SALVIAMO
lo SCoIATTolo RoSSo
Progetto LIFe eC-SQUAre
» scopriamo come difendere l’ambiente
LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE
progetto finanziato dallo strumento
finanziario life della commissione europea
dalle specie introdotte.
e capiamo perché farlo è un’ottima idea
LIFE09 NAT/IT/00095 EC SQUARE
progetto finanziato dallo strumento
finanziario life della commissione europea
un AbITAnTe
SToRICo
deI noSTRI boSChI
e UnA rISorSA Per tUtto IL PIAnetA
Negli ultimi venti o trent’anni, anche in Italia siamo diventati
tutti molto più attenti all’ambiente e agli animali.
La maggiore attenzione per la natura è un bene in sé,
naturalmente. Ma gli animali e il pianeta ci saranno ancora
più grati se i nostri sentimenti saranno sostenuti
da una migliore conoscenza delle questioni ambientali.
Questo libretto raccoglie qualche informazione su alcuni temi
di cui abbiamo già sentito parlare tutti, ma forse solo
“a grandi linee”.
Prima di tutto, capiremo meglio cosa significa biodiversità
(e perché questa dovrebbe starci a cuore).
© AlAn PIzzInAT
Capiremo la distinzione tra “specie native” e “specie
introdotte”, e il loro impatto sull’ambiente.
Vedremo più da vicino un animale nativo molto amato
– lo scoiattolo rosso – e scopriremo un ottimo motivo
per conoscerlo meglio.
progetto
supervisione scientifica
Infine, daremo uno sguardo a ciò che ciascuno di noi
può fare per mettere in pratica quel che ha appena appreso.
Perché la conoscenza è fondamentale per orientare le nostre
azioni, ma è un’azione responsabile a fare la differenza.
Realizzato con il contributo
dello strumento finanziario LIFE
dell’Unione Europea
Task Force del Progetto EC-SQUARE
2 - PROGETTO LIFE+ EC-SQUARE • www.ROSSOSCOIATTOLO.EU
3
© alan pizzinat
La Convenzione sulla Diversità Biologica del 1992, meglio nota come
Convenzione di Rio, la divide in tre livelli:
i tre livelli della
biodiversità
→ varietà di specie (diversità tra una specie e un’altra)
→ varietà genetica (diversità tra individui e tra popolazioni)
→ varietà degli ecosistemi
lA bIOdIVerSItà
CI RIguARdA?
L’ambiente risponde meglio ai fattori di disturbo se è diversificato e
ben strutturato. Gli ambienti semplificati, al contrario, sono fragili,
poco adattabili e vulnerabili: rischiano il collasso quando ci sono dei
cambiamenti che mettono in crisi il loro funzionamento.
Gli ecosistemi sono sistemi in continua evoluzione.
Ogni popolazione tende a diversificarsi geneticamente in risposta ai
cambiamenti ambientali. Grazie a questo si evolve, adattandosi alle
nuove condizioni.
gli ecosistemi
si evolvono
senza sosta
Una elevata diversità è anche una fonte di ricchezza per noi: è un serbatoio di risorse alimentari, farmacologiche, economico-produttive.
L’estinzione di una specie, di per sé, è un processo del tutto naturale.
biodiversità:
che cosa vuol dire?
“Biodiversità”: è una parola che si sente spesso, ma non tutti sanno
cosa significa esattamente. È un’idea scientifica astratta?
A un certo punto del suo ciclo di vita, una specie non riesce più ad adattarsi ai cambiamenti naturali: si estingue, o dà origine a nuove specie.
O è qualcosa che riguarda anche noi direttamente?
Partiamo da una definizione. La biodiversità è l’espressione della
variabilità biologica a diversi livelli di organizzazione: tra gli organismi, animali e vegetali, tra le specie e tra gli ecosistemi.
Negli ultimi anni, vediamo le specie estinguersi per cause legate
all’uomo, molto più rapidamente di prima. Questo processo assai più
veloce del normale non lascia il tempo a nuove specie di sostituire le
specie estinte.
