ANNO LXII N.29
Grillo, un altro giorno
di rabbia e insulti
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
La democrazia al tempo
di twitter, ovvero la politica
a misura di cafone
Aldo Di Lello
Lʼultima sparata di Beppe Grillo
sul Blog: «In Italia è in corso,
ora, un colpo di Stato». Non
sʼode però alcun frastuono di
cingoli dalle principali strade di
Roma. Arriva solo un cinguettio
di Matteo Renzi su twitter:«Ha
detto Beppe Grillo che è in
corso un colpo di Stato. Mi pare
sia il tredicesimo dallʼinizio del
2014. Fate attenzione, mi raccomando». Evviva! La democrazia è salva: possiamo fare
shopping per via del Corso in
tutta tranquillità. Si scomoda un
leader “carismatico” a rispondere allʼennesima, sesquipedale scemenza di un leader
comico. Nella giornata di martedì 4 febbraio non si parlava
dʼaltro sulla rete e sulle homepage dei principali siti politici. Il
dibattito pubblico è tutto qui.
Uno la spara grossa, un altro, o
la spara più grossa, oppure tira
fuori una sapida replica che si
espande in modo “virale” sul
web. È la democrazia 2.0, bellezza! Che vuoi di più dalla politica? Tanto si sa che la politica
non può più risolvere i tuoi pro-
d’Italia
WWW.SECOLODITALIA.IT
blemi. Può però farti divertire,
sganasciare, deliziare. Può, la
politica 2.0, tirare fuori il teppista
che è in te. Può permetterti di liberare le tue frustrazioni, la tua
innata cattiveria, la tua voglia di
infangare, insultare, sporcare,
demolire. Tanto è tutto un gioco.
O no? Domani comunque è un
altro giorno. E altre scemenze,
insulti gratuiti correranno per la
rete, liberi, leggeri e perversi.
Scemenze e insulti, seguiti poi da
regolare smentita. Chiedere
scusa non costa nulla. E il mea
culpa arriva quando il danno è
ormai fatto e strafatto.
Specialisti nella tecnica di lanciare il sasso e nascondere la
mano sono i grillini. Prima provocano e vellicano i peggiori istinti
degli utenti della rete. Poi cancellano lʼinsulto e la provocazione,
accusando non meglio precisati
“infiltrati” e “sabotatori”. Come è
accaduto nel video sulla Boldrini
postato da Grillo. Un filmato comunque triste, condotto da uno
mercoledì 5/2/2014
stolido ragazzotto un poʼ coatto. I
grillini sul web si scatenano. Poi il
MoVimento fa sapere ufficialmente che non sono stati loro;
che qualcuno di notte si è divertito ad aggiungere fango a fango.
Ma la presidentessa non ci sta. E
va nientemeno che da Fazio per
esprimere lo sdegno delle istituzioni per lʼaggressione grillina,
così da ingigantirne lʼimpatto. Ve
la immaginate una Nilde Iotti che
si faceva invitare da Ugo Zatterin
per replicare allʼeventuale teppistello che le avesse scritto parole
infamanti sul muro sotto casa?
Se è per questo, non si sarebbe
potuta immaginare neanche una
Irene Pivetti mettersi a duellare
con i coatti. Ma è quello che accade al tempo della democrazia
2.0, la democrazia dei 140 caratteri su twitter, la democrazia dei
carneidi che diventano opinion
maker. «Il medium è il messagio», diceva Marshall McLuhan,
per significare che lo strumento
del comunicare fa tuttʼuno con la
comunicazione, dettandone contenuti e stile. Ma forse qualcosa
di più profondo e inquietante è
accaduto nella testa di milioni di
persone: un crollo, una caduta,
un cedimento di strutture mentali
e culturali. Chi lo sa? Ai sociologi,
agli psicologi e ai politologi lʼimpegnativo giudizio. A noi, comuni
mortali, non resta che lo strumento del clic. Cambiamo canale! O, per meglio dire, pagina
web.
Scandalo a Roma: gli “okkupanti” bivaccano nel Teatro Valle
e si indignano se arriva la polizia…
Luca Maurelli
Indignazione, sgomento, sorpresa, scandalo: gli okkupanti
abusivi non gradiscono intrusioni
nello spazio abusivamente occupato. Ci mancava poco che lʼaltro
giorno il “popolo” del Teatro Valle,
che da tre anni bivacca nel complesso teatrale più antico di
Roma, non chiamasse i poliziotti
per denunciare gli altri poliziotti
che stavano violando la proprietà
“socializzata”.Come se il teatro
Valle fosse un centro sociale,
ormai, tipo il Leoncavallo o Officina 99. Gli okkupanti, sui giornali, addirittura si meravigliano
che sia stata aperta unʼinchiesta
da parte della magistratura sullʼoccupazione dellʼedificio, “benché siano quasi tre anni (la terza
candelina a giugno) che il Valle
ha intrapreso il suo nuovo percorso», scrivono orgogliosi.
Come se chi ci fosse il condono,
come se uno che entra a casa del
vicino, che si barrica nel suo salotto per tre anni, poi avesse diritto a restarci perché sono
passati tre anni.
