http://corsi.didattica.unimib.it/itinerarivisuali/IMG/pdf/rifotografia.pdf
“Si riteneva che il fotografo fosse un osservatore acuto, ma imparziale; uno
scrivano, non un poeta. Ma quando la gente scoprì, e non le ci volle molto,
che nessuno fotografa nello stesso modo una stessa cosa, l’ipotesi che le
macchine fornissero un’immagine impersonale e oggettiva dovette cedere
al fatto che le fotografie non attestano soltanto ciò che c’è, ma ciò che un
individuo ci vede, che non sono soltanto un documento, ma una valutazione
del mondo”[S. Sontag, 1973]
http://www.susansontag.com
Clifford Geertz in “The interpretation of culture” sosteneva che la
fotografia fosse in grado di restituire una “descrizione densa” della realtà.
La densità include una grande quantità di informazioni:
oltre a quelle puramente descrittive, sono presenti da un lato le determinazioni e le
motivazioni consce dell’autore e dell’oggetto, dall’altro quelle che potremmo
considerare ‘inconsce’, come quelle contenute nello strumento tecnologico adottato
o quelle dovute alle dinamiche di interazione che l’atto del fotografare produce tra il
soggetto fotografato e il soggetto ‘fotografante’.
Definire e analizzare il contesto d’insieme della fotografia consente di ‘comprendere’
meglio la situazione socioculturale più ampia, ma anche l’emotività e il tipo di
interazione che si crea tra tutti i soggetti coinvolti in quell’istante.
Il lavoro degli autori, nel particolare, ha avuto come scopo quello di proporre una
possibile sintesi visiva del cambiamento che ha subito l’area del Nord di Milano, dopo
la chiusura, negli anni ottanta, di grandi fabbriche come Pirelli e Falck, che oltre alla
disoccupazione, ha creato delle rotture nella morfologia urbana e sociale delle aree
coinvolte.
La rappresentazione visiva e la riflessione sui cambiamenti avvenuti negli ultimi
vent’anni nei comuni dell’hinterland milanese, quali Bresso, Cinisello Balsamo, Sesto
San Giovanni e l’area del quartiere Bicocca, è stata svolta utilizzando due approcci
metodologici propri della Sociologia Visuale:
la ricerca con e sulle immagini.
Per sociologia con le immagini si intende “la ricerca che prevede la produzione o
l’uso di immagini come dati per l’analisi dei comportamenti o come strumenti per
raccogliere le informazioni”. Una delle tecniche più consolidate della sociologia con le
immagini è la ricerca video fotografica sul campo, inclusa la rifotografia.
Per sociologia sulle immagini si intende l’“interpretazione, che significa
l’identificazione dei significati simbolici delle immagini che sono state prodotte nel
corso di un’attività sociale” e la “spiegazione, cioè il processo di identificazione dei
significati simbolici di immagini che sono state prodotte allo scopo di raccontare una
storia, ad esempio film di fiction, fotografie, fumetti, storie illustrate”.
[P. Faccioli, Manuale di Sociologia Visuale, 2003]
I cambiamenti socioterritoriali possono essere, quindi, analizzati anche partendo dalle
loro manifestazioni visuali.
Spesso, infatti, alcuni lavori fotografici sono diventati, da semplici immagini sul
mondo, testimonianze di un epoca, di una situazione sociale e culturale (si pensi per
esempio alla foto scattata a Piazza Tienanmen), racchiudendo e svelando al tempo
stesso l’insieme dei valori e delle condizioni di vita sociale, morale e spirituale di un
periodo storico.
La tecnica di ricerca utilizzata è quella del rephotographing, che propone di creare
una sequenza temporale di foto del luogo, delle attività o del gruppo sociale che si
intende osservare e di effettuarle a intervalli regolari di tempo per ricostruire e
documentare visivamente il cambiamento sociale.
La rifotografia può, inoltre, essere effettuata anche a partire da immagini tratte da un
archivio fotografico, ma in questo caso si parla di rephotographic survey di
comparazione storica.
In entrambi i casi, per la confrontabilità dei dati visuali, è necessario prestare
attenzione all’angolazione, all’ora in cui viene scattata la foto e all’obiettivo usato, in
modo tale che il grado di comparabilità risulti il più elevato possibile.
