SOCIOLOGIA VISUALE
 Sociologia e fotografia
Cristiano Mutti - Laboratorio di Sociologia Visuale – Università degli Studi di Milano-Bicocca
Laboratorio di Sociologia Visuale
INDICE:
• Fotografia e sociologia. Cenni storici (3)
• Comte, Durkheim e Simmel. Alcune considerazioni (19)
• Generi e contesti fotografici nel ‘900: l’American Journal of Sociology, l’esperienza della Farm Security
Administration negli Stati Uniti, la fotografia in Germania nel 1920-1930 (28)
• Il cinema, l’avvento della fotografia in movimento (32)
• I documenti: documento storico, documenti iconici e documento fotografico (40)
• Marginalità della ricerca visuale in sociologia (51)
• L’esperienza dell’etno-antropologia, l’antropologia visuale (53)
• L’immagine: cenni di fenomenologia e psicologia sociale (56)
• Bibliografia (60)
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Il primo tentativo sistematico di definire la Sociologia Visuale è stato dato
da Howard Becker nel 1974
SCHEDA DI H. BECKER
In Photography and Sociology, articolo comparso nel 1974 sulla rivista
“Studies in the Anthropology of Visual Communication” n° 1, pp.3-26,
Becker spiegava dapprima le ragioni storiche che avevano prodotto una
separazione tra sociologia e fotografia, e i motivi per i quali la
collaborazione e la comunicazione tra le due era possibile e desiderabile.
Charlotte March
Donyale Luna con orecchini per twen, 1966
Gelatina d’argento 40x39 cm
Collezione Gruber
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Photography and sociology have approximately the same birth date
(Becker, 1974)
1824 scritto di Comte
“Plan des travaur scienlifiques nécessaires pour réorganiser la société”
“Sistema di Politica positiva” (1824)
APPROFONDIMENTO
“Corso di filosofia Positiva” (1830-1842) nel 1839 propose ufficialmente il
nome di sociologia
“Sistema di politica positiva o trattato di sociologia che istituisce la religione
dell’Umanità” (1851-1854)
APPROFONDIMENTO
“Catechismo positivista” (1852)
Il 6 gennaio 1839 la scoperta di una tecnica per dipingere con la luce fu resa
nota con toni entusiastici sul quotidiano Gazette de France e il 19 gennaio nel
Literary Gazette. Si trattava del metodo di DAGUERRE e il Dagherrotipo.
APPROFONDIMENTO
Il 25 gennaio dello stesso anno William Fox Talbot rese pubblico alla Royal
Society il suo procedimento che permetteva la realizzazione di un immagine
negativa su carta che veniva poi trasformata in positivo in camera
oscura.Procedimento che venne perfezionato nel 1841
Quasi contemporaneamente Sir John Hershel, all’oscuro delle sperimentazioni
dei colleghi, utilizzava i Sali d’argento per ottenere una sostanza che
permettesse un fissaggio migliore dell’immagine. A lui vengono attribuiti i nomi
di fotografia, negativo e positivo.
APPROFONDIMENTO
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ELIOGRAFIA Procedimento messo a punto da JOSEPH NIEPCE che nel 1814 sperimentava un nuovo sistema per semplificare
l’incisione sul metallo, sostituendo la tradizionale lastra di pietra utilizzata dalla stampa litografica con una lastra di stagno e
sostituendo il lavoro della matita tipografica con l’azione della luce sul bitume di giudea, sensibile alla luce che utilizzò nel 1822
per produrre delle copie di un incisione del Cardinale di Reims, George D’Amboise. Il bitume di giudea è un tipo di asfalto
normalmente solubile all'olio di lavanda, che una volta esposto alla luce indurisce. Niepce cosparse una lastra di peltro con
questa sostanza e vi sovrappose l'incisione del cardinale. Dove la luce riuscì a raggiungere la lastra di peltro attraverso le zone
chiare dell'incisione, sensibilizzò il bitume, che indurendosi non poté essere eliminato dal successivo lavaggio con olio di lavanda.
La superficie rimasta scoperta venne scavata con dell'acquaforte e la lastra finale poté essere utilizzata per la stampa.
Così denominata perché si riteneva che una luce intensa
come quella del sole fosse necessaria per ottenere immagini
fotografiche (Ciampi, 2005)
1826 La prima vera fotografia della storia dell’umanità. NIEPCE
la ottenne con una posa di ben otto ore su una lastra di peltro
per eliografia da lui stesso preparata.
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Nel 1827 NIEPCE si reca alla Royal Society di Londra per una dissertazione sul suo procedimento, ma si
rifiuta di svelarlo per intero e per difetto di comunicazione quanto egli ha comunicato non viene accolto
agli atti. Tornato da Londra incontra Louis-Jacques-Mandè Daguerre
1829 Eliografia eseguita da Niepce. In questa immagine traspare evidente lo stretto legame con le
opere pittoriche
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Dagherrotipo del 1837: è probabilmente la prima buona immagine ottenuta da Daguerre
Daguerre utilizzò una lastra di rame con sopra applicata una sottile foglia di argento lucidato, che posta sopra a vapori
di iodio reagiva formando ioduro d'argento. Seguì l'esposizione alla camera oscura dove la luce rendeva lo ioduro
d'argento nuovamente argento proporzionalmente alla luce ricevuta. L'immagine non risultava visibile fino
all'esposizione ai vapori di mercurio. Una bagno in una forte soluzione di sale comune fissava, seppure non
stabilmente, l'immagine.
Daguerre fu contattato da François Arago (deputato alla camera del distretto dei Pirenei orientali),
che propose l'acquisto del procedimento da parte dello Stato. Il 6 gennaio 1839 la scoperta di una
tecnica per dipingere con la luce fu resa nota con toni entusiastici sul quotidiano Gazette de France
e il 19 gennaio nel Literary Gazette.
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FONTE: http://www.vam.ac.uk/vastatic/microsites/photography/theme.php?themeid=th007&row=4
La notizia apparsa sul Gazette de France e sul Literary Gazette destò l'interesse di alcuni ricercatori che stavano lavorando
nella stessa direzione. Tra questi William Fox Talbot si affrettò a rendere pubbliche la sue scoperte, documentando
esperimenti risalenti al 1835. Si trattava di un foglio di carta immerso in sale da cucina e nitrato d'argento, asciugato e
coperto con piccoli oggetti come foglie, piume o pizzo, quindi esposto alla luce. Sul foglio di carta compariva il negativo
dell'oggetto che il 28 febbraio 1835 Talbot intuì come trasformare in positivo utilizzando un secondo foglio in trasparenza.
Il 25 gennaio 1839 Talbot presentò le sue opere alla Royal Society, seguite da una lettera ad Arago,
per rivendicare la priorità su Daguerre.
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1839 La prima fotografia in cui appare un essere umano realizzata per caso da Daguerre. Ancora, infatti non era
possibile ritrarre le persone a causa dei lunghissimi tempi di esposizione richiesti e i passanti in movimento non
rimanevano impressi sulla lastra del dagherrotipo. L’uomo che invece qui appare è stato pressoché fermo perché si
stava facendo lucidare le scarpe ed è diventato inconsapevolmente il primo uomo mai ritratto in una fotografia.
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La macchina a lastre costruita da Alphonse Giroux, cognato di
Daguerre, l’apparecchio misurava 30x37x50 cm., era
corredato di alcune lastre sensibili e dei prodotti occorrenti
per la stampa, costava 400 franchi e una dagherrotipia di
piccolo formato veniva pagata da 80 a 120 franchi
Nella sola Parigi nel 1847 furono vendute 2000
macchine e mezzo milione di lastre. Dal 1841 in
Francia e in Inghilterra si cominciò a realizzare ritratti
che andavano dai 4x5 cm. ai 17x22 cm. I ritratti
venivano montati su cornici di cartapesta o su astucci di
metallo dorato e venduti ad un prezzo tra le due e
cinque sterline per lastra. Mentre i dagherrotipisti di
professione accumulavano fortune, turisti, scrittori e
artisti portavano nei loro viaggi la macchina di
Daguerre. Molti pittori iniziarono a dedicarsi a questo
nuovo mestiere e nelle immagini di quel periodo
traspare evidente lo stretto legame con le composizioni
pittoriche.
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Nel 1842 un famoso miniaturista di Amburgo, Carl F. Stelzner, ritrasse insieme a un amico il terribile
incendio che distrusse un intero quartiere di Amburgo. Fu il primo reportage fotografico della storia.
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La prima stampa ottica su carta sensibile realizzata da Talbot nel 1841 e pubblicata sulla copertina
della prima rivista fotografica della storia: “The Pencil of the Nature”. Il suo prcedimento
perfezionato, chiamato Calotype, si basava sul processo negativo-positivo, con il quale si potevano
ottenere, a differenza del dagherrotipo, più copie della stessa immagine. Fu questo il procedimento
che venne adottato e perfezionato nel corso degli anni, mentre il dagherrotipo venne
progressivamente abbandonato.
