ANNO LXII N.29 Grillo, un altro giorno di rabbia e insulti Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 La democrazia al tempo di twitter, ovvero la politica a misura di cafone Aldo Di Lello Lʼultima sparata di Beppe Grillo sul Blog: «In Italia è in corso, ora, un colpo di Stato». Non sʼode però alcun frastuono di cingoli dalle principali strade di Roma. Arriva solo un cinguettio di Matteo Renzi su twitter:«Ha detto Beppe Grillo che è in corso un colpo di Stato. Mi pare sia il tredicesimo dallʼinizio del 2014. Fate attenzione, mi raccomando». Evviva! La democrazia è salva: possiamo fare shopping per via del Corso in tutta tranquillità. Si scomoda un leader “carismatico” a rispondere allʼennesima, sesquipedale scemenza di un leader comico. Nella giornata di martedì 4 febbraio non si parlava dʼaltro sulla rete e sulle homepage dei principali siti politici. Il dibattito pubblico è tutto qui. Uno la spara grossa, un altro, o la spara più grossa, oppure tira fuori una sapida replica che si espande in modo “virale” sul web. È la democrazia 2.0, bellezza! Che vuoi di più dalla politica? Tanto si sa che la politica non può più risolvere i tuoi pro- d’Italia WWW.SECOLODITALIA.IT blemi. Può però farti divertire, sganasciare, deliziare. Può, la politica 2.0, tirare fuori il teppista che è in te. Può permetterti di liberare le tue frustrazioni, la tua innata cattiveria, la tua voglia di infangare, insultare, sporcare, demolire. Tanto è tutto un gioco. O no? Domani comunque è un altro giorno. E altre scemenze, insulti gratuiti correranno per la rete, liberi, leggeri e perversi. Scemenze e insulti, seguiti poi da regolare smentita. Chiedere scusa non costa nulla. E il mea culpa arriva quando il danno è ormai fatto e strafatto. Specialisti nella tecnica di lanciare il sasso e nascondere la mano sono i grillini. Prima provocano e vellicano i peggiori istinti degli utenti della rete. Poi cancellano lʼinsulto e la provocazione, accusando non meglio precisati “infiltrati” e “sabotatori”. Come è accaduto nel video sulla Boldrini postato da Grillo. Un filmato comunque triste, condotto da uno mercoledì 5/2/2014 stolido ragazzotto un poʼ coatto. I grillini sul web si scatenano. Poi il MoVimento fa sapere ufficialmente che non sono stati loro; che qualcuno di notte si è divertito ad aggiungere fango a fango. Ma la presidentessa non ci sta. E va nientemeno che da Fazio per esprimere lo sdegno delle istituzioni per lʼaggressione grillina, così da ingigantirne lʼimpatto. Ve la immaginate una Nilde Iotti che si faceva invitare da Ugo Zatterin per replicare allʼeventuale teppistello che le avesse scritto parole infamanti sul muro sotto casa? Se è per questo, non si sarebbe potuta immaginare neanche una Irene Pivetti mettersi a duellare con i coatti. Ma è quello che accade al tempo della democrazia 2.0, la democrazia dei 140 caratteri su twitter, la democrazia dei carneidi che diventano opinion maker. «Il medium è il messagio», diceva Marshall McLuhan, per significare che lo strumento del comunicare fa tuttʼuno con la comunicazione, dettandone contenuti e stile. Ma forse qualcosa di più profondo e inquietante è accaduto nella testa di milioni di persone: un crollo, una caduta, un cedimento di strutture mentali e culturali. Chi lo sa? Ai sociologi, agli psicologi e ai politologi lʼimpegnativo giudizio. A noi, comuni mortali, non resta che lo strumento del clic. Cambiamo canale! O, per meglio dire, pagina web. Scandalo a Roma: gli “okkupanti” bivaccano nel Teatro Valle e si indignano se arriva la polizia… Luca Maurelli Indignazione, sgomento, sorpresa, scandalo: gli okkupanti abusivi non gradiscono intrusioni nello spazio abusivamente occupato. Ci mancava poco che lʼaltro giorno il “popolo” del Teatro Valle, che da tre anni bivacca nel complesso teatrale più antico di Roma, non chiamasse i poliziotti per denunciare gli altri poliziotti che stavano violando la proprietà “socializzata”.Come se il teatro Valle fosse un centro sociale, ormai, tipo il Leoncavallo o Officina 99. Gli okkupanti, sui giornali, addirittura si meravigliano che sia stata aperta unʼinchiesta da parte della magistratura sullʼoccupazione dellʼedificio, “benché siano quasi tre anni (la terza candelina a giugno) che il Valle ha intrapreso il suo nuovo percorso», scrivono orgogliosi. Come se chi ci fosse il condono, come se uno che entra a casa del vicino, che si barrica nel suo salotto per tre anni, poi avesse diritto a restarci perché sono passati tre anni. Nella Roma di Marino e nellʼItalia del ministro Bray accade anche quest: il mondo si rovescia. Come per questa vicenda, paradossale, che da tre anni si consuma nel centro di Roma, dove il Valle, inaugurato nel 1727, con seicento posti tra palchi e platea, un vero gioiello della cultura nazionale, è ormai ridotto a parcheggio di pseudo intellettuali si sinistra, artisti, studenti, sfaccendati, che in quei locali dormono, mangiano, vivono e fanno gli spettacoli che piacciono a loro. Ogni tanto, poi, ricevono visite di vip che solidarizzano con lʼoccupazione, come accaduto con Elio Germano, Fabrizio