Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Numero 52 11 Novembre 2014 75 Pagine Opel Adam Rocks Crossover addicted La nuova Opel Adam Rocks è uno sfizioso crossover urbano ultra-compatto che si concede persino un tetto apribile in tela Periodico elettronico di informazione automobilistica Peugeot 508 restyling Ora morde di più Proposta a partire da 30.350 euro la nuova station wagon del Leone è una vettura molto completa Formula 1 Brasile 2014 Le pagelle del GP di Interlagos. Dal 10 di Rosberg vincitore della gara passando per tutto lo schieramento | PROVA SU STRADA | Audi R8 LMX da Pag. 2 a Pag. 13 All’Interno NEWS: BMW X5 M e X6 M | Fiat FCC4 concept | Nuova Mazda MX-5 la versione da corsa fa sul serio | M. Clarke Le automobili a due tempi | SPORT: Stig Blomqvist «Un tempo i piloti erano amici oltre che rivali. Oggi è tutto cambiato» PROVA SU STRADA AUDI R8 LMX Illumina “a giorno” grazie al laser In listino a 210.000 euro la nuova R8 LMX conferma la sua vocazione per l’avanguardia tecnologica proponendosi come prima vettura Audi a portare su una normale vettura di serie i fasi laser che hanno debuttato (vincendo) nella 24 Ore di Le Mans 2014 di Emiliano Perucca Orfei 2 3 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica a “bianco” con una temperatura di 5.500 gradi Kelvin: un valore equiparabile a quello della luce del giorno, voluto dai tecnici Audi per migliorare i contrasti e ridurre l’affaticamento della vista. Come funzionano? Il sistema LMX non è però attivabile autonomamente per ovvie ragioni di sicurezza: la normale telecamera del sistema “autobeam”, che già di suo attiva o disattiva i normali abbaglianti a led o allo xeno su molte auto già presenti oggi sul mercato, provvede a valutare la possibilità di aggiungere agli abbaglianti led anche gli spot laser in funzione della velocità della vettura (deve essere sopra ai 60 km/h), del traffico (non deve sopraggiungere nessuno) e dell’effettiva necessità della massima prestazione luminosa. La R8 LMX: al top di gamma I fari LMX sono dunque una tecnologia a cui Audi L a R8 è per Audi un’auto molto speciale. Non solo è la prima vera supercar realizzata con il brand dei Quattro Anelli ma è anche quella che più di ogni altra ha rappresentato una sorta di avanguardia tecnologica per quanto riguarda l’utilizzo di nuovi materiali e tecnologie. Non è un caso, quindi, se ad Ingolstadt hanno scelto nuovamente la coupé a motore centrale per far debuttare una tecnologia molto speciale, messa a punto dal reparto lightning dell’azienda tedesca per migliorare il potenziale già eccezionale dei fari full led che a loro volta debuttarono sulla R8 nell’ormai lontano 2008. Una tecnologia nata prima di tutto per aiutare i piloti Audi impegnati nelle corse di durata a vedere meglio la pista - in particolar modo nei tratti totalmente privi di illuminazione che caratterizzano la pista di Le Mans - e che si è dimostrata vincente sin dal debutto grazie alla capacità di illuminare 4 sostanzialmente il doppio di quanto consentito dalla “normale” tecnologia led: dai precedenti 300 metri, infatti, si è arrivati ai 600 della tecnologia Laser. Un plus non indifferente se si considera che ai 340 km/h che si tengono per diversi secondi sui rettifili della Sarthe si percorrono quasi 100 m/s: è come avere visibilità assicurata per sei secondi di pista contro i 300 dei fari di precedente generazione. tiene molto anche perché ad Ingolstadt rivendicano fieramente il primato di essere stati i primi ad introdurli nelle corse, tra l’altro in modo vincente: non è un caso, dunque, che la R8 LMX sia stata pensata come una edizione celebrativa di 99 esemplari con dotazione al top di gamma. Spinta dal motore V10, proposto dal Gruppo anche sulla Lamborghini Gallardo LP-570 Superleggera, la più potente e “preziosa” delle R8 in listino vanta 570 CV e 540 Nm di coppia massima che le assicurano una velocità massima di 320 km/h e la capacità di accelerare da 0 a 100 km/h in appena 3,4 secondi. Un dato, quest’ultimo, reso possibile anche dalla presenza del cambio S tronic a doppia frizione e sette marce - la stessa utilizzata da Lamborghini su Huracan - che fa parte di un pacchetto trasmissione in cui spicca l’immancabile trazione integrale Audi quattro. Per distinguere la R8 LMX dal vivo, in ogni caso, non servirà controllare la presenza Media Fari laser: come sono fatti Valori incredibili se solo si pensa al potenziale delle lampadine alogene di serie sino a qualche anno fa, resi possibili da due punti luce supplementari (sono degli abbaglianti che si sommano ai led) la cui struttura è basata su quattro diodi per gruppo ottico con un diametro di 300 micrometri ed una lunghezza d’onda di 450 nanometri. Diodi che producono una luce molto intensa e potente che passa attraverso dei filtri al fosforo per virare il colore del fascio luminoso da blu 5 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica dell’intrigante scritta “laser” all’interno del gruppo ottico: la verniciatura blu Ara cristallo in listino Audi exclusive, infatti, è proposta di serie alla stregua del pacchetto aerodinamico che comprende il maxi alettone e numerosi altri elementi in fibra di carbonio con finitura opaca che impreziosiscono la vettura: specchi retrovisori, diffusore, minigonne, spoiler anteriore, alette laterali o copertura del vano motore nello specifico. Non mancano speciali cerchi in lega da 19” gommati 235/35R19 davanti e 305/30R19 dietro, le pinze rosse e la elegante quanto sportiva finitura in grigio titanio per la presa d’aria anteriore e gli sfoghi dell’aria posteriori. Dedicati al modello anche i terminali di scarico che sono in tinta brunita. Dentro la R8 LMX propone rivestimenti in pelle Nappa con impunture a losanghe Blu Sepang e la zona posteriore dello schienale in tinta 6 cattozzeria. Anche su freno a mano, console centrale, volante e palpebra della strumentazione le finiture sono in blu Ara mentre il padiglione ed i montanti anteriori sono rivestiti in Alcantara. Non mancano, come finiture, anche l’alluminio e la fibra di carbonio, ben visibili sulla plancia così come sul battitacco che riporta anche il numero progressivo dell’edizione limitata. La prova della tecnologia LMX Per la prova della tecnologia laser dei nuovi fari della R8 LMX (avevamo la n. 98 di 99) abbiamo scelto il quartier generale di Ingolstadt spostandoci in parte in autostrada ed in parte lungo strade di campagna lungo la tratta che porta dalla sede dell’Audi all’aeroporto di Monaco. Un percorso non certamente casuale perché in parte caratterizzato da veloci autostrade ed in parte 7 8 9 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito da zone totalmente buie in cui i fari laser hanno potuto dimostrare tutto il loro potenziale. La prima cosa che si scopre prendendo posto nella R8, che già conosciamo, è che della tecnologia laser al suo interno non c’è veramente traccia. Non v’è alcun tasto d’attivazione di questo nuovo sistema di illuminazione perché la scelta di utilizzarlo o meno è totalmente affidata ai sensori dell’autobeam già disponibili sui normali fari a led. In buona sostanza quando la telecamera rileva un sufficiente tratto di strada idoneo all’uso degli abbaglianti, ovvero non si corre il rischio di abbagliare alcun automobilista, vengono prima attivati gli abbaglianti a LED e poi in un secondo step i laser. Già con gli abbaglianti a LED l’illuminazione della sede stradale è eccezionale. Il fascio è molto pulito, di una bella tonalità cangiante, sembra davvero la luce del giorno che si diffonde per alcune decine di metri. Il dato dichiarato è circa 300 metri ma in realtà il tratto di strada percepibilmente illuminato è di circa la metà. Quando si attiva il laser la situazione mi10 Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica gliora ulteriormente. Lateralmente non si nota alcun plus, anzi il faro laser ai bordi della strada non aggiunge davvero nulla, mentre nella zona centrale il secondo fascio abbagliante aggiunge molta profondità, con una luce anch’essa molto naturale che solo nella parte più lontana tende un po’ all’azzurro: è davvero un piacere guidare così, soprattutto ad alta velocità in autostrada. Una luce davvero notevole, qualcosa di mai visto sino ad oggi, che porta con sé molti pregi ma anche alcuni piccoli difetti: il primo è che l’attivazione di questi fari avviene solo in condizioni di reale sicurezza, quasi con criteri conservativi, la seconda è che né il fascio laser né quello LED si orientano in base alla curva per cui su strade di campagna molto guidate il potenziale del laser non può davvero essere sfruttato al 100%. Come si guida la R8? Per quanto concerne la guida della R8 V10, indipendentemente dai fari laser, possiamo dire che nell’ultima versione dotata di cambio a doppia frizione e motore da 570 CV si comporta in modo a dir poco entusiasmante. La trazione integrale permette di scaricare a terra tutta la potenza, anche quando l’asfalto sotto le ruote non è in perfette condizioni, ma ai più smaliziati permette una guida brillante quando si disattivano i controlli e si guida sul serio: la R8, infatti, in fase di accelerazione sa anche essere sovrasterzante a tutto vantaggio del piacere di guidare un telaio molto ben calibrato e che offre sensazioni molto positive. Molto piacevole anche il sound del V10, davvero coinvolgente in fase di allungo. Difetti? Sì qualcuno: lo sterzo è un po’ troppo leggero alle alte velocità, mentre per quanto concerne la posizione di guida i più alti avranno qualcosa da ridire. Fortunatamente lo spazio a bordo non manca - per due ovviamente - così come non è male il vano bagagli anteriore che permette di stivare qualcosa più di un trolley. 11 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Periodico elettronico di informazione motociclistica In conclusione A dispetto del look meno estremo rispetto a quello di una Lamborghini Huracan, per intenderci, la R8 offre dunque sensazioni di guida del tutto simili a quelle delle creature di Sant’Agata pur offrendo un design dedicato a chi si vuole distinguere pur senza dare troppo nell’occhio. La nuova tecnologia laser LMX è davvero una bella innovazione per quanto concerne la tecnologia di illuminazione: nel 2008 la R8 fu la prima ad introdurre i led, oggi a sei anni di distanza è la prima Audi ad usare i laser. Nel frattempo il led sono arrivati sino alla A3: la nostra speranza è che la sicurezza del laser possa arrivare nella normale produzione di serie con una velocità ancor maggiore rispetto a quella della precedente tecnologia. 