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Fotografia dei Boulevards a Parigi:
Dalla pagina 2 della rivista “The Pencil of Nature” by William Henry Fox Talbot London: 1844
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Lo studio fotografico Talbot nel 1841
GALLERIA
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Nell’epoca che ambiva all’esattezza scientifica, si pretendeva una riproduzione fedele della realtà,
anche nell’opera d’arte, e questo nuovo atteggiamento spirituale catalizzò inesorabilmente la
generale attenzione sulla fotografia.
Walter Benjamin “la credibilità di cui la fotografia gode deriva non dalla sua analogia con il reale, ma dal suo impiego
per usi sociali ritenuti oggettivi, usi che le preesistevano e di cui si è impossessata, venendo a colmare quelle esigenze
realistiche il cui adempimento era stato fino ad allora appannaggio del disegno o dell’incisione”. “Nel momento in cui
Daguerre era riuscito a fissare le immagini nella camera oscura, i pittori erano stati congedati, a questo punto, dal
tecnico. Ma la vera vittima della fotografia non fu la pittura di paesaggio, bensì il ritratto miniato” (1931).
- L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica (1936-37).
http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Benjamin.html (APPROFONDIMENTO)
Gisèle Freund “Ogni grande scoperta tecnica dà sempre origine a crisi e a catastrofi. Scompaiono i vecchi mestieri, ne
sorgono di nuovi. La loro nascita, d’altro canto, significa progresso, anche se le attività da essi minacciate sono
condannate a morire” (1976)
Alta qualità della produzione fotografica dei primi anni. La fotografia delle origini fu dunque prerogativa di artisti
fotografi ma anche di scienziati e, in qualche caso, di dilettanti colti e tecnicamente molto preparati.
PROCESSO di INDUSTRIALIZZAZIONE della fotografia.
1851 – Data di nascita del COLLODIO Sostanza derivante dal fulmicotone, si utilizza un collante per i sali sensibili alla
luce che vengono applicati nelle lastre in vetro. Si abbassano così i tempi di esposizione e di stampa migliorando la
qualità delle immagini, che risultano essere anche più economiche del dagherrotipo – RIPRODUCIBILITA’ CHIAREZZA e
RAPIDITA’ sono le parole chiavi che inaugurano questo periodo.
1854 - André-Adolphe-Eugène Disderi, brevettò la carte de visite, applicazione della tecnica al collodio, che permetteva
la realizzazione in serie ed a basso costo di otto ritratti distinti di formato 6x9 da un’unica lastra fotografica, ritratti
che venivano incollati su un cartoncino di un formato di poco superiore a quello di un biglietto da visita.
1880 - materiali sensibili alla gelatina di bromuro d’argento. Gli apparecchi portatili e la RIDUZIONE dei tempi di posa
favorì lo sviluppo della fotografia di paesaggio che trovò un mercato nei viaggiatori delle classe colte, archeologi e
esploratori e fece comparire una nuova figura sociale: il mercante di fotografie e favorì l’ulteriore democratizzazione del
ritratto
http://www.ikons-centre.org/ikons/ita/cronologia.htm
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1860 – Nadar impiega ben 18 min. di esposizione per documentare i lavori della metropolitana a
Parigi
La tecnica fotografica non era ancora pronta per favorire lavori di documentazione sui comportamenti delle persone a
causa della poca sensibilità delle emulsioni chimiche.
1887 In Germania viene inventata
l’illuminazione al MAGNESIO, che
permetterà di lavorare con laiuto del FLASH
- (Jacob Riis)
GALLERIA
Nadar, Le fogne di Parigi 1861
FONTE:
http://www.zona10.com.mx/autores/Nadar/pages/nadar_sewers_jpg_jpg.htm
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TAPPE SUCCESSIVE
I processi all’albumina e alla gelatina (1873) permisero di usare come supporto per la sostanza sensibile una
lastra di vetro e successivamente anche una sottile pellicola trasparente al posto della carta.
Negli anni successivi, intuendo le grandi potenzialità di documentazione della fotografia, molti la utilizzarono
nel corso di avventurosi viaggi di ricerca, come negli Stati Uniti che a partire dal 1860 inizia la
documentazione della cosiddetta Grande Frontiera o per ricerche particolari.
In questo periodo si sviluppa istituzionalmente dagli studi di storia naturale la disciplina dell’ANTROPOLOGIA
1859 - Si afferma la teoria evoluzionista di DARWIN
1861-1865 - Guerra di secessione
I primi fotografi di viaggio dovevano trasporate
l'ingombrante attrezzatura necessaria alla
produzione di immagini con i primitivi procedimenti
al collodio umido.
“La macchina fotografica racchiusa nella sua
custodia, una cassa robusta, era un peso grave da
portare fin sulle rocce, ma questo era niente se
paragonata alla cassa in cui c’erano i prodotti
chimici e le lastre. E ancora quest’ultima sembrava
una piuma di fronte a quella specie di organetto
che fungeva da camera oscura” Frederick S.
Dellenbaugh (fotografo, 1871)
- Eadweard Muybridge
- William Enry Jackson
- Roger Fenton
- Altri
FOTOGRAFIA di ispirazione
ETNO-ANTROPOLOGICA
A mule carries William Henry Jackson's photographic outfit
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TAPPE SUCCESSIVE
Nel 1871 Richard Leach Maddox mise a punto una nuova emulsione, preparata con bromuro di cadmio, nitrato d'argento
e gelatina. Questo nuovo materiale venne adottato solo sette anni dopo, a seguito dei miglioramenti introdotti da Richard
Kennet e Charles Harper Bennet. Le lastre così prodotte permisero un trasporto più agevole perché non necessitavano più
della preparazione prima dell'esposizione. Questo supporto molto più pratico fu adottato da una nuova categoria di
strumenti fotografici, gli apparecchi portatili.
Il 1888 vide la nascita della Kodak N.1, una fotocamera portatile con 100 pose già precarite al prezzo di 25 dollari,
introdotta da George Eastman con lo slogan "Voi premete il bottone, noi faremo il resto". Inizialmente il materiale
fotosensibile era cosparso su carta che nel 1891 venne sostituita con una pellicola di celluloide avvolta in rulli, la
moderna pellicola fotografica.
1860-1891…
E la sociologia?
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1839 COMTE utilizza per primo il termine SOCIOLOGIA per designare la SCIENZA
DELLA SOCIETA’
Ovvero l’OSSERVAZIONE della società, della sua evoluzione, del suo mutamento
La sociologia, in quanto studio delle leggi dello sviluppo storico, è fondata sull'osservazione (la STATICA sociale o
studio del consenso che regge una società: l'ordine) e sul confronto (la DINAMICA sociale o studio dell'evoluzione
necessaria delle società: il progresso). La dinamica è subordinata alla statica, in quanto il progresso è lo sviluppo
dell'ordine (sviluppo evolutivo non rivoluzionario).
“Dopo una prima giovinezza chiusa e ribelle, nel 1814 entrò nella Scuola Politecnica di Parigi, dove, coltivando le
scienze esatte e l'ingegneria, fu fortemente attratto, insieme a molti compagni di scuola, verso quella specie di
"rivoluzione dei tecnici" che andava predicando il Saint-Simon, idea a cui egli stesso, nel seguito della sua vita,
doveva dare forma assai più perfetta.”
FONTE:
http://xoomer.virgilio.it/brdeb/stranieri/comte.htm
L’oggetto di studio della ricerca scientifica e della sociologia come scienza deve
essere ridotta al POSITIVO
Alle AFFERMAZIONI CONTROLLABILI SULLA BASE DEI FATTI
E’ IMPORTANTE IL FATTO OSSERVATO NELLA SUA OGGETTIVITA’
EMPIRISMO NAIF - Nella storia dell’osservazione fotografica si è infatti temuto sempre “l’empirismo naïf”, specie in ambito
scientifico, nella consapevolezza che esperienza ed evidenza visive potessero svolgere i loro compiti solo se inserite entro
sistemi di procedura e analisi razionale
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“Il mezzo fotografico diventò ben presto un potente alleato delle scienze umane e venne considerato dai
positivisti strumento privilegiato per comprendere la verità sul mondo, la sua natura e le sue
caratteristiche.” (Ciampi, 2004).
