Forum multi professionale Università Politecnica delle Marche Ancona 8 aprile 2015 I livelli essenziali di assistenza Assistenza Sanitaria Collettiva Giuliano Tagliavento Agenzia Regionale Sanitaria – Regione Marche L’inizio di un nuovo percorso per la prevenzione: L.833/78 Art. 19 • assicurare ai cittadini i tre livelli di intervento per la salute: prevenzione, cura, riabilitazione • Assicurare ai cittadini i tre livelli di assistenza in modo uniforme in tutto il territorio I tre modelli storici della prevenzione: • Modello piramidale della sanità pubblica igienistico/certificativo medico legale • Modello piramidale veterinario integrato successivamente dalle direttive europee • Modello partecipativo territoriale della prevenzione nei luoghi di lavoro integrato successivamente dalle direttive europee La prima organizzazione post 833 • Nella maggioranza delle regioni, compresa la nostra, nei primi PP.SS.RR. non veniva colta la più importante novità della 833 e dei tempi, ovvero il passaggio al SSN della prevenzione nei luoghi di lavoro in precedenza affidata alle strutture periferiche del Ministero del Lavoro • Il ministero della sanità non adeguava (e non adeguerà mai sino ad oggi in modo adeguato) la sua organizzazione a questa nuova richiesta di impegno • Il modello proposto era quello nazionale consolidato piramidale basato sulle due professionalità storiche: medico igienistica e medico veterinaria (….…il I ed il II servizio delle nostre prime 24 USL del I° PSR del 1982) La seconda organizzazione post 833: i Dipartimenti di Prevenzione • I DD.LLgs 502/92, 517/93, 229/99 istituiscono i Dipartimenti di Prevenzione e forniscono indicazioni organizzative (1 direzione di dipartimento ed almeno 6 servizi) • Nelle Marche la L.R. 26/96, la DGR 528/97 ed il PSR ’98/2000, delineano le modalità per la prima attuazione nella nostra regione • La L.R. 13/2003 che istituisce l’ASUR e le successive DGR 54/2004 ed 866/94 forniscono indicazioni per l’evoluzione organizzativa, l’adeguamento del metodo di lavoro e della mission Problemi storici accentuati negli ultimi anni come conseguenza delle difficoltà economiche dell’Italia • Difficoltà delle Direzioni Aziendali nel riconoscere un ruolo efficace dei Dipartimenti di Prevenzione nell’ambito degli obiettivi del SSR • Insufficiente finanziamento (monitoraggio LEA accordo 8/8/01): - Italia: valore medio Ass. San. Collettiva ambienti di vita e di lavoro 4.00% - Marche: valore medio 3.70% (compresa Medicina Legale che ricade nella macroarea Assistenza Territoriale) • Carichi di lavoro vincolati a pratiche e compiti normati di la cui efficacia ed appropriatezza non sono sempre provate (cfr. anche: Commissione Parlamentare d’inchiesta sul sistema sanitario 1999 e documento consiglio superiore di sanità 22 nov. 2000) L’accordo sui LEA recepisce soprattutto la storia consolidata delle “3 prevenzioni” nel DPCM 29/11/01 il “livello 1 – assistenza sanitaria in ambiente di vita e di lavoro” è strutturato come “contenitori organizzativi di prestazioni” 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Profilassi delle malattie infettive e parassitarie Tutela della collettività e dei singoli dai rischi connessi con gli ambienti di vita, anche con riferimento agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali Tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi con gli ambienti di lavoro Sanità pubblica veterinaria (divisa in tre aree) Tutela igienico sanitaria degli alimenti; sorveglianza e prevenzione nutrizionale Attività di prevenzione rivolte alla persona (vaccinazioni e screening oncologici) Servizio medicina legale In positivo per la prima volta declina l’art. 19 della 833/78 in quanto: - definisce molte importanti ed essenziali funzioni della prevenzione primaria - ne definisce la diffusione su tutto il territorio nazionale in modo uniforme ma evidenzia carenze logiche di formulazione • il concetto di prestazione si adatta bene al contesto assistenziale (visite, esami medici, ricoveri) meno alla sanità pubblica. • La prestazione è richiesta e il beneficiario è il richiedente o chi riceve la prestazione, • l’intervento di sanità pubblica è invece attivo e, spesso, il beneficiario non è il richiedente o il ricevente, ma la comunità • I Servizi del