che hanno potuto conoscere i vantaggi delle metodologie di project management promos® se dal PMI , i cui relatori hanno raccontato, attraverso il progetto “Kubunina” e alcuni suoi sotto progetti (tra cui quello attuato con l'Institute Agricole Regional di Aosta) un interessante modello di sostenibilità per le scuole del Congo. Inoltre il video del progetto Cadetteria, con i Vigili del Fuoco di Padova, ha dato un ulteriore spunto di riflessione per la sua applicazione in VdA. La metodologia pro® mossa dal PMI e sviluppata dall’esperienza condivisa dei sui soci in tutto il mondo è la chiave vincente per garantire il successo dei progetti, attraverso il rigore dalla progettazione iniziale, al monitoraggio costante, al corretto coinvolgimento di tutti i soggetti impattati e impattanti sul progetto (gli “stakeholder”), alla puntuale 16 gestione e ottimizzazione delle risorse, che soprattutto in tempi di crisi sono quanto mai carenti e quindi preziose. << Prev / Next >> Questo primo incontro che ha visto il ® “battesimo” del PMI in Valle d’Aosta (dove si contano ancora soltanto 4 persone certificate), vuole essere l’inizio di una proficua collaborazione e continuo scambio di esperienze tra le associazioni che porti a diffondere una mentalità vincente tra persone che credono nei progetti, sradicando pessimismo e pregiudizio Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni che troppo spesso portano i progetti ad arenarsi dietro luoghi comuni quali “Non ci sono i soldi, non si può fare”. Questo modo perdente di pensare è figlio di un contesto in cui per troppo tempo, complice il benessere economico, si è confuso il concetto di finanziamento come strumento finalizzato al progetto, con quello del progetto finalizzato all’accesso al finanziamento. Chi per professione impara a trasformare i problemi in opportunità sa cogliere queste anche in una crisi economica, che è il momento migliore per investire nella professionalità delle persone. Agenda - i prossimi eventi Cari soci, durante la prossima riunione annuale del Chapter - convocata per il pomeriggio del 24 Gennaio 2014 a Milano si terranno le elezioni del nuovo Comitato Direttivo del Chapter per il 2014/2015. Lo Statuto del Chapter, rinnovato nel corso dell’assemblea del 14 Dicembre 2012, prevede che il Comitato sia composto da 3 Direttori (Presidente e 2 VicePresidenti: Organizzazione e Processi, Tesoriere) e da 6 Direttori aggiunti. A fine anno scadranno le seguenti cariche: - Vice Presidente Organizzazione e Processi (uscente Michele Maritato) - 3 Direttori Aggiunti (uscenti Daniele Di Lorenzo, Stefano Morpurgo, Stefano Setti). Il voto verrà espresso per via elettronica, collegandosi al sito del PMI-NIC in una sezione dedicata nella quale saranno consultabili le schede dei candidati. Ricordiamo che il sistema utilizzato garantisce l'anonimato del voto. Poiché le istruzioni per votare saranno inviate nella vostra casella di posta elettronica, vi preghiamo di verificare la correttezza del vostro indirizzo email inserito sul sito del PMI (www.pmi.org). Si potrà votare dal 15/01/2014 ore 12.00 al 22/01/2014 ore 12.00. Potranno votare tutti i soci regolarmente iscritti al PMI-NIC alla data del 14/01/2014. Si invitano tutti i soci disposti a promuovere le attività del Chapter e desiderosi di impegnarsi nel Comitato Direttivo a proporre la propria candidatura. Secondo le norme statutarie in vigore, possono candidarsi i soci con una anzianità di iscrizione, senza interruzioni, al PMI-NIC non inferiore ai 3 anni ed in possesso di certificazione PMP. Le candidature - indicanti la carica alla quale si intende concorrere (Vice Presidente Organizzazione e Processi, Direttore Aggiunto) - vanno compilate seguendo lo schema del file presente e dovranno pervenire via email al Nominating Committee ([email protected]; [email protected]) entro il giorno 13/01/2014 ore 12:00. Non sarà ammessa alcuna deroga alla scadenza. In conformità con quanto previsto nel 'Rules of the Board' del PMI, ogni candidato potrà citare la propria candidatura solo rispondendo direttamente ('one-onone') ad un'eventuale domanda proveniente da un altro socio del PMI- << Prev / Next >> NIC. Qualunque forma di promozione massiva attraverso mail o altri canali (incluso quindi le virtual community) è pertanto vietata (qui trovate le regole). Chi desiderasse maggiori informazioni può contattarci agli stessi indirizzi di mail. In attesa di incontrarci, vi inviamo i nostri più cordiali saluti. Prassede Colombo, Francesco Regazzo La partecipazione agli eventi dà diritto all’acquisizione di PDU. Per iscriversi e consultare l’agenda aggiornata: www.pmi-nic.org 17 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni Finestra su Il Project Management per il sociale: KUBUNINA Esther Cobos riceve il Premio Kerzner 2013 ® Nella cornice del PMI Global Congress 2013 - North America si è svolta la cerimonia di assegnazione del Premio Kerzner al “Project Manager of the year”. Quest’anno il riconoscimento è andato ad Esther Cobos, Program Manager del programma Kubunina per un modello sostenibile finalizzato a garantire l’accesso all’istruzione per i bambini della Repubblica Democratica del Congo. Esther Cobos, direttore del Branch ® Piemonte PMI -NIC ha