CON IL PDL ANNO LXI N.52 Silvio ha risvegliato dal letargo i partigiani e il popolo viola... Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Goldman Sachs entusiasta di Grillo Marcello de Angelis “I miei nemici parlano bene di me; dove ho sbagliato?”. Non so chi ha detto questa frase geniale che ricordo dai tempi dellʼadolescenza. Me la ripeto di continuo e la ricordo a molti colleghi (politici e giornalisti) perché è una perla di saggezza rara. In buona sostanza significa che se un nemico parla bene di te vuol dire che non stai facendo il tuo interesse ma – magari inconsapevolmente – il suo. Grillo attacca le banche, attaccava Monti chiamandolo “impiegato della Goldman Sachs” e ora il partito-banca, che oltre a Monti ha prodotto e candidato nel tempo Amato, Prodi e in fin dei conti anche Draghi e che ha sempre investito sul centrosinistra, dice che Grillo è “unʼentusiasmante novità”. La Goldman è un centro di affari, non una comunità. Il suo credo è lʼinteresse speculativo, ha una strategia non un programma. Quindi, anche i “suoi” uomini sono usa e getta. Monti ha fallito miseramente il compito che gli avevano assegnato. I generali della banca dʼaffari avevano pianificato un Monti bis col sostegno di Bersani o un governo Bersani ricattato da Monti e invece si trovano ora dinanzi uno scenario diverso. Con lʼodiato Berlusconi che proprio non vuole morire e continua – con la sua visione e i suoi interessi da capitalista nazionale – a mettere i bastoni tra le ruote al capitalismo finanziario globale, che odia le nazioni e vuole spazzare via gli Stati. E la premessa di questo internazionalismo è lo svuotamento della sovranità popolare e delle sue rappresentanze e cioè i parlamenti nazionali. Per disintegrare quello italiano – il più facile da liquidare e da usare come banco prova della rivoluzione anti-parlamentare che apre la strada al governo planetario – si è usata la propaganda, con i giornalisti del Corriere delle banche a fare da agit-prop, il terrorismo economico, con i bombardamenti delle centrali speculative contro lʼItalia e il colpo di Stato che ha portato un loro pro-console al governo della nazione. Ma, come sempre nella storia, gli eventi superano le previsioni di chi pensa di giocare col destino dei popoli. E un guru del WWW.SECOLODITALIA.IT d’Italia domenica 3/3/2013 ➼ La disoccupazione registra dati drammatici: il livello peggiore è stato toccato con Monti GIOBBI PAG.3 ➼ La Cina torna alle macabre “sfilate della morte” dei tempi di Mao PANNULLO PAG.5 ➼ perattico di Washington. Ma i Goldman boys hanno una strategia fluida e grande capacità di adattamento. Eʼ il giovane leone Jim OʼNeil a spiegare ai suoi soci che Grillo potrebbe essere invece un insperato uovo di Colombo, che farà tabula ➼ Il 21 marzo Napolitano avvierà le consultazioni per il governo.A maggio dovrà lasciare il Quirinale REDAZIONE PAG.2 web-marketing come Casaleggio – semplicemente per vincere una scommessa e dimostrare alle aziende sue clienti quanto il web sia ormai lʼunico investimento valido – ha fatto saltare i piani dei grandi patron che controllavano il gioco da un su- ➼ ➼ rasa in Italia con il consenso degli italiani, ottenendo la disintegrazione delle istituzioni senza che il partitobanca debba sporcarsi ulteriormente le mani. E senza nemmeno avere Grillo sul libro paga. Quindi, paradossalmente, gratis. La vera anomalia italiana è lʼantiberlusconismo militante Girolamo Fragalà Urne chiuse, seggi assegnati, vincitori e vinti. I giorni del dopo-voto stanno mettendo a nudo la più grande ipocrisia degli ultimi ventʼanni: lʼanomalia italiana non è il berlusconismo, come hanno voluto far credere la sinistra, i centristi, la “grande” informazione e i cugini allʼestero. La vera anomalia è lʼantiberlusconismo, in nome del quale tutti si sentono in diritto di fare qualsiasi cosa, anche la più dannosa, perché cʼè sempre la scusa che sia necessaria per combattere il Male, e cioè il Cavaliere. La prova più evidente, se ancora ce ne fosse il bisogno, è il comportamento delle forze politiche di fronte allʼesigenza di trovare una soluzione per dar vita al nuovo governo. Nel Pd cʼè uno spacchettamento (o meglio, una faida interna) perché il tavolo è saltato, i conti non tornano e nessuno è disposto a rinunciare allʼobiettivo che si era prefissato prima della campagna elettorale. Sono consapevoli che oggi, come dimostra il voto, il senso di responsabilità invocato da Napolitano si dimostrerebbe solo se non si alzassero i vecchi steccati e se si tenesse conto che le elezioni – al di là della esigua maggioranza numerica di consensi ottenuta dal centrosinistra alla Camera – sono state vinte, nei fatti e per ragioni diverse, da Grillo e da Berlusconi. Ma del Cav non si può pronunciare neppure il nome, altrimenti viene meno il famoso “collante”, si perdono gli artisti e gli intellettuali di area, il popolo viola (e arcobaleno, ex girotondino), MicroMega, quelli del “No Berlusconi day”, i Nanni Moretti di turno, i conduttori tv militanti. E cʼè il rischio di “legittimare” quel che non hanno mai voluto