DOMANDE E RISPOSTE SULLA RADIOTERAPIA AIMaC Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano AIMaC ringrazia la Prof. Patrizia Olmi - Direttore della Radioterapia - Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano – autore del testo di questo libretto. Questa pubblicazione è stata realizzata nell’ambito del Progetto “L’informazione e il sostegno psicologico ai malati oncologici e alle loro famiglie” in collaborazione con l’Istituto Nazionale Tumori di Milano grazie al sostegno del Ministero della Salute. DOMANDE E RISPOSTE SULLA RADIOTERAPIA Per saperne di più Dedicato a tutti coloro che devono effettuare la radioterapia 1. CHE COS’È LA RADIOTERAPIA ? La radioterapia rappresenta una delle possibili cure per guarire da un tumore o per attenuare l’intensità dei sintomi che esso causa. Essa utilizza radiazioni ionizzanti di elevata energia, che possono essere prodotte da sostanze radioattive o da macchine. Le radiazioni distruggono le cellule tumorali e riducono le dimensioni del tumore. fino alla sua scomparsa. Circa la metà dei malati è trattata con la radioterapia. Per quanto riguarda la denominazione, radioterapia, trattamento radioterapico, terapia radiante sono sinonimi; talvolta si possono usare termini che specificano il tipo di radioterapia (terapia con raggi X, cobaltoterapia, terapia con acceleratore lineare, terapia con elettroni, terapia con particelle pesanti, protonterapia, brachiterapia). In tempi più recenti l'associazione della radioterapia alla chirurgia e alla chemioterapia ha reso possibile ottenere un'alta percentuale di guarigioni, riuscendo anche a preservare del tutto (quando associata alla chemioterapia) o in parte (con un intervento meno mutilante) l’organo interessato dalla malattia (mammella, laringe, colon e retto, arti superiori e inferiori ecc.). Nei casi in cui ciò non sia possibile perché la malattia è troppo estesa, la radioterapia può servire per attenuare un sintomo quale il dolore o il sanguinamento, o per ridurre una grossa massa tumorale al fine di migliorare la qualità di vita del paziente. Per riuscire a distruggere le cellule tumorali, le radiazioni, a volte, possono danneggiare anche le cellule sane e causare alcuni disturbi che i medici chiamano effetti collaterali, che sono conseguenze non desiderate, talvolta inevitabili in un trattamento radioterapico. La moderna radioterapia ha, in gran parte, attenuato gli effetti collaterali del trattamento. 2. COME SI ESEGUE LA RADIOTERAPIA ? Le radiazioni ionizzanti utilizzate per la radioterapia sono erogate da macchine che hanno nomi diversi. Quelle attualmente più utilizzate nei vari centri di radioterapia sono l’acceleratore lineare e le macchine per la cobaltoterapia. Mentre queste ultime utilizzano fasci di radiazioni prodotte da una sostanza radioattiva chiamata cobalto 60, l’acceleratore lineare utilizza fasci di radiazioni X di varia energia o fasci di elettroni. Macchine più sofisticate, come i ciclotroni e i ciclosincrotroni utilizzati per l’adroterapia, possono emettere fasci di particelle, quali i protoni, i neutroni e altre particelle pesanti, ma ad oggi sono limitate a pochi centri nel mondo. Gli acceleratori lineari e la cobaltoterapia sono impiegati nella cosiddetta radioterapia esterna. Il trattamento radioterapico può essere effettuato anche collocando la sorgente radioattiva a diretto contatto con il tumore, in una zona raggiungibile facilmente dall'esterno (bocca, esofago, canale anale, utero, prostata, cute e sottocute), oppure in una zona resa accessibile mediante operazione chirurgica. In questo caso si parla di brachiterapia o curieterapia. Negli ultimi anni la radioterapia ha avuto una grande evoluzione tecnologica, soprattutto grazie all’applicazione delle conoscenze e delle tecnologie informatiche per cui si può parlare oggi di moderna radioterapia. Di questa fanno parte le tecniche descritte di seguito. Contrariamente a quanto spesso si afferma, una tecnica non è migliore