illustrato nel corso del congresso i risultati raggiunti a un anno dall’inizio del progetto e sintetizzati nei seguenti numeri: più di 1500 fra bambini e giovani coinvolti nel programma 7 orti scolastici 2 apiari 300 genitori coinvolti Gemellaggio fra 7 scuole congolesi e 7 scuole italiane raccolta di 6000 libri in lingua francese ® 4 PMI Chapter Europei coinvolti: ® ® PMI -NIC, PMI France Chapter, ® ® PMI Belgium Chapter e PMI Norway Chapter. Il Premio Kerzner, sponsorizzato da IIL – International Insitute for Lear® ning – e amministrato da PMI Educational Foundation (www.pmief.org), è stato istituito nel 2006 e viene assegnato ogni anno al Project Manager che, grazie a notevole competenza e approccio metodologico, fornisce un contributo eccezionale in contesti di business, industriale, governativo, sociale o no-profit. Il Premio assegnato dall’IIL è inspirato ad Harold Kerzner, esperto di project management, qualità totale e pianificazione strategica e autore di numerosi best-seller. Nel corso del mese di novembre IIL ha dato ulteriore spazio ad Esther e al programma Kubunina nell’ambito dell’iniziativa “International Project Management Day 2013 – Power of the Profession” pubblicando il video della durata di 20 minuti “Let’s Help Them to Help Themselves – through Project Management”. ® Anche PMI Educational Foundation ha dedicato all’iniziativa condotta da Esther l’edizione di ottobre della rivista PM Philanthropist. www.kubunina.org 18 << Prev / Next >> Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni Lessons learned A cura di Cristiano Ottavian In questo appuntamento della rubrica attingo ad un articolo di qualche tempo fa, in cui un Project Manager d’esperienza racconta alcune Lesson Learned desunte dai progetti seguiti negli anni, prevalentemente grandi impianti di energia (esplorazione, estrazione e raffineria di petrolio e gas), quasi sempre in ambienti disagevoli (per orografia e clima) per uomini e mezzi. Potremmo intitolare questo intervento “Compilation di Lessons Learned”, in quanto riporto stralci, tradotti dall’inglese, atti a costruire un contributo variegato, che credo utile - anche se solo qualitativamente - non tanto per grandi progetti del valore di svariati milioni di dollari, ma per quelli più contenuti, ancorché non necessariamente di costruzione. “Il principale aspetto della gestione di progetto che è essenziale e particolarmente impegnativo è il controllo delle influenze esterne sul progetto stesso. Si sa, a volte questi fattori esterni possono avere così tanto impatto sulla gestione del progetto che la gestione di progetto si rende, passatemi il gioco di parole… ingestibile. Tutti i Project Manager sanno che questo è il punto chiave, in effetti cadere in questa trappola significa non gestire veramente il progetto, ma concentrarsi solo sulla qualità, sui costi e sulle tempistiche delle attività, di quelle attività che sappiamo devono essere fatte. Ma c’è molto altro… tutto ciò che può impedirci di farlo! Ma anche nella gestione delle attività programmate la qualità può essere una sfida. Spesso i referenti del committente (o cliente) tendono a spendere del loro tempo a seguire costi e tempi, non sulla qualità, o non tanto quanto dovrebbero.” “Una delle lezioni che ho imparato con il tempo è che il vero, tempestivo e decisivo controllo della qualità deve essere esercitato da referenti il più vicino possibile al committente, e non delegato alla filiera dei sub-appalti e comunque terze parti, affidandosi a garanzie e tutele contrattuali che servono, solo apparentemente, a scaricare responsabilità. Sta al Capogruppo (diciamo il Main Contractor) - in stretto rapporto col Committente – pianificare, assicurare e controllare (esaminando ed approvando) la qualità del progetto.“ “Un'altra lezione chiave che ho tratto dalla mia esperienza è relativa alle parti di lavoro affidate a terzi: quelle attività definite a somma forfettaria (Fixed Price Contracts), che possono essere anche significative in termini di spesa, dovrebbero essere tenute ad un livello di controllo qualità più alto rispetto a quelle definite a lavoro rimborsabile (Cost Reimbursable Contracts). Questo standard deve essere comunicato in anticipo nel processo di offerta e nei termini di contratto, con l’obiettivo semplice e alquanto utile di ridurre al minimo le << Prev / Next >> ri-lavorazioni ed altre spiacevoli questioni.” “Una grande lezione, anche se si può tradurre in una piccola istruzione, da far rispettare però SEMPRE a TUTTI gli attori che a vario titolo intervengono nel progetto, è che una volta che si è in corso d’opera, prima di qualsiasi modifica rispetto a quanto previsto, ci si deve rapportare al Project Manager per gestirne l’approvazione. Questo crea coerenza tra ciò che era previsto e ciò che realmente si realizza: come sanno i Project Manager esperti, anche un piccolo cambiamento, apparentemente insignificante, ma non noto, può far sortire problemi colossali.” “Una indicazione, più che una Lesson Learned, è che nella fase di pianificazione gli incaricati degli aspetti tecnici siano certo sempre professionalmente adeguatamente qualificati rispetto al compito, ma senza tralasciare la familiarità con le norme locali e codici. Alcune cose