Si basa sulla varietà di specie, sulla diversificazione tra gli individui,
sulle diverse caratteristiche degli ambienti... una molteplicità che rap‑
presenta una ricchezza.
Ogni nuovo evento di perdita di biodiversità è negativo in sé, ma
non è mai isolato: si viene a creare una specie di effetto a catena che
influenza la fauna, la vegetazione, le funzionalità degli ecosistemi,
→
hai presente
un eco-sistema?
e la biodiversità...
sai cos’è?
È l’equilibrio che si è stabilito tra tutti gli organismi presenti
in una porzione di territorio. Piante, animali, suolo, acqua
convivono in un sistema bilanciato.
C’è spazio per tutti; tutti hanno o danno nutrimento.
È la ricchezza data dalla presenza
di più specie diverse: l’eterogeneità
delle piante, degli animali,
dei batteri...
4 - PROGETTO LIFE+ EC-SQUARE • www.ROSSOSCOIATTOLO.EU
5
→
e altera la struttura del paesaggio. È un fenomeno “a cascata”.
Gli scienziati lo chiamano “vortice di estinzione”.
un equilibrio
dinamico
La biodiversità si regge su un equilibrio. Non è un equilibrio statico,
immobile nel tempo, dove nessun dettaglio muta mai: è dinamico,
sempre in cambiamento.
Richiede però la presenza di forze, specie, fattori che si contrappongono e compensano a vicenda, senza che un solo elemento prenda il
sopravvento sugli altri.
È un equilibrio che si è affinato nei millenni, anche grazie all’apparire
di nuove specie adattate ai cambiamenti.
La presenza umana moderna, con il suo enorme impatto sull’ambiente, causa squilibri molto più gravi di quelli dei millenni passati.
Gli esseri umani in alcuni casi hanno modificato gli ecosistemi con
uno sfruttamento indiscriminato o con l’inquinamento. Inoltre causano la frammentazione del territorio, che isola gli habitat l’uno
dall’altro e li rende tutti “chiusi”, quindi più fragili.
Il cambiamento climatico sempre più rapido che investe il pianeta
aggrava la situazione.
l’impatto
delle specie
introdotte
Un problema importante nasce dalle specie non native: quelle non originarie del territorio in cui oggi si trovano, dove sono state introdotte
per responsabilità dell’uomo, volontariamente o accidentalmente.
Le chiamiamo anche “introdotte”, “aliene”, o “alloctone” (“autoctone”
invece significa l’opposto: equivale a native).
Molte specie introdotte sono invasive. Possono causare danni
ambientali, sociali, sanitari, economici. Gran parte delle specie euro‑
pee a rischio di estinzione lo è a causa di specie introdotte invasive.
all’interno dell’ecosistema
troviamo la biodiversità
L’ecosistema Terra ha al suo interno molti
ecosistemi diversi. Ciascuno di essi
può essere caratterizzato da maggiore
o minore biodiversità.
6 - PROGETTO LIFE+ EC-SQUARE • www.ROSSOSCOIATTOLO.EU
© giulia pinto
Oggi, questo non sempre avviene.
Il fenomeno è globale. Ma una specie che è “aliena” e “invasiva” in
Europa sarà “nativa” in America, o in Asia — e in quella parte del
mondo sarà perfettamente integrata nell’ecosistema.
Una specie, insomma, non è invasiva o dannosa in sé: non ci sono
specie “buone” o “cattive”! Una specie può rivelarsi invasiva se è stata
imposta a un ambiente dall’uomo attraverso processi non naturali.
le specie
non sono “buone”
o “cattive” in sé
Chiariamo un possibile equivoco.
Potremmo pensare che l’arrivo di una nuova specie in un ecosistema,
anche per mano umana, causi l’aumento della biodiversità, non la sua
→
diminuzione: non significa, dopotutto, avere “una specie in più”?
una specie introdotta in
un ecosistema può alterarne
gli equilibri
Riduce la sua biodiversità, altera completamente la sua
delicata armonia. Spezza le catene alimentari, danneggia
le piante, porta malattie sconosciute.