dell’altra e non assicura di per sé maggiori possibilità di cura. L’importante è scegliere la tecnica migliore per il singolo paziente, cercando di distribuire in maniera omogenea la dose su tutto il volume tumorale e al tempo stesso salvaguardando quanto più possibile i tessuti sani circostanti a - La radioterapia conformazionale tridimensionale Il fascio di radiazioni è conformato con dispositivi automatici o costruiti manualmente per seguire i contorni della lesione da irradiare, in modo da ben delimitare il tumore o il letto tumorale, se vi è stato un intervento chirurgico, rispetto ai tessuti sani circostanti. Per questo motivo, prima di iniziare il trattamento, si eseguirà una TC, collocando il paziente esattamente nella posizione che terrà durante le sedute terapeutiche. Le immagini rilevate dalla TC serviranno per delimitare il volume da irradiare. b - La radioterapia stereotassica È una tecnica particolare che focalizza le radiazioni ionizzanti nel volume da irradiare con un’alta precisione e si adatta bene a piccoli volumi. Si esegue con un acceleratore lineare dotato di collimatore con lamelle mobili. Inizialmente applicata solo all’encefalo, attualmente si usa per tutte le sedi corporee che abbiano determinate caratteristiche. Nel caso di irradiazione della testa, questa è immobilizzata con una maschera e la centratura si esegue mediante un apposito casco, denominato casco di Leksell, che sarà posto intorno alla testa del paziente senza dare il minimo fastidio. Se la radioterapia interessa altre parti del corpo, si possono utilizzare altri sistemi di immobilizzazione (maschera termoplastica, cuscini ex vacuum, scatole con schiume poliuretaniche), mentre la centratura richiede appositi dispositivi per questi distretti. La radioterapia stereotassica si esegue oggi per lo più con archi dinamici. c - La radiochirurgia con Gamma Knife Il termine indica una particolare tecnica con un dispositivo dedicato (casco), che si fissa alla testa ed è dotato di tante piccole sorgenti di cobalto allo scopo di irradiare piccole lesioni cerebrali anche non tumorali in una unica seduta. d - Il CyberKnife È un acceleratore lineare con un braccio robotizzato cui si uniscono movimenti del lettino con particolari centratori, che permettono di centrare con grande accuratezza il volume da irradiare. e - La radioterapia ad intensità modulata del fascio È una tecnica molto particolare e sofisticata adatta a irradiare lesioni dai contorni molto irregolari. Permette un risparmio maggiore di organi vicini. È molto complessa e indicata in casi selezionati. f - La radioterapia intraoperatoria È una tecnica con la quale un particolare acceleratore lineare dedicato, posto in sala operatoria, eroga un fascio di elettroni direttamente nel letto tumorale dopo che il tumore è stato rimosso dal chirurgo. La radioterapia consta di un’unica seduta. 3. CHI LAVORA NEL CENTRO DI RADIOTERAPIA ? Il trattamento radioterapico è reso possibile grazie alla stretta collaborazione tra un’équipe di operatori sanitari, che comprende: − l’oncologo radioterapista, il medico che oltre ad avere conoscenze generali sulla storia naturale dei tumori, sulla loro sintomatologia e sulla terapia oncologica, ha una conoscenza approfondita dell'uso terapeutico delle radiazioni ionizzanti. Ha la responsabilità finale della scelta del trattamento più idoneo per il singolo paziente; - il fisico medico, che ha la responsabilità degli apparecchi dal punto di vista del loro funzionamento e sicurezza ed elabora varie soluzioni tecniche per il singolo trattamento, che poi condivide con l’oncologo radioterapista; - il tecnico di radiologia, che ha una preparazione generale di radiologia, ma che può essere dedicato esclusivamente alla radioterapia. A lui competono diverse funzioni: sarà lui a sottoporre il paziente, di giorno in giorno, al trattamento, dopo averlo posizionato correttamente sul lettino, sempre nella stessa posizione, salvo cambiamenti effettuati per