cambiano per nazione, per provincia, talvolta per comune. Se malauguratamente alcune cose sono erroneamente date per scontate o semplicemente sono fonte di incomprensione, il progetto può essere seriamente compromesso. Quindi attenzione a esternalizzare l’ingegneria di un progetto ad attori “lontani”; è inoltre necessario prevedere una sorta di istruzione o di formazione per garantire la familiarità con tutti i codici, norme e procedure dello specifico progetto.” “Una Lesson Learned che ho estratto da diversi contesti è quella relativa 19 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni agli appalti in regime di scarsa concorrenza. Questo può accadere, e spesso mi è accaduto, quando le condizioni di lavoro sono estremamente sfidanti per i lavoratori, per cui poche aziende riescono a “garantire” il numero di risorse necessarie. In tali casi può rendersi disponibile solo una società, non necessariamente il contraente migliore per il lavoro. A volte potrebbe essere preferibile accontentarsi di meno di quanto voluto, anche a scapito di un aumento di costi, o di un’estensione del programma, o ancora eventualmente delle generazione di altre problematiche. Non esistono tecniche, metodi o strumenti a supporto, ma come è facile intuire l’esperienza gioca un ruolo preminente.” “Ho appreso una grande lezione in merito ai “stretch target”, ovvero obiettivi elasticizzati. Nel contesto di un progetto, uno stretch target è rappresentato da una data di completamento precoce o altamente improbabile (o eccessivamente ambiziosa, o che richiede eccessivi sforzi per essere raggiunta) ma posta a stimolo o a compiacimento di uno o più stakeholder, per svariati fini e valenze. Il termine temporale il più delle volte può non essere vincolante, ed elasticamente post-posto (entro certi limiti senza inficiare il corretto decorso del progetto). Mentre obiettivi elasticizzati possono essere utilizzati con successo in alcune istanze, in progetti di grandi dimensioni non sono generalmente utili, in quanto, al fine di raggiungere tale obiettivo, può essere profuso lavoro di fatto superfluo e qualora l’obiettivo non sia raggiunto 20 può essere demotivato sia il team di gestione del progetto sia in generale tutta la forza lavoro. Alcuni Project Manager utilizzano – io credo ingenuamente - gli obiettivi elasticizzati al fine di pianificare una riduzione della pressione che può essere esercitata a conseguimento dell’obiettivo. Ma se l’obiettivo non viene raggiunto, la pressione aumenta esponenzialmente.” “Uno dei fattori sui quali i Project Manager non hanno alcun controllo è il tempo atmosferico. Se il sito del progetto è un'area che può sperimentare condizioni meteorologiche estreme, il tempo può avere un impatto determinante sulla pianificazione del progetto. Nel freddo o caldo estremi, i lavoratori non possono operare all'esterno per lunghi periodi di tempo. Anche il maltempo, a seconda della gravità e della durata, può colpire i programmi di lavoro, i costi e la qualità. Project Manager che operano in zone conosciute per condizioni climatiche estreme dovrebbero costruire qualche tutela nella pianificazione. Alcuni modelli meteorologici tipici dell'area dovrebbero fornire le basi per una stima di quanto tutelarsi.” “L'intento delle Lessons Learned è di non commettere in futuro gli stessi errori fatti nel passato, ma ci sono anche dei suggerimenti che possono essere dati ai Project Manager per rendere meno scoraggianti alcune sfide e aiutare a mantenere il progetto in pista per costi e pianificazione. Un suggerimento che mi sento di dare è relativo alla ricerca di lavoratori << Prev / Next >> qualificati: è bene cercarli non solo negli ambiti consolidati, abituali, conosciuti o comodi. La ricerca, oggi, dovrebbe essere estesa a tutto il mondo, in quanto molti paesi offrono persone estremamente qualificate, volenterose, affidabili, disponibili ed in un rapporto qualità/costo che può sorprendere positivamente.” L’appuntamento è per la prossima Newsletter e ricordiamo ai lettori di inviare i propri contributi a questa rubrica a [email protected]. Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni Recensioni Business Driven Project Portfolio Management Conquering the Top 10 Risks That Threaten Success ® Andrea Innocenti PMP CGEIT™ Perché, volendo leggere un libro sul Portfolio Management e in presenza di un’ampia offerta (quasi su ogni uscita di PM Journal e PM Network è recensito un nuovo libro sull’argomento) ho scelto questo? Mi ha attratto non tanto l’idea del “business driven portfolio”, ormai trattata a vari livelli ed in vari contesti, ma quella dell’assumere il punto di vista dei rischi, cioè degli eventi che possono impattare significativamente e negativamente sull’implementazione o sulla persistenza di un sistema di portfolio management (anche positivamente, il confine tra rischio e fattore critico di successo è, nel libro, molto sfumato). Devo dire che non sono rimasto deluso. Innanzitutto, a chi si rivolge questo libro? Il lettore tipico, prescindendo ovviamente da un obiettivo di “cultura generale”, è chi è coinvolto a livello decisionale nell’avvio o nella gestione di un portafoglio progetti e non cerca indicazioni puntuali su processi e strumenti ma