La macchina fotografica era considerata come l’ideale strumento
cartesiano: “un dispositivo per l’uso da parte di un soggetto
osservante di registrazione assai accurata delle tracce degli oggetti
che l’hanno preceduto” (Mitchell, 1992)
FOTOGRAFIA
Poiché apparentemente sembrava che nessun intervento umano
potesse interferire nel processo di registrazione dell’immagine (la
cosa inizierà a cambiare con l’avvento delle macchine portatili)
rappresentava il modello di neutralità impersonale e obiettiva, il suo CARATTERE
PROBATORIO era funzionale alla cultura che l’aveva inventata
In sostanza “il procedimento fotografico, come […] i procedimenti scientifici,
sembra fornire un percorso garantito per superare la soggettività e per arrivare alla verità vera” (Mitchell, 1992)
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SUDDIVISIONE DEL PENSIERO DI COMTE
Dal 1820 al '26 Opuscoli di filosofia sociale
Descrive e interpreta la società europea degli inizi del XIX sec., che
corrisponde -secondo lui- all'epoca del passaggio dalla società teologicomilitare del Medioevo a quella scientifico-industriale: gli scienziati si
sostituiscono ai preti, gli industriali ai guerrieri. L'attività più importante
non è più la guerra tra gli uomini ma la lotta degli uomini con la natura
(per un uso razionale delle sue risorse). Perché avvenga la riforma della
società occorre la riforma intellettuale/scientifica
1814-1827 esperimenti di NIEPCE
Dal 1830 al ‘42 Lezioni del Corso di filosofia positiva
Amplia e approfondisce la prospettiva della tappa precedente,
sviluppando la legge dei "Tre Stadi", già presentata negli Opuscoli.
Secondo la quale lo spirito umano sarebbe passato per tre fasi
successive: I) l'uomo spiega i fenomeni attribuendoli a esseri/forze
paragonabili all'uomo stesso (stadio teologico/fittizio); II) l'uomo
invoca entità astratte come la natura, lo spirito, ecc. (stadio
metafisico/astratto); III) l'uomo osserva i fenomeni fissandone le
connessioni regolari, senza preoccuparsi di scoprirne le cause ultime
(stadio scientifico/positivo). La scienza non si interroga sulle origini
dell'universo, ma ne interpreta il movimento.
1827-1839 Incontro tra NIEPCE e
DAGUERRE – Viene realizzato il
DAGHERROTIPO
1835-1839 TALBOT sviluppa il suo
sistema NEGATIVO-POSITIVO
Sviluppa inoltre la CLASSIFICAZIONE DELLE SCIENZE
Dal 1851 al ‘54 Sistema di politica positiva
Sviluppa le conclusioni del suo pensiero, come la neccessità che ogni
società disponga di un ordine essenziale individuabile attraverso la
diversità delle organizzazioni sociali. La sociologia, per risolvere la crisi
del mondo moderno, che dipende dall'anarchia intellettuale (o
divergenza di opinioni), deve offrire risultati indubitabili.
1857 Comte muore a Parigi
1841-1860 Inizia l’osservazione
fotografica sul mondo
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RILIEVI CRITICI
LA CLASSIFICAZIONE DELLE SCIENZE
• MATEMATICA
• ASTRONOMIA
MATEMATICA (misurazione dell’esposizione, messa
a fuoco, etc.)
• FISICA
FISICA (leggi ottiche)
• CHIMICA
CHIMICA (emulsioni, sviluppo, stampa)
• BIOLOGIA
BIOLOGIA (osservazione)
• SOCIOLOGIA o FISICA SOCIALE
SOCIETA’ (osservazione)
Sono collocate con il criterio della COMPLESSITA’ CRESCENTE
Il sapere positivo si è imposto dapprima nella matematica, poi in fisica, chimica e biologia. Più la materia è semplice e più è
facile pensare positivamente. Quando il sapere positivo giunge alla biologia, si trasforma, a livello metodologico, da
"analitico" (stabilire leggi tra fenomeni isolati) a "sintetico" (considerare l'organismo vivente nella sua totalità) e pone le
fondamenta per una nuova scienza: la sociologia, che instaura la priorità del tutto sull'elemento, per cui non si può
comprendere un fenomeno sociale se non rapportandolo all'intera società. L'oggetto della sociologia (scienza sociale) è la
storia del genere umano. La sociologia è dunque una scienza della storia totale, in quanto stabilisce, sulla base di leggi, ciò
che è stato, che è e che sarà (determinismo).
Nascita della sociologia nel contesto della RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
I RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 1760-1830 (Inghilterra)
II RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 1870 inizio ‘900
Intorno al 1825 un solo operaio, sorvegliando due telai meccanici, poteva sbrigare un lavoro che con i telai a mano avrebbe
richiesto l'opera di una quindicina di persone.
Secondo Comte la società industriale si caratterizza essenzialmente secondo tre fattori: 1) l'industria è fondata
sull'organizzazione scientifica del lavoro, in vista del massimo rendimento; 2) grazie all'applicazione della scienza
all'industria, l'umanità sviluppa prodigiosamente le proprie risorse; 3) la produzione comporta la concentrazione di operai
nelle fabbriche e nei sobborghi.
Tematiche che caratterizzeranno lo sviluppo della cosiddetta FOTOGRAFIA SOCIALE
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1858 nasce Emile Durkheim
Della divisione del lavoro sociale 1893
Come mai l’individuo diventa sempre più autonomo e al tempo stesso viene sempre più a dipendere dal resto della società?
SOLIDARIETA’ MECCANICA - Giustapposizione di segmenti sociali equivalenti (ordini, clan), e accettazione da parte dei
singoli dei presupposti della coesione collettiva tramite funzioni repressive. La solidarietà si fonda sull’uguaglianza.
SOLIDARIETA’ ORGANICA - Differenziazione di funzioni specializzate che implica la cooperazione cosciente e libera degli
agenti sociali, quindi lo sviluppo della contrattualizzazione delle relazioni sociali. La solidarietà non si fonda più
sull’uguaglianza ma sulla differenza
COSCIENZA COLLETTIVA - norma che definisce il lecito e il proibito, patrimonio culturale dei popoli. In seguito sostituita con
il termine di RAPPRESENTAZIONE COLLETTIVA – Stato di coscienza collettiva distinto dallo stato di coscienza individuale.
DIRITTO - il “simbolo visibile della solidarietà sociale e corpo di norme a sanzione organizzata” E’ la parte VISIBILE delle
norme che regolano una società, mentre la MORALE è la parte sommersa
ANTROPOLOGIA DEL DIRITTO
1862 - Ancient Law - Henry James MAINE - Considerato il
testo base della nuova disciplina ed il manifesto della teoria
evoluzionistica dei sistemi giuridici.
1888 viene fondata la National Geographic
Society, che finanziò numerose spedizioni
nel mondo
1891 Viene prodotta la prima pellicola
fotografica
1893 Negativo a colori per addizione (John
Joly)
Pellicola forata da 35 mm (Thomas Alva
Edison)
1851-1871 - League of the Iroquois - Systems of
Consanguinity in the Human Family Lewis Henry Morgan
Aprì la strada al filone degli studi sulla parentela e sul
matrimonio in particolare
1865 - Primitive Marriage - John F. McLennan I concetti di
esogamia ed endogamia, di cui coniò i termini, cioè del
matrimonio obbligato all’interno o all’esterno del proprio
gruppo di appartenenza
FONTE: http://www.diritto.it/materiali/antropologia/faedda2.html
1870-1901 Il periodo storico in cui vede la nascita della
prima automobile
APPROFONDIMENTO su
http://www.fauser.edu/students/cucchetti/automobile.htm
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Le regole del metodo sociologico 1895
FATTO SOCIALE – “Un fatto sociale si riconosce dal potere di coercizione esterno che esso esercita o è suscettibile di
esercitare sull’individuo”. E’ dunque la coercizione o sanzione (contrainte) ai voleri dell’individuo che istituisce il fatto
sociale.
OLISMO durkheimiano - Una società si manifesta come un “tutto”. Nel caso della società, è la forma del tutto che
determina quella delle parti” (in opposizione a Durkheim, Max Weber muoverà dai singoli individui per spiegare la società).
La normalità o il carattere patologico di un fatto sociale è valutabile soltanto riportandolo al proprio contesto, alla
tipicità esibita dalla società osservata in un periodo dato della propria evoluzione strutturale. Ogni società è un insieme di
“fatti morali”, una combinazione sui generis di istituzioni: ogni forma organizzata - famiglia, istruzione, giustizia – tesa ad
un fine sociale. Durkheim farà delle istituzioni il suo oggetto primario di studio perché sono particolarmente obiettivabili,
distinguono le società umane delle società animali e attestano l’unità del tipo umano. La sociologia comprenderà la
morfologia sociale, che studia il substrato della vita collettiva (forma e ripartizione del gruppo sul territorio, dell’ habitat,
delle comunicazioni), e la fisiologia sociale, che studia la genesi ed il funzionamento delle istituzioni, le “correnti sociali
libere”, fonti delle trasformazioni o della creazione delle istituzioni.