iniziativa del medico; provvede, inoltre, sotto guida del medico, anche a tutte quelle operazioni di tipo radiologico (con macchine particolari per fare radiografie chiamate simulatori o con apparecchi di tomografia computerizzata) che servono per localizzare la parte del corpo da irradiare; coadiuva il fisico nella preparazione dosimetrica del piano di trattamento radioterapico; fabbrica schermi in speciali leghe metalliche, supporti per l'immobilizzazione e altri congegni che hanno lo scopo di rendere il trattamento radioterapico più facilmente riproducibile e ottimale per il tipo di sede che deve essere irradiata. Ogni centro di radioterapia è dotato, in genere, di una piccola officina, usata a questo scopo; − l'infermiere, che ha una specifica preparazione e conoscenza della radioterapia e dei suoi effetti collaterali. 4. CHE COSA SUCCEDE QUANDO IL PAZIENTE SI PRESENTA AL CENTRO DI RADIOTERAPIA ? Quando il paziente si presenta presso il centro di radioterapia, prima di tutto si raccolgono informazioni sulla sua storia clinica. Poi, dopo una visita accurata, si valutano i referti degli esami effettuati e, se necessario, ne saranno richiesti altri per meglio stabilire l'estensione della malattia. Quindi il radioterapista decide il tipo di trattamento che deve essere messo in atto, valutando le varie possibilità tecniche, per irradiare la zona dove ha o ha avuto sede la neoplasia. Se il caso lo richiede, condivide la scelta terapeutica con il chirurgo e con l’oncologo. Oggi la decisione multidisciplinare assicura al paziente una cura qualitativamente migliore. 5. A CHE COSA SERVE IL CENTRAGGIO ? Prima di effettuare il trattamento vero e proprio, è necessario eseguire delle operazioni di immobilizzazione della parte del corpo da irradiare attraverso maschere termoplastiche, poggiatesta, piani inclinati, poggiapiedi, ecc. I sistemi di immobilizzazione differiscono paziente da paziente. Poi si esegue una TC nella posizione che il paziente terrà per tutta la seduta di trattamento vero e proprio. Le operazioni di centratura possono anche avvalersi di un apparecchio chiamato simulatore che funziona come una macchina per radiografie, che può simulare tutte le posizioni di una macchina da radioterapia. La TCè, comunque, indispensabile per la radioterapia con tecniche più sofisticate. Queste metodiche aiutano il radioterapista a localizzare su tutte le immagini ottenute dalla TC il tumore, o comunque la sede da irradiare, e gli organi circostanti che devono essere risparmiati; poi, insieme al fisico, decide attraverso quali e quante porte di ingresso il fascio di radiazioni deve entrare per irradiare il volume stabilito. Oggi è possibile valutare quale dose riceve un organo o una parte di esso, in modo da prevenire al massimo gli effetti collaterali della radioterapia. Sulla cute si eseguiranno dei piccoli tatuaggi con ago e inchiostro di china allo scopo di poter sempre ricostruire,se necessario, il volume irradiato. 6. IN CHE COSA CONSISTONO LE SEDUTE DI RADIOTERAPIA? Per eseguire la radioterapia il paziente sarà fatto entrare nella stanza di trattamento, dove è collocata la macchina prescelta, quindi sarà posizionato sul lettino, nella stessa posizione utilizzata per la centratura. Sarà quindi lasciato solo nella stanza, sotto l'attenta sorveglianza dei tecnici addetti alla radioterapia, che lo seguono mediante l'uso di telecamere e con i quali potrà comunicare tramite un interfono. Il trattamento può essere interrotto in qualsiasi momento, se ciò si rende necessario. Durante le prime sedute di trattamento, e talvolta anche durante tutto il periodo, si effettueranno saltuariamente delle verifiche su pellicola o su carta, per confermare l’esatta esecuzione del trattamento vero proprio. La dose complessiva si decide in base alla caratteristiche della neoplasia e si somministra una volta al giorno per cinque giorni alla settimana, per un certo numero di settimane, in modo che si possano distruggere tutte le cellule