-­‐ IL CORANO: TRADUZIONI E MISTIFICAZIONI –
Cari Amici,
l’edizione del Corano patrocinata da “Il Giornale” con il commento di Magdi Cristiano
Allam costituisce di per sé un evento molto significativo e meritevole di attenzione.
Ad essa ho dedicato come qualcuno di voi ricorderà un lungo articolo in Minima
Cardiniana 69 del 29.3.u.s. . Ma in quella sede non avevo purtroppo sottomano una
copia del libro Tradurre, tràdere, tradire, e dovetti limitarmi a ricostruire a memoria la
vicenda. Ne derivarono alcuni errori: principalmente la dimenticanza del fatto che
invitato a discutere da noi il 23 aprile 2005 a Firenze insieme con Magdi Cristiano
Allam non fosse Battista, bensì Vittorio Feltri, che su “Il Giornale” aveva patrocinato
un’edizione del Corano in fascicoli; Battista entrò solo successivamente nella
discussione, con due scritti sul “Corriere della Sera”. Mi scuso sia con Battista, sia
con Feltri, dell’equivoco generato da un mio errore: e rimedio ripubblicando il mio
testo già uscito alcuni giorni fa.
Il quotidiano “Il Giornale” ha riproposto di recente la traduzione del Corano di
Cherubino Mario Guzzetti presentandola come “il Corano spiegato da Magdi Cristiano
Allam” e sottolineando che si tratta di un libro la conoscenza del quale è indispensabile. Il
che è del tutto vero: salvo che può preoccupare il fatto che il Libro Santo finisca nelle mani
di gente che poco o nulla conosce della Bibbia e del Vangelo ma che intende avvicinare il
Corano per ricevere conferma dei suoi pregiudizi sull’Islam. In effetti, la citazione che con
rilievo viene stampata sulla copertina (“Getterò il terrore nel cuore dei miscredenti: colpiteli
tra capo e collo (…) Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi”: sura 8,
at-Tawba/al Barà’a, “La conversione/L’immunità”, 12-17), e soprattutto la frase che si
legge a suggello dell’edizione, sulla quarta di copertina (“Perché l’Islam minaccia
l’Occidente”) rendono perfettamente chiare sia le intenzioni di “curatore” e editore, sia il
livello di onestà intellettuale che ha presieduto all’iniziativa editoriale. Ancora più evidenti
poi, le une e l’altro, quando si leggano queste parole conclusive della Prefazione:
“…se è vero che Allah per i musulmani è dio, non è affatto vero che il dio dei
musulmani coincida con il Dio dei cristiani. Anzi è vero l’opposto, considerando che l’islam
accusa il cristianesimo di idolatria per la fede nella Trinità”.
Ora, se una differente interpretazione teologica conduce alla conclusione – indebita –
secondo la quale saremmo in presenza di due differenti sostanze divine, ne
conseguirebbe analoga differenza tra il Dio veterotestamentario e quello cristiano? Perché
mai tale distanza tra ebrei e cristiani non viene ugualmente sottolineata, magari per
aggiungere che ebrei e musulmani conoscono una medesima sostanza divina? Ma che le
preoccupazioni dei responsabili di questa iniziativa non siano teologiche, anzi nemmeno
religiose o culturali, risulta più chiaramente da un passo successivo:
“Solo leggendo il Corano potremo capire le radici di un’ideologia che legittima l’odio,
la violenza e la morte, che ispira il terrorismo islamico ma anche la dissimulazione
praticata dai ‘musulmani moderati’, perseguendo il comune obiettivo di sottomettere
l’intera umanità all’islam, che è fisiologicamente incompatibile con la nostra civiltà laica e
liberale poiché nega la sacralità della vita di tutti, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà
di scelta”.