Nella Roma di Marino e nellʼItalia
del ministro Bray accade anche
quest: il mondo si rovescia. Come
per questa vicenda, paradossale,
che da tre anni si consuma nel
centro di Roma, dove il Valle,
inaugurato nel 1727, con seicento
posti tra palchi e platea, un vero
gioiello della cultura nazionale, è
ormai ridotto a parcheggio di
pseudo intellettuali si sinistra, artisti, studenti, sfaccendati, che in
quei locali dormono, mangiano,
vivono e fanno gli spettacoli che
piacciono a loro. Ogni tanto, poi,
ricevono visite di vip che solidarizzano con lʼoccupazione, come
accaduto con Elio Germano, Fabrizio Gifuni, Luca Ronconi, Peter
Brook, Jovanotti, Capossela. Gli
occupanti si sono messi in testa,
nel silenzio del sindaco Marino e
del ministro Bray, di trasformare il
Valle in “bene comune” con la na-
scita di una Fondazione. Così
hanno deciso, basta. E se arrivamo i poliziotti per loro è una
provocazione. Perché quando si
occupa, si occupa, mica si
scherza, la polizia deve lasciarli
fare. Tutto vero, purtroppo, come
fece notare qualche mese fa non
un pericoloso fascista ma Gino
Paoli, ora presidente della Siae:
«Al Valle tre anni di illegalità totale. Mi ricordano i figli di papà di
Valle Giulia che, in nome del popolo, picchiavano i poliziotti, ossia
i veri figli del popolo». Sì, Gino
Paoli, quello di un cielo in una
stanza, almeno quella non ancora occupata.
M5s, scontro col Pd. E spunta un altro
post "incriminato" di Messora
2
Secolo
d’Italia
Redazione
Un'altra giornata di ordinario litigio e di ordinari insulti tra il
Movimento cinque stelle e il
resto del Paese, Pd in testa.
Nonostante gli inviti a moderare i toni, lo scontro non si
placa e anche ieri ci sono stati
insulti e gaffe e la corsa a chi
l'ha sparata più grossa. L'avvertimento a Grillo («basta
barbarie») da parte di Letta e
della stessa Boldrini non è servito a nulla. L'ex comico ha incendiato gli animi: «In Italia è
in corso, ora, un colpo di Stato.
Non puoi più far finta di nulla».
Sul suo blog si è scagliato contro la riforma elettorale, il decreto Imu-Bankitalia e la
"ghigliottina" decisa dalla presidente Boldrini. Questa «è la
fine della democrazia» ha
detto Grillo, che ha invitato la
presidente a dimettersi. Ma dal
Pd è arrivata subito la replica.
«Ha detto Beppe Grillo che è
in corso un colpo di Stato. Mi
pare sia il tredicesimo dall'inizio
del 2014. Fate attenzione, mi
raccomando». Matteo Renzi su
Twitter ha ironizzato sul nuovo
allarme lanciato dal leader del
M5s. «Grillo la spara grossa –
ha sottolineato dal canto suo
Andrea Martella – L'unico vero
attacco alle istituzioni viene dai
comportamenti dei parlamentari cinque stelle». Sul tappeto
c'è anche la polemica con la
Boldrini e la gaffe di Claudio
Messora. Dopo il tweet contro
il presidente della Camera, peraltro cancellato dopo qualche
ora, è emerso lʼennesimo scivolone del consulente del
gruppo parlamentare del M5s.
Tutto nasce da un vecchio post
pubblicato da “ByoBlu” nel
2010, dal titolo inequivocabile:
«Ho fatto una cosetta a tre con
la Carfagna, la Gelmini e la
Prestigiacomo». Un pezzo decisamente particolare in cui,
dopo le analisi sulle responsabilità politiche di quelle che allora erano tre ministre del
governo Berlusconi, si aggiungeva il racconto di un “sogno
erotico” avente per protagonista le tre parlamentari e lo
stesso Messora. Un post tornato alla ribalta dopo le polemiche sul linguaggio adottato
nei confronti della Boldrini, che
evidentemente Messora deve
aver giudicato «potenzialmente pericoloso» per la sua
immagine. Tant'è che ha tentato di rimediare cambiando il
titolo e modificando il pezzo.
Peccato che basta fare un giro
sulla rete per leggere quanto
scriveva.
Redazione
Le prossime elezioni europee
vanno considerate “come un momento di verità da affrontare fino
in fondo”, anche perché sono
“evidenti le ragioni del disincanto” dei cittadini per “il peggioramento delle condizioni di vita”.
Lo ha detto il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano a
Strasburgo dove ha partecipato
alla sessione plenaria del Parlamento europeo e ha detto che
dallʼUnione europea non si torna
indietro. Il capo dello Stato ha
anche criticato le “agitazioni distruttive contro lʼeuro” affermando che non rappresentano
unʼalternativa allʼEuropa che
pure ha mostrato “gravi carenze
nel suo cammino”.
“Cʼè vacua propaganda e scarsa
credibilità – ha aggiunto Napolitano – nel discorso di quanti
hanno assunto atteggiamenti liquidatori verso quel che abbiamo
edificato nei decenni scorsi” cioè
lʼEuropa dei 28. Un riferimento
piuttosto evidente ai grillini e
anche ai leghisti che nel Parlamento di Strasburgo hanno contestato Napolitano, guidati dal
segretario Matteo Salvini, esponendo manifesti e striscioni antieuro
e
interrompendo
brevemente il discorso del presidente. Sugli striscioni le scritte
“No euro” e “Euro kills”. Alla contestazione hanno partecipato,
oltre al segretario Salvini, il capogruppo Lorenzo Fontana,
Mario Borghezio e Mara Bizzotto. Questʼultima indossava
una maglietta con la scritta “Napolitano non è il mio presidente”
che gli è stata affidata da un militante prima della partenza per
Strasburgo. I commessi dellʼEuroparlamento sono intervenuti
per sequestrare manifesti e striscioni. La contestazione di Napolitano è stata accolta dai fischi
e dalla disapprovazione degli altri
eurodeputati.