Ai fini della ricerca sociale, molto importanti sono anche i criteri sociologici con cui le
foto vengono scelte o realizzate, poiché permettono di individuare i possibili
indicatori sociali e visuali del cambiamento.
Nello specifico, gli autori si sono avvalsi del contributo del Museo di Fotografia
Contemporanea Villa Ghirlanda di Cinisello Balsamo per selezionare le fotografie dei
luoghi simbolici dell’area Nord Milano.
Da questa prima selezione, gli autori hanno, poi, scelto alcune fotografie tratte dal fondo
Archivio dello Spazio e dal fondo Enzo Nocera.
In particolare, sono state scelte le fotografie di Gabriele Basilico, Mimmo Jodice, Moreno
Gentili, che hanno costituito il punto di partenza della rephotographic survey.
Successivamente, sono passati all’applicazione sul campo della tecnica della rifotografia.
Il lavoro sul campo, in particolare, ha dato vita a una serie di interazioni con gli attori
sociali, fondamentali per comprendere alcune dinamiche dei processi di trasformazione.
Infatti, il cambiamento sociale e quello fisico-visuale non seguono
dinamiche necessariamente parallele: forti cambiamenti sociali possono non avere
manifestazioni visuali evidenti o, al contrario, a forti trasformazioni visuali non
corrispondono necessariamente forti cambiamenti della morfologia sociale.
Attraverso la tecnica del rephotographing, inoltre, si può anche capire come dalle
trasformazioni visuali si possono ipotizzare i futuri cambiamenti della morfologia sociale:
la costruzione di un teatro , come quello degli Arcimboldi, per esempio, è
una trasformazione visuale che probabilmente avrà degli effetti rilevanti per la morfologia
sociale nel medio-lungo periodo.
La foto selezionata si riferisce alla stazione di Greco-Pirelli, per la quale non è stato difficile risalire al
punto di ripresa, visto che la stazione è ancora attiva ed è rimasta sostanzialmente uguale nel tempo.
E. Nocera, Pendolari alla Stazione Greco-Pirelli, Milano, 1972
Laboratorio di Sociologia Visuale, Pendolari alla Stazione GrecoPirelli, Milano,2004
Le differenze rilevabili si sono riscontrate per la composizione sociale e le popolazioni che vi gravitano
attorno: agli operai e agli impiegati della Pirelli, si sono sostituiti gli studenti dell’Università degli Studi
di Milano - Bicocca e gli impiegati delle nuove aziende che hanno trovato sede nell’area.
Il sottopassaggio della stazione di Greco-Pirelli, ritratto in questa fotografia, è rimasto
strutturalmente identico.
E. Nocera, Accesso al sottopasso della Stazione Greco-Pirelli,
Milano, 1972
Laboratorio di Sociologia Visuale, Accesso al sottopasso della
Stazione Greco-Pirelli, Milano, 2004
Il cambiamento è riscontrabile principalmente dai manifesti affissi sui muri, indicatori visuali del periodo
storico e degli abitanti: al manifesto di Lotta Continua, presente nella fotografia originale, si sono
sostituiti quelli dei partiti delle ultime elezioni, dei concerti, dei festival teatrali e dei centri sociali.
In particolare, questi ultimi rimandano alla consistente presenza nell’area di giovani, dovuta al nuovo
polo universitario.
Dalla foto del centro sportivo, realizzato dalla Pirelli, intorno al 1920, per gli operai e gli
impiegati dell’azienda e ceduto al comune di Milano quando chiuse lo stabilimento, emerge
l’evoluzione della struttura sportiva: la sostituzione del campo da pallavolo con il campo da
calcetto, che è un segno del cambiamento dell’utenza del centro: dagli impiegati agli studenti
della vicina Università.
E’ interessante sottolineare, quindi, che la funzione ricreativa e sportiva del luogo non sia
mutata nonostante siano cambiati i fruitori del servizio.
E. Nocera, Campo sportivo Pirelli, Milano, 1973-1977
Laboratorio di Sociologia Visuale, Campo sportivo Pirelli,
Milano, 2004
Scarica

Slide Rifotografie-una sintesi visiva di comparazione sul mutamento