CON IL PDL
ANNO LXI N.52
Silvio ha risvegliato
dal letargo i partigiani
e il popolo viola...
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Goldman Sachs
entusiasta di Grillo
Marcello de Angelis
“I miei nemici parlano bene di me;
dove ho sbagliato?”. Non so chi ha
detto questa frase geniale che ricordo dai tempi dellʼadolescenza.
Me la ripeto di continuo e la ricordo
a molti colleghi (politici e giornalisti)
perché è una perla di saggezza
rara. In buona sostanza significa
che se un nemico parla bene di te
vuol dire che non stai facendo il tuo
interesse ma – magari inconsapevolmente – il suo. Grillo attacca le
banche, attaccava Monti chiamandolo “impiegato della Goldman
Sachs” e ora il partito-banca, che
oltre a Monti ha prodotto e candidato nel tempo Amato, Prodi e in fin
dei conti anche Draghi e che ha
sempre investito sul centrosinistra,
dice che Grillo è “unʼentusiasmante
novità”. La Goldman è un centro di
affari, non una comunità. Il suo
credo è lʼinteresse speculativo, ha
una strategia non un programma.
Quindi, anche i “suoi” uomini sono
usa e getta. Monti ha fallito miseramente il compito che gli avevano
assegnato. I generali della banca
dʼaffari avevano pianificato un Monti
bis col sostegno di Bersani o un governo Bersani ricattato da Monti e
invece si trovano ora dinanzi uno
scenario diverso. Con lʼodiato Berlusconi che proprio non vuole morire e continua – con la sua visione
e i suoi interessi da capitalista nazionale – a mettere i bastoni tra le
ruote al capitalismo finanziario globale, che odia le nazioni e vuole
spazzare via gli Stati. E la premessa di questo internazionalismo
è lo svuotamento della sovranità
popolare e delle sue rappresentanze e cioè i parlamenti nazionali.
Per disintegrare quello italiano – il
più facile da liquidare e da usare
come banco prova della rivoluzione
anti-parlamentare che apre la
strada al governo planetario – si è
usata la propaganda, con i giornalisti del Corriere delle banche a fare
da agit-prop, il terrorismo economico, con i bombardamenti delle
centrali speculative contro lʼItalia e il
colpo di Stato che ha portato un
loro pro-console al governo della
nazione. Ma, come sempre nella
storia, gli eventi superano le previsioni di chi pensa di giocare col destino dei popoli. E un guru del
WWW.SECOLODITALIA.IT
d’Italia
domenica 3/3/2013
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La disoccupazione registra dati
drammatici: il livello peggiore
è stato toccato con Monti
GIOBBI PAG.3
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La Cina torna alle macabre
“sfilate della morte”
dei tempi di Mao
PANNULLO PAG.5
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perattico di Washington. Ma i Goldman boys hanno una strategia
fluida e grande capacità di adattamento. Eʼ il giovane leone Jim OʼNeil
a spiegare ai suoi soci che Grillo potrebbe essere invece un insperato
uovo di Colombo, che farà tabula
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Il 21 marzo Napolitano avvierà
le consultazioni per il governo.A
maggio dovrà lasciare il Quirinale
REDAZIONE PAG.2
web-marketing come Casaleggio –
semplicemente per vincere una
scommessa e dimostrare alle
aziende sue clienti quanto il web sia
ormai lʼunico investimento valido – ha
fatto saltare i piani dei grandi patron
che controllavano il gioco da un su-
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rasa in Italia con il consenso degli italiani, ottenendo la disintegrazione
delle istituzioni senza che il partitobanca debba sporcarsi ulteriormente
le mani. E senza nemmeno avere
Grillo sul libro paga. Quindi, paradossalmente, gratis.
La vera anomalia italiana è lʼantiberlusconismo militante
Girolamo Fragalà
Urne chiuse, seggi assegnati, vincitori e vinti. I giorni del
dopo-voto stanno mettendo a nudo la più grande ipocrisia
degli ultimi ventʼanni: lʼanomalia italiana non è il berlusconismo, come hanno voluto far credere la sinistra, i centristi, la “grande” informazione e i cugini allʼestero. La vera
anomalia è lʼantiberlusconismo, in nome del quale tutti si
sentono in diritto di fare qualsiasi cosa, anche la più dannosa, perché cʼè sempre la scusa che sia necessaria per
combattere il Male, e cioè il Cavaliere. La prova più evidente, se ancora ce ne fosse il bisogno, è il comportamento delle forze politiche di fronte allʼesigenza di trovare
una soluzione per dar vita al nuovo governo. Nel Pd cʼè
uno spacchettamento (o meglio, una faida interna) perché
il tavolo è saltato, i conti non tornano e nessuno è disposto a rinunciare allʼobiettivo che si era prefissato prima
della campagna elettorale. Sono consapevoli che oggi,
come dimostra il voto, il senso di responsabilità invocato
da Napolitano si dimostrerebbe solo se non si alzassero i
vecchi steccati e se si tenesse conto che le elezioni – al di
là della esigua maggioranza numerica di consensi ottenuta dal centrosinistra alla Camera – sono state vinte, nei
fatti e per ragioni diverse, da Grillo e da Berlusconi. Ma
del Cav non si può pronunciare neppure il nome, altrimenti viene meno il famoso “collante”, si perdono gli artisti
e gli intellettuali di area, il popolo viola (e arcobaleno, ex
girotondino), MicroMega, quelli del “No Berlusconi day”, i
Nanni Moretti di turno, i conduttori tv militanti. E cʼè il rischio di “legittimare” quel che non hanno mai voluto legittimare. Ragion per cui, perdendo ogni residuo di orgoglio,
Bersani è stato costretto a ingoiare gli insulti grillini, fino a
essere chiamato «morto che parla», a beccarsi sfottò e
“vaffa”, pur di convincere lʼex comico a un patto di non
belligeranza (un patto che è miseramente fallito in campagna elettorale con lʼaltro grande sconfitto del voto, Mario
Monti). Resta da vedere quanto e come possano conciliarsi le politiche della sinistra di governo con quelle urlate
dei Cinquestelle. Una missione impossibile. Eppure potrebbe essere facile aprire – senza inciuci e senza compromessi sottobanco – una stagione nuova: basterebbe
che il centrosinistra iniziasse a considerare Berlusconi un
avversario e non un demonio, anche nel rispetto di chi
lʼha votato. Poi si può vincere o perdere, ma almeno si è
dimostrata maturità politica e istituzionale. Quella maturità
che fino a oggi è stata solo un miraggio, a causa dellʼanomalia italiana: lʼantiberlusconismo.