7
→
Gli esempi sono tanti. Il gobbo rugginoso, una piccola anatra tuffatrice, è a rischio per la presenza di una specie simile, introdotta per
motivi ornamentali, il gobbo giamaicano. Il visone americano minaccia le residue popolazioni di visone europeo e ha un forte impatto
negativo su uccelli e piccoli mammiferi. Diverse specie esotiche
stanno causando l’estinzione del gambero d’acqua dolce, già scomparso da molte parti d’Italia in cui viveva.
le specie invasive
e i danni economici
Non ci rimette solo la biodiversità. Specie particolarmente invasive
penalizzano l’agricoltura e la pesca. Il tarlo asiatico sta distruggendo
olmi, pioppi, salici, betulle e altre latifoglie in Italia, con danni calcolabili in milioni di euro.
© RegIone lombARdIA
Il punto è che, mentre le specie native convivono perché tra loro c’è
un equilibrio che si è affinato nei millenni, una specie (animale o
vegetale) estranea a questo equilibrio può causare conseguenze gravi.
Una specie in più, quindi, ma molte altre in meno — per spiegarla in
modo molto semplificato, ma preciso.
Lo ctenoforo Mnemiopsis leidyi, una specie americana di aspetto simile
alle meduse, ha praticamente posto fine alla pesca di acciughe e spratti
nel Mar Nero e Mar d’Azov. Il gardon (Rutilus rutilus) ha completamente sostituito l’alborella in molti laghi italiani in cui questa veniva
pescata.
Ci sono anche problemi di tipo diverso. Ad esempio, il topo muschiato
e la nutria, introdotti in Europa nel secolo scorso per ricavarne pellicce, scavano le sponde dei fiumi, compromettendone la stabilità.
lA globAlIzzAzIone del CommeRCIo e deglI SPoSTAmenTI
hA FACIlITATo lA dIFFuSIone dI SPeCIe non-nATIVe.
unA PARTe dI queSTe SI InSedIA STAbIlmenTe, Con gRAVI
dAnnI All’AmbIenTe, All’eConomIA e AllA SAluTe umAnA.
queSTe SPeCIe InVASIVe Sono FRA le CAuSe PRInCIPAlI
dI AlTeRAzIone dellA bIodIVeRSITà.
(a www.qr.net/invasive trovi l’articolo “Invasive Species in Europe: Ecology, Status, and Policy”, di R.P. Keller,
J. Geist, J.M. Jeschke e I. Kühn, 2011)
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la biodiversità
nei boschi italiani
L’Italia è tra i paesi europei più ricchi di biodiversità. Ospita la metà
delle specie vegetali e un terzo di quelle animali presenti in Europa.
Questa ricchezza però è a forte rischio.
La percentuale di specie vertebrate minacciate oscilla, in base a diversi
studi, tra il 47% e il 68% circa.
L’Italia purtroppo è molto ricca anche di specie introdotte. Per la
fauna terrestre, si stima che ci siano almeno 450 specie non indigene,
introdotte in modo intenzionale o accidentale. Ma anche molti animali marini sono alloctoni.
450 specie
introdotte nella
fauna terrestre,
800 nella flora
E i vegetali? L’introduzione massiccia di specie provenienti da paesi
lontani sta causando un “inquinamento floristico”. Sono state recentemente censite oltre mille specie o sottospecie esotiche, che si riproducono con successo e oggi rappresentano circa il 13% della nostra flora.
In alcuni boschi italiani la diffusione di specie aliene particolarmente
invadenti è un vero fattore critico. Robinia e ailanto possono sostituire i boschi tipici della zona in cui sono introdotti o interferire con
processi di riforestazione in atto. Un quinto circa delle foreste italiane
è in aree protette. Di queste, però, solo minima parte — stimata a fine
anni Novanta come lo 0,6% della superficie forestale nazionale totale
— è tutelata a puro fine di conservazione.