12 BROCHURE, TEST DRIVE, TUTTO SU: Audi R8 LMX Sfoglia i cataloghi in PDF Brochure Configuratore della Casa » Test Drive » Store Online » Finanziamenti » Guarda tutti gli allestimenti » Trovala dai concessionari » 13 PROVA SU STRADA OPEL ADAM ROCKS Crossover addicted La nuova Opel Adam Rocks è uno sfizioso crossover urbano ultra-compatto che si concede persino un tetto apribile in tela. Il nuovo 1.0 turbo tre cilindri convince, peccato per l’assetto, davvero troppo rigido di Matteo Valenti 14 15 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito chiaro – e non c’è nemmeno la possibilità di avere un differenziale elettronico per aumentare la motricità su fondi scivolosi (come fa per esempio Fiat sulla gamma Trekking), ma tutte queste modifiche trasformano l’anima della Adam Rocks in qualcosa di diverso dal modello originale. Perché in questo caso ci troviamo di fronte ad un piccolo crossover urbano compatto a tre porte, che per un soffio (i montanti del tetto sono fissi, così come il lunotto posteriore) non diventa persino una cabriolet. Con un profilo così fuori dagli schemi, non possono che essere davvero pochissime sono le concorrenti. Per la verità l’unica che ci viene in mente è la Volkswagen cross up!, che pur non essendo un modello premium si avvicina molto ai concetti di base propri di Adam, anche se le inossidabili avversarie di sempre rimangono le già citate Fiat 500, Citroen DS3 e Mini. Rispetto ad una normale Adam la versione Rocks viene offerta in Italia con un sovraprezzo Media C on più di 100.000 ordini raccolti in Europa nei primi 18 mesi di commercializzazione, la Opel Adam si sta facendo le ossa. Anche in Italia, dove, nonostante debba sgomitare con una best seller nelle vendite come la Fiat 500, è riuscita a ritagliarsi comunque uno spazio sul mercato, conquistando il cuore di è più di 4.100 clienti nei primi otto mesi di quest’anno (per avere un termine di paragone, la 500, nello stesso periodo, è stata venduta in Italia in più di 32.000 unità). E se è vero che si colloca alle spalle dell’italiana, è altrettanto vero che Adam ha la meglio, per di più con un buon margine di distacco, sulle altre due piccole premium del mercato: 16 Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica di 1.950 euro. Il listino infatti parla di un prezzo che parte da 16.750 euro e che può crescere fino a 19.550, ma fino alla fine dell’anno sarà proposta nel nostro Paese con un’offerta lancio che taglia il prezzo d’attacco a 14.750. Dal vivo: com’è fuori Come già anticipato la più grande novità è il nuovo look da avventuriera, con vistosi passaruota e paraurti in plastica, anche se non mancano nemmeno protezioni sottoscocca anteriori e posteriori più uno spavaldo terminale di scarico posteriore. Su Rocks vengono offerti di serie i cerchi in lega da 17 pollici, anche se a richiesta si possono avere quelli da 18” (sì, avete letto bene, da 18 pollici!). Rispetto alla Adam tradizionale, la versione Rocks aumenta ancora di più le possibilità di personalizzazione. I colori disponibili per la carrozzeria passano da 12 a 17, ma aumentano anche le tinte per il tetto che diventano 6. I clienti la Citroen DS3 e la Mini. Quando le premesse sono così incoraggianti non resta che allargare la gamma, magari verso l’alto con versioni sfiziose e magari molto particolari, capaci di attirare gli sguardi di nuovi potenziali acquirenti. Nel caso della piccola di casa Opel bisognava puntare di più sul pubblico maschile, perché Adam finora ha attratto molto di più le donne (nel 70% dei casi) che non gli uomini. Chiamati in causa per mettere mano a questa disparità gli stilisti tedeschi hanno tirato fuori dal cilindro la nuova Opel Adam Rocks. Altezza da terra maggiorata di 15 mm e un look che sa tanto di fuoristrada e avventura come va di modo oggi, il tutto condito da uno sfizioso tetto apribile in tela. La trazione resta rigorosamente sulle ruote anteriori – sia 17 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica possono scegliere poi di rendere ancora più particolare la propria Adam scegliendo tra 9 cornici della calandra anteriore di colore diverso, varie cover per gli specchietti retrovisori, una serie di grafiche decorative per la carrozzeria e 6 pack colori che combinano le tinte esterne con quelle interne. Sviluppata e costruita in Germania, la Rocks mette in luce tutte le caratteristiche in termini di qualità costruita della gemella meno appariscente Adam. I pannelli della carrozzeria mostrano accoppiamenti molto rigorosi, così come i fascioni di plastica, ben assemblati e montati in maniera solida e precisa. Anche la verniciatura è stata stesa a dovere, persino nelle zone lontano dagli sguardi, come per esempio vicino alle cerniere di sportelli, cofano e bagagliaio. Ottime anche le guarnizioni: spesse e di buona qualità, sono applicate a dovere e garantiscono un ottima insonorizzazione all’interno. 18 Dal vivo: com’ è dentro La sconfinata possibilità di personalizzazione naturalmente prosegue anche all’interno dove si possono scegliere per esempio fino a 22 finiture diverse per rendere unico e particolare il proprio abitacolo. Per la Rocks poi sono stati elaborati due allestimenti dedicati. Il primo prevede interni color arachide, proprio come quelli della Adam Rocks concept presentta al Salone di Ginevra lo scorso anno, con la pelle che riveste sedili, volante, leva del cambio, freno a mano e pannelli porta. Il secondo invece, più aggressivo, si distingue per tonalità scure con cuciture blu a vista. La grande qualità esterna si riflette all’interno, dove è ancora più tangibile. Adam Rocks vuole essere la punta di diamante della gamma e dobbiamo riconoscere che questo ruole le calza perfettamente. I materiali plastici sono belli da vedere ma anche da toccare, mentre tutte le 19 20 21 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Periodico elettronico di informazione motociclistica dell’abitabilità e poi questo tipo di auto non nasce di certo per chi deve andare in ferie con famiglia o amici. Diciamo che Adam Rocks rimane un’auto comoda per due, anche perché il bagagliaio non offre molto spazio. I 170 litri di capacità consentono di caricare due trolley compatti e la soglia alta non aiuta di certo le operazioni di carico. Chi viaggia in due può comunque abbassare i sedili, così da ricavare un vano da 663 litri o sfruttare i sedili posteriori per sistemare zaini o eventuali borse aggiuntive. Tecnologie: una piccola ammiraglia Le ambizioni da modello premium portano a bordo di Adam una serie di tecnologie all’avanguardia, solitamente riservate a vetture ben più grandi del segmento A. Su Rocks poi molte di queste sono di serie, a partire da City Mode, Hill Start Assist, Brake Assist, Cornering Brake Control e Side Blind Spot Alert, ma non manca nemmeno l’Advanced Park Assist che provvede a parcheggiare automaticamente l’auto girando lo sterzo, superfici e i diversi materiali sono assemblati con la cura e attenzione al dettaglio. Ben realizzato il quadro strumenti, così come il volante e i diversi comandi, che trasmettono un bel senso di solidità. Ben fatto il tetto apribile in tela, che isola bene dal rumore esterno e rappresenta un plus molto gradevole rispetto alla tradizionale Adam. Difficile comunque definire la Rocks una cabrio: il sistema di apertura, così strutturato, è sostanzialmente un tettuccio apribile in tela, che scopre il tetto per il piacere di guida all’aria aperta dei soli passeggeri anteriori. Il tettuccio, disponibile in due colori, si ritrae in soli 5 secondi e può essere attivato fino ad una velocità di 140 km/h. Una nota stonata va riservata al sistema multimediale IntelliLink. Il suo display è collocato troppo in basso, sotto alla bocchette di ventilazione, e costringe a distogliere lo sguardo dalla strada. Inoltre è apprezzabile il principio di 22 con il guidaotre che si deve occupare soltanto di azionare pedali e leva del cambio. Insomma su Adam i dispositivi di sicurezza elettronici tipici delle vetture di segmento superiore ci sono proprio tutti. A voler essere pignoli mancherebbe solo un bel cruise control attivo, ma non è una grande mancanza se pensiamo che lo spirito di quest’auto è certamente più cittadino e meno incline ai lunghi tragitti autostradali. L’equipaggiamento su Adam Rocks è davvero molto completo. Di serie vengono offerti persino volante e sedili anteriori riscaldati e cerchi in lega da 17” (optional da 18”). Arriva il nuovo tre cilindri 1.0 turbo La gamma motorizzazioni resta quella della classica Adam, quindi senza unità a gasolio, ma si aggiunge un’importante novità. Apre le danze il classico 1.2 aspirato da 70 CV, affiancato dal 1.4, sempre aspirato, disponibile nelle varianti da 87 e 100 CV ma su Rocks (ma anche sulla tradizionale Adam) arriva il nuovissimo tre cilindri turbo Ecotec da 1.0 litro. Un motore di ultima funzionamento, che sfrutta lo potenza di calcolo del proprio smarthpone per far “girare” diverse app con cui poi si interagisce attraverso il touchscreen, ma talvolta il sistema appare troppo lento a connettersi con il telefono e quindi poco pratico nell’uso quotidiano. Abitabilità: perfetta per due Lungha 3.747 mm, larga 1.807 e alta 1.493, Adam Rock, con un passo di 2.311 mm, è una campionessa quando si tratta di trovare parcheggio, grazie a dimensioni veramente compattissime, ideali per muoversi in città. L’abitabilità per chi sta davanti è molto buona, ma ovviamente non si possono fare miracoli in poco più di tre metri e mezzo, quindi dietro i due passeggeri si devono adattare ed i più alti faticano a trovare spazio a sufficienza. Del resto anche la rivale numero 1, la Fiat 500, presenta uno spazio posteriore al limite 23 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito generazione, piccolo, ma molto raffinato, realizzato interamente in alluminio e dotato di iniezione diretta, apertura delle valvole con fasatura variabile, sovralimentazione e persino di un albero di controbilanciatura per ridurre vibrazioni e rumorosità. Il nuovo 1.0 tre cilindri è disponibile in due versioni, entrambe omologate Euro 6. La prima eroga 90 CV a 4.000 giri/min e 170 Nm di coppia tra 1.800 e 4.500 giri/min ed è in grado di regalare alla piccola tedesca uno scatto da 0 a 100 km/h in 11,9 secondi e una velocità massima di 180 km/h. I consumi in questo caso parlano di 4,5 l/100 km con le emissioni a 105 g/km. La seconda invece, più brillante, sprigiona 115 CV a 5.200 giri/min, mentre lo spunto di coppia massima rimane a 170 Nm, anche se disponibili in un range più vasto di giri, da 1.800 a 4.500 giri/ min. L’accelerazione da 0 a 100 qui scende a 9,9 secondi, ma migliora anche la velocità che tocca i 196 km/h, mentre i consumi medi dichiarati fanno registrare un valore di 5,1 l/100 km, con le emissioni che salgono a 119 g/km. 24 Prove Periodico elettronico di informazione motociclistica Le nostre impressioni di guida Ci mettiamo al volante della versione più sfiziosa, quella spinta dal nuovissimo tre cilindri 1.0 turbo più potente, da 115 CV. Appena diamo vita al piccolo tre cilindri rimaniamo colpiti: non solo è davvero silenziosissimo, come promettevano gli ingegneri che l’hanno progettato, ma soprattutto non emette quel suono poco gradevole “da frullino” che abbiamo riscontrato fino ad oggi su qualsiasi altro tre cilindri che abbiamo provato. Certo, non nasce per regalare scatti brucianti al semaforo da