Il 21 marzo Napolitano avvierà le consultazioni
per il governo. E a maggio dovrà lasciare il Quirinale
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Redazione
Passate le elezioni, ora il prossimo obiettivo è l'inizio della formazione del governo. La data
dovrebbe essere il 21 marzo: da
allora sarà possibile avviare le
consultazioni da parte del presidente Napolitano, il cui settennato scade il 15 maggio.
L'elezione dei presidenti delle
Camere è il primo adempimento
del nuovo parlamento (convocate per il 15 marzo), e normalmente ci si arriva il giorno
successivo alla prima seduta. A
Montecitorio l'elezione scatta nei
primi tre scrutini solo se si raggiunge la maggioranza dei 2/3; a
partire dal quarto è sufficiente la
maggioranza assoluta, di cui il
centrosinistra dispone. È prevedibile che, in mancanza di accordi nelle prime tre votazioni, il
presidente della Camera possa
essere eletto sabato 16 marzo, a
maggioranza assoluta. Quanto al
Senato, nei primi due scrutini per
eleggere il presidente serve la
maggioranza assoluta dei voti
dei componenti del Senato, maggioranza di cui nessuna coalizione dispone a Palazzo
Madama. Ove non si raggiunga
questa maggioranza, si procede,
nel giorno successivo, a una
terza votazione in cui basta la
maggioranza assoluta dei voti
dei presenti, computando anche
le schede bianche. Qualora nella
terza votazione nessuno abbia ri-
portato questa maggioranza, il
Senato procede nello stesso
giorno al ballottaggio fra i due
candidati che hanno ottenuto nel
precedente scrutinio il maggior
numero di voti e viene proclamato eletto quello che prende più
voti. Il 15 aprile ci sarà la convocazione del parlamento in seduta
comune. Considerato che il mandato del presidente Napolitano
In Italia si vendono poche auto.
Ma la Fiat resiste bene alla crisi
Redazione
La cura Monti continua a fare vittime. Nuovo
tonfo per il mercato dell'auto in Italia: febbraio ha rappresentato il 19° calo a doppia
cifra da gennaio 2011, e il 15° calo consecutivo a due cifre e il peggior febbraio dal
1979, che ugualmente contava 20 giorni lavorativi. Lo afferma l'Associazione delle
case automobilistiche estere in Italia
(Unrae) commentando le immatricolazioni
del mese scorso, scese del 17,41% su base
annua. L'Italia dell'automobile, rileva l'Unrae, chiude il primo bimestre dell'anno in
perdita del 17,3% a 222.406 auto vendute,
continuando a registrare flessioni che rappresentano circa il doppio del calo medio in
Europa. «Con una fase della politica ancora
tutta da inquadrare, il mondo dell'auto
guarda a Ginevra per stimolare, attraverso
il rinnovamento dei modelli e le offerte sempre più competitive, l'interesse dei consumatori», dichiara il presidente dell'Unrae
Bousquet, che tira ovviamente acqua al suo
mulino suggerendo al prossimo governo
cosa dovrà fare: «In Italia, però, restano i
problemi dell'eccessiva pressione fiscale su
famiglie ed imprese, e sull'auto in particolare, con il rallentamento di tutti i consumi e
l'attesa che il prossimo governo possa mettere l'auto tra le proprie priorità». C'è però
ci malgrado la crisi regge. Anzi, va addirittura meglio: con 23.400 immatricolazioni il
marchio Fiat a febbraio migliora di 2,4 punti
percentuali la quota, che ora si attesta al
21,6%. Poco meno di 50 mila le registrazioni nei primi due mesi dell'anno, grazie
alle quali la marca ottiene una quota del
22,1%, in crescita di 2,2 punti percentuali in
confronto allo stesso periodo dell'anno
scorso. «Ancora una volta - precisa una
nota del Lingotto - ai vertici della classifica
delle auto più vendute nel mese si piazzano
Panda (con il 45,9% di quota nel segmento
A) e Punto (con il 18,4% di quota nel segmento B).
scade il 15 maggio, entro il 15
aprile dovrà arrivare la convocazione del Parlamento in seduta
comune per eleggerne il successore al Quirinale. potrebbe tenersi per i primi di maggio, in
modo da consentire ai Consigli
regionali di eleggere i grandi elettori che le rappresenteranno. Il
presidente della Repubblica è
eletto a Montecitorio dal parlamento in seduta comune integrato da 58 rappresentanti delle
Regioni. I grandi elettori saranno
1.007: 615 deputati, 319 senatori
(315 più i 4 senatori a vita) e 58
delegati delle Regioni. Nelle
prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l'elezione sia
quella dei due terzi dei componenti dell'assemblea, pari a 672
voti. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti
basterà la maggioranza assoluta
dei componenti dell'Assemblea,
pari a 504 voti. Non c'é una
prassi certa sulla cadenza delle
votazioni. Lo spoglio è fatto dal
presidente della Camera.