Questo patrimonio di ecosistemi e di specie è una risorsa importante
per la biodiversità non solo italiana, ma di tutto il pianeta.
9
Una specie nativa europea oggi in pericolo è lo scoiattolo rosso,
o “scoiattolo comune”: un piccolo mammifero che tutti conosciamo,
anche se è molto timido.
Ha forma snella, con testa e collo ben distinti dal tronco. Ripiega
spesso sul dorso la grossa coda, completamente ricoperta di peli
lunghi (l’origine del suo nome, attraverso il greco, suggerisce un “animale che si fa ombra con la coda”).
per gli antichi
era l’animale
“che si fa ombra
con la coda”
Ha orecchie grandi sulle quali, d’inverno, spunta un ciuffo di peli.
Usa le vibrisse — “baffi” come quelli del gatto — per orientarsi, per
evitare ostacoli e per scegliere il cibo.
Sulle zampe anteriori ha unghie forti e ricurve.
Per saltare usa le zampe posteriori, le cui dita hanno una virtù sorprendente: lo scoiattolo può ruotarle di 180° per scendere di corsa da
un albero, nella tipica posizione a “testa in giù” lungo il tronco. In
salita sa essere altrettanto veloce.
Emette un frequente richiamo: «tiuch-tiuch».
Vive circa 3-4 anni.
Si nutre soprattutto di semi di alberi, che consuma stando seduto
sulle zampe posteriori e portandoseli alla bocca con le anteriori; ma
mangia anche gemme, fiori, insetti, frutti e funghi. Immagazzina
scorte di cibo per i “periodi difficili” (non sempre però i semi occultati nel terreno vengono utilizzati dallo scoiattolo, e talvolta hanno il
tempo di germogliare favorendo il rinnovo e la diffusione del bosco).
lo SCoIATTolo
RoSSo: un “cOMune”
FuoRI dAl Comune
Il “rosso” è lo scoiattolo tipico del nostro continente. È in Europa
almeno dal Pleistocene Medio, quindi da ben più di centomila anni fa.
È in europa da
più di 100.000 anni
Oggi è in pericolo.
10 - PROGETTO LIFE+ EC-SQUARE • www.ROSSOSCOIATTOLO.EU
© ARChIVIo Ce.d.R.A.P.g. boSColo
© CARlo moRellI
© giulia pinto
→
11
→
Lo scoiattolo grigio americano, introdotto in Europa dall’uomo, riduce
progressivamente la popolazione del rosso.
È più efficiente nell’occupare lo spazio e sfruttare le risorse disponibili, in particolare le fonti di cibo. Non di rado saccheggia anche
le scorte accantonate dagli scoiattoli nativi. Raggiunge sul territorio
densità elevate: anche dieci volte quella del rosso.
La combinazione di questi fattori, da sola, crea evidenti difficoltà di
sopravvivenza per lo scoiattolo rosso. Quando il grigio compare in
una zona dove è presente lo scoiattolo nativo, dopo pochi anni riesce a
soppiantarlo, portandolo gradualmente all’estinzione.
PReVISIone dI eSpAnSIOne
dello SCoIATTolo gRIgIo
mAPPe TRATTe dA: beRTolIno eT Al. 2008. bIologICAl ConSeRVATIon 141: 2564 2575
CH
F
F
In Gran Bretagna e Irlanda lo scoiattolo grigio si è diffuso rapidamente
in natura (per l’Irlanda, si calcola che la sua avanzata abbia avuto una
velocità media di 2 km l’anno). Qui oggi lo scoiattolo rosso sopravvive
in un’area pari a circa un quarto di quella di un tempo. Questo anche
perché la specie americana è portatrice sana del Poxvirus degli scoiattoli, una forma virale che uccide il nostro europeo.
nelle isole
britanniche
il rosso È stato
decimato
CH
2005
2035
CH
CH
In Italia si sta verificando lo stesso processo di sostituzione degli scoiattoli rossi: in Piemonte, Lombardia, Liguria, Umbria, dove il grigio è
stato introdotto più volte negli ultimi sessanta anni.
