RASSEGNA STAMPA
di VENERDÌ 20 LUGLIO 2012
La sala operatoria come un Jet. Alla ricerca del “Graal” per la
valutazione del Ssn
Guidare un aereo è come usare il bisturi? Se lo sono chiesto esperti di varia
estrazione convocati da Ignazio Marino. Dal Piano esiti dell’Agenas, agli
indicatori multidimensionali del Ceis. La sfida è rendere pubblici i dati sulle
performance. Ma il problema resta quello dell’invadenza e delle paure della
politica
19 LUG - Piloti e medici. Due professionisti con molti lati in comune. Almeno
né è convinto il comandante Alberto Zamboni che, forte della sua
esperienza pluriennale di pilota di jet di linea, ha studiato molto attentamente
le dinamiche di una sala operatoria mettendole a confronto con la cabina di
pilotaggio di uno moderno aereo di linea. Similitudini nello stress, nella
concentrazione, nella opportunità di continui aggiornamenti e, soprattutto,
nella necessità di sistemi di valutazione specifici, che monitorizzino le
performance e le capacità professionali per tutto l’arco della carriera.
L’occasione di sentirlo mettere a confronto la check list che il pilota scorre
prima della partenza, con l’analoga procedura (o almeno così dovrebbe
essere) che si adotta in una sala operatoria prima di un intervento, ce l’ha
data oggi Ignazio Marino, che ha promosso una giornata seminariale a
Roma proprio sul tema della valutazione dei professionisti e delle loro
performance in sanità.
Un incontro fortemente voluto dal senatore del Pd, che ha chiamato a
raccolta personaggi diversi, uniti però da un minimo comun denominatore:
quello della fissazione per i confronti, per le verifiche, per il merito.
Dal giornalista Sergio Rizzo del Corriere della Sera (quello della Casta, per
intenderci) che puntualmente ci racconta di incongruità e sprechi nella
pubblica amministrazione, ma non solo. A Pietro Ichino, il giuslavorista
controcorrente (almeno fino a poco tempo fa) che ha fatto del merito e della
competizione sana nella PA uno dei punti cardine della sua visione di una
nuova amministrazione della cosa pubblica.
A Federico Spandonaro, del Ceis Tor Vergata, da anni impegnato nella
ricerca di una sorta di “graal” degli indicatori sanitari, in una forma
mutidimensionale capace di coniugare insieme indici diversi (“pere e mele”, li
ha chiamati) come possono essere l’equità, la qualità e l’efficienza. “Perché ha spiegato- la sanità è molto complessa e, rifacendosi all’intervento di
Zamboni, non è esattamente la stessa cosa che guidare un aereo da Roma a
New York”. “Per questo - spiega ancora - non può essere misurata con
indicatori troppo selettivi. Così facendo si rischia di perdere la visione
d’insieme e, ad esempio, si può glorificare un buon risultato nella pratica
clinica, per poi scoprire che quella stessa struttura ha un deficit di bilancio
spaventoso”.
Una complessità che non è sfuggita all’analisi di Carlo Perucci, che gestisce
per conto di Agenas il primo vero programma di valutazione degli esiti del
Ssn, il Piano nazionale esiti, di cui cominciamo a conoscere i dati. “Fino a
poco tempo fa ho sempre creduto nella necessità di gestire questi indicatori
in chiave politicamente corretta, evitando classifiche e pagelle che piacciono
tanto ai media”, esordisce Perucci, “ma oggi comincio a credere che sia
veramente necessario gestire gli indicatori di performance in modo finalmente
accessibile ai cittadini, come già avviene negli Usa, ma anche in Gran
Bretagna e Germania”. Quando avverrà? “Forse a breve - ci ha detto - perché
si sta facendo strada l’idea di aprire un vero e proprio portale web degli
ospedali italiani presso il ministero della Salute, dove sarà indicato tutto sul
singolo reparto ospedaliero”.