OBIETTIVITA’ dei fatti sociali - Considerare i fatti sociali come delle cose - non significa assimilarli a fatti materiali o
classificarli in questa o quella categoria del reale, ma invitare a osservarli proprio come delle cose, le quali si
oppongono all’idea di una conoscenza basata su ciò che si scorge dall’interno. La “familiarità” che ciascuno intrattiene con
la sua società grazie a formulazioni “spontanee” (è spontaneo portare le scarpe ai piedi), diffuse in ogni società e più o
meno razionalizzate, sono, per Durkheim, “il primo ed il più grande ostacolo” alla comprensione scientifica dei fenomeni
sociali, poiché sono essi stessi un fenomeno sociale.
A partire dal 1868 – fotografia/reportage sociale – interessata all’analisi dei problemi sociali
•
Condizioni abitative
• Thomas Annan 1868-1877
•
Lavoro
• John Thomson 1877-1878
•
Progressi tecnologici
• Jacob August Riis 1890
•
Sviluppo urbano
• Lewis Wickes Hine 1904
Strumento di denuncia e cruda
documentazione di realtà sociali
Il 28 Dicembre 1895 i fratelli Lumiere proiettano al Gran Café di Parigi dieci film di circa un minuto l’uno.
L’invenzione della pellicola fotografica perforata su celluloide da parte di Thomas Edison (1891) permette la nascita del
CINEMA
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Il suicidio 1897
Studi di CESARE LOMBROSO – 1898 inaugura
a Torino il Museo di Psichiatria e Criminologia
-OGGETTIVAZIONE delle tendenze collettive al suicidio. Costituzione di un fenomeno individuale in FATTO SOCIALE che
permette di avere un quadro più preciso dello “STATO MORALE” di una società rispetto al tasso di mortalità generale (tasso
di suicidi = numero di suicidi rapportato al tot. di una popolazione di un determinato periodo)
- ANOMIA – perdita del quadro di riferimento normativo
- SUICIDIO ANOMICO – Fortemente connesso alle crisi delle società moderne
- SUICIDIO EGOISTA – Tipico delle società moderne e dovuto all’allentarsi dei legami comunitari
- SUICIDIO ALTRUISTA - Tipico delle società a solidarietà meccanica, in cui l’individuo si sacrifica per rinsaldare il gruppo
di appartenenza
Le forme elementari della vita religiosa 1912
Durkheim vede nella religione il fenomeno sociale fondamentale dal quale derivano tutti gli altri. Ne tenta una definizione
oggettiva ossia non relativa al contenuto dei dogmi:
“È il sistema condiviso di credenze e di pratiche (riti) relative a cose sacre, ossia separate, interdette”.
La dialettica del sacro e del profano costituisce il centro del fatto sociale
Prosegue in quest’opera il progetto (avanzato ne La divisione del lavoro sociale) di fare la storia delle forme sociali della
presa di coscienza del reale, di tentare una teoria generale dell’attività simbolica: l’elaborazione di una sociologia della
conoscenza, alla quale partecipò Marcel Mauss. Così, lingua, segni, simboli, per una parte fatti sociali, acquistano significato
soltanto in funzione di un contesto sociale e storico dato e della loro posizione in un insieme di relazioni.
All’inizio del 1900 una fertile ma breve collaborazione tra sociologia e fotografia in ambito accademico
ebbe luogo grazie all’impulso dato dall’American Journal of Sociology, che pubblicò tra il 1896 e il
1916 più di 240 lavori fotografici in 31 articoli.
• Povertà e segregazione
• Documentazione del ‘prima’ e del ’dopo’ l’intervento statale sul welfare
• Charles Bushnell usa nel 1901-1902 delle immagini integrate con il testo per analizzare le condizioni
di vita di alcuni lavoratori delle fabbriche
Laboratorio di Sociologia Visuale
In generale però le immagini presentavano spesso molte limitazioni e difetti come manipolazioni, soggetti sempre in
posa, inconsistenza delle informazioni, decontestualizzazione, difetti di esecuzione tecnica.
“How to Lie with Photographs” Stasz, 1979
American Journal of Sociology
Nel 1914 Albion Small viene nominato direttore del giornale e a partire dal 1916 l’uso della
fotografia viene completamente abbandonato da parte della rivista.
A. Small istituì nel 1892 il dipartimento di Sociologia
dell’Università di Chicago, da cui si sviluppò quell’indirizzo di
pensiero sociologico che comunemente viene indicato con la
Scuola di Chicago
Motivi principali:
• paura che le immagini potessero minacciare lo statuto scientifico e teoretico
della sociologia
• imposizione di un nuovo modo di pensare alla sociologia (basato sull’analisi
causale, le statistiche e un elevato livello di generalizzazione)
• ambizione della fotografia di diventare un’Arte
• costi elevati delle riproduzioni fotografiche
(Becker, 1974 – Capovilla, 2003 – Faccioli, 2003)
“Clarice Stasz, a cui si deve un primo tentativo di ricostruzione della sociologia visuale, ricorda che un punto di incontro
significativo tra sociologia e fotografia si era già verificato a Chicago all’inizio del secolo ma fu stroncato in ambienti
accademici e scomparve dallo scenario della ricerca sociologica. Così, pochi anni più tardi, la “Scuola di Chicago” dei Park,
dei Burgess e dei Mc Kenzie ignorò completamente l’uso dei mezzi visivi nei suoi studi pionieristici di sociologia urbana”.
(Mattioli, 1991)
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1858 Nasce a Berlino Georg Simmel
“Filosofia del denaro", 1900
“La metropoli e la vita dello spirito” 1900
“Sociologia. Ricerca sulle forme di associazione", 1908
“Problemi fondamentali della filosofia”, 1910
In Sociologia. Ricerca sulle forme di associazione, in un passaggio afferma che dei cinque sensi l’occhio è l’unico ad avere
una FUNZIONE SOCIOLOGICA (Simmel, p. 358, 1908) Identifica le implicazioni dell’onnipresenza delle rappresentazioni
visive e della competenza visiva degli esseri umani.
In un breve saggio “Metropoli e personalità” osserva e mette a confronte due situazioni opposte queli quello della metropoli
urbana e dei piccoli centri rurali. In questo saggio formula due differenti categorie interpretative.
L’OSSERVAZIONE di carattere NEURO-PSICOLOGICO - Nella metropoli gli abitanti ricevono un ricco insieme di stimoli
che evolvono e cambiano rapidamente, un susseguirsi di impressioni ed immagini che affollano la loro mente. Spostandosi
in ambiente rurale da tale ritmo veloce, conseguente alle intense stimolazioni nervose, si passa ad un ritmo lento. Il ritmo
della vita e delle immagini sensorie mentali scorre più lentamente, più abitudinariamente e con maggior uniformità.
L’OSSERVAZIONE di carattere ECONOMICO - La città è sede dell'economia monetaria. Qui tutti gli scambi sono regolati
con il denaro. “L’economia del denaro domina la metropoli” e influenza le caratteristiche psicologiche e caratteriali degli
individui che la abitano.
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GENERI E CONTESTI FOTOGRAFICI 1900
Dalla I Guerra Mondiale fino al 1960 la fotografia fu completamente ignorata dagli ambienti accademici
della sociologia, anche se in molte situazioni – soprattutto in campo giornalistico - si producevano
documentazioni che avevano sempre più il carattere dell’esplorazione visuale di alcuni aspetti del
mondo sociale.
Tuttavia le immagini venivano utilizzate soprattutto per soddisfare un curiosità per certi versi morbosa da parte del lettore
o per stimolare l’opinione pubblica, piuttosto che informare i cittadini usando degli accurati criteri.
Lo stile diretto e l’uso di un certo linguaggio retorico avevano il compito di suscitare delle forti reaziona emotive. Unito a
un certo approccio estetico questo stile fu il punto di partenza del moderno fotogiornalismo.
IN EUROPA
STATI UNITI
Raramente troviamo intenti di denuncia o
documentazione nella fotografia sociale di quel
periodo. Le immagini mostrano la DISTANZA
SOCIALE che separava la classe borghese
emergente da quella povera
La fotografia sociale ebbe uno sviluppo più
evidente, diventando lo strumento
principale per l’analisi sociale di stampo
giornalistico mirante a soddisfare, non
tanto il sapere scientifico, quanto la
curiosità e la commozione dell’opinione
pubblica.
Fotografie orientate al ‘CASO ANTROPOLOGICO’ in
senso medico (malati di mente, devianti, criminali,
etc)
RITRATTO ESOTICO – prospettiva tesa verso
l’insolito, la stranezza e il singolo caso.
Diversa la situazione per quanto riguarda la FOTOGRAFIA DI GUERRA che in generale fino alla fine della seconda
Guerra Mondiale fu usata da tutti più come strumento di propaganda che come strumento di documentazione delle
vicende belliche.
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FARM SECURITY ADMINISTRATION
- 1930 - Negli Stati Uniti prende avvio il programma della Farm Security Administration (FSA) che
aveva l’obiettivo di documentare gli effetti della Grande depressione americana seguita alla crisi del
1929. E’ forse il primo uso organico della fotografia in una grande campagna di propaganda con fini
politico-sociali.