Oltre a causare la progressiva estinzione locale dello scoiattolo
rosso, la specie esotica causa danni economici, erodendo la corteccia delle piante e consumando semi e frutta. In Italia, si stima che
l’espansione del grigio potrebbe avere un forte impatto sui noccioleti,
con una riduzione significativa della produzione di nocciole.
In Gran Bretagna lo scoiattolo grigio ha causato gravi perdite negli
alberi di latifoglie e danni crescenti alle conifere.
F
F
2075
2095
lo SCoIATTolo gRIgIo
ConSumA PIù VeloCemenTe
le FonTI dI CIbo
12 - PROGETTO LIFE+ EC-SQUARE • www.ROSSOSCOIATTOLO.EU
Sul TeRRIToRIo RAggIunge
denSITà AnChe 10 VolTe
SuPeRIoRI
le due SPeCIe non SI
IbRIdAno FRA loRo
© SAndRo beRTolIno
© SAndRo beRTolIno
SACCheggIA le SCoRTe
del “RoSSo”
13
© SAndRo beRTolIno
© AlAn PIzzInAT
Distinguere il nostro rosso
dall’americano non è difficile, ma non
basta il colore: alcuni scoiattoli rossi
hanno pelliccia decisamente grigia,
soprattutto d’inverno. Il carattere
decisivo per il riconoscimento è l’alone
bianco nella parte esterna della coda:
sempre presente nel grigio, mai
nel rosso.
Come rIcOnOScIAMO
Il noSTRo SCoIATTolo?
per scaricare una guida fotografica al
riconoscimento degli scoiattoli presenti in
italia: www.rossoscoiattolo.eu/documenti
ScOIAttOLO rOSSO
ScOIAttOLO grIgIO
sciurus vulgaris
sciurus carolinensis
coda
Di colore uniforme, può variare dal
rosso-bruno al grigio o nero, a seconda
degli individui
coda
Grigia all’interno e bianca sui bordi,
con un effetto “aureola”
pelliccia
Sul dorso, può variare dal marrone intenso al
rosso, fino al grigio e addirittura al nero.
Il ventre invece è chiaro, quasi sempre bianco
pelliccia
In genere, è grigio cenere sul dorso,
con parti rosso mattone su testa e
zampe, mentre il ventre è chiaro,
quasi sempre bianco
forma
Snella
forma
Più tozza
lunghezza
20-22 cm
lunghezza
25-26 cm
peso
280-350 g
peso
500-650 g
orecchie
Di solito con ciuffi di pelo,
specialmente in inverno
orecchie
Senza ciuffi di pelo
abitudini
Più assuefatto alla presenza umana;
lo si trova spesso a terra
abitudini
Spesso timido, passa buona parte
del tempo sugli alberi, in alto
lA SPeCIe nATIVA
In perIcOLO
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lA SPeCIe AlIenA
InVASIVA
15
© carlo morelli
PIù dI 750 SpecIALIStI
CoInVolTI nel PRogeTTo
110
regioni lombARdIA oPeRAToRI
PoSSIAmo AnCoRA
SALVAre
Il noSTRo RoSSo?
Il rischio di estinzione dello scoiattolo europeo è solo una tra le
diverse minacce alla biodiversità, ma è oggetto di uno sguardo attento,
anche al di fuori dell’Italia.
life+ ec-square,
un progetto
europeo di
conservazione
Diversi progetti internazionali sono volti alla tutela dello scoiattolo
rosso nativo e al ripopolamento. La più importante iniziativa sostenuta dalla Commissione Europea, il progetto LIFE+ EC‑SQUARE, ha
come partner istituzionali nel nostro paese le Amministrazioni regionali di Liguria, Lombardia, Piemonte. Coinvolge scienziati, ricercatori,
biologi di alcune delle Università italiane più autorevoli nei temi della
conservazione e gestione della fauna: l’Università di Genova, l’Università dell’Insubria, l’Università di Torino. Molti dei professionisti
che stanno aiutando tutti noi a trovare una soluzione sono nomi noti
a livello internazionale per le loro ricerche sulle diverse specie di scoiattolo. Le studiano con competenza da più di venti anni, spinti dalla
passione scientifica e da un grande amore per gli animali.