tumorali. Il trattamento radioterapico può anche essere effettuato più volte al giorno: in questo caso si definisce frazionamento alterato. Lo scopo è di ottenere un maggior controllo locale della malattia. Talvolta il trattamento può essere effettuato in una, due o tre sedute alla settimana, con dosi per singolo trattamento un po' più alte di quello effettuato su base giornaliera. Ciò serve, in genere, per ottenere l'attenuazione o la scomparsa di un sintomo senza costringere il paziente a recarsi ogni giorno presso il centro di radioterapia. In questi casi il sintomo potrebbe scomparire anche qualche tempo dopo la conclusione del trattamento (7-10 giorni). La radioterapia esterna non rende in alcun modo alcuna parte del corpo radioattiva e una volta conclusa la seduta di radioterapia non ci sono problemi ad avere contatti con altre persone. 7. CHE COSA SUCCEDE DURANTE O SUBITO DOPO LA RADIOTERAPIA ? Durante il trattamento il paziente sarà sottoposto a controlli periodici allo scopo di verificare sia gli effetti delle radiazioni sul tumore sia gli eventuali effetti indesiderati. Il trattamento, lungo il suo corso, può essere modificato per ridurre progressivamente la dose di irradiazione sugli organi vicini al tumore mentre tutta la dose terapeutica è erogata sulla zona da curare. Ogni paziente ha una propria reazione al trattamento radioterapico, sia da un punto di vista psichico che fisico. È molto importante che il paziente sia motivato a sottoporsi alle cure consigliate, di cui deve conoscere sia gli effetti positivi che quelli indesiderati. Ogni incertezza deve essere chiarita con il medico, in modo da limitare al massimo ‘l'ignoto’ che è sempre fonte di disagio, se non addirittura di paura. Sarà il paziente a giudicare se potrà continuare l‘attività lavorativa, durante il trattamento, ovviamente compatibilmente con il tipo di lavoro e con le proprie condizioni generali. II paziente dovrà riposare o dormire per quanto ne avvertirà la necessità. Dovrà nutrirsi al meglio seguendo una dieta bilanciata e cercando di prevenire la perdita di peso. Tutte le cure antitumorali, e quindi anche il trattamento radioterapico, possono far sentire il paziente depresso, frustrato, arrabbiato; un rimedio può essere costituito dal condurre una vita che sia più vicina possibile alle proprie abitudini lavorative, affettive, di svago. Eventuali attività sportive dovranno essere concordate con il medico. Nel caso il paziente ritenga di aver bisogno di un supporto psicologico potrà rivolgersi al radioterapista per un consiglio o direttamente al servizio di psicooncologia. A seconda della zona del corpo irradiata, il paziente potrà avvertire alcuni disturbi che possono essere prevenuti e curati. Potrà rivolgere domande specifiche al medico che lo segue durante la radioterapia. 8. QUALI EFFETTI PUÒ CAUSARE LA RADIOTERAPIA? • sulla pelle della zona irradiata Durante il trattamento radioterapico esterno la pelle della zona irradiata può subire delle alterazioni. In un primo tempo si arrossa e diviene più secca. Può talvolta ‘rompersi’ in qualche punto e trasudare: questo può avvenire soprattutto nelle pieghe cutanee (ascella, solco sottomammario, inguine) e in particolare se il trattamento è effettuato nel periodo estivo. In questa fase è importante indossare indumenti morbidi, evitando indumenti troppo aderenti o che procurino attrito cutaneo nei punti delicati inclusi nel campo di trattamento. Nel caso si dovesse fare uso di cerotti, si consiglia il tipo anallergico o di carta, applicandoli possibilmente al di fuori dell'area irradiata. È opportuno lavarsi con acqua tiepida e sapone neutro e asciugarsi delicatamente, senza strofinare l'asciugamano con troppa energia. Sono anche da evitare impacchi caldi o freddi, se non suggeriti dal medico, come anche lozioni, creme, polveri cosmetiche e altro sulla zona irradiata. L'esposizione prolungata al sole durante il trattamento è da evitare, specialmente se la cute è arrossata. La