Negli Stati Uniti degli anni seguenti la Grande Crisi del 1929, l’amministrazione Roosvelt si pose il problema di coinvolgere il
complesso dell’opinione pubblica nella presa di coscienza sulle condizioni dei contadini, che più di altri subivano gli effetti
della crisi economica aggravati anche da tre anni di siccità negli stati del middle west. Nel 1935 fu messa a lavoro, su tutto
il territorio statunitense, un’équipe di fotografi coordinata dal sociologo Roy Stryker.
Walker Evans, Dorothea Lange, Arthur
Rothstein, Carl Mydans, Ben Shahn, Jack Delano, John Collier jr.,
John Vachon. Si calcola che questi fotografi fecero circa 150.000
fotografie in otto anni
1935-1943
Dopo il 1943 fino al 1950 il progetto continuò con maggiori risorse sotto la supervisione di una compagnia privata la
Standard Oil che reclutò Stryker per realizzare un progetto di documentazione sulla vita degli operai delle industrie
petrolifere. Lo stile documentaristico, ma anche particolarmente ricercato e teso a suscitare un forte impatto emozionale,
fece stigmatizzare il lavoro come pura propaganda (SONTAG, 1979)
Russell Lee, Gordon Parks, Esther
Bubley and John Vachon.
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LA FOTOGRAFIA IN GERMANIA NEGLI ANNI 1920-1930
August Sander
- 1930 (anno di pubblicazione, il lavoro ‘sul campo’ in realtà inziò già nel 1911) – Inchiesta sulle classi sociali e
analisi delle classi nella Germania di Weimar, per mezzo dell’uso della fotografia comparata con lo
strumento del ritratto fotografico. Presenta sette gruppi corrispondenti dell’articolazione della società.
Archetipi:
L’Uomo di campagna, il Lavoratore Specializzato, la
Donna, Classi e Professioni, gli Artisti, la Città, gli
Ultimi.
Uno sguardo dotato di una “capacità di osservazione
senza pregiudizi” (Walter Benjamin)
“Come esiste una anatomia comparata, dalla quale si giunge ad una comprensione della natura e della storia degli
organi, così questo fotografo ha fatto fotografia comparata, conquistandosiun punto di vista scientifico al di sopra della
fotografia particolareggiata” (Sander, 1929)
IN GENERALE IN QUEGLI ANNI in Germania si svilupparono due tendenze e approcci diversi:
APPROFONDIMENTO
- LA SCUOLA DELL’OBIETTIVITA’
Albert Renger-Patzsch
Werner Mantz
August Sander
Alfred Eisenstaedt
- LA SCUOLA SPERIMENTALE
dell’AVANGUARDIA TEDESCA - IL BAUHAUS
Laszlo Moholy-Nagy
Lux Feininger
Oscar Schlemmer
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Considerazioni generali sugli usi sociali della fotografia
Accanto a queste situazioni vi sono due aspetti tra loro spesso strettamente correlati riguardo gli usi sociali della
fotografia dei quali bisogna tenere in considerazione.
- DILETTANTISMO FOTOGRAFICO – Fin dalle sue origini la fotografia fu praticata anche in maniera amatoriale. Alcuni
dei reperti importanti dei primissimi anni della sua storia ed alcuni importanti fondi fotografici ottocenteschi sopravvissuti
nel tempo si devono alla pratica amatoriale didilettanti colti ed evoluti, basti citare in proposito due importanti esempi
italiani: il conte Primoli ed il principe Francesco Chigi.
La fotografia delle origini, richiedeva comunque a causa della complessità della tecnica una serie di conoscenze
approfondite e di differenti abilità manuali non diversa nel dilettante e nel professionista. E’ proprio la complessità del
procedimento che seleziona i fotografi, facendo sì che i reperti ancora oggi esistenti dei primi anni della fotografia
presentino una qualità mediamente assai alta.
1888 – George Eastman lanciò sul mercato statunitense con lo slogan
“Voi schiacciate il bottone, noi facciamo il resto” il primo apparecchio
Kodak. La fotografia amatoriale conosce uno sviluppo senza
precedenti, un fenomeno di democratizzazione.
- Uso della fotografia come STRUMENTO DI SOLLENNIZZAZIONE di momenti importanti della vita familiare e più in
generale sociale, dalla culla alla bara (Pierre Bourdieu, 1972). Al fotografo itinerante o al fotografo artigiano viene via
via sostituito l’amico o il parente. Alla fine dell’ottocento si prefigurano già tutti i principali usi e tutte le funzioni sociali
che connoteranno la pratica fotografica successiva per tutto il ventesimo secolo, tranne forse la fotografia turistica e di
viaggio, che dapprima riservata ad una ristrettissima elite di professionisti o di dilettanti evoluti, si generalizzerà solo col
turismo di massa, a partire dagli anni successivi alla seconda guerra mondiale.
Scadimento complessivo della qualità estetica e contenutistica
delle immagini fotografiche.
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Il CINEMA
1878 Eadweard Muybridge realizza le prime
sequenze fotografiche di animali
1881 Étienne-Jules Marey mette a punto il suo
"fucile fotografico", otturatore che consente la
ripresa di 12 fotogrammi al secondo.
1888 Brevetto di Leprince per macchina
fotografica con pellicola di celluloide.
1889-1891 Thomas Alva Edison e il suo
collaboratore William Dickson studiano la
perforazione delle pellicole in celluloide e il
meccanismo di trascinamento, e realizzano la
macchina da presa Kinetograph e l'apparecchio di
proiezione Kinetoscope.
Fotogramma tratto dal primo film della storia “La sortie des
usines” prodotto dai fratelli Lumiere nel 1895, bianco e nero
46s e 16fps.
1904 – Nasce ufficialmente la fotografia a colori, per opera dei
fratelli Lumiere, lautocromo: una immagine positiva a colori su
lastra di vetro (tecnica che sarà utilizzata dal governo francese
per documentare alcune fasi della Prima Guerra Mondiale)
1928 - Si produce una pellicola 16 mm a colori per la
cinematografia
1940 - Si ottengono i primi negativi colore e le prime stampe
su carta colore (Agfa, Ansco, Kodak)
1893 Georges Demenÿ brevetta il suo
Chronophotographe, che verrà utilizzato da Léon
Gaumont. Edison costruisce la prima sala per
cinema, la Black Maria, e gira un film fotografico
della durata di 20 secondi.
1895 Prime proiezioni pubbliche di immagini
animate: in Francia con il Cinématographe dei
fratelli Lumière, a Berlino grazie ai fratelli
Skladanowski. Nel frattempo, vengono depositati
brevetti concorrenti da Robert William Paul (Gran
Bretagna), Thomas Armat (USA), Henry Joly
(Francia) e Filoteo Albertini (Italia).
http://www.angiolettionline.it/cinema/file_cinema/pionieri_del_
cinema.htm
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Gli studi sul movimento e sulle soluzioni che permettessero un’illusione del
movimento sono molto precedenti all’invenzione del cinema
La LANTERNA MAGICA 1600
La conoscenza di questo strumento
era già nota in Persia sin dall'XI
secolo. Serviva per proiettare su uno
schermo piccole immagini dipinte o
foto su vetro, ottenendone
l'ingrandimento.
I vetri da proiezione, vere miniature,
possono essere fissi o animati da
piccoli e complicati meccanismi. Le
serie dedicate all'astrologia,
personaggi buffi del circo, apparizioni
fantastiche, dissolvenze dal giorno
alla notte, cosi' come le aurore
boreali del Polo Nord, sono i soggetti
di maggior successo del '700 e
dell'800.
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Il DIORAMA 1822 - Daguerre
Presentazione, su una piattaforma girevole, di vedute dìpinte su tele di cotone trasparenti. Queste erano disposte
prospetticamente su una profondità di 15-20 metri.
Ogni quadro poteva raggiungere la lunghezza di 22 metri e la larghezza di 14 ed era ìlluminato in modo da ottenere
un gioco di ombre e di chíaroscuri capaci di riprodurre con fedeltà incredibile tutti gli effetti della luce in natura, cioè
rappresentare, per esempio, un paesaggio o un interno immerso nel sole splendente o nella nebbia o nella penombra
del crepuscolo.
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TAUMATROPIO 1826 - John Ayrdon Paris e W. H. Filton
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FENACHISTISCOPIO 1833
Joseph Plateau a Bruxelles e Simon von Stampler a
Vienna (stroboscopio)
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ZOOTROPIO 1834 - William George Horner
Il precursore della macchina da proiezione cinematografica in quanto capace di procurare la visione di immagini in
movimento. E’ un perfezionamento del fenachistiscopio, invece che stampate su un disco e guardate in uno specchio le
immagini venivano raffigurate su una striscia di carta che poteva poi essere messa all'interno di un tamburo di cartone o
di metallo e osservate direttamente attraverso le fessure intagliate sul lato del cilindro. Inoltre il movimento poteva
essere osservato da più persone poiché lo strumento più stava lontano più rendeva visibile le immagini all’interno.