Portano il loro contributo al progetto il Ministero dell’Ambiente,
l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)
— massimo organismo nazionale in questo campo e riferimento scientifico sui temi della fauna a livello ministeriale — e Istituto Oikos Srl.
16 - PROGETTO LIFE+ EC-SQUARE • www.ROSSOSCOIATTOLO.EU
3
D.G. SiStemi VerDi e PaeSaGGio
lIguRIA
D.G. ambiente
PIemonTe
tecnici faunistici
guardaparco
D.G. aGricoltura e ambiente
universitÀ
dell’insubria · di Torino · di genoVa
Si occupano di Studi e ricerche nel campo della biologia
della conServazione, in ambito zoogeografico, demografico ed ecologico. Svolgono azioni di monitoraggio
della diffuSione delle Specie, programmano gli interventi di contenimento e di reintroduzione e fanno attività di formazione.
22
trA
GuarDie foreStali
ricercaTori
nATuRAlISTI
bIologI
70 guARdIe
VenAToRIe
1 ISTITuTo dI RICeRCA
istituto oikos srl
450
guardie ecologiche
100 STudenTI VolonTARIe
La diffusione sul territorio italiano delle diverse specie di scoiattolo
è monitorata costantemente. Si valutano le dimensioni delle popolazioni e la distribuzione delle specie nelle varie aree.
I ricercatori aggiornano costantemente mappe dettagliate realizzate
con sistemi geografici informatizzati (GIS). Controllano la distribuzione dello scoiattolo grigio in Lombardia, Piemonte e Liguria (le
tre regioni in cui si concentra la maggioranza delle popolazioni), con
stime accurate delle popolazioni in ogni sito.
Biologi, guardie provinciali, guardaparco svolgono il lavoro di contenimento e controllo dello scoiattolo grigio anche grazie a queste informazioni, che ci aiutano a identificare in quali aree la specie invasiva si
riproduce con successo e si espande verso zone confinanti.
→
17
Per contenere la specie invasiva nei territori in cui essa causa la scomparsa dello scoiattolo comune, gli operatori adoperano tecniche sottoposte a un controllo rigoroso, legislativo ed etico, che garantisce che
la cattura (effettuata con l’intrappolamento degli animali vivi e illesi)
e la soppressione siano sempre effettuate con modalità rispettose del
benessere degli animali, evitando loro sofferenze inutili.
© annalisa losacco
→
Una soluzione molto costosa e tecnicamente complessa per indisponibilità di strutture adeguate, ma opportuna in alcuni casi particolari,
è prevista per piccoli nuclei di scoiattoli che vivono in parchi urbani
molto frequentati e che qui hanno acquisito un forte valore affettivo per la popolazione: questi animali saranno sterilizzati e affidati a
strutture che ne garantiscano il mantenimento in vita in condizioni
di benessere.
dal contenimento
della specie
invasiva al ritorno
del nostro “rosso”
Biologi e altri ricercatori hanno studiato per anni con impegno tutte
le soluzioni. Nelle zone in cui è nuovamente possibile la sopravvivenza dello scoiattolo rosso, i passi successivi sono il miglioramento
della qualità di boschi e foreste, la reintroduzione e il ripopolamento.
Lo scoiattolo nativo torna così a vivere anche nelle aree da cui era stato scacciato.
un commercio
da fermare
tutti insieme
Uno sforzo parallelo è rivolto a interrompere il commercio degli sco‑
iattoli esotici, tra cui lo scoiattolo grigio: nelle zone ridiventate abitabili per lo scoiattolo rosso europeo non deve ripresentarsi un giorno la
minaccia appena sventata.