pelle può assumere un colore bruno che si può protrarre nel tempo. • su capelli e peli La perdita dei capelli durante il trattamento radioterapico si ha solo nel caso in cui una parte o tutto il cuoio capelluto sia compreso nel campo di trattamento. La ricrescita in tali zone dipende dalla dose che i bulbi piliferi hanno ricevuto. Ciò vale anche per i peli in altre zone del corpo. Per gli uomini, nel caso di un trattamento radioterapico che comprenda la pelle del volto, si raccomanda di radersi con la massima delicatezza. È preferibile l’uso del rasoio elettrico. Per le donne si sconsiglia la depilazione dell'area irradiata. Per ulteriori informazioni sulla caduta dei capelli si consiglia la lettura del libretto La caduta dei capelli, che fa parte della Collana del Girasole di AIMaC. • sull’'encefalo La radioterapia sul cervello può provocare mal di testa, nausea, vomito e talvolta un peggioramento transitorio dei sintomi già presenti. Una terapia cortisonica può mitigare o annullare questi sintomi. • sulle mucose della bocca e della gola Così come la pelle della zona irradiata subisce dei cambiamenti, anche le mucose della bocca e della gola possono subire alterazioni e irritarsi, con conseguenti difficoltà di masticazione. L’irradiazione delle aree della bocca in cui sono presenti le papille gustative può avere come conseguenza alterazioni del gusto. Il paziente sentirà sapori amari o metallici e avrà repulsione per i cibi salati o per quelli dolci. Questo disturbo di solito compare durante il trattamento radioterapico e permane per un periodo da 6 a 10 settimane dopo la fine del trattamento prima che il gusto si normalizzi. L'infiammazione della bocca conseguente al trattamento radioterapico in questa sede consiglia anche di ricorrere a cibi teneri, adeguatamente idratati e conditi, in modo da facilitarne la deglutizione. Da evitare i cibi irritanti quali agrumi (arancia, pompelmo, limone), cibi speziati o molto salati. Nella gola vi sono la faringe e la laringe, che possono reagire alla radioterapia sia manifestando difficoltà ad ingoiare, sia con un abbassamento della voce. Per ulteriori consigli pratici sull’alimentazione per i malati di cancro si consiglia la lettura del libretto La dieta e il malato di cancro, che fa parte della Collana del Girasole di AIMaC. • sulla saliva Alla fine del trattamento radioterapico, se le ghiandole salivari maggiori (le parotidi) sono state incluse nel campo di trattamento fino ad una certa dose (superiore a 25-30 Gy), la quantità della saliva diviene scarsa, con conseguente difficoltà di masticazione e deglutizione del cibo. La scarsità della saliva e la sua alterazione di consistenza possono permanere a lungo dopo la fine del trattamento radioterapico, anche per sempre. Si consiglia, pertanto, di sciacquare frequentemente la bocca, soprattutto dopo ogni pasto, per detergere le mucose e i denti. Masticare una gomma, preferibilmente priva di zucchero, può stimolare la produzione di saliva. Devono essere evitati cibi che richiedono una masticazione intensa, cioè tutti quelli privi di contenuto acquoso. Il cambio di dieta può comportare una perdita di peso che può essere compensata con cibi ipercalorici. Una particolare cura deve essere dedicata alla pulizia dei denti, che non sono più protetti da una salivazione normale: aumenta il pericolo di carie e la presenza di tartaro. Si consiglia una pulizia periodica dal proprio dentista, l'uso frequente di dentifrici al fluoro e del filo interdentale, la pulizia con idropulsore con soluzione di bicarbonato di sodio, sciacqui frequenti, specie dopo i pasti, con infusi alla camomilla o alla malva, che hanno un potere sfiammante e rinfrescante. • sulla mammella I disturbi dovuti al trattamento in questa sede sono di solito modesti e sono legati all'eventuale arrossamento della pelle. I punti più delicati sono costituiti dall'areola mammaria, dal capezzolo e dal solco sottomammario, specialmente per seni di grosse