TACCUINO DI VIAGGIO | Tanzania Nakupenda Malaika! Un viaggio vero è quando hai camminato a piedi nudi per i sentieri nascosti del tuo cuore, e ad ogni passo tutto ti stupisce. Torni a casa e hai un cuore gonfio, è un panorama a perdita d’occhio ed è tutto racchiuso in te, una cascata d’emozioni, la pace la quiete, l’energia l’adrenalina, un microcosmo fatto d’amore e di valori. ASANTE SANA TANZANIA! ..................................................................................................... TACCUINO DI VIAGGIO | Australia Tre settimane nell’AUSTRALIA del NORD: Queensland, Northern Territory e New South Wales Gruppo Actis Perinetto Testo e foto di Carlo De Filippis P remessa E’ risaputo che, per far colpo sulle ragazze, noi uomini spesso millantiamo di svolgere le professioni più avventurose ed affascinanti. Orbene, sull’aereo che da Dubai conduceva il nostro gruppo a Brisbane per dare inizio all’avventura di tre settimane in Australia del Nord, ho avuto la bella pensata di non spacciarmi per un astronauta o per un navigato calciatore della Premier League, bensì per un cronista d’assalto non ritenendo, per comprovate pregresse esperienze, la mia reale professione di ingegnere all’altezza di destare il giusto interesse nel gentil sesso. Il tutto però non considerando il rovescio della medaglia: la notizia ha infatti inebriato così tanto la fanciulla che ha iniziato a sbandierare la cosa a destra ed a manca e, una volta giunta al capogruppo, trovarmi investito del compito di scrivere il presente articolo è stato un attimo, in barba a qualsiasi successiva ammissione della realtà dei fatti. Ciò premesso, di seguito riporto il diario del nostro giro per la terra dei canguri, redatto non da un navigato scrittore ma da un ingegnere pallonaro sulla base delle note del capogruppo Luciano Actis Perinetto (per tutti solo “il Perinetto”), dei ricordi ancora vivi nella mia testa e delle oltre 2000 foto scattate. 02/03 agosto 2013: in volo Il gruppo, composto da 15 persone provenienti dalle più disparate località italiane (Aosta, Milano, Genova, Cremona, Padova, Roma, Napoli, Livorno, etc. etc.), è partito dagli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa nella tarda serata di venerdì 2 agosto, per congiungersi a Dubai prima del successivo volo per Brisbane. Chiunque abbia già fatto un viaggio i cui iscritti erano all’inizio illustri sconosciuti tra loro, ben comprende le preventive aspettative estetiche che si creano verso gli altri partecipanti, suffragate, il più delle volte, da sbirciatine ai vari profili facebook. Fatto sta però che, da che mondo è mondo, nell’arco di una vita, a chiunque è capitato prima o poi di 106 - Avventure nel mondo 1 | 2014 risultare affascinante almeno in una foto. Sono certo ad esempio che in qualche cassetto la simpaticissima Anna Mazzamauro conserverà uno scatto in cui, controluce e con alle spalle un flebile tramonto, assomigli a Rita Hayworth mentre, l’irresistibile Alvaro Vitali, custodirà gelosamente sul comò un’immagine di gioventù in cui, con una scoppola di traverso, ricordi, se pur alla lontana, un giovane e tenebroso Bruce Willis. Insomma, è matematico che prima o poi la luce, l’inquadratura, la posa, l’intensità dello sguardo e tanto altro convergeranno in un memorabile scatto che, pur ritraendo noi stessi, non ci rappresenta affatto. Bene, è altrettanto matematico che poi noi useremo tale foto per il profilo facebook. Pertanto potete immaginare la generale delusione dei componenti del gruppo appena incontratisi non essendo, nessuno di noi partecipanti al tour “Australia del Nord”, nemmeno lontani parenti di Monica Bellucci o Tom Cruise. Messo l’animo in pace circa la possibilità di condividere le camere della vacanza con sosia di attori di Hollywood, dopo aver maledetto facebook, abbiamo tutti iniziato a sperare almeno nel bel tempo ……. Austr 04 agosto: Whale Watching ad Hervey Bay Giunti a Brisbane dopo quasi un giorno di aereo, ci siamo diretti verso Hervey Bay dove, dopo aver posato i nostri bagagli in hotel, siamo saliti a bordo della barca per la prima emozione della vacanza: il whale watching tour. Personalmente avevo già avuto esperienze del genere in Canada ed in Argentina ma mai avevo avuto l’opportunità di ammirare questi immensi cetacei così da vicino, a non meno di un metro di distanza. E’ incredibile infatti come, ad un certo punto, due megattere si siano appropinquate allo scafo ed abbiano iniziato a circoscriverlo ed ad immergervisi sotto quasi stessero giocando con un loro simile dando l’opportunità a tutti di ottenere scatti memorabili. Ad ogni loro passaggio l’intero equipaggio salutava con le braccia ............................................................................... TACCUINO DI VIAGGIO | Australia l’animale che, a sua volta, sembrava ricambiare ponendosi di fianco ed agitando la pinna pettorale neanche fossimo in qualche lungometraggio della Disney! Il tutto è andato avanti per tre quarti d’ora buoni prima che, all’imbrunire, invertissimo la rotta per tornare in porto. 