sulle componenti - organizzative/politiche/culturali - che possono fare la differenza tra successo o insuccesso dell’iniziativa. Infatti il testo “…non ha lo scopo di fornire una descrizione dettagliata di cos’è il Project Portfolio Management … ma di far luce sui rischi che lo rendono così difficile anche per i migliori leadership team … e sulle risposte che possono essere applicate per superare questi rischi e realizzarne la value proposition”. Anche se va inevitabilmente a toccarli, non tratta in modo sistematico processi, tecniche o strumenti software, ma è organizzato intorno a 10 “business and management risks”; sono quelli che l’autore ritiene tipici nell’implementazione di un sistema di Portfolio Management e che ha ricavato dalla sua esperienza sul campo di consulente. L’assunzione alla base, anche quella rilevata sul campo, è quella che in un ipotetico “tag cloud” delle criticità da parte degli addetti ai lavori: le parole più grandi della nuvola non sarebbero “procedure”, “funzionalità dei software”, “costi del PMO”, ecc… ma piuttosto “processi decisionali”, “valutazione dei benefici”, “sponsorship”, “ gestione del cambiamento” e così via. I dieci rischi riguardano vari elementi, dalla condivisione della missione e degli obiettivi, all’approccio incrementale vs big bang, dal decision making alla determinazione del valore, dall’esistenza di un “functional cham- << Prev / Next >> pion” al problema di sostenere il valore nel tempo. Ad ogni rischio è dedicato un capitolo ed ogni capitolo è strutturato con alcuni paragrafi che trattano il rischio, anche con indicazioni pratiche, un sommario, alcune domande di verifica (senza risposte), la bibliografia e soprattutto uno “showcase” , cioè la testimonianza di un caso reale aziendale attinente (Compuware, Hewlett-Packard, Planview, ecc...). In conclusione, si tratta di un testo con buoni spunti di riflessione, esempi, indicazioni sull’ambito politicoorganizzativo del portfolio management, basato su esperienze reali, non alternativo ma complementare a veicoli di conoscenza più tecnica. Un cenno sull’autore: Mark Price Perry è un ex-IBM che ha fondato una società di consulenza specializzata sull’avvio dei Project Management Office ed è autore anche di “Business driven PMO setup – Practical insights, techniques and case examples for ensuring success” . Per gli iscritti al PMI , il testo è disponibile in consultazione gratuita on-line in modalità “E-reads & reference” . Autore: Mark Price Perry Editore: J. Ross Publishing© 2011 ISBN: 9781604270532 Pubblicazione: 2011 (321 pagine) Se avete dei libri da segnalare per questa rubrica scrivete a: [email protected] 21 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni Notizie PMI®, Legge 4/2013 e ISO Cosa stiamo facendo per i nostri soci a cura di Michele Maritato Molti di voi avranno sentito parlare della Legge 4/2013 che è stata emanata all’inizio di quest’anno e ha come oggetto la disciplina delle professioni non organizzate in ordini o collegi. Questa legge ci riguarderà da vicino nei prossimi mesi, perché permetterà ai nostri Project Manager di veder finalmente riconosciuta la professione nel quadro legislativo Italiano. Affinché si possa arrivare a tale riconoscimento è tuttavia necessario che la linea guida ISO 21500:2012, che appunto è stata emanata sotto forma di Linea Guida e non come norma, venga tradotta da UNI in norma: solo quando l’UNI rilascerà per l’Italia questa norma, gli effetti della legge 4/2013 si potranno produrre pienamente. enti che dopo aver ottenuto il riconoscimento da Accredia potranno qualificare la professione di Project Management nel quadro legislativo Italiano. Di questo progetto e di altre iniziative daremo un aggiornamento nel corso della prossima Assemblea Annuale che si terrà a Milano il prossimo 24 Gennaio 2014. Ci teniamo a ricordare a tutti che la ® certificazione PMP è uno standard ANSI ed è conforme allo standard ISO 17014 che include, a differenza di altri titoli presenti nel panorama Italiano, requisiti molto stringenti in tema di esame e mantenimento della certificazione per garantire l’eccellenza dei nostri professionisti certificati. Inoltre le certificazioni e gli standard ® ® del PMI , PMBOK Guide in primis, hanno pesantemente influenzato l’ISO 21500:2012, che di fatto risulta essere molto in linea con gli standard della nostra associazione. Tutto ciò permetterà ai nostri soci certificati di essere in una posizione privilegiata nel riconoscimento della professione nel quadro legislativo Italiano, e noi ® del PMI -NIC stiamo lavorando affinché ciò possa accadere in tempi ragionevolmente brevi. Vi invitiamo pertanto a seguire gli aggiornamenti che daremo nei prossimi mesi. Dall’inizio di quest’anno il Comitato ® Direttivo del PMI -NIC, insieme agli ® altri Chapter Italiani del PMI e al ® PMI stesso, ha iniziato a collaborare con UNI perché l’emissione della norma di cui sopra avvenga in tempi rapidi. Solo quando sarà disponibile questa norma ci saranno società ed 22 << Prev / Next >> Progetto “Zeno” - La revisione italiana del PMBOK® 5th Edition ultimo capitolo ® A cura del PMBOK Italian Translation Verification Team Ormai ci siamo, stiamo scorrendo le bozze della revisione italiana del ® PMBOK 