Gifuni, Luca Ronconi, Peter Brook, Jovanotti, Capossela. Gli occupanti si sono messi in testa, nel silenzio del sindaco Marino e del ministro Bray, di trasformare il Valle in “bene comune” con la na- scita di una Fondazione. Così hanno deciso, basta. E se arrivamo i poliziotti per loro è una provocazione. Perché quando si occupa, si occupa, mica si scherza, la polizia deve lasciarli fare. Tutto vero, purtroppo, come fece notare qualche mese fa non un pericoloso fascista ma Gino Paoli, ora presidente della Siae: «Al Valle tre anni di illegalità totale. Mi ricordano i figli di papà di Valle Giulia che, in nome del popolo, picchiavano i poliziotti, ossia i veri figli del popolo». Sì, Gino Paoli, quello di un cielo in una stanza, almeno quella non ancora occupata. M5s, scontro col Pd. E spunta un altro post "incriminato" di Messora 2 Secolo d’Italia Redazione Un'altra giornata di ordinario litigio e di ordinari insulti tra il Movimento cinque stelle e il resto del Paese, Pd in testa. Nonostante gli inviti a moderare i toni, lo scontro non si placa e anche ieri ci sono stati insulti e gaffe e la corsa a chi l'ha sparata più grossa. L'avvertimento a Grillo («basta barbarie») da parte di Letta e della stessa Boldrini non è servito a nulla. L'ex comico ha incendiato gli animi: «In Italia è in corso, ora, un colpo di Stato. Non puoi più far finta di nulla». Sul suo blog si è scagliato contro la riforma elettorale, il decreto Imu-Bankitalia e la "ghigliottina" decisa dalla presidente Boldrini. Questa «è la fine della democrazia» ha detto Grillo, che ha invitato la presidente a dimettersi. Ma dal Pd è arrivata subito la replica. «Ha detto Beppe Grillo che è in corso un colpo di Stato. Mi pare sia il tredicesimo dall'inizio del 2014. Fate attenzione, mi raccomando». Matteo Renzi su Twitter ha ironizzato sul nuovo allarme lanciato dal leader del M5s. «Grillo la spara grossa – ha sottolineato dal canto suo Andrea Martella – L'unico vero attacco alle istituzioni viene dai comportamenti dei parlamentari cinque stelle». Sul tappeto c'è anche la polemica con la Boldrini e la gaffe di Claudio Messora. Dopo il tweet contro il presidente della Camera, peraltro cancellato dopo qualche ora, è emerso lʼennesimo scivolone del consulente del gruppo parlamentare del M5s. Tutto nasce da un vecchio post pubblicato da “ByoBlu” nel 2010, dal titolo inequivocabile: «Ho fatto una cosetta a tre con la Carfagna, la Gelmini e la Prestigiacomo». Un pezzo decisamente particolare in cui, dopo le analisi sulle responsabilità politiche di quelle che allora erano tre ministre del governo Berlusconi, si aggiungeva il racconto di un “sogno erotico” avente per protagonista le tre parlamentari e lo stesso Messora. Un post tornato alla ribalta dopo le polemiche sul linguaggio adottato nei confronti della Boldrini, che evidentemente Messora deve aver giudicato «potenzialmente pericoloso» per la sua immagine. Tant'è che ha tentato di rimediare cambiando il titolo e modificando il pezzo. Peccato che basta fare un giro sulla rete per leggere quanto scriveva. Redazione Le prossime elezioni europee vanno considerate “come un momento di verità da affrontare fino in fondo”, anche perché sono “evidenti le ragioni del disincanto” dei cittadini per “il peggioramento delle condizioni di vita”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Strasburgo dove ha partecipato alla sessione plenaria del Parlamento europeo e ha detto che dallʼUnione europea non si torna indietro. Il capo dello Stato ha anche criticato le “agitazioni distruttive contro lʼeuro” affermando che non rappresentano unʼalternativa allʼEuropa che pure ha mostrato “gravi carenze nel suo cammino”. “Cʼè vacua propaganda e scarsa credibilità – ha aggiunto Napolitano – nel discorso di quanti hanno assunto atteggiamenti liquidatori verso quel che abbiamo edificato nei decenni scorsi” cioè lʼEuropa dei 28. Un riferimento piuttosto evidente ai grillini e anche ai leghisti che nel Parlamento di Strasburgo hanno contestato Napolitano, guidati dal segretario Matteo Salvini, esponendo manifesti e striscioni antieuro e interrompendo brevemente il discorso del presidente. Sugli striscioni le scritte “No euro” e “Euro kills”. Alla contestazione hanno partecipato, oltre al segretario Salvini, il capogruppo Lorenzo Fontana, Mario Borghezio e Mara Bizzotto. Questʼultima indossava una maglietta con la scritta “Napolitano non è il mio presidente” che gli è stata affidata da un militante prima della partenza per Strasburgo. I commessi dellʼEuroparlamento sono intervenuti per sequestrare manifesti e striscioni. La contestazione di Napolitano è stata accolta dai fischi e dalla disapprovazione degli altri eurodeputati. Il ministro della Difesa Mario Mauro ha criticato duramente il comportamento dei leghisti: “Interrompere il Presidente della Repubblica Italiana è già di per sé un atto gravissimo. Farlo allʼestero è un oltraggio al Presidente, allʼItalia e agli italiani tutti. La Lega chieda scusa. Si vergogni.” Ma Salvini non la pensa così: chi difende lʼeuro si deve vergognare, il voto di maggio spazzerà via