05 e 06 agosto: Fraser Island Di prima mattina abbiamo preso il ferry per Fraser Island dove abbiamo trascorso una due giorni immersi nella luminosità della sua sabbia, nel blu del suo mare e nel rigoglioso verde della sua vegetazione. Nell’arco della nostra permanenza sulla più grande isola di sabbia al mondo, abbiamo percorso piacevoli sentieri all’interno delle sue foreste pluviali intervallate da sontuose dune di sabbia e da freschi torrenti e laghi di acqua dolce, in particolare il lake Mc Kenzie ed il lake Wabby La sera poi, dopo un’impegnativa cena a base di pietanze messicane, è stato delizioso ammirare il cielo costellato di stelle, persi in un silenzio irreale che lasciava trapelare il solo infrangersi delle onde sulla battigia a metri e metri di distanza. Inutile sottolineare che tale idillio è repentinamente cambiato una volta entrati in stanza, allorquando i fagioli piccanti, i burritos e le tortillas oramai digeriti hanno iniziato ad inscenare un concerto metal di rara brutalità per uditi ed olfatti forti che solo l’alba con i suoi colori e, soprattutto, la sua aria fresca, ha fatto scemare. Il giorno seguente poi non ci siamo fatti mancar nulla: siamo passati da un breve giro in aereo da sei posti nei pressi del relitto del Maheno, ad affacci mozzafiato da scogliere a picco sul mare che lasciavano intravedere imponenti razze e balene all’orizzonte, dall’avvistamento di uno squalo in mezzo metro d’acqua intento a rubare i pesci appena abboccati all’amo dei pescatori australiani, a quello di un “temutissimo” dingo disteso sul bagnasciuga che si lasciava accarezzare da impavidi turisti neanche fosse un criceto ed infine al delizioso bagno nelle Champagne Pools, delle caratteristiche piscine naturali scavate nella roccia, in cui è tanto piacevole immergervisi quanto facile tagliarsi, come peraltro pronosticato dalla nostra guida australiana Mike: un omone di circa due metri, vestito da ranger e con la pancia a forma di fusto di birra, che ha subito perso la testa per la donna più intellettuale del nostro gruppo. E’ proprio vero che gli opposti si attraggono! Infine, in serata, tornati a Hervey Bay, siamo saliti a bordo di un bus notturno con destinazione Airlie Beach. 07, 08 e 09 agosto: crociera in barca a vela (Whitsunday Islands) La mattina del 7, ancora intontiti dal viaggio notturno in pullman che ha messo a dura prova le nostre schiene, siamo saliti a bordo della “Spank me”, una barca a vela di circa 25 metri, per una crociera di 48 ore nelle Whitsunday Islands, un arcipelago di 74 piccole isole sparse di fronte la costa del Queensland. Il tutto intervallato da momenti dedicati allo snorkeling, passeggiate a terra, avvistamenti di aquile di mare, balene e delfini. Tra tutti i posti visitati ritengo che una menzione speciale vada alla Whitehaven Beach, una paradisiaca spiaggia di sabbia bianca come credo sia difficile trovarne per il globo terrestre, nelle cui acque circostanti non è raro imbattersi in pesci colorati e razze. La sera poi, sotto il consueto cielo stellato in cui troneggiava la costellazione dello Scorpione e la Croce del Sud, ricordo piacevoli suonate di chitarra e bevute di rum atte a riscaldare noi tutti, vista la notevole escursione termica che si iniziava ad avvertire già al calar del sole. La mattina del 9 infine, proprio quando stavamo per far ritorno in porto, il tempo è cambiato in maniera repentina e ci siamo trovati a veleggiare di traverso in mezzo ad un mare increspato con onde lunghe e cielo plumbeo. Il tutto arricchito da due megattere che, per qualche minuto, hanno nuotato al nostro fianco accompagnandoci con i loro spruzzi ed il loro moto sinusoidale! Ad ogni buon conto la “Spank me” ha tenuto il mare ottimamente ed ha fatto sentire noi tutti veri lupi di mare, avendo partecipato attivamente alle manovre di bordo per alzare ed ammainare randa e fiocco. Una volta in porto, dopo un po’ di relax alle piscine pubbliche di Lagoon Beach, ci siamo concessi un po’ di shopping prima di cenare con dell’ottimo fish and chips a base di Barramundi, un tipico e saporito pesce locale, e tralia salire a bordo di un altro pullman notturno che ci avrebbe condotto l’indomani a Cairns. 