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PRASSINOSCOPIO 1878 - Emile Reynaud
Sostituì le fessure del fenachistiscopio con un prisma di specchi da collocare al centro del tamburo.
In questo modo i disegni sulla striscia posta intorno alla circonferenza interna del cilindro si riflettevano negli specchi
ciascuno dei quali ruotando lasciava cogliere all'occhio un'immagine alla volta.
In seguito progettò il prassinoscopio-teatro inserito in una speciale scatola fatta su misura.
Le figure in movimento venivano viste attraverso un vetro incorniciato in un piccolo proscenio. Il vetro rifletteva
l'immagine di una scenografia teatrale in modo tale da far apparire sovrapposte alla scenografia le immagini in
movimento.
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CINETOSCOPIO 1894 – Thomas Alva Edison
Strumento che permetteva ad un singolo osservatore di guardare attraverso un orifizio delle immagini in movimento
(moving picture: il termine poi passò ad indicare il cinema in generale. Esso trovava il suo collocamento ideale nella
"penny arcades" nelle fiere e nelle feste paesane e l'animazione poteva essere osservata inserendo un gettone nella
macchina.
FONTE: http://www.illuweb.it/index.htm
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Fotografia e cinema davano/danno luogo a un importante “PROCESSO DI RAZIONALIZZAZIONE” della visione inteso
a liberarla – così come sosteneva Cartesio a proposito della mente – di quanto in essa v’era di accidentale e poco attendibile
o semplicemente culturale.
Esperienza ed evidenza visive possono svolgere i loro compiti solo se inserite entro sistemi di procedura e analisi razionale.
Inizia a svilupparsi dal concetto di documento iconico quello di DOCUMENTO FOTOGRAFICO
DOCUMENTO
Documentum: docere, insegnare, dimostrare (Istituto Enciclopedico Italiano, 1995). Ha vari significati:
• QUALSIASI MEZZO - che provi l’esistenza di un fatto, l’esattezza o la verità di un’asserzione (mezzo soprattutto grafico,
atto è scrivere, supporto e strumenti carta, timbro, etc.)
• ATTESTATO - rilasciato da un’autorità pubblica che permetta l’identificazione di una persona, cosa, situazione, etc.
• QUALUNQUE OGGETTO MATERIALE - che possa venire usato a scopo di studio, di ricerca o di consultazione, sia nello
stato originale, sia riprodotto
o documenti grafici (libri, manoscritti)
o iconografici (ritratti, disegni, dipinti, fotografie)
o plastici (monete, medaglie, sigilli)
o fonici o auditivi (dischi fonografici, dischi magnetofoni,
cassette audio, cdRom)
o visivi (film, microfilm)
• DOCUMENTO STORICO – Scritto, opera o qualunque altra testimonianza che illustri e dia conoscenza della storia
politica, letteraria, artistica, filosofica, culturale di un popolo.
• DOCUMENTI UMANI – Casi immaginati dai narratori naturalisti con la pretesa di mostrare situazioni sociali e
psicologiche degli uomini (verismo)
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La funzione principale dei documenti è quella di permettere la conservazione della memoria collettiva e
lo studio del passato. Stretta relazione con il MONUMENTO.
Generalmente il monumento è indicato come eredità del passato, mentre il documento come scelta dello storico (Le Goff,
1978)
MONUMENTO
Monumentum: mens (mente) memini (memoria) monere (far ricordare).
Segno del passato, (Istituto Enciclopedico Italiano, 1995). Ha vari significati:
• SEGNO posto a ricordo di una persona o di un avvenimento (opera di scultura o architettura decorativa) che si colloca nelle
aree pubbliche (monumenti commemorativi, equesti, sepolcrali).
• QUALUNQUE OPERA D’ARTE, specialmente di architettura o di scultura, ma anche figurativa, che per le sue
caratteristiche artistiche e storiche rivesta uno speciale valore artistico, culturale e morale.
• QUALUNQUE VESTIGIO DI CIVILTA’ SCOMPARSE
• MONUMENTO NATURALE
• IN SIMILITUDINE – per esprimere impressioni di grandezza
- L’intervento dello studioso che sceglie il documento preferendolo ad altri, dipende in primo luogo dalla sua posizione
sociale e dalle sue caratteristiche logiche.
- Il documento è il risultato di un ‘montaggio’, conscio o inconscio della storia, dell’epoca e della società che l’ha prodotto,
come delle epoche successive in cui ha continuato a vivere. Questa presenza durevole nella storia richiede in primo luogo di
essere ANALIZZATO dimistificandone il significato apparente. Il DOCUMENTO è MONUMENTO nel senso che è lo sforzo
compiuto dalle società storiche di rappresentare sé stesse nel futuro.
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IL DOCUMENTO E LE FONTI
Fonti storiche: qualsiasi informazione (diretta o indiretta), sul passato sociale, dovunque essa si trovi, insieme a tutto ciò
che serve a trasmettere questa informazione (canale informativo). Nel caso della memoria il canale d’informazione è
l’uomo (Bernheim, 1907; Labula, 1856; Giedymin, 1928).
FONTI EFFETTIVE – Le informazioni sul passato più i loro canali di informazione
FONTI POTENZIALI – Tutte quelle a cui è teoricamente possibile accedere
ORALI: tradizioni, cronache, biografie, memorie
VERBALI
SCRITTE: narrative, documentarie, biografie, cronache
documenti pubblici e privati
FONTI
(Pescatore, 1971
riadattata)
MONUMENTI e ANTICHITA’: gioelli, suppellettili, etc.
NON
VERBALI/FIGURATE
IMMAGINI: dipinti, sculture, fotografie, incisioni,
disegni, qualsiasi espressione figurativa
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DOCUMENTO ICONICO
Eikon – immagine
“Qualsiasi rappresentazione visibile, spesso idealizzata, ottenuta mediante il
disegno, la pittura, la scultura o la fotografia, dell’aspetto esteriore di un
oggetto o una persona (Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1970)
IMMAGINE – connessione con il concetto di SOMIGLIANZA/IMITAZIONE –
Più precisamente di RAPPRESENTAZIONE RIFLESSA (Husserl, 1968) –
Tendenza dell’immagine a sostituire la cosa stessa riprodotta, la
RAPPRESENTAZIONE prende il posto del fatto (Sartre, 1948)
Un criterio di distinzione può derivare dai diversi procedimenti/tecniche
utilizzate per riprodurre tali immagini (come espressioni figurative)
• INCISIONE (anche sinonimo di STAMPA) – Possibilità di avere molteplici
copie – Lavoro su MATRICE quindi a rovescio – Poca visione/controllo del
lavoro rispetto al pittore-scultore. Incisione a RILIEVO (xilografia), in PIANO
(litografia), in CAVO (acquaforte)
• DIPINTO – Su superficie normalmente piana- ripoduce soggetti tratti dalla
realtà visibile che non. Vari tipologie dipinto a olio, acquarello, etc.)
Over London by Rail - Gutav Dore c 1870
• DISEGNO – In base alle tecniche utilizzate possiamo avere disegno a
pennello, disegno architettonico, disegno industriale, ecc.
• SCULTURA – Intaglio e modellazione di qualunque materiale- Sviluppo in
tre dimensioni, inseparabilità dell’immagine dal contesto dello spazio
naturale (qualità della materia, volume, movimento delle ombre).
• FOTOGRAFIA – Espressione figurativa fissata e resa visibile su un
supporto materiale sensibile ai raggi luminosi.
TESTIMONIANZE OCULARI dei fatti osservati
Riferimento all’ESPERIMENTO MENTALE di Weber per
quanto riguarda la ricerca delle cause storiche
PRINCIPIO DEL TESTIMONE OCULARE (Gombrich, 1985) – Criterio scoperto e applicato per la prima volta dai Greci e
consiste nella regola di attenersi alla rappresentazione di quello e solo quello che potrebbe vedere un testimone oculare da un
particolare punto di osservazione in un momento particolare. L’esperienza del testimone oculare trasmette sia la
rappresentazione di quanto accaduto, sia quella che sarebbe potuto accadere a noi se ci fossimo trovati in quella situazione.
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DOCUMENTO FOTOGRAFICO
Diverso dal termine FOTOGRAFIA DOCUMENTARIA che si riferisce alla capacità narrativa di raccontare i fatti della
realtà da parte del fotografo.
Il testo Il documentario delle edizioni Time-Life (1978), specifica che la fotografia documentaria deve comunicare un
messaggio che sia differente dalla fotografia di paesaggio, del ritratto o dalla scena di strada. Può registrare un
avvenimento, ma l’avvenimento deve avere un significato generale che vada al di là di una fotografia d’attualità.