Il senso di responsabilità?
Lo ha dimostrato
solo il centrodestra
Fulvio Carro
Nella crisi arrivano le parole di Napolitano:
«Mi permetto – ha detto il presidente della
Repubblica – di raccomandare a qualsiasi
soggetto politico misura, realismo, senso di
responsabilità anche in questi giorni dedicati
a riflessioni preparatorie». D'accordo il Pdl.
«L'invito a non essere pasdaran della propria
parte ma protagonisti di una rinascita nazionale è stato già da noi accolto. Ora il problema è quello di evitare che lungo il
percorso di una riconciliazione nazionale per
battere la crisi e dare prospettive alle nuove
generazioni non si affaccino gli irriducibili.
Qualche segnale c'è già stato, ma Napolitano
ha già dimostrato di non piegarsi alle intimidazioni», ha detto Mariastella Gelmini. «È del
tutto evidente che la priorità è la crisi e la ripresa dell'economia cui certo potremmo affiancare la buona riforma elettorale varata dal
Senato con doppio turno e presidenzialismo;
il completamento della riforma della politica
sul versante del finanziamento pubblico già
abolito da un referendum. Per questo le parole del capo dello Stato sono importanti»,
aggiunge Gelmini.
La disoccupazione registra dati drammatici
e il livello più basso è stato toccato con Monti
Liliana Giobbi
Emergenza infinita, dati che dovrebbero far
riflettere tutti coloro che ritenevano fondamentale l'agenda Monti, dati che dovrebbero far capire ai centristi perché hanno
avuto il crollo elettorale e quali responsabilità hanno avuto nella disfatta economica
del Paese. Perché, se è vero che le nuove
cifre riguardano un arco temporale di cinque anni, è altrettanto vero che il livello
peggiore è stato raggiunto durante la stagione del governo tecnico. Tra il 2007 il
2012, si contano 323mila occupati in meno
nel Paese: a fronte di un calo di un milione
155mila italiani, gli stranieri a lavoro aumentano di 832mila unità, frenando l'emorragia occupazionale. È quanto emerge da
dati Istat. Nel dettaglio gli occupati italiani
passano da circa 21 milioni 719mila a 20
milioni 565mila (-5,3%), mentre gli stranieri
salgono da circa 1 milione 502mila a 2 milioni 334mila (+55,4%). Gli stranieri con un
impiego aumentano, però, grazie alla crescita demografica, il loro tasso d'occupazione, infatti, negli ultimi cinque anni
subisce un crollo: dal 67,1 nel 2007 al 60,6
del 2012 (-6,5 punti percentuali). Una caduta ancora più forte di quella registrata
dagli italiani, che vedono l'occupazione ridursi dal 58,2% del 2007 al 56,4% del 2012
Sicurezza, Alemanno:
«Bisogna evitare la guerra
tra bande come nel 2011»
(-1,8 punti). Guardando alle differenze tra
uomini e donne, a crescere di più o scendere di meno è la componente femminile,
che tra gli italiani limita le perdite a poco più
di 160 mila unità, mentre tra gli stranieri è
in rialzo di oltre 450 mila. Al contrario la
flessione degli occupati maschi spiega
quasi tutta la contrazione rilevata per i lavoratori italiani, con un ribasso di più di 990
mila unità; sempre tra gli stranieri, gli uomini occupati segnano un aumento più
contenuto rispetto a quello delle donne
(circa +375 mila).
Scuola, concluse le iscrizioni online:
il 70% delle famiglie le ha fatte da casa
Redazione
È il momento di tracciare il bilancio. Sono
scaduti i termini per le iscrizioni online alle
prime classi della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado. Il
bilancio è di un milione 557.601 domande
di iscrizione registrate (il 99,3% di quelle
attese) e 1.550.794 (il 98,9%) definitivamente trasmesse alle scuole. Le somme
le ha tirate il ministero dell'Istruzione sottolineando che quasi il 70% delle famiglie
ha iscritto i propri figli da casa. Le domande correttamente registrate ma non
ancora trasmesse alle scuole sono 6.807.
Ora gli istituti stanno contattando le singole famiglie per invitarle, se vorranno, a
completare la procedura di iscrizione recandosi personalmente presso gli istituti
scolastici. Guardando ai numeri, le domande trasmesse online si distribuiscono
in questo modo: 513.872 nella primaria,
523.360 nella secondaria di primo grado
e 513.562 nella secondaria di secondo
grado. Il 68% delle famiglie ha inviato la
domanda di iscrizione alle scuole in modo
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autonomo, da casa, attraverso un proprio
computer. Il 32% invece ha effettuato
l'iscrizione recandosi presso le segreterie
scolastiche, quindi con l'intermediazione
degli istituti. La regione più virtuosa è il
Friuli-Venezia Giulia, dove le famiglie che
hanno effettuato da casa l'iscrizione sono
l'82,9%. Segue la Lombardia, con l'81,4%
e il Veneto con il 79,7%. Le regioni dove
l'intermediazione delle segreterie scolastiche è stata più consistente sono la Puglia, dove il 53,7% delle famiglie si è
rivolta alle segreterie e la Calabria con il
52,6%. Le iscrizioni online hanno consentito un risparmio di circa cinque milioni
di fogli di carta e 84mila ore di lavoro degli
impiegati delle segreterie scolastiche che
non hanno dovuto più inserire a mano i
dati forniti con i moduli cartacei. «Grazie
alle iscrizioni on line, inoltre, a pochi giorni
dalla conclusione della procedura – ha
osservato il ministero – ogni scuola avrà
già pronto il quadro dei nuovi iscritti, la
composizione e il numero degli studenti.