legittimare. Ragion per cui, perdendo ogni residuo di orgoglio, Bersani è stato costretto a ingoiare gli insulti grillini, fino a essere chiamato «morto che parla», a beccarsi sfottò e “vaffa”, pur di convincere lʼex comico a un patto di non belligeranza (un patto che è miseramente fallito in campagna elettorale con lʼaltro grande sconfitto del voto, Mario Monti). Resta da vedere quanto e come possano conciliarsi le politiche della sinistra di governo con quelle urlate dei Cinquestelle. Una missione impossibile. Eppure potrebbe essere facile aprire – senza inciuci e senza compromessi sottobanco – una stagione nuova: basterebbe che il centrosinistra iniziasse a considerare Berlusconi un avversario e non un demonio, anche nel rispetto di chi lʼha votato. Poi si può vincere o perdere, ma almeno si è dimostrata maturità politica e istituzionale. Quella maturità che fino a oggi è stata solo un miraggio, a causa dellʼanomalia italiana: lʼantiberlusconismo. Il 21 marzo Napolitano avvierà le consultazioni per il governo. E a maggio dovrà lasciare il Quirinale 2 Redazione Passate le elezioni, ora il prossimo obiettivo è l'inizio della formazione del governo. La data dovrebbe essere il 21 marzo: da allora sarà possibile avviare le consultazioni da parte del presidente Napolitano, il cui settennato scade il 15 maggio. L'elezione dei presidenti delle Camere è il primo adempimento del nuovo parlamento (convocate per il 15 marzo), e normalmente ci si arriva il giorno successivo alla prima seduta. A Montecitorio l'elezione scatta nei primi tre scrutini solo se si raggiunge la maggioranza dei 2/3; a partire dal quarto è sufficiente la maggioranza assoluta, di cui il centrosinistra dispone. È prevedibile che, in mancanza di accordi nelle prime tre votazioni, il presidente della Camera possa essere eletto sabato 16 marzo, a maggioranza assoluta. Quanto al Senato, nei primi due scrutini per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato, maggioranza di cui nessuna coalizione dispone a Palazzo Madama. Ove non si raggiunga questa maggioranza, si procede, nel giorno successivo, a una terza votazione in cui basta la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia ri- portato questa maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che prende più voti. Il 15 aprile ci sarà la convocazione del parlamento in seduta comune. Considerato che il mandato del presidente Napolitano In Italia si vendono poche auto. Ma la Fiat resiste bene alla crisi Redazione La cura Monti continua a fare vittime. Nuovo tonfo per il mercato dell'auto in Italia: febbraio ha rappresentato il 19° calo a doppia cifra da gennaio 2011, e il 15° calo consecutivo a due cifre e il peggior febbraio dal 1979, che ugualmente contava 20 giorni lavorativi. Lo afferma l'Associazione delle case automobilistiche estere in Italia (Unrae) commentando le immatricolazioni del mese scorso, scese del 17,41% su base annua. L'Italia dell'automobile, rileva l'Unrae, chiude il primo bimestre dell'anno in perdita del 17,3% a 222.406 auto vendute, continuando a registrare flessioni che rappresentano circa il doppio del calo medio in Europa. «Con una fase della politica ancora tutta da inquadrare, il mondo dell'auto guarda a Ginevra per stimolare, attraverso il rinnovamento dei modelli e le offerte sempre più competitive, l'interesse dei consumatori», dichiara il presidente dell'Unrae Bousquet, che tira ovviamente acqua al suo mulino suggerendo al prossimo governo cosa dovrà fare: «In Italia, però, restano i problemi dell'eccessiva pressione fiscale su famiglie ed imprese, e sull'auto in particolare, con il rallentamento di tutti i consumi e l'attesa che il prossimo governo possa mettere l'auto tra le proprie priorità». C'è però ci malgrado la crisi regge. Anzi, va addirittura meglio: con 23.400 immatricolazioni il marchio Fiat a febbraio migliora di 2,4 punti percentuali la quota, che ora si attesta al 21,6%. Poco meno di 50 mila le registrazioni nei primi due mesi dell'anno, grazie alle quali la marca ottiene una quota del 22,1%, in crescita di 2,2 punti percentuali in confronto allo stesso periodo dell'anno scorso. «Ancora una volta - precisa una nota del Lingotto - ai vertici della classifica delle auto più vendute nel mese si piazzano Panda (con il 45,9% di quota nel segmento A) e Punto (con il 18,4% di quota nel segmento B). scade il 15 maggio, entro il 15 aprile dovrà arrivare la convocazione del Parlamento in seduta comune per eleggerne il successore al Quirinale. potrebbe tenersi per i primi di maggio, in modo da consentire ai Consigli regionali di eleggere i grandi elettori che le rappresenteranno. Il presidente della Repubblica è eletto a Montecitorio dal parlamento in seduta comune integrato da 58 rappresentanti delle Regioni. I grandi elettori saranno 1.007: 615 deputati, 319 senatori (315 più i 4 senatori a vita) e 58 delegati delle Regioni. Nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l'elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell'assemblea, pari a 672 voti. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea, pari a 504 voti. Non c'é una prassi certa sulla cadenza delle votazioni. Lo spoglio è fatto dal presidente della Camera. Il senso di responsabilità? Lo ha dimostrato solo il centrodestra Fulvio Carro Nella crisi arrivano le parole di Napolitano: «Mi permetto – ha detto il presidente della Repubblica – di raccomandare a qualsiasi soggetto politico misura, realismo, senso di responsabilità anche in questi giorni dedicati a riflessioni preparatorie». D'accordo il Pdl. «L'invito a non essere pasdaran della propria parte ma protagonisti di una rinascita nazionale è stato già da noi accolto. Ora il problema è quello di evitare che lungo il percorso di una riconciliazione nazionale per battere la crisi e dare prospettive alle nuove generazioni non si affaccino gli irriducibili. Qualche segnale c'è già stato, ma Napolitano ha già dimostrato di non piegarsi alle intimidazioni», ha detto Mariastella Gelmini. «È del tutto evidente che la priorità è la crisi e la ripresa dell'economia cui certo potremmo affiancare la buona riforma elettorale varata dal Senato con doppio turno e presidenzialismo; il completamento della riforma della politica sul versante del finanziamento pubblico già abolito da un referendum. Per questo le parole del capo dello Stato sono importanti», aggiunge Gelmini. La disoccupazione registra dati drammatici e il livello più basso è stato toccato con Monti Liliana Giobbi Emergenza infinita, dati che dovrebbero far riflettere tutti coloro che ritenevano fondamentale l'agenda Monti, dati che dovrebbero far capire ai centristi perché hanno avuto il crollo elettorale e quali responsabilità hanno avuto nella disfatta economica del Paese. Perché, se è vero che le nuove cifre riguardano un arco temporale di cinque anni, è altrettanto vero che il livello peggiore è stato raggiunto durante la stagione del governo tecnico. Tra il 2007 il 2012, si contano 323mila occupati in meno nel Paese: a fronte di un calo di un milione 155mila italiani, gli stranieri a lavoro aumentano di 832mila unità, frenando l'emorragia occupazionale. È quanto emerge da dati Istat. Nel dettaglio gli occupati italiani passano da circa 21 milioni 719mila a 20 milioni 565mila (-5,3%), mentre gli stranieri salgono da circa 1 milione 502mila a 2 milioni 334mila (+55,4%). Gli stranieri con un impiego aumentano, però, grazie alla crescita demografica, il loro tasso d'occupazione, infatti, negli ultimi cinque anni subisce un crollo: dal 67,1 nel 2007 al 60,6 del 2012 (-6,5 punti percentuali). Una caduta ancora più forte di quella registrata dagli italiani, che vedono l'occupazione ridursi dal 58,2% del 2007 al 56,4% del 2012 Sicurezza, Alemanno: «Bisogna evitare la guerra tra bande come nel 2011» (-1,8 punti). Guardando alle differenze tra uomini e donne, a crescere di più o scendere di meno è la componente femminile, che tra gli italiani limita le perdite a poco più di 160 mila unità, mentre tra gli stranieri è in rialzo di oltre 450 mila. Al contrario la flessione degli occupati maschi spiega quasi tutta la contrazione rilevata per i lavoratori italiani, con un ribasso di più di 990 mila unità; sempre tra gli stranieri, gli uomini occupati segnano un aumento più contenuto rispetto a quello delle donne (circa +375 mila). Scuola, concluse le iscrizioni online: il 70% delle famiglie le ha fatte da casa Redazione È il momento di tracciare il bilancio. Sono scaduti i termini per le iscrizioni online alle prime classi della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado. Il bilancio è di un milione 557.601 domande di iscrizione registrate (il 99,3% di quelle attese) e 1.550.794 (il 98,9%) definitivamente trasmesse alle scuole. Le somme le ha tirate il ministero dell'Istruzione sottolineando che quasi il 70% delle famiglie ha iscritto i propri figli da casa. Le domande correttamente registrate ma non ancora trasmesse alle scuole sono 6.807. Ora gli istituti stanno contattando le singole famiglie per invitarle, se vorranno, a completare la procedura di iscrizione recandosi personalmente presso gli istituti scolastici. Guardando ai numeri, le domande trasmesse online si distribuiscono in questo modo: 513.872 nella primaria, 523.360 nella secondaria di primo grado e 513.562 nella secondaria di secondo grado. Il 68% delle famiglie ha inviato la domanda di iscrizione alle scuole in modo 3 autonomo, da casa, attraverso un proprio computer. Il 32% invece ha effettuato l'iscrizione recandosi presso le segreterie scolastiche, quindi con l'intermediazione degli istituti. La regione più virtuosa è il Friuli-Venezia Giulia, dove le famiglie che hanno effettuato da casa l'iscrizione sono l'82,9%. Segue la Lombardia, con l'81,4% e il Veneto con il 79,7%. Le regioni dove l'intermediazione delle segreterie scolastiche è stata più consistente sono la Puglia, dove il 53,7% delle famiglie si è rivolta alle segreterie e la Calabria con il 52,6%. Le iscrizioni online hanno consentito un risparmio di circa cinque milioni di fogli di carta e 84mila ore di lavoro degli impiegati delle segreterie scolastiche che non hanno dovuto più inserire a mano i dati forniti con i moduli cartacei. «Grazie alle iscrizioni on line, inoltre, a pochi giorni dalla conclusione della procedura – ha osservato il ministero – ogni scuola avrà già pronto il quadro dei nuovi iscritti, la composizione e il numero degli studenti. Un vantaggio considerevole che permette Franco Bianchini «La situazione non va drammatizzata, non facciamo demagogia inutile. Tuttavia, bisogna tenere la guardia alta per evitare che scoppi una nuova guerra tra bande come nel 2011». Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno tornando a parlare di sicurezza dopo i fatti violenti di venerdì. Nel ricordare che arriveranno a Roma «duecento agenti in più tra pattuglie e personale specializzato» Alemanno ha sottolineato di essere «in costante confronto con il questore con il quale mi sono raccomandato affinché si facciano tutti gli accertamenti del caso». Però, ha concluso, «non si può parlare di una tendenza negativa: c'è stata questa recrudescenza bisogna capire se è un momento isolato o qualcosa di più grave». Gli effetti della spending review nel comparto – secondo Giuseppe La Fortuna, consigliere capitolino del Pdl – «minacciano pesantemente il livello di sicurezza a Roma: il blocco del turn over, l' assenza di nuovi concorsi e l'inserimento di quanti già in graduatoria dai precedenti è un dato che, unitamente all'inasprirsi delle attività malavitose, desta seria preoccupazione». di programmare e organizzare le attività didattiche del prossimo anno scolastico con quasi sei mesi di anticipo». In ogni caso le iscrizioni, ha sottolineato il ministero, saranno consentite a tutti, indipendentemente dai termini stabiliti e seppure attraverso procedure meno immediate per genitori e scuole, in modo che venga garantito a tutti il diritto all'istruzione. La mappa dei veleni che finiscono sulla nostra tavola si aggiorna all'ultimo scandalo 4 Priscilla Del Ninno Allarme senza fine. Mucche pazze e mozzarelle blu non ci hanno evidentemente insegnato niente. Proprio mentre mezza Europa si ritrova a fare i conti con hamburgher, polpette e lasagne di carne equina spacciati nei supermercati per prodotti a base di puro manzo, e tracce di carne suina sono state scoperte nei kebab venduti in Svizzera, in Germania esplode il caso delle uova bio false, sprovviste cioè dei parametri produttivi indispensabili per fregiarsi della rassicurante «etichetta», subito declassato al secondo posto del podio dei veleni nel piatto da un nuovo scandalo alimentare: è notizia delle ultime ore che in Serbia, Croazia e Albania sono state rinvenute partite di latte contaminato dalla presenza di aflatossina, una sostanza altamente cancerogena. Insomma, mentre la commissione europea discetta su trasparenza delle etichette e tracciabilità dei prodotti, invocando a ogni nuovo scandalo una maggiore collaborazione tra i paesi nella condivisione delle informazioni, in modo da facilitare i controlli e garantire una maggiore sicurezza, sulle tavole dei consumatori finisce di tutto, di più. E ormai, è doveroso aggiungere, da molti anni: a spulciare l'elenco degli ultimi scandali alimentari, escono fuori cose dimenticate perché soppiantate dall'ultimo choc: il ragù di carne equina, allora, ha fatto dimenti- care per qualche giorno gli antibiotici e gli ormoni trovati dappertutto, prodotti destinati all'infanzia compresi; salmonella, listeria e altri microrganismi potenzialmente pericolosi rinvenuti nella carne di pollo, per non parlare poi di formaggi e latticini scaduti riciclati per preparazioni alimentari. In tutto questo, tra un veleno e l'altro che finisce sulle nostre tavole di ignari consumatori, apprendiamo che mentre la commissione Ue rinvia all'estate l'ennesima discussione su trasparenza e tracciabilità, i burocrati sdoganano le farine animali, proprio quelle che sembra abbiano causato la crisi della «mucca pazza», per nutrire una parte degli animali di allevamento. La Ue, dunque, ha dato il via libera alle farine per il mangime dei pesci, per poi passare a polli e suini, ma a condizione che si faccia un riscontro analitico certo della provenienza della specie. Insomma, le regole ci sarebbero, ma trasgredirle o superarle a destra sembra il passo immediatamente successivo al loro riconoscimento, incrementando una minacciosa, incalzante verità: la mappa del cibo spazzatura estende continuamente i suoi confini. Redazione In attesa della nuova edizione del prestigioso agone letterario, il Premio Strega rilegge se stesso. I suoi capolavori, entrati di diritto nell'albo. Le pagine che hanno rivelato, o confermato, talenti in erba e maestri di sempre, nutrendo di nuovi capitoli la storia della letteratura contemporanea e, in parallelo, quella della esclusiva rassegna. Così, Sandro Veronesi inaugurerà domenica 3 marzo la manifestazione Premio Strega, classico contemporaneo, quattro incontri in programma all'Auditorium Parco della Musica di Roma, con i vincitori delle passate edizioni dello Strega chiamati a rileggere i capolavori dell'albo d'oro del Pre- mio, aspettando l'edizione 