10 agosto: Cape Tribulation Giunti di buon ora all’ostello di Cairns, dopo aver svolto lo stretching necessario a smaltire le posture del bus notturno, abbiamo noleggiato le auto con cui abbiamo fatto rapida rotta verso Cape Tribulation. In tutta sincerità, non annovererei tale gita tra le più belle della vacanza, in quanto nulla ha aggiunto alle foreste ed alle spiagge visitate a Fraser Island. Molto piacevole invece il giro in battello sul Daintree river dove, senza troppi turisti ed a bordo di una comoda quanto tecnologica imbarcazione (dotata anche di telecamera con schermo al plasma per restituire in tempo reale gli animali ripresi), alcuni di noi hanno passato un paio d’ore scorrazzando per il fiume, soffermandosi ad ammirare la fauna popolante le sue sponde, in primis i coccodrilli. Infatti, fatta salva qualche specie di variopinto uccello (tra tutti ricordo molti esemplari del nostro Martin pescatore), l’animale dominante in queste acque è proprio il coccodrillo estuarino che si riconosce da quello fluviale in via prioritaria per stazza e conformazione del muso. La sera, dopo una doccia nel caratteristico ostello di Cairns, abbiamo raggiunto il centro città per una cena a base di specialità locali tra cui spiedini di canguro e bocconcini di coccodrillo. Prima di tornare in hotel, per digerire il tutto, alcuni di noi hanno optato ............................................................................... per una piacevole passeggiata lungo l’attrezzato lungomare della città. Qui, tra gazebo, piante e percorsi nel verde, è iniziata una specie di corsa stile giochi senza frontiere per evitare gli spruzzi degli innaffiatoi muniti di timer che, impazziti ed inesorabili, mitragliavano all’impazzata. Quindi, zuppi ma contenti, abbiamo fatto ritorno all’ostello per concederci un meritato riposo in vista della giornata successiva. 11 agosto: Cairns (Reef cruise) Darwin E’ dall’inizio della vacanza che gli amanti delle immersioni fremevano per salire a bordo di questo catamarano a motore super attrezzato che ci avrebbe accompagnato in lungo ed in largo per la grande barriera corallina con soste per lo snorkeling. L’avventura non comincia però sotto i migliori auspici visto il cielo plumbeo e sporadiche raffiche di vento. Basta però qualche muffin accompagnato da caffè e tè caldi a farci cambiare prospettiva fino a riuscire a modificare le condizioni al contorno: tempo un’oretta infatti, appena giunti alla prima tappa, inizia a fare capolino il sole che non ci avrebbe poi più abbandonato per tutto il giorno. Ricordo che l’acqua del mare era così tiepida che sembra la doccia di casa ma, quando i più impazienti stavano per tuffarsi in acqua, giunse l’avvertimento dello staff: “si consiglia di indossare la muta anti medusa se non si vuole rischiare di essere punti e Avventure nel mondo 1| 2014 - 107 TACCUINO DI VIAGGIO | Australia dover essere trasportati di corsa all’ospedale”. Costo dell’intervento, tra elicottero, spese mediche etc. circa 5.000AUD non coperti da nessuna assicurazione. A quel punto, benché vista la stagione la probabilità di incontrare la cubomedusa fosse assai bassa, in un attimo è iniziata una copiosa vestizione da parte di tutti i presenti a bordo, nessuno escluso. In meno di un quarto d’ora, con indosso le mute nere e le maschere che lasciavano scoperta solo la bocca, sembravamo tutti invitati ad una festa di carnevale a tema “Diabolik”. In acqua lo spettacolo è stato strepitoso e nemmeno l’accurato documentario del National Geographic, visto prima di partire in HD, può rendere giustizia alle meraviglie incontrate: il pesce Napoleone che posava con noi per una foto neanche fosse il pupazzo di Mickey Mouse ad Eurodisney, tartarughe marine a cui si poteva nuotare accanto senza spaventarle, razze, cernie e pesci colorati di ogni tipo tra cui l’oramai famigerato “Nemo”, a cui un gruppo di giapponesi ha dedicato un servizio fotografico di 10 minuti. Come detto l’acqua era calda ed invitante mentre il sole illuminava l’azzurro del mare circostante, così da farci sembrare di essere al centro di una cartolina. Con tali premesse anche i lupi più di terra che di mare del nostro gruppo hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo e si sono tuffati! Tra tutti, scorgere il nostro capogruppo, fiero montanaro valdostano, munito di maschera, muta, ciambella e braccioli, è stato uno spettacolo talmente imprevisto ed irripetibile che in questo caso sono stati i pesci a mettersi in fila per una foto ricordo con lui! Alla prima si sono susseguite altre tre immersioni in posti diversi ed ugualmente spettacolari dove qualche fortunato ha avuto la buona sorte di imbattersi in qualche piccolo squalo che raggiungeva la metrata. Tra uno spostamento e l’altro, a bordo si è mangiato dell’ottimo e selezionato cibo tra cui, ricordo, andavano per la maggiore le porzioni di gamberetti e di sushi. Tornati in porto, i tempi serrati non hanno impedito ai più di darsi allo shopping nei negozietti limitrofi prima di dirigersi all’aeroporto per la successiva destinazione: Darwin. Giunti a serata inoltrata abbiamo affittato le tre Mitsubishi Pajero che ci avrebbero fatto compagnia per buona parte del residuo