Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Numero 57 27 Gennaio 2015 99 Pagine Periodico elettronico di informazione automobilistica Mercedes C 220 Fiat 500X Dakar 2015 In abito lungo, la C 220 conferma i livelli di comfort e piacere di guida della berlina La Fiat 500X ci ha convinto per un look davvero ben riuscito e per la grande abbondanza di motorizzazioni e cambi disponibili Cronache, classifiche, interviste, storie BlueTEC Automatic Station Wagon Ha l’X-Factor Lo Speciale dedicato alla corsa | PROVA SU STRADA | Audi RS Q3 da Pag. 2 a Pag. 17 All’Interno NEWS: Ford GT concept | Chevrolet Volt | Nuova Acura (Honda) NSX | Ford F-150 Raptor | Porsche 911 Targa 4 GTS M. Clarke La distribuzione: bilancieri a dito o bicchierini? | F1: Ferrari ecco come cambierà la monoposto 2015 PROVA SU STRADA AUDI RS Q3 RESTYLING Nuovo look, più potenza È da poco in vendita la nuova versione top di gamma della SUV compatta di Ingolstadt. 340 CV, 60.000 euro è davvero esagerata di Emiliano Perucca Orfei 2 3 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica Media sono tipici della produzione sportiva Audi per far capire immediatamente le proprie intenzioni. Minigonne, paraurti posteriore maggiorato e dotato di un aggressivo estrattore d’aria, scarico cromato, profilo alare a spezzare la linea tra padiglione e lunotto e cerchi da 19” (opzionali i 20”) ne rendono la declinazione sportiva immediatamente riconoscibile. Le dimensioni rimangono sostanzialmente invariate: 441 cm la lunghezza, 184 la larghezza e 158 l’altezza. 260 cm il valore di passo. Le novità interne si fanno notare in diverse aree della vettura. Oltre ai loghi RS sulla strumentazione, che ora sfoggia un fondoscala da 310 km/h, c’è la pedaliera e le finiture in alluminio, listelli in fibra di carbonio su plancia e pannelli porta, volante dal profilo asimmetrico (decisamente sportivo), oltre che sedili sportivi rivestiti misto pelle/Alcantara. Un mix sportivo che può essere impreziosito (1.200 euro) con il sistema multimediale più avanzato che propone un display a scomparsa, posizionato nella zona superiore della plancia. Tra le funzionalità del sistema si fanno notare la navigazione con mappe Google Earth e Street View ma anche la possibilità di creare una rete wi-fi attraverso la specifica funzionalità hot-spot. In termini di capacità di carico, rimane pur sempre una Sport Utility: Audi dichiara un volume utile di 356 litri estendibili a 1.261 nel caso in cui si scelga di abbattere gli schienali posteriori. Tra le novità del modello, “importate” anche su RS Q3, l’introduzione di un tendalino ripiegabile in luogo della precedente (e scomoda) cappelliera rigida. Tra le novità della RS Q3 restyling ce ne sono alcune riservate anche al motore, il 2.480 cc, cinque cilindri in linea, che dal 2015 anche su RS3 e su TT RS 2016: l’unità già utilizzata in precedenza è stata leggermente modificata nel posizionamento di alcuni organi accessori (scambiatore di calore e filtro dell’olio) per venire incontro alle esigenze dei futuri modelli basati sul pianale modulare MQB. Un’importante miglioria riguarda i valori di pressione di iniezione (da 120 a 140 bar), atta per incrementare potenza e coppia: ora i CV sono 340 C ome per la Q3 anche per Audi RS Q3 è arrivato il momento di un restyling di mezza vita e così, una volta staccato l’assegno da 60.000 euro presso una qualsiasi concessionaria della Casa di Ingolstadt, a partire dall’inizio del 2015, ci si potrà mettere in garage una SUV compatta da 340 CV. Rispetto al disegno originale, alla stregua di Q3, non cambia praticamente nulla in termini di carrozzeria e lamierati se non per quanto concerne la zona anteriore che ora si fregia di un nuovo profilo della calandra single frame che si estende sino ai gruppi ottici ai lati superiori. Luci diurne a led, logo Audi in bella vista e prese d’aria estremamente generose: la nuova RS Q3 introduce tutti gli stilemi che 4 5 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica a 5.300 giri (prima 310) mentre la coppia tocca un picco di 450 Nm a 1.600 giri. Trazione integrale Quattro di serie, cambio DSG a sette rapporti, la nuova RS Q3 pesa 1.655 kg, tocca 250 km/h di velocità massima (autolimitata) ed accelera da 0 a 100 km/h in 4,8 secondi. Il consumo dichiarato è di 8,4 l/100 km (-0,4) mentre il valore di emissione di CO2 è pari a 198 g/km. Dal vivo: com’è fuori Molto aggressiva la caratterizzazione RS della Q3 che riesce nell’obiettivo di farsi notare, in particolar modo nelle colorazioni più sgargianti. Il nuovo look con il single frame allungato e raccordato ai gruppi ottici è riuscito: non stravolge i classici concetti stilistici Audi ma li rende più attuali ed in linea con esigenze di stile mirate a 6 differenziare in modo più marcato i diversi modelli in gamma. Dal vivo: com’è dentro Rispetto alla Q3 non ci sono novità strutturali mentre in termini di finiture è immediatamente percepibile come gli stilisti Audi abbiano cercato da un lato di rendere l’insieme più sportivo, dall’altro più raffinato. Le nuove finiture in alluminio e carbonio fanno davvero la loro parte ma gli elementi che colpiscono di più sono i sedili ed il volante sportivi. Niente male la strumentazione: il fondoscala da 310 km/h è... psicadelico. Realizzata con cura, come Q3, la nuova RS Q3 non è esente da difetti: nulla di particolare, ma rispetto ai modelli di ultima generazione, come A3 o A4, ci sono numerosi dettagli ergonomici 7 8 9 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito e stilistici un po’ passati. Parliamo dei comandi della navigazione sulla plancia e non sul tunnel centrale e della cornice che avvolge il display del navigatore a scomparsa, un po’ demodè. La posizione di guida non è particolarmente sportiva ma è molto comoda e personalizzabile secondo le esigenze di tutti attraverso una vasta possibilità di regolazione. Dietro lo spazio è sufficiente per due persone mentre in termini di bagagliaio la RS Q3, come del resto Q3, non eccede pur senza far gridare allo scandalo. Come si guida La parte più interessante della RS Q3 è indubbiamente legata alla performance: oltre ad un look “racing”, infatti, Audi come da tradizione ha pensato bene di rendere estremamente veloce il suo SUV compatto, attingendo dalla banca motori del Gruppo un cinque cilindri sovralimentato che 10 Periodico elettronico di informazione motociclistica Prova suona davvero molto bene quando si va a forzare il ritmo pur senza essere invadente quando si procede con calma. Un propulsore che sa davvero il fatto suo già a partire da 2.500 giri, regime a cui cambia voce e passo, e che spinge forte fino a 6.500 giri ben assistito dal lavoro di una trazione integrale che permette di scaricare a terra tutta la potenza senza soffrire di sottosterzo: è evidente come i tecnici Audi, sotto questo punto di vista, abbiano lavorato sodo per rendere il più neutra possibile la dinamica di guida. Dinamica di guida che viene impreziosita anche dal lavoro delle sospensioni a controllo elettronico (optional presente nella vettura in prova) che lavorano per sostenere RS Q3 nelle fasi di appoggio oltre che in frenata ed in accelerazione: i limiti della vettura, grazie anche a questo sistema, sono molto elevati ma dove si avverte di più il lavoro di sistema di controllo degli ammortizzatori è nei 11 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Prova cambi di direzione, che avvengono con velocità, precisione e senza particolari trasferimenti di carico. Buoni anche il comportamento dello sterzo, non troppo pesante e non troppo diretto ma preciso, e quello dell’impianto frenante che si è dimostrato all’altezza delle prestazioni. Il cambio S Tronic a doppia frizione lavora per assicurare i minori consumi nelle modalità di guida standard ma soprattutto in manuale dimostra di essere allineato alla performance della vettura: performance che richiede qualche sacrificio in termini di consumi visto che solo in autostrada, a velocità costante, siamo stati attorno ai 10 km/l. In tutte le altre occasioni abbiamo viaggiato al passo degli 8. 12 13 14 15 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito In conclusione Alte prestazioni, look interessante, la nuova RS Q3 è - come la precedente - una vettura che nasce per chi vuole farsi notare pur senza rinunciare alla guida rialzata, alla trazione integrale ed allo “status” di una SUV. Il prezzo di listino è elevato ma i contenuti ci sono e non c’è dubbio che l’oggetto possa effettivamente essere interessante per chi non bada a spese e cerca una SUV di dimensioni non troppo generose. 16 Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica BROCHURE, TEST DRIVE, TUTTO SU: Audi RS Q3 restyling Sfoglia i cataloghi in PDF Brochure Configuratore della Casa » Virtual Tour » Test drive » Finanziamenti » Guarda tutti gli allestimenti » Trovala dai concessionari » 17 PROVA SU STRADA MERCEDES C 220 BLUETEC AUTOMATIC STATION WAGON Familiare che ama viaggiare In abito lungo, la C 220 conferma i livelli di comfort e piacere di guida della berlina, rivelandosi una macinatrice di chilometri senza essere troppo assetata. Qualche incertezza solo nella precisione del navigatore e nella sincronia del cambio automatico di Alfonso Rago 18 19 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica Media G li intenditori lo sanno bene: per valutare una pizza e giudicarne la qualità delle materie prime, la sostanza dell’impasto e l’amalgama degli ingredienti bisogna saggiare la più semplice, come la margherita, e non farsi sedurre dalle varianti più fantasiose e ricche di abbinamenti. Se ci passate la metafora ed accettate il parallelo invero ardito che un’auto possa essere assimilata ad una pizza, converrete senz’altro che il giudizio su un nuovo modello sia più corretto se basato su un’esperienza di guida della versione base, piuttosto che su quella full optional. E’ quanto abbiamo fatto con la nuova C 220 BlueTEC Automatic Station Wagon, 20 provata nella versione d’accesso Executive in configurazione pressoché standard, ad eccezione di qualche accessorio come il park assist, il sistema multimedia Garmin, i fari a led, il mirror package e la verniciatura in blu brillante, che portano il listino della vettura dai 34.983,61 euro di base ai 38.358,61 del modello in prova; prezzi, va precisato, IVA e messa in strada escluse. Innovazione sulla scia della berlina La quarta generazione di Classe C Station Wagon cresce nelle dimensioni, puntando ad innalzare i livelli offerti di qualità, comfort e guidabilità e proponendo tutto il meglio della berlina. La versione lunga di Classe C unisce uno stile lineare con un’impronta sportiva non eccessiva, malgrado l’aumento delle misure e la contemporanea dieta. Gli ingombri esterni attestano la crescita della Classe C SW: il passo di 2.840 mm è più lungo di 80 del modello precedente, facendo lievitare di 96 la lunghezza (4.702 mm) e di 40 la larghezza (1.810 mm), mentre il vantaggio per le gambe dei passeggeri posteriori è valutato in 45 mm di spazio in più. Sulla bilancia troviamo una riduzione di peso di 65 kg rispetto al modello che sostituisce; non siamo ai livelli record della 4 porte (dove erano ben 100 i kg in meno), ma si tratta comunque di un ottimo risultato, reso possibile da una tecnica di costruzione molto raffinata, che abbina componenti in alluminio per il 49% del totale ad acciai speciali, uniti da speciali rivetti, saldature al laser e materiali adesivi 21 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica specifici. Notevole anche il risultato