La fotografia documentaria può quindi essere definita come la rappresentazione del mondo reale da parte di un
fotografo con l’intento di comunicare un messaggio importante (interpretazione soggettiva nel rispetto delle cose).
Dalla definizione di DOCUMENTO si può ritenere che QUALSIASI foto sia un documento poiché può contenere
informazioni utili su un particolare che ci interessa.
Il documento fotografico è un DOCUMENTO ICONICO, il cui supporto informativo è costituito da immagini fotografiche.
DOCUMENTO ICONICO
differenze
DOCUMENTO FOTOGRAFICO
- DIVERSO PROCEDIMENTO
- DIVERSO RAPPORTO CON LA REALTA’ – Le altre espressioni figurative possono essere rispetto alla fotografia, la
traduzione di un qualcosa che è esistito nella mente dell’artista, ma che non necessariamente era presente nel mondo reale
(la mela è fatta tonda dall’artista, mentre in fotografia è la luce ricevuta che le dà forma – Berger & Mohr, 1995).
Non si vuole intendere che sia una fedele riproduzione della realtà, poiché la realtà si presta a essere manipolata in vario
modo prima di essere fotografata, ma che la fotografia dice il vero anche quando riproduce una bugia (Berger & Mohr,
1995). Non è la macchina a falsificare la realtà ma chi sta dietro l’obiettivo (Peters, 1973)
- RAPPORTO INDICALE – In assenza dell’oggetto ci dice che lì dove c’è il segno c’era un oggetto (Eco, 1973).
- RAPPORTO CON IL TEMPO – Il quadro può essere indipendente dal tempo di vita di ciò che è dipinto – ha un proprio,
singolare rapporto col tempo e nella realizzazione del quadro il tempo non è uniforme (l’artista può decidere di dedicare
tempi diversi di lavorazione a parti diverse del dipinto). La fotografia invece ha un rapporto istantaneo con il tempo. Il
tempo fermato in un’immagine è un istante isolato di ciò che sta davanti all’obiettivo. L’istantaneità/rapporto col tempo del
mezzo fotografico è strettamente collegata/o al MOVIMENTO e alla sua rappresentazione
Laboratorio di Sociologia Visuale
Foto: Cristiano Mutti
La capacità di FISSARE il dato, di catturare il movimento, è TESTIMONIANZA dell’UNICO e dell’IRRIPETIBILE (Ferrarotti, 1992)
Laboratorio di Sociologia Visuale
Foto: Cristiano Mutti
Capacità di ISOLARE e CONGELARE un settore della realtà, offrendolo immobile a successive analisi dettagliate (Secondulfo, 1996)
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La possibilità di ottenere rappresentazioni diverse a causa del movimento e dei tempi di esposizione che vengono utilizzati in
determinati contesti (in questo caso immagine scattata in interno senza l’ausilio del flash e con tempi di posa abbastanza
lunghi – 2/4 sec.) permette all’immagine statica di darci delle informazioni che vanno oltre la funzione puramente descrittiva.
In questo esempio viene denotato un contesto in continuo movimento – un bar nel centro di Milano – in cui la figura al centro,
nella sua immobilità, suggerisce considerazioni riguardo al suo stato d’animo che la porta ad assumere un distacco totale dalla
situazione in cui si trova.
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Foto: Cristiano Mutti
L’immagine fotografica è al contempo una costruzione soggettiva (espressività dell’autore) e una traccia oggettiva (Pierce, 1930)
Laboratorio di Sociologia Visuale
Anche in questo caso appare evidente la capacità dello strumento fotografico di documentare e “tracciare” alcune
caratteristiche del soggetto/oggetto lungo un continuum temporale. Questo esperimento, ottenuto con un esposizione
fotografica di una notte intera, rappresenta visivamente le modalità che hanno caratterizzato il momento del riposo: più la
figura è mossa, più l’immagine è un’indicatore di un riposo agitato, viceversa più la figura appare nitida e ben definita, più
l’immagine ci indica un sonno tranquillo e rilassato del soggetto.
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FOTOGRAFIA
MOLTIPLICATORE della potenza visiva umana – Come presenza vicaria lò dove l’uomo non può intervenire, sia
perché fissa informazioni relative a fenomeni tanto brevi o anche invisibili per essere rilevati dall’occhio umano.
MEZZO RIPRODUTTORE-TRASFIGURATORE e MOLTEPLICATORE
Una tecnica di comunicazione sociale, risultato di una selezione di spazi (tramite l’obiettivo – e l’inquadratura), e di
una selezione di tempi (meccanismo scatto-otturatore), che insieme concorrono in un processo chimico
(impressione sulla pellicola) (Gubern, 1974)
RaggiX
Raggi Ultravioletti
http://www.massivechange.com/img_01.html
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LA RICERCA SOCIALE
Lo status delle ricerche socio-visuali risulta oggi essere ancora MARGINALIZZATO (Emmison e Smith, 2000) –
Ruolo decorativo e accessorio delle immagini. Difficoltà di LEGITTIMAZIONE delle immagini nelle discipline basate sulle parole
(Mead, 1980)
Elisabeth Chaplin (1994) – “nelle scienze sociali le immagini hanno bisogno di parole, mentre le parole non necessariamente
hanno bisogno di immagini” Importanza della didascalia, del titolo e di tutte le informazioni necessarie a legittimare e spiegare
l’immagine a fini di ricerca e scientifici. L’immagine perde la sua autonomia.
Problema dello status limitato delle ricerche socio/etno visuali. Discussione limitata sulle ricerche basate sulle immagini nei
testi di metodologia
• Duverger (1965) – Accenno ai documenti iconici come fonte di conoscenza per il ricercatore delle scienze sociali
• Becker (1975) Fyfe e Law (1988) – sono tra i primi a riflettere sul problema di “marginalizzazione” del visuale – Questi
ultimi indivisuando come cause quelle di ordine economico (elevati costi di produzione, stampa e diritti), ma in modo non
convincente
• Prosser (1998) – Individua nel termine FRAGMENTATION il problema delle ricerche basate sulle immagini, indicando in
questo modo il fatto che i ricercatori visuali sono divisi in tanti livelli e campi di studio e devono continuamente confrontarsi
mancando una voce, una disciplina autonoma, anche all’interno delle loro discipline.
1) Crescente numero di ricercatori che utilizzano le
immagini che lavorano in su argomenti molto particolari e
non sono collegati con le discipline visualmente orientate
2) All’interno delle diverse sottodiscipline della sociologia e
della antropologia visuale, i sociologi visuali consistono in un
ampio ed eclettico gruppo con deboli basi metodologiche
Necessità di una METODOLOGIA basata sulle immagini al fine di migliorare lo status e l’accettazione delle ricerche visuali
all’interno della comunità scietifica (considerare le immagini dentro il processo di ricerca e non in modo autonomo)
Migliorare la BASE CRITICA sulla quale perfezionare e migliorare i metodi visuali (Posser 1998)
Laboratorio di Sociologia Visuale
MARGINALITA’ del VISUALE in SOCIOLOGIA
Secondo Faccioli si possono individuare anche le seguenti altre ragioni:
• Legittimazione delle tecniche matematico-statistiche è ormai fuori discussione nella ricerca scientifica, laddove manca
invece per le immagini.
• La fotografia non viene considerata una prova dalle scienze sociali (ma in altre scienze lo è ), stante il suo carattere
soggettivo e manipolabile.
• Cancellazione del corpo dall'analisi sociologica classica, avvenuta come conseguenza di un processo nel corso del quale
la teoria sociale fu costruita in opposizione al riduzionismo della psicologia e della biologia (Tumer, 1984)
Con l’eccezione di Elias e Goffman, che hanno prestato una considerevole attenzione al corpo ed alle sue espressioni, è
soltanto negli ultimi vent'anni, con gli scritti di Foucault, che esso è stato legittimamente reintegrato nella teoria
Sociologica. Con la cancellazione del corpo dalla sociologia, è stato cancellato anche l'occhio e la maggior parte dei sociologi
si sono mostrati ciechi verso il visuale e verso il carattere sociale della percezione e della riproduzione (Fyte e Law 1988).
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ETNO-ANTROPOLOGIA
Marcel Mauss – creatore dell’antropologia sociale in Francia - nel 1930-1935 suggeriva ai ricercatori
di munirsi di macchina fotografica, cinepresa e registratore.
Per W. D. Hambly, Melville Herskovits, Patrick O’Reilly e Marcel Griaule, il film era una semplice illustrazione, non
una parte integrante della ricerca da usare per la comprensione del fenomeno studiato o da ricordare nelle
pubblicazioni”. Marcel Griaule, allievo di Mauss, utilizza il film come strumento di ricerca nella sua spedizione nelle tribù
dei Dogon, realizzando “Masques Dogon e Au pais des Dogons”. (Gentili http://www.frameonline.it/ArtN22_Bateson_Mead.htm)
L’antropologia (visuale) è nata in stretto collegamento con la biologia. La fotografia forniva
indicazioni utili per l’attività di CLASSIFICAZIONE, supportando le teorie evoluzionistiche
dell’epoca.