Un vantaggio considerevole che permette
Franco Bianchini
«La situazione non va drammatizzata,
non facciamo demagogia inutile. Tuttavia, bisogna tenere la guardia alta per
evitare che scoppi una nuova guerra tra
bande come nel 2011». Lo ha detto il
sindaco di Roma Gianni Alemanno tornando a parlare di sicurezza dopo i fatti
violenti di venerdì. Nel ricordare che arriveranno a Roma «duecento agenti in
più tra pattuglie e personale specializzato» Alemanno ha sottolineato di essere «in costante confronto con il
questore con il quale mi sono raccomandato affinché si facciano tutti gli accertamenti del caso». Però, ha
concluso, «non si può parlare di una
tendenza negativa: c'è stata questa recrudescenza bisogna capire se è un
momento isolato o qualcosa di più
grave». Gli effetti della spending review
nel comparto – secondo Giuseppe La
Fortuna, consigliere capitolino del Pdl –
«minacciano pesantemente il livello di
sicurezza a Roma: il blocco del turn
over, l' assenza di nuovi concorsi e l'inserimento di quanti già in graduatoria
dai precedenti è un dato che, unitamente all'inasprirsi delle attività malavitose, desta seria preoccupazione».
di programmare e organizzare le attività
didattiche del prossimo anno scolastico
con quasi sei mesi di anticipo». In ogni
caso le iscrizioni, ha sottolineato il ministero, saranno consentite a tutti, indipendentemente dai termini stabiliti e seppure
attraverso procedure meno immediate
per genitori e scuole, in modo che venga
garantito a tutti il diritto all'istruzione.
La mappa dei veleni che finiscono sulla nostra
tavola si aggiorna all'ultimo scandalo
4
Priscilla Del Ninno
Allarme senza fine. Mucche
pazze e mozzarelle blu non ci
hanno evidentemente insegnato
niente. Proprio mentre mezza Europa si ritrova a fare i conti con
hamburgher, polpette e lasagne
di carne equina spacciati nei supermercati per prodotti a base di
puro manzo, e tracce di carne
suina sono state scoperte nei
kebab venduti in Svizzera, in Germania esplode il caso delle uova
bio false, sprovviste cioè dei parametri produttivi indispensabili
per fregiarsi della rassicurante
«etichetta», subito declassato al
secondo posto del podio dei veleni nel piatto da un nuovo scandalo alimentare: è notizia delle
ultime ore che in Serbia, Croazia
e Albania sono state rinvenute
partite di latte contaminato dalla
presenza di aflatossina, una sostanza altamente cancerogena.
Insomma, mentre la commissione
europea discetta su trasparenza
delle etichette e tracciabilità dei
prodotti, invocando a ogni nuovo
scandalo una maggiore collaborazione tra i paesi nella condivisione delle informazioni, in modo
da facilitare i controlli e garantire
una maggiore sicurezza, sulle tavole dei consumatori finisce di
tutto, di più. E ormai, è doveroso
aggiungere, da molti anni: a spulciare l'elenco degli ultimi scandali
alimentari, escono fuori cose dimenticate perché soppiantate
dall'ultimo choc: il ragù di carne
equina, allora, ha fatto dimenti-
care per qualche giorno gli antibiotici e gli ormoni trovati dappertutto, prodotti destinati all'infanzia
compresi; salmonella, listeria e
altri microrganismi potenzialmente pericolosi rinvenuti nella
carne di pollo, per non parlare poi
di formaggi e latticini scaduti riciclati per preparazioni alimentari.
In tutto questo, tra un veleno e
l'altro che finisce sulle nostre tavole di ignari consumatori, apprendiamo che mentre la
commissione Ue rinvia all'estate
l'ennesima discussione su trasparenza e tracciabilità, i burocrati sdoganano le farine animali,
proprio quelle che sembra abbiano causato la crisi della
«mucca pazza», per nutrire una
parte degli animali di allevamento.
La Ue, dunque, ha dato il via libera alle farine per il mangime dei
pesci, per poi passare a polli e
suini, ma a condizione che si faccia un riscontro analitico certo
della provenienza della specie.
Insomma, le regole ci sarebbero,
ma trasgredirle o superarle a destra sembra il passo immediatamente successivo al loro
riconoscimento, incrementando
una minacciosa, incalzante verità:
la mappa del cibo spazzatura
estende continuamente i suoi
confini.
Redazione
In attesa della nuova edizione
del prestigioso agone letterario,
il Premio Strega rilegge se
stesso. I suoi capolavori, entrati
di diritto nell'albo. Le pagine che
hanno rivelato, o confermato, talenti in erba e maestri di sempre,
nutrendo di nuovi capitoli la storia della letteratura contemporanea e, in parallelo, quella della
esclusiva rassegna. Così, Sandro Veronesi inaugurerà domenica 3 marzo la manifestazione
Premio Strega, classico contemporaneo, quattro incontri in programma all'Auditorium Parco
della Musica di Roma, con i vincitori delle passate edizioni dello
Strega chiamati a rileggere i capolavori dell'albo d'oro del Pre-
mio, aspettando l'edizione 2013.
Un dialogo tra due universi creativi, diversi e affini nello stesso
tempo: capolavori letterari del
passato riletti da apprezzati scrittori del presente, organizzata
dalla Fondazione Bellonci e
dalla Fondazione Musica per
Roma. La rassegna, che si concluderà il 12 maggio, vedrà poi
protagonisti Ernesto Ferrero,
Paolo Giordano e Ugo Riccarelli.