viaggio. Il tutto non proprio con tempi immediati. Infatti, al fine di evitare eventuali problemi assicurativi alla riconsegna, tutti e tre gli equipaggi hanno iniziato a controllare i danni già indicati nel libretto con maniacale precisione ma al buio e muniti solo della luce della luna e dei nostri cellulari. Comunque, pur consapevoli che, tra il lusco ed il brusco, si correva il rischio di indicare anche chiazze dovute a moscerini schiacciati, ci siamo fatti prendere un po’ la mano ed abbiamo restituito all’operatore Avis un foglio più simile ad una battaglia navale che ad una essenziale mappatura dei graffi pre esistenti! Arrivati in ostello a notte oramai fonda, distrutti ma felici, siamo andati a dormire non curanti della condizione delle camere la cui biancheria, nella maggior parte dei casi, non era stata cambiata. del custode bensì a più pericolosi dingo australiani! Una volta subodorato il pericolo, la rapidità con la quale i due sono corsi, dopo un immediato e terrorizzato sguardo di intesa, alle rispettive dimore, può fare invidia ad Usain Bolt! cui pietanze hanno incontrato tutti i gusti, spaziando tra pasta, carne e pesce. Sarà stata la fame, sarà stata la competizione, sarà stato che era tutto buono, ma la nostra, più che una tavolata di quindici amici, sembrava uno di quei tornei americani i cui partecipanti si sfidano a mangiare di tutto e di più nel più breve tempo possibile! Alla fine, senza vincitori né vinti, abbiamo digerito con un rum di gruppo dopo il quale si è tornati tutti in branda. Tutti tranne una fresca coppietta appena formatasi nella terra dei canguri che, complice la splendida luna e le camere occupate dal resto del gruppo, ha deciso di appartarsi nei prati del resort. Il clima mite, la leggera brezza, i riflessi dei raggi lunari, il cielo stellato ed il suono di qualche animale in sottofondo sembravano la cornice ideale per i due fino a quando anche loro, terminata l’enfasi iniziale, hanno compreso che gli ululati in lontananza che si facevano sempre più vicini non appartenevano ai cani Rock, non prima però della consueta sosta alla bakery in cui abbiamo riempito stomaci e zaini dei consueti repellenti biologici anti mosquito. Per arrivare alla base delle rocce, in cui vi sono pitture rupestri di colore rosso, bianco e nero raffiguranti scene di caccia, animali, aborigeni e divinità varie (Anbangbang Gallery), abbiamo percorso un piacevole sentiero di circa 1,5 Km all’interno del bosco. Abbiamo poi proseguito per il trail Anbangbang Billabong che conduce fino al belvedere di Gunwarddehwardde per poi tornare alle macchine, mangiare qualcosa e dirigerci verso Cooinda per l’imbarco della Yellow Water Cruise. Giunti con discreto anticipo, abbiamo avuto il tempo di scorgere un coccodrillo che, con i soli occhi fuori dall’acqua, era intento a fare la posta ad un’anatra per scopi tutt’altro che meditativi. Armati di pazienza e di macchina fotografica abbiamo trovato spazio nelle vicinanze con la speranza di scattare la foto della 13 agosto: Kakadu National Park (Jabiru): Nourlangie e Yellow Water Sveglia all’alba per mettersi in marcia al più presto al fine di poter dedicare il giusto tempo alla visita delle pitture rupestri di Nourlangie Austra 12 agosto: Kakadu National Park (Jabiru): Ubirr Lasciate le stanze così come trovate (chissà se ad oggi avranno mai cambiato le lenzuola?), abbiamo abbandonato Darwin, senza visitarla per mancanza di tempo, iniziando ad abituarci alla guida a destra lungo la strada che ci ha portati fino al bellissimo resort Aurora Kakadu. Depositati i bagagli e prenotato il ristorante per la sera, ci siamo diretti verso il Kakadu National Park non prima di esserci fermati alla bakery di Jabiru dove, tra pizze all’aglio e cipolla, tortini al bacon e sfiziosità 108 - Avventure nel mondo 1 | 2014 varie, ci siamo rifocillati rendendoci al contempo repellenti alle fastidiose zanzare e mosche infestanti tali luoghi con un sol fiato! Il pomeriggio lo abbiamo dedicato ai vari walk del parco, tra cui il Bardedjilidji, per ammirare le pitture rupestri, e quello che ci ha portati all’Ubirr lookout, una roccia piatta e larga che si affaccia a 360° sulla pianura alluvionale sottostante, giusto in tempo per ammirare il bellissimo tramonto! Tornati al resort, prima ancora di farci la doccia, ci siamo fiondati sulla ricchissima cena a buffet le ............................................................................... TACCUINO DI VIAGGIO | Australia vacanza. Dopo un quarto d’ora buono però, anche i fotografi più accaniti, demordendo, si sono allontanati ma non così tanto da non accorgersi del successivo scroscio d’acqua misto a piume varie nell’aria che ci informava dell’avvenuta colazione! A questo punto, sarà stata l’emozione, sarà stata la stanchezza o, forse, solo la