La protesi totale d’anca COSA FARE E COSA NON FARE GE.SA s.r.l. Via Ragazzi del ‘99 n.1 - 10090 BUTTIGLIERA ALTA (TO) Tel. 011.932.98.11 r.a. - Fax 011.932.98.72 · P.IVA 07676010015 E-mail: [email protected] - www.gesamdb.it A cura di Massimiliano CORVASCE Edizione Casa di Cura Presentazione pag. 1 - 2 L’articolazione normale dell’anca pag. 3 L’anca malata e l’intervento chirurgico pag. 3 - 7 La riabilitazione pag. 8 - 14 Finalmente a casa pag. 15-17 Come preservare la protesi pag. 18 Conclusione pag. 19 Bibliografia pag. 20 1 L’ARTICOLAZIONE NORMALE DELL’ANCA Un’articolazione é assimilabile ad un giunto meccanico, che permette a due parti ossee, rivestite e levigate da cartilagine, la rotazione e lo scorrimento dell’una sull’altra. L’articolazione dell’anca é una delle articolazioni di carico più importanti del nostro organismo, la cui funzione normale permette di camminare, girarsi e accovacciarsi. Essa ha una forma tipo “sfera e coppa” che consente all’articolazione di rimanere stabilmente in situ. L’articolazione dell’anca é costituita dalla testa del femore (sfera) e dalla cavità acetabolare del bacino (coppa). Articolazione sacroiliaca Testa del femore Collo del femore Trocantere minore Grande trocantere Sinfisi pubica e disco interpubico Capsula dell’articolazione dell’anca L’ANCA MALATA E L’INTERVENTO CHIRURGICO Quando, per varie cause, l’articolazione dell’anca si usura e diventa meno valida, insorge un dolore cronico continuo, percepito in corrispondenza dell’area inguinale o, meno frequentemente a livello della regione glutea e del terzo prossimale della coscia e, ancora più raramente, a livello del ginocchio. Il dolore cronico può invalidare persone di ogni età, rendendo 4 Da un punto di vista puramente meccanico, si tratta di una soluzione relativamente semplice. In realtà negli ultimi quarant’anni c’é stato un enorme e continuo studio da parte dei medici, bio-ingegneri, mirato alla ricerca di materiali sempre più idonei. Per arrivare allo stato dell’arte si sono quindi integrate nozioni tecniche della ricerca ingegneristica, metallurgica, biologica, immunitaria e medico-ortopedica. L’intervento consiste in varie fasi, costituite da: resezione e asportazione della testa del femore (a livello del collo); inserzione nel canale femorale uno stelo metallico (di solito lega di titanio), che ha sull’estremo libero sfere di diametro e materiale differente; immissione nella cavità acetabolare di una coppa metallica ricoperta da polietilene ad altissimo peso molecolare, molto lento a usurarsi; fissazione delle due componenti metalliche all’osso; attivazione dello snodo articolare mediante l’accoppiamento delle due componenti metalliche; La componente femorale o cotiloidea può essere fissata con cemento, per cui le protesi si definiscono “cementate” o “non cementate”. La scelta di cementare le protesi dipende dalla qualità e dalla resistenza dell’osso, che sono influenzate dall’età e dal sesso del paziente. Ne discende che un soggetto anziano, maggiormente se di sesso femminile, con un osso “debole”, in quanto osteoporotico, é il candidato ideale a una protesi totale d’anca cementata. Pur essendo la sostituzione della giunzione meccanica dell’articolazione dell’anca tecnicamente piuttosto semplice, ricordiamo che essa deve ancorarsi ed integrarsi al substrato biologico (osso ricevente) e che, inoltre, deve essere resa funzionale dai muscoli, che, in ultima analisi, sono il vero motore della nuova articolazione. A questi ultimi deve essere dato particolarmente rilievo sia dal chirurgo che dal fisiatra e dal paziente, in quanto da essi dipende gran parte del successo dell’intervento e della riabilitazione. 