in termini aerodinamici: pur senza insidiare il valore di cx di 0.24 della berlina, la station wagon si attesta a 0,27, record per la categoria. Sono chiari, già dalla prima occhiata, i richiami estetici a modelli del passato Mercedes resi però attuali, per un family feeling che conforta e rassicura: il look della vettura è muscoloso, quasi un contrappunto rispetto ai valori di raffinatezza, classe e comodità che ne costituiscono invece il target del marketing, mentre il design aggressivo rivela la grande connotazione dinamica della vettura, premessa e promessa dell’esperienza di guida. Come cambia la categoria wagon L’evoluzione delle esigenze, del gusto e dello stile di vita si comprende seguendo le modificazioni a livello estetico e funzionale: se fino a pochi anni fa il concetto di wagon era declinato soprattutto sottolineando la vocazione di carico della vettura, oggi il design ci porta a valutazioni meno categoriche e più trasversali, in cui versatilità e 22 praticità devono soddisfare esigenze disparate, dallo shopping alle vacanze, dalla sport alle necessità dei figli. Ad accoglierci, l’abitacolo Executive di Classe C SW: anche in versione basica, quindi con sedili in tessuto, volante a tre razze in pelle nera, ed identico colore a dominare la parte superiore della plancia, i pannelli centrali e l’inserto centrale della consolle con qualche inserto cromato a rendere meno pesante l’approccio visivo, non delude le attese. A disposizione ci sono elevate doti di spaziosità, interni dall’eleganza sobria e raffinata, tanta tecnologia per sicurezza ed infotainment. Non sono in discussione la facilità d’approccio ai comandi, la funzionalità degli interruttori tridimensionali, il confidenziale uso dopo un velocissimo apprendistato dei tasti che ornano il volante sportivo a tre razze; convince la scelta del display centrale, che con lo schermo da 7 pollici si inserisce armonicamente nella zona superiore della plancia senza però essere invasivo più del lecito. Peccato che, curiosamente e malgrado fosse indicata presente 23 24 25 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica risposta immediata al richiamo dell’acceleratore ed allunghi pronti e corposi cui corrisponde una silenziosità interna molto apprezzata, del tutto priva di vibrazioni. Lo sterzo elettromeccanico Presente di serie, la funzione Steer Control di assistenza allo sterzo aiuta a stabilizzare la vettura in situazioni di guida difficili, calcola in quale direzione sterzare per attenuare una situazione critica e applica allo sterzo elettrico un’adeguata coppia avvertita chiaramente dal pilota. Diciamolo chiaro: lo sterzo elettromeccanico fa la differenza rispetto al passato, preciso e ben contrastato ad andatura allegra, ma morbido e leggero - addirittura troppo in alcune contesti - quando si marcia più piano. In città, infatti, lo sterzo parametrico è inconsistente, anzi quasi assente: ottimo quindi per le manovre, ma meno preciso nei passaggi stretti. Al contrario, in autostrada o su strade piene di curve, l’elettronica lo rende più nella scheda tecnica, non ci fosse la presa usb, affidando quindi la soluzione di infotainment al solo un lettore cd, supporto tecnologico ormai desueto (a meno che non si consideri l’utente standard della Classe C privo di confidenza con dispositivi più moderni) e dalla grafica piuttosto agée. Non si tratta, ad essere sinceri, dell’unica incertezza rilevata: oltre al rilievo sul sistema di condizionamento che non consente di impostare la temperatura desiderata sulle frazioni di grado termico (già evidenziato in occasione del primo contatto dinamico con la vettura), non ha brillato per puntualità e precisione di informazioni anche il sistema di navigazione a bordo, che entra in crisi quando ci si muove in ambiti dalla viabilità complessa e segnala con ritardo di pochi metri (ma decisivo se non si conosce il contesto) una svolta o la direzione giusta da prendere. 26 Un long test davvero impegnativo Riconsegnare una vettura a fine prova con il contakm parziale indicante in ben 2.533 quelli percorsi significa avere in mano tutti gli elementi per formulare un giudizio ponderato e non umorale sulla vettura, basato su dati verificati e su impressioni confermate dalla pratica dinamica, soprattutto se, come successo a noi, si è andati un po’ su e giù per lo Stivale, facendo tanta autostrada in aggiunta ai tradizionali percorsi urbani. Proposta intermedia per potenza tra i quattro cilindri diesel della classe BluetTEC, tra gli 85 della 180 ed i 204 della 250, con i suoi 170 CV (corrispondenti a 125 kW) e 400 Nm di coppia, il motore sovralimentato della 220 rappresenta a nostro avviso l’abbinamento ideale e più equilibrato per una vettura di questo genere, assicurando una fluidità di marcia invidiabile ad ogni regime, con 27 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito diretto e puntuale, soprattutto se si viaggia in modalità Sport. Già, i riding mode: la C 220 SW offre la scelta tra cinque programmi di marcia, dallo standar Comfort ai più dinamici Sport, Sport+ ed Individual, cui si aggiunge l’opzione ECO per una guida più virtuosa. Quasi inutile ribadire che in modalità comfort si coglie la vera essenza di una familiare, comoda, progressiva e silenziosa e che conferma le doti di parsimonia nei consumi di cui è accreditata: rispettando infatti il limite imposto dal Codice per non irretire il Tutor, per 20 km basta un solo litro di gasolio, allungando quindi l’autonomia di viaggio e redendo poco onerosi gli spostamenti anche più lunghi. Inoltre, ed è una valutazione che piacerà ai macinatori di strada, la categoria cui questa 28 Periodico elettronico di informazione motociclistica Prova vettura si propone, l’ottima configurazione dei sedili, la silenziosità in viaggio, la comodità d’uso dei comandi sono tutti elementi che rendono un trasferimento anche lungo una piacevole esperienza e non una tortura da interrompere al più presto. Lo spirito sportivo della modalità Sport e Sport+ Quando però il demone del divertimento prende il sopravvento, e si seleziona la modalità Sport o addirittura la Sport+, la situazione si ribalta: il cambio (selezionabile con le palette al volante) conserva una marcia più bassa per una maggior reattività, rendendo certo più dinamica l’esperienza di guida, ma alterando alcuni degli aspetti 29 30 31 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Prova fondamentali di una vettura premium, silenziosità in primis, visto che le modalità sportive innalzano i regimi di rotazione a tal livello da rompere il silenzio in un abitacolo pur ottimamente isolato. Il 7G-Tronic Plus di più recente generazione si distende in maniera fluida, ma non è esente, soprattutto nel passaggio tra seconda e terza, da qualche scatto, ben avvertito all’interno della vettura. Incollata alla strada come disponesse di un magnete allertato dal nucleo centrale del Pianeta Terra, la C 220 SW ha affrontato intrepida le tempeste che hanno flagellato l’Italia nelle ultime settimane: mentre d’intorno era tutto un fiorire di strade chiuse, voragini ed auto in panne, ci ha portato a destinazione quasi in souplesse, offrendo al pilota un elevato grado di confidenza e rassicurandolo, senza scompensi d’assetto, quando in un paio di occasioni è stato necessario ricorrere ad interventi decisi sul pedale del freno. Insomma, sarà anche una semplice margherita, ma è ricca di gusto. 32 33 34 35 PROVA SU STRADA FIAT 500X Ha l’X-Factor La Fiat 500X ci ha convinto per un look davvero ben riuscito e per la grande abbondanza di motorizzazioni e cambi disponibili. E’ un po pesante, quindi per dare il meglio ha bisogno dei motori più potenti, ma si guida davvero bene di Emiliano Perucca Orfei 36 37 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 500 con i gruppi ottici di generose dimensioni posizionati ai lati ed impreziositi da una cornice cromata ed un lunotto che poggia sulla linea di cintura segnando in modo deciso lo sviluppo del portellone. Anche gli interni seguono il filo logico che lega le nuove 500 alla progenitrice firmata da Dante Giacosa: la plancia ha uno sviluppo orizzontale molto accentuato mentre i comandi principali sono di tipo circolare con finitura lucida. Circolari sono anche gli strumenti in cui spicca quello centrale più grande e bordato da una cornice metallizzata che riporta idealmente al 1957. Uno quadrante che funge da anello di congiunzione con il presente visto che ospita il display da 3,5” a cui affidano le informazioni il computer di bordo ed (in parte) il sistema multimediale. Sistema multimediale che si fa notare nella parte alta della plancia “tridimensionale” e che viene proposto di serie in una versione da 5” Media D isegnata, progettata e costruita in Italia, la nuova Fiat 500X è il primo frutto di un nuovo modo di fare auto da parte di FCA: per la prima volta, infatti, Fiat non pone il focus solo verso l’Italia (dove entra in listino a 17.250 euro) e l’Europa, ma verso più di 100 mercati di tutto il mondo che nell’arco di meno di 3 mesi riceveranno le prime vetture direttamente da Melfi. Una sfida eccezionale a cui i vertici Fiat hanno deciso di dare il “la” studiando con precisione chirurgica il mercato ed individuando un posizionamento a dir poco strategico per una vettura pensata per mantenere l’appeal della 500 ed allo stesso tempo andare incontro alle esigenze di un segmento, quello del C-SUV, in cui stanno convergendo man mano clienti da segmenti superiori ma anche inferiori. Per intenderci, limitando il paragone a Nissan oggi leader nelle vendite di 38 Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica ed in una opzionale con display da 6,5” e navigatore integrato: due le porte USB (una davanti alla leva del cambio, una sotto al bracciolo), una la presa Aux-In mentre il bluetooth è di serie in entrambi i sistemi. In termini di versatilità Fiat propone uno schienale posteriore abbattibile in modo progressivo (60/40) ed un bagagliaio di 350 litri che possono essere estesi a 1.000 secondo lo schema Fold&Tumble che crea un piano di carico piatto per l’intera lunghezza dell’abitacolo. Per tutti i gusti Di serie per tutte anche esp, sei airbag, luci diurne a led, fendinebbia con funzione di illuminazione supplementare in curva. Con il crescere degli allestimenti si rendono disponibili anche Lane Assist (avvisa del cambio involontario di corsia), Blind Spot Assist (controlla l’angolo cieco) e la SUV di segmento B e C, la nuova Fiat 500X si posiziona a metà tra Juke e Qashqai proponendo uno stile inconfondibile (vedi Juke) e dimensioni e contenuti tecnici in grado di venire incontro alle esigenze più disparate (vedi Qashqai). Stile: Giolito ha fatto centro Lunga 425 cm, larga 180 ed una alta 162 (passo 257), 500X vanta uno stile “rilavorato” (questa la sua definizione) come per tutte le 500 dal 2007 in poi da Roberto Giolito: forme inconfondibilmente 500, in particolar modo nel frontale dove per la prima volta fanno la loro comparsa dei gruppi ottici allungati per seguire l’andamento del cofano e del passaruota: una soluzione che probabilmente vedremo anche in altri modelli del futuro alla stregua di un padiglione ben integrato nella forma e che dona, grazie anche al portellone spiovente, molto slancio alla fiancata. Anche dietro tutto è rimasto inconfondibilmente 39 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica Motorizzazioni: c’è l’imbarazzo della scelta La gamma motori si compone di sei unità, tre a benzina e tre a gasolio. Per quanto riguarda i benzina si parte dal 1.6 e-torq