vecchiaia, al nostro capogruppo è caduta in acqua la lista dei partecipanti alla crociera, a qualche metro dall’avvenuto banchetto del coccodrillo! Atteso che, senza lista, non si sarebbe saliti a bordo, vi lascio immaginare la circospezione con cui, muniti di retino, abbiamo arditamente provveduto a recuperare il foglio A4 auspicando che l’anatra fosse stata sufficiente a quietare la fame del temibile lucertolone. Mai tale coraggio fu meglio ripagato! Nella crociera infatti, oltre ad imbatterci in coccodrilli di ogni dimensione e sorta, abbiamo avuto modo di ammirare diverse specie di uccelli oltre che una fitta vegetazione composta da palme, mangrovie, eucalipti, pandanus e ninfee, senza dimenticare lo spettacolare tramonto sul fiume! In serata, dopo una cena al Social club, ci siamo riposati in una sorta di campeggio con bungalow rialzati parcheggiando però incautamente i nostri mezzi in posti riservati ad altri. Tempo un quarto d’ora ed un tedesco più largo che alto, in mutande bianche stile lottatore di sumo, imprecando un po’ in lingua madre, un po’ in inglese condito da qualche parolaccia italiana, ci ha raggiunto intimandoci di sloggiare dal posto a lui riservato. Da veri gentlemen abbiamo evitato di polemizzare con il troglodita: sia ben chiaro non per la stazza, bensì per l’educazione per la quale noi italiani siamo famosi in tutto il mondo. che dicevano di far attenzione ai coccodrilli! Arrivati verso le 15, abbiamo condotto una passeggiata di qualche ora alla ricerca di qualche animale da fotografare con scarsi risultati tranne qualche volpe volante appollaiata sugli alberi ed un paio di wallabies che scorrazzavano nei pressi dell’ingresso del parco in tutta la loro velocità, tuttavia ci siamo consolati con il bel sentiero “Baruwei Loop” che ci ha portato fino al Baruwei Lookout permettendoci di godere di una meravigliosa vista del Katherine river. La sera ci siamo rilassati al Country Club con musica dal vivo a cui abbiamo partecipato attivamente ballando in pista. Proprio in tale occasione la donna più esperta del gruppo, forte del suo innato sex appeal, ha conturbato una giovane ragazza australiana di chiare tendenze saffiche attirandola come una calamita. A nulla sono valsi i chiarimenti circa la di lei preferenza del genere maschile. Siamo dovuti intervenire strappandola alle sue attenzioni e portandola in hotel, imboccando in carovana un paio di strade in palese contromano! 15 agosto: Katherine– Daly Waters – Tennant Creek Anche oggi, inesorabile come sempre, la sveglia è suonata prima delle sei, al fine di raggiungere di buon ora Bitter Springs, sorgente di acqua termale in mezzo alla foresta, da cui siamo ripartiti per Daly Waters con relativa sosta pranzo in un famoso pub immerso nel nulla. La fama del posto la si deve, oltre che agli indubbi piatti appetitosi (imperdibile il maxi burger al barramundi!!!), all’arredamento oltremodo eccentrico composto da reggiseni, banconote, cappelli, sciarpe, scarpe, strumenti musicali ed ogni altro genere di anticaglia possibile ed immaginabile. Polvere compresa! Per digerire e non mettersi alla guida con troppo alcol nel sangue, molti di noi hanno accompagnato il pasto con la ginger beer, una birra allo zenzero gassata, dissetante e dal sapore veramente buono. Poco prima del tramonto siamo giunti a Tennant Creek dove ci siamo fermati per rifornirci al supermercato. Mentre stavamo caricando le nostre macchine con le vettovaglie appena acquistate, siamo stati costretti a fare lo slalom alia 14 agosto: Jabiru – Katherine Solita sveglia da cacciatori per dirigersi al Nitmiluk (Katherine Gorge) National Park con sosta, lungo il tragitto, per un piccolo walk che conduce ad un laghetto con cascata molto suggestivo nei pressi del parcheggio di Maguk, dove i più temerari (o più dementi, a seconda dei punti di vista n.d.r.) del gruppo si sono tuffati nelle acque cristalline, noncuranti dei cartelli tra una moltitudine di aborigeni alti, magri ed ubriachi che camminavano per strada con sguardo semi assente avvicinandoti, di quando in quando, per chiederti qualche spicciolo. Sembrava di essere i protagonisti di qualche film di George A. Romero assediati da stormi di zombie affamati, in questo caso, più che di carne umana, di monetine. 