lʼeurofollia. Leghisti contro Napolitano al Parlamento europeo. Salvini e i suoi indossano le magliette “No Euro” MERCOLEDì 5 FEBBRAIO 2014 “Una cosetta a tre con Gelmini, Carfagna e Prestigiacomo”. Lʼennesima gaffe del portavoce “hard” di Grillo Redazione Ancora bufera su Claudio Messora, il capo comunicazione del M5S al Senato finito sotto accusa per un tweet contro la presidente della Camera, Laura Boldrini. Oggi ad alzare la tensione è un vecchio post, datato luglio 2011, pubblicato sul blog Byoblu, poi cancellato, in cui Messora faceva considerazioni hard su tre esponenti del Pdl, Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna e Stefania Prestigiacomo, allora tutte ministre del governo Berlusconi. Il post incriminato si intitolava “una cosetta a tre, con la Carfagna, la Gelmini e la Prestigiacomo”. Messora si soffermava sulla visita a Siracusa delle tre ministre, presenti al secondo incontro della fondazione Liberamente. Ma dopo le polemiche di ieri seguite al tweet contro Boldrini, che ha portato alcuni dissidenti M5s a proporre in assemblea la diffida o il passo indietro di Messora, lʼautore di Byoblu ha subito cancellato il post scritto nellʼestate del 2010. La nuova versione si intitola solo “La Carfagna, la Gelmini e la Prestigiacomo” ed è priva di allusioni erotiche. Ma su Twitter il “colpo di bianchetto” non è passato inosservato. In tanti hanno salvato la pagina cache dello scritto di Messora. MentreMastrapasquapensavaaisuoi25incarichi, l'Inpsperdeva14miliardi. Enel2014neperderàaltri12 MERCOLEDì 5 FEBBRAIO 2014 Secolo d’Italia 3 Redazione La nuova legge italiana contro la È assai pesante l'eredità lasciata da Mastrapasqua ai cittadini italiani. Troppo impegnato a occuparsi dei suoi 25 incarichi, l'ex presidente dell'Inps non ha lanciato l'allarme a tempo dovuto sulla paurosa voragine di bilancio che si apriva nella previdenza pubblica. Sono ora gli ultimi, drammatici dati che arrivano direttamente dall'Istituto a certificare il disastro. Come si legge nel preventivo dell'Inps per il 2014, il risultato d'esercizio per il 2013 sarà negativo per 14,4 miliardi. Con questo passivo, il 2013 si chiude con un patrimonio netto di appena 7.478 milioni. Per il 2014 si prevede un ulteriore passivo di 11.997 milioni in attesa di chiarire però se lo Stato si accollerà in via definitiva l'onere delle pensioni dei dipendenti pubblici dal 2012 in poi (anno della confluenza dell'Inpdap nell'Inps). Poi, come sempre, ci penseranno i provvedimenti scritti sulla Legge di stabilità. Ma come spiegare ai tanti italiani che si sono visti allungare di anni il periodo del pensionamento, agli esodati e a tutti i pensionati a 2000 euro (lordi) al mese che non si vedono rivalutato l'assegno, come spiegare a tutti costoro, che i loro sacrifici non sono serviti a riequilibrare i conti dell'Istituto? È una domanda a cui né Letta né Saccomanni né, prima di loro, Monti e la Fornero (né tantomeno Mastrapasqua) riusciranno mai a rispondere. Ma è una domanda che fa capire l'enorme distanza che ormai divide il Palazzo dai cittadini e dalle fasce più deboli della società. Per quello poi che riguarda il futuro vertice dell'Istituto è ancora buio fitto. «Aspettiamo il ritorno del presidente del Consiglio. È una decisione che spetta al Consiglio dei ministri». Così il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha risposto, a margine di un convegno, ad una domanda dei cronisti se questa settimana arriverà il commissario per l'Inps dopo le dimissioni di Antonio Mastrapasqua. Giovannini ha spiegato che il ddl sul conflitto d'interessi rappresenta un «cambiamento radicale che impedirà doppi incarichi. Il conflitto d'interessi - ha detto - non sarà più accettato. Le nuove norme, comunque ha ribadito - non riguardano solo l'Inps ma tutta la pubblica amministrazione». Siamo tutti lieti di apprenderlo. Ma perché lorsignori hanno dovuto attendere un'indagine della Procura della Repubblica di Roma per tentare di eliminare un sistema di privilegi e arbitri che non ha riscontro tra le più evolute democrazie industriali del mondo? Redazione Cambia il paniere dell'Istat per l'inflazione. Nel 2014 entrano la sigaretta elettronica e relative ricariche, il caffè in cialde con l'apposita macchina, il giornale quotidiano on-line (edizione digitale). E ancora i sacchetti ecologici per rifiuti organici e il formaggio grattugiato in confezione. Come sempre il paniere Istat asseconda i cambiamenti nei consumi e negli stili di vita delle famiglie. Tra le 'new entry' anche il formaggio spalmabile in confezione, la fotocamera digitale 'large sensore', il notebook definito 'ibrido', ovvero il portatile che può diventare tablet (tastiere distaccata). Fin qui i nuovi prodotti che colgono i cambiamenti dei nuclei familiari diventati più tecnologici, più attenti alla raccolta differenziata e so- prattutto sempre più orientati a consumi veloci (cibi o bevande già pronte all'uso). Esce invece la voce relativa ai servizi di riparazione di apparecchi audiovisivi o informatici, dalle tv ai pc, passando per le radio. Fuori anche il tailleur, sostituito