aspirato di origine americana dotato di 110 CV ed abbinado ad un cambio manuale a cinque marce. Sempre con trazione 4x2, salendo di livello, si passa ai 140 CV del 1.4 turbo Multiair: in questo caso il cambio è a sei marce manuale o, sempre con il medesimo numero di rapporti, automatico a doppia frizione DDCT. Con cambio automatico, ma a convertitore di coppia e 9 marce, anche il 1.4 Multiair da 170 CV: in questo caso il manuale non è proposta così come non viene posta alternativa alla trazione integrale. Passando ai diesel la gamma si apre con i 95 CV del 1.3 Multijet (5 marce) con trazione 4x2 per passare ai 120 CV del 1.6 Multijet abbinato ad un sei marce manuale e trazione anteriore fino ad arrivare al 2.0 Multijet proposto con cambio manuale a sei marce o 9 marce automatico con convertitore di coppia: per quest’ultima unità è disponibile esclusivamente la trazione integrale. Tecnicamente la retrocamera di parcheggio. Due le versioni di allestimento estetico/tecnico esterno, che vanno ad incidere leggermente sulle dimensioni: Cross e Cross Plus, lunghe un paio di cm in più, vantano una connotazione più fuoristradistica grazie ad elementi derivati dall’universo dell’off-road ed angoli di attacco ed uscita più favorevoli (attacco è 21,3°, uscita di 30,3°, dosso 22,3°). Nella dotazione di questa caratterizzazione, a meno di non scegliere una motorizzazione a trazione integrale, viene proposto il sistema Traction+ che simula l’azione di un differenziale autobloccante sulle ruote anteriori a tutto vantaggio del comportamento fuoristradistico. Alternativa alle “offroad” Fiat offre Pop, Pop Star e Lounge vantano uno stile più raffinato e metropolitano ed una dotazione progressivamente più ricca. Per 40 trazione integrale prevede un solo differenziale a controllo elettronico centrale mentre per quanto riguarda la distribuzione della coppia sugli assi destro e sinistro 500X si affida all’elettronica: le ruote con meno aderenza vengono frenate singolarmente facendo automaticamente trasferire la coppia altrove. Trazione integrale di scuola Jeep Il 4x4 Fiat sviluppato attingendo dall’esperienza nel settore di Jeep basa la sua risposta anche sulla posizione del tasto Mood Selector. Tre le modalità d’uso “Auto”, “Sport” e “All Weather”, quest’ultima sostituita da “Traction” nelle versioni a trazione anteriore. La “disconnessione” dell’asse posteriore permette di ottnere buone performance, minore rumorosità e minori attriti a tutto vantaggio dei cosnumi: per la 2.0 turbodiesel automatica, ad esempio, Fiat dichiara un consumo medio di 18,2 km/l a fronte di una accelerazione 0-100 km/h in 9,8 secondi ed una velocità massima di 190 km/h. Peculiarità della trazione integrale di 500X, inoltre, è l’adozione del sistema di disconnessione dell’asse chi volesse arricchire la propria 500X con alcuni accessori di tecnologia, confort o sicurezza non presenti nel proprio allestimento, Fiat ha messo a punto dei pacchetti multiaccessorio che offrono un vantaggio cliente fino al 40%: per intenderci il pacchetto Active Protection offre cruise control attivo ed il sistema anticollisione, il pacchetto Navigazione la radio Uconnect con schermo da 6,5”, il pacchetto Comfort l’accesso e l’avviamento senza chiave, la regolazione lombare del sedile di guida ed il bracciolo. Scegliendo Electric si ottiene la regolazione elettrica dei sedili in 8 direzioni mentre con Winter la 500X viene dotata di parabrezza, volante e sedili riscaldabili. L’ultimo, il Visibilità, offre gli specchietti richiudibili elettronicamente, il sensore di pioggia e crepuscolare e lo specchio interno elettrocromico. 41 42 43 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prova Periodico elettronico di informazione motociclistica una semplice scopiazzatura di quanto proposto da Dante Giacosa nel 1957. Ne è davvero un’evoluzione che mantiene inalterata la simpatia e la semplicità formale per declinandole in un’anima più forte ed in linea con le esigenze di un crossover. Una “rilavorazione” coerente che non manca di dare anche una nuova interpretazione stilistica di alcuni elementi, come nel caso di fari anteriori che pur senza andare fuori tema propongono qualcosa di nuovo e che con ogni probabilità vedremo sulle 500 del futuro. Dal vivo: com’è dentro Quello che colpisce una volta aperta la porta della 500X è la forma della plancia che rispetto alla 500 e la 500L assume un aspetto tridimensionale decisamente più gradevole. C’è più spazio per la tecnologia, ma non solo al centro della plancia dove spicca il sistema multimediale (perfetto in posteriore, unica del segmento a proporla insieme alla Jeep Renegade. Inoltre, il nuovo crossover Fiat propone il selettore di guida “Mood Selector “ con tre modalità – “Auto”, “Sport” e “All Weather” – che, nelle versioni più adatte al tempo libero, sostituisce la terza funzione con la modalità “Traction”. Progettata sulla piattaforma Small Wide la nuova 500 X introduce una servoassistenza elettrica DST di nuova generazione, una scocca costruita con il 70% di acciai altoresistenziali e sofisticate sospensioni McPherson a ruote indipendenti sia davanti che dietro. Degna di nota è l’introduzione del Brake Control (sistema di frenata assistita) che utilizza sensori radar e video tra i 7 km/h e 200 km/h per frenare il veicolo (o avvisare il guidatore con segnali visivi e sonori) per evitare potenziali impatti: il sistema 44 termini estetici quello da 6,5”): il nuovo quadro strumenti, il cui elemento centrale è incorniciato per richiamare alla mente lo strumento singolo del cinquino del 1957, combina la leggibilità del contagiri e del tachimetro analogico con un computer di bordo davvero molto completo. Nuovo è anche il volante, che vanta uno stile molto sportivo - anche se le razze molto voluminose e poco scavate non permettono un perfetto posizionamento di medio e anulare - ed un approccio alla multimedialità molto spinto: davanti trovano posto i comandi del computer di bordo, del cruise control, della telefonia, mentre dietro in puro stile Chrysler/Jeep i tasti di controllo del sistema audio. Interessante l’idea di ridurre la dimensione delle palette del cambio dietro al volante: si raggiungono con indice e medio ed assicurano una bel feeling. A volte, se fatto con intelligenza, “less is more”. Ben posizionati e facili da è in grado, operando in autonomia, di evitare la collisione con oggetti fermi se si viaggia fino a 30 km/h e con oggetti in movimento nella stessa direzione se la velocità relativa è inferiore ai 50 km/h. Negli altri casi il sistema mitiga la collisione e comunque avverte il guidatore che ha modo operare per evitarla. Dal vivo: com’è fuori Ispira simpatia ma non è un’auto compatta, come invece potrebbe sembrare dalle foto: la nuova 500X vanta volumi di rilievo e dettagli tutt’altro anonimi, che su strada determinano una presenza scenica a dir poco “importante”. Insomma Roberto Giolito ha fatto centro per l’ennesima volta: la 500X è ben disegnata e, come le altre 500 viste dal 2007 ad oggi, non è 45 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Prove Periodico elettronico di informazione motociclistica Come si guida L’impostazione da “berlina” della posizione di guida non viene poi tradita su strada: la 500X sin dai primi metri appare un’auto molto concreta, solida e piacevole da guidare in particolar modo se abbinata alle motorizzazioni diesel o benzina da almeno 140 CV. I millesei turbodiesel da 120 CV o benzina da 110 CV, infatti, possono essere una scelta interessante se non si hanno particolari pretese in termini prestazionali mentre per chi necessita di spunto, soprattutto in salita, è decisamente consigliabile rivolgersi a motorizzazioni più sostanziose. Tra tutte le motorizzazioni che abbiamo avuto modo di guidare abbiamo apprezzato moltissimo la silenziosità e la pulizia di erogazione del millequattro turbo benzina abbinato al cambio manuale a sei marce, così come ci hanno convinto le performance (un po’ meno la ruvidità a freddo) del duemila turbodiesel da utilizzare i comandi della 500X dimostrano uno studio ergonomico molto spinto alla stregua di quanto accade per il posizionamento della porta USB, davvero molto comoda davanti alla leva del cambio: utile anche la seconda porta integrata all’interno del bracciolo, se presente nella dotazione. A bordo lo spazio non manca: di cassetti portaoggetti e di vani “portatutto” ce ne sono diversi: l’unico peccato riguarda la dimensione ed il posizionamento della tasche nelle porte, un po’ troppo piccole ed avanzate rispetto alla seduta. La seduta è un elemento molto importante della 500X: a differenza di quanto accade solitamente, infatti, gli stilisti ed i tecnici Fiat hanno voluto assicurare alla 500X una posizione di guida il più automobilistica possibile: ecco perché la seduta è di 40 mm più bassa rispetto alla media 46 170 CV con cambio automatico a nove marce e trazione integrale. Per quanto riguarda il cambio, grande novità in questo segmento, non c’è nulla da dire: il convertitore di coppia ZF si conferma eccezionale sotto ogni punto di vista anche se nove marce, soprattutto se guidate utilizzando le palette al volante sono veramente tante. Curiosa la scelta di partire in seconda nella modalità Auto ed in prima nella modalità Sport: marcia, quest’ultima, che viene tenuta davvero per pochissimi metri. Per quanto riguarda la trazione integrale, invece, abbiamo notato un comportamento molto sicuro, da trazione anteriore, nella normale marcia su strada ed un plus di trazione quando si va in offroad. Abbiamo provato anche a mettere in crisi il sistema accelerando con le ruote sinistra sull’asfalto e le destra sull’erba bagnata: l’elettronica ha lavorato sodo per trasferire a terra il massimo della coppia senza far della categoria ed ecco perché il volante vanta una inclinazione decisamente più verticale. Alla resa dei conti la sensazione è comunque quella di avere a che fare con un’auto dall’impostazione piuttosto alta pur senza risentirne a livello di gambe e braccia che stanno rispettivamente distese e racconte come su una normale berlina. Anche dietro si vive piuttosto bene: lo spazio per le gambe, per le spalle e per la testa non manca. L’apertura delle porte è a 90° ma l’accesso, per questioni di stile, non è dei più agevoli. Il bagagliaio, infine, non è stupefacente per dimensione ma è molto regolare, vanta un doppio fondo molto utile ed attraverso lo schema Fold&Tumble permette di trasportare con facilità fino a 1000 litri di oggetti creando un piano d’appoggio assolutamente piano. 47 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 48 Periodico elettronico di informazione motociclistica Prove 49 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Prova rimpiangere in alcun modo il lavoro di differenziali meccanici. Ben assettata, un po’ più rigida con i cerchi da 18” anche se sempre entro i limiti del confort, la 500X dimostra di avere un rollio contenuto, un ottimo sterzo ed una capacità di affrontare il guidato che va oltre le aspettative. Difetti? Sì, la visibilità posteriore è decisamente scarsa. Il pacchetto Safety, che include la retrocamera di parcheggio ed i sensori di parcheggio, è d’obbligo. Anche i consumi non ci hanno stupito, forse anche per via del ridotto chilometraggio dei propulsori in prova: con il millequattro benzina abbiamo registrato una media di 11 km/litro mentre con il duemila turbodiesel e la trazione integrale non siamo andati oltre i 13. In conclusione 500X è un’auto che si rivolge a quei clienti che cercano stile e funzionalità. Elementi che sino ad oggi non si sono mai presentati assieme in questo segmento. Il lavoro di Fiat per declinare la 500 in questa forma è stato davvero eccezionale e, come ammesso da Olivier Francois, non ci sono davvero scuse per non puntare al vertice delle vendite in questo segmento in molti Paesi del mondo. Interessanti le offerte di lancio, dove con 17.250 euro ci si può portare a casa delle versioni ben accessoriate: sempre che ci si accontenti dei motori meno potenti. 