dipartimento svolgono attività di vigilanza e controllo, caso unico tra le strutture del SSR, e quindi la «prestazione» non solo non è richiesta dal singolo, ma determina conflittualità tra interessi di tutela della collettività e del singolo cittadino ed anche alcune carenze di contenuto • La «sorveglianza» di sanità pubblica, essenziale per programmare in base all’andamento dei bisogni espressi e non espressi, non ha dignità di “prestazione” o “servizio” • E’ assente la prevenzione delle malattie croniche e di quelle derivanti da comportamenti a rischio • Sono presenti in modo copioso certificazioni, idoneità e autorizzazioni, derivanti dall’approccio notarile della antica igiene pubblica, che con difficoltà oggi si è parzialmente riusciti ad eliminare perché inefficaci strumenti di prevenzione. Le indicazioni nazionali per migliorare……(1) (Accordo Stato Regioni luglio 2002: Linee Guida per la prevenzione sanitaria e per lo svolgimento delle attività del DP delle ASL): • La consapevolezza di dover porre l’attenzione sulla modifica degli stili di vita e di miglioramento dell’ambiente obbligano la filosofia della Prevenzione ad un salto di qualità riconducibile a ………………… • Operare per obiettivi in una logica di – omogeneità regionale – secondo scale consapevoli di priorità scaturite dalla valutazione epidemiologica • Nazionale: definiti dal PSN e dai LEA • Regionale: definiti dal PSR in linea con il livello nazionale • Locale: elaborati basandosi sull’analisi dei singoli contesti territoriali Le indicazioni nazionali per migliorare ……(2) (Accordo Stato Regioni luglio 2002: Linee Guida per la prevenzione sanitaria e per lo svolgimento delle attività del DP delle ASL): • E’ necessaria una allocazione cospicua di risorse per consentire una coerente formazione degli attori della prevenzione • E’ necessaria la interdisciplinarietà professionale al fine di fornire la risposta più efficace possibile ai bisogni di salute • E’ necessario, sulla base degli obiettivi, programmare le azioni e verificare i risultati Le indicazioni nazionali per migliorare …….(3) (Accordo Stato Regioni luglio 2002: Linee Guida per la prevenzione sanitaria e per lo svolgimento delle attività del DP delle ASL): In questa modalità di approccio possono essere identificati i seguenti elementi caratterizzanti: • Valutazione dei bisogni ed identificazione dei livelli di rischio • Sanità Pubblica basata sulle prove di efficacia • Analisi sistemica • Comunicazione • Assicurazione di qualità l’azione del sistema per migliorare / le azioni di sistema per migliorare • la riforma del titolo V della costituzione del 2000 ed il coordinamento tecnico interregionale per la prevenzione (il federalismo e la «leale collaborazione») • le direttive europee (la valutazione e la gestione del rischio / le reti per il controllo) dai primi anni ’90 in poi • l’EBP: un movimento di pensiero inarrestabile • I Piani Nazionali della Prevenzione (accordi Stato Regioni del 23/3/05, del 29/04/2010 ed infine del 13/11/2014) • Il sistema informativo integrato per la prevenzione nei luoghi di lavoro INAIL Regioni del luglio 2002 ed il SINP (art. 8 del D.Lgs 81/08) • Il CCM dal 2003 • Il PSN 2006 – 2008 (G.U. 139 del 17/6/06) • Il programma «Guadagnare Salute» (DPCM 4.5.2007) per il contrasto alle patologie collegate a non corretti stili di vita • Il patto per la salute nei luoghi di lavoro (DPCM 21.12.2007) La programmazione regionale per migliorare … (1) Le Leggi regionali 13/03 e 17/2011 : Confermano i Dipartimenti di Prevenzione come strutture preposte all’organizzazione ed alla promozione della tutela della salute della popolazione che: a) assicurano in modo unitario la gestione dei sistemi informativi pertinenti lo stato di salute della popolazione umana ed animale, nell’ambito della rete epidemiologica regionale; b) assicurano, in integrazione con le altre macro-strutture, l’informazione finalizzata alla prevenzione dei rischi per la salute ai cittadini, ai lavoratori, alle associazioni di rappresentanza, alle strutture del servizio sanitario regionale ed agli enti locali. c) sviluppano e coordinano lo svolgimento, in integrazione con le altre macrostrutture, di programmi di promozione della salute e della sicurezza della popolazione. d) garantiscono l’istruttoria