dimensioni. Si consiglia di ridurre al minimo l’uso del reggiseno, indossando solo magliette di cotone larghe e soffici. Il reggiseno, se usato, non deve avere sostegni metallici e deve comunque essere confortevole. Se la pelle in qualche punto dovesse rompersi il medico consiglierà i rimedi opportuni. • sul polmone II trattamento può interessare anche zone piuttosto estese e ciò può causare una stanchezza marcata. Verso la fine del trattamento possono verificarsi disturbi legati all’infiammazione dell'esofago con conseguente difficoltà di deglutizione e dolore al passaggio del cibo. Anche la nausea e, più raramente, il vomito possono essere presenti, ed in tali casi può essere importante l'assunzione di farmaci in grado di mitigare questi sintomi. Dopo 10-15 settimane dalla fine della radioterapia possono comparire tosse e difficoltà respiratoria, che richiedono l'intervento del medico e che possono essere legate ad un’infiammazione del polmone compreso nell’area irradiata. Tali sintomi si attenuano con cure mediche e scompaiono, in genere, entro 2-4 settimane. • sull’addome Nell'addome sono localizzati vari organi molto sensibili alle radiazioni, che, se compresi nell'area di trattamento, reagiscono secondo le loro peculiari funzionalità. Se il campo di irradiazione comprende una porzione piccola o grande dello stomaco, la nausea e il vomito possono divenire un sintomo comune. Per limitare la nausea si consiglia di evitare i cibi per i quali è avvertito disgusto, mentre il medico valuterà un’adeguata terapia di supporto. Se compare vomito, è opportuno consumare pasti piccoli e frequenti e bere molto per evitare la disidratazione, se il vomito è stato particolarmente abbondante. Anche in questi casi deve essere valutata un’adeguata terapia di supporto con farmaci specifici detti antiemetici. La diarrea può insorgere quando l'intestino è compreso nel campo di trattamento. In tali casi, oltre alle medicine appropriate, può essere utile una dieta di almeno 1,5 litri di liquidi al giorno, piccoli pasti ricchi di proteine, sali minerali, sodio e potassio, ma poveri di fibre. Sono, pertanto, da evitare legumi, frutta cotta e cruda, verdure. Se il campo di irradiazione comprende l’addome inferiore, i disturbi sono legati ad organi quali la vescica, il retto e l’ano. La vescica può reagire con uno stato di infiammazione di diversa entità, che può manifestarsi con bruciore ad urinare o addirittura sangue nelle urine. Il retto e l’ano, le porzioni più basse dell’intestino, s’infiammano causando bruciore, sanguinamento e comparsa di emorroidi. Per ulteriori consigli pratici sull’alimentazione per i malati di cancro si consiglia la lettura del libretto La dieta e il malato di cancro, che fa parte della Collana del Girasole di AIMaC. 9. CHE COSA SUCCEDE ALLA CONCLUSIONE DELLA RADIOTERAPIA ? Dopo la fine della radioterapia, se il paziente ha concluso tutto il trattamento oncologico, entrerà nella fase dei controlli periodici, che potranno essere effettuati presso il centro radioterapico medesimo o presso altro centro. È importante che le visite avvengano con continuità, poiché servono sia per tenere sotto controllo gli eventuali effetti indesiderati conseguenti alla radioterapia e quindi a curarli in tempo, sia per scoprire un’eventuale ricomparsa della malattia per la quale il paziente è già stato curato, o l’insorgenza di nuovi tumori. La continuità delle visite e la consapevolezza aiutano a accorgersi se ‘qualcosa non va’ quando ancora si è agli stadi iniziali e ciò rende possibile un’ulteriore cura. Durante le visite di controllo potranno essere richiesti esami del sangue e radiografie o esami quali la TC o la RM (risonanza magnetica), soprattutto se la malattia è localizzata in sedi inaccessibili ad un esame dall'esterno. I controlli sono di solito più frequenti nei primi anni successivi al trattamento e si diradano nel tempo. 