Veronesi, vincitore dello Strega
2006 con Caos Calmo (Bompiani), rilegge dunque per l'occasione Ferito a morte di Raffaele
La Capria, Premio Strega nel
1961. Un incontro che è anche
una riflessione sull'imprevedibilità della vita che irrompe in una
giornata qualunque e rivela «ciò
che ci accade mentre ci occupiamo d'altro». Il 24 marzo Ernesto Ferrero, Premio Strega
nel 2000 con N (Einaudi), parlerà invece di Lessico famigliare di Natalia Ginzburg.
Mentre, il 14 aprile, La bella
estate di Cesare Pavese
(1950) sarà al centro delle riflessioni di Paolo Giordano,
vincitore dello Strega nel 2008
con La solitudine dei numeri
primi (Mondadori), che si soffermerà sul mistero dell'adolescenza e la lotta, dolorosa,
affrontata per diventare grandi.
Sarà Ugo Riccarelli, infine,
Strega 2004 con Il dolore perfetto (Mondadori), a chiudere la
rassegna, domenica 12 maggio, rileggendo La chimera di
Risfogliando i “classici contemporanei”
che hanno fatto la storia del Premio Strega
Marijuana libera
in Colorado:
ma qual è il limite
per la guida?
Redazione
Le autorità in Colorado sono alle
prese con una questione di difficile
soluzione: quale è il limite per stabilire se un automobilista è troppo
"fumato" per guidare? La domanda
è divenuta particolarmente pressante da quando lo Stato ha legalizzato lo scorso novembre con un
referendum la marijuana per uso ricreativo, ma sulla risposta ci sono
pareri discordanti. Parlamentari e
procuratori dello Stato chiedono
che vengano fissati dei limiti al livello di "thc" (il principio attivo della
marijuana) nel sangue, per definire
quando un automobilista può essere perseguito per guida in stato
di alterazione, come per l'alcol. Numerosi attivisti della libera erba affermano però che non si possono
fissare degli standard, poiché la
marijuana influisce sulle persone in
maniera diversa, da caso a caso, a
seconda se si tratti di un consumatore abituale o meno. «Dobbiamo
fissare degli standard per proteggere la sicurezza pubblica. Non
farlo significa condurre una politica
spericolata», afferma John Jackson, capo della polizia di Greenwood Village. Sin dall'approvazione
del referendum, il Colorado è impegnato a stabilire regole sulla marijuana, sulle relative tasse, o
regole per coltivarla, venderla o
pubblicizzarla. Tuttavia, la questione relativa agli automobilisti si
sta dimostrando come la più complicata. Anche perché potrebbe fissare un precedente per altri Stati.
Sebastiano Vassalli e la tragica
vicenda di Antonia, strega di Zardino, in un villaggio cancellato
dalla storia. Una carrellata d'autore autocelebrativa che rispolvererà dalle teche dei classici
titoli sempreverdi, favorendo l'occasione di rileggere in parallelo
mondi letterari e successi editoriali dei protagonisti della celebre
rassegna di ieri, di oggi, di sempre.
È guerra fredda Russia-Usa sulle adozioni
dopo la morte misteriosa di Maxim in Texas
Redazione
Si inasprisce la mini guerra fredda
tra Russia e Usa sulle adozioni.
Mosca è rimasta irritata dalle conclusioni dell'autopsia americana
su Maxim Kuzmin, secondo cui il
bimbo russo di 3 anni adottato da
una coppia texana sarebbe morto
per cause accidentali e non ucciso
dalla madre, come sospettano le
autorità russe. Il primo a reagire è
stato Konstantin Dolgov, incaricato per i diritti umani del ministero
degli Esteri russo, che ha chiesto
che le autorità Usa forniscano tutti
i documenti necessari per fare
luce sulla fine del bimbo. Tra i
punti da chiarire, ha aggiunto,
anche la mancata traccia di farmaci nel corpo del bambino, benché i genitori adottivi avessero
riferito di avergli somministrato
medicinali psicotropi. Il Cremlino,
per bocca del portavoce Dmitri
Peskov, ha addirittura annunciato
i primi passi diplomatici per far tornare in patria Kirill Kuzmin, 2 anni,
il fratellino minore di Maxim, adottato dalla stessa coppia americana. Una richiesta che sembra
assecondare quella delle migliaia
di manifestanti filo Cremlino scesi
in piazza a Mosca per la difesa dei
bambini russi. Gli attivisti hanno
chiesto, oltre al rimpatrio di Kirill,
di estendere a tutti i Paesi stranieri
il divieto di adozione di bambini
russi già preso nei confronti degli
Usa. La manifestazione di Mosca
è la risposta del Cremlino alle 30
mila persone scese recentemente
in piazza nella capitale contro il
bando delle adozioni in Usa, che
penalizza solo i numerosi bambini
rinchiusi spesso in orfanotrofilager e rarissimamente adottati
dai russi. Vediamo al situazione
delle adozioni in Italia: nel 2012, il
numero dei bambini stranieri adottati da coppie italiane è sceso del
22,8% rispetto all'anno precedente. Sono infatti stati autorizzati
all'ingresso in Italia 3.106 minori
provenienti da 55 Paesi, quasi un
quarto in meno del 2011. Emerge
dai dati provvisori della relazione sul 2012 della Commissione
per
le
adozioni
internazionali, realizzata in collaborazione con l'Istituto degli
Innocenti. Il 57,5% (1.787) dei
minori adottati nel 2012 provengono da cinque Paesi
(come già nel 2011): Federazione Russa (24,1% del totale),
Colombia (10%), Brasile
(8,7%), Etiopia (7,5%) e
Ucraina (7,2%). La Lombardia
(18,1%) è la regione dove risiede il maggior numero di minori, seguono Lazio (11,9%),
Toscana
(9,5%),
Veneto
(8,3%), Campania (8,1%), Puglia (7,3%), Sicilia (6%). Rispetto all'età dei bambini si è
registrata una lieve diminuzione: 5 anni e 11 mesi rispetto
ai 6 anni e 1 mese del 2011.