Il ministro della Difesa Mario
Mauro ha criticato duramente il
comportamento dei leghisti: “Interrompere il Presidente della
Repubblica Italiana è già di per
sé un atto gravissimo. Farlo allʼestero è un oltraggio al Presidente, allʼItalia e agli italiani tutti.
La Lega chieda scusa. Si vergogni.” Ma Salvini non la pensa
così: chi difende lʼeuro si deve
vergognare, il voto di maggio
spazzerà via lʼeurofollia.
Leghisti contro Napolitano al Parlamento europeo.
Salvini e i suoi indossano le magliette “No Euro”
MERCOLEDì 5 FEBBRAIO 2014
“Una cosetta a tre
con Gelmini, Carfagna
e Prestigiacomo”.
Lʼennesima gaffe
del portavoce
“hard” di Grillo
Redazione
Ancora bufera su Claudio
Messora, il capo comunicazione del M5S al Senato finito
sotto accusa per un tweet contro la presidente della Camera,
Laura Boldrini. Oggi ad alzare
la tensione è un vecchio post,
datato luglio 2011, pubblicato
sul blog Byoblu, poi cancellato,
in cui Messora faceva considerazioni hard su tre esponenti
del Pdl, Maria Stella Gelmini,
Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo, allora tutte ministre
del governo Berlusconi. Il post
incriminato si intitolava “una
cosetta a tre, con la Carfagna,
la Gelmini e la Prestigiacomo”.
Messora si soffermava sulla visita a Siracusa delle tre ministre, presenti al secondo
incontro della fondazione Liberamente. Ma dopo le polemiche di ieri seguite al tweet
contro Boldrini, che ha portato
alcuni dissidenti M5s a proporre in assemblea la diffida o
il passo indietro di Messora,
lʼautore di Byoblu ha subito
cancellato il post scritto nellʼestate del 2010. La nuova
versione si intitola solo “La
Carfagna, la Gelmini e la Prestigiacomo” ed è priva di allusioni erotiche. Ma su Twitter il
“colpo di bianchetto” non è
passato inosservato. In tanti
hanno salvato la pagina cache
dello scritto di Messora.
MentreMastrapasquapensavaaisuoi25incarichi,
l'Inpsperdeva14miliardi. Enel2014neperderàaltri12
MERCOLEDì 5 FEBBRAIO 2014
Secolo
d’Italia
3
Redazione
La nuova legge italiana contro
la È assai pesante l'eredità lasciata da Mastrapasqua ai cittadini
italiani.
Troppo
impegnato a occuparsi dei
suoi 25 incarichi, l'ex presidente dell'Inps non ha lanciato
l'allarme a tempo dovuto sulla
paurosa voragine di bilancio
che si apriva nella previdenza
pubblica. Sono ora gli ultimi,
drammatici dati che arrivano
direttamente dall'Istituto a certificare il disastro. Come si
legge nel preventivo dell'Inps
per il 2014, il risultato d'esercizio per il 2013 sarà negativo
per 14,4 miliardi. Con questo
passivo, il 2013 si chiude con
un patrimonio netto di appena
7.478 milioni. Per il 2014 si
prevede un ulteriore passivo di
11.997 milioni in attesa di chiarire però se lo Stato si accollerà in via definitiva l'onere
delle pensioni dei dipendenti
pubblici dal 2012 in poi (anno
della confluenza dell'Inpdap
nell'Inps). Poi, come sempre,
ci penseranno i provvedimenti
scritti sulla Legge di stabilità.
Ma come spiegare ai tanti italiani che si sono visti allungare
di anni il periodo del pensionamento, agli esodati e a tutti
i pensionati a 2000 euro (lordi)
al mese che non si vedono rivalutato l'assegno, come spiegare a tutti costoro, che i loro
sacrifici non sono serviti a riequilibrare i conti dell'Istituto? È
una domanda a cui né Letta
né Saccomanni né, prima di
loro, Monti e la Fornero (né
tantomeno Mastrapasqua) riusciranno mai a rispondere. Ma
è una domanda che fa capire
l'enorme distanza che ormai
divide il Palazzo dai cittadini e
dalle fasce più deboli della società.
Per quello poi che riguarda il
futuro vertice dell'Istituto è ancora buio fitto. «Aspettiamo il
ritorno del presidente del Consiglio. È una decisione che
spetta al Consiglio dei ministri». Così il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha
risposto, a margine di un convegno, ad una domanda dei
cronisti se questa settimana
arriverà il commissario per
l'Inps dopo le dimissioni di Antonio Mastrapasqua. Giovannini ha spiegato che il ddl sul
conflitto d'interessi rappresenta un «cambiamento radicale che impedirà doppi
incarichi. Il conflitto d'interessi
- ha detto - non sarà più accettato.
Le nuove norme, comunque ha ribadito - non riguardano
solo l'Inps ma tutta la pubblica
amministrazione». Siamo tutti
lieti di apprenderlo. Ma perché
lorsignori hanno dovuto attendere un'indagine della Procura
della Repubblica di Roma per
tentare di eliminare un sistema
di privilegi e arbitri che non ha
riscontro tra le più evolute democrazie
industriali
del
mondo?