10. È TUTTO CHIARO ? Gli elementi che sono stati forniti sul trattamento radioterapico e l’illustrazione dei disturbi che da questo possono essere causati sono solo un piccolo contributo per cercare di rendere più chiara e accettabile una cura che ancora oggi è poco conosciuta. Il paziente potrà rivolgersi al centro presso cui si cura e chiedere tutte le spiegazioni desiderate, sia sul proprio stato di salute che sulla radioterapia e sui suoi effetti Il paziente ha diritto a essere informato su ogni decisione diagnostica e curativa che lo riguarda in modo che possa prendere parte attiva al trattamento. La radioterapia non deve indurre timori nel paziente che deve sottoporvisi, ma egli deve essere consapevole che tale cura, da sola o unita alle altre cure oncologiche, può guarire definitivamente dalla malattia tumorale. PICCOLO GLOSSARIO COMPRENDERE MEGLIO PER Acceleratore lineare: macchina costruita per generare radiazioni ionizzanti di alta energia. Adroterapia: radioterapia eseguita con particelle pesanti (protoni, pioni, neutroni). Alopecia: perdita di capelli. Antiemetici: medicine che prevengono o mitigano la nausea o il vomito. Biopsia: prelievo di un frammento di tessuto da esaminare al microscopio per stabilire la natura delle cellule presenti. Brachiterapia: radioterapia con sorgenti radioattive collocate vicino o all'interno del tumore. Campo di trattamento: porzione di superficie corporea attraverso la quale penetra nel corpo il fascio di radiazioni ionizzanti. Cancro: è un termine generico che indica circa 100 malattie tumorali, la cui caratteristica comune è quella di una crescita di cellule anomali che si sostituiscono a tessuti sani. Chemioterapia: terapia antitumorale con farmaci. Cobalto 60: sostanza radioattiva usata come sorgente di radiazioni ionizzanti, in genere posta all'interno di una macchina. Conformazionale tridimensionale: tecnica della moderna radioterapia capace di delimitare meglio la dose al volume da irradiare. Dose di radioterapia: è la dose ritenuta idonea per curare quel determinato tipo di tumore; può essere quella erogata in totale o nelle singole sedute. Ecografia: metodica di indagine diagnostica che converte in echi le rifrazioni degli ultrasuoni, onde sonore ad alta frequenza, sui tessuti e organi interni, elaborandoli poi in immagini tramite un computer. Le riflessioni formano un’immagine dei tessuti corporei che si definisce sonogramma. Effetti collaterali: effetti non desiderati che accompagnano qualsiasi cura e che in relazione alla radioterapia variano a seconda dei tessuti e organi che sono inclusi nel volume di trattamento. Elettroni: particelle che, opportunamente accelerate (in macchine chiamate acceleratori lineari), possono essere utilizzate in radioterapia. Frazionamento: suddivisione della dose totale di radioterapia in frazioni in genere giornaliere, talvolta bi-trigiornaliere, talvolta bi-trisettimanali. Intensità modulata del fascio (IMRT): tecnica della moderna radioterapia complessa e adatta a volumi molto irregolari. Intraoperatoria (IORT): speciale tecnica di radioterapia che si esegue sul letto operatorio subito dopo l’asportazione del tumore. Metastasi: diffusione del tumore dalla sede di origine ad altre parti del corpo. Oncologo: medico specializzato nella cura dei tumori. si distinguono l'oncologo radioterapista, l'oncologo chirurgo e l'oncologo medico. Radioterapia: forma di terapia antitumorale che utilizza le radiazioni ionizzanti. Risonanza magnetica (RM): metodica di indagine e macchinario che serve per valutare organi e tessuti. Non utilizza radiazioni ionizzanti. Stereotassi: tecnica speciale della moderna radioterapia eseguibile con opportuna strumentazione. Tomografia computerizzata (TC): metodica di indagine radiologica e macchinario che serve per valutare organi e tessuti del corpo. Utilizza radiazioni ionizzanti. Tumore benigno: crescita di cellule anomale che non invadono altre parti del corpo. Tumore maligno: crescita di cellule anomale che possono invadere altre parti del corpo oltre alla sede di origine.