L’ambiguità è – auguriamocelo, almeno – del tutto volontaria. Si sta parlando qui del
cosiddetto “fondamentalismo” o “jihadismo”, ideologia politica arbitrariamente ispirata
all’Islam, o dell’Islam vero e proprio, dell’Islam in sé e per sé? Si sta denunziando
un’ideologia collegabile all’Islam o si sta definendo “ideologia” l’Islam stesso? E’ evidente
che la confusione logico-stilistica corrisponde a un voluto “dire-e-non-dire” fatto apposta
per confondere le idee e facilitare gli equivoci. Siamo insomma davanti a una manovra
perversamente menzognera ed etnocentrica, che si traduce in slogans propagandistici e in
banalità denigratorie oltretutto da tempo destituite di qualunque fondamento: come
dimostrano studi che aiutano a correttamente impostare la complessità del problema, quali
Il Corano di Paolo Branca (Il Mulino 2001), Il Corano e la sua interpretazione di Massimo
Campanini (Laterza 2004), Non nominare il nome di Allah invano. ll Corano libro di pace
di Massimo Jevolella (Boroli 2004), Il Corano. Una lettura di Biancamaria Scarcia Amoretti
(Carocci 2009), mentre a proposito dei rapporti testuali si deve consultare Bibbia e
Corano. I testi sacri confrontati di Ugo Bonanate (Bollati Boringhieri 1995. Né può essere
dimenticato Gesù Cristo nascosto nel Corano di Giulio Basetti Sani (Gabrielli 1994).
Due parole merita altresì il diffuso, disonesto, sleale malvezzo dell’estrapolazione:
citando magari anche con esattezza passi isolati di un qualunque documento ed
evitandone sia la corretta contestualizzazione sia la lettura filologicamente critica per
affidarsi viceversa al loro puro valore letterale (aggravato per giunta dagli equivoci della
traduzione) si può far digli quel che si vuole in spregio alla logica e alla verità. Basti
pensare che fine ha fatto troppo spesso il famoso passo evangeli di Matteo, 10, 34 (“Non
sono venuto a portare la pace, ma la spada”); o riferirsi all’agghiacciante finale del
dolcissimo, struggente “salmo dell’esilio” (Salmi, 137/136, 8-9: “Figlia di Babilonia, votata
alla distruzione: - beato chi ti ricambierà quanto hai fatto a noi! – Beato chi prenderà i tuoi
pargoli - e li sbatterà contro la roccia!). E’ noto che molti, fondandosi soprattutto sui libri
“storici”, hanno accusato la Bibbia di essere un “libro di guerra” dimenticando del tutto sia il
magistero della Torah, sia l’altissimo messaggio dei profeti. Si tenga presente che
sarebbe facilissimo, affidandosi al metodo estrapolatorio, dimostrare che la Bibbia è un
libro guerrafondaio e il Mein Kampf un saggio ispirato al pacifismo radicale.
Cito comunque qui di seguito, a proposito della pubblicazione de “Il Giornale”, due
preziose e illuminanti schede di Paolo Branca la competenza del quale al riguardo è
universalmente riconosciuta:
1.
“DIO PERDONA, DARWIN NO
Corano: Magdi Allam lo denigra, non potendo metterlo al bando
(…) Sabato 14 marzo “Il Giornale” ha offerto ai suoi lettori Il Corano "spiegato" da
Magdi Cristiano Allam come allegato di una collana di perle definita pomposamente
"Biblioteca delle libertà".
Ognun sa quanto 'libera' sia la stampa, specie in Italia e in questi tempi di crisi ...
Una spiegazione del Corano potrebbe certamente ambire tuttavia a liberare questo grande
codice dell'umanità non soltanto dall'abuso scriteriato che di alcuni suoi versetti fanno i
tagliagole di turno, ma soprattutto dalla cappa d'intoccabilità che lo sterilizza anche a
svantaggio dei suoi stessi seguaci e dal baratro di supponente ignoranza con cui viene
tirato in ballo ormai praticamente da chiunque.
Ma nulla di ciò troviamo nella quarantina di striminzite e abborracciate pagine della
"spiegazione", seguite dalle 400 della dignitosa traduzione annotata del compianto padre
salesiano Cherubino Mario Guzzetti.
Il "gran comento" si apre facendoci rilevare che nelle 5 preghiere giornaliere, i
musulmani ripetono per ben 17 volte il primo breve capitolo del Corano il cui contenuto
essenziale sarebbe la condanna verso ebrei e cristiani.