50 51 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica omologabile su strada con tanto di targa e frecce. La GT40 degli anni 2000 era una supercar con la S maiuscola, capace di competere con le migliori sportive europee dell’epoca. Oggi Ford lancia di nuovo la sfida, con una nuova intepretazione moderna di quell’auto mitica, rimasta nel cuore di tutti gli appassionati. Al momento sappiamo chela Ford GT concept avrà uno schema a motore centrale, con un motore EcoBoost da oltre 600 CV, abbinato ad un cambio a doppia frizione. Tra pochi minuti vi sapremo comunicare maggiori dettagli. È vero, per il momento si tratta ancora di un prototipo ma non c’è da temere perché questo progetto non rimarrà un puro esercizio di stile fine a se stesso. Il costruttore ha già confermato infatti che nel 2016 vedremo la versione definitiva della GT. Il design naturalmente si ispira a quello delle celebri antenate, anche se i tratti stilistici sono stati reinterpretati in chiave moderna. Come accaduto per tutte le FORD GT CONCEPT ANTICIPA UNA NUOVA SUPERCAR DA 600 CV più moderne supercar, anche sulla GT il design non è stato pensato soltanto a fini estetici ma anche, e soprattutto, per assecondare principi aerodinamici, in modo tale da migliorare l’efficienza e generare maggiore downforce durante la guida in pista. A tal propostito basterà citare lo spoiler attivo posteriore, che si regolerà automaticamente a seconda delle condizioni di guida. La supercar mostra esuberanti portirere con apertura verso l’alto ed è costruita su un telaio davvero raffinato, realizzato con materiali compositi. L’auto si struttura intorno ad una cella in fibra di carbonio che offre posto a due passeggeri, a cui sono ancorati telai secondari realizzati in alluminio. La carrozzeria invece è costituita da pannelli in fibra di carbonio e tutti questi accorgimenti – promette il costruttore – permetteranno di contenere a tal punto il peso al punto da ottenere una delle supercar con il miglior rapporto peso potenza. Quando ci si trova davanti a simili Media di Matteo Valenti | La Casa americana si prepara a far rinascere il mito con la Ford GT concept, un prototipo che anticipa una futura sportiva a motore centrale, che raccoglie l’eredità della indimenticata GT 40 F ord ha deciso di lasciare tutti a bocca aperta al Salone di Detroit di quest’anno. A sorpresa infatti ha presentato la superba Ford GT concept, un prototipo che anticipa una futura supercar estrema a motore centrale. La nuova belva a Stelle e Striscie avrà il compito di raccogliere il meglio dell’esperienza maturata dalla Casa di Dearborn nel campo delle sportive e sarà il fiore all’occhiello 52 del marchio americano. Inutile girarci troppo intorno però. Il nome di questa vettura infatti non è di certo casuale visto che richiama subito alla memoria la leggendaria GT40, la micidiale macchina da corsa sviluppata dagli Americani negli anni ‘60, che fece tremare la Ferrari, aggiudicandosi più volte la 24 Ore di Le Mans. Circa 10 anni fa la Casa dell’Ovale Blu ha fatto rinascere il mito di questa vettura con una edizione limitata, 53 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica News aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb meraviglie però tutti vogliono conoscere quale sia il cuore pulsante nascosto sotto al nobile vestito. In questo caso gli ingegneri Ford, in piena ottica downsizing, hanno scelto di montare un nuovissimo V6 EcoBoost biturbo a benzina da 3.5 litri in grado di erogare più di 600 CV. Questa unità sarà abbinata ad un cambio transaxle (cambio al posteriore in blocco con il differenziale) a doppia frizione con sette rapporti. L’assetto potrà contare su cerchi in lega da 20 pollici abbinati a pneumatici Michelin Pilot Super Sport Cup 2, mentre l’impianto frenante è affidato a dischi freno carbo-ceramici. Saliti a bordo ci si immerge in un abitacolo intriso di sportività fino all’ultima fibra di carbonio utilizzata. Il volante è 54 di evidente ispirazione F1, mentre il quadro strumenti completamente digitale e personalizzabile è affiancato al sistema multimediale Ford Sync 3 di ultima generazione. I sedili sportivi infine sono integrati direttamente nella cella in fibra di carbonio che costiuisce di fatto l’abitacolo. Questa soluzione ha permesso non solo di ridurre il peso ma anche di trasmettere in maniera molto diretta le reazioni del telaio ai passeggeri, per un coinvolgimento di guida fuori dal normale. La nuova Ford GT entrarà in produzione entro la fine del prossimo anno, per arrivare poi sui mercati mondiali. Non ci sono ancora anticipazioni sui prezzi di commercializzazione, quindi per il momento non ci resta che goderci il concept. 55 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica motore 4 cilindri da 1,5 litri accoppiato a un accumulatore da 18,4 kWh, è dichiarato come 45 kg più leggero rispetto al suo predecessore. Anche a livello di efficienza è stato fatto un passo avanti tanto che il Voltec di nuova generazione risulta 12% più efficiente rispetto al vecchio modello. Nonostante la capacità del pacco batterie sia cresciuto, a fronte di una diminuzione delle sue celle (da 288 a 192), il peso è sceso di circa 5 kg. Il motore termico che produce 101 CV è utilizzato solo per ricaricare le batterie necessarie ad alimentare il propulsore elettrico, capace di sviluppare fino a 149 CV e 398 Nm di coppia. La velocità massima è di 157 km/h, mentre lo scatto da 0 a 100 km/h avviene in 8,4 secondi, il 7% in meno rispetto alla generazione precedente. La nuova Chevrolet Volt può percorrere fino a 80 km utilizzando le sole batterie, mentre l’autonomia complessiva dichiarata (considerando le batterie cariche) è di 676 km. Il tempo di ricarica è di 13 ore se si utilizza la presa a 120V, ma si riduce a 4 ore e mezza utilizzando una presa a 240V. Dal punto di vista della sicurezza, già di serie la nuova Volt ha 10 airbag e una telecamera per la visione posteriore. Per quanto riguarda gli optional saranno disponibili molti dispositivi di sicurezza attiva, tra i quali: lane keep assist, avviso di angolo cieco con cambio di corsia, indicatore della distanza di sicurezza e park assist. La vendita è prevista per la seconda metà dell’anno, con prezzi che saranno comunicati poco prima del lancio. In Italia dovrebbe essere commercializzata, come avvenuto in passato, con il nome di Opel Ampera, ma con design rinnovato, in linea con la nuova impronta stilistica della Casa tedesca. NUOVA CHEVROLET VOLT PIÙ LONTANI (IN ELETTRICO) CON MENO PESO Presentata a Detroit la nuova Chevrolet Volt che rispetto al passato guadagna un tecnologia range-extender più evoluta che assicura una maggiore autonomia in elettrico G eneral Motors ha presentato, al Salone di Detroit, la seconda generazione della Chevrolet Volt, una vettura a trazione completamente elettrica, con un aspetto completamente rinnovato grazie al frontale affusolato e linee più aerodinamiche. I cerchi sono in lega da 17 pollici con 56 pneumatici all-season Michelin Energy Saver. Per quanto riguarda gli interni, ora i posti a sedere sono diventati cinque. È presente inoltre una plancia completamente ridisegnata con modanature metalliche e sistema di infotainment MyLink. Spostando l’attenzione invece sull’unità propulsiva, il sistema Voltec, composto da un 57 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica - come vuole la moda del momento – in grado di sviluppare potenze nell’ordine dei 550 CV anche se non sono state rilasciate ancora notizie più precise in merito. Il propulsore è montato in posizione longitundiale centrale elavora in combinazione a tre motori elettrici che distribuiscono la motricità ad entrambi gli assi secondo uno schema molto complesso e raffinato, che Honda ha battezzato Sport Hybrid Super Handling AllWheel Drive. Due dei motori elettrici sono collocati all’anteriore e agiscono come un torque vectoring, aiutando a migliorare la motricità in curva ad alta velocità, mentre il terzo si trova al posteriore tra il sei cilindri a V e il nuovo, rivoluzionario cambio automatico a doppia frizione con 9 rapporti. La nuova NSX monta cerchi da 19 pollici all’anteriore e da 20 pollici al posteriore, abbinati rispettivamente a pneumatici ad alte prestazioni 245/35Z e 295/30Z. L’impianto frenante invece si affida a pinze a sei pistoncini davanti e a quattro pistoncini dietro con dischi freno carbo-ceramici. Rispetto al concept del 2013, la nuova NSX è cresciuta fino a raggiungere una lunghezza di 4.470 mm, una larghezza di 1.940 ed un’altezza di 1.215, mentre il passo si ferma a quota 2.630 mm. La versione di serie della NSX naturalmente è equipaggiata con un sistema che permette di selezionare diverse modalità di guida denominato Integrated Dynamic System. Il guidatore può scegliere tra Quiet, Sport, Sport+ e Track in base alle esigenze del momento, influenzando radicalmente il comportamento della vettura, che muta all’istante la risposta di motore, acceleratore, cambio, telaio e sound. Non manca naturalmente una funziona launch control che sfrutta al massimo lo spunto dei tre motori elettrici insieme a quello del V6 biturbo per regalare uno scatto da 0 a 100 veramente fulmineo. Al momento il costruttore non ha ancora dichiarato le prestazioni della vettura, così come i prezzi e i tempi di commercializzazione previsti per l’Europa. NUOVA ACURA (HONDA) NSX È TORNATA, FINALMENTE! Ce l’hanno fatta veramente sudare in questi ultimi anni ma finalmente è arrivato il momento di conoscerla da vicino. Stiamo parlando della nuova Honda NSX C e l’hanno fatta veramente sudare in questi ultimi anni ma finalmente è arrivato il momento di conoscerla da vicino. Stiamo parlando della nuova Honda NSX che è stata presentata ufficilamente al Salone di Detroit con il marchio Acura (il brand di lusso di Casa Honda per gli Stati Uniti). Presumibimente sul mercato europeo la nuova supercar giapponese verrà commercializzata con il marchio Honda, come è avvenuto con la prima 58 generazione, il cui ricordo rimane indelebile nel cuore di moltissimi appassionati, anche perché fu sviluppata con la consulenza diretta di una leggenda come Ayrton Senna. La seconda generazione della NSX si presenta tutto sommata identica ai prototipi svelati nel corso degli ultimi due anni. Rispetto al primo prototipo presentato però la NSX di serie presenta una differenza di sostanza. Sotto al nobile vestito non si nasconde più un V6 aspirato ma un nuovissimo V6 biturbo 59 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica allo specchietto retrovisore. Quest’ultimo permette di azionare le luci supplementari ed eventuali accessori aftermarket. L’inedito telaio è in acciaio ma, grazie all’intensivo uso di allumino ad alta resistenza per la carrozzeria, è stato possibile ridurre il peso complessivo della vettura di circa 230 kg! Questa “dieta” non può che influire positivamente in termini di prestazioni, consumi e guidabilità. In tal senso il pickup è dotato anche di un nuovo Terrain Management System, un dispositivo che permette di cambiare la risposta del veicolo