16 agosto: Tennant creek – Devils Marbles – Alice Springs Prima tappa della giornata Devils Marbles, luogo spettacolare in cui, in mezzo ad una vasta pianura, si trovano una moltitudine di massi tondeggianti di granito perfettamente levigati. Occasione questa imperdibile per gli affezionati di facebook che hanno così potuto dare libero sfogo alla loro fantasia facendosi immortalare nelle posizioni più variopinte: spingendo massi di 20m di diametro, sostenendo palle di granito di decine di tonnellate, meditando in posizione yoga in equilibrio precario sul vertice più alto delle rocce, etc. etc.. La tappa successiva è stata il monumento eretto a cavallo del Tropico del Capricorno dove, tra una foto ricordo e l’altra, incontriamo una famigliola in vacanza vestita in modo davvero eccentrico se non addirittura tamarra …. Mentre erano partiti i primi commenti del tipo “è proprio vero che la classe del vestire nel mondo è solo italiana”, si sono avvicinati chiedendoci la cortesia di scattargli una foto utilizzando un italiano con chiara influenza bergamasca. Senza commentare, ............................................................................... siamo tornati alle macchine per dirigerci verso Alice Springs dove siamo arrivati al nostro ostello in serata. Le camere erano da sei persone e ne abbiamo occupate tre ignorando il fatto che vigeva la formula “shared”, ovvero la possibilità di condividere la stanza con sconosciuti a seconda della disponibilità della struttura. A questo punto torna di attualità la coppietta che nei giorni precedenti è andata vicino a diventare cibo per dingo. Infatti i due, con astuzia, mentre il resto del gruppo decideva di dirigersi ad un ristorante indiano, esternavano il loro poco appetito nonchè la necessità di riposo. Così, appena l’ultimo del gruppo ha richiuso la porta, Lui, canticchiando, si è precipitato sotto la doccia pregustando il momento di intimità susseguente, ignorando Avventure nel mondo 1| 2014 - 109 TACCUINO DI VIAGGIO | Australia il successivo svolgersi degli eventi. Infatti, neanche il tempo di girare le manopole dell’acqua calda e fredda al fine di trovare la giusta temperatura, che si è sentita la porta aprirsi insieme ad un “Hello, I’m Sophie!” con sommo sconcerto di Lei che, sorpresa mentre frugava nella sua valigia alla ricerca dello shampoo e del balsamo per capelli, ha risposto: “e mò chest che bbò?????” (che tradotto dal napoletano stretto vorrebbe dire : “ed ora costei cosa desidera?”). A nulla sono valsi i tentavi di Lui, nudo fino al midollo con asciugamano a coprire il pube, stile Adamo con foglia di fico, di convincerla che forse si sarebbe potuta accomodare in un’altra camera. Così, dopo aver distrattamente ascoltato la storia di questa insegnante inglese alla scoperta dell’Australia, comprensiva di visione delle sue foto ai canguri, scattate nei giorni precedenti (da noi invece avvistati solo in 2D schiacciati sulla carreggiata), i piccioncini hanno cenato con una barretta al cioccolato ed una mela avanzate dai giorni precedenti, prima di fare una passeggiata e coricarsi in camerata. pigiama party a base di rum nella stanza delle uniche ragazze astemie del gruppo! Forse, proprio a causa del troppo bere e mangiare, pare che il russare notturno si sia propagato come un virus a diversi soggetti e non solo ai soliti noti, oramai identificati e costretti a dormire insieme. Pertanto, nel cuore della notte, si sono udite secche e dirette rimostranze da parte di insospettabili signorine votate al bon ton durante il giorno. 18 agosto: Kings Canyon – Kata Tjuta – Yulara Dopo la travagliata notte ci siamo diretti a tutta manetta verso Yulara. Lungo la strada ci siamo fermati al lookpoint sul Mount Conner da cui abbiamo scorto in lontananza un monolite che abbiamo scambiato per Ayers Rock o Uluru, per dirla “all’aborigena”. Dopo i primi scatti con in sottofondo i nostri commenti del tipo “è esattamente come me lo immaginavo”, alcuni australiani ci hanno informato dell’abbaglio e così, aggiungendo un “dicevo io che non gli somigliava per niente”, abbiamo riposto gli obiettivi negli zaini e siamo rimontati in macchina in direzione del parco di Kata Tjuta (Monti Olgas), in cui abbiamo affrontato una passeggiata di circa 7/8 Km seguendo il sentiero della Valley of the Winds, per goderci gli spettacolari panorami. Alla fine della camminata, proprio quando credevamo di meritare la vista del tramonto sulle montagne con i repentini cambi di colorazione, ci siamo dovuti sorbire invece gli inseguimenti con tanto di fragorose urla di un padre e del di lui pestifero figlio, che vengono gioco forza ritratti in buona parte degli scatti. di colore in pochi minuti passando dal marrone al rosso mattone fino all’ocra. Lasciata defluire la massa dei turisti, in particolare quelli dei numerosi bus, ci siamo diretti al Mala car park per iniziare il Base Walk, un sentiero di circa 10 Km che corre lungo tutta la base della roccia che abbiamo percorso in senso antiorario. Durante la passeggiata abbiamo osservato diversi scorci interessanti tuttavia molti dei quali “sensitives sites” ovvero luoghi a cui gli Aborigeni attribuiscono significati magici e, come tali, da non poter nemmeno fotografare. Per dirla tutta, al fine di rispettare la cultura aborigena, Uluru non dovrebbe nemmeno essere scalato essendo per loro un luogo sacro. Per gli