ruote fumanti, ma il nuovo Ecotec 1.0 regala ad Adam tanta vivacità e partenze brillanti, con il piccolo turbo che inizia a farsi sentire già prima dei 2.000 giri/min e che continua a soffiare con efficacia fino a 3.500 giri/min. Inutile tirare le marce più su, perché intorno ai 4.000 giri il motore tedesco ha già espresso il suo potenziale. Il brio di questo piccolo gioiellino si sposa poi perfettamente con il nuovo manuale a sei marce 1MX, che offre innesti davvero precisi, rigorosi e un’escursione della leva non paurosamente lunga. Il tre cilindri turbo benzina poi si dimostra incredibilmente elastico nonostante la cubatura ridotta. Questo significa che a 50 km/h si può già innestare senza problemi la quinta, come suggerisce peraltro l’indicatore di cambiata e a 60 km/h siamo già in sesta, con la Adam Rocks che procede con un filo di gas, a tutto vantaggio del contenimento dei consumi. Se promuoviamo a pieni voti motore e cambio, non possiamo dire di certo lo stesso dell’assetto. I cerchi in lega da 18 pollici fanno davvero un gran figurone sulla Adam Rocks (di serie ci sono i 17) ma sono davvero spropositamente grandi per le esigenze di questa vettura, che rimane una citycar e non di certo una sportiva. Le sospensioni peraltro sono state modificate rispetto alla Adam tradizionale per far fronte alla maggiore altezza da terra e garantire sempre grande stabilità e sicurezza. Il risultato è che sul pavé di Riga, dove si è svolta la prova, Adam Rocks si è rivelata fin troppo rigida, trasmettendo in maniera diretta le irregolarità della strada ai passeggeri ed anche allo sterzo. In compenso l’auto in curva è molto stabile e anche nei cambi di direzione più repentini è davvero rapida e scattante. Niente da dire invece sui freni, potenti e ben modulabili. Consumi: se ci si impegna sono contenuti Guidando Adam Rocks in maniera accorta, mettendo in pratica i suggerimenti dell’indicatore di cambiata e utilizzando appena possibile marce alte, siamo riusciti a percorrere 5,5 l/100 km, non male per un’auto a benzina da 115 CV. Assumendo uno stile di guida ben più disinvolto però, senza mai preoccuparsi troppo dell’indicatore del carburante, non si fatica a stabilizzarsi intorno a medie di 7,5 l/100 km. Conclusioni Opel Adam Rocks esporta i concetti di originalità e personalizzazioni della versione standard nel mondo dei crossover urbani. Promosso a pieni voti il look da piccolo SUV cittadino, ancora più 25 26 27 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito originale grazie alla gradevole presenza del tetto apribile in tela. Peccato per l’assenza non diciamo della trazione integrale, che sarebbe forse esagerata, ma almeno di un differenziale elettronico per aiutare in situazioni di scarsa motricità, che ben si sposerebbe con il look da off-roader. Promossi a pieni voti il nuovo turbo benzina da 1.0 litri Ecotec così come il nuovo manuale a sei marce, mentre i cerchi da 18 pollici si rivelano davvero nemici del confort per quanto riguarda l’assetto. Consigliatissimi quelli da 17”. 28 Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica BROCHURE, TEST DRIVE, TUTTO SU: Opel Adam Rocks Sfoglia i cataloghi in PDF Brochure Configuratore della Casa » Test drive » Virtual Tour » Finanziamenti » Guarda tutti gli allestimenti » Trovala dai concessionari » 29 PROVA SU STRADA PEUGEOT 508 RESTYLING Ora morde di più Proposta a partire da 30.350 euro la nuova station wagon del Leone è una vettura molto completa sotto ogni punto di vista. Ottime le prestazioni del BlueHDi da 180 CV così come interessante la prestazione del nuovo automatico a sei marce nonostante qualche indecisione di Emiliano Perucca Orfei 30 31 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito anche per quanto concerne gli interni, che come al solito ospitano un vano bagagli che va da 550 a 1.598 litri. La plancia, dal livello Active, integra un nuovo touchscreen da 7” che raggruppa al proprio interno molte funzioni della vettura che prima si attivavano attraverso tasti “fisici” dedicati. Direttamente sul display touch, dunque, ora spiccano i pulsanti digitali di navigazione, climatizzazione, radio, connettività a tutto vantaggio di una maggior pulizia stilistica della plancia. Come sempre è presente il sistema head-up display nella sua versione a colori: le informazioni relative alla navigazione, alla velocità e molto altro, vengono due “sparate” a colori su una lamina fumé che scompare quando si spegne la vettura. Tra le feature disponibili anche l’accesso e l’avviamento senza chiave, il freno di stazionamento elettrico, il retrovisore elettrocromatico, l’attivazione automatica dei fari abbaglianti, il sensore di pressione degli pneumatici, il rilevatore di ostacoli anteriori e posteriori ed il clima Media A t re anni dal lancio anche per la Peugeot 508 (ora in listino a 30.350 euro) è venuto il momento di un restyling pensato per mantenere giovani le linee e più ricchi i contenuti. Una evoluzione necessaria in un segmento, il D, da sempre in forte evoluzione e considerato ancora molto interessante in particolar modo per chi necessita di una spaziosa compagna di lavoro con cui condividere tanti km e possibilmente bassi consumi. Dal lancio ad oggi in Italia sono state circa 18.000 le unità targate, di cui il 90% nella sola carrozzeria station wagon. All’interno di questa stragrande maggioranza vanno considerate anche le RXH Hybrid4 che per la prima volta hanno portato all’interno del segmento una tecnologia ibrida che combina motore elettrico, motore a gasolio e trazione integrale a tutto vantaggio, ad esempio, può godere di vantaggi fiscali o più semplicemente cerca 32 Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica automatico quadrizona. Interessante anche la presenza di sistema di monitoraggio dell’angolo cieco (Blind Corner Assist), la retrocamera di parcheggio a colori ma anche la disponibilità di un accesso ad internet attraverso una specifica chiavetta 3g. Motorizzazioni: arrivano gli Euro 6 Sotto al cofano la gamma motori a benzina sfrutta il potenziale di un nuovo motore Euro6. Si tratta della nuova evoluzione del 1.6 THP, che ora vanta una potenza di 165 CV ottenuti attraverso un nuovo turbo twin-scroll accordato alla iniezione diretta a 200 bar e la fasatura a variazione continua delle valvbole di aspirazione. Nonostante l’aumento di 9 CV le emissioni si sono ridotte a 135 g/km nella versione dotata di cambio automatico; prima era fissa a 145. La gamma diesel è molto ampia. L’accesso è fissato dal 1.6 e-HDi da 115 CV, ma salendo si incontrano i 2.0 HDi nelle versioni da 140 CV (6 marce manuale) e da 163 un veicolo che strizza l’occhio all’ambiente ma senza rinunciare a nulla in termini di prestazioni, guidabilità o immagine. Com’è cambiata con il facelift Insomma un prodotto completo che nella sua nuova edizione, ristilizzata con un occhio di riguardo anche per la Cina, il miglior mercato di questa vettura dal 2013 e Paese in cui verrà anche prodotta - per il mercato locale - dal 2015. La nuova identità di marca porta con sé alcune novità per quanto concerne le dimensioni. L’integrazione del nuovo frontale, infatti, ha richiesto un aumento di 16 mm che ha portato il totale complessivo a 4.829 mm (larghezza 1.853, altezza 1.476). Un look che porta con sé una nuova calandra, una nuova forma dei gruppi ottimi e, nelle versioni di punta, anche una raffinata illuminazione full-led che offre un’idea di grande tecnologia ed un fascio luminoso estremamente pulito ed efficace nelle fasi di guida notturne. Molte novità 33 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica in vetro Ciel, mentre la Allure (+3.000 su Active) aggiunge a Business anche l’accesso e l’avviamento della vettura Keyless, il freno a mano elettrico, le sospensioni anteriori evolute nella motorizzazione BlueHDi da 180 CV, gli interni misto tessuto/pelle, volante in pelle regolabile in altezza e profondità con comandi integrati, fari fendinebbia con funzione cornering e l’head-up display a colori di nuova generazione. L’ultimo pacchetto, la GT, viene proposta nella sola motorizzazione 2.0 BlueHDi da 180 CV con sospensione anteriore evoluta. Rispetto ai 37.850 euro della 508 di pari motorizzazione in allestimento Allure la GT, proposta a 42.030 euro, propone Blind Corner Assist, sensori di parcheggio anteriori e retrocamera, sedili a regolazione elettrica riscaldabili, cerchi in lega da 18”, computer di bordo a colori, oltre che fari full led con sistema di auto-attivazione degli abbaglianti ed un pacchetto estetico con particolari cromati tra cui anche il doppio terminale di scarico e la calandra. CV, quest’ultimo disponibile anche con cambio manuale. Per chi non si accontenta, sempre in ambito diesel, la gamma BlueHDI si fregia come al solito del 2.0 da 150 CV con cambio manuale e si spinge ora sino ai 180 CV del 2.0 BlueHDI EAT6 che vanta un livello di emissione di appena 120 g/km grazie anche al potenziale del nuovo cambio automatico a sei marce sviluppato in collaborazione con Aisin dal Gruppo PSA. Come dicevamo all’inizio continua ad essere disponibile anche la 508 RXH in combinazione alla tecnologia HYbrid4. Il motore 2.0 HDi da 163 CV è in questo caso abbinato al cambio manuale pilotato e ad un motore elettrico da 37 CV che lavora sulle ruote posteriori. Quattro le modalità d’uso (ZEV, 4x4, Sport e Auto) e basso il consumo medio visto che il dato dichiarato è di 4 l/100 km. 34 Dal vivo: com’è fuori L’evoluzione delle forme introdotte con il restyling hanno reso il look della 508 forse meno elegante ma decisamente più sportivo ed intrigante. In particolar modo nelle versione GT, dove vengono proposti un pacchetto estetico “cromo”, cerchi da 18” ed una particolare architettura dei fari con tecnologia full led, la station wagon del Leone si fa notare e si toglie di dosso quell’aria piacevole ma con poco mordente che aveva contraddistinto i primi tre anni di commercializzazione. Un elemento chiave, quest’ultimo, in particolar modo se si vuole mantenere elevato il successo in Cina (dove già totalizza il 36% delle vendite con la berlina). Dal vivo: com’è dentro L’evoluzione interna della 508 è stata meno forte rispetto a quella avvenuta all’esterno anche se già dal livello Active le differenze si notano subito: il display da 7”, posto al centro della plancia, è Prezzi: si parte da 30.350 euro I prezzi vanno dai 30.350 euro della 1.6 THP da 165 CV in allestimento Active ai 45.000 della top di gamma RXH passando per un range di proposte molto ampio che spazia attraverso gli allestimenti Business, Allure e GT. Per quanto concerne la Active sono proposti di serie ESP, ricca dotazione di airbag, 2 prese 12 V anteriori, 1 posteriore ed una nel bagagliaio, il climatizzatore automatico bizona, gli alzacristalli elettrici, i sensori di parcheggio, le palette al volante nelle versioni dotate di cambio automatico, il cruise control, computer di bordo, touchscreen da 7” (radio, usb, bluetooth, lettore cd), i