dall'abito donna (pezzo unico), e lo yogurt biologico, che viene rimpiazzato da quello probiotico. Ma l'Istat ha anche allargato il suo schermo radar verso zone già, almeno in parte, coperte. Ecco che le voci all'interno del paniere vengono meglio dettagliate con gli ingressi dello spazzolino elettronico, della vaccinazione di animali domestici, degli pneumatici termici, del test di gravidanza, del latte fresco di alta qualità e di quello a lunga conservazione ed alta digeribilità. Entrano anche indumenti per bambini (scarpe da ginnastica, pantaloni e costumi sportivi per la piscina). Ricapitolando nel 2014 il paniere utilizzato per il calcolo degli indici dei prezzi al consumo si compone di 1.447 prodotti (18 in più a confronto con i 1.429 nel 2013), risultato di 21 entrate e di tre uscite. E il paniere di riferimento per l'indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell'Ue si arricchisce fino a comprendere 1.463 prodotti (1.451 nel 2013), aggregati in 619 posizioni rap- presentative (608 nel 2013). Quanto al peso dei diversi 'capitoli' di spesa rispetto al 2013, diventano più rilevanti i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, i servizi sanitari e le spese per la salute, i servizi ricettivi e di ristorazione e, anche se in misura contenuta, i settori relativi a ricreazione, spettacoli e cultura e all'istruzione. Per contro, i cali di peso più rilevanti in termini assoluti riguardano le divisioni dei trasporti, dell'abbigliamento-calzature e delle comunicazioni. Come cambia il “paniere” dell'Istat: dentro sigaretta elettronica e caffè in cialde, fuori il tailleur Medio Oriente,Abu Mazen propone l'intervento della Nato. Israele: “Prima ci riconoscano ufficialmente” Secolo 4 Antonio Pannullo Uno Stato palestinese smilitarizzato che accoglierà a tempo indefinito forze Nato guidate dagli Stati Uniti per garantire la sicurezza dei vicini e proteggere gli stessi palestinesi. Abu Mazen consegna al New York Times le linee guida di un possibile accordo di pace con Israele e delinea i dettagli del futuro ribadendo il "no" alla lotta armata. In un'intervista rilasciata al quotidiano, il presidente palestinese che lancia un messaggio al segretario di Stato americano John Kerry - precisa che in Palestina rimarranno solo forze di polizia e l'esercito israeliano avrà cinque anni per completare il ritiro e assestarsi sul confine internazionale. Ma nel giro di poche ore sono già arrivati due pesanti "no": quello del premier israeliano Benyamin Netanayahu, che trova assurdo il persistente rifiuto di Abu Mazen di riconoscere Israele come Stato ebraico; e quello di Hamas che, da Gaza, fa presente che non deve essere ignorato e che è del tutto contrario al concetto di una Palestina smilitarizzata. L'intervista di Abu Mazen a un media occidentale, fa notare il Nyt, è di per se una rarità. Con l'occasione il presidente palestinese ha comunque ribadito la linea prag- d’Italia Mandela lascia quattro milioni di dollari, ma neanche un cent all'ex moglie Winnie matica. Alla domanda se fosse prevedibile una terza intifada (insurrezione armata) ha risposto: «Nella mia vita presente, e se le avrò anche in quelle future, non tornerò più alla lotta armata». Con un occhio alla lotta spasmodica di Kerry contro il tempo, Abu Mazen ha aggiunto che non è sacra la scadenza dei nove mesi destinati alle trattative di pace. Se sul tavolo ci fosse qualcosa di promettente, i colloqui, ha assicurato, potrebbero procedere oltre. Su un punto dolente (l'evacuazione degli insediamenti) Abu Mazen ha preferito glissare, senza precisare se esiga la rimozione della loro intera popolazione attuale: 350mila persone in Cisgiordania, e oltre 200mila a Gerusalemme est che - precisa - dovrebbe pure essere presidiata dalla Nato. Il secondo punto dolente - quello del riconoscimento di Israele come Stato ebraico, a cui si oppone fermamente - ha fatto scattare Netanyahu. Se Israele, in un accordo, riconoscerà lo Stato nazionale palestinese è lecito attendersi - ha detto il premier - che la cosa sia reciproca. Sull'altro versante Hamas ha espresso immediate rimostranze alle aperture di Abu Mazen (che è il leader di alFatah). Il concetto di una Palestina smilitarizzata viene respinto dai dirigenti di Gaza, che in questi anni ha peraltro messo a punto una milizia ben addestrata e disciplinata e che, con i suoi missili, può colpire dalla Striscia fino a Tel Aviv e a Gerusalemme. porta il suo nome. E fra gli effetti del tormentone che si solleva ci sono anche, alla fine della giornata, le dimissioni di un sottosegretario del Land di Berlino. Un caso analogo anche lui evasore - che ha dato da fare alle cronache locali, rischiando di trascinare pericolosamente il sindaco della capitale: pare infatti che Klaus Wowereit ne fosse al corrente da tempo e abbia chiuso un occhio, lasciandolo al suo posto. Oggi André Schmitz però non ha retto al clima incandescente della caccia agli evasori. Anche la reazione di Alice Schwarzer è stata a dir poco agitata. Prima ha chiesto scusa: «Quel conto é stato un errore», ha ammesso. Poi pero ha provato in tutti