2013. Un dialogo tra due universi creativi, diversi e affini nello stesso tempo: capolavori letterari del passato riletti da apprezzati scrittori del presente, organizzata dalla Fondazione Bellonci e dalla Fondazione Musica per Roma. La rassegna, che si concluderà il 12 maggio, vedrà poi protagonisti Ernesto Ferrero, Paolo Giordano e Ugo Riccarelli. Veronesi, vincitore dello Strega 2006 con Caos Calmo (Bompiani), rilegge dunque per l'occasione Ferito a morte di Raffaele La Capria, Premio Strega nel 1961. Un incontro che è anche una riflessione sull'imprevedibilità della vita che irrompe in una giornata qualunque e rivela «ciò che ci accade mentre ci occupiamo d'altro». Il 24 marzo Ernesto Ferrero, Premio Strega nel 2000 con N (Einaudi), parlerà invece di Lessico famigliare di Natalia Ginzburg. Mentre, il 14 aprile, La bella estate di Cesare Pavese (1950) sarà al centro delle riflessioni di Paolo Giordano, vincitore dello Strega nel 2008 con La solitudine dei numeri primi (Mondadori), che si soffermerà sul mistero dell'adolescenza e la lotta, dolorosa, affrontata per diventare grandi. Sarà Ugo Riccarelli, infine, Strega 2004 con Il dolore perfetto (Mondadori), a chiudere la rassegna, domenica 12 maggio, rileggendo La chimera di Risfogliando i “classici contemporanei” che hanno fatto la storia del Premio Strega Marijuana libera in Colorado: ma qual è il limite per la guida? Redazione Le autorità in Colorado sono alle prese con una questione di difficile soluzione: quale è il limite per stabilire se un automobilista è troppo "fumato" per guidare? La domanda è divenuta particolarmente pressante da quando lo Stato ha legalizzato lo scorso novembre con un referendum la marijuana per uso ricreativo, ma sulla risposta ci sono pareri discordanti. Parlamentari e procuratori dello Stato chiedono che vengano fissati dei limiti al livello di "thc" (il principio attivo della marijuana) nel sangue, per definire quando un automobilista può essere perseguito per guida in stato di alterazione, come per l'alcol. Numerosi attivisti della libera erba affermano però che non si possono fissare degli standard, poiché la marijuana influisce sulle persone in maniera diversa, da caso a caso, a seconda se si tratti di un consumatore abituale o meno. «Dobbiamo fissare degli standard per proteggere la sicurezza pubblica. Non farlo significa condurre una politica spericolata», afferma John Jackson, capo della polizia di Greenwood Village. Sin dall'approvazione del referendum, il Colorado è impegnato a stabilire regole sulla marijuana, sulle relative tasse, o regole per coltivarla, venderla o pubblicizzarla. Tuttavia, la questione relativa agli automobilisti si sta dimostrando come la più complicata. Anche perché potrebbe fissare un precedente per altri Stati. Sebastiano Vassalli e la tragica vicenda di Antonia, strega di Zardino, in un villaggio cancellato dalla storia. Una carrellata d'autore autocelebrativa che rispolvererà dalle teche dei classici titoli sempreverdi, favorendo l'occasione di rileggere in parallelo mondi letterari e successi editoriali dei protagonisti della celebre rassegna di ieri, di oggi, di sempre. È guerra fredda Russia-Usa sulle adozioni dopo la morte misteriosa di Maxim in Texas Redazione Si inasprisce la mini guerra fredda tra Russia e Usa sulle adozioni. Mosca è rimasta irritata dalle conclusioni dell'autopsia americana su Maxim Kuzmin, secondo cui il bimbo russo di 3 anni adottato da una coppia texana sarebbe morto per cause accidentali e non ucciso dalla madre, come sospettano le autorità russe. Il primo a reagire è stato Konstantin Dolgov, incaricato per i diritti umani del ministero degli Esteri russo, che ha chiesto che le autorità Usa forniscano tutti i documenti necessari per fare luce sulla fine del bimbo. Tra i punti da chiarire, ha aggiunto, anche la mancata traccia di farmaci nel corpo del bambino, benché i genitori adottivi avessero riferito di avergli somministrato medicinali psicotropi. Il Cremlino, per bocca del portavoce Dmitri Peskov, ha addirittura annunciato i primi passi diplomatici per far tornare in patria Kirill Kuzmin, 2 anni, il fratellino minore di Maxim, adottato dalla stessa coppia americana. Una richiesta che sembra assecondare quella delle migliaia di manifestanti filo Cremlino scesi in piazza a Mosca per la difesa dei bambini russi. Gli attivisti hanno chiesto, oltre al rimpatrio di Kirill, di estendere a tutti i Paesi stranieri il divieto di adozione di bambini russi già preso nei confronti degli Usa. La manifestazione di Mosca è la risposta del Cremlino alle 30 mila persone scese recentemente in piazza nella capitale contro il bando delle adozioni in Usa, che penalizza solo i numerosi bambini rinchiusi spesso in orfanotrofilager e rarissimamente adottati dai russi. Vediamo al situazione delle adozioni in Italia: nel 2012, il numero dei bambini stranieri adottati da coppie italiane è sceso del 22,8% rispetto all'anno precedente. Sono infatti stati autorizzati all'ingresso in Italia 3.106 minori provenienti da 55 Paesi, quasi un quarto in meno