9 lotta continua Venerdì 20 dicembre 1977 RUBRICHE • Chaplin difeso dai suoi ammiratori Finiti i necrologi e le celebrazioni dei critici continuiamo a parlare di Charlot Con rinnovata efficienza, la comunicaziona televisiva è riuscita ad imporre e a contrapporre — nei giorni dn cui il suo monopolio è più totale del solito — l'universalità di Chaplin affla faziosità di una violenza incolore. Così la principale scadeàiza dell'anno cristianoborghese, dJ Natale, ha abbinato l'unità autocelebrativa dei mercanti del tempio, della guerra, delle merci con l'annuncio della morte di Charlot, il papà natale del cin«na, che, tra innumerevoli figli e cappelli d'argento, vuole tanto bene agli spettatori buoni. •La retorica più trita datila stampa esarchica si è prontamente allineata sotto la bandiera dell'unaversaUtà rivoluzionaria di Chaplin. Da Aristarco a Montale. Ognuno può sedersi a tavola e scegliersi il «pezzo » che più gli piace: a chi l'antifascismo e a chi •la passione per il selfmade-man ; a chi il realismo sociale o a chi la fantasia visionaria; a chi il riso, a chi il pianto, a chd la « sintetica » ccmbinazdone di entrambi, a chi ile persecuzioni maccartiste e a chi l'infraziione delle regole fiscaili; a chi la prolifica incontinenza sessuale s a chi l'elogio della famiglia. In realtà sono proprio i tentativi dì oniversalità, presentì in quasi tutta 1' opera di Chaplin anche se in modi diversi e contraddittori, che devono essmascherati e che raiH>resentano i limiti della sua opera. E', infatti, una universalità indebita e fasuilla, la cui mancata realizzazione storica è denunciata proprio dall'uso industriale del sentimentalismo facile. Nessuna pacificazi<me uTBversale è avvenuta, e ovunque se 'ne presentino di tentati-d — come da noi l'accordo a sei o tra Sadat e Begin — c'è da preoccuparsi Qer le liber•tà formali. Meno che mai la ricomposizione della cosi<iietta « tragedia della vita » può avvenire sotto il segno di buoni ed eterni sentimenti. Quando tutta la stampa — che ama l'ordine più del proprio reddito — osanna la genialità di Chaplin, metà bolscevica e metà schake- speariana, c'è qualcosa che non f unziona più (o ha funzionato sempre male) rell'omino diseredato che lotta contro poliziotti e ricchi. Questo non dipende solo dalle capacità schizofreniche della stampa borghese che Tiesse ad elogiare «Monsieur Verdoux» crematore di mogli e a fomentare la caccia a « violenti » affossatori del capitale. E nea-nche dalle capacità, effettivamente enormi, da parte del sistema di saper digerire col tempo qualsiasi critica « es'tetica ». L'origine del coro a favore dell'emarginato, purché in celluloide, ha come responsabile lo stesso Chaplin e la sua invocazione industrialmente programmata per una «natura umana » pura e in- COTitaminata. L'esaltazione di generici « umani sentimenti », la fiducia negli uomini « semplici e di buona volontà » unifica le sue tendenze ebradco^eligiose (Calvero prega tutt'altro che comicamente per la riuscita della ballerina in « Luci della ribalta »), con un interclassismo piagno- ne (della platea tutto-borghese che gli decreta il trionfo nel medesimo film). Chaplin riesce a portare a sintesi geniale il nuovo strumento del cinema con gli strumenti legati all'origine più arcaica e irriflessa dell'imanità : il riso, il pianto, la mimica. Ma neJia realtà il cinema è riuscito a costruire il pr<^rio impero industriale e ideologico pr<^rio attraverso la repressione, la rimozione, la deviazione sia della «natura umana originaria » che di creila storicamente