nelle diverse condizioni di guida, con 6 modalità: Normal per la guida di tutti i giorni, Street per la guida ad alte prestazioni su strada, Weather per pioggia-neve-ghiaccio, Mud and Sand per fango o sabbia, Baja per andare veloci nel deserto e Rock per sentieri rocciosi. Come funziona questo sistema? Semplice, agendo sui settaggi dell’impianto propulsivo, sul sistema di controllo della trazione, su quello di antibloccaggio freni e infine sul controllo della stabilità AdvanceTrac così da garantire preformances ottimali in ogni condizione. Non sono state rilasciate ancora informazioni precise riguardo la potenza del motore. Ford ha dichiarato soltanto che la nuova generazione della F-150 Raptor sarà equipaggiata con un propulsore V6 da 3,5 litri EcoBoost, in grado di erogare una potenza ed una coppia maggiore dei 411 CV e 587 Nm che l’attuale motore, un V8 da 6,2 litri, riesce a sviluppare. Il cambio, sempre automatico, in questo nuovo modello passa da 6 a 10 rapporti. La nuova Ford F-150 Raptor sarà in vendita a partire dalla seconda parte del 2016. NUOVA FORD F-150 RAPTOR PERDE IL V8... MA ANCHE 230 KG! Presentata al NAIAS la seconda generazione della Ford F-150 Raptor, il pick-up ad alte prestazioni, orfano dell’iconico V8, adesso è spinto dal nuovissimo V6 EcoBoost F ord ha presentato ieri a Detroit l’F-150 Raptor, versione ad alte prestazioni del suo pick-up più venduto. Che sia una versione all-terrain lo si capisce subito da alcuni particolari di chiara impostazione fuoristradistica: grossi pnenumatici tassellati BFGoodrich All-Terrain KO2, montati su cerchi da 17 pollici, ammortizzatori Fox Racing Shox 60 (che smorzano o irrigidiscono le sospensioni in relazione alt tipo di terreno) e differenziale Torsen che ne migliora le doti off-road. Quest’ultimo però è disponibile su richiesta. Per quanto riguarda gli interni, si fanno notare innanzitutto le modanature in fibra di carbonio, che conferiscono un aspetto sportivo al grosso pick-up, e poi il grande pannello di comando posto vicino 61 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica anche nel contagiri), cronometro del pacchetto SportChrono, cuciture decorative, scritta Porsche sui tappetini, cuciture sulle cinture di sicurezza a contrasto modanature cruscottoporte e tunnel centrale in carbonio Come detto all’inizio, tra gli ingredienti “segreti” di questa vettura anche il pacchetto Sport Chrono che si compone del sistema supporti motore attivi e di un cronometro posto al centro del cruscotto che permette di registrare i tempi sul giro e se, dotato di PCM optionale (Porsche Communication Managment) garantisce anche di visualizzare il tratto percorso del giro di pista in corso, i giri compiuti e i tempi. Rispetto alle 911 tradizionale, ovvero quella a trazione posteriore, la Targa 4 GTS è riconoscibile per le carreggiate posteriori più “tozze”, allargate, per la precisione di 22 mm con pneumatici posteriori dalla sezione maggiorata di 10 mm. Le prestazioni sono state incrementate e la vettura ora si spinge fino a 300 km/h passando da 0 a 100 km/h in 4,3 secondi. Quello che stupisce è che nonostante l’iniezione di potenza rispetto alla Targa S, 30 cavalli in più, i consumi dichiarati rimangano pressocchè invariati. Un ulteriore dato tecnico in più: il rapporto peso-potenza è di 3,6 kg/CV. La 911 Targa 4 GTS debutterà in Germania a metà marzo, con un prezzo di 137.422 euro. PORSCHE 911 TARGA 4 GTS SPETTACOLARE MIX PER IL 50° di Maurizio Vettor | Sulla base delle 911, nasce una Targa 4 GTS con un allestimento estetico sportivo e la bellezza di 430 CV L o shaker si agita nelle mani dei progettisti Porsche al Naias di Detroit. Gli ingredienti non sono segreti: una 911, un bel pacchetto di migliorie, un boxer da 430 CV, un pacchetto Sport Chrono, sospensioni regolabili Pasm, ruote da 20” e l’ingrediente GTS. Ecco servito l’ultimo sapiente cocktail del menù della casa di Stoccarda chiamato 911 Targa 4 GTS, presentato per festeggiare il 50° del modello Targa. Basta guardarla per capire che 62 questa è una versione ricca, diversa, particolare. Il frontale è ridisegnato con fari bi-xenoPorsche Dynamic Light System, ci sono specchi retrovisori con nuovo design, scarichi cromati e dei magnifici cerchi a fissaggio centrale (di derivazione Turbo S). Anche l’abitacolo profuma di “nuovo” grazie all’allestimento curatisssimo denominato GTS: sedili SportPlus regolabili a quattro vie con rivestimento dedicato in Alcantara e pelle, poggiatesta con la scritta GTS in tinta (presente 63 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito News Periodico elettronico di informazione motociclistica che ama non solo l’estetica di questa inconfondibile vettura, ma anche e soprattutto il suo sound, l’applicazione permetterà inoltre di ascoltare la riproduzione del rombo dei due motori, l’Ecoboost 2.3 da 314 cavalli e il V8 5.0 da 418. Ma si sa, viviamo in un’era dove la realtà 3D è di uso comune ed ecco che anche per la muscle car di Ford, il suo configuratore avrà l’opzione 3D che permetterà di mostrare in anteprima la vettura nell’allestimento prescelto all’interno dello scenario digitale preferito, dal proprio garage al viale di casa. Le immagini generate potranno essere inviate ai propri contatti e condivisi sui social network. Per quanto concerne gli allestimenti, tutte le Mustang europee saranno dotate di serie di un performance pack che comprende cerchi in lega da 19 pollici, freni maggiorati, telecamera posteriore, interni in pelle, fari automatici (sensore luce), tergicristalli automatici (sensore pioggia), fari posteriori a LED, controllo climatizzatore bizona, nuovo sistema di connettività, comandi vocali avanzati SYNC 2, con schermo touch da 8” e l’impianto audio a 9 altoparlanti. Entrambe le motorizzazioni saranno disponibili sia con cambio manuale sia automatico, nella versione ‘fastback’ e ‘convertible’. I prezzi? La prima da 36.000 euro, la seconda da 40.000 euro. FORD MUSTANG IN VENDITA NEGLI STORE D’EUROPA Per la prima volta nella sua storia, la nuova Ford Mustang sarà disponibile nei concessionari europei a partire da 36.000 euro. Arriva anche il configuratore on-line U n’icona, più che un modello. La Ford Mustang festeggia i suoi 50 anni con un’importante novità, soprattutto per gli appassionati europei, perché si potrà finalmente ordinare anche nei nostri concessionari. La nuova Mustang raggiungerà così ben 100 mercati sparsi in tutto il mondo. Gli appassionati potranno, prima di ordinare la vettura, scoprirne tutte le possibili 64 personalizzazioni sia attraverso un’app per tablet e smartphone, sia attraverso il configuratore online (www.ford.it/Configura/NewMustang). La app ‘Virtual Mustang”, a quanto è emerso, sarà lanciata questa settimana, sia per piattaforme iOS che per Android. L’app permetterà di configurare l’auto sia negli allestimenti, sia nelle altre caratteristiche come il colore e il design dei cerchi. Per accontentare il pubblico più “feticista”, 65 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Attualità Periodico elettronico di informazione motociclistica tutte le condizioni per apportare sconti consistenti. Anche se alcuni giornali si affannano a ripetere che ci saranno aumenti per 1 milione e mezzo di automobilisti – la cosa rientra nella normalità. Infatti, su un totale di 37 milioni di assicurati – la cifra di 1,5 milioni rappresenta circa il 4%, pari a quella di coloro che hanno causato almeno un incidente lo scorso anno. La cifra in realtà è un po’ gonfiata perché si riferisce al totale dei sinistri denunciati che hanno comportato l’applicazione del “malus”. Teoricamente dovremmo trovare il 50% di incidenti con colpa e un’altra metà di vittime di sinistri. Ma nella pratica bisogna considerare che le compagnie, quando possono, attribuiscono il “concorso di colpa, ovvero il 50% della responsabilità ad un automobilista e il restante 50% all’altro. Così il numero di quanti subiscono aumenti del premio è superiore alla metà dei sinistri denunciati». Gli aumenti per chi è rimasto coinvolto in incidenti però sembrano inevitabili... «Il fatto che qualcuno retroceda fa parte della logica stessa del bonus-malus. Il problema semmai è un altro. Dal momento che vediamo televisioni e giornali pieni zeppi di pubblicità di compagnie assicurative, disposte a tutto pur di accaparrarsi un nuovo cliente, vuol dire che ci troviamo ancora all’interno di un mercato lucrativo». Qualcosa è migliorato negli ultimi anni? «In un certo senso il mercato delle assicurazioni è diventato anche concorrenziale. Il merito è stato in gran parte dall’abolizione dell’obbligo di disdetta anticipata. Oggi infatti le compagnie sono terrorizzate dall’idea di perdere parte della clientela». ASSICURAZIONI, I PREZZI NON SCENDONO MAI UN MERCATO LUCRATIVO di Enrico De Vita | Negli ultimi anni abbiamo assistito a diversi proclami da parte della classe politica che promettevano fantasmagorici ribassi dei prezzi delle assicurazioni. Perché non è ancora cambiato nulla? N egli ultimi anni abbiamo assistito a diversi proclami da parte della classe politica che promettevano fantasmagorici ribassi dei prezzi delle assicurazioni. Guarda caso però l’RC Auto ancora oggi continua a costare una fortuna agli Italiani, che sborsano cifre molto più alte rispetto ai loro vicini europei, proprio mentre cala il livello del 66 traffico. Per capire il perché di questa situazioni a dir poco assurda il nostro editorialista Enrico De Vita è intervenuto a Radio 1, all’interno del programma Voci del Mattino. Anche nel 2015 ci saranno nuovi aumenti? «Non è affatto detto che debbano esserci ulteriori aumenti sulle assicurazioni. In realtà ci sono 67 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Ci sono sempre casi di incidenti con veicoli non assicurati. Cosa bisogna fare in questi casi? «Purtroppo fino ad oggi si può fare ben poco in caso di incidente con un veicolo non assicurato. Se chi non è coperto da una regolare polizza assicurativa non possiede altri beni intestati – e spesso è così – il recupero dell’eventuale danno subito diventa pressoché impossibile. E parlo anche per esperienza personale. Il dramma è che sono in molti a girare in queste condizioni, del tutto privi di RC Auto. Comprano un’auto usata per pochi soldi e circolano liberamente, contro ogni norma, sapendo che in ogni caso non potrà succedergli nulla di male anche nel caso in cui dovessero provocare un incidente». Quest’anno arriva una grande novità per stroncare il fenomeno delle truffe. Di che si tratta? «Da aprile di quest’anno entrerà in funzione la nuova banca dati delle assicurazioni, che permetterà ai portali del tutor, delle ZTL o agli strumenti della Polizia di rintracciare in tempo reale chi circola in maniera irregolare, quindi anche chi viaggia senza assicurazione. In questo modo si riuscirà ad arginare il fenomeno delle auto senza assicurazione, certamente in autostrada, dove c’è il tutor, meno efficacemente nell’ambito urbano». Addio alle truffe quindi? «Il sistema di controllo non è invincibile, naturalmente. Chi circola solo in città o in zone rurali per esempio potrà continuare a viaggiare senza regolare copertura assicurativa, a suo rischio e pericolo. E poi ci sarà sicuramente chi si servirà di targhe clonate per sfuggire ai controlli. Non voglio di certo dare suggerimenti, ma purtroppo le truffe sulle targhe sono un ennesimo dramma italiano». Si dice sempre che il mercato delle assicurazioni sia pervaso da contraddizioni che si potrebbero eliminare facilmente. Qualche esempio? 