5th Edition. Fa un certo effetto avere davanti il testo completo, quello che finora avevamo visto in tanti pezzettini sparsi. Le ultime modiche (modifiche?) scorrono veloci, ma il ricordo non può che andare a questi mesi trascorsi tra letture, revisioni, incontri, confronti e riunioni notturne via Skype. Si conclude, dunque, un percorso durato un anno. Un progetto complesso, questo, che vogliamo riassumere con qualche numero: 10 le lingue in cui è stato tradotto ® il PMBOK , contemporaneamente: il progetto, rientra nel programma di traduzione gestito tramite un’unica agenzia specializzata in progetti multi-lingue; 15 settembre 2012 a Verona il 1° incontro de visu per il kick-off; 12 sessioni di lavoro individuali, in cui ciascuno ha valutato il capitolo affidatogli inserendo note e commenti sulla traduzione; 13 capitoli, più annessi e glossario che sono stati letti e revisionati in modo approfondito da tutti i revisori per garantire la massima qua- Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni lità possibile e omogeneità di approccio; 12 sessioni plenarie via Skype per il confronto sulle parti revisionate, per entrare nel merito dei termini nuovi o dei concetti risultati meno chiari e per concordare una scelta condivisa sui punti rimasti aperti (mediamente 2-3 ore per sessione); Oltre 3700 le revisioni (insert, delete, move) conteggiate. Il primato spetta al cap. 6, Gestione dei Tempi, con ben 634, poi quello sull'Integrazione con oltre 490, quindi la Gestione della Comunicazione con 360: ovviamente non tutte le revisioni sono state implementate nel testo definitivo; Circa 250 MB di file gestiti e condivi per le revisioni; Oltre 400 ore di lavoro complessive da parte del team. Difficile fare una stima più precisa dello sforzo individuale e collettivo che il team ha posto in questo progetto, ritagliandolo al poco tempo libero rimasto tra lavoro e vita privata; 0 gli appuntamenti o scadenze mancate da parte del team, sia nella consegna delle parti revisionate, che nelle riunioni. E questo grazie ad un ottimo coordinamento, affiatamento e gestione del lavoro da parte di tutti e al supporto dei nostri “chair”. La novità metodologica utilizzata in questa edizione è stata l'uso di un tool proprietario di Computer Aided Translation (CAT), sia per la traduzione sia per la revisione, che ha garantito contemporaneamente il configuration management: da Project Manager dovremmo sapere quanto sia importantee l’omogeneità dei termini in tutto il testo. Per esempio, ci è stato segnalato il caso in cui il termine "knowledge base" era stato lasciato in inglese in alcuni punti e tradotto in altri, abbiamo così potuto confermare che ogni occorrenza avrebbe dovuto essere in inglese. Senza un CAT tool sarebbe stato molto difficile intercettare questa disomogeneità e correggerla. Per essere onesti il CAT tool utilizzato non è stato sempre un valido supporto, in particolar modo nell'introduzione delle modifiche da apportare o suggerire, dove è risultato piuttosto macchinoso; ma nel complesso l'esperienza è stata positiva. La parte del testo che più ci ha impegnati è stata il glossario. Forse perché si era all'inizio del lavoro e non eravamo ancora ben rodati, forse perché questa era la sezione in cui si ponevano le basi del lavoro dei prossimi capitoli. Dovevamo decidere come rendere al meglio alcuni vocaboli di uso corrente e il peso della responsabilità di fare la scelta giusta si è fatto sentire. Ciò ha comportato una doppia lettura e revisione del capitolo. coltà nel tradurre termini che in italiano avevano definizioni simili. Non sono mancate incertezze e perplessità su quale potesse essere il miglior modo per rendere in buon italiano il ® concetto che il PMBOK voleva trasmettere. Restano ancora tanti dubbi, non nella corretta traduzione, ma quanto nella consapevolezza che con le nostre scelte abbiamo in qualche modo influenzato l’applicazione del lessico del Project Management in Italia. E questo ci ha inorgoglito e, allo stesso tempo, responsabilizzato non poco! Sperando che il nostro impegno sia stato un valido aiuto, non ci resta che augurare una buona lettura del ® th PMBOK 5 Edition versione italiana a chi lo utilizzerà per lavoro, a chi dovrà studiarlo e a chi, semplicemente, lo leggerà per passione. ® Il PMBOK Italian Translation Verification Team Luciano Garagna (Chair) Isabella Nizza (Deputy Chair) Francesco Feliziani Laura Lazzerini Antonello Volpe Stefano Mario Zanantoni In questo lavoro riteniamo di aver usato la massima attenzione su ogni singolo aspetto e vocabolo e, soprattutto, abbiamo validato la traduzione solo al raggiungimento di un determinato livello di qualità e condivisione. L’orientamento che ha prevalso è stato di lasciare per quanto possibile la terminologia originaria in inglese per i termini di uso corrente, specificando però il corrispettivo in italiano laddove possibile. Non sono mancate le diffi- << Prev / Next >> 23 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni Volunteer’s Corner 3 domande, 3 volontari, 3 risposte tutto in 3 minuti a cura di Michele Ambrosio PMP ® ® Cari Amici e Soci PMI –NIC eccoci alla terza ed ultima uscita di questo ciclo dedicato all’etica. I nostri Ospiti risponderanno alle 3 domande stabilite per il 2013: 1. Perché ritieni importante l’apporto tuo e quello del volontariato ®all’interno del PMI -NIC? 2. Che cosa significa per te trasparenza ed etica? 