Redazione
Cambia il paniere dell'Istat per
l'inflazione. Nel 2014 entrano la
sigaretta elettronica e relative ricariche, il caffè in cialde con l'apposita macchina, il giornale
quotidiano on-line (edizione digitale). E ancora i sacchetti ecologici per rifiuti organici e il
formaggio grattugiato in confezione. Come sempre il paniere
Istat asseconda i cambiamenti
nei consumi e negli stili di vita
delle famiglie. Tra le 'new entry'
anche il formaggio spalmabile in
confezione, la fotocamera digitale 'large sensore', il notebook
definito 'ibrido', ovvero il portatile
che può diventare tablet (tastiere distaccata). Fin qui i nuovi
prodotti che colgono i cambiamenti dei nuclei familiari diventati più tecnologici, più attenti
alla raccolta differenziata e so-
prattutto sempre più orientati a
consumi veloci (cibi o bevande
già pronte all'uso). Esce invece
la voce relativa ai servizi di riparazione di apparecchi audiovisivi
o informatici, dalle tv ai pc, passando per le radio. Fuori anche
il tailleur, sostituito dall'abito
donna (pezzo unico), e lo yogurt
biologico, che viene rimpiazzato
da quello probiotico. Ma l'Istat ha
anche allargato il suo schermo
radar verso zone già, almeno in
parte, coperte. Ecco che le voci
all'interno del paniere vengono
meglio dettagliate con gli ingressi dello spazzolino elettronico, della vaccinazione di
animali domestici, degli pneumatici termici, del test di gravidanza, del latte fresco di alta
qualità e di quello a lunga conservazione ed alta digeribilità.
Entrano anche indumenti per
bambini (scarpe da ginnastica,
pantaloni e costumi sportivi per
la piscina). Ricapitolando nel
2014 il paniere utilizzato per il
calcolo degli indici dei prezzi al
consumo si compone di 1.447
prodotti (18 in più a confronto
con i 1.429 nel 2013), risultato di
21 entrate e di tre uscite. E il paniere di riferimento per l'indice
dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell'Ue si arricchisce fino a comprendere
1.463 prodotti (1.451 nel 2013),
aggregati in 619 posizioni rap-
presentative (608 nel 2013).
Quanto al peso dei diversi 'capitoli' di spesa rispetto al 2013, diventano più rilevanti i prodotti
alimentari e le bevande analcoliche, i servizi sanitari e le spese
per la salute, i servizi ricettivi e
di ristorazione e, anche se in misura contenuta, i settori relativi a
ricreazione, spettacoli e cultura
e all'istruzione. Per contro, i cali
di peso più rilevanti in termini assoluti riguardano le divisioni dei
trasporti, dell'abbigliamento-calzature e delle comunicazioni.
Come cambia il “paniere” dell'Istat:
dentro sigaretta elettronica
e caffè in cialde, fuori il tailleur
Medio Oriente,Abu Mazen propone l'intervento
della Nato. Israele: “Prima ci riconoscano ufficialmente”
Secolo
4
Antonio Pannullo
Uno Stato palestinese smilitarizzato che accoglierà a tempo indefinito forze Nato guidate dagli Stati
Uniti per garantire la sicurezza dei
vicini e proteggere gli stessi palestinesi. Abu Mazen consegna al
New York Times le linee guida di un
possibile accordo di pace con
Israele e delinea i dettagli del futuro
ribadendo il "no" alla lotta armata.
In un'intervista rilasciata al quotidiano, il presidente palestinese che lancia un messaggio al segretario di Stato americano John Kerry
- precisa che in Palestina rimarranno solo forze di polizia e l'esercito israeliano avrà cinque anni per
completare il ritiro e assestarsi sul
confine internazionale. Ma nel giro
di poche ore sono già arrivati due
pesanti "no": quello del premier
israeliano Benyamin Netanayahu,
che trova assurdo il persistente rifiuto di Abu Mazen di riconoscere
Israele come Stato ebraico; e
quello di Hamas che, da Gaza, fa
presente che non deve essere
ignorato e che è del tutto contrario
al concetto di una Palestina smilitarizzata. L'intervista di Abu Mazen
a un media occidentale, fa notare il
Nyt, è di per se una rarità. Con l'occasione il presidente palestinese
ha comunque ribadito la linea prag-
d’Italia
Mandela lascia quattro
milioni di dollari,
ma neanche un cent
all'ex moglie Winnie
matica. Alla domanda se fosse prevedibile una terza intifada (insurrezione armata) ha risposto: «Nella
mia vita presente, e se le avrò
anche in quelle future, non tornerò
più alla lotta armata». Con un occhio alla lotta spasmodica di Kerry
contro il tempo, Abu Mazen ha aggiunto che non è sacra la scadenza
dei nove mesi destinati alle trattative di pace. Se sul tavolo ci fosse
qualcosa di promettente, i colloqui,
ha assicurato, potrebbero procedere oltre. Su un punto dolente
(l'evacuazione degli insediamenti)
Abu Mazen ha preferito glissare,
senza precisare se esiga la rimozione della loro intera popolazione
attuale: 350mila persone in Cisgiordania, e oltre 200mila a Gerusalemme est che - precisa -
dovrebbe pure essere presidiata
dalla Nato. Il secondo punto dolente - quello del riconoscimento di
Israele come Stato ebraico, a cui si
oppone fermamente - ha fatto scattare Netanyahu. Se Israele, in un
accordo, riconoscerà lo Stato nazionale palestinese è lecito attendersi - ha detto il premier - che la
cosa sia reciproca. Sull'altro versante Hamas ha espresso immediate rimostranze alle aperture di
Abu Mazen (che è il leader di alFatah). Il concetto di una Palestina
smilitarizzata viene respinto dai dirigenti di Gaza, che in questi anni
ha peraltro messo a punto una milizia ben addestrata e disciplinata e
che, con i suoi missili, può colpire
dalla Striscia fino a Tel Aviv e a Gerusalemme.
porta il suo nome. E fra gli effetti del
tormentone che si solleva ci sono
anche, alla fine della giornata, le dimissioni di un sottosegretario del
Land di Berlino. Un caso analogo anche lui evasore - che ha dato da
fare alle cronache locali, rischiando di
trascinare pericolosamente il sindaco
della capitale: pare infatti che Klaus
Wowereit ne fosse al corrente da
tempo e abbia chiuso un occhio, lasciandolo al suo posto. Oggi André
Schmitz però non ha retto al clima incandescente della caccia agli evasori.