del 2011. Emerge dai dati provvisori della relazione sul 2012 della Commissione per le adozioni internazionali, realizzata in collaborazione con l'Istituto degli Innocenti. Il 57,5% (1.787) dei minori adottati nel 2012 provengono da cinque Paesi (come già nel 2011): Federazione Russa (24,1% del totale), Colombia (10%), Brasile (8,7%), Etiopia (7,5%) e Ucraina (7,2%). La Lombardia (18,1%) è la regione dove risiede il maggior numero di minori, seguono Lazio (11,9%), Toscana (9,5%), Veneto (8,3%), Campania (8,1%), Puglia (7,3%), Sicilia (6%). Rispetto all'età dei bambini si è registrata una lieve diminuzione: 5 anni e 11 mesi rispetto ai 6 anni e 1 mese del 2011. Nel 2012 le coppie che hanno adottato minori stranieri sono state 2.469, con una media di 206 coppie al mese; si registra così un decremento del 21,7% rispetto al 2011. I genitori adottivi conservano la caratteristiche già segnalate: prevalenza di coniugi con titolo di studio medio-superiore, appartenenti a categorie lavorative impiegatizie, delle libere professioni e degli insegnanti. Così la crisi cambia le abitudini alimentari degli italiani: pranzo completo addio.... Redazione Le abitudini alimentari degli italiani cambiano, e non solo a causa della crisi. Il rapporto di amore e gusto degli italiani per la pasta diventa però tanto più forte con la crisi. La pasta che costa poco e sazia molto passa a sostituire per il 32% degli italiani il pranzo di una volta, quello completo dal primo al dolce. È quanto emerge da un sondaggio condotto sul sito www.coldiretti.it dal quale si evidenzia che solo il 18% dichiara di fare quotidianamente un pranzo completo con un primo, un secondo, un contorno e un dolce o un frutto. Il 9% preferisce un panino. All'opposto - sottolinea la Coldiretti - sono il 9 per cento gli italiani che mangiano solo un frutto o uno yogurt o un gelato, mentre il 4 per cento addirittura niente. L'abbandono del pranzo completo è confermato - continua la Coldiretti - dal 24 per cento di italiani che si limitano a consumare un secondo accompagnato dal contorno e dal 9 per cento che preferisce un panino, un pezzo di pizza o un tramezzino. Con la crisi si assiste - rileva la Coldiretti - a un profondo cambiamento nelle abitudini alimentari degli ita- liani che tendono a frammentare durante il giorno la propria alimentazione. 7,7 milioni di italiani si portano al lavoro il cibo preparato in casa e di questi sono oltre 3,7 milioni a dichiarare di farlo regolarmente, secondo l'indagine Coldiretti/Censis In Italia sono consumati oltre 1,5 milioni di tonnellate di pasta, per un controvalore di 2,8 miliardi di euro e, in controtendenza rispetto al calo generalizzato dei consumi nel 2012, gli acquisti di pasta delle famiglie sono aumentati dell'1,1 per cento, secondo Ismea-Gfk-Eurisko. L'Italia detiene il primato mondiale nel consumo di pasta che ha raggiunto - sottolinea la Coldiretti - attorno ai 26 chili a persona. 5 Prima domenica in Vaticano senza l'Angelus Redazione Le finestre dell'appartamento pontificio che si affaccia su Piazza San Pietro sono chiuse. E così resteranno fino all'arrivo del nuovo Papa. Oggi, quindi, sarà una domenica senza Angelus, priva di quel consueto appuntamento di preghiera e riflessione che a mezzogiorno in punto richiama tanti fedeli, pellegrini, romani, turisti o semplici curiosi nel luogo simbolo della cristianità per sostarvi un quarto d'ora con lo sguardo all'insù e ascoltare la riflessione sul vangelo domenicale, la preghiera mariana e, in alcune circostanze, un appello. E per la prima volta nella storia, oggi l'Angelus non ci sarà non perché il Papa è morto, ma perché ha deciso di fare un passo indietro. Un avvenimento che in questi giorni ha richiamato tantissima gente in piazza San Pietro sia per gli ultimi appuntamenti presieduti da Benedetto XVI, sia per entrare in Basilica, con una lunga fila per raggiungere l'ingresso. Ci sarà una fase di silenzio che, quasi certamente, si ripeterà anche domenica 10 marzo e poi ci sarà il Conclave. La sede è vacante e anche la menzione della preghiera per il Papa che c'è normalmente nella preghiera eucaristica, in questo periodo non si farà, come ha ricordato il portavoce vaticano padre Federico Lombardi. Intanto a San Pietro, nella cappella del Santissimo, è stata avviata l'Adorazione permanente con tre religiose contemplative messicane. La Cina torna alle macabre “sfilate della morte” dei tempi di Mao Antonio Pannullo Quando si dice la tv-choc: il caustico sorriso di Naw Kham, ammanettato e stretto tra impassibili ufficiali di polizia, ha introdotto la macabra sfilata andata in onda sulla televisione di Stato cinese. La Cctv ha infatti trasmesso in diretta le immagini dell'omicida e boss della droga Naw e di tre suoi collaboratori mentre venivano portati al patibolo. Protagonisti, loro malgrado, di uno spettacolo di due ore che, sebbene interrotto a pochi minuti dalla loro esecuzione, ha provocato un'ondata di reazioni contrastanti, di applausi ma anche sdegno in Cina. Nelle immagini della Cctv il birmano Naw Kham, il thailandese Hsang