6 COME ALZARSI Portare fuori dal letto prima la gamba operata accompagnata con quella sana COME STARE SEDUTI Qualsiasi posizione seduta (sedia, poltrona, WC) deve evitare un’angolazione dell’anca inferiore a 90∞ . La sedia ideale dovrebbe avere anche i braccioli per facilitare il sedersi e l’alzarsi. COME NON STARE SEDUTI Una posizione come quella illustrata a lato, dove l’altezza delle ginocchia é superiore a quella del bacino, é assolutamente da evitare 13 ALTRE POSIZIONI SCORRETTE Sedersi in sedie basse, morbide (come divani o sofà), sedili di autovetture Incrociare le gambe o le ginocchia Chinarsi in avanti per raggiungere qualcosa Sedersi con le ginocchia in posizione più alta rispetto all’altezza del bacino COME SALIRE LE SCALE In avanti la gamba NON operata, poi la gamba operata, con le stampelle Prima la gamba operata, poi la gamba NON operata, con le stampelle 14 FINALMENTE A CASA Terminato il periodo del percorso riabilitativo il paziente ritorna al proprio domicilio. E’ estremamente importante che questi sappia che a casa non potrà comportarsi come se fosse “sano” e non deve pensare che l’intervento di impianto di protesi totale d’anca l’abbia reso “normale”. Se vongono compiuti movimenti scorretti il rischio di una lussazione della protesi potrà diventare reale. Abbiamo pertanto ritenuto utile consegnare al paziente nel momento della dimissione questo agile libretto dove sono raccolti tutti i consigli relativi al comportamento che dovrà tenere sia all’interno delle mura domestiche che all’esterno della casa. E’ opportuno regolare l’altezza della sella, in modo tale che il movimento dell’arto non incontri difficoltà o resistenza. Nei primi giorni si consiglia di farsi aiutare da un familiare o da altra persona nel salire o scendere dalla cyclette. 15 COME CALZARE CALZE E SCARPE Dal momento che la manovra di infilare calze e scarpe può presentare delle difficoltà di esecuzione e rischi per la protesi, si consiglia di ricorrere all’aiuto di un familiare o di utilizzare un apposito ausilio in vendita presso tutti i negozi ortopedici. In considerazione poi della ridotta attività motoria (ricordiamo la componente psicologica di paura di cadere, specie in soggetti con frequenti cadute-post fall syndrome), si consiglia l’uso di calze antitrombo per almeno un mese dal ritorno a casa, onde evitare il rischio di tromboebolismo. COME SALIRE IN AUTOMOBILE Si consiglia di non guidare l’automobile per le prime sei settimane. • Il rischio di stare seduto in automobile, anche come passeggero, é correlato alle eventuali brusche frenate, che potrebbero determinare una lussazione posteriore della protesi. Le manovre di “entrata” nell’abitacolo della vettura devono seguire alcune precauzioni e modalità: • Il paziente si siede sul sedile tenendo le gambe fuori dall’auto • Il paziente favorisce tale posizione, facendo forza con le braccia, ponendole una sullo schienale e l’altra possibilmente sulla portiera. • In questa posizione, tenendo le coscie ben unite, il paziente deve farsi aiutare da qualcuno per portare le gambe all’interno del veicolo 16 Non portare pesi eccessivi Per fare la spesa é consigliabile usare un carrello dotato di ruote. Anche la cosa più semplice, come sedersi,richiede qualche attenzione: non sedetevi di traverso, non ruotate il busto, sul bacino, non accosciatevi. Presentarsi ai controlli periodici dallo specialista Eliminare qualsiasi fonte di infezione (appendicite, cistite, colecistite,...) con una adeguata terapia Terapia con antibiotici nel caso in cui si provochino delle infezioni (endoscopie, cateterismi, ferite lacero contuse sporche,chirurgia dentaria, infiltrazioni,...) Nel fare le pulizie quotidiane é raccomandabile usare strumenti con manico lungo Nella vostra casa potrete utilizzare alcuni semplici accorgimenti per evitare di flettere eccessivamente l’anca operata. Vediamo alcuni esempi: Potrete trovare in commercio un dispositivo da porre sopra la tazza del water closed Una presa multipla fissata al muro Una pinza con manico lungo per evitare di salire su scalette (o peggio su sedie e sgabelli) Nel fare la doccia é opportuno disporre di uno sgabello per sedersi e di una maniglia per reggersi, utile anche un tappetino antisdrucciolo. Per l’igiene dei piedi é da evitarsi la posizione con l’arto operato appoggiato al lavandino 18