Vedremo. Per il momento è lo stesso Ignazio Marino a spingere in questa
direzione, sollecitando il Governo a rompere gli indugi e rendere pubblici
questi dati. “Deve farlo - sottolinea - non solo per rispetto dei cittadini che
hanno diritto a conoscere i risultati di cura degli ospedali, così da scegliere di
andare dove questi sono migliori. Ma anche perché servirà di stimolo al
miglioramento per gli ospedali stessi”. Ma non basta. Per il senatore
democratico, presidente della Commissione d’inchiesta sul Ssn, è tempo di
creare anche in Italia un’agenzia pubblica indipendente di valutazione.
Staccata dal controllo del Governo o delle Regioni, in sostanza un’Agenas
ridisegnata sul tipo di un’Authority indipendente e per farlo Marino ha
presentato un apposito disegno di legge (numero 1954) ma anche, la notizia
è di oggi, un emendamento alla spending review. E sì, "perché dalla
valutazione delle performance non derivano solo miglioramenti nella qualità
ma anche nella spesa. Un sistema che controlla i suoi errori e li corregge
costa meno e certamente usa le risorse in modo più appropriato".
E infatti la spending review è ovviamente d’attualità anche al convengo, “va
bene fare le pulci agli sprechi ma è sbagliato - spiega ancora Marino operare con la logica di tagli lineari come quella adottata per i posti letto
ospedalieri”. E infine il tema dei temi: quello della politica e delle sue
ingerenze. Quando chiediamo a Marino se la politica la smetterà prima o poi
di fare le nomine sanitarie, dal direttore generale al primario, e se le Regioni,
in particolare, rinunceranno a tale potere, Marino sembra non aver dubbi: “La
pressione dell’opinione pubblica su questo terreno è altissima e non scemerà.
Sono certo che avrà la meglio su chi vuole mantenere in piedi la logica per
cui diventi dirigente se mi sei fedele e non perché sei il più bravo”.
E in proposito, un altro esempio di come, alla fine piloti e medici, siano
effettivamente confrontabili. E' Marino a proporcelo: "Il comandante Zamboni
ci ha fatto vedere il libretto di volo che ogni pilota deve compilare dall'inizio
della sua attività, fino all'ultimo giorno di volo. In quel libretto - incalza Marino
- c'è tutta la vita professionale di quel pilota. Perché non lo adottiamo anche
in sanità? Immaginate se di ogni medico potessimo conoscere tutto ciò che
ha fatto dal primo giorno in cui ha preso servizio in ospedale. Quel libretto
diventerebbe il suo biglietto da visita, ma anche un formidabile elemento di
valutazione, trasparente e oggettivo, per i suoi avanzamenti di carriera". Un
altro mondo è possibile? E' certo che in sanità di intreccio tra nomine (e non
solo) e politica se ne parla da sempre, ma fino a d oggi con poco o
pochissimo costrutto.
C.F.
19 luglio 2012
© Riproduzione riservata
20 luglio 2012
Assicurazione per medici, l’obbligo slitta di un anno
L’obbligo di assicurarsi con una polizza per la responsabilità civile slitta di un
anno. L’annuncio arriva da Amami (Associazione medici accusati di
malpractice ingiustamente)
L’obbligo di assicurarsi con una polizza per la responsabilità civile slitta di un
anno. L’annuncio arriva da Amami (Associazione medici accusati di
malpractice ingiustamente), che in una nota sottolinea come, dopo mesi di
battaglia, la Camera dei Deputati abbia approvato un emendamento in cui si
prevede che «l’obbligo è posposto di un anno rispetto alla data di scadenza
prevista (13 agosto 2012), in attesa che il consiglio nazionale dell’Ordine dei
Medici o, in subordine, le associazioni mediche maggiormente
rappresentative negozino le condizioni generali delle polizze in regime di
convenzione». La norma, limitatamente agli iscritti all'Ordine dei Medici,
modifica il Decreto Legge 138 del 13 agosto 2011, che impone a tutti i
professionisti italiani di contrarre una polizza che li assicuri per le eventuali
richieste di risarcimento. Le compagnie, continua la nota di Amami, si stanno
rifiutando di assicurare decine di migliaia di medici, specialmente chirurghi, e
c’era quindi il concretissimo rischio che i camici bianchi, dal 13 agosto in poi,
fossero costretti ad opporre un rifiuto alle richieste di cura o di intervento da
parte dei pazienti.