fari diurni a led ed i cerchi da 17” in lega. Il pacchetto Business (+1.150 su Active), disponibile per tutti ma pensato per una clientela prettamente aziendale, offre in più il navigatore satellitare ed il tetto 35 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Periodico elettronico di informazione motociclistica motorizzazione non ibrida più potente in listino. Con il nuovo motore, infatti, arriva in dote anche la nuova sospensione anteriore a doppio triangolo con pivot disaccoppiato pensata per offrire un feeling di guida migliore rispetto al McPherson proposto sulle altre motorizzazioni. La differenza non si sente tanto nella guida normale, dove tutte le 508 si dimostrano molto confortevoli e “moderne” nella guida, ma soprattutto quando si va a sfruttare maggiormente la potenza del propulsore, magari nello stretto: in questo ambiente, non certamente congeniale ad una vettura con un passo di 282 cm, la nuova sospensione si dimostra in grado di assicurare maggior trazione fuori dalle curve ma soprattutto di trasferire allo sterzo una quantità di reazioni decisamente più contenuta rispetto alle sospensioni tradizionali. Questo non significa che si possa avere sullo sterzo lo stesso feeling e pulizia di guida di una trazione posteriore, ma il salto evolutivo è notevole e se da un lato è un piacere guidare senza dover pensare di contrastare fastidiose reazio- ricco di informazioni ed eleva nettamente la percezione tecnologica della vettura rispetto al passato. Anche l’integrazione di molti tasti funzione all’interno dei menù del sistema multimediale ha contribuito a pulire la plancia che ora risulta più leggera allo sguardo oltre che più moderna. Ben leggibile la strumentazione, variabile da persona a persona il parere sull’head-up display delle versioni top, la 508 non si fa mancare nulla in termini di multimedialità portando onboard anche la connessione internet, la retrocamera di parcheggio o sistemi come il controllo dell’angolo cieco che si confermano essere molto utili soprattutto quando si è alla guida di vetture così lunghe. Ben fatta sotto il profilo costruttivo e dotata di nuovi spazi (tra cui quello integrato al tunnel centrale) nei quali stivare gli oggetti di 36 ni di sterzo in fase d’accelerazione dall’altro è gratificante poter fare affidamento su grande trazione e, quindi, grande capacità di sfruttare la coppia del nuovo motore, che tira forte già dai 1.500 giri. La nuova sospensione si fa comunque notare anche sul veloce, dove contribuisce alla stabilità complessiva della vettura, per poi “sparire” in autostrada dove si viaggia con un filo di gas a 130 km/h con consumi medi nell’ordine dei 18 km/litro. Al termine del nostro giro abbiamo registrato una media di 16 km/litro, che non è davvero niente male per un’auto così grande dotata di cambio automatico. Un cambio di nuova concezione, dotato di “sole” sei marce ma vista la coppia disponibile sembrano aver ragione i tecnici Peugeot quando dicono che con un motore di questo genere sei marce bastano ed avanzano: in effetti la spaziatura del cambio appare molto corretta, anche in manuale, e la grinta del propulsore sembra comunque essere sempre in grado di spingere rapporti molto più lunghi dell’ideale. Piccole correzioni al software del cambio tutti i giorni, la nuova 508 è molto accogliente con i suoi occupanti, anche per quanto riguarda chi siede dietro: c’è molto spazio per le gambe dei laterali mentre chi siederà in mezzo se la dovrà vedere con l’invadenza del tunnel centrale che ospita i comandi della climatizzazione (digitale nel caso del quadrizona, +500 euro). Niente male la dimensione del bagagliaio: i 550 litri sono veri e quando si va ad abbattere gli schienali posteriori (progressivamente) si crea un piano di carico molto regolare e pratico per il trasporto di oggetti molto voluminosi. Come si guida Della nuova 508 abbiamo scelto di guidare la nuova motorizzazione 2.0 BlueHDi per diversi motivi, non solo legati al fatto che si tratta della 37 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Prove potrebbero essere apportate in modalità normal, dove il nuovo cambio a convertitore dimostra qualche incertezza nelle ripartenze per venire apparentemente incontro alle esigenze di confort, mentre in sport l’unità appare molto Sport brillante, decisa e comunque confortevole nei passaggi di marcia anche se la tendenza è quella di favorire l’utilizzo di rapporti più corti in favore della prestazione (ed a sfavore della rumorosità e dei consumi). 38 39 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 40 Periodico elettronico di informazione motociclistica Prove 41 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito In conclusione Sono stati oltre 18.000 i contratti firmati dai clienti per la 508 in Italia nei primi tre anni di commercializzazione. Guidandola, dopo aver scoperto quanto è confortevole e piacevole da guidare, se ne capiscono i motivi ed ora che anche l’estetica è più personale è possibile che anche qualche cliente privato in più la scelga come vettura personale: di sicuro è un’ottima alternativa alle solite tedesche. 42 Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica BROCHURE, TEST DRIVE, TUTTO SU: Peugeot 508 restyling Sfoglia i cataloghi in PDF Brochure Configuratore della Casa » Test drive » Finanziamenti » Guarda tutti gli allestimenti » Trovala dai concessionari » 43 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica con sellerie sportive rivestite in pelle, comandi del cambio in alluminio, volante di tipo M, battitacco metallici e finiture in alluminio. A ciò si possono aggiungere rivestimenti in Alcantara e cuciture a contrasto che vanno ad impreziosire il tutto, insieme ad un impianto di climatizzazione a quattro zone e ad un impianto audio firmato Harman Kardon. Entrambi i modelli ospitano al di sotto del cofano un motore V8 da 4.4 litri bi-turbo in grado di sviluppare fino a 567 CV di potenza e 750 Nm di coppia affiancato nel funzionamento da un cambio Steptronic a otto marce che trasferisce tali valori a tutte e quattro le ruote motrici, permettendo così di coprire lo 0-100 km/h in 4.2 secondi di tempo e di raggiungere una velocità massima di 250 km/h. Ambedue i modelli sono inoltre dotati di sterzo M Servotronic e di sospensioni sportive che ribassano l’altezza da terra di 10 mm. La dotazione include anche un impianto frenante ad alte prestazioni e il sistema Dynamic Damper Control settabile su tre diverse modalità: Comfort, Sport e Sport +. NUOVE BMW X5 M E X6 M ECCOLE SENZA VELI La Casa di Monaco di Baviera svela le BMW X5 M e X6 M in vista del SEMA 2014 I l SEMA di Los Angeles continua a confermarsi come uno dei più importanti Saloni dell’Automobile a livello mondiale. Ecco quindi che anche la Casa dell’Elica BiancoBlu coglie l’occasione dell’edizione 2014 per far lì debuttare in società le BMW X5 M e X6 M, anticipate negli scorsi giorni da un primo videoteaser. Caratterizzate da un body kit volto a massimizzarne la sportività, BMW X5 M e X6 M 44 presentano delle griglie anteriori maggiorate con paraurti dedicati, insieme a minigonne laterali specifiche, a specchietti aerodinamici e a cerchi in lega leggera da 21” gommati Michelin Pilot Super Sport UHP, mentre la sezione posteriore mette in mostra un paraurti dedicato con diffusore integrato e impianto di scarico sportivo a quattro vie. Aperta la portiera è ovviamente possibile notare anche qui un allestimento dedicato, 45 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica News FIAT FCC4 CONCEPT E’ tra le protagoniste dello stand della Casa italiana del Gruppo FCA al San Paolo Motor Show 2014 la Fiat FCC4 concept, esercizio stilistico volto ad anticipare un crossover compatto dalle linee taglienti E’ tra le protagoniste dello stand della Casa italiana del Gruppo FCA al San Paolo Motor Show 2014 la Fiat FCC4 concept, esercizio stilistico volto ad anticipare un crossover compatto dalle linee taglienti. Caratterizzata da una sezione frontale dominata da gruppi ottici sfuggenti dotati di tecnologia LED, la Fiat FCC4 concept presenta una 46 lunghezza di 5.000 mm, una larghezza di 1.940 mm ed un’altezza di 1.600 mm. La vista laterale mette in mostra un profilo sfuggente, oltre a delle cromature poste alla base delle superfici trasparenti e dei cerchi in lega a cinque razze ad Y di grandi dimensioni, mentre la sezione posteriore permette di osservare dei gruppi ottici dal disegno a C e due terminali dis carico cromati posti ai lati dell’estrattore. 47 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica La finale mondiale a Laguna Seca Anche se ogni Paese avrà il suo campionato Mazda parla di “Global Cup” per un motivo ben preciso. A fine stagione infatti i migliori piloti emersi in ogni Paese si sfideranno nell’appuntamento finale sul circuito di Laguna Seca, in California, nel quale si stabilirà il vincitore mondiale. Oltre ad una serie di premi, il vincitore della serie a livello globale avrà anche la possibilità di testare per un giorno intero il prototipo da competizione Mazda Skyactiv che sta prendendo parte al campionato Tudor United States SportsCar Championship negli Stati Uniti. 2.0 Skyactiv-G: quasi certa la sua presenza anche sul modello di serie NUOVA MAZDA MX-5 LA VERSIONE DA CORSA FA SUL SERIO. ANCHE IN EUROPA di Matteo Valenti | La Casa di Hiroshima svela la nuova Mazda MX-5 da competizione che darà vita a campionati monomarca in tutto il mondo, Europa compresa. I migliori di ogni Paese poi si sfideranno nella grande finale mondiale a Laguna Seca A pochi giorni dalla pubblicazione delle nostre anticipazioni arriva la prima conferma. Mazda ha presentato in anteprima mondiale al Sema di Las Vegas la nuova Mazda MX-5 in versione da competizione. Monomarca anche in Europa La Miata da corsa, preparata direttamente dagli uomini della Mazda Motorsports, verrà fornita al cliente già pronta per scendere in pista. La vera 48 Il costruttore al momento non ha comunicato tutti i dettagli tecnici della vettura, anche se ha anticipato che la versione da corsa sarà spinta da un quattro cilindri 2.0 litri Skyactiv-G a benzina. Questo lascia pensare che anche la versione stradale, di cui al momento non si conoscono ancora le caratteristiche tecniche definitive, sarà equipaggiata con un motore di questa cubatura. A partire dal prossimo inverno Mazda Motorsports inizierà un periodo di test per perfezionare gomme, sospensioni, motore e dotazioni di sicurezza. Le caratteristiche definitive si conosceranno solo nel 2015, quando il costruttore giapponese aprirà gli ordini per la stagione sportiva 2016. Mazda MX-5 NC da corsa: il canto del cigno nel 2015 Il prossimo sarà l’ultimo anno in cui vedremo in pista l’attuale MX-5 da corsa di terza generazione NC, che darà vita ancora una volta ad un campionato monomarca in Nord America in partnership con BFGoodrich. Dal 2016 in avanti invece l’attuale MX-5 da competizione potrà essere utilizzata soltanto in gare regionali, dal momento che arriverà la nuova versione presentata quest’oggi John Doonan, Direttore della divisione Motorsport per Mazda Nord America, ha dichiarato: «Da quando la MX-5 ha tagliato il traguardo per la prima volta nel 1990 quest’auto è diventata il mezzo ideale sia per i piloti di esperienza che per quelli alle prima armi. Del resto la MX-5 è per natura un’auto splendida da guidare, quindi è perfetta per muovere i primi passi o per affinare la propria tecnica nel motorsport. Per questo le MX-5 Cup hanno sempre raccolto grande partecipazione in giro per il mondo». notizia però è un’altra. Con questa vettura infatti la Casa di Hiroshima ha annunciato il ritorno di un campionato monomarca interamente dedicato alla nuova MX-5 che andrà in scena non solo negli Stati Uniti e in Asia, ma anche in Europa. A partire dal 2016 andranno in scena una serie di monomarca denominati Mazda Global MX-5 Cup in giro per il mondo, dove tutti utilizzeranno le stesse identiche auto, fornite direttamente dal costruttore giapponese. 