determinata. Owerosda non esiste una « natura » che non sia socialmente mediata, tranne che per lo spirito religioso e la pubblicità televisiva. Charlot non è esente — e sarebbe assurdo pretenderlo, o in malafede — da tale «peccato originale» dell'industria cinematografica. La mimica — rispetto alla quale Chaplin era realmente geniale — è stata l'arte-artigiana attraverso cui il cinema delle origini, come industria in formazione dello spettacolo e della comunicazione, ha potuto sbaragliare tutti i precedenti settori, dal teatro al circo, al ro- manzo d'appendice. La genialità di Chaplin sta nell'essere riuscito a f a r passare il nuovo strumento della riproducibilità tecnica universale per diretta e immediata celebrazione dei valori anche essi « universali » deir«umanità». L'arte di Chaplin si fonda su un cinema mimetico solo in apparenza naturalistico, ma in realtà smaliziato a tutti i trucchi del mestiere. E' sbagliato sostenere per il «riso» una astorica funzione purificatrice, quasi sempre progressista. Hugo diceva che « Di tutte le la^ ve che escono dalla bocca umana, questo cratere, la più corrosiva è l'ilarità. Fare il male allegramente: nessuna folla resiste a tale contagio ». Il riso spesso è sadico, produce atteggiamenti autoritari, persecutori, predisposti a prendere per oggetto i deboli, i diversi, i deformi. Ci siamo abituati a ridere quando non c'è nulla da ridere. Quando una donna grassa scivola su una buccia di banana. Più raramente il riso è un fatto eversivo, un'i- stanza di vita, non solo quando viene dalla critica sociale, ma anche da istanze « ludiche », gioiosamente piacevoli. Non possiamo più ridere tutti delle stesse cose. Ad es. Dario Fo ed fa ridere di più quando è sottinteso che molti non rideranno deUe sue farse. Nulla è. più esilarante di sentire l''apologia della sensibilità di Chaplin per l'alienazione ( ^ r a i a proprio in quella stampa ^ e si indigna per l'assenteismo o per l'insensibilità ai sacrifici. Chaplin dirà che il gelato di Charlot deve cadere nella scollatura di una ricca e non di una povera donna per far ridere tutti. E in effetti tutti ridono. Ma rideremmo con ben maggiore incontinenza se fossimo certi die alla ricca in platea senza gelato nella scollatura fosse impedito di ristabilire le proprie certezze di classe, anche attraverso il suo riso, che ha più la funzione di rassicurare da una paura potenziale che da una minaccia reale. Che il riso liberatore sia impedito a Spriano e a Moro. Massimo Canevacci I Guru e i Neofiti •« L'essere anarchico è autodisciplina gioiosa e •fi8 dn , poi, il nonno sag- ^ dentro ognuno di noi, sco- spontanea che viene dalgdo (non sono gli anni che nosciuto a noi stessi. De- le stesse fonti dell'essere fanno la normità...) dei ve essere portato fuori, e non contiene conflitti la- « giovani cucdold dell'hindobbiamo portarlo alla èu lenti ma sprigiona soltan- terland », come lui M chiace. Dunque, prima di tut- to armonia. ma, abbia imparato qualto si deve diventare foUi... Questo pensa e insegna cosa. ci si deve sfogare nella Bhagwam Shree Rajneesh A che servano i guru? pazzia. Devi salire sulla e con il libretto a porta- Secondo noi, non a fare vetta, più divieni folle, ta di mano, la sua •tecnica i gurini. Non crediamo che più di'vdeni sano». ^La vera meditativa dinamica (in il messaggio di Mr. Rajsanità mentale è qualco- realtà praticata da samneesh al discepolo Andrea sa die si raggiunge solo pre da tutti d popoli pri- abbia mai inteso essere: dopo aver superato e tra- mitivi attraverso la dan- « Va