Anche la reazione di Alice Schwarzer
è stata a dir poco agitata. Prima ha
chiesto scusa: «Quel conto é stato un
errore», ha ammesso. Poi pero ha
provato in tutti i modi a difendere il suo
nome. «Non faccio parte di quelle mi-
gliaia di persone che hanno i loro soldi
in Svizzera, e non pagano le tasse. Io
ho ripagato 200 mila euro», è stata la
giustificazione della contribuente che
in passato non avrebbe dichiarato gli
interessi maturati sul conto all'estero.
Quindi è passata all'attacco, annunciando di volere querelare der Spiegel,
che ha dato la notizia. Il suo avvocato
si è indignato per lo tsunami mediatico
a cui é stata esposta la femminista che
lottò strenuamente per la legalizzazione dell'aborto nei primi anni 70: «lesione dei diritti della personalità» oltre
che diffamazione. Infine un tentativo
disperato di recuperare la faccia: con il
lancio di una fondazione per le donne
e per i diritti umani. Una iniziativa in
cantiere, che dovrebbe partire nell'autunno 2014, e in cui verrà investito un
capitale di 1 milione di euro. Il duello
mediatico però è andato avanti, fra le
dichiarazioni dei delusi, la pubblicazione dei sondaggi - era considerata
un esempio da una donna su 4 e da
un uomo su 8 secondo il suo stesso
magazine - i tweet scatenati, «45 anni
di indici puntati e 30 di evasione», e i
distinguo.
Germania, icona femminista
e della sinistra aveva
il conto in Svizzera dal 1980
Redazione
L'ultima picconata all'icona del femminismo tedesco é un titolo comparso
in serata: «L'onore perduto di Alice
S.». Spiegel on line evita di citare
Heinrich Boll, ma non fa sconti alla celeberrima Alice Schwarzer: una signora che oggi ha 71 anni e che,
dopo decenni di campagne accanite
per i diritti delle donne, ha dovuto ammettere di aver tenuto un conto in
Svizzera dagli anni '80, evadendo il
fisco tedesco. E di aver spontaneamente restituito 200 mila euro, dopo
essersi autodenunciata. La Schwarzer, che proprio nei mesi scorsi era
tornata a far parlare di sé per un appello contro la prostituzione lanciato
dalla sua rivista Emma, é letteralmente travolta dal caso che stavolta
MERCOLEDì 5 FEBBRAIO 2014
Redazione
Nulla per Winnie, la storica
seconda moglie di Madiba. Il
patrimonio dell'ex presidente
sudafricano Nelson Mandela
ammonta a più di 4 milioni di
dollari. Il suo testamento letto dal suo esecutore Dikgang Moseneke, storico compagno di prigionia a Robben
Island - attribuisce ingenti
somme ai suoi cinque figli, e
anche a quelli della sua ultima
moglie, Graca Machel. Offre
finanziamenti alle ex scuole di
Madiba, all'African National
Congress, il suo partito. Ma
non riserva neanche un rand
per Winnie Madikizela-Mandela. Come ha spiegato lo
stesso Moseneke tuttavia,
scrive online il Mail&Guardian, il più diffuso quotidiano
sudafricano, rimane al momento grande incertezza sull'eredità, in quanto la legge
riconosce a Graca, che non si
è ancora espressa, la metà
del patrimonio di Mandela. La
storica villa di Houghton, uno
dei quartieri bene di Johannesburg dove Tata (il grande
vecchio come veniva affettuosamente chiamato) ha vissuto
gli ultimi anni della sua vita, rimane alla fondazione familiare, The Nelson Rolihlahla
Mandela. La villa dovrà «servire come luogo di riunione
della famiglia Mandela in
modo da mantenere l'unità
anche molto dopo la mia
morte», si legge nel testamento, un documento molto
preciso di 20 pagine. Alla fondazione va anche la proprietà
di Qunu, nel sud del Paese,
dove Madiba è stato seppellito. Mandela non ha però lasciato nulla all'ex seconda
moglie Winnie, che reclamava
addirittura la metà del patrimonio.
ArrestatounaltrobossdellafaidadiScampia.Riccioera
incasaconmoglieefigliaenonhaoppostoresistenza
MERCOLEDì 5 FEBBRAIO 2014
Secolo
d’Italia
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Assunzioni pilotate
in Campidoglio:
esposto di FdI
Antonio Pannullo
La Polizia ha arrestato Mario Riccio
detto Mariano, considerato dagli investigatori capo del clan Amato-Pagano e parente di Cesare Pagano,
storico capo di Scampia (Riccio è inserito nell'elenco dei cento latitanti
più pericolosi del ministero dell'Interno). Latitante dal 2011, ha una
condanna a 16 anni per associazione a delinquere di tipo mafioso e
droga: è ritenuto uno dei responsabili
della seconda guerra di Scampia. Gli
agenti della Squadra mobile di Napoli, del servizio centrale operativo e
del commissariato di Scampia, lo
hanno sorpreso in una villetta unifamiliare nel centro di Qualiano, comune a nord di Napoli, in via
Salomone. L'abitazione, di un solo
piano e definita modesta, era dotata
di un impianto di videosorveglianza.