Peccato che questa antica sura risalga al primo periodo della predicazione del
Profeta, tutto teso a presentare l'Islam in continuità coi precedenti monoteismi abramitici in
funzione anti-pagana. Approfittare dell'occasione per sconfessarne tale errata e
tendenziosa interpretazione naturalmente non è stato affatto preso in considerazione dal
sagace prefatore che da subito ha cominciato ad allinearsi, per restarvi coerentemente, al
"verbo" dei fondamentalisti.
Del resto, a suo stesso dire, l'Islam "moderato"(qualunque cosa possa intendersi con
questa infelice espressione) non esiste, quindi chi non la pensa come lui e i suoi qualificati
referenti tagliagole non solo non è moderato, non è nemmeno musulmano, ma soprattutto
neppure esiste.
Ne consegue che l'Egitto "laico" di cui ha nostalgia è stato tale per merito di
Bonaparte, del Canale di Suez e - bontà sua - anche del presidente Nasser, ma solo in
qualità di repressore dei Fratelli Musulmani. Sul fatto che questi ultimi ci siano ancora,
mente; sul fatto che il nasserismo (che aspirava all'unità, all'indipendenza e allo sviluppo
del mondo arabo) sia morto e sepolto naturalmente neppure una parola, salvo la
deprecazione della bizzarra ostilità del Rais nei confronti d'Israele.
La stessa mamma dell'autore, pur donna "straordinaria", musulmana "osservante e
assai zelante", avrebbe avuto il solo merito di mandarlo con grande sacrificio alle scuole
cristiane dove però trovava "valori condivisibili", dimostrando una moderazione impossibile
tanto ai suoi tempi, quanto ai nostri in cui tali scuole ancora operano in Egitto, frequentate
soprattutto da musulmani che come lei vengono così derubricati quali capricci del caso ed
eccezioni che confermano la regola, similmente al padre definito con un ossimoro
"musulmano laico"!
Ma torniamo al Corano: in una recente trasmissione televisiva cui ho partecipato
Magdi Cristiano Allam ha candidamente affermato che dovrebbe essere "messo al bando"
(?), ma non potendolo ovviamente neppur immaginare se non tramite una riedizione
elevata all'ennesima potenza del nazionalsocialismo, in queste poche paginette ci si limita
a denigrarlo "in modo pacato e assolutamente oggettivo". Madamine, il catalogo è questo: 1. Allah non l'ha inventato Maometto, ma era il supremo Dio degli arabi anche prima di lui
(come se le nostre chiese non riportassero sulla facciata il classico e pagano D.O.M. che
usualmente indicava Giove).
2. Dice tutto e il contrario di tutto (anche in questo caso contrariamente ad altri testi sacri
che seguirebbero sempre logiche ferree e adamantine).
3. Il suo messaggio sarebbe unicamente la guerra agli infedeli (26 versetti decontestualizzati su oltre 6mila)
4. e l'annientamento di ebrei e cristiani (16 versetti decontestualizzati su oltre 6mila)
5. coi quali sarebbero possibili solo temporanee tregue, ma mai la pace (versetti fuori tema
che parlano solo dei pagani)
6. in un conflitto nel quale Allah stesso e Maometto sono i supremi capi e combattenti
(quanti santi Patriarchi della Bibbia han combattuto al fianco di Dio e degli angeli?)
7. tanto che i due sarebbero 'quasi sullo stesso piano' (islamicamente, una bestemmia).
8. Dopo tanta violenza, un po' di sesso non guasta... e si passa così alle 9 mogli del
Profeta, mente gli altri devono accontentarsi di 4 (che alcuni paesi islamici proibiscano da
decenni la poligamia e che altrove sia quasi scomparsa ovviamente è irrilevante)
9. abbinata ai soprusi di genere invece notoriamente assenti in tutte le altre tradizioni
religiose e soprattutto nella nostra idilliaca società moderna e superiore
10. per finire con la presa in giro di alcune immagini "materialiste" del Paradiso che invece
tutti gli altri avrebbero sempre e solo considerato pura beatitudine spirituale
11. così come la legittimazione della schiavitù parrebbe esclusiva coranica.