Nel 2012 le coppie che hanno
adottato minori stranieri sono
state 2.469, con una media di
206 coppie al mese; si registra
così un decremento del 21,7%
rispetto al 2011. I genitori adottivi conservano la caratteristiche già segnalate: prevalenza
di coniugi con titolo di studio
medio-superiore, appartenenti
a categorie lavorative impiegatizie, delle libere professioni e
degli insegnanti.
Così la crisi cambia le abitudini alimentari
degli italiani: pranzo completo addio....
Redazione
Le abitudini alimentari degli italiani cambiano, e
non solo a causa della crisi. Il rapporto di amore e
gusto degli italiani per la pasta diventa però tanto
più forte con la crisi. La pasta che costa poco e
sazia molto passa a sostituire per il 32% degli italiani il pranzo di una volta, quello completo dal
primo al dolce. È quanto emerge da un sondaggio
condotto sul sito www.coldiretti.it dal quale si evidenzia che solo il 18% dichiara di fare quotidianamente un pranzo completo con un primo, un
secondo, un contorno e un dolce o un frutto. Il 9%
preferisce un panino. All'opposto - sottolinea la
Coldiretti - sono il 9 per cento gli italiani che mangiano solo un frutto o uno yogurt o un gelato, mentre il 4 per cento addirittura niente. L'abbandono
del pranzo completo è confermato - continua la
Coldiretti - dal 24 per cento di italiani che si limitano a consumare un secondo accompagnato dal
contorno e dal 9 per cento che preferisce un panino, un pezzo di pizza o un tramezzino. Con la
crisi si assiste - rileva la Coldiretti - a un profondo
cambiamento nelle abitudini alimentari degli ita-
liani che tendono a frammentare durante il giorno
la propria alimentazione. 7,7 milioni di italiani si
portano al lavoro il cibo preparato in casa e di questi sono oltre 3,7 milioni a dichiarare di farlo regolarmente, secondo l'indagine Coldiretti/Censis In
Italia sono consumati oltre 1,5 milioni di tonnellate
di pasta, per un controvalore di 2,8 miliardi di euro
e, in controtendenza rispetto al calo generalizzato
dei consumi nel 2012, gli acquisti di pasta delle famiglie sono aumentati dell'1,1 per cento, secondo
Ismea-Gfk-Eurisko. L'Italia detiene il primato mondiale nel consumo di pasta che ha raggiunto - sottolinea la Coldiretti - attorno ai 26 chili a persona.
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Prima domenica
in Vaticano
senza l'Angelus
Redazione
Le finestre dell'appartamento
pontificio che si affaccia su
Piazza San Pietro sono chiuse.
E così resteranno fino all'arrivo
del nuovo Papa. Oggi, quindi,
sarà una domenica senza Angelus, priva di quel consueto appuntamento di preghiera e
riflessione che a mezzogiorno in
punto richiama tanti fedeli, pellegrini, romani, turisti o semplici
curiosi nel luogo simbolo della
cristianità per sostarvi un quarto
d'ora con lo sguardo all'insù e
ascoltare la riflessione sul vangelo domenicale, la preghiera
mariana e, in alcune circostanze, un appello. E per la
prima volta nella storia, oggi
l'Angelus non ci sarà non perché
il Papa è morto, ma perché ha
deciso di fare un passo indietro.
Un avvenimento che in questi
giorni ha richiamato tantissima
gente in piazza San Pietro sia
per gli ultimi appuntamenti presieduti da Benedetto XVI, sia per
entrare in Basilica, con una
lunga fila per raggiungere l'ingresso. Ci sarà una fase di silenzio che, quasi certamente, si
ripeterà anche domenica 10
marzo e poi ci sarà il Conclave.
La sede è vacante e anche la
menzione della preghiera per il
Papa che c'è normalmente nella
preghiera eucaristica, in questo
periodo non si farà, come ha ricordato il portavoce vaticano
padre Federico Lombardi. Intanto a San Pietro, nella cappella del Santissimo, è stata
avviata l'Adorazione permanente con tre religiose contemplative messicane.