3. La comunità dei Project Manager non vive, ovviamente, isolata ma in un contesto economico-sociale che oggi in Italia è in grande difficoltà. Hai un'idea per un'ulteriore ®azione concreta che il PMI -NIC, o più in generale la comunità dei pm, può fare per dare il proprio contributo in questo specifico momento storico? Cominciamo da Angelo Leva che ci fornisce una view “poliedrica” per la sua esperienza a tutto campo: Angelo Leva, laureato in Ingegneria Elettronica nel 1988, impegnato presso Telettra e poi Alcatel dal 1989 in Ricerca e Sviluppo, si è occupato di Project Management dal 2003, è titolare di 24 brevetti e pubblicazioni su riviste tecniche specializzate. È certificato ® ® PMP -PMI dal 2006. È stato assessore al Bilancio e adesso ricopre la carica di Consigliere Comunale e Assessore a Urbanistica, Edilizia Privata e Commercio in un Comune di 10.000 abitanti. ® 1. Perché il PMI -NIC aiuta a diffondere un modo di concepire l’organizzazione del lavoro tra persone in ogni tipo di azienda o di progetto. Il mio apporto vorrebbe essere di esperienza come amministratore pubblico oltre che come tecnico che lavora da tanti anni in un’azienda di telecomunicazioni. 2. Essere un tecnico con un certifica® to PMP e avere esperienza di processi e di progetti mi aiuta nel mio ruolo di amministratore pubblico a capire quali siano le difficoltà nel perseguire obiettivi da parte del personale tecnico. Il settore pubblico è regolato da innumerevoli leggi che prescrivono il comportamento in ogni situazione. Purtroppo tali leggi sono soggette spesso a interpretazione, risentono del passare del tempo, spesso non sono riviste o aggiornate finendo per accumularsi, a volte in conflitto tra loro. In questo situazione, il problema della trasparenza non va risolto a livello materiale puntando sulla visibilità ottica bensì, secondo me, a livello dell’accessibilità e della comprensione dell’Istituzione da parte dei cittadini. Il primo passo da fare è definire come debbano essere informati i cittadini, secondo la necessità di comprendere << Prev / Next >> le cose, uno ad uno, definendo contenuti, frequenza e modi. Come assessore, la costruzione delle leggi e dei regolamenti locali è fonte di grandi rischi. Tra tutti, il rischio di mancare in equità è il più grande: per questo lo studio, l’attenzione, il confronto e soprattutto la formazione personale sono molto importanti. L’aver fatto molta esperienza nel mondo dell’associazionismo in cui si esercita il senso della giustizia e i fondamenti di etica appartenenti all’educazione personale sono molto di aiuto in questo compito. Tutto ciò non è comunque sufficiente perché a ogni scelta si mette in gioco la libertà personale che deve essere ogni volta conquistata, diversamente dalla cultura e dalla conoscenza che si accumulano e sono un patrimonio sempre disponibile. 3. La comunità dei PM può fare molto per il settore pubblico, dove le leggi e le abitudini costruite negli anni hanno di fatto reso vano ogni tentativo di trattare un progetto e una persona per quello che sono. La burocrazia è una macchina dove a ogni input corrisponde sempre lo stesso risultato, da secoli immutato. Usino la loro intelligenza i PM e usi la sua capacità organizzativa la loro comunità per questa difficile sfida, sarà il miglior modo per dire che noi tutti ci crediamo. Il secondo volontario è Vittorio Mascellani, approdato nel mondo della consulenza IT nel 1989, occupandosi di R&D (applicazioni per il banking per Andersen Consulting). Ha iniziato la sua esperienza nell’ambito del Project e Program Management rico- Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni prendo il ruolo di responsabile dello sviluppo prodotti proprietari in Logicasiel e nel gruppo Webegg. Esperienza sviluppata ricoprendo il ruolo di Technical Director della divisione industria di Webegg e di COO della Domus Academy (Gruppo Webegg). Dal 2004 in Value Team (oggi NTT DATA) si occupa di Consulenza nell’ambito dell’ITSM e della conduzione dei progetti strategici per la divisione Financial Institutions, dove ha sviluppato un servizio di Risk Management e Project Advisory nell’ambito dei progetti e programmi di maggiore impatto per i clienti della divisione. 1. Credo che i contributi del volontariato siano importanti perché sono il frutto dalla passione che ogni volontario ha in sé e la passione, per sua natura, porta la migliore parte delle idee di ogni persona. Per passare dalle parole ai fatti, colgo l’occasione per offrire un coinvolgimento personale in questo ambito. 2. Queste sono due parole il cui uso e la cui conoscenza vanno scemando. Sono due concetti fondamentali nella vita professionale che si possono sintetizzare come: la capacità e la voglia di raggiungere il bene che un progetto produce per ogni stakeholder (etica) e dichiarare le cose come stanno (trasparenza) per affrontare tutte le situazioni. In particolare la trasparenza ha un vantaggio per tutti nel risparmio di tempo ed energie da dedicare al raggiungimento di risultati, che non possono essere a vantaggio di una sola parte interessata ad un progetto. 