i modi a difendere il suo nome. «Non faccio parte di quelle mi- gliaia di persone che hanno i loro soldi in Svizzera, e non pagano le tasse. Io ho ripagato 200 mila euro», è stata la giustificazione della contribuente che in passato non avrebbe dichiarato gli interessi maturati sul conto all'estero. Quindi è passata all'attacco, annunciando di volere querelare der Spiegel, che ha dato la notizia. Il suo avvocato si è indignato per lo tsunami mediatico a cui é stata esposta la femminista che lottò strenuamente per la legalizzazione dell'aborto nei primi anni 70: «lesione dei diritti della personalità» oltre che diffamazione. Infine un tentativo disperato di recuperare la faccia: con il lancio di una fondazione per le donne e per i diritti umani. Una iniziativa in cantiere, che dovrebbe partire nell'autunno 2014, e in cui verrà investito un capitale di 1 milione di euro. Il duello mediatico però è andato avanti, fra le dichiarazioni dei delusi, la pubblicazione dei sondaggi - era considerata un esempio da una donna su 4 e da un uomo su 8 secondo il suo stesso magazine - i tweet scatenati, «45 anni di indici puntati e 30 di evasione», e i distinguo. Germania, icona femminista e della sinistra aveva il conto in Svizzera dal 1980 Redazione L'ultima picconata all'icona del femminismo tedesco é un titolo comparso in serata: «L'onore perduto di Alice S.». Spiegel on line evita di citare Heinrich Boll, ma non fa sconti alla celeberrima Alice Schwarzer: una signora che oggi ha 71 anni e che, dopo decenni di campagne accanite per i diritti delle donne, ha dovuto ammettere di aver tenuto un conto in Svizzera dagli anni '80, evadendo il fisco tedesco. E di aver spontaneamente restituito 200 mila euro, dopo essersi autodenunciata. La Schwarzer, che proprio nei mesi scorsi era tornata a far parlare di sé per un appello contro la prostituzione lanciato dalla sua rivista Emma, é letteralmente travolta dal caso che stavolta MERCOLEDì 5 FEBBRAIO 2014 Redazione Nulla per Winnie, la storica seconda moglie di Madiba. Il patrimonio dell'ex presidente sudafricano Nelson Mandela ammonta a più di 4 milioni di dollari. Il suo testamento letto dal suo esecutore Dikgang Moseneke, storico compagno di prigionia a Robben Island - attribuisce ingenti somme ai suoi cinque figli, e anche a quelli della sua ultima moglie, Graca Machel. Offre finanziamenti alle ex scuole di Madiba, all'African National Congress, il suo partito. Ma non riserva neanche un rand per Winnie Madikizela-Mandela. Come ha spiegato lo stesso Moseneke tuttavia, scrive online il Mail&Guardian, il più diffuso quotidiano sudafricano, rimane al momento grande incertezza sull'eredità, in quanto la legge riconosce a Graca, che non si è ancora espressa, la metà del patrimonio di Mandela. La storica villa di Houghton, uno dei quartieri bene di Johannesburg dove Tata (il grande vecchio come veniva affettuosamente chiamato) ha vissuto gli ultimi anni della sua vita, rimane alla fondazione familiare, The Nelson Rolihlahla Mandela. La villa dovrà «servire come luogo di riunione della famiglia Mandela in modo da mantenere l'unità anche molto dopo la mia morte», si legge nel testamento, un documento molto preciso di 20 pagine. Alla fondazione va anche la proprietà di Qunu, nel sud del Paese, dove Madiba è stato seppellito. Mandela non ha però lasciato nulla all'ex seconda moglie Winnie, che reclamava addirittura la metà del patrimonio. ArrestatounaltrobossdellafaidadiScampia.Riccioera incasaconmoglieefigliaenonhaoppostoresistenza MERCOLEDì 5 FEBBRAIO 2014 Secolo d’Italia 5 Assunzioni pilotate in Campidoglio: esposto di FdI Antonio Pannullo La Polizia ha arrestato Mario Riccio detto Mariano, considerato dagli investigatori capo del clan Amato-Pagano e parente di Cesare Pagano, storico capo di Scampia (Riccio è inserito nell'elenco dei cento latitanti più pericolosi del ministero dell'Interno). Latitante dal 2011, ha una condanna a 16 anni per associazione a delinquere di tipo mafioso e droga: è ritenuto uno dei responsabili della seconda guerra di Scampia. Gli agenti della Squadra mobile di Napoli, del servizio centrale operativo e del commissariato di Scampia, lo hanno sorpreso in una villetta unifamiliare nel centro di Qualiano, comune a nord di Napoli, in via Salomone. L'abitazione, di un solo piano e definita modesta, era dotata di un impianto di videosorveglianza. Il boss, latitante dal 2011, era in casa con la moglie e la figlioletta di circa sette mesi. Aveva con sé una carta d'identità falsa. All'arrivo della polizia non ha opposto resistenza. È stata sequestrata anche una somma di 6.500 euro in contanti. La barba, qualche chilo in più, una maglietta con l'immagine di Marlon Brando. Rispetto alla foto dell'identikit reso noto nell'ottobre 2012, è Mario Riccio era quasi irriconoscibile. L'importanza della sua cattura è stata sottolineata in una conferenza stampa dal procuratore, Giovanni Colangelo, e dal questore, Guido Marino. Colangelo ha sottolineato lo sforzo investigativo per giungere alla cattura indicando tra i prossimi principali obiettivi l'arresto di altri