aborigeni infatti Uluru è il centro del Tempo del Sogno, il confine solo da pochi valicabile tra i Sentieri dei Sogno e la dimensione umana. La conoscenza dei Sentieri del Sogno è tramandata dagli Aborigeni attraverso cerimonie e canzoni rituali, oltre che attraverso le incisioni sulla roccia. E comunque, detto tra noi, è consigliabile rinunciare alla scalata a prescindere dal voler rispettare o meno le loro tradizioni: vista la conformazione della roccia non sono pochi quelli che ci hanno rimesso l’osso del collo. La sera siamo tornati ad Alice Springs per essere pronti l’indomani a partire per Sidney, ma non prima di aver fatto una sosta per ammirare le splendide colorazioni della Rainbow Valley. nostre valigie di ogni tipo di regalo e souvenir, dagli immancabili boomerang ai magneti per frigo, dalle magliette e felpe stile “I love Australia” a cappelli con denti di coccodrillo, dal didjeridoo, strumento musicale aborigeno, a collane con opale incastonato e chi più ne ha più ne metta. Arriviamo a Sidney a metà pomeriggio e ci siamo diretti subito al caratteristico ostello Harbour YHA situato nel quartiere Rocks con vista mozzafiato sulla baia e, in particolare, sull’Opera House e sul ponte. Dalla mattina del 21 e fino al pomeriggio del 23 abbiamo iniziato a scandagliare la città in lungo ed in largo, sia con il gruppo a pieno organico per le mete da non perdere (giro dell’Opera House, Bondi beach, quartiere the Rocks, etc.) sia in gruppetti sparsi a seconda delle preferenze e dei gusti. Come mezzo di trasporto abbiamo scelto il classico sightseeing bus, immancabile in ogni grande città. La temperatura è freddina ma la giornata è soleggiata ed il giro ci ha consentito di prendere visione di un po’ di tutto con pranzetto a base di fish and chips a Bondi beach e successiva passeggiata sulla spiaggia per digerire il troppo fritto ingurgitato. Qui, malgrado la temperatura non proprio invitante, ci siamo imbattuti in temerari surfisti che si preparavano a scendere in acqua e cavalcare le onde. D’un tratto questo sport, affascinante ma non troppo popolare dalle nostre parti, ha incontrato l’interesse delle ragazze del gruppo e, a detta loro, nulla c’entrava con il fatto che a praticarlo fossero fustacci biondi, con occhi azzurri, alti circa 1m e 90 e con addominali a tartaruga! Al che Australia 17 agosto: Alice Springs – West MacDonnell National Park – Kings Canyon Mattinata trascorsa in macchina guidando su lunghi tratti di sterrato in cui ognuno di noi si è immedesimato in un partecipante della Parigi Dakar fino ad arrivare a Kings Canyon per una fantastica passeggiata tra rocce secolari fino al tramonto, ora in cui le rocce hanno assunto i più vari colori, dal rosso acceso al cioccolato fondente! Durante il tragitto verso Kings Canyon, non potevamo esimerci dal fare una sosta allo spettacolare West MacDonnell National Park, passeggiando lungo i vari sentieri, in particolare quello che conduce al fantastico lookout su Ormiston Gorge. La sera poi tutti a rifocillarsi in un bel Resort dove, con in sottofondo della musica dal vivo, abbiamo cenato su lunghe panche e tavolate di legno con brocche di birra e carne alla griglia rosolata da noi stessi neanche fossimo all’Octoberfest di Monaco di Baviera o alla fiera della porchetta di Ariccia, piuttosto che nel cuore dell’Australia. La sera poi, prima di andare a dormire, abbiamo improvvisato un 19 agosto: Yulara–Uluru– Rainbow Valley - Alice Springs La sveglia stavolta è suonata davvero presto ma per un fine ben preciso: essere alla Sunrise Viewing area prima del sorgere del sole e goderci l’alba su Uluru. Pur sbagliando strada più volte, alla fine siamo riusciti ad arrivare per il rotto della cuffia e, non lesinando sul numero di scatti, abbiamo fatto un venti minuti buoni di foto e meditazione. Tuttavia nessuna immagine potrà ben restituire l’emozione dell’assistere a questo enorme monolite che cambia 110 - Avventure nel mondo 1 | 2014 20-23 agosto Sidney Prima di prendere l’aereo diamo libero sfogo allo shopping, nella dedicata zona pedonale Todd Mall nei pressi del centro di Alice Springs. Abbiamo così riempito le ............................................................................... a TACCUINO DI VIAGGIO | Australia 01 noi maschietti, trovandoci spiazzati, abbiamo tentato di convincere le ragazze di essere dotati anche noi di addominali a tartaruga, sebbene alle volte rigirata dalla parte del dorso, ma senza successo. Altro posto fantastico da segnalare è Darling Harbour, una baia colma di negozi, ristoranti e bar con fontane e giochi d’acqua vari. Nelle vicinanze c’è il mercato del pesce, un area con enormi casermoni pieni di diversi stand che vendono il pesce appena pescato cucinato in tutti i modi possibili ed immaginabili. Credo che ognuno di noi abbia mangiato