49 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Giro del mondo Periodico elettronico di informazione motociclistica MERCEDES CLASSE G 900.000 KM, 215 PAESI, 24 ANNI. È IL VIAGGIO DEI RECORD Gunther Holtorf ha concluso il giro del mondo al volante di un’inossidabile Mercedes Classe G con cui ha percorso 900.000 km, di cui 250.000 in off-road. Un’impresa durata 25 anni che ha attraversato 215 Paesi Q uando si parla di icone nel mondo del fuoristrada ci sono pochi dubbi. La leggendaria Mercedes-Benz Classe G rimane forse il modello più amato tra gli appassionati. Lo testimonia il fatto che quest’auto mette d’accordo tutti, tanto che non si trova ancora oggi nessuno pronto a mettere in discussione il suo valore o la sua efficacia, quasi fosse circondata da un’aura soprannaturale. Con il suo design praticamente immutato da ben 35 anni, la Geländewagen viene considerata la regina del fuoristrada, capace di arrivare là dove altri invece non possono fare altro che arrendersi. Il giro del mondo in Classe G Per questo il fuoristrada tedesco negli anni si è resa protagonista di imprese eccezionali. L’ultima in ordine di tempo è quella di Gunther Holtorf, un settantasettenne che al volante della sua inossidabile Classe G e insieme alla moglie Christine ha da poco concluso il giro del mondo. «Nel 1988, quando acquistai la vettura, non ero molto convinto della promessa fatta da Mercedes-Benz, che più o meno suonava così: “Dove c’è una Classe G, c’è una strada”. Dopotutto avevo già visto alcuni posti nel mondo e sapevo più o meno cosa avrebbe dovuto sopportare la vettura durante questo tipo di giro del mondo», ha raccontato il settantasettenne Gunther Holtorf, protagonista 50 del leggendario viaggio. Pian piano questo scetticismo iniziale sparì, lasciando spazio alla fiducia incondizionata nelle capacità della Classe G. La simbiosi tra i Holtorf e Classe G aumentò, soprattutto nelle situazioni più pericolose. La 300 GD dei coniugi Holtorf ha percorso oltre 250.000 chilometri, su un totale di quasi 900.000, lontano dalle strade asfaltate. Strade coperte da ghiaia, fango, tratti disseminati di buche o percorsi di montagna in forte pendenza. Per le sospensioni ed il telaio, questo impegnativo viaggio equivale a circa 2,5 milioni di chilometri sulle normali strade dell’Europa centrale. Senza contare che “Otto” così come è stata battezzata dai suoi proprietari, ha dovuto affrontare le condizioni meteorologiche più disparate attraversando tutte le zone climatiche della terra: dal caldo implacabile del deserto al gelo della zona artica, passando per le piogge delle foreste pluviali. Un’impresa al limite Come se non bastasse, la 300 GD ha dovuto fare sempre i conti con il carico. Tra equipaggiamento e generi alimentari, taniche, utensili, verricello, ricambi e ruote di scorta, la vettura raggiungeva ben 3,3 tonnellate, ovvero circa 500 chilogrammi in più rispetto al peso complessivo ammesso. Solo il tetto doveva sostenere qualcosa come 400 chilogrammi. Ma secondo gli Holtorf, nemmeno questo ha fermato la vettura dei record: «Di fatto la nostra Classe G era sempre carica più del dovuto. Ecco perché ho montato molle rinforzate ed ammortizzatori adatti alle strade in cattive condizioni. Se non lo avessi fatto, Otto non sarebbe stata diversa dalle altre vetture prodotte in serie. L’intera catena cinematica con motore, cambio ed assi è ancora quella originale. Né il telaio, né la carrozzeria mostravano segni di fatica.» Quando la vettura ha tagliato il traguardo a Stoccarda, Gunther e sua moglie Christine Holtorf, nel frattempo venuta a mancare, avevano viaggiato in 215 Paesi. «Ho viaggiato davvero in tutto il mondo!», sottolinea l’ex pilota e manager presso una nota compagnia aerea. «Una sosta rapida con un timbro sul passaporto ed una foto simbolica con l’auto al confine? No, a noi non bastava! Dal nostro punto di vista, l’unico modo di viaggiare è attraversare il Paese in questione, entrare in contatto con le persone del luogo e conoscere tutte le loro sfaccettature.» Dopo aver conosciuto un Paese sulla base di questi criteri, un’altra linea rossa veniva tracciata sulla mappa personale del “TOUR DEI RECORD INTORNO AL MONDO 1990 - 2014”. Questa cartina, ormai definitiva, è attraversata da una serie di linee rosse e, nel corso della pianificazione del viaggio, ha aperto diverse porte a Gunther Holtorf, consentendogli di vivere avventure finora considerate impossibili. Basti pensare all’attraversamento di Paesi completamente inaccessibili come la Corea del Nord ed il Myanmar o l’incredibile tour della Cina, durante il quale ha guidato per 25.000 chilometri senza che nessuno lo sostituisse al volante. Gunther Holtorf definisce questi viaggi “tour da pionieri”. Era infatti la prima volta che una vettura straniera guidata da uno straniero poteva attraversare 51 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Giro del mondo Periodico elettronico di informazione motociclistica aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb nero. In entrambi i casi, le cuciture a contrasto rosse sottolineano il carattere sportivo di questa esclusiva special edition. Insieme al pacchetto Exclusive con plancia portastrumenti rivestita in pelle, al volante Performance AMG, alla finitura designo in nero pianoforte lucido e al padiglione nell’elegante microfibra designo DINAMICA nero, danno vita ad un abitacolo di lusso. I sedili Multicontour regolabili e climatizzati garantiscono il massimo comfort a bordo. Il listino della G Dark Edition parte da 107.594 euro (incl. IVA 22% e MSS) per la G 350 BlueTEC e 119.500 euro (incl. IVA 22% e MSS) per la G 500. Il tour dei record di 300 GD in breve questi Paesi così particolari. Prima che ‘Otto’ si goda la meritata pensione all’interno del Museo Mercedes-Benz, sarà in strada per altri due anni, a partire da fine febbraio 2015, e visiterà i centri Mercedes-Benz ed i punti vendita ed assistenza autorizzati in Germania ed in Europa. ‘Otto’ accompagnerà, infatti, un’esposizione itinerante appositamente allestita che ripercorrerà le tappe del viaggio e le esperienze più belle. Classe G Dark Edition: celebra 35 anni di carriera In 35 anni, Classe G non si è mai allontanata dalla sua silhouette originale. Per festeggiare questo importante anniversario è stata realizzata l’esclusiva serie speciale Edition 35 per G 350 BlueTEC e G 500. Questa limited edition è caratterizzata dalla livrea designo “mystic” bianco brillante o argento palladio metallizzato, cerchi in lega a 5 52 razze da 18 pollici in colore nero brillante, paraurti anteriore e posteriore, passaruota, specchietti esterni e tetto in colore nero ossidiana metallizzato. Chi è alla ricerca di un tocco più discreto può optare per la verniciatura nero ossidiana metallizzato per la carrozzeria. Gli esclusivi dettagli di design si inseriscono poi armoniosamente nell’intera vettura. Il pacchetto Sport (di serie), che comprende tra l’altro passaruota AMG e, nella versione G 500, terminali di scarico sportivi, ed il pacchetto Chrome con dettagli cromati nella griglia del radiatore ed intorno al pannello di comando per la regolazione dei sedili ed agli altoparlanti o i pannelli delle soglie nel vano bagagli con il logo “Mercedes-Benz”, rendono l’auto unica e ancora più affascinante. Per gli interni sono disponibili a scelta due rivestimenti in pelle pregiata e opzioni di allestimenti nella versione bicolore designo porcellana/nero o monocolore designo Motore: diesel a 5 cilindri in linea Formazione della miscela: Iniezione indiretta con precamera, pompa d’iniezione a pistone Bosch Cilindrata, cm3: 3.005 Potenza, kW/CV: 65/88 a 4.000 giri/min Coppia, Nm: 170 a 2.400 giri/min Cambio/trazione: Cambio manuale a 4 marce, trazione integrale inseribile, marce ridotte, bloccaggi del differenziale inseribili su asse anteriore/ posteriore Lunghezza/larghezza/altezza, mm: 4.395/1.700/1.950 Passo, mm: 2.850 Peso a vuoto/carico utile, kg: 2.105/695 Peso di “Otto” per la spedizione, kg: 3.300 Velocità massima, km/h: 130 Durata: 26 anni Chilometri totali percorsi: 897.000, equivalenti a circa 22 volte il giro del mondo o al percorso dalla Terra alla Luna e ritorno più due volte il giro del mondo Chilometri percorsi in off-road: 250.000 Paesi visitati: 215 Confini attraversati: 410 (fuori dall’Europa) Trasporti marittimi/spedizioni in container: 41 Viaggi su imbarcazioni d’alto mare: 113 Punto più alto raggiunto: Campo base del monte Everest, 5.200 metri sul livello del mare Punti più bassi raggiunti: Mar Morto/Death Valley, entrambi circa 150 metri al di sotto del livello del mare Luogo più freddo raggiunto: Nei pressi di Irkutsk, Siberia, -27 °C Luogo più caldo raggiunto: Outback australiano nei pressi di Alice Springs, +50 °C Tempo totale passato alla guida equivalente a 3,5 anni Soste alle frontiere equivalenti a circa sei mesi Dati tecnici Mercedes-Benz 300 GD Struttura/carrozzeria: Telaio a longheroni e traverse con carrozzeria imbullonata, station-wagon a passo lungo 53 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Attualità Periodico elettronico di informazione motociclistica Cosa dice la norma ENRICO DE VITA GUIDI UN’AUTO INTESTATA AD UN ALTRO? ATTENZIONE ALLA MULTA. «FACCIAMO CHIAREZZA» Si chiama “intestazione temporanea” e impone di avere sul libretto lo stesso nome di chi si trova al volante di un mezzo. Si rischiano multe salate ma non vale per tutti. Il nostro editorialista Enrico De Vita ci spiega come stanno le cose N ei giorni scorsi si è scatenato il caos a causa della nuova norma che introduce l’intestazione temporanea, imponendo di avere sul libretto di circolazione lo stesso nome di chi si trova al volante di un mezzo. 