e 'educa secondo i sceso tutti gli stadi della za rituale) si può diretta- miei precetti tutti i tuoi follia, aver rotto le dighe mente sperimentare, alme- amati rivoluzionari bambidi tabù e imbizioni indotti no nei suoi effetti imme- ni: i giovani autonomi, i dal « •vivere civile » e li- diati. giovani indiani, e quanti berato l'energia primorSugli effetti a lunga di- altri troverai sulla tua diale del pn^rdo essere: stanza invece ci illumina strada, nei parchi, nei cocosì sostiene Bhagwan Andrea Valcarenghi, con vi dell'hinterland o affla Shree Rajneesh, « mae- urna breve frase di ringra- Statale». Ma invece piutstro spirituale » quaran- ziamento che pone in te- tosto: «Liberati del tuo tenne che guida un sta al suo ultimo pam- ego di educatore a tutti ashram nell'India Centra- phlet, Non contate su di i costi, sdogKti nei tuoi le e percorre i campus noi, pubblicato dalla Ar- simili, neHa vita, nella USA per iUustrare te sue cana. realtà che cambia... ». SoBhagwan Shr^ teorie e la sua tecnica di Rajneesh infatti è l'ulti- lo che il discepolo Aniiberazione. Tecniche di li- mo della lunga lista dei drea non i'ha capito. berazione, edito da La Sa- « ringraziati » (un trucco E allora? Nessun guru, lamandra CL. 1.900) rac- per eternarlo nella memonessima tecnica ha sencoglie appunto alcune con- ria del lettore): «Ringraversaaoni e interviste di zio Bhagwan Shree Raj- so se calata dall'alto in Rajneesh: sul significato neesh che mi ha insegna- individui inquinati dai vecdeUe droghe psichedelicbe to la verità più profon- chi schemi intefflettualistisu quello di una sessua- da con le parcàe più sem- d , da leaderismo a tutti 1 costi, dall'ego die non lità Misera, e sc^attutto plici ». Non fa effetto? vuole rinimdare ai proSOI quello della nieditazioEccoli qua, gli effetti pri privilegi, compreso ne dinamica, il metodo psico-fisico praticato dal sulla lunga distanza. Per- quello di farsi credere guru per aiutare 1 suoi di- c^ié siamo d'accordo sul- santo. Mentre se invece scepoli a « liberarsi », a le parole semplici e an- si è disposti ad una auconquistare un rapporto che, perché no, suUe veri- tentica, umile, rivoluziopiù spontaneo e armonio- t à profonde; ma quello naria autocoscienza, i guso con se stessa, gli altri, che non ci risulta è che ru e le tecniche aiutano il piccolo padre-profeta- sì, ma non sono indiàpenla realtà. censore di tutti i movi- sabili. Paola Chiesa In qualche modo alli- menti di casa nostra dal neato a tutte le altre tecniche psicofisiche (come il roJf e il do-in) perché basato sulla stretta interdipendenza esistente fra il corpo e la mente, il meccanismo della disciVEa^iERDI' 30 DICEMBRE plina di Rajneesh è ben preciso: attraversa una RETE 1: "Roma" di Federico Fdlini alle respirazione -vdolenta e 21.35. Film fatto nel '72 è una regressione, pur« caotica » agire sui centrc^I» del poco precedente "Satsrricon", un catri più bassi e poi lasciarpolavoro. 'La "R<Kna" di FelUni corrisponde XJOsi andare alla da'nza scomco alla Roma dei tempi in cui Féfflini ha girato posta, frenetica, rabbioil film, e non corrisponde affatto alla Roma sa che il corpo liberato della primavera '77. esigerà. Fermarsi all'improwiso, per lasciar fluiRETE 2: Alle 17 "Viaggio al centro deUa re all'esterno l'energia Terra" seconda parte: mostri, mari sotterra« sporca » che il corpo nei, la scoperta di Atlantide. Mie 21.50 « I lanha liberato. Lo stadio seciatori di coltelli » commedia ungherese del disguente ed ultimo sarà senso di Miklos Hubay. queUo della pace, di una Programmi TV