Anche per questo scopo è fondamentale la diffusione di una cultura della biodiversità e della responsabilità. Possiamo contribuire tutti.
L’impegno di ciascuno comincia col semplice gesto di documentarsi,
per poi collaborare a diffondere le conoscenze appropriate.
Come PRoTeggeRe IL rOSSO
Aiutaci a salvare
lo scoiattolo europeo!
Darai una mano non solo
a questo abitante dei boschi,
ma all’ambiente più in generale.
→ Non acquistare e liberare scoiattoli
→ Collabora con i ricercatori
e il personale dei Parchi e delle Province
→ Segnala la presenza di scoiattoli
non nativi: ci aiuterai a raccogliere dati
e informazioni utili al monitoraggio
cOMunIcA Le tue SegnALAzIOnI e AVVIStAMentI
SuL SItO www.rOSSOScOIAttOLO.eu
18 - PROGETTO LIFE+ EC-SQUARE • www.ROSSOSCOIATTOLO.EU
Nei boschi e nei parchi, possiamo sperare che “la natura” risolva il
problema da sola?
Purtroppo no. Certo la natura ha grandi capacità di autoregolazione;
ma se altri esseri umani hanno messo a rischio un meccanismo fondamentale di autoregolazione dei sistemi ambientali, non possiamo
ignorare l’urgenza di un intervento — cauto e condotto dopo un’analisi accurata della situazione. Questo vale per l’introduzione di specie
invasive come per l’inquinamento, il dissesto geologico e ogni altra
alterazione che minaccia l’ambiente.
Senza un’azione di rimedio, il danno originario — l’introduzione di
una specie esotica — procederebbe fino al suo unico esito possibile:
l’estinzione dello scoiattolo comune in Europa.
Al tempo stesso, non convinciamoci che l’operazione di salvataggio
del rosso (certamente complessa e lunga) sia un’impresa disperata.
I biologi e gli studiosi dell’ecologia impegnati nella difesa degli scoiattoli studiano da anni come intervenire, con modelli statistici e
rilevazioni sul campo. Sanno che un’azione ben progettata, come
quella già in corso oggi, ci permetterà di salvare il nostro scoiattolo.
Come è avvenuto per altre specie che un tempo rischiavano l’estinzione locale e sono state salvate in tempo, riportare il “rosso” a vivere
nel suo ambiente di residenza millenaria è possibile.
un’azione
che funzionerà,
ma a patto
di non perdere
altro tempo
Il momento per farlo è ora: non è troppo tardi per agire adesso. Sarà
troppo tardi solo se rimandiamo.
19
la dimensione europea
del problema ambientale
Il problema è globale: non ha senso che ciascuno stato
lo affronti da solo. Serve un’azione coordinata internazionale.
Naturalmente, se uno stato non fa la sua parte mette a rischio
anche gli altri.
Per noi europei ci sono due riferimenti normativi e operativi di
particolare importanza:
→ Convention on the Conservation of European Wildlife
and Natural Habitat del 1979 (Convenzione di Berna)
www.qr.net/convenzioneberna
→ European Strategy on Invasive Alien Species
del Consiglio d’Europa (2003)
unA queSTIone
gLObALe,
non Solo ITAlIAnA
www.qr.net/europeanstrategy
© paolo castellini
che cos’è un richiamo
ufficiale europeo?
L’Italia non è sola nel tentativo di difendere lo scoiattolo rosso.
l’estinzione del
rosso riguarda
l’intera europa
La biodiversità interessa tutto il pianeta. E l’estinzione graduale dello
scoiattolo rosso minaccia tutta l’Europa. In Gran Bretagna e Irlanda si
è presentata in modo drammatico, ma senza conseguenze immediate
sui paesi vicini, perché si tratta di isole. Il caso delle regioni nordoccidentali italiane è molto diverso.
Se uno stato membro non rispetta i parametri che si sono
decisi nelle convenzioni, riceve dei richiami ufficiali.