54 Titoloni sui giornali, automobilisti impauriti dalla minaccia di multe da 700 euro e tanta confusione. In realtà, se andiamo a vedere i fatti è tutto molto più semplice e non c’è nulla da temere, nonostante la complessità della norma che sta per entrare in vigore. La novità infatti non riguarda tutti in in maniera indiscriminata. Vediamo quindi cosa dice nello specifico la norma e cosa prevede in caso di inadempienza. A partire dal 3 novembre, solo se l’uso del mezzo si protrae oltre i 30 giorni, il proprietario e intestatario della carta di circolazione, qualora ovviamente non coincida con l’utilizzatore del veicolo, avrà l’obbligo di comunicare all’Archivio Nazionale dei Veicoli della Motorizzazione Civile i dati di colui che è in possesso di quel veicolo. In caso di omissione è prevista una sanzione di 705 euro, oltre al ritiro della carta di circolazione. La norma, prevista da una circolare della Motorizzazione del 10 luglio attuativa dell’articolo 94 4 bis del codice della strada, non riguarda però le auto prestate ai familiari. E’ bastato questo, unito a qualche articolo (fin troppo) impreciso apparso in Rete negli scorsi giorni, a far scatenare il finimondo tra automobilisti e motociclisti. “Non potrò far guidare l’auto a mio figlio?”, “Non siamo sposati, la mia compagna potrà guidare la mia auto?”, “Come devo fare a mettermi in regola?”. Per fare chiarezza una volta per tutte viene in soccorso il nostro editorialista Enrico De Vita, che è intervenuto a Isoradio, intervistato da Elena Carbonari, per rispondere a tutti i dubbi e i timori degli ascoltatori. De Vita ha risposto personalmente a numerosi quesiti degli ascoltatori, ecco le domande più frequenti con le risposte più significative, che sgomberano il campo da dubbi e timori. Nessun problema per i familiari e per chi guida saltuariamente Perché è stata introdotta questa norma? «Lo spirito della norma è quello di andare a scovare chi intesta centinaia di vetture ad prestanome fittizi, magari novantenni. Ma si vogliono andare a colpire anche coloro che guidano auto aziendali, delle quali non si conosce il reale proprietario. In questi casi infatti, se non si viaggia con un documento che attesti un comodato d’uso, le forze dell’ordine si trovano con le mani legate, perché non hanno la possibilità di risalire eventualmente ad un’auto rubata». Sono un papà e possiedo tre veicoli intestati a mio nome. Possono guidare i mezzi anche moglie e figli? «Assolutamente sì, in questo caso non occorre fare nulla. È sufficiente che i documenti di identità delle tre persone presentino la stessa residenza. Nel caso in cui la residenza non dovesse coincidere, comunque non ci sono comunque problemi, basta dichiarare in caso di fermo di guidare l’auto occasionalmente e non in maniera continuativa da più di 30 giorni». Guido un’auto intestata al mio compagno, non siamo sposati e non abbiamo lo stesso indirizzo di residenza. Cosa devo fare? «Anche in questo caso nulla. Se si venisse fermati da un posto di blocco alla richiesta “Da quanto utilizza quest’auto?” basta non dire “Da più trenta giorni”. Se si dovesse dichiarare invece di utilizzare un’auto intestata ad un altro rispetto a chi guida in esclusiva da più di 30 giorni, occorrerebbe aver comunicato all’Archivio Nazionale Veicoli (ANV) il nome di colui che utilizza il mezzo per più di 30 giorni unito a quello dell’intestatario del veicolo». 30 giorni. Ma da quando? Che cos’è l’Archivio Nazionale Veicoli (ANV)? «Oltre a quello della Motorizzazione e del PRA è stato creato un nuovo registro, l’Archivio Nazionale Veicoli (ANV), che immagino (e spero) andrà a sostituire i due elenchi precedenti. Potrebbe essere una soluzione utile anche per tracciare le auto rubate e per consegnare alle forze dell’ordine un elenco con la storia esatta di ciascun veicolo». Se siamo coniugi separati possiamo continuare a guidare tranquillamente? «Sì, anche i separati non hanno problemi. Basta non dichiarare di guidare il mezzo in maniera esclusiva per oltre trenta giorni». 55 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Come dimostro che guido un veicolo da meno di 30 giorni? «Questo punto è molto importante. È la Polizia che deve dimostrare che il veicolo viene guidato in maniera continuativa da più di 30 giorni, se vuole contestare un’infrazione avvenuta in quel periodo. Per questo è importante non dichiarare alla Polizia che si sta utilizzando l’auto da oltre un mese, se non si hanno i documenti in regola e soprattutto se si utilizza l’automobile soltanto saltuariamente, in modo occasionale e non esclusivo». Come fare a mettersi in regola E chi invece deve guidare un’auto non propria in maniera esclusiva e continuativa per più di 30 giorni cosa deve fare per mettersi in regola e stare tranquillo? «Chi prende in prestito un’auto, come per esempio noi giornalisti che riceviamo i veicoli in prova per testarli, può guidarla regolarmente anche per più di 30 giorni. A patto che vengano iscritte alla Motorizzazione sul registro dell’Archivio, sia il nome della società che concede il mezzo, sia quello di chi la riceve in concessione». In pratica cosa si deve fare? «Si devono compilare due moduli (si possono ricavare tranquillamente dal sito dedicato del governo). Uno con i dati dell’intestatario del mezzo, l’altro con quelli di colui che guiderà il veicolo in maniera continuativa per più di 30 giorni. A questo punto verrà emesso un tagliandino da applicare al libretto di circolazione. Tutto qui ». Si deve andare per forza alla Motorizzazione? «Assolutamente no, ci si può servire anche comodamente di un’agenzia di pratiche automobilistiche, che però va retribuita a parte». Dai 25 euro... in su! Quanto costa mettersi in regola? «Se si fa tutto autonomamente, tramite Motorizzazione, occorre pagare 25 euro per mettersi in 56 Attualità Periodico elettronico di informazione motociclistica regola. Di questi 16 sono di bollo, mentre 9 sono “diritti della “Motorizzazione”. Se invece ci si rivolge ad un’agenzia di pratiche auto è chiaro che bisognerà mettere in conto un sovraprezzo per il servizio offerto, che ancora non è noto e può variare da zona a zona». Quindi, in sostanza, per stare tranquilli, basta recarsi ad un’agenzia di pratiche auto? «La Motorizzazione ha prodotto una circolare di ben 47 pagine, così complessa, burocratica e incomprensibile (Si può trovare la circolare ministeriale a questo link) per convincere, alla fine, che basta andare ad un’agenzia di pratiche automobilistiche per regolarizzare la posizione di chi concede il mezzo e di chi in effetti lo guiderà». Ma non doveva essere una semplificazione? «Mi spiace dirlo, ma ancora una volta invece di semplificare si è complicata enormemente la questione per il cittadino. La circolare è notevolmente complessa ma non riesce a spiegare nemmeno tutti i casi possibili. Per questo, in casi limite, particolarmente rari e complessi, si dovrà trovare risposte ad hoc, di volta in volta». E in caso di intestatari stranieri? «Vale sempre la stessa risposta. In caso sia alla guida una persona diversa dall’intestatario che usi il veicolo in maniera esclusiva per più di 30 giorni, occorre comunicare i dati. Sia quelli dell’intestatario sia quelli di colui cui viene affidato il mezzo. In caso contrario si può sospettare che ci si trovi di fronte ad un veicolo rubato». L’assicurazione è intestata a me, ma l’auto di mio cognato. Cosa devo fare? «Sono due cose diverse e non creano nessun problema. Si può tranquillamente avere un mezzo intestato ad una persona e l’assicurazione che fa capo ad un altro. Ciò che conta ai fini di questa circolare è l’intestatario che figura sul libretto di circolazione». Auto a noleggio e flotte E come funziona per chi guida un’auto con noleggio a lungo termine? «Il “noleggiante”, ovvero quello che la norma definisce il locatore, deve mandare un avviso alla Motorizzazione comunicando il nome del destinatario che riceverà la vettura in uso, cioè il locatario, nonché la data di inizio e di fine della locazione. Costui dovrà a sua volta riempire un altro modulo nel quale dichiara di aver accettato la proposta di noleggio del locatore. Entrambi i moduli poi permetteranno di avere il famoso tagliandino da applicare al libretto di circolazione». E cosa cambia con il noleggio con conducente? «In questo caso non bisogna fare nulla perché chi chiama un NCC è semplicemente un passeggero. Discorso diverso invece per la ditta che possiede vetture NCC. Il proprietario della società doveva già in passato mettere in regola i suoi autisti, le loro patenti di guida e i singoli veicoli adibiti al servizio.» Vale anche per mezzi pesanti? «Questa norma vale fino alle 6 tonnellate. Per veicoli di peso superiore non si applica più. Così come non si applica alle aziende di trasporti che hanno già un loro registro degli autisti». 57 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Questo è il motore Ford a due tempi, con tre cilindri in linea, realizzato negli anni Novanta secondo lo schema Orbital, +con iniezione diretta pneumoassistita TECNICA E STORIA LE AUTOMOBILI A DUE TEMPI di Massimo Clarke | In passato i motori di questo tipo hanno avuto una discreta diffusione e pochi anni fa alcune case hanno preso in seria considerazione l’idea di un loro rilancio N ella storia dell’auto non sono stati pochi i costruttori che hanno utilizzato i semplici e compatti motori a due tempi ad accensione per scintilla (ossia a ciclo Otto) per i loro modelli più economici. Alcuni hanno fatto il loro ingresso nel settore delle quattro ruote proprio grazie ad essi. In passato c’è stato anche chi ha pensato a loro perché erano in grado di fornire prestazioni molto elevate in relazione alla cilindrata. E una casa grande e benemerita, la tedesca DKW, ha 58 Tecnica Periodico elettronico di informazione motociclistica utilizzato esclusivamente motori di questo tipo su tutte le vetture prodotte nel corso della sua lunga esistenza. Le fasi In ogni cilindro di un motore a due tempi le quattro fasi del ciclo di funzionamento (aspirazione, compressione, espansione e scarico) si svolgono in due sole corse del pistone, ovvero in un unico giro dell’albero a gomito. Lo schema convenzionale prevede che l’ingresso e l’uscita dei gas Nei due tempi moderni l’aspirazione nella camera di manovella è controllata da una valvola a lamelle e i condotti di travaso sono in genere cinque. Le frecce mostrano il flusso dei gas all’interno del motore avvengano attraverso apposite aperture (dette luci) praticate nelle pareti del cilindro, che nei momenti opportuni vengono aperte o chiuse dal pistone. La miscela aria-carburante viene aspirata nella camera di manovella quando il pistone sale verso il punto morto superiore (creando una depressione sotto di sé), per essere successivamente inviata al cilindro, tramite i condotti di travaso, quando esso compie la corsa discendente, spostandosi verso il punto morto inferiore. In passato l’apertura e la chiusura della luce di aspirazione erano determinate dal mantello del pistone, che la ostruiva o la scopriva nei momenti opportuni; da diversi anni a questa parte però tale funzione viene svolta praticamente sempre da una valvola a lamelle. Il pistone però controlla sempre le altre luci, attraverso le