12. Sul divieto di rappresentare Maometto gli tocca tuttavia riconoscere che dai tempi
antichi e fino a oggi le cose son spesso andate diversamente , ma che si debba comunque
finire a stragi come quella di Parigi resta un dogma "in modo pacato e assolutamente
oggettivo" indimostrato
13. soprattutto a danno dei giornalisti (Cicero pro domo sua)
14. in un indecente complotto basato soprattutto sulla corruzione.
Mi par giusto fermarmi qui, anche perché i commenti (come le sentenze) non si
commentano, ma soprattutto poiché questo referto autoptico di come può ridursi il
pensiero si commenta da sé.”
2.
“QUANDO IL CORANO E' ASSAI DURO... COI FALSI CREDENTI!
I versetti meno noti al grande pubblico che ne testimoniano l'enorme valore spirituale
ed etico
(…) ci siam dovuti occupare di una presentazione molto discutibile del Testo sacro
dell'Islam. Soggiungiamo che, se davvero fosse solamente un insieme di incitazioni alla
violenza e alla sopraffazione, non si spiegherebbe come mai ne sia sorta una delle
maggiori tradizioni religiose al mondo, all'ombra della cui civiltà anche ebrei e cristiani
hanno potuto contribuire a eccezionali sviluppi in ogni campo del sapere e delle arti.
Soprattutto resterebbe in ombra, non si capisce a vantaggio di chi, l'enorme ruolo
spirituale ed etico che questo Testo ha avuto e mantiene presso una numerosissima
comunità di credenti. Eccone alcuni passi, forse meno noti al grande pubblico rispetto ad
altri, che illustrano bene aspetti essenziali del suo messaggio.
"I servi del Misericordioso son coloro che camminano sulla terra modestamente, e
quando i pagani rivolgon loro la parola rispondono: "Pace!" / Coloro che passan la notte
avanti il Signore prostrati e ritti in piedi. / Coloro che dicono: "Signore! Allontana da noi il
castigo della gehenna, ché il castigo della gehenna è disgrazia lunga, / e la gehenna è
orrendo soggiorno e dimora". / Coloro che, quando danno del loro bene non si mostrano
prodighi né avari, ma tengono il giusto mezzo fra i due. / Coloro che non invocano
assieme a Dio un altro dio, e che non uccidono chi Iddio ha proibito di uccidere altro che
per una giusta causa, che non commettono adulterio. Or colui che tali cose commette
troverà punizione; / sarà raddoppiato a lui il castigo il dì della Resurrezione e vi resterà
umiliato in eterno./ Eccetto chi si pente e crede, e compie opere buone; a questi Iddio
tramuterà le loro opere male in buone, e Dio è indulgente clemente; / e chi si pente e
opera il bene, a Dio si rivolge davvero. / Coloro che non fanno falsa testimonianza, e che,
quando passano accanto a discorsi vani, lo fanno con dignità, / e che quando vengan
predicati loro i Segni dei Signore non s'abbattono sordi e ciechi avanti ad essi / e che
dicono: "Signore! Concedici nelle nostre spose e nella nostra progenie una frescura per gli
occhi e facci modelli pei timorati di Dio!" / Questi saran ricompensati con le Sale Eccelse
del Paradiso per la loro paziente costanza e saranno colà accolti con parole di saluto e di
pace / e vi staranno in eterno: quale sublime soggiorno, sublime dimora! / Di: "Il mio
Signore non si occuperà di voi se voi non Lo pregate. Voi avete tacciato di menzogna
Iddio: verrà presto, e inevitabile, il Castigo!" (25, 63-77). "Il tuo Signore ha decretato che
non adoriate altri che Lui, e che trattiate bene i vostri genitori. Se uno di essi, o ambedue,
raggiungon presso di te la vecchiaia non dir loro: "Uff!", non li rimproverare, ma dì loro
parole di dolcezza. / Inclina davanti a loro mansueto l'ala della sottomissione e dì:
"Signore, abbi pietà di loro, come essi han fatto con me, allevandomi quando ero piccino!"