Kham, l'apolide Yi La e il laotiano Zha Xika sono stati ripresi mentre venivano prelevati dalle loro celle della prigione di Kunming, fatti entrare nelle auto della polizia e portati nella stanza della morte dove hanno poi subito un'iniezione letale. Tutti e quattro avevano mani e piedi ammanettati e su tutti le riprese hanno indugiato a lungo, a partire dal volto di Naw, conside- rato il capo di una banda che nell'ottobre del 2011 rapì e uccise 13 cinesi sul fiume Mekong, reato per il quale i quattro sono stati condannati a morte. La scelta della Cctv di trasmettere i loro ultimi momenti di vita non è stata casuale, tanto che in precedenza la stessa emittente aveva trasmesso un'intervista in cui Naw mostrava tutta la sua disperazione. «Non dormo da due giorni. Mi manca mia madre ed è davvero doloroso non essere con i miei figli», aveva detto il bandito, del quale l'agenzia ufficiale Xinhua ha annunciato l'esecuzione pubblicando una sua foto con le mani congiunte sulla fronte. A testimonianza del fatto che quella andata in onda sembra essere una vera e propria operazione mediatica che rimanda alle "sfilate della morte" dell'èra di Mao, nelle quali i condannati venivano condotti per le strade cittadine prima di giungere al patibolo. «Non c'è stata alcuna ripresa delle esecuzioni. Abbiamo solo visto la paura e la debolezza dei narcotrafficanti davanti alla morte», si è difesa la Cctv reagendo alle proteste emerse dalla rete e non solo. Come quella di utenti che, in un Paese dove il numero di esecuzioni è un segreto di Stato ma secondo diverse fonti supera le 4mila all'anno, hanno giudicato crudeli e voyeuristiche le immagini dei condannati. In tanti però hanno applaudito la scelta vista anche l'eco che ebbe il caso di Naw Kham e dei suoi complici, arrestati in Laos nel maggio scorso e condannati a morte per aver rapito e ucciso i 13 turisti cinesi mentre navigano sul fiume Mekong - nel suo tratto thailandese - nel famoso "Triangolo d'Oro", dove agiscono più o meno liberamente gruppi secessionisti, pirati e trafficanti di droga. Le immagini dei 4 condannati, peraltro tutti stranieri e arrestati fuori dai confini cinesi, appaiono come un chiaro monito per i banditi del Mekong. Le Pen: Berlino ci conduce verso l'impasse Redazione In Italia è «appena saltato un blocco psicologico». Il successo dell'euroscettico Beppe Grillo e di Silvio Berlusconi «confermano che avevo ragione: la politica di rigore dettata da Berlino ci conduce verso l'impasse». E serve un «referendum sull'Unione europea»: lo afferma in una lunga intervista al quotidiano Le Figaro, la leader del Front National, Marine Le Pen. In Italia «é appena saltato un blocco psicologico. L'Italia é uno dei Paesi fondatori della “costruzione europea”. E la maggioranza di questo popolo ha appena votato per un partito euroscettico. Beppe Grillo chiede un referendum per l'uscita dall'euro. Silvio Berlusconi ruggisce contro l'austerità imposta dalla Germania e da Bruxelles. Le legislative in Italia dimostrano che avevo ragione: la politica di rigore dettata da Berlino ci conduce verso l'impasse». Mentre «la reazione piena di disprezzo delle elite europeiste verso il voto sovrano degli italiani mostra che il fossato tra la vecchia casta politica e i tecnocrati da una parte, e i popoli d'Europa dall'altra, si sta allargando». Giovanni Trotta Il presidente della Repubblica siriana Bashar al Assad parteciperà alle elezioni previste in Siria nel 2014: lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi. «Il presidente Assad, come altri, parteciperà alle prossime elezioni, e il popolo siriano eleggerà chi vuole», ha detto Salehi nel corso della conferenza stampa a Teheran con l'omologo siriano Walid Moallem. Assad resterà pertanto presidente legittimo della Siria fino alle elezioni del 2014, ha aggiunto il ministro iraniano, che ha proseguito: «Nessuno ha il diritto di chiedere le dimissioni del presidente siriano, perché una decisione di questo genere appartiene solo al popolo siriano». Gli appelli in questo senso dai Paesi occidentali sono delle interferenze, ha concluso. Da parte sua il ministro degli Esteri di Damasco Moallem ha replicato che «l'esercito siriano sta solo svolgendo il suo ruolo nazionale per difendere i cittadini secondo la legge. Continueremo nella nostra azione per mettere fine al ter- 6 Teheran appoggia Damasco: «Assad è il presidente legittimo della Siria e gli stranieri non possono chiederne le dimissioni» rorismo», ha aggiunto Moallem, che ha poi condannato durante la sua visita a Teheran la decisione degli Usa di fornire aiuti definiti "non letali" ai ribelli. «Non capisco come gli Stati Uniti possano sostenere gruppi che uccidono i siriani , ha affermato il capo della diplomazia di Damasco, aggiungendo che chi vuole una soluzione politica non punisce il popolo siriano. Inoltre Washington, se volesse, potrebbe fermare lo spargimento di sangue. Noi vogliamo una soluzione diplomatica». L'amore di Muti per Verdi, ora dirige “I due Foscari” Desiree Ragazzi Un amore sulle note di Verdi lungo tutto una vita. «Verdi