68 Attualità Periodico elettronico di informazione motociclistica «Ci sono moltissimi controsensi nel mondo assicurativo. Con l’assicurazione per esempio noi tutti paghiamo il servizio sanitario nazionale, che si deve occupare dei feriti e delle conseguenze degli incidenti stradali. Paghiamo poi un ulteriore quota aggiuntiva sulla polizza per alimentare un fondo costituito per risarcire le vittime di incidenti provocati da ignoti. Tutto questo è anacronistico per il mercato assicurativo, se deve valere il principio dell’assicurazione obbligatoria. Come è stato anacronistico avere negli ultimi anni una cascata di leggi e leggine che avrebbero dovuto ridurre in maniera consistente i prezzi e che invece non hanno cambiato un bel niente». Qualche esempio di novità inefficace? «Così l’indennizzo diretto, dove era la propria assicurazione a risarcire direttamente l’interessato, avrebbe dovuto permettere risparmi importanti agli assicurati: invece è servito soltanto a produrre delle discrasie spaventose. Il risultato è che gli incidenti più gravi vengono risarciti molto meno del danno reale, mentre chi ha subito un sinistro di lieve entità ottiene risarcimenti molto più consistenti. Infatti, poiché in questo caso è la compagnia a risarcire direttamente il proprio assicurato e poiché l’importo è uguale per tutte le compagnie e per tutti i sinistri (calcolato su una media) i piccoli danni hanno vita facile e appagano il cliente, mentre quelli gravi incontrano difficoltà.» Perché il tanto sospirato calo delle tariffe sarebbe più che dovuto agli automobilisti? «Sulle nostre strade si è verificato un vertiginoso calo del traffico. Per capirlo basta osservare quanto siano calati i consumi di carburante. In media si percorre il 30% di strada in meno all’anno rispetto solo a cinque anni fa. Di conseguenza i sinistri dovrebbero essere calati almeno del 30%, così come i danni e quindi i risarcimenti. Sarebbe lecito aspettarsi quindi una riduzione delle polizze in questa misura, invece non è cambiato nulla, anzi!» aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Come si deve fare ad uscire da questa situazione di sostanziale immobilismo? «Finché il legislatore non capisce che bisogna inserire all’interno della polizza dei meccanismi automatici che permettano di diminuire le truffe, disincentivando chi gonfia i danni o denuncia incidenti inesistenti, non potrà mai cambiare nulla». Qualche proposta? «Il primo meccanismo automatico che mi viene in mente è che chi non provoca incidenti va premiato, indipendentemente dal fatto che abiti a Napoli o a Bolzano. Ma se davvero vogliamo ridurre le denuncie di piccoli incidenti, le riparazioni gonfiate o il danno riparato tre volte, dobbiamo premiare con sconti consistenti chi non denuncia sinistri subiti, ovvero chi non adopera la RCauto come un comodo ammortizzatore sociale». 69 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Attualità Periodico elettronico di informazione motociclistica a chi circola al loro interno. Questo significa che chi entra in rotonda deve sempre dare la precedenza a tutti coloro che stanno già percorrendo la rotatoria». Perché in Italia, a proposito di rotonde, si parla di una situazione “anomala”? «Moltissimi comuni italiani, incentivati anche dall’Unione Europea, che presta parecchi soldi alle amministrazioni, stanno costruendo un’infinità di rotonde, anche a sproposito e spesso inutili o addirittura pericolose per chi viaggia in auto o in moto». Come dovrebbero essere costruite le rotonde e come sono invece quelle italiane? «L’assurdità più frequente è quella di veder spuntare come funghi rotonde con diametro piccolo, a volte ridicolo. Diametri che risultano di gran lunga inferiori a quelli stabiliti dalle normative internazionali, che obbligano a non scendere sotto i 20 metri di larghezza. E in Germania non si può scendere addirittura sotto un diametro di 23 metri. In Italia invece abbiamo rotonde assurde, larghe anche solo 5 metri. Per non parlare di quelle ancora più bizzarre con diametro da 1 metro! Nel nostro Paese si possono vedere rotonde allestite intorno ad un palo della luce. Vengono installati quattro guard rail di plastica intorno ed ecco spuntare una nuova mini-rotonda». Le rotonde sono veramente utili? «Se si rispetta un diametro minimo di 20 metri le rotonde portano sicuramente benefici per la sicurezza e la gestione del traffico». Ma le mini-rotonde non sono l’unico tranello... «Oltre alle “rotatorie in miniatura” le amministrazioni comunali italiane fanno un altro grave errore. Spesso costruiscono infatti rotonde con strade tangenti, pratica espressamente vietata dalle norme internazionali, che invece richiedono ROTONDE? NON SI È ANCORA CAPITO COME COSTRUIRLE E PERCORRERLE di Enrico De Vita | Sembra incredibile ma in Italia sono in molti a non aver ancora capito come si deve affrontare una rotonda. I comuni intanto, infischiandosene delle normative europee, costruiscono rotatorie a dir poco bizzarre... Quello delle rotonde rimane un tema caldo nel nostro Paese. Ormai è da anni che le rotatorie si diffondono a macchia di leopardo in Italia eppure c’è ancora chi non ha ben chiaro come si devono percorrere e a chi spetta la precedenza, per non parlare poi delle frecce, che in corrispondenza delle rotonde non vengono azionate praticamente da nessuno. Come se non bastasse poi ci si mettono anche i Comuni che, infischiandosene 70 delle normative europee, costruiscono rotonde a dir poco bizzarre, pericolose ed inefficienti. Sull’argomento è intervenuto il nostro editorialista Enrico De Vita a Isoradio, intervistato da Elena Carbonari. «Sembra incredibile, ma ci sono ancora molti automobilisti e motociclisti che non hanno capito come affrontare una rotatoria nella maniera correta. Il Codice della Strade dice semplicemente che le rotonde danno la precedenza 71 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Attualità Periodico elettronico di informazione motociclistica situazione perchè l’incrocio diventa una situazione ove la precedenza spetterebbe a chi viene da destra. Ma la norma vieta di dare precedenza a chi si appresta a entrare in una rotatoria, perchè deve essere sempre e solo di chi si trova all’interno. Per ultimo, il panorama viene complicato da quei Comuni che riconoscono la precedenza a chi percorre la rotatoria, tranne che per una direzione privilegiata, per esempiop per una direzione utilizzata dai mezzi pubblici, o da un assessore. A Segrate per esempio c’è una rotonda che dà precedenza agli autobus che procedono diritti. Questo è il massimo della incongruenza perché non può avere la precedenza al tempo stesso chi è all’interno e chi si appresta ad entrare in rotonda.». Perché non possono esistere rotonde con forme diverse da quella circolare? In Italia se ne vedono così tante... «Le rotonde devono essere perfettamente circolari perché solo in questo modo si possono di far rallentare chi entra fino a fargli assumere la stessa velocità di chi circola all’interno. Solo in questo modo si obbliga chi entra nella rotonda a frenare fino a raggiungere la velocità media di chi si trova all’interno della rotatoria, limitando il pericolo in caso di potenziale collisione». Perché le rotonde con tangenti sono così pericolose? «In Italia fioccano le rotonde con tangenti. Ma anche gli incroci con nel mezzo rotonde di un metro, più simili ad una pizza che ad una rotatoria, costituiscono un grave pericolo per la circolazione. Infatti, si lascia che tutti i veicoli provenienti dalle quattro le strade possano percorrere questa “non-rotonda” ad alta velocità, senza rallentare nemmeno di un km all’ora. Se la rotonda è piccola diventa difficile capire chi la sta percorrendo in senso rotatorio, a chi e come dare 72 assegnare a tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri. Non solo ma la forma a cerchio è l’unica che garantisce la percorrenza con velocità costante e con angoli di sterzo fissi (in modo da non muovere il volante e non corere il pericolo di urtarsi). In caso contrario – rotonde bislunghe, a rombo, a pera, a fagiolo e di tutte le forme possibili – siamo di fronte a qualcosa di anacronistico e non riconoscibile, quindi, se ognuno poi se le costruisce come vuole, diventa anche inutile fare norme generali estese a tutto il territorio nazionale.» Di chi è la colpa di questa situazione a dir poco caotica? «Tutto questo – mini-rotonde, rotonde tangenti dove nessuno rallenta e utilizzo delle frecce pressoché inesistente unito a segnali di precedenza ambigui e fuori legge – causa incidenti frequenti nei quali nessuno riconosce il torto. La colpa è prima di tutto del legislatore che in Italia non ha imposto un diametro minimo per la costruzione di rotonde». la precedenza, perché i veicoli che impengano l’incrocio lo attraversano in un batter d’occhio». E poi in Italia nessuno utilizza più le frecce, specialmente in rotonda... «Sì, è vero. L’altro grande problema legato alle mini-rotonde è causato proprio dalla sparizione degli indicatori di direzione. Automobilisti e motociclisti, infatti, hanno dimenticato l’utilizzo delle “frecce”, obbligatorie per il codice ma desuete per gli automobilisti, tanto da diventare un optional. Così a occhio direi che almeno nove automobilisti su dieci non utilizza le frecce all’interno delle rotonde». Perché è così importante utilizzare le frecce in rotonda? «Se la precedenza spetta sempre a chi è già nella rotatoria, la mancanza della freccia complica la 73 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito LA DISTRIBUZIONE BILANCIERI A DITO O BICCHIERINI? di Massimo Clarke | Oggi le distribuzioni dei motori automobilistici spesso prevedono bilancieri a dito al posto dei classici “bicchierini”. Vediamo perché... I l movimento delle valvole non è legato solo al profilo delle camme come potreste pensare. Viene influenzato cioè dagli organi interposti, ovvero dai “cedenti”, cioè le punterie o i bilancieri, sui quali agiscono direttamente gli eccentrici. La funzione di questi componenti è quella di assorbire la spinta laterale determinata dalla azione della camma che, mentre ruota, striscia sulla loro superficie di lavoro esercitando anche una pressione molto 74 Tecnica Periodico elettronico di informazione motociclistica elevata. Poiché le soluzioni oggi adottate possono essere anche sensibilmente diverse a seconda del tipo di motore, vale la pena di esaminare l’argomento con una certa attenzione. Facendo cioè le considerazioni del caso e sempre tenendo presente che ci si riferisce a distribuzioni di schema convenzionale. Per i sistemi camless, nei quali il movimento delle valvole è controllato da attuatori elettromeccanici o elettroidraulici, c’è tempo... Come funziona la distribuzione Le punterie si spostano alternativamente nei due sensi (nelle fasi di apertura e di chiusura delle valvole) all’interno dei fori nei quali sono alloggiate. Il loro movimento è quindi rettilineo. I bilancieri invece sono fulcrati e pertanto hanno un movimento di oscillazione attorno a un asse. Possono essere a dito, come quelli impiegati in quasi tutti i motori da competizione e in molte realizzazioni di serie con distribuzione bialbero, e in tal caso il fulcro è collocato alla estremità opposta rispetto a quella che aziona la valvola. I bilancieri a due bracci vengono invece utilizzati quando la distribuzione è monoalbero e le valvole non sono tutte parallele ma giacciono su due piani inclinati tra loro di un certo angolo. Il fulcro è allora in posizione intermedia; su uno dei due bracci agisce la camma mentre l’altro, dal lato opposto, provvede