(6, 32) "In verità i dati a Dio e le date a Dio, i credenti e le credenti, i devoti e le devote, i
sinceri e le sincere, i pazienti e le pazienti, gli umili e le umili, i donatori d'elemosine e le
donatrici, i digiunanti e le digiunanti, i casti e le caste, gli oranti spesso e le oranti, a tutti
Iddio ha preparato perdono e mercede immensa (33, 35). "O voi che credete! Non ridano
alcuni di voi, di altri: può darsi che sian migliori di loro; e non ridano donne di altre donne:
può darsi che siano quelle migliori di loro; e non vi diffamate gli uni con gli altri; e non vi
scagliate appellativi ingiuriosi: brutto è il nome d'empietà dopo quello di fede. E coloro che
non si pentono, quelli sono gli iniqui! / O voi che credete! Evitate molte congetture, ché
alcune sono peccato, e non spiate gli altri, non occupatevi degli affari altrui, e non
mormorate degli altri quando non sono presenti. Piacerebbe forse a qualcuno di voi di
mangiar la carne del vostro fratello morto? No, ché certo la schifereste! Temete dunque
Iddio, ché Iddio è benigno clemente (49, 11-12).
"O voi che credete! Quando v' ingaggiate nella via di Dio, state bene attenti, e non
dite a chi vi porge il saluto di "Pace!", "Tu non sei credente!" per desiderio dei beni effimeri
del mondo. Anzi, presso Dio c'è bottino abbondante. Così voi facevate prima, ma ora Dio
v'ha colmato dei suoi favori. State dunque bene attenti, ché Dio ha buona notizia di quel
che voi fate. / Non sono uguali agli occhi di Dio quelli fra i credenti che se ne restano a
casa ( eccettuati i malati ) e quelli che combattono sulla via di Dio dando i beni e la vita,
poiché Dio ha esaltato d'un grado coloro che combattono sulla via di Dio dando i beni e la
vita, sopra quelli che se ne restano a casa. A tutti Iddio ha promesso il Bene Supremo, ma
ha preferito i combattenti ai non combattenti per una ricompensa immensa, / gradi sublimi
da lui concessi e perdono e misericordia, perché Dio è il perdonatore misericorde. /
Quanto a coloro che gli angeli richiameranno mentre facevan torto a sé stessi,
chiederanno loro: "Qual fu la condizione vostra?" ed essi risponderanno: "Fummo deboli
sulla terra", ma verrà loro risposto: "Non era la terra di Dio vasta abbastanza perché voi
emigraste?" E il loro asilo sarà l' Inferno: qual tristo andare! / Eccettuati saranno i deboli,
uomini, donne, fanciulli che non avran potuto usare espedienti e non saran stati guidati
sulla retta via, / quelli può darsi che Dio li perdoni, perché Egli è il clemente, il pietoso. /
Chiunque s'allontani dai suoi sulla via di Dio troverà sulla terra numerosi luoghi d'asilo e
spazio ampio, e chi esce dalla sua casa andando verso Dio e il Suo Messaggero e lo
coglie la morte, Dio s'impegna a ricompensarlo, ché Dio è pietoso clemente" (4, 94-100).
"E a te abbiam rivelato il Libro secondo Verità, a conferma delle Scritture rivelate
prima, e a loro protezione. Giudica dunque fra loro secondo quel che Dio ha rivelato e non
seguire i loro desideri a preferenza di quella Verità che t'è giunta. A ognuno di voi abbiamo
assegnato una regola e una via, mentre, se Iddio avesse voluto, avrebbe fatto di voi una
Comunità Unica, ma ciò non ha fatto per provarvi in quel che vi ha dato. Gareggiate
dunque nelle opere buone, ché a Dio tutti tornerete, e allora Egli vi informerà di quelle
cose per le quali ora siete in discordia" (5, 48)”.
Fin qui Paolo Branca. A complemento di quanto fin qui detto, e sia per completezza
d’informazione sia per sottolineare come differenti livelli di onestà intellettuale conducano
a differenti risultati, va ricordato un complesso e qualificante episodio accaduto alcuni
anni or sono e che Magdi Cristiano Allam senza dubbio ricorda molto bene.