tre latitanti di primo piano ovvero Marco Di Lauro, Antonio Lo Russo e Giuseppe Ammendola."Un plauso" alle forze della squadra Mobile di Napoli, del Commissariato di Scampia e del Servizio Centrale Operativo di Polizia per la "brillante operazione che ha portato all'arresto del boss Mariano Riccio" è giunto dal viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico, che esulta per quella che definisce "un'ottima notizia, che arriva dopo una serie di altri arresti eccellenti che stanno stringendo il cerchio intorno alle organizzazioni criminali che operano in Campania". Si tratta di "un risultato che sprona a continuare la strada intrapresa nella lotta alla criminalità e che dimostra che quando si mettono in campo sinergie e tenace lavoro di squadra, si raggiungono obiettivi importanti". Redazione L'ha pestata a sangue, colpendola anche alla testa, dopo una discussione. Poi quando si è reso conto di quello che aveva fatto ha chiamato il 118. Ora la vittima, una ragazza disabile 19 anni, è in coma e lotta fra la vita e la morte: è stata ricoverata dapprima all'ospedale Grassi di Ostia dove è stata operata d'urgenza ma, poi, viste le gravissime condizioni, è stata trasferita al Forlanini per un intervento più complesso. E' stato il suo fidanzato e convivente, Maurizio F. un muratore diciannovenne con precedenti per droga, a ridurla in questo stato. Lo hanno arrestato i carabinieri di Ostia con l'accusa di tentato omicidio quando i medici del Grassi, visitando la ragazza, si sono resi conto degli ematomi della giovane ed hanno avvisato i militari. L'episodio è accaduto a Vitinia, alla periferia sud della Capitale, in via Emilio Costanzi, in zona Casal Bernocchi. La violenta lite è scoppiata nel tardo pomeriggio di ieri per motivi sentimentali. Per tutto il pomeriggio i vicini di casa hanno sentito le urla della coppia. Poi, alle 19, il silenzio. Poco dopo il muratore ha chiesto aiuto ai condomini del palazzo sostenendo che la ragazza era caduta e, così, è stato chiamato il 118. Quando il personale sanitario è arrivato sul posto si è reso subito conto che la situazione era critica - «nemmeno negli incidenti stradali abbiamo visto lesioni simili», hanno raccontato i soccorritori ma, soprattutto, i medici si sono accorti degli ematomi ed hanno, quindi, allertato i carabinieri i quali si sono, appunto, recati nella casa della coppia arrestando il muratore. La donna è stata sottoposta a un intervento al Forlanini di Roma ed è in prognosi riservata. Roma, diciannovenne disabile in coma per le botte ricevute dal fidanzato geloso Redazione Un esposto alla Procura della Repubblica per denunciare assunzioni 'pilotate' al Comune di Roma attraverso 'bandi identikit'. A presentarla il gruppo capitolino di Fratelli d'Italia che nell'esposto fa esplicito riferimento alla vicenda Canossi. "Dopo aver diffidato più volte il sindaco Marino a non assumere dirigenti esterni spiega il capogruppo di Fdi Fabrizio Ghera - senza aver preventivamente assegnato un incarico a dirigenti interni di Roma Capitale abbiamo presentato un esposto affinché vengano rilevati i profili di illiceità sottesi all'assunzione di Giuseppe Canossi, dirigente dell'ufficio 'Adeguamento della disciplina regolamentare e contrattuale decentrata dell'ente alla riforma dell'organizzazione e del lavoro pubblici'. Nell'avviso pubblico veniva chiesto il possesso di specifici requisiti, così tanto specifici da suscitare il sospetto che il bando fosse tagliato su misura per una persona già precedentemente individuata dall'amministrazione". "La trasparenza è stata scarsa in questi primi mesi del duo Marino-Nieri - aggiunge che hanno preferito assumere illegittimamente, erogare compensi dai costi stellari per gli staff e le segreterie. Alla faccia della trasparenza". Carenza di farmaci in ospedale: smentita la Regione Lazio 6 Secolo d’Italia Redazione «Abbiamo denunciato la carenza di farmaci retro virali antiHiv nel reparto Malattie infettive dellʼospedale SantʼAndrea di Roma e, dopo qualche minuto, arrivava la smentita della Regione, accusandomi di dare notizie infondate e di verificare le mie fonti, affermando in ultima analisi che i farmaci erano invece nelle disponibilità dei pazienti. Come nel caso delle foto del San Camillo e della Croce Rossa sul Cem si è trattato di vili smentite, ecco il perché»: lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere di La Destra alla Regione Lazio e componente della commissione Salute. «I medicinali sono poi fortunatamente arrivati e credo grazie alle nostre notizie fondate e non alle false smentite della Regione. Vale la pena ricordare che solo in quella settimana il presidente Zingaretti è stato smentito anche dalla Croce Rossa sul caso dei licenziamenti al Cem di via Ramazzini e direttamente dal paziente intervistato sullʼodissea vissuta allʼinterno del Pronto Soccorso del San Camillo che, ormai al collasso, ha costretto medici e infermieri a ricoverare i malati sui materassi a terra – prosegue Santori – Le fonti sono state verificate e purtroppo sono vili le smen- tite della Regione perché non considerano