a muovere la valvola. Indipendentemente dal fatto che il bilanciere sia a dito o a due bracci, l’estremità che agisce sulla valvola si muove secondo un arco di cerchio, a differenza di quanto accade per le punterie, il cui movimento è rettilineo. Una superficie cilindrica (o comunque avente una curvatura come quella della camma) e una piana si toccano secondo una retta; la zona di contatto di ognuna di esse è cioè lineare e la sua larghezza è pertanto pari a zero. Le forze, qui dovute al carico delle molle e all’inerzia, devono però ripartirsi su di una certa area, altrimenti la pressione diventerebbe infinita! Per fortuna le superfici della camma e della punteria (o del bilanciere) subiscono piccole deformazioni elastiche e la zona di contatto assume la forma di un rettangolo, di larghezza molto limitata. Le pressioni in gioco sono elevatissime; non di rado infatti arrivano a superare i 10.000 bar, ovvero i 1000 newton per millimetro 75 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Tecnica Periodico elettronico di informazione motociclistica progettisti in fatto di legge del moto delle valvole (e anche per quanto riguarda la stessa struttura della testa). Alzate assai cospicue e profili delle camme molto “aggressivi”, come quelli che si impiegano nei motori da corsa, comportano pressioni di contatto altissime. Ciò, unitamente al fatto che le velocità di strisciamento sono elevate, la larghezza delle zone di lavoro sono limitate (i bilancieri a dito pesano meno, se sono più stretti!) e le condizioni di lubrificazione per forza di cose non sono proprio ideali (non si può instaurare un regime idrodinamico), rende estremamente dura la vita degli organi interessati. Rivestimenti anti-usura quadrato. Durante il funzionamento la zona della punteria sulla quale agisce la camma si sposta, prima in un senso e poi nell’altro. La linea di contatto durante la parte iniziale del sollevamento della valvola va verso un margine della punteria per poi tornare verso il centro, in corrispondenza del quale si ha la massima alzata; subito dopo si sposta dall’altro lato, prima verso il margine e quindi tornando al centro, in fase di chiusura. Lo stesso spostamento avviene quando l’eccentrico agisce sul pattino di un bilanciere; la conseguenza in questo caso è che durante la rotazione della camma cambia il rapporto tra le lunghezze dei due bracci! È interessante osservare che anche la curvatura del pattino del bilanciere influenza significativamente il movimento della valvola. Del resto, pure le punterie a bicchiere in certi motori (assai pochi, per la verità, e comunque di prestazioni elevate) vengono dotate di una superficie di lavoro che ha la forma di un pattino 76 arcuato. In tal caso ovviamente si fa in modo che esse non possano ruotare. Per ottenere, questo, in genere si fa ricorso a un grano di guida che si inserisce in una apposita scanalatura. Disegnare le camme è tutt’altro che semplice. Si tratta davvero di una materia per gli specialisti. Per fortuna comunque oggi esistono specifici programmi di progettazione al computer... Bilancieri a dito per le competizioni Nei motori da competizione delle ultime generazioni al posto delle tradizionali punterie a bicchiere si preferisce impiegare bilancieri a dito. Alla base di questa scelta ci sono due ragioni: 1) La soluzione consente di ridurre in misura apprezzabile l’entità delle masse in moto alterno, rispetto a quanto sarebbe possibile ottenere impiegando punterie a bicchiere 2) La maggiore libertà che viene offerta ai Per evitare che le superfici di contatto possano usurarsi rapidamente o addirittura danneggiarsi in maniera grave, in questi casi si impiegano riporti superficiali dotati al tempo stesso di una durezza elevatissima e di un coefficiente di attrito molto ridotto. Si tratta dei rivestimenti di DLC (Diamond Like Carbon), dello spessore di pochi micron soltanto, che vengono applicati con tecnologie sofisticate e che oggi sono disponibili in una grande varietà di tipi. Nei motori di serie l’esigenza di ridurre i consumi e le emissioni di CO2 (ed essi direttamente legate) ha portato i tecnici a lavorare intensamente anche per ridurre l’assorbimento di potenza da parte della distribuzione. In quest’ottica state sviluppate alcune soluzioni che hanno consentito una riduzione del carico delle molle (resa possibile da una diminuzione delle masse in moto alterno) e le punterie idrauliche sono state largamente sostituite da elementi telescopici fissi, incorporati in supporti a testa sferica per bilancieri a dito. Questi ultimi oggi sono in molti casi dotati di un rullo al posto del pattino, il che consente di ridurre le perdite dovute all’attrito. Il peso aumenta leggermente, ma la cosa è più che compensata dal minore assorbimento di energia da parte del complesso della distribuzione, ovvero dalla minore potenza necessaria per trascinare in rotazione gli alberi a camme. 77 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Formula 1 F1, FERRARI ECCO COME CAMBIERÀ LA MONOPOSTO 2015 di Gabriele Pirovano | A pochi giorni dalla presentazione ufficiale, fissata per il prossimo 30 gennaio, siamo in grado di darvi le prime indiscrezioni sulla nuova Ferrari F.1 A pochi giorni dalla presentazione ufficiale, fissata per il prossimo 30 gennaio, siamo in grado di darvi le prime indiscrezioni sulla nuova Ferrari F.1, in particolare su quello che cambierà di sicuro e quello che potrebbe cambiare. Musetto A. Musetto, nuovo come da regola 2015. Sarà diverso da quello 2014 con una punta di sezione di 9.000 mm quadrati di sezione verticale e assomiglierà a quella della Red Bull. In questo modo si potrà mandare più aria sotto il fondo scocca. Sospensioni B. Sospensioni anteriori. Non dovrebbe avere più lo schema pull rod ma uno schema push rod come quello delle altre monoposto 2015 (nel 2014 aveva lo schema pull rod solo Ferrari e McLaren). Soluzione più semplice e più adatta allo stile di guida dei piloti Ferrari 2015. Su questo punto ci sono molti interrogativi, infatti alcune fonti sostengono che si sia scelto di continuare con la pull rod come negli anni precedenti, ma James Allison non sembrava affatto convinto, per cui attorno alla sospensione anteriore ci sarà la vera sorpresa (in positivo se cambia, in negativo se rimane la stessa anche se modificata con triangolo inferiore raccordato e più stretto per dare una parvenza aerodinamica al braccio inferiore). 78 Radiatori C. Radiatori: Saranno disposti in maniera diversa per ottimizzare i flussi aria interni e potrebbero essere disposti in maniera più convenzionale in modo orizzontale inclinati in avanti e non verticali. Anche perché con le modifiche al motore e con scambiatori più grandi per raffreddare meglio (e perdere meno potenza) si deve rivedere questa zona per forza. Posteriore D. Posteriore. Pance molto basse al posteriore e molto arretrate per mandare aria in uscita dai radiatori più vicini allo scivolo estrattore. Motore E. Motore. Avrà sicuramente turbina e compressore di dimensioni maggiorate rispetto a quelle del 2014 ma potrebbero avere una collocazione simile al 2014 e non come quelle Mercedes. Di sicuro gli scarichi saranno più corti e lineari come quelli Mercedes. Anche il serbatoio olio sarà spostato davanti al motore e non più dietro nel cambio come lo era nel 2014. Ma anche per questo dettaglio, in evoluzione come da regolamento oltre la scadenza del 28 febbraio, altri aggiornamenti arriveranno durante la stagione. Questo in linea di massima l’identikit della nuova Ferrari, prendetelo come un abbozzo di cosa vedremo il prossimo 30 gennaio! 79 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito DAKAR 2015 VITTORIA FINALE PER AL-ATTIYAH, AUTO E MARC COMA, MOTO di Andrea Perfetti | La tappa finale è stata ridotta a causa della pioggia e del fango. A Buenos Aires Marc Coma (KTM) e Nasser Al-Attiyah (Mini) sono stati incoronati vincitori della Dakar 2015! B uenos Aires. Ci siamo! I piloti sono partiti per percorrere l’ultima tappa, la passerella che li porterà attraverso la provincia di Santa Fe da Rosario a Buenos Aires. Ormai i giochi sono pressoché fatti, ma non si può mai dire l’ultima parola alla Dakar. Oggi i piloti dovranno fare un trasferimento 80 Dakar Periodico elettronico di informazione motociclistica di 77 km, per poi affrontare la prova speciale di 174 km. Alla fine di questa solo 142 km di ulteriore trasferimento li separerà dal podio di Tecnopolis a Buenos Aires, dove li attende già una folla di migliaia di persone. Onore agli ultimi: solo in quest’ultima tappa saranno gli ultimi a partire per primi, invertendo l’ordine usuale. Le auto Le auto hanno in Nasser Al-Attiyah l’indiscusso leader di questa edizione. Il pilota del Qatar non ha praticamente avuto rivali quest’anno. Il qatariano è saldamente in testa nella generale con 35’ di vantaggio su Giniel De Villiers (Toyota). La speciale, come anticipato sopra per la categoria delle moto, è stata ridotta a soli 34 km a causa dell’acqua torrenziale scesa oggi in Argentina. Robby Gordon ha fatto il miglior tempo della giornata, staccando Leeroy Poulter di soli 31 secondi e Emiliano Spataro di 34. Chi oggi ha tanto da festeggiare è però Nasser Al-Attiyah, che conquista la sua seconda Dakar dopo aver dominato in lungo e in largo l’edizione del 2015 con la sua Mini. Alle sue spalle, nella generale, troviamo Giniel de Villiers con la Toyota e l’altra Mini del polacco Holowczyc. Al debutto con la Peugeot 2008 DKR, Stephane Peterhansel ha sfiorato la top ten, chiudendo all’11esimo posto. L’altro campione delle due ruote in corsa con la Peugeot, Cyril Despres, ha terminato la sua prima Dakar nelle auto al 31esimo posto, in costante miglioramento. La brevissima speciale dell’ultima tappa è stata dominata da Robby Gordon primo e Leeroy Poulter secondo, che ha preceduto di pochissimo i due argentini, Spataro e Terranova. Le moto Marc Coma (KTM) vede il traguardo davanti a sé, non deve correre rischi, ha un vantaggio consistente da amministrare (17 minuti) su Paulo Gonçalves (Honda) e Toby Price (KTM). Si avviano a concludere positivamente questa infernale (e salatissima... ricordate la tappa di Uyuni?) Dakar anche gli italiani: Ceci, Brioschi, Toia e 81 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Casuccio. Joan Barreda e Hélder Rodrigues hanno atteso l’arrivo di Paulo Gonçalves all’inizio della speciale per scortarlo durante la tappa e dargli una mano, se dovesse incappare in qualche inconveniente durante i 174 km di crono. C’è tantissimo fango lungo la prova speciale e diversi piloti procedono in gruppo, per non correre il rischio di cadere e di vanificare tutto gli sforzi fatti sino a oggi per arrivare in fondo alla competizione. Ivan Jakes si aggiudica la tappa davanti a Stefan Svitko e Toby Price. Marc Coma è quinto e porta così la KTM 450 Rally alla vittoria assoluta a Buenos Aires: eguaglia le vittorie di Cyril 82 Periodico elettronico di informazione motociclistica Dakar Despres, ben cinque alla Dakar! Coma precede il pilota della Honda Paulo Gonçalves e l’australiano della KTM Toby Price. Sono quattro gli italiani che hanno saputo concludere questa massacrante edizione. Al 14esimo posto troviamo lo strepitoso Paolo Ceci. Ma bravissimi sono stati anche Marco Brioschi (45esimo), Diocleziano Toia (56esimo) e Matteo Casuccio (59esimo). La speciale di oggi è stata interrotta al check point numero due a causa della pioggia fortissima che ha colpito la regione (e tutta la Dakar, verrebbe da dire!). Il polacco Rafal Sonik ha portato la sua Yamaha