La Cina torna alle macabre “sfilate
della morte” dei tempi di Mao
Antonio Pannullo
Quando si dice la tv-choc: il caustico sorriso di Naw Kham, ammanettato e stretto
tra impassibili ufficiali di polizia, ha introdotto la macabra sfilata andata in onda
sulla televisione di Stato cinese. La Cctv
ha infatti trasmesso in diretta le immagini
dell'omicida e boss della droga Naw e di
tre suoi collaboratori mentre venivano portati al patibolo. Protagonisti, loro malgrado,
di uno spettacolo di due ore che, sebbene
interrotto a pochi minuti dalla loro esecuzione, ha provocato un'ondata di reazioni
contrastanti, di applausi ma anche sdegno
in Cina. Nelle immagini della Cctv il birmano Naw Kham, il thailandese Hsang
Kham, l'apolide Yi La e il laotiano Zha Xika
sono stati ripresi mentre venivano prelevati dalle loro celle della prigione di Kunming, fatti entrare nelle auto della polizia e
portati nella stanza della morte dove
hanno poi subito un'iniezione letale. Tutti
e quattro avevano mani e piedi ammanettati e su tutti le riprese hanno indugiato a
lungo, a partire dal volto di Naw, conside-
rato il capo di una banda che nell'ottobre
del 2011 rapì e uccise 13 cinesi sul fiume
Mekong, reato per il quale i quattro sono
stati condannati a morte. La scelta della
Cctv di trasmettere i loro ultimi momenti di
vita non è stata casuale, tanto che in precedenza la stessa emittente aveva trasmesso un'intervista in cui Naw mostrava
tutta la sua disperazione. «Non dormo da
due giorni. Mi manca mia madre ed è davvero doloroso non essere con i miei figli»,
aveva detto il bandito, del quale l'agenzia
ufficiale Xinhua ha annunciato l'esecuzione pubblicando una sua foto con le
mani congiunte sulla fronte. A testimonianza del fatto che quella andata in onda
sembra essere una vera e propria operazione mediatica che rimanda alle "sfilate
della morte" dell'èra di Mao, nelle quali i
condannati venivano condotti per le strade
cittadine prima di giungere al patibolo.
«Non c'è stata alcuna ripresa delle esecuzioni. Abbiamo solo visto la paura e la debolezza dei narcotrafficanti davanti alla
morte», si è difesa la Cctv reagendo alle
proteste emerse dalla rete e non solo.
Come quella di utenti che, in un Paese
dove il numero di esecuzioni è un segreto
di Stato ma secondo diverse fonti supera
le 4mila all'anno, hanno giudicato crudeli e
voyeuristiche le immagini dei condannati.
In tanti però hanno applaudito la scelta
vista anche l'eco che ebbe il caso di Naw
Kham e dei suoi complici, arrestati in Laos
nel maggio scorso e condannati a morte
per aver rapito e ucciso i 13 turisti cinesi
mentre navigano sul fiume Mekong - nel
suo tratto thailandese - nel famoso "Triangolo d'Oro", dove agiscono più o meno liberamente gruppi secessionisti, pirati e
trafficanti di droga. Le immagini dei 4 condannati, peraltro tutti stranieri e arrestati
fuori dai confini cinesi, appaiono come un
chiaro monito per i banditi del Mekong.
Le Pen: Berlino
ci conduce
verso l'impasse
Redazione
In Italia è «appena saltato un blocco
psicologico». Il successo dell'euroscettico Beppe Grillo e di Silvio Berlusconi «confermano che avevo ragione:
la politica di rigore dettata da Berlino ci
conduce verso l'impasse». E serve un
«referendum sull'Unione europea»: lo
afferma in una lunga intervista al quotidiano Le Figaro, la leader del Front
National, Marine Le Pen. In Italia «é
appena saltato un blocco psicologico.
L'Italia é uno dei Paesi fondatori della
“costruzione europea”. E la maggioranza di questo popolo ha appena votato per un partito euroscettico. Beppe
Grillo chiede un referendum per
l'uscita dall'euro. Silvio Berlusconi ruggisce contro l'austerità imposta dalla
Germania e da Bruxelles. Le legislative
in Italia dimostrano che avevo ragione:
la politica di rigore dettata da Berlino ci
conduce verso l'impasse». Mentre «la
reazione piena di disprezzo delle elite
europeiste verso il voto sovrano degli
italiani mostra che il fossato tra la vecchia casta politica e i tecnocrati da una
parte, e i popoli d'Europa dall'altra, si
sta allargando».
Giovanni Trotta
Il presidente della Repubblica siriana Bashar al Assad parteciperà alle elezioni previste in Siria nel 2014: lo ha detto il ministro
degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi. «Il
presidente Assad, come altri, parteciperà
alle prossime elezioni, e il popolo siriano
eleggerà chi vuole», ha detto Salehi nel
corso della conferenza stampa a Teheran
con l'omologo siriano Walid Moallem. Assad
resterà pertanto presidente legittimo della
Siria fino alle elezioni del 2014, ha aggiunto
il ministro iraniano, che ha proseguito:
«Nessuno ha il diritto di chiedere le dimissioni del presidente siriano, perché una decisione di questo genere appartiene solo al
popolo siriano». Gli appelli in questo senso
dai Paesi occidentali sono delle interferenze, ha concluso. Da parte sua il ministro
degli Esteri di Damasco Moallem ha replicato che «l'esercito siriano sta solo svolgendo il suo ruolo nazionale per difendere i
cittadini secondo la legge. Continueremo
nella nostra azione per mettere fine al ter-
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Teheran appoggia Damasco: «Assad è il presidente legittimo
della Siria e gli stranieri non possono chiederne le dimissioni»
rorismo», ha aggiunto Moallem, che ha poi
condannato durante la sua visita a Teheran
la decisione degli Usa di fornire aiuti definiti
"non letali" ai ribelli. «Non capisco come gli
Stati Uniti possano sostenere gruppi che uccidono i siriani , ha affermato il capo della
diplomazia di Damasco, aggiungendo che
chi vuole una soluzione politica non punisce
il popolo siriano. Inoltre Washington, se volesse, potrebbe fermare lo spargimento di
sangue. Noi vogliamo una soluzione diplomatica».