Nel 2003 uscì l’edizione del Corano pubblicata dalla Newton Compton a cura di
Roberto Hamza Piccardo. Si trattava dell’edizione ufficialmente diffusa dall’Unione delle
Comunità Musulmane d’Italia (UCOII): e mi fu chiesto di scriverne una Prefazione. Risposi
che nel corso di essa io non avrei potuto rinunziare a ribadire la mia fede cattolica, e mi fu
replicato che era proprio questo che interessava i promotori dell’iniziativa. Bisogna al
riguardo tener presente che l’UCOII era considerata simpatizzante “fondamentalista”:
giudicai pertanto uno straordinario segnale di amicizia e di disposizione al dialogo il fatto
che proprio essa sollecitasse la Prefazione di un cattolico osservante (mi chiedo quali e
quante edizioni del Vangelo dispongano di un prefatore musulmano).
L’edizione di Piccardo fu immediatamente fatta oggetto di critiche e di contestazioni:
tra le voci che in questo senso si levarono e le scelte che al riguardo apparvero
significative vanno segnalate una recensione del 23.2.2004 a cura di Magdi Allam su “”Il
Corriere della Sera” e un’iniziativa di Vittorio Feltri che patrocinò su “Il Giornale”, allora da
lui diretto, un’edizione in fascicoli del Corano. Interessammo alla questione l’allora
presidente del Consiglio regionale della Toscana Riccardo Nencini, da sempre sensibile –
da laico rigoroso – alla questione del dialogo tra le fedi: con lui stabilimmo di organizzare
un pubblico dibattito a proposito del problema delle traduzioni del Libro Santo musulmano
e invitammo al confronto sia Allam che Feltri; insieme con loro avrebbero dovuto discutere
specialisti di obiettiva competenza quali Mario Scialoja, Massimo Campanini e appunto
Paolo Branca. Cercammo in tutti i modi di ottenere la presenza di Allam e di Feltri: ma non
fu possibile. L’evento si tenne poi il 23 aprile del 2005 nel palazzo del Consiglio regionale
della Toscana a Firenze, sotto la presidenza dello stesso Nencini – oggi viceministro alle
Opere Pubbliche - e con il contributo di altri studiosi musulmani quali Khaled Fouad Allam
e Mahmoud Salem Elsheikh ma in assenza dei due illustri inviati i quali non ritennero
opportuno farci pervenire a proposito della loro assenza alcuna spiegazione (che, del
resto, non erano tenuti a doverci).
Gli Atti di quella giornata furono pubblicati nel volume Tradurre, tràdere, tradire.
Discutendo una traduzione del Corano, a cura di F. Cardini, Firenze, Consiglio Regionale
della Toscana, 2006, la menzione del quale figura anche in Il Franco Tiratore. Bibliografia
degli scritti di Franco Cardini 1957-2011, a cura di A. Musarra, Rimini, Il Cerchio, 2012, p.
361, n. 0602C, e che è ancor oggi a disposizione degli interessati. Non risulta che né
Allam né Feltri, ai quali va pur il merito di aver avviato con i loro rilievi e contributi questo
ampio dibattito, abbiano mai ritenuto opportuno il commentare quella giornata di studio e i
relativi Atti. Non commento la loro scelta né avanzo a spiegazione di essa alcuna ipotesi.
Mi limito a registrare l’accaduto ribadendo dal canto mio la fiducia nell’opportunità nel
confronto tra opinioni diversi e la convinzione che essa costituisca un insostituibile valore
civico.
In un secondo momento va situato il contributo alla polemica da parte di Pierluigi
Battista, che vi dedicò due brevi scritti: una semplice ma precisa allusione nel corso di un
suo articolo del 21.5. su “Il Corriere della Sera” che si occupava della recensione di un
altro libro recente, e quindi, due giorni dopo, una replica piuttosto asciutta a una lettera
che al riguarda avevo inviato al direttore del “Corriere”, Paolo Mieli: replica che, secondo
gli usi giornalistici, non prevedeva una controreplica. Ma dal canto mio, al fine di
controreplicare – era indispensabile, visti tono, contenuto e qualità della replica -, mi servii
appunto delle pagine di Tradurre, tràdere, tradire, pp. 27-28.
La questione rimase sospesa a quel punto. Sarebbe divertente, oggi, ripubblicare
quel libretto del 2006 aggiornato con quanto si è verificato un decennio più tardi.
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