3. Credo che mai come ora valori come etica, trasparenza e bene co- mune siano driver necessari al rilancio del nostro sistema. L’organizzazione di una serie di eventi culturali in ambienti istituzionali sull’approccio etico e trasparente applicato ai programmi/progetti può dare spunti di riflessione ad ogni Partecipante. Un titolo: “The project after tomorrow: ethical values and heart beyond the methods”. E prima dell’ultimo intervento, ringrazio Angelo per lo sguardo sulla “cosa pubblica” e Vittorio per il suo suggerimento. In questo numero abbiamo il contributo di un ospite speciale: Il presidente ® del PMI -NIC Walter Ginevri che ci fornirà una sua personale riflessione che racchiude tutti gli elementi per essere considerata una “lectio magistralis”. Walter Ginevri è un consulente esperto nei processi di re-engineering organizzativo con una consolidata esperienza quale Project Advisor presso gruppi bancari e industriali. Si è inoltre specializzato nella conduzione di interventi di Executive Coaching mettendo a frutto l’esperienza maturata quale responsabile della governance di progetti e servizi ICT. Ha lavorato nell’ambito di iniziative di ricerca europee pubblicando articoli e partecipando, quale relatore, a seminari internazionali sui temi del Program & Portfolio Management. Dal 2011, ri® copre la carica di Presidente del PMI Northern Italy Chapter, guidando un team di ricerca sul tema della teoria della complessità applicata ai progetti e promuovendo l’utilizzo delle tecni- << Prev / Next >> che progettuali nell’ambito della scuola primaria assimilata. Ho posto le domande a Walter ed ecco il suo contributo: Poiché vorrei rispondere alle questioni che mi vengono poste in modo non convenzionale e al limite un po’ provocatorio, ho pensato di condividere con voi una mia riflessione il cui effetto sarà probabilmente quello di generare altre domande od ulteriori spunti di riflessione su un tema assolutamente centrale per chi si occupa di progetti. La mia riflessione prende le mosse da una delle fonti che, a mio avviso, dovrebbe ispirare l’agire etico di ciascuno di noi. Si tratta di uno dei più grandi capolavori concepiti da un essere umano, ovvero dalla Divina Commedia e, in particolare, di quello che ci viene descritto nelle cantiche dell’inferno dantesco. Confesso che la mia passione per quest’opera non è certo tale da potermi definire un esperto, né tanto meno uno studioso. Detto questo, vorrei offrirvi due spunti su cui mi trovo spesso a riflettere in chiave etica. Il primo spunto riguarda il criterio con cui il poeta stabilisce la posizione dei dannati all’interno del cono rovesciato sul cui fondo è conficcato Satana. Come penso tutti sappiano, tale posizione è legata alla gravità del peccato commesso e, in base a questo principio, Dante colloca nel settimo cerchio i violenti (fra cui gli omicidi) mentre nel più basso ottavo cerchio (detto delle “Malebolge”) trovano posto, fra gli altri: adulatori, ipocriti e i consiglieri fraudolenti. 25 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni In buona sostanza, a fronte di un peccato gravissimo come quello di chi uccide una persona, Dante vuole accentuare ancor di più la sua condanna nei confronti di coloro che, di fatto, uccidono la verità. Il secondo spunto, che a mio avviso ci fornisce una lezione etica esemplare, proviene dalla posizione degli ignavi, ovvero di coloro che non si assumono mai responsabilità limitandosi a seguire acriticamente ed opportunisticamente qualunque bandiera. Ebbene, ritenendo questi peccatori nemmeno degni di essere ospitati nell’inferno riservato agli altri dannati, Dante li colloca nel cosiddetto Antinferno esprimendo tutto il suo disprezzo attraverso un endecasillabo lapidario pronunciato da Virgilio, il quale dice: “non ragioniam di lor, ma guarda e passa”. Partendo da queste brevi citazioni, vorrei che tutti noi riflettessimo sul fatto che, nonostante la crescente attenzione che viene dedicata ai temi etici e ai codici di comportamento ad essi ispirati, il mondo globalizzato in cui viviamo non sembra in grado di contrastare le derive etiche che ne accompagnano l’evoluzione. Per questo, ritengo che la grande lezione che ci viene offerta da un testo risalente ad oltre 700 anni fa sia quella di porre al centro di tutto il tema della nostra responsabilità, non solo per ciò che diciamo o facciamo, ma soprattutto per ciò che omettiamo di dire o fare. In tale contesto, ritengo che la nostra community possa e debba dare un contributo tangibile, sia continuando ad esplorare in modo interdisciplinare il tema della leadership, sia dando 26 vita ad iniziative rivolte alla società e al bene comune, oltre che ai propri membri. Tutto ciò, per far sì che ogni associato possa diventare “leader etico” e agente di cambiamento, meritandosi quella che ritengo essere la più bella definizione di Project Manager, ovvero questa mirabile terzina che Dante ci regala nel XXII canto del Purgatorio: “Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sé non giova, ma dopo sé fa le persone dotte.” Ringrazio Walter e tutti Voi per l’attenzione e chiudiamo questo primo ciclo. Per suggerimenti e contributi rammento il mio indirizzo mail [email protected] e