L'amore di Muti per Verdi,
ora dirige “I due Foscari”
Desiree Ragazzi
Un amore sulle note di Verdi lungo tutto una
vita. «Verdi è il musicista della vita; e certo
è il musicista della mia vita», dice il maestro
Riccardo Muti in una pagina del suo ultimo
libro dedicato al rapporto con il grande musicista. Una dichiarazione che illumina tutte
le sue numerose interpretazioni verdiane,
compresa quella dei I due Foscari che
andrà in scena al Teatro Costanzi, nuova
produzione dell'Opera di Roma (debutto il 6
marzo, repliche fino al 16), con una regia,
che si annuncia molto innovativa, del
grande regista tedesco Werner Herzog. Fra
i due si rinnova una collaborazione iniziata
negli anni Ottanta, alla Scala. Insieme firmarono memorabili edizioni della Donna del
lago di Rossini e di Fidelio di Beethoven.
Tragedia lirica in tre atti, I due Foscari è una
delle opere giovanili del compositore, che
aveva 31 anni nel 1844, quando la scrisse,
utilizzando un libretto di Francesco Maria
Piave, tratto da The two Foscari di Lord
Byron. La storia si svolge nel 1457: nella
sala del Palazzo Ducale di Venezia, il Consiglio dei Dieci condanna all'esilio Jacopo, il
figlio del Doge, che è inflessibile esecutore
delle leggi della Serenissima. Salutati la
moglie e i figli, Jacopo muore nel momento
della partenza, proprio mentre si scopre la
sua innocenza. Il doge viene costretto ad
abdicare e muore di dolore. E' il contrasto
insanabile fra le leggi e i sentimenti degli
uomini. Il cast è di rilievo, con il baritono
Luca Salsi, il tenore Francesco Meli, apprezzato a Roma tre mesi fa nel Boccanegra, e due soprano verdiane, che si
alterneranno nel ruolo di Lucrezia, Tatiana
Serjanne e Csilla Boros. Herzog, che vive a
Los Angeles, è autore di pellicole che contano molti fan appassionati per le sue emozioni estreme e per le storie sorprendenti,
come Aguirre furore di Dio, L'Enigma di Kaspar house, Fitzkarraldo. Per I due Foscari,
indirizzando il lavoro dello scenografo Maurizio Balò, ha pensato ad una Venezia inconsueta: non la città nitida e allegra dei
quadri del Canaletto, ma una laguna ghiacciata, anzi una Venezia immersa in un'era
di glaciazione; e questa idea si riverbera
anche nei costumi con pelliccia.
Il teatro riscopre l'Iran di Ali Shams
Giovanna taormina
È un gioiellino da non perdere,
nella forza epica che sprigiona
dalla primitiva essenzialità della
messinscena, Dal Khutai Namak
dell'iraniano Ali Shams, a Roma
oggi al teatro Tor di Nona. Tratto
dallo Shahname di Ferdowsi, il
poema che intorno all'anno Mille
raccolse la grande cultura nazionale persiana dell'epoca preislamica, lo spettacolo rappresenta il
conflitto tra due figure mitologiche:
il celebre guerriero iraniano Rostam, eroe della libertà, e l'invincibile Esfandiar, immortale campione
della fede di Zoroastro. L'antagonismo tra i due eroi rappresenta la
contrapposizione tra l'orgoglio della
libertà che si oppone ad ogni sottomissione, unita ai valori della pace
e dell'ospitalità, e la fede religiosa
che si fa ideologia e potere. Un
confronto epico che nasce da una
mitologia antica, con cui Ferdowsi
trasmette un messaggio valido per
ogni tempo. Autore e regista della
piece, nella traduzione di Parisa
Nazari, è appunto il giovane Ali
Shams, in Italia per studiare arte
dello spettacolo, e che si è anche
voluto ispirare alla tradizione del
teatro popolare siciliano. Tra i giovani in scena il calabrese Aleandro
Fusco e la rumena Claudia Ionescu
(abili nei loro repentini scambi di
ruoli), e gli iraniani Javad Khobaie
e Reza Taheri, quest'ultimo per musica dal vivo.
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
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Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
Alessio Butti
Antonio Giordano
Mario Landolfi
Ugo Lisi
“Balanchine Gala”,
il NY City Ballet
a Roma
Redazione
Occhi puntati a Roma sui più
grandi ballerini americani. Per
la prima volta la grande danza
classica entra nella Sala Santa
Cecilia dell'Auditorium tempio
della musica, con George Balanchine Gala, in programma
oggi alle 21. Protagonisti i primi
ballerini del New York City Ballet a cura di Daniele Cipriani:
Ashley Bouder, Megan Fairchild, Teresa Reichlen, Ana Sophia Scheller, Tyler Angle,
Joaquin De Luz, Gonzalo Garcia, Amar Ramasar, Andrew
Veyette. L'eccezionale serata
rientra in un programma di celebrazioni per rendere omaggio
al loro padre spirituale, il maestro George Balanchine, in occasione
del
30esimo
anniversario dalla scomparsa
del coreografo russo che ha firmato alcune delle pagine più
importanti nella storia del balletto del XX secolo. Il Gala si
aprirà con Apollo (StravinskyBalanchine), protagonista il ballerino
spagnolo
Gonzalo
Garcia, “il miglior Apollo del
mondo”, come lo ha definito la
stampa internazionale dopo la
sua esibizione al Partenone di
Atene in occasione dell'inaugurazione dei giochi olimpici. Seguiranno
le
coreografie
partenopee di Tarantella (Gottschalk-Balanchine) e a seguire
Diamonds (Tchaikovsky - Balanchine), rievocazione della
Russia imperiale e il vivace
Stars and Stripes (Sousa-Balanchine). Poi sarà la volta del
celeberrimo Tchaikovsky pas
de deux (Tchaikovsky-Balanchine), interpretato da Tiler
Peck e Joaquin De Luz.
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7 agosto 1990 n. 250
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Silvio ha risvegliato dal letargo i partigiani e il