alla vittoria nei quad. 83 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Dakar Periodico elettronico di informazione motociclistica Una vittoria voluta, senza se e senza ma DAKAR 2015. AL- ATTIYAH NON FATE ARRABBIARE IL PRINCIPE! di Piero Batini | Principe o no, Nasser Al-Attiyah è il Re della Dakar. Ha vinto a mani basse, scherzando con l’impeto degli avversari e con i contenuti del Rally, mai in grado di metterlo in pensiero L’ avventura dello Sport ha facce diverse. Tutte ugualmente affascinanti, ma che spesso privilegiano l’evento clamoroso, la sorpresa, il colpo di scena. Il grafico della vittoria di Nasser Al-Attiyah e di Matthieu Baumel, al contrario, presenta una curva dalla linearità quasi sconcertante. La sintesi è chiara. In testa dal secondo giorno di gara fino alla fine del Rally, sei tappe vinte, nessun errore, “zero problems” e più di mezz’ora di vantaggio sul secondo 84 In talune circostanze la Dakar 2015, per esempio, ha messo in luce, se non la competitività globale, almeno la velocità di Orlando Terranova, vincitore di 4 tappe ma incapace di gestire la leadership sulla lunga distanza. È giustificato che in una Dakar che inizia e finisce in Argentina, l’idolo locale venga “pompato” con tutte le risorse, ed è così comprensibile che l’ennesimo giornalista nazionale cerchi proprio nelle parole del vincitore la lusinga dell’avversario battuto. Ma Nasser Al-Attiyah non ci casca e, soprattutto, non ci sta. Altera di un’ottava il tono della risposta e chiarisce. “Non vorrei sembrare presuntuoso, ma noi siamo venuti qui per vincere. Abbiamo costruito la nostra Dakar operando delle scelte che abbiamo ritenuto vincenti, e ci siamo prefissati di battere non Orly soltanto, ma tutti i 136 Equipaggi della lista delle Auto. Ci siamo riusciti in un modo abbastanza chiaro, e il fatto che Terranova sia nel numero di quelli che abbiamo battuto non crea, ci dispiace, nessuna forma di privilegio per il Pilota argentino”. Il giornalista argentino cambia chiave di analisi della vittoria di Nasser Al-Attiyah e, non sapendo dove puntare, passa alla domanda di rito sull’efficienza del navigatore. Si “salva”, solo perché riporta la discussione sul terreno della semplice onestà intellettuale del “Principe” del Qatar. E infatti Matthieu Baumel sta parecchio a cuore a Nasser, ce n’eravamo accorti ancor prima della Dakar, e il fuoriclasse mediorientale ci tiene a descriverne il valore del supporto. Si scopre che Baumel è diventato un elemento chiave nell’abitacolo della macchina di Nasser, così come lo è al di fuori poiché si interessa di altri aspetti dell’organizzazione della Dakar del Principe. I due si trovano assai bene in compagnia l’uno dell’altro, al punto che la vita della Dakar in quella macchina diventa tutt’altro che quell’avventura dello stress che è per la maggioranza dei Piloti. La vittoria di Nasser Al-Attiyah e Matthieu Baumel porta a segno l’ennesimo successo delle Mini del team di Sven Quandt. Questa volta, tuttavia, non sembra essere stato il manager tedesco a dettare le regole, ma il contrario. Nasser Al-Attiyah ha discusso a lungo con Quandt, e l’accordo è stato trovato solo dopo la vittoria dell’Equipaggio al Rally del Marocco dell’ottobre scorso. Il centro della discussione il fatto che, oltre al Paese, lo sponsor del Qatariano è la bibita energetica concorrente di quella che supporta la Squadra ufficiale X-raid. classificato, Giniel De Villiers con la prima delle cresciute Toyota Hilux di Jean-Marc Fortin. L’olimpionico medaglia di bronzo ai giochi di Londra ha molte qualità, e tra queste c’è l’assoluta trasparenza delle sue intenzioni e il modo semplice e chiaro di gestire le proprie scelte. E una gentilezza disarmante. Tranne quando si arrabbia, e trasforma allora la sua pacatezza in una delicata contrarietà, quanto basta, tuttavia, per mettere in chiaro che le interpretazioni o le eccezioni dialettiche non lo rendono particolarmente felice. 85 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Dakar aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb La Mini ha voluto Nasser, a costo di sacrificare lo sponsor Adesso, pare che Quandt non sia riuscito a “spiegare” in modo accettabile, al proprio Sponsor, la natura di quella soluzione alquanto atipica, e che potrebbe addirittura aver incrinato irrimediabilmente il rapporto. Viene da dire che poteva facilmente pensarci prima, ma il fatto è, ancor più evidentemente, che il Signor Quandt ha preferito correre il rischio di perdere una partnership importante pur di difendere la propria leadership di costruttore. Deve aver pensato, insomma, che era assai meglio ingoiare il rospo e correre il rischio, ma avere il Principe del Qatar tra i Piloti delle Mini, piuttosto che doverlo affrontare come avversario alla guida di un’altra macchina. E aveva ben ragione, il signor Quandt. 86 87 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Dakar Periodico elettronico di informazione motociclistica vigilia della Dakar 2015, le 2008 DKR di Peterhansel-Cottret, Sainz-Cruz e Despres-Picard non solo avevano raccolto idealmente un testimone delicato, ma continuavano ad essere accompagnate, sull’onda dell’entusiasmo che logicamente avevano generato negli appassionati, dal proclama di primavera. Così si è venuta a creare una situazione “imbarazzante”. Da una parte una piccola onda di critiche e dall’altra l’entusiasmo dilagante, e quando Bruno Famin, Direttore del Progetto, ha cercato di fare tornare tutti con i piedi per terra, lui c’era sempre stato, era troppo tardi, l’oggettività del contesto, unica semplice realtà molto bella, non funzionava più. Mancava di mordente per l’immaginario e sembrava una scusa per i critici, che avevano già “condannato” la 2008 DKR ad una prematura uscita di scena dal Rally. Tempo al tempo Ora, bisogna sapere due cose. La prima è che, a memoria, alla Dakar non è mai arrivato con un progetto nuovo e voncente, ci vuole tempo, anche anni e anni (l’ultima impresa analoga lo dimostra ampiamente). La seconda è che, quando nel 1987 Peugeot arrivò e vinse, lo fece con una PEUGEOT 2008 DKR ONE STEP BEYOND! macchina che era strettissima parente della 205 T16 del Gruppo B bandito dai Rally per l’eccessiva potenza e, quindi, pericolosità. La macchina fu adattata alle specifiche della Dakar, modificando leggermente sospensioni e misure, e “spompando” il motore, ma era già ampiamente collaudata. Non era, in sostanza, una macchina totalmente nuova così come lo è la rivoluzionaria 2008 DKR dei giorni nostri. Allora, se l’immaginario collettivo più entusiasta e radicale poteva aspettarsi di più, basta un minimo di realismo per comprendere che la 2008 DKR ha fatto una grande Dakar e che, come era nella logica di sviluppo del Progetto, non ha vinto perché… non poteva. La Macchina, uscita da un foglio bianco meno di un anno fa, ha corso la Dakar alla ricerca di risposte e di “suggerimenti”, sul piano delle prestazioni, della competitività e dell’affidabilità. L’ultima voce è quella chiave per capire. Già di per sé, riuscire a finire con due macchine su tre, quella di Sainz fuori per un incidente, è una risposta completa, a quelli che non avevano dato più di due tappe alle macchine di Velizy e per il valore che assume in termini di patrimonio di esperienza e di raccolta di dati per lo sviluppo. di Piero Batini | Contenti e no, una difficile equazione da risolvere se si tiene conto di fattori contrapposti e contraddittori. La Belva nata per vincere non ha vinto, ancora. Impazienza e realtà A lla Dakar la maggior parte dei partecipanti desidera, sogna di finire il Rally. Una sfida personale che non contempla un risultato numerico bensì qualitativo. Ma ci sono, naturalmente, anche quelli che partecipano per vincere, e qui la faccenda è più delicata, perché alla fine vince uno solo, e se sei venuto per vincere e arrivi secondo… hai perso. Peugeot è uscita a primavera con la notizia bomba del rientro alla Dakar dopo 88 un quarto di secolo e con una Macchina totalmente nuova, la 2008 DKR, disegnata e costruita per la Dakar. Per vincere la Dakar. Nell’euforia e nello stile del lancio non vi erano indugi né dubbi, ed è stato immediato risalire la Storia della Dakar e scoprire che, non solo le Peugeot 205 e 405 (misma cosa) Grand Raid di allora erano uscite di scena imbattute nel1990, ma avevano vinto già al debutto, nel 1987 con la 205 T16 di Vatanen. Tornati a casa con la macchina del tempo, alla 89 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Sport aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Non è arrivata la vittoria, ma c’è mancato poco In questo contesto, e tenendo sempre ben presente l’obiettivo primario della “spedizione”, le Peugeot del debutto non hanno mai avuto “major problems”, tranne un malfunzionamento del turbo di Sainz, e sono entrate nei primi dieci in tutte tranne due tappe, con almeno il doppio di macchine ufficiali e collaudate negli anni. Sainz ha ottenuto il miglior parziale, 4° nella 3° Tappa, e Stephane Peterhansel e Jean-Paul Cottret hanno chiuso 9 volte nei dieci e conquistato due quinti posti. Ma c’è un altro aspetto da valutar, che conta di più. A cosa servono i Piloti? A vincere, certo, ma anche a riportare in officina impressioni, suggerimenti e richieste per migliorare la macchina. Poi ripartono, e spingono fino a che il feeling è positivo. Sono i Piloti che decidono quando è arrivato il momento di spingere a fondo 90 per cercare il risultato, perché solo loro possono “sentire” che è la giornata buona, che il terreno è adatto e la macchina risponde alle richieste. È un evento, sempre speciale, che porta alla differenza, al passo in avanti. Almeno in tre occasioni, tempi e riscontri alla mano, “Peter” è stato in corsa per la vittoria di una tappa, e il risultato non è venuto a causa di errori o di rotture causate da impatti con il terreno. Poiché a Peterhansel interessava portare a casa il maggior “peso” di dati possibile per l’evoluzione della 2008 DR, il fatto che abbia potuto forzare verso un risultato significa che ha sentito i primi due step dello sviluppo, affidabilità e competitività. Dunque la 2008 non è ancora vincente, ma ha fatto dei passi avanti nella direzione voluta all’origine. Questo è un segnale positivo e coerente, un bookmark della storia dello sviluppo della 2008 DKR… vincente. 91 SPECIALE DAKAR 2015 LO SPECIALE DEDICATO ALLA CORSA. CRONACHE, CLASSIFICHE, INTERVISTE, STORIE VAI ALLO SPECIALE DI AUTOMOTO.IT 92 93 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 94 Periodico elettronico di informazione motociclistica Dakar 95 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito 96 Periodico elettronico di informazione motociclistica Dakar 97 Ricevi Automoto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Dakar Periodico elettronico di informazione motociclistica EDITORE: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. Iva 11921100159 REDAZIONE Ippolito Fassati Emiliano Perucca Orfei Alessandro Colombo Aimone Dal Pozzo Francesco Paolillo Andrea Perfetti Matteo Valenti GRAFICA Thomas Bressani COLLABORATORI Massimo Clarke (Tecnica) Enrico De Vita Claudio Pavanello (Epoca) Alfonso Rago Antonio Gola COPYRIGHT Tutto il materiale contenuto su Automoto.it Magazine è oggetto di diritti esclusivi di CRM S.r.l. con sede in Milano, Via Melzo 9. Ne è vietata quindi ogni riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione scritta di CRM S.r.l. Automoto.it Via Melzo 9- 20129 Milano Reg. trib. Mi Num. 680 del 26/11/2003 Capitale Sociale Euro 10.000 i.v. Email: [email protected] 98 99