contatto http://it.linkedin.com/in/micheleambro sio/ Call for Volunteers Il nostro Chapter sta lavorando per coinvolgere attivamente nel suo funzionamento e nelle sue attività un numero sempre maggiore di soci; questa strategia è ben descritta ® nell’editoriale Volontari PMI -NIC Istruzioni per l'uso sulla NewsLetter precedente. Anche il Comitato Editoriale è alla ricerca di volontari interessati a portare il loro contributo; le posizioni aperte in questo momento sono disponibili nel ® sito del PMI -NIC, sotto la sezione Iniziative. Per sottoporre la propria candidatura bisogna usare il Volunteer Relation® ship Management System del PMI . ® Entrate con le vostre credenziali PMI ed effettuate una ricerca utilizzando la chiave “pmi-nic” nel campo “Nar- << Prev / Next >> row your results with search terms” o selezionando “Northern Italy Chapter” dal menù “Communities”. Per informazioni conttattare [email protected]. Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni Informazioni sul NIC Sei studente universitario? Vuoi aiutarci a diffondere tutto quello che succede nell’ambito del nostro Chapter? Contattaci via mail a: [email protected] Allo scopo di diffondere la cultura del Project Management fra i giovani, il ® PMI -NIC ha deciso di offrire agli studenti universitari con età inferiore ai 1 28 anni la partecipazione a tutti gli eventi del chapter alle stesse condizioni dei soci. Per usufruire di questa opportunità basta iscriversi agli eventi ® del PMI -NIC inviando una mail a [email protected], specificando di essere studenti iscritti a un'università, di avere meno di 28 anni e allegando alla mail la copia del libretto o del tesserino universitario. Al momento della registrazione gli iscritti sono tenuti a mostrare in originale il libretto universitario, o un qualsiasi altro documento che attesti l'iscrizione all'università, e la carta d’identità. Call for Papers Nuove opportunità Segnalate il vostro interesse all’indirizzo [email protected] Sei alla ricerca di nuove opportunità professionali? Vieni a visitare la pagina dove le aziende cercano professionisti nel Project Management. www.pmi-nic.org/opportunita.asp ® Il PMI -NIC è sempre alla ricerca di nuovi interventi da pubblicare sulla NewsLetter: ogni contributo alla diffusione di notizie, informazioni e conoscenze che sia utile alla crescita della comunità è ben accetto. In particolare, sono di grande interesse articoli che raccontano: Progetti a forte contenuto di innovazione; Progetti in ambito sociale, noprofit, terzo settore, etc…; Progetti di successo guidati da ® membri del PMI ; Studi sulle metodologie di Project Management; Lessons Learned; Altri contributi che possano essere indirizzati a Project Manager. Sponsorizzaci Vuoi fare conoscere la tua attività o quella della tua azienda a tutti i soci ® del PMI -NIC e ai molti altri che ricevono questa Newsletter? 1 Per le iniziative a numero chiuso, l'iscrizione sarà accettata solo nell'ultima settimana e a condizione che siano rimasti posti disponibili. << Prev / Next >> Convenzioni 1. UNIONE COMMERCIO Corso Venezia 49, Milano Presentare il proprio badge di ® iscrizione al PMI . 2. LIBRERIA HOEPLI Via Hoepli 5, Milano ® Sconto 10% con tessera PMI . 3. ISTITUTO INTERNAZIONALE DI RICERCA Via Forcella 3, Milano Sconto sul prezzo di alcuni corsi di formazione. 4. E-NETWORK Corso di P.ta Romana 46 e Corso Lodi 24, Milano Via Ostiense 30, Roma Sconto del 15% sul noleggio aule. 5. GEC SERVICE Piazza della Marina 1, Roma Sconto sull’affitto di uffici e sale riunioni. 6. Madrelingua spagnola, traduzioni dall'italiano/inglese allo spagnolo e viceversa. Condizioni di favore per i soci del PMI®-NIC . Per informazioni: Valeria Albanese Tel. 02-9081517 Cell. 3497552315 email: [email protected] 7. EUREKA SERVICE C.so di P.ta Romana 46, Milano Tel. 02-36593124 via Troilo il Grande 3, Roma Tel. 06-41294141 Sconto del 25% sull’abbonamento a PMPSelftest. 8. OTTICA CENISIO Via Borgese 1, angolo via Cenisio 18, Milano Tel. 02/347071 Sconti dal 10% al 40% per i soci del PMI®-NIC . 9. www.insight.com Sconti per i soci del PMI®-NIC sull'acquisto di software. 27 Editoriale | Articoli | Eventi | Finestra su | Lessons learned | Recensioni | Notizie | Volunteer's Corner | Informazioni Comitato Direttivo Presidente Walter Ginevri V.P. Finance Maria Cristina Barbero V.P. Organizzation & Processes Michele Maritato Direttori Aggiunti Daniele Di Lorenzo - Professional Development Giorgio Difronzo - Marketing & Communications Franco Guarrella - Membership Stefano Morpurgo - Branch development Michela Ruffa - Volunteers Stefano Setti - Research & Innovation Branch Emilia Romagna – Marche Gianmarco Antonelli Daniele Sgarbi Branch Friuli Venezia Giulia Giorgio Bensa Paolo Guglia Branch Piemonte – Valle D’Aosta Esther Cobos Ilaria Marletti Branch Toscana – Umbria Donatella Calderini Mirella Conti Branch Trentino Alto Adige/Süd Tirol Alberto Perli Paolo Mabboni Branch Veneto Alberto Roveda Barbara Scarso 28 << Prev / Next >> PM di questa Newsletter Andrea Guido Biasi Comitato Editoriale Responsabile Giampiero Tidu Michele Ambrosio Andrea Guido Biasi Leandro Franzoni Annamaria Giacomelli Andrea Innocenti Stefano Marcon Eustachio Nicoletti Gianni Papa Manuel Vadalà