per tre, provando ad assaggiare di tutto, dai classici calamari e gamberi fritti al granchio, da code di aragoste ed astici a tranci di pesce alla griglia. I tavoli fuori danno direttamente sul porto ed è stato molto piacevole mangiarci malgrado il forte vento e la moltitudine di uccelli di ogni tipo alla ricerca di cibo. In acqua i pellicani la facevano da padrone riuscendo ad ingurgitare con il loro lungo becco le code di gambero avanzate. Sul molo invece sono stati i gabbiani a spadroneggiare arrivando prima di tutti sugli avanzi di pesce, lasciando così ai più lenti e timorosi Ibis gli scarti, patatine fritte comprese. Atteggiamento questo, per un animale sacro, di certo poco snob. Altre visite interessanti sono state Shelly beach, il Sidney Harbour National Park e la camminata sull’Harbour Bridge con scalata, per i più audaci, del pilone centrale. Meta da non sottovalutare è stata il Wild life alla periferia di Sidney, una sorta di zoo/fattoria che annovera tra i suoi recinti tutte le specie di animali australiani. Visto che nel corso della vacanza animali come il wombat ed i casuario sono stati avvistati solo sui cartelli stradali che ne preannunciavano la possibilità di attraversamento strada (mai avvenuta), alcuni di noi hanno scelto di visitare il parco. Scelta ripagata dalla possibilità di posare per una foto ricordo con un Koala, dar da mangiare direttamente con le proprie mani a canguri grigi e wallabies ed apprezzare specie rare quali il famigerato diavolo della Tasmania (di fatto instancabile camminatore grande poco più di un carlino), i kookaburra, le volpi volanti ed i ghost bat, nonché insetti e rettili vari. Menzione speciale merita l’incontro di una ragazza del gruppo con il casuario. Ad una distanza di circa 20 cm e separati da una gabbia, i due si sono fissati e studiati per qualche secondo con lo sguardo particolarmente sveglio che contraddistingue entrambi. Dopo un po’, forse pensando di avere di fronte una sorta di gallina cresciuta ad anabolizzanti, lei ha iniziato a giocare con l’animale provando ad accarezzargli il muso con la preziosissima mappa del parco che, vista l’accuratezza dell’editing, da sola sarebbe bastata a ricordare la visita. A quel punto il casuario non ci penda due volte e gliela strappa di mano provando ad ingurgitarla senza successo, risultando troppo piatta e lunga per il suo becco. Per recuperarla ci sono voluti ben due rangers muniti di scopa e bastone al fine di evitare i pericolosissimi calci del volatile noto a tutti per il suo carattere belligerante. A tutti tranne che, evidentemente, alla nostra amica. Alle 18 del 23, dopo gli ultimi acquisti, ci siamo ritrovati tutti in Gruppo a Fraser Island ostello dove, recuperati i bagagli, ci siamo diretti verso l’aeroporto per il ritorno a casa. I voli SidneyDubai e Dubai-Malpensa, sono stati piacevoli ed arriviamo a Milano in orario. Pare che, coloro che hanno dovuto aspettare il successivo volo per Fiumicino, in crisi di astinenza, si sono concessi subito un piatto di ravioli di vera pasta italiana. Non prima però di aver salutato e ringraziato tutti per la bellissima avventura con la certezza di rivedersi presto per un raduno di cui è stata già prescelta la location: Genova. Ma questa, è un’altra storia. ..................................................................................................... TACCUINO DI VIAGGIO | Marocco Il mio Marocco. Tra colori, suoni e odori un’esperienza di emozioni da un MARRAKECH EXPRESS gruppo Ginevra Colli Testo e foto della coordinatrice G razie Antonio. Il compagno di viaggio che vi auguro di incontrare. “Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti”. Italo Calvino Il mio viaggio in Marocco inizia tempo fa, prima di partire, forse ancor prima di conoscere la meta… la voglia di andare è imperante e necessaria… E’ il mio primo viaggio da coordinatrice, voglio sia perfetto (per quanto la perfezione possa esistere…), vorrei dare il meglio di me, prima di ogni cosa nell’organizzazione. E’ un viaggio semplice, direi comodo, facile da realizzare, ma è pur sempre la mia prima volta. Marocco. Africa. Terra di colori, suoni, odori di forte impatto. Marocco. Sguardi scuri, battiti di djembè, litanie di muezzin. Tutto questo e molto altro rapisce le emozioni, le scrolla, le frulla e te le restituisce… può anche capitare che tu, guardandole, quelle emozioni, non le riconosca più. Orio al Serio, (BG), Sabato 13 giugno Il viaggio comincia a casa. Nessuna citazione è più indovinata nel nostro caso... ............................................................................... Il volo è un quadro in movimento. Intorno a noi, i soli europei, decine di bambini in partenza per le vacanze. Insieme alle loro mamme, celate nei loro lunghi abiti, nei loro veli e Avventure nel mondo 1| 2014 - 111