Cranio fossile di australopiteco
Ha fatto un largo uso sia delle tecniche fotografiche che successivamente di quelle audiovisive, a volte però prestando
poca attenzione alle tipologie dei documenti visivi raccolti, alle modalità di realizzazione (chi ha realizzato cosa, come e
perché) e assumendosi in questo modo alcune responsabilità sull’aver causato un parziale discredito sull’uso del
materiale visuale nei campi di ricerca delle scienze sociali (CAPOVILLA, 2003)
CRITICA
La fotografia e in generale le strumentazioni audiovisive, diventano più degli strumento per registrare la SUPERFICIE
delle cose invece che favorire un’indagine in profondità. E’ questa la reale motivazione che ha ispirato gli antropologi
(HARPER, 1998; EDWARDS, 1992)
Laboratorio di Sociologia Visuale
Margaret Mead e Gregory Bateson tra il 1936 e il 1939 realizzarono un’importante ricerca a Bali
servendosi delle strumentazioni audiovisive (sia video che fotografiche) per documentare gli stili di
vita e il comportamento balinese, il lavoro fu pubblicato nel 1942 col titolo Balinese Character: a
Photographic Analyse.
Il lavoro di raccolta fotografico e video era legittimato dalla necessità di dover descrivere e classificare gli atteggiamenti
e gli stili di vita del popolo balinese – spesso comportamenti non verbali- per i quali non esistevano né vocabolari, né
metodi osservativi concettualizzati. – L’OSSERVAZIONE PRECEDEVA la CODIFICAZIONE e la CLASSIFICAZIONE
(Gentili, http://www.frameonline.it/ArtN22_Bateson_Mead.htm)
• 6.000 mt. di pellicola in 16 mm. girati
• 25.000 fotografie
Laboratorio di Sociologia Visuale
RACCONTO REALISTA
ANTROPOLOGIA VISUALE
L’autore è colui che porta avanti un discorso scientifico e che quindi deve escludere riferimenti personali e riflessioni
emotive. L’osservazione deve essere il più possibile obiettiva e fornire interpretazioni basate sulla teoria antropologica,
riportando il punto di vista del soggetto in citazioni separate dal resto del testo (Van Maanen, 1988). Tentativo
dell’antropologia di guadagnare LEGITTIMAZIONE SCIENTIFICA
Si tratta di un lavoro con le immagini, ma in cui il ruolo della fotografia è quello di illustrare qualcosa che l’autore ha
deciso precedentemente essere significativo.
Collier (1967) – l’immagine è per l’antropologo una FORMA ALTAMENTE SELETTIVA che le COSE STANNO COSI’, un
esempio selettivo di realtà. L'antropologo punta la macchina fotografica quando vede qualcosa che conferma le sue
scoperte, così che il lavoro fotografico è incidentale rispetto all'attività di ricerca e viene svolto alla fine del periodo di
lavoro sul campo.
Non ci sono state altre ricerche di antropologia o, etnografia visuale che uguaglino Balinese Character, mentre vi sono
parecchie monografie che hanno applicato alcuni dei metodi di Bateson e Mead e gli stili di presentazione che si
collocano al limite più sperimentale di quello che Van Maanen [1988] ha chiamato il "racconto realista" dell' etnografia.
Oggi l’antropologo visuale si rapporta all’immagine come oggetti attraverso cui realizzare una critica dello sguardo e
delle attività di rappresentazione. Costituiscono i materiali attraverso cui imparare a conoscere il mondo e, attraverso
l’identificazione dell’Altro, una coscienza di sé. Imparare a dotare di un senso sociale e culturale quanto la vista
discerne. “E’ vero, sosteneva Maurice Merlau-Ponty, che il mondo è ciò che noi vediamo, ed è altresì vero che dobbiamo
imparare a vederlo” ( Faeta, 1995)
Laboratorio di Sociologia Visuale
Riflettere sulla funzione-ruolo che può avere l’immagine dentro un contesto di ricerca
ci porta inevitabilmente a trattare alcune questioni di:
FENOMENOLOGIA E PSICOLOGIA SOCIALE
• Differenza tra l’ATTO DEL GUARDARE (osservazione) e L’ATTO DEL VEDERE (conoscenza)
• VISIONE come OGETTIVAZIONE del mondo. Ne rende possibile la conoscenza. Il pensiero esige quella apertura
iniziale che è rappresentato da un campo visivo.
• COSTRUZIONE SOGGETTIVA E TRACCIA OGGETTIVA – rapporto di indicalità dell’immagine
• VALORE EMPATICO della comunicazione iconica – Riconoscere l’Altro
• IMMAGINI RICHIAMATE e IMMAGINI PERCEPITE
Faccioli, 2003
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ATTO DEL VEDERE e ATTO DEL GUARDARE
Per vedere è necessario che la mente sia esercitata a capire i segnali che riceve.
La visione è un prodotto della mente, degli occhi e del sistema nervoso, che funzionano come un tutto unico e può
analiticamente essere scomposta in un processo a tre fasi: la sensazione, la selezione e la percezione (Huxley, 1989)
Nel nostro cervello, nella nostra memoria, immagazziniamo dei concetti, o categorie visive, alle quali adattiamo ciò che
percepiamo visivamente, così che quando guardiamo un oggetto siamo in grado di vederlo soltanto se corrisponde a
qualcuna delle categorie visive memorizzate. Percepire visivamente è pensare visivamente (Arnheim, 1974). La differenza
fra ciò che percepiamo con gli occhi (l'immagine retinica) e l'immagine, o la categoria di immagini, con cui la confrontiamo
(l'immagine mentale) è uguale alla differenza che c'è fra un oggetto ed il simbolo che lo rappresenta, cioè, ad esempio, fra
un negozio che vende tabacchi e la "T" che ne costituisce l'insegna (Casula, 1981)
• L’atto del vedere è un ATTO di SELEZIONE e di messa in relazione allo stesso tempo. Siamo in grado di guardare
continuamente una molteplicità di immagini, che però vediamo solo quando «le informazioni vengono riconosciute e
immesse in reti di significato culturale» (Faeta, 1995).
• Vedere è anche INTERPRETARE, dal momento che il magazzino delle immagini, nel cervello, non ha una capienza infinita
e la memoria non funziona come una fotocopiatrice. Richiamare alla mente un oggetto (MEMORIA), come anche una
situazione, implica una sua interpretazione, nella quale avrà giocato un ruolo fondamentale la ricostruzione del passato che
la nostra mente compie nel presente (Damasio, 1995)
• In stretta relazione con la memoria è l’IMMAGINAZIONE, che è il potere di combinare i ricordi in modi nuovi, così da farne
costruzioni mentali diverse da ogni concreta esperienza passata» (Huxley, 1989)
MEMORIA e IMMAGINAZIONE sono alla base della capacità della mente di vedere (percepire, selezionare, interpretare)
gli input sensoriali che provengono dalla realtà esterna.
La percezione visiva è un impegno attivo della mente che con un processo di
astrazione, trasforma il percepito in concetto e categoria di pensiero.
L 'astrazione è il legame indispensabile tra il percepire e il pensare.
“La visione senza astrazione è cieca, l'astrazione senza visione è vuota” (Arnheim, 1974).
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VISIONE = OGGETTIVAZIONE del MONDO
Per vedere è necessario che la mente sia esercitata a capire i segnali che riceve. La visione è il primo atto di un processo
conoscitivo che condurrà al ragionamento, alla decisione, alla risoluzione dei problemi.
Il pensiero comprende anche parole e simboli convenzionali e arbitrari, ma sia le prime che i secondi si basano su
rappresentazioni organizzate e possono trasformarsi in immagini: le parole che usiamo nel nostro pensiero, prima ancora
di formulare una frase, esistono nella nostra coscienza sotto forma di immagini. La nostra mente percepisce il mondo
che ci circonda attraverso immagini visive e acustiche e da sempre l'uomo usa le immagini per dar forma ai concetti della
realtà [Collier e Collier 1986].
Mondo contemporaneo
IMMERSIONE in un contesto visivo
IMMAGINI RICHIAMATE
Non è tuttavia soltanto l'esperienza cognitiva del mondo che avviene per mezzo delle immagini.
Nell’attività del pensiero quando affiorano ricordi di esperienze passate si chiamano immagini richiamate, per distinguerle da
quelle percettive, che ci provengono direttamente dal mondo esterno.
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COSTRUZIONE SOGGETTIVA E TRACCIA OGGETTIVA
L 'immagine fotografica mantiene con l'oggetto che rappresenta un rapporto stretto, anche