quali i gas entrano ed escono dal cilindro. Verso il termine della fase di espansione, mentre si sta avvicinando al punto morto inferiore, il pistone scopre la luce di scarico, nella quale grazie alla loro pressione si riversano i gas combusti. Poco dopo, continuando a spostarsi verso il punto morto inferiore, il pistone scopre anche le luci di travaso. Poi, dopo avere invertito il senso del suo movimento (ovvero avere iniziato ad allontanarsi dal punto morto inferiore per dirigersi verso quello superore), avviene il contrario: il pistone prima chiude le luci di travaso e poco dopo anche quella di scarico, per iniziare la fase di compressione. Due condotti di travaso Questo vuol dire che la miscela aria-carburante entra nel cilindro mentre la luce di scarico è aperta. Il lavaggio, cioè la sostituzione dei gas combusti da parte della miscela fresca, non è certamente buono e inevitabilmente una parte considerevole della miscela stessa esce attraverso la luce di scarico. In un passato ormai molto lontano in ogni cilindro vi era una sola luce di travaso e il lavaggio era a corrente trasversale, con il flusso entrante che veniva indirizzato 59 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito La Fiat aveva scelto la strada del due tempi già negli anni Venti per un suo motore da competizione. verso l’alto da un deflettore del quale era dotato il pistone. Poi si è affermato il lavaggio a correnti tangenziali, decisamente superiore, con pistone a cielo piano o quasi. I condotti di travaso sono così diventati due; successivamente il loro numero è passato a quattro e poi a cinque (che da tempo è la soluzione standard); in campo motociclistico sono stati realizzati anche cilindri dotati di sei o sette travasi. Per quanto riguarda la lubrificazione, non si può fare ricorso alla circolazione di olio in pressione, come avviene per i quattro tempi, e pertanto si adotta un sistema “a nebbia”; questo rende impossibile l’impiego di bronzine per le bielle e per il banco. Si devono quindi utilizzare cuscinetti a rotolamento (ben poco esigenti, in fatto di lubrificazione). In caso di motori di prestazioni elevate, ciò rende a sua volta necessaria l’adozione di un albero a gomiti composito, che consente impiegare cuscinetti 60 Tecnica Periodico elettronico di informazione motociclistica con anelli esterni in un sol pezzo; questa soluzione costituisce la norma, in campo motociclistico. Il fatto di avere in ciascun cilindro una fase utile ad ogni giro dell’albero, anziché ogni due (come avviene nei motori a quattro tempi), è a dir poco interessante. Con un opportuno sfruttamento delle onde di pressione che percorrono il sistema di scarico, ciò rende possibile il raggiungimento di potenze specifiche elevatissime. Semplificazioni Pure poter fare a meno degli alberi a camme, delle valvole con relative molle, etc… non è affatto male. I motori possono così essere piccoli, leggeri ed estremamente semplici dal punto di vista meccanico. E al tempo stesso essere davvero “pepati”. Le moto da Gran Premio a due tempi, da qualche anno sostituite da quelle a quattro per via dei nuovi regolamenti, avevano potenze Sezione del motore a due tempi realizzato e provato lungamente dalla Fiat nei primi anni Novanta specifiche che addirittura superavano i 400 cavalli/litro, e questo senza fare ricorso ad alcun compressore. Le 250 erano arrivate ad erogare poco più di 100 cavalli, e le 125 oltre 50! I motori a due tempi però hanno anche degli svantaggi, e non di poco conto. Come già visto, lo schema convenzionale prevede che l’aspirazione abbia luogo nelle camere di manovella, da dove la miscela aria-carburante viene poi inviata ai cilindri tramite i condotti di travaso, e che la lubrificazione sia “a perdita”, senza circolazione di olio. Con una alimentazione di tipo tradizionale, ossia a carburatore o a iniezione indiretta, a causa del cattivo lavaggio una buona parte della benzina fornita al motore (anche più del 25%) esce direttamente dalla luce di scarico, senza rimanere nel cilindro per prendere parte alla combustione. La cosa comporta consumi molto alti ed emissioni di scarico di gran lunga più elevate di quelle che si hanno nei motori a quattro tempi. Per eliminare questo inconveniente sono stati messi a punto alcuni sistemi di iniezione diretta particolarmente evoluti, che trovano attualmente ampio impiego nelle motoslitte e nei fuoribordo. In tal modo i travasi inviano al cilindro solo aria e il carburante viene iniettato quando non può più uscire attraverso la luce di scarico. I consumi possono allora scendere a livello di quelli dei motori a quattro tempi; nel funzionamento con la valvola del gas aperta solo parzialmente si possono ottenere risultati ancora migliori, grazie alle inferiori perdite per pompaggio. Pure le emissioni di idrocarburi possono ridursi in misura assai considerevole, raggiungendo valori molto modesti. Occorre fare ancora i conti con la fuoriuscita di olio allo scarico causata dalla lubrificazione a perdita; la quantità non è elevata (ma non si può comunque scendere più di tanto!) e un buon catalizzatore 61 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Tecnica Periodico elettronico di informazione motociclistica nato a una vettura da competizione. Negli anni Novanta una strada analoga a quella della Fiat è stata sondata dalla Ford, dalla PSA e dall’istituto francese del petrolio. Perfino la Ferrari si è interessata al due tempi, con ben altri obiettivi, realizzando un interessante tricilindrico sperimentale con lavaggio a corrente unidirezionale, contraddistinto dalla sigla F134. Alberi a gomiti monolitici L’impiego di alberi a gomiti monolitici lavoranti su bronzine, abbinati a sistemi di lubrificazione con circolazione di olio in pressione, è possibile anche nei motori a due tempi, se si adotta una “pompa di lavaggio” esterna azionata dal motore, ovvero un compressore volumetrico. Sempre all’inizio degli anni Novanta più di un costruttore ha realizzato motori sperimentali di questo genere (con valvole in testa e uno o due alberi a camme). Nessuno però è uscito dallo stadio di prototipo. A quel punto si perdeva la grande semplicità tipica dei due tempi di schema classico e i costi di fabbricazione diventavano analoghi Nei due tempi moderni l’aspirazione nella camera di manovella è controllata da una valvola a lamelle e i condotti di travaso sono in genere cinque. Le frecce mostrano il flusso dei gas all’interno del motore appare in grado di risolvere il problema. Questo però non vuol dire che lo possa fare per chilometraggi molto elevati… Questione di durata Gli attuali motori automobilistici hanno durate nettamente superiori ai 200.000 km e sotto questo aspetto sembra che i due tempi siano abbastanza lontani dal poter risultare davvero competitivi. I segmenti hanno a che fare con le luci, che a lungo andare non rendono certo agevole la loro vita. E i cuscinetti di banco e di biella a rotolamento, indispensabili nei due tempi di schema classico, per quanto possano essere longevi non hanno durate paragonabili a quelle bronzine, in particolare nelle condizioni di lubrificazione delle quali si è detto. Nella prima metà degli anni 62 a quelli dei motori a quattro tempi. E le valvole di ogni cilindro, a pari regime di rotazione, nell’unità di tempo dovevano aprirsi un numero doppio di volte, rispetto a quelle di un quattro tempi… Una alternativa meno costosa prevedeva un lavaggio a correnti tangenziali (niente valvole, quindi), sempre abbinato all’impiego di una pompa esterna. Da qualche anno sono di grande attualità i motori realizzati all’insegna del Downsizing. Invariabilmente a quattro tempi, sono tutti piccoli e molto spinti, grazie alla sovralimentazione. Il continuo e preciso rilevamento dei parametri di funzionamento e l’accurata gestione della accensione, della iniezione e della pressione di alimentazione resa possibile dalla elettronica consentono risultati impensabili fino a pochi anni fa, in termini sia di prestazioni che di contenimento delle emissioni e dei consumi. La strada così intrapresa dai costruttori presenta diverse analogie con quella alla quale molti tecnici pensavano quando, circa venticinque anni fa, hanno rivolto le loro attenzioni ai motori a due tempi, piccoli, leggeri e in grado di fornire tanti cavalli. Schema del funzionamento di un motore a due tempi. La miscela aria-benzina viene aspirata nella camera di manovella, dalla quale passa poi al cilindro tramite il condotto di travaso Novanta la Fiat ha realizzato un interessante motore a due tempi a tre cilindri, piccolo e leggero ma in grado di fornire prestazioni notevoli, col quale sono state anche compiute numerose prove su strada, con risultati molto incoraggianti. Il motore era stato sviluppato partendo dalla tecnologia messa a punto dalla Orbital, con una iniezione diretta pneumoassistita; l’aspirazione avveniva nelle camere di manovella ed era controllata da valvole a lamelle. A porre fine al programma di sviluppo, cancellando la possibilità di utilizzazione sulle auto di serie, pare sia stata fondamentalmente l’impossibilità di ottenere una vita utile accettabile. È interessante osservare che la casa torinese aveva già rivolto le sue attenzioni ai motori a due tempi negli anni Venti, per realizzare un 1500 (a pistoni opposti!) desti63 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito FORMULA 1 BRASILE 2014 LE PAGELLE DEL GP DI INTERLAGOS di Giovanni Bregant | Le pagelle del GP di Formula 1 del Brasile. Dal 10 di Rosberg vincitore della gara passando per tutto lo schieramento F orse troppo tardi, ma la riscossa di Rosberg è finalmente arrivata: in una gara in cui non aveva quasi niente da perdere, il tedesco ha guidato alla perfezione fin dal sabato. Per lui pole position e una gara condotta sempre davanti ad Hamilton. Veloce e immune da errori, nel finale ha dimostrato di saper essere altrettanto veloce rispetto al rivale e di riuscire a controllarlo con autorevolezza, senza mai offrirgli una reale possibilità di sorpasso. Voto 10 quindi e la consapevolezza che, comunque vada a finire il Mondiale tra due settimane, Rosberg è stato un degno aspirante al titolo. 