lʼesigenza di privacy che, in particolare, un malato di Hiv vuole vedere legittimamente e comprensibilmente tutelata. Ecco però la verità di un paziente che vale più di mille smentite: La Regione mente. A dicembre la disponibilità dei farmaci nel reparto di Malattie infettive era limitata al solo residuo della precedente fornitura, tanto che non è stato possibile fornire la dotazione di tre mesi (fino al prossimo Day Hospital) come solito fare, ma soltanto una fornitura di medicinali pari ad un mese, in modo da poterli dare a tutti i pazienti. In data 9 gennaio, circa una settimana prima dellʼesaurimento dei medicinali in dotazione (martedì 14), come indicatoci dal reparto il giorno del Day Hospital di dicembre, ho chiamato telefonicamente per sapere quando potevo andare a prendere i medicinali per i prossimi due mesi. Il reparto mi ha confermato che, a quel momento, non era stata fatta alcuna consegna ne avevano informazioni di quando sarebbe stata fatta la successiva». Redazione Il consigliere del Pdl alla Regione Emilia Romagna, Fabio Filippi, ha presentato un progetto di legge alla Giunta volto a tutelare lʼenogastronomia regionale: “Promozione, riconoscimento e sviluppo delle confraternite enogastronomiche e di associazioni consimili”. «Questo Progetto di Legge – ha dichiarato lʼazzurro – è teso a favore la promozione e la valorizzazione del ruolo socio-culturale delle associazioni e delle confraternite enogastronomiche presenti sul nostro territorio, un patrimonio importante da tutelare. È nostro dovere celebrare le tradizioni, le radici e la storia enogastronomica della nostra regione. Il riconoscimento istituzionale delle confraternite e delle associazioni enogastronomiche rinsalda il senso di appartenenza della nostra comunità, sottolinea la nostra identità allʼinterno di una società sempre più globalizzata. Le associazioni che valorizzano le peculiarità enogastronomiche esportano in ambito nazionale ed internazionale ciò che caratterizza non solo lʼenogastronomia, ma soprattutto, quella che è la specificità e la cultura di una regione. Questo provvedimento legislativo andrà a riconoscere e valorizzare i prodotti locali e a tutelare la tradizione culinaria ed enologica dellʼEmilia-Romagna. La Regione Lombardia ha già approvato una legge che riconosce le confraternite e le associazioni per il ruolo di tutela che svolgono nel campo dei prodotti alimentari di qualità legati al territorio. Anche lʼEmilia-Romagna deve tenere il passo. La sfida che oggi abbiamo di fronte – ha concluso Filippi – è quella di riuscire, attraverso queste associazioni, a garantire lo sviluppo, la maggior conoscenza e la tutela di prodotti in veste di rivalutazione degli stessi, aiutando ad accrescere lʼinteresse turistico e la promozione culturale, in prospettiva anche dellʼExpo 2015. Questo progetto di legge – ha concluso Filippi – si incunea nella scia di ciò che accade già oggi in altri Paesi dellʼUe che hanno fatto dei marchi e dei prodotti locali il loro punto di forza». Come valorizzare associazioni e confraternite enogastronomiche dell'Emilia MERCOLEDì 5 FEBBRAIO 2014 Milano, 61mila euro allo sponsor di Biancoinverno: perché senza regolare bando? Redazione «Quest'anno l'Amministrazione ha organizzato per i milanesi una serie di iniziative che vanno sotto il nome di “Biancoinverno". La Giunta si è avvalsa del contributo di uno sponsor privato, la società Ps Live Italia. Apprendiamo che il 20 dicembre scorso la Giunta ha deliberato la concessione a questa società di un contributo per il pagamento della Cosap con riferimento all'allestimento dell'albero di Natale in piazza Duomo, della pista di pattinaggio in via Imbonati, dell'albero di Natale in largo La Foppa e degli allestimenti vari in piazza San Fedele. Il contributo comunale è di circa 61mila euro. La delibera rientra tra le tante approvate all'ultimo dove si distribuiscono contributi a pioggia ad associazioni e festival pseudo-culturali, contributi che sanno di regali alle solite clientele e che in tempo di duri sacrifici richiesti ai milanesi lasciano con l'amaro in bocca». Lo afferma Riccardo De Corato, di Fratelli d'Italia, vicepresidente del Consiglio comunale, che così prosegue: «Ci chiediamo come mai, essendoci un contributo pubblico, non sia stato effettuato un bando per decidere a chi assegnare il compito di realizzare gli allestimenti natalizi. Il tempo c'era, sono più di duemila anni che il Natale cade il 25 dicembre. Non è certo un evento che arriva all'improvviso». Alla Sala Umberto con Solfrizzi e Savino vanno in scena i paradossi di una coppia in crisi Secolo MERCOLEDì 5 FEBBRAIO 2014 d’Italia Valter Delle Donne L'incomunicabilità di coppia quarant'anni dopo resta un tema attuale e dagli imprevedibili risvolti comici. Lo confermano Emilio Solfrizzi e Lunetta Savino in scena alla Sala Umberto di Roma con "Due di noi". Una commedia che fu rappresentata per la prima volta a Londra nel 1970. Era l'esordio teatrale di Michael Frayn, un autore allora sconosciuto, che solo una decina d'anni dopo sarebbe diventato famoso in tutto il mondo grazie al