tecnico-sanitaria per le funzioni amministrative di competenza della Regione e degli Enti locali. e) garantiscono la programmazione e l’esecuzione delle attività di prevenzione, controllo e vigilanza nei settori di competenza. La programmazione regionale per migliorare … (2) Le Leggi regionali 13/03 e 17/2011: Nella Direzione generale dell’ASUR è istituita la Direzione tecnica per la prevenzione collettiva, con l’obiettivo di rendere efficiente il sistema a rete dei dipartimenti di prevenzione e collaborare con il livello regionale di programmazione. La programmazione regionale per migliorare … (3) Il PSR 2012 - 2014: • Adeguamento strutturale dei Dipartimenti di Prevenzione al nuovo assetto istituzionale della sanità marchigiana, • Consolidamento del ruolo centrale della funzione epidemiologica e di sorveglianza in sanità pubblica e veterinaria • Potenziamento della Promozione della salute quale mission dell'area della prevenzione; • Rivisitazione delle procedure e degli adempimenti attuali, al fine di identificare quelli di dubbia o nulla utilità preventiva • Sviluppo di un ruolo di governo della rete della prevenzione primaria nella gestione delle emergenze in sanità pubblica • Implementazione di metodologie di valutazione e comunicazione del rischio ed alla loro conseguente applicazione nei rapporti con l'utenza; • Definizione del modello organizzativo tenendo presente la necessità del rispetto della singola professionalità nell'ottica del team multidisciplinare; • Creazione di un sistema a rete dei Dipartimenti di Prevenzione nell'ambito dell'ASUR La programmazione regionale per migliorare … ….. (6) DGR 1287 del 16/9/2013: indirizzi all’ASUR per l’adeguamento dei Dipartimenti di Prevenzione alla L.R. 13/03 • I DP hanno un ambito territoriale di Area Vasta per avere una corrispondenza univoca con i livelli decisionali territoriali e regionali, evitare sovrastrutture poco aderenti ai livelli previsti dall’attuale assetto normativo, migliorare il coordinamento tra le strutture operative; • E’ confermata la presenza almeno dei 6 Servizi (U.O.C.) previsti dalle norme nazionali • Nel territorio di ciascuna A.V. sono mantenuti i punti di erogazione delle prestazioni LEA mentre funzioni più specialistiche saranno garantite in area vasta per migliorare il livello complessivo di efficacia ed efficienza • Il coordinamento forte della rete regionale dei DP è collocato a livello Regionale attualmente mediante due strutture della Agenzia Regionale Sanitaria (PF Veterinaria e Sicurezza Alimentare; PF Prevenzione e promozione della salute nei luoghi di vita e lavoro) • Il coordinamento del sistema epidemiologico è posto in capo alla Agenzia Regionale Sanitaria dove è stato istituito l’Osservatorio Epidemiologico Regionale (L.R. 6/2012) Alcune considerazioni conclusive: • I cittadini non vogliono dalla prevenzione “eccellenze” ma una rete che li faccia sentire consapevolmente sereni e protetti. • Di conseguenza, chi lavora per la prevenzione, deve sapere che la propria credibilità passa attraverso quella del sistema per cui opera. Gli individualismi non aiutano molto. • La prevenzione molto difficilmente sarà tutti i giorni al centro della attenzione e della considerazione dei cittadini, e quindi dei loro rappresentanti, perché il ritorno della prevenzione non è immediato e difficilmente quantificabile. • Di conseguenza, chi lavora in prevenzione, deve continuare a ricercare nel tempo una forte motivazione ideale e avere molta «pazienza». • Nella prevenzione, per raggiungere risultati efficaci, è indispensabile lavorare con persone molto diverse sia per professione che per approccio culturale • Chi lavora in prevenzione deve quindi essere sempre molto disponibile, ad ascoltare gli altri e recepirne i bisogni e gli stimoli. Il SSR con i suoi operatori è spesso trainante, ma non è il «detentore» di tutto il sapere ed il saper fare necessari • La prevenzione non necessita di molte risorse economiche ma, in tempi come questi, esiste il rischio reale che le risorse non siano sufficienti rispetto a quanto, nell’ultimo decennio si è avviato. • Questo comporterà, anche per la prevenzione, la necessità di rivedere le proprie azioni in funzione di priorità rispetto ai bisogni ed efficacia rispetto ai risultati