64 Formula 1 Periodico elettronico di informazione motociclistica “Solo” voto 8 ad Hamilton invece, che a Interlagos è tornato a essere falloso: in qualifica, dove un paio di bloccaggi gli hanno precluso la pole, e in gara, dove è andato in testacoda mentre spingeva al massimo per superare su Rosberg. Certo il team lo ha tenuto in pista un giro di troppo, ma a guidare era pur sempre lui, come ha ammesso anche l’inglese. La rimonta successiva è stata furiosa e pareva destinata al successo, come ad Austin, ma il tedesco in realtà stava solo gestendo: l’inglese l’ha capito e comunque non si è arreso, provando ad avvicinarsi fino alla fine. Tenace. Oltre le due Mercedes Voto 9 a Massa, che nel suo Brasile disputa forse la gara più bella dell’anno, issandosi costantemente come “migliore degli altri”: per lui il podio nel gran premio di casa è il premio meritato per una stagione comunque positiva, nella quale ha fatto meglio di quanto ci si poteva attendere alla vigilia dalla Williams, ma forse anche da lui. Rinato. In effetti, la gara di San Paolo ha visto più di una resurrezione. Prendete Button per esempio: stavolta è andato forte anche in qualifica (5°) e in gara ha lottato con successo con Alonso e Vettel, andando a conquistare un ottimo 4° tempo. Niente male per uno di cui Ron Dennis non vede l’ora di liberarsi: voto 9, da ingaggiare! E che dire di Vettel? È stato davanti a Ricciardo in qualifica e anche in gara (finchè l’australiano non è stato costretto al ritiro), per una volta senza l’ombra dei mille problemi di guidabilità di cui si è lamentato per tutto l’anno. Certo le imprese di un anno fa sembrano lontanissime, ma è già qualcosa. Voto 7,5, aspettando di vederlo in rosso. In quel di Maranello E a proposito di rosso Ferrari, alla penultima gara della stagione ha dato segni di risveglio anche Raikkonen, che si è esibito in quella che era la sua specialità il Lotus (fare un pit in meno senza finire sulle tele) e in duelli duri ma correttissimi con Button e Alonso. Meglio tardi che mai, si potrebbe dire: comunque voto 7,5. Alonso, in ogni caso, continua nella sua strategia di farsi già rimpiangere dai tifosi ferraristi, compresi quelli che in fondo non l’hanno mai amato davvero: in qualifica è stato davanti al finlandese e anche in gara, al di là delle diverse strategie, ha dato l’idea di avere una marcia in più del compagno. Per lo spagnolo la solita gara grintosa, anche se senza acuti particolari: del resto provateci voi a combinare qualcosa di buono con l’auto di quest’anno. Per lui quindi un misero 6° posto alla fine, ma anche la consapevolezza di averci provato fino in fondo, come sempre. Voto 8, sempre combattivo. 65 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito La gara dei risvegli Tra i “risvegli” di Interlagos va messo anche quello di Hulkenberg (voto 8), tornato a punti e autore di una gara consistente con una Force India senza molta liquidità e quindi anche senza sviluppi tecnici, mentre le ambizioni di Perez (voto 6 sulla fiducia) sono state cancellate prima ancora di partire per il Brasile per effetto della penalizzazione al via inflitta al messicano per l’incidente di Austin. Ha molto da recriminare anche Bottas (voto 7), che ha perso una vita - e un possibile 4° posto - per l’ennesimo erroraccio del box Williams (è proprio vero che certe cose non cambiano mai), ma va anche detto che per tutto il fine settimana il finlandese non è mai stato all’altezza 66 Periodico elettronico di informazione motociclistica Formula 1 di Massa. Concreta, ma lontana dagli standard di Button, la prova di Magnussen, che ha l’attenuante di non aver mai girato prima a Interlagos: voto 6,5, l’apprendistato continua (bene). Consistente, ma senza punti, anche la prova di Kvyat, che ad un certo punto si è trovato perfino 2°, ma naturalmente quando si è fermato ai box è rientrato nei ranghi: per il russo, comunque, è tutta esperienza in più (voto 6,5). Infine, meno brillante del solito, e assai più sfortunato del consueto, il suo futuro compagno di squadra Ricciardo: costretto al ritiro, stavolta non ha dato l’impressione di poter fare la differenza, come in altre gare, ma gli vanno riconosciute le attenuanti generiche di un’auto non al top (voto 6,5). 67 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Formula 1 aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb BRIATORE ACCUSA LA FERRARI «VETTEL? UNA SCELTA SBAGLIATA» di Paolo Ciccarone | Flavio Briatore accusa la Ferrari di aver fatto la scelta sbagliata sostituendo Alonso. E la critica vola sul Web T witter è un moderno mezzo di comunicazione di massa e ogni tanto ci regala delle perle. L’ultima della serie è l’attacco che Flavio Briatore ha portato alla stampa italiana e alla Ferrari. «Alonso ha salvato ancora una volta la baracca nelle qualifiche ma la stampa italiana parla ed elogia solo Raikkonen» ha attaccato, con la pronta risposta di un altro vip, Red Ronnie, che deve il suo nome d’arte al tifo per Ronnie Peterson. Gabriele Ansaloni, così all’anagrafe, è legato a Briatore da amicizia da tempi lontani, tanto che a Taormina, nel 1996, fu lui a presentare la squadra che con Alesi e Berger attraversò in F.1 le strade della città sicula prima di lanciare la monoposto nel teatro greco. Ebbene Red Ronnie rincara la dose: «Hanno preso Vettel, ma ha dimostrato che sa vincere solo con una macchina vincente e quindi alla Ferrari non vincerà più». Pronta la replica di Briatore: «Se volevano uno della Red Bull, io avrei preso Ricciardo» mica quello sbagliato tanto per intendersi. Non è la prima volta negli ultimi tempi 68 che Briatore interviene sulle vicende di Maranello e se lo fa non è un caso. Monza 2013, quando fu annunciato l’arrivo di Raikkonen, Flavio era nel box della Ferrari, ospite di Montezemolo (i casi della vita, prima si detestavano poi si son ritrovati su posizioni univoche, ndr) e all’annuncio di Raikkonen Briatore fu secco: «Hanno sbagliato, non è veloce quanto Fernando (anzi Ferdinando come lo chiama lui), non sarà un problema stargli davanti in gara e in prova, è una pratica già superata, dovevano prendere un giovane emergente o tenersi Massa un altro anno». Dodici mesi dopo Briatore ha dimostrato di avere ragione in pieno e se ora contesta l’operato della Ferrari, dall’arrivo di Vettel allo scaricare Alonso (di cui in fondo è ancora manager…) si vede che la tregua è finita e tutti questi messaggi in codice per l’ambiente, ma abbastanza chiari del Flavio Pensiero via Twitter, fanno capire che presto, molto presto, qualcuno vuoterà il sacco e Briatore sarà al centro di clamorose rivelazioni che a Maranello, di sicuro, non faranno piacere. 69 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Campioni Periodico elettronico di informazione motociclistica Cosa provava a guidare quest’auto meravigliosa durante una gara? «Era sempre un gran bel divertimento. Per quell’epoca l’auto era davvero eccezionale. Ci siamo divertiti tantissimo con quest’auto e io, insieme al mio navigatore e alla squadra, abbiamo portato a casa risultati incredibili. È stato un periodo fantastico per Audi». Qual è il ricordo migliore legato a quest’auto? «Ne ho davvero tantissimi ovviamente. Forse il più bello però rimane l’arrivo al Rally della Costa d’Avorio quando, tagliando il traguardo, ho vinto il Campionato del Mondo. È stata una sensazione incredibile». Cos’ha pensato quando ha tagliato il traguardo, laureandosi Campione del Mondo Rally? «Era stata una stagione davvero durissima ma alla fine la fortuna era girata dalla mia parte. E questa era la cosa più importante». E qual è invece il ricordo peggiore legato a quest’auto? «Sono davvero pochissimi i momenti brutti passati con questa macchina. Forse il peggiore però rimane il Safari Rally. Eravamo in gara con l’Audi Sport quattro. Eravamo velocissimi nei test e anche nelle prove libere. Ricordo che era fantastica da guidare. Ma nei rally non si può dare mai niente per scontato. Venimmo fermati da stupidi problemi alla trasmissione. Fu un vero peccato. L’auto nei test era davvero perfetta e pensavamo di conquistare un’altra facile e fantastica vittoria. Invece questo non si verificò...» Qual era il rapporto con i suoi grandi “nemici” in gara, Markku Alen e Hannu Mikkola? «A quel tempo prendevamo parte ad un rally, ci battevamo l’un con l’altro, ma poi eravamo tutti amici». Davvero fantastico «Sì, è stato davvero un periodo fantastico. Oggi è STIG BLOMQVIST «UN TEMPO I PILOTI ERANO AMICI OLTRE CHE RIVALI. OGGI È TUTTO CAMBIATO» di Matteo Valenti | Stig Blomqvist, Campione del Mondo Rally nel 1984 al volante della leggendaria Audi quattro, ci racconta com’è cambiato il mondo del rally rispetto a 30 anni fa, quando tutto sembrava essere molto più genuino S tig Blomqvist, Campione del Mondo Rally nel 1984 al volante della leggendaria Audi quattro, ci racconta com’è cambiato il mondo del rally rispetto a 30 anni fa, quando tutto sembrava essere molto più genuino. Lo abbiamo incontrato ad Auto e Moto d’Epoca 2014, dove era ospite dello stand di Audi Sport Club Italia. 70 Nel 1984 vince il Mondiale Rally con la mitica Audi quattro. Cosa ricorda di questa particolare annata? «Il 1984 è stato certamente un anno fantastico, in cui ho conquistato il Mondiale Rally. Ho ancora moltissimi ricordi bellissimi legati a quell’anno. Non li dimenticherò mai. È stata davvero fantastico». 71 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito tutto diverso, tutto meno accessibile. Durante le gare i team si stabiliscono in posti differenti l’uno dall’altro. Tutte le squadre si guardano in maniera dura l’una con l’altra. Credo quindi che io, Alen e Mikkola ci troveremmo tutti d’accordo. All’epoca abbiamo vissuto dei momenti fantastici». Preferisce guidare su terra o asfalto? «Su terra, senza dubbio. Vengo dalla Svezia quindi amo per natura correre su terra e neve». Ama ancora guidare auto da rally oggi? «Sì certamente, è sempre un gran divertimento. Prendo parte ad un po’ di rally con auto storiche e mi diverto sempre moltissimo». Anche al Rally Legend? «Sì, sono stato al Rally Legend a San Marino ed è stato davvero bellissimo». Cosa pensa del Mondiale Rally di oggi e degli 72 Periodico elettronico di informazione motociclistica Campioni attuali piloti di rally? «Non si può naturalmente paragonare per davvero il rally di oggi con quello degli anni ‘80. Oggi è tutto diverso. Le auto presentano differenze enormi rispetto al passato e per certi aspetti anche le gare sono cambiate molto. Quindi è davvero difficile paragonare epoche così diverse. Poi naturalmente i piloti di oggi sono davvero bravi e veloci. Oggi le gare si sono trasformate in qualcosa di simile ad uno sprint rally, quindi chiaramente i piloti si sono dovuti adeguare». A suo parere quello di oggi può ancora essere considerato rally? «Sì, certo, il rally rimane sempre nel mio cuore. Del resto correre è quello che ho fatto per la maggior parte della mia vita». Grazie davvero Stig è stato un piacere conoscerla «Grazie a voi». 73 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Campioni EDITORE: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. Iva 11921100159 REDAZIONE Ippolito Fassati Emiliano Perucca Orfei Alessandro Colombo Aimone Dal Pozzo Francesco Paolillo Andrea Perfetti Matteo Valenti GRAFICA Thomas Bressani COLLABORATORI Massimo Clarke (Tecnica) Enrico De Vita Claudio Pavanello (Epoca) Alfonso Rago Antonio Gola COPYRIGHT Tutto il materiale contenuto su Automoto.it Magazine è oggetto di diritti esclusivi di CRM S.r.l. con sede in Milano, Via Melzo 9. Ne è vietata quindi ogni riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione scritta di CRM S.r.l. Automoto.it Via Melzo 9- 20129 Milano Reg. trib. Mi Num. 680 del 26/11/2003 Capitale Sociale Euro 10.000 i.v. Email: [email protected] 74 75