successo di Rumori fuori scena. Due di noi è il titolo che racchiude tre atti unici, concepiti per essere recitati da un'unica coppia d'attori che raccontano tre emblematiche e paradossali situazioni matrimoniali. Nella prima un marito e una moglie, entrambi col sistema nervoso logorato da un pargoletto insonne e urlante, tornano in vacanza a Venezia nella stessa camera d'albergo dove avevano trascorso la luna di miele. Il confronto passato/presente è inevitabilmente co- mico, tenero, con una punta d'amarezza. Nella seconda, la comunicazione di coppia è praticamente azzerata: la moglie sopperisce dialogando in modo surreale con il piede del marito, l'unica parte del corpo che ne tradisce qualche sprazzo emotivo, ad onta della sua ostentata e glaciale indifferenza. L'ultima situazione, con- 7 siste in un vero e proprio virtuosismo drammaturgico e attorale: marito e moglie si ritrovano a dover gestire una cena alla quale hanno invitato, per errore, una coppia di amici da poco separati e il nuovo boyfriend di lei. Qui il meccanismo comico, spinto al limite della farsa, è potenziato dal fatto che gli stessi due attori, grazie ad un diabolico meccanismo di entrate, uscite e travestimenti, si trovano ad interpretare ben cinque ruoli diversi, dando vita ad un vorticoso crescendo di equivoci fino al paradosso finale. Oltre quarant'anni dopo quel felice esordio, la freschezza di queste piccole pièces è rimasta intatta, a riprova del loro valore teatrale e della bravura dellʼautore. Lo spettacolo, diretto da Leo Muscato e in scena fino al 16 febbraio, grazie alla duttilità di Solfrizzi e Savino conserva la leggerezza del testo, arricchendola della maestria interpretativa di due attori, che il grande pubblico ha già avuto modo di apprezzare al cinema e in televisione. A Roma arriva la “grande bellezza”, la fiera dell'estetica che sposa la medicina Redazione La “grande bellezza" va in scena da sabato a lunedì a Roma con la settima edizione di Roma International Estetica, evento B2B organizzato da Fiera Roma e giunto questʼanno alla settima edizione. La manifestazione è dedicata ai professionisti dellʼestetica professionale e del benessere ed è diventato ormai un appuntamento immancabile nel panorama degli eventi fieristici del comparto. I settori rappresentati a Roma International Estetica sono, oltre a quello dellʼestetica professionale, quello del fashion nail e del make up, e naturalmente quello della medicina estetica. Tre giorni di eventi scientifici e divulgativi durante i quali aziende italiane e straniere altamente specializzate mostreranno – attraverso presentazioni, dimostrazioni e workshop - le soluzioni, i prodotti e le attrezzature più performanti offerti oggi dalla ricerca e dal mercato, in unʼottica di sano sviluppo di tutto il settore. La kermesse sarà anche lʼoccasione per incrementare le opportunità di business, creare nuovi contatti e avanzare interessanti proposte. Anche questʼanno la Camera di Commercio di Roma sostiene e partecipa alla manifestazione grazie allʼacquisizione di 32 stand messi a disposizione – gratuitamente – di altrettante aziende del settore. I settori merceologici ammessi negli spazi camerali, padiglione 2, sono: estetica (prodotti e attrezzature, apparecchiature professionali, cosmetica, arredamento, centri estetici); solarium; wellness; servizi e attività terziarie; stampa specializzata. Sempre seguito e di grande interesse il programma scientifico di Camminare in Bellezza, che come sempre anche presenterà corsi di aggiornamento ECM, incontri/dibattito gratuiti ed aperti a tutti i cultori della materia, operatori sanitari ed operatori non sanitari dellʼestetica e del Benessere. Il motto questa edizione è: “depurare il proprio organismo per mantenersi belli!” Gli anni che viviamo infatti saranno ricordati come il tempo dei grandi cambiamenti, non solo in politica ed economia, ma anche negli stili di vita e nel concetto di bellezza e benessere. È passata ormai lʼidea di seni e labbra enormi, di visi tutti uguali e tanto stirati da sembrare robot che camminano; essere belli significa oggi imparare ad essere se stessi, mentre la cura dell'aspetto estetico diventa sempre più un dovere sia del medico che dello stesso paziente/cliente, che diventa così il gestore della sua salute e il vero artefice del suo miracolo estetico. «Qualsiasi terapia estetica deve sempre cominciare con lʼattenzione al proprio corpo: prima di tutto depurare. Ciascuno diventa così gestore del proprio corpo condividendo con medici ed operatori il mantenimento della propria salute e della propria bellezza, e non più affidandosi passivamente alle terapie di correzione». Nel padiglione dedicato alla bellezza e alla cura delle unghie, settore in pieno boom, oltre ad essere presentate le ultime tendenze di un mercato sempre in continua evoluzione, si svolgeranno per il secondo anno consecutivo le Nailympics, la più grande e importante competizione a livello mondiale della nail art. Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Antonio Triolo Ugo Lisi Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250