Il boss, latitante dal 2011, era in casa
con la moglie e la figlioletta di circa
sette mesi. Aveva con sé una carta
d'identità falsa. All'arrivo della polizia
non ha opposto resistenza. È stata
sequestrata anche una somma di
6.500 euro in contanti. La barba,
qualche chilo in più, una maglietta
con l'immagine di Marlon Brando. Rispetto alla foto dell'identikit reso noto
nell'ottobre 2012, è Mario Riccio era
quasi irriconoscibile. L'importanza
della sua cattura è stata sottolineata
in una conferenza stampa dal procuratore, Giovanni Colangelo, e dal
questore, Guido Marino. Colangelo
ha sottolineato lo sforzo investigativo
per giungere alla cattura indicando
tra i prossimi principali obiettivi l'arresto di altri tre latitanti di primo
piano ovvero Marco Di Lauro, Antonio Lo Russo e Giuseppe Ammendola."Un plauso" alle forze della
squadra Mobile di Napoli, del Commissariato di Scampia e del Servizio
Centrale Operativo di Polizia per la
"brillante operazione che ha portato
all'arresto del boss Mariano Riccio"
è giunto dal viceministro dell'Interno,
Filippo Bubbico, che esulta per
quella che definisce "un'ottima notizia, che arriva dopo una serie di altri
arresti eccellenti che stanno stringendo il cerchio intorno alle organizzazioni criminali che operano in
Campania". Si tratta di "un risultato
che sprona a continuare la strada intrapresa nella lotta alla criminalità e
che dimostra che quando si mettono
in campo sinergie e tenace lavoro di
squadra, si raggiungono obiettivi importanti".
Redazione
L'ha pestata a sangue, colpendola anche alla testa, dopo una
discussione. Poi quando si è
reso conto di quello che aveva
fatto ha chiamato il 118. Ora la
vittima, una ragazza disabile 19
anni, è in coma e lotta fra la vita
e la morte: è stata ricoverata
dapprima all'ospedale Grassi di
Ostia dove è stata operata d'urgenza ma, poi, viste le gravissime condizioni, è stata trasferita
al Forlanini per un intervento più
complesso. E' stato il suo fidanzato e convivente, Maurizio F. un
muratore diciannovenne con precedenti per droga, a ridurla in
questo stato. Lo hanno arrestato
i carabinieri di Ostia con l'accusa
di tentato omicidio quando i medici del Grassi, visitando la ragazza, si sono resi conto degli
ematomi della giovane ed hanno
avvisato i militari.
L'episodio è accaduto a Vitinia,
alla periferia sud della Capitale,
in via Emilio Costanzi, in zona
Casal Bernocchi. La violenta lite
è scoppiata nel tardo pomeriggio
di ieri per motivi sentimentali. Per
tutto il pomeriggio i vicini di casa
hanno sentito le urla della coppia.
Poi, alle 19, il silenzio. Poco dopo
il muratore ha chiesto aiuto ai
condomini del palazzo sostenendo che la ragazza era caduta
e, così, è stato chiamato il 118.
Quando il personale sanitario è
arrivato sul posto si è reso subito
conto che la situazione era critica
- «nemmeno negli incidenti stradali abbiamo visto lesioni simili»,
hanno raccontato i soccorritori ma, soprattutto, i medici si sono
accorti degli ematomi ed hanno,
quindi, allertato i carabinieri i quali
si sono, appunto, recati nella
casa della coppia arrestando il
muratore. La donna è stata sottoposta a un intervento al Forlanini
di Roma ed è in prognosi riservata.
Roma, diciannovenne disabile in coma per le botte
ricevute dal fidanzato geloso
Redazione
Un esposto alla Procura della
Repubblica per denunciare assunzioni 'pilotate' al Comune di
Roma attraverso 'bandi identikit'.
A presentarla il gruppo capitolino
di Fratelli d'Italia che nell'esposto
fa esplicito riferimento alla vicenda Canossi. "Dopo aver diffidato più volte il sindaco Marino a
non assumere dirigenti esterni spiega il capogruppo di Fdi Fabrizio Ghera - senza aver preventivamente assegnato un
incarico a dirigenti interni di
Roma Capitale abbiamo presentato un esposto affinché vengano
rilevati i profili di illiceità sottesi all'assunzione di Giuseppe Canossi,
dirigente
dell'ufficio
'Adeguamento della disciplina regolamentare e contrattuale decentrata dell'ente alla riforma
dell'organizzazione e del lavoro
pubblici'. Nell'avviso pubblico veniva chiesto il possesso di specifici requisiti, così tanto specifici
da suscitare il sospetto che il
bando fosse tagliato su misura
per una persona già precedentemente individuata dall'amministrazione". "La trasparenza è
stata scarsa in questi primi mesi
del duo Marino-Nieri - aggiunge che hanno preferito assumere illegittimamente, erogare compensi dai costi stellari per gli staff
e le segreterie. Alla faccia della
trasparenza".