è il musicista della vita; e certo è il musicista della mia vita», dice il maestro Riccardo Muti in una pagina del suo ultimo libro dedicato al rapporto con il grande musicista. Una dichiarazione che illumina tutte le sue numerose interpretazioni verdiane, compresa quella dei I due Foscari che andrà in scena al Teatro Costanzi, nuova produzione dell'Opera di Roma (debutto il 6 marzo, repliche fino al 16), con una regia, che si annuncia molto innovativa, del grande regista tedesco Werner Herzog. Fra i due si rinnova una collaborazione iniziata negli anni Ottanta, alla Scala. Insieme firmarono memorabili edizioni della Donna del lago di Rossini e di Fidelio di Beethoven. Tragedia lirica in tre atti, I due Foscari è una delle opere giovanili del compositore, che aveva 31 anni nel 1844, quando la scrisse, utilizzando un libretto di Francesco Maria Piave, tratto da The two Foscari di Lord Byron. La storia si svolge nel 1457: nella sala del Palazzo Ducale di Venezia, il Consiglio dei Dieci condanna all'esilio Jacopo, il figlio del Doge, che è inflessibile esecutore delle leggi della Serenissima. Salutati la moglie e i figli, Jacopo muore nel momento della partenza, proprio mentre si scopre la sua innocenza. Il doge viene costretto ad abdicare e muore di dolore. E' il contrasto insanabile fra le leggi e i sentimenti degli uomini. Il cast è di rilievo, con il baritono Luca Salsi, il tenore Francesco Meli, apprezzato a Roma tre mesi fa nel Boccanegra, e due soprano verdiane, che si alterneranno nel ruolo di Lucrezia, Tatiana Serjanne e Csilla Boros. Herzog, che vive a Los Angeles, è autore di pellicole che contano molti fan appassionati per le sue emozioni estreme e per le storie sorprendenti, come Aguirre furore di Dio, L'Enigma di Kaspar house, Fitzkarraldo. Per I due Foscari, indirizzando il lavoro dello scenografo Maurizio Balò, ha pensato ad una Venezia inconsueta: non la città nitida e allegra dei quadri del Canaletto, ma una laguna ghiacciata, anzi una Venezia immersa in un'era di glaciazione; e questa idea si riverbera anche nei costumi con pelliccia. Il teatro riscopre l'Iran di Ali Shams Giovanna taormina È un gioiellino da non perdere, nella forza epica che sprigiona dalla primitiva essenzialità della messinscena, Dal Khutai Namak dell'iraniano Ali Shams, a Roma oggi al teatro Tor di Nona. Tratto dallo Shahname di Ferdowsi, il poema che intorno all'anno Mille raccolse la grande cultura nazionale persiana dell'epoca preislamica, lo spettacolo rappresenta il conflitto tra due figure mitologiche: il celebre guerriero iraniano Rostam, eroe della libertà, e l'invincibile Esfandiar, immortale campione della fede di Zoroastro. L'antagonismo tra i due eroi rappresenta la contrapposizione tra l'orgoglio della libertà che si oppone ad ogni sottomissione, unita ai valori della pace e dell'ospitalità, e la fede religiosa che si fa ideologia e potere. Un confronto epico che nasce da una mitologia antica, con cui Ferdowsi trasmette un messaggio valido per ogni tempo. Autore e regista della piece, nella traduzione di Parisa Nazari, è appunto il giovane Ali Shams, in Italia per studiare arte dello spettacolo, e che si è anche voluto ispirare alla tradizione del teatro popolare siciliano. Tra i giovani in scena il calabrese Aleandro Fusco e la rumena Claudia Ionescu (abili nei loro repentini scambi di ruoli), e gli iraniani Javad Khobaie e Reza Taheri, quest'ultimo per musica dal vivo. Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi “Balanchine Gala”, il NY City Ballet a Roma Redazione Occhi puntati a Roma sui più grandi ballerini americani. Per la prima volta la grande danza classica entra nella Sala Santa Cecilia dell'Auditorium tempio della musica, con George Balanchine Gala, in programma oggi alle 21. Protagonisti i primi ballerini del New York City Ballet a cura di Daniele Cipriani: Ashley Bouder, Megan Fairchild, Teresa Reichlen, Ana Sophia Scheller, Tyler Angle, Joaquin De Luz, Gonzalo Garcia, Amar Ramasar, Andrew Veyette. L'eccezionale serata rientra in un programma di celebrazioni per rendere omaggio al loro padre spirituale, il maestro George Balanchine, in occasione del 30esimo anniversario dalla scomparsa del coreografo russo che ha firmato alcune delle pagine più importanti nella storia del balletto del XX secolo. Il Gala si aprirà con Apollo (StravinskyBalanchine), protagonista il ballerino spagnolo Gonzalo Garcia, “il miglior Apollo del mondo”, come lo ha definito la stampa internazionale dopo la sua esibizione al Partenone di Atene in occasione dell'inaugurazione dei giochi olimpici. Seguiranno le coreografie partenopee di Tarantella (Gottschalk-Balanchine) e a seguire Diamonds (Tchaikovsky - Balanchine), rievocazione della Russia imperiale e il vivace Stars and Stripes (Sousa-Balanchine). Poi sarà la volta del celeberrimo Tchaikovsky pas de deux (Tchaikovsky-Balanchine), interpretato da Tiler Peck e Joaquin De Luz. Direttore Politico Marcello De Angelis Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] 7 La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250