«Ce l’abbiamo fatta» commenta Maurizio Maggiorotti, presidente
dell’Associazione «Siamo riusciti a far comprendere ai politici più accorti che
l’entrata in vigore della norma avrebbe messo fuori legge migliaia di medici.
Le compagnie non hanno l’obbligo di assicurarci. Abbiamo chiesto alle prime
dieci società italiane del settore di fare una proposta di convenzione per i
nostri 25 mila associati. La risposta è stata il silenzio». «Siamo soddisfatti, ma
l'impegno di Amami continua per garantire a tutti i medici una copertura
assicurativa efficace a costi equi sul modello dell'RC Auto con obbligo delle
compagnie ad assumere il rischio», conclude Maggiorotti.
Spending review. Cgil “basta tagli a salute” lunedì giornata di
mobilitazione nazionale
Iniziative a livello territoriale in tutte le regioni con volantinaggi, presidi, assemblee
pubbliche, raccolta firme, sit-in. La Cgil per lunedì ha organizzato giornata di
protesta contro i pesanti tagli al finanziamento del Ssn e a sostegno delle proposte
presentate a Governo, Regioni e Parlamento
20 LUG - “Invece di operare una seria riorganizzazione della Sanità, e di
colpire gli sprechi, il Governo con il decreto sulla spending review taglia
ancora il finanziamento” è questa l’accusa della Cgil precisando che altri 4,7
miliardi si aggiungeranno agli 8 miliardi di tagli della manovra precedente
(sono oltre 21 i miliardi i tagli che si sono cumulati nel triennio, e sono in
arrivo tre miliardi di nuovi ticket).
“Così - prosegue la Cgil - non si fa una vera 'spending review', cioè una
riqualificazione della spesa inappropriata. Anzi, con i tagli lineari si
compromette il risanamento dei bilanci e si nega il diritto dei cittadini alla
tutela della salute e a ricevere cure di qualità. Spetta al Parlamento ora
discutere il decreto del Governo: insistiamo perché i tagli al finanziamento dei
servizi sanitari vengano scongiurati”.
La Cgil chiede di investire, con risorse adeguate, nel nostro Servizio
Sanitario Nazionale come strumento di “equità sociale e fattore di crescita”,
elementi definiti “indispensabili” anche per affrontare la grave crisi che vive il
nostro Paese. Secondo la Cgil “bisogna selezionare alcune priorità,
necessarie per riqualificare i servizi e la spesa sanitaria ed evitare ancora
ticket. E sostenere in modo mirato i processi di riorganizzazione - assistenza
distrettuale e cure primarie: tutti i giorni h 24, integrazione socio sanitaria, non
autosufficienza - come alternative forti e visibili al solo ricovero ospedaliero (e
per ridurre gli stessi gravi disagi nei servizi di pronto soccorso spesso
sovraffollati). L’obiettivo è quello di garantire ai cittadini, in tutto il territorio
nazionale i Livelli Essenziali di Assistenza (e di qualità): garanzia che deve
pesare quanto quella dell’equilibrio di bilancio. Questo può aprire una nuova
fase per le regioni impegnate nei piani di rientro, passando dalle logiche dei
tagli lineari, dell’inasprimento fiscale e dei ticket, alla riconversione dell’offerta
dei servizi, e quindi della spesa inappropriata, causa principale dei disavanzi
sanitari. Il diritto alla tutela della salute e alle cure per tutti i cittadini senza
distinzioni, tramite il servizio sanitario pubblico e universale, è stata, e lo è
ancora, una grande conquista, da confermare e rinnovare".