Carenza di farmaci in ospedale:
smentita la Regione Lazio
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Secolo
d’Italia
Redazione
«Abbiamo denunciato la carenza di farmaci retro virali antiHiv nel reparto Malattie infettive
dellʼospedale SantʼAndrea di
Roma e, dopo qualche minuto,
arrivava la smentita della Regione, accusandomi di dare notizie infondate e di verificare le
mie fonti, affermando in ultima
analisi che i farmaci erano invece nelle disponibilità dei pazienti. Come nel caso delle foto
del San Camillo e della Croce
Rossa sul Cem si è trattato di
vili smentite, ecco il perché»: lo
dichiara in una nota Fabrizio
Santori, consigliere di La Destra alla Regione Lazio e componente della commissione
Salute. «I medicinali sono poi
fortunatamente arrivati e credo
grazie alle nostre notizie fondate e non alle false smentite
della Regione. Vale la pena ricordare che solo in quella settimana il presidente Zingaretti è
stato smentito anche dalla
Croce Rossa sul caso dei licenziamenti al Cem di via Ramazzini e direttamente dal
paziente intervistato sullʼodissea vissuta allʼinterno del
Pronto Soccorso del San Camillo che, ormai al collasso, ha
costretto medici e infermieri a
ricoverare i malati sui materassi a terra – prosegue Santori
– Le fonti sono state verificate
e purtroppo sono vili le smen-
tite della Regione perché non
considerano lʼesigenza di privacy che, in particolare, un malato di Hiv vuole vedere
legittimamente e comprensibilmente tutelata. Ecco però la
verità di un paziente che vale
più di mille smentite: La Regione mente. A dicembre la disponibilità dei farmaci nel
reparto di Malattie infettive era
limitata al solo residuo della
precedente fornitura, tanto che
non è stato possibile fornire la
dotazione di tre mesi (fino al
prossimo Day Hospital) come
solito fare, ma soltanto una fornitura di medicinali pari ad un
mese, in modo da poterli dare
a tutti i pazienti. In data 9 gennaio, circa una settimana prima
dellʼesaurimento dei medicinali
in dotazione (martedì 14),
come indicatoci dal reparto il
giorno del Day Hospital di dicembre, ho chiamato telefonicamente per sapere quando
potevo andare a prendere i
medicinali per i prossimi due
mesi.
Il reparto mi ha confermato
che, a quel momento, non era
stata fatta alcuna consegna ne
avevano
informazioni
di
quando sarebbe stata fatta la
successiva».
Redazione
Il consigliere del Pdl alla Regione
Emilia Romagna, Fabio Filippi, ha
presentato un progetto di legge
alla Giunta volto a tutelare lʼenogastronomia regionale: “Promozione, riconoscimento e sviluppo
delle confraternite enogastronomiche e di associazioni consimili”.
«Questo Progetto di Legge – ha
dichiarato lʼazzurro – è teso a favore la promozione e la valorizzazione del ruolo socio-culturale
delle associazioni e delle confraternite enogastronomiche presenti sul nostro territorio, un
patrimonio importante da tutelare.
È nostro dovere celebrare le tradizioni, le radici e la storia enogastronomica della nostra regione.
Il riconoscimento istituzionale
delle confraternite e delle associazioni enogastronomiche rinsalda il senso di appartenenza
della nostra comunità, sottolinea
la nostra identità allʼinterno di una
società sempre più globalizzata.
Le associazioni che valorizzano
le peculiarità enogastronomiche
esportano in ambito nazionale ed
internazionale ciò che caratterizza non solo lʼenogastronomia,
ma soprattutto, quella che è la
specificità e la cultura di una regione. Questo provvedimento legislativo andrà a riconoscere e
valorizzare i prodotti locali e a tutelare la tradizione culinaria ed
enologica dellʼEmilia-Romagna.
La Regione Lombardia ha già approvato una legge che riconosce
le confraternite e le associazioni
per il ruolo di tutela che svolgono
nel campo dei prodotti alimentari
di qualità legati al territorio.
Anche lʼEmilia-Romagna deve
tenere il passo. La sfida che oggi
abbiamo di fronte – ha concluso
Filippi – è quella di riuscire, attraverso queste associazioni, a
garantire lo sviluppo, la maggior
conoscenza e la tutela di prodotti
in veste di rivalutazione degli
stessi, aiutando ad accrescere
lʼinteresse turistico e la promozione culturale, in prospettiva
anche dellʼExpo 2015. Questo
progetto di legge – ha concluso
Filippi – si incunea nella scia di
ciò che accade già oggi in altri
Paesi dellʼUe che hanno fatto dei
marchi e dei prodotti locali il loro
punto di forza».
Come valorizzare associazioni e confraternite
enogastronomiche dell'Emilia
MERCOLEDì 5 FEBBRAIO 2014
Milano, 61mila euro
allo sponsor di Biancoinverno:
perché senza regolare
bando?
Redazione
«Quest'anno l'Amministrazione
ha organizzato per i milanesi
una serie di iniziative che vanno
sotto il nome di “Biancoinverno". La Giunta si è avvalsa
del contributo di uno sponsor
privato, la società Ps Live Italia.
Apprendiamo che il 20 dicembre scorso la Giunta ha deliberato la concessione a questa
società di un contributo per il
pagamento della Cosap con riferimento all'allestimento dell'albero di Natale in piazza Duomo,
della pista di pattinaggio in via
Imbonati, dell'albero di Natale in
largo La Foppa e degli allestimenti vari in piazza San Fedele.
Il contributo comunale è di circa
61mila euro. La delibera rientra
tra le tante approvate all'ultimo
dove si distribuiscono contributi
a pioggia ad associazioni e festival pseudo-culturali, contributi
che sanno di regali alle solite
clientele e che in tempo di duri
sacrifici richiesti ai milanesi lasciano con l'amaro in bocca».
Lo afferma Riccardo De Corato,
di Fratelli d'Italia, vicepresidente
del Consiglio comunale, che
così prosegue: «Ci chiediamo
come mai, essendoci un contributo pubblico, non sia stato effettuato un bando per decidere
a chi assegnare il compito di
realizzare gli allestimenti natalizi. Il tempo c'era, sono più di
duemila anni che il Natale cade
il 25 dicembre. Non è certo un
evento che arriva all'improvviso».
Alla Sala Umberto con Solfrizzi e Savino vanno
in scena i paradossi di una coppia in crisi
Secolo
MERCOLEDì 5 FEBBRAIO 2014
d’Italia
Valter Delle Donne
L'incomunicabilità di coppia quarant'anni dopo
resta un tema attuale e dagli imprevedibili risvolti comici. Lo confermano Emilio Solfrizzi e
Lunetta Savino in scena alla Sala Umberto di
Roma con "Due di noi". Una commedia che fu
rappresentata per la prima volta a Londra nel
1970. Era l'esordio teatrale di Michael Frayn,
un autore allora sconosciuto, che solo una decina d'anni dopo sarebbe diventato famoso in
tutto il mondo grazie al successo di Rumori
fuori scena. Due di noi è il titolo che racchiude
tre atti unici, concepiti per essere recitati da
un'unica coppia d'attori che raccontano tre emblematiche e paradossali situazioni matrimoniali. Nella prima un marito e una moglie,
entrambi col sistema nervoso logorato da un
pargoletto insonne e urlante, tornano in vacanza a Venezia nella stessa camera d'albergo
dove avevano trascorso la luna di miele. Il confronto passato/presente è inevitabilmente co-
mico, tenero, con una punta d'amarezza. Nella
seconda, la comunicazione di coppia è praticamente azzerata: la moglie sopperisce dialogando in modo surreale con il piede del marito,
l'unica parte del corpo che ne tradisce qualche
sprazzo emotivo, ad onta della sua ostentata e
glaciale indifferenza. L'ultima situazione, con-
7
siste in un vero e proprio virtuosismo drammaturgico e attorale: marito e moglie si ritrovano a
dover gestire una cena alla quale hanno invitato, per errore, una coppia di amici da poco separati e il nuovo boyfriend di lei. Qui il
meccanismo comico, spinto al limite della farsa,
è potenziato dal fatto che gli stessi due attori,
grazie ad un diabolico meccanismo di entrate,
uscite e travestimenti, si trovano ad interpretare
ben cinque ruoli diversi, dando vita ad un vorticoso crescendo di equivoci fino al paradosso
finale. Oltre quarant'anni dopo quel felice esordio, la freschezza di queste piccole pièces è rimasta intatta, a riprova del loro valore teatrale
e della bravura dellʼautore. Lo spettacolo, diretto da Leo Muscato e in scena fino al 16 febbraio, grazie alla duttilità di Solfrizzi e Savino
conserva la leggerezza del testo, arricchendola
della maestria interpretativa di due attori, che il
grande pubblico ha già avuto modo di apprezzare al cinema e in televisione.
A Roma arriva la “grande bellezza”, la fiera dell'estetica che sposa la medicina
Redazione
La “grande bellezza" va in scena da sabato a lunedì a Roma con la settima
edizione di Roma International Estetica, evento B2B organizzato da Fiera
Roma e giunto questʼanno alla settima edizione. La manifestazione è dedicata ai professionisti dellʼestetica professionale e del benessere ed è diventato ormai un appuntamento immancabile nel panorama degli eventi
fieristici del comparto. I settori rappresentati a Roma International Estetica
sono, oltre a quello dellʼestetica professionale, quello del fashion nail e del
make up, e naturalmente quello della medicina estetica. Tre giorni di eventi
scientifici e divulgativi durante i quali aziende italiane e straniere altamente
specializzate mostreranno – attraverso presentazioni, dimostrazioni e workshop - le soluzioni, i prodotti e le attrezzature più performanti offerti oggi
dalla ricerca e dal mercato, in unʼottica di sano sviluppo di tutto il settore. La
kermesse sarà anche lʼoccasione per incrementare le opportunità di business, creare nuovi contatti e avanzare interessanti proposte. Anche questʼanno la Camera di Commercio di Roma sostiene e partecipa alla
manifestazione grazie allʼacquisizione di 32 stand messi a disposizione –
gratuitamente – di altrettante aziende del settore. I settori merceologici ammessi negli spazi camerali, padiglione 2, sono: estetica (prodotti e attrezzature, apparecchiature professionali, cosmetica, arredamento, centri
estetici); solarium; wellness; servizi e attività terziarie; stampa specializzata.
Sempre seguito e di grande interesse il programma scientifico di Camminare in Bellezza, che come sempre anche presenterà corsi di aggiornamento ECM, incontri/dibattito gratuiti ed aperti a tutti i cultori della materia,
operatori sanitari ed operatori non sanitari dellʼestetica e del Benessere. Il
motto questa edizione è: “depurare il proprio organismo per mantenersi
belli!” Gli anni che viviamo infatti saranno ricordati come il tempo dei grandi
cambiamenti, non solo in politica ed economia, ma anche negli stili di vita
e nel concetto di bellezza e benessere. È passata ormai lʼidea di seni e labbra enormi, di visi tutti uguali e tanto stirati da sembrare robot che camminano; essere belli significa oggi imparare ad essere se stessi, mentre la
cura dell'aspetto estetico diventa sempre più un dovere sia del medico che
dello stesso paziente/cliente, che diventa così il gestore della sua salute e
il vero artefice del suo miracolo estetico. «Qualsiasi terapia estetica deve
sempre cominciare con lʼattenzione al proprio corpo: prima di tutto depurare. Ciascuno diventa così gestore del proprio corpo condividendo con medici ed operatori il mantenimento della propria salute e della propria
bellezza, e non più affidandosi passivamente alle terapie di correzione».
Nel padiglione dedicato alla bellezza e alla cura delle unghie, settore in
pieno boom, oltre ad essere presentate le ultime tendenze di un mercato
sempre in continua evoluzione, si svolgeranno per il secondo anno consecutivo le Nailympics, la più grande e importante competizione a livello
mondiale della nail art.
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
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Antonio Giordano
Antonio Triolo
Ugo Lisi
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7 agosto 1990 n. 250
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Grillo, un altro giorno di rabbia e insulti