A partire del 1999 abbiamo avuto una... due... tre... quattro...
sono ormai cinque le sollecitazioni ufficiali a intervenire
per arginare l’espansione dello scoiattolo grigio!
La Convenzione di Berna è stata sottoscritta da decine di paesi europei e limitrofi e recepita dalla Legge italiana. In base ai vincoli che prevede, nel 2008 è stato aperto un fascicolo (“Case file”) contro l’Italia.
In base alla strategia europea sulle specie introdotte, l’Italia deve:
→ Sviluppare un sistema di risposta rapida per evitare future
introduzioni di scoiattoli
→ Sottoporre a misure restrittive il commercio dello scoiattolo americano
Gli scienziati realizzano modelli previsionali che — oltre a monitorare l’estinzione locale dello scoiattolo rosso — illustrano come essa
si espanderà verso regioni limitrofe, se non interverremo. Dopo una
massiccia espansione dell’area di estinzione verso il Centro Italia,
a partire dalla Toscana, lo stesso fenomeno si verificherebbe nelle
regioni alpine della Francia e nel Sud della Svizzera, per poi naturalmente proseguire.
Il Ministero dell’Ambiente, con il Piano d’Azione Nazionale sullo
Scoiattolo grigio, ha approvato linee di indirizzo precise, indicando i
possibili strumenti di intervento.
Per questo l’Europa non solo incoraggia e sostiene il lavoro condotto
in Italia per favorire la sopravvivenza e il ritorno dello scoiattolo
comune. Stiamo anche ricevendo forti pressioni, perché in passato
non siamo intervenuti tempestivamente per risolvere il problema.
Anche le organizzazioni non governative si sono attivate. Diversi
enti di conservazione della natura e associazioni ambientaliste condividono gli obiettivi dei progetti in corso. Alcuni, come la European
Squirrel Initiative, sono nati proprio con questo scopo.
20 - PROGETTO LIFE+ EC-SQUARE • www.ROSSOSCOIATTOLO.EU
→ Rimuovere vecchi e nuovi nuclei della specie invasiva
prima che questi si espandano su superfici più ampie
21
© carlo morelli
CoSA PuoI fAre tu
PeR Il RoSSo?
Sono importanti le azioni personali di ciascuno di noi a sostegno
del progetto di tutela. Ma sul lungo periodo saranno ancora più
determinanti le nostre scelte e i nostri comportamenti di rispetto
dell’ambiente nel senso più ampio e duraturo.
22 - PROGETTO LIFE+ EC-SQUARE • www.ROSSOSCOIATTOLO.EU
Il cambiamento dei comportamenti personali quotidiani deve essere
sostenuto da consapevolezza e informazione.
1
→ fermiamo i danni causati dall’uomo.
2
→ collaboriamo col progetto che ridà
3
→ informiamoci e documentiamoci.
Alcuni negozi vendono ancora gli scoiattoli grigi americani,
e talvolta chi li compra li lascia liberi. La vendita è legale, la
diffusione nell’ambiente no! Ciascuno di noi può fare la sua
parte per far conoscere il problema, scoraggiando l’acquisto.
E può segnalare alle autorità i comportamenti irresponsabili.
allo scoiattolo rosso la sua “casa”.
Nei parchi e nelle zone in cui le attività del progetto sono in
corso, possiamo informarci sui comportamenti da adottare
localmente per facilitare il ritorno del nostro scoiattolo.
Una norma di base è non interferire con le attrezzature
posizionate nelle aree di intervento.
Informandoci criticamente sui meccanismi della biodiversità,
e parlandone con amici e conoscenti, potremo contribuire a
un ambiente naturale equilibrato e sano.
lA SAlVezzA dello SCoIATTolo
euRoPeo è lA SFIdA dI oggI,
mA lA TuTelA dellA bIodIVeRSITà
non SI FeRmA quI.
dIPende dAllA noSTRA
ConSAPeVolezzA e dAlle noSTRe
AzIonI dI oggI e dI domAnI.
siamo pronti a cambiare?
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SALVIAMO lo SCoIATTolo RoSSo - EC