20 luglio 2012
© Riproduzione riservata
N. 2079 - Thursday 19 July 2012
Scopelliti: riassetto del sistema sanitario calabrese
(regioni.it) Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha
presentato i dati relativi al riassetto del sistema sanitario.
''Abbiamo dimostrato – afferma Scopelliti - che sul versante dell'azione del
settore sanitario c'e' un'azione partita due anni fa che sta producendo dei
risultati importanti e rappresenta il modello sanitario vincente che noi
abbiamo
immaginato''.
Scopelliti aggiunge: ''e' chiaro che si tratta di un percorso più lungo ma
abbiamo un riconoscimento ed una capacità di coinvolgimento che ci
consente di immaginare che questo sarà sicuramente un altro grande
risultato che la Calabria potrà ottenere. Oggi - ha aggiunto - si migliora la
qualità
del
servizio''.
Si rileva una riduzione della mobilità passiva ospedaliera (cioè la cosiddetta
migrazione sanitaria) che rispetto al 2009 nel 2011 ha ottenuto un
decremento del 3%, passando dalle 65.738 del 2009 alle 63.571 del 2011.
''Ciò - ha sottolineato Scopelliti - significa che vi e' una fiducia da parte del
cittadino
nei
confronti
della
sanità
calabrese''.
Tra i punti centrali della riorganizzazione del servizio sanitario regionale
anche la diminuzione dei parti cesarei, il cui obiettivo nel 2012 e' quello di
ottenere il 35% (che e' l'attuale media in Italia). ''Siamo riusciti a ridurre
drasticamente questo dato'', ha detto Scopelliti, facendo riferimento ai dati del
2008 secondo i quali in Calabria il tasso dei parti cesarei si assestava al
49,7%
per
raggiungere
nel
2011
il
38.8%.
In Calabria vi era una ''presenza diffusa sul territorio di ospedali di piccole
dimensioni e insicuri sotto il profilo del rischio clinico; presenza di case di cura
di piccole dimensioni e con carattere generalista; nessuna integrazione della
rete ospedaliera con la rete di assistenza territoriale; rete dell'emergenza
limitata
all'assistenza
ospedaliera'.
Tutto ciò avrebbe comportato come conseguenza una ''inappropriatezza dei
ricoveri con conseguente bassa qualità, eccessivo numero di ricoveri medici
in ospedale (a fronte di pochi interventi chirurgici); alto tasso di
ospedalizzazione in carenza di risposte assistenziali alternative; elevato tasso
di
fuga
(migrazione
sanitaria)''.
La Calabria nel 2010 ha definito l'assetto delle reti ospedaliera, emergenza
urgenza e territoriale dando l'avvio alla riqualificazione della rete ospedaliera
pubblica e privata che ''si basa sui principi dell'appropriatezza organizzativa
clinica e sull'efficienza con l'obiettivo della riduzione delle giornate di degenza
in
eccesso
rispetto
al
fabbisogno''.
''Questo - ha aggiunto Scopelliti - sarà portato al tavolo Massicci per la
riorganizzazione del servizio sanitario regionale. Bisognerà, comunque,
capire cosa accadrà nelle altre regioni, però sono molto fiducioso perché
stiamo lavorando bene e questo lavoro lo porteremo al confronto sul tavolo
Massicci con la speranza di ottenere quel riconoscimento necessario che ci
consentirà di andare avanti con più slancio e più coraggio soprattutto
dimostrando ai cittadini calabresi che la strada che abbiamo intrapreso con
grande coraggio e' la strada che porterà nuove risorse nel territorio e nuovi
investimenti e che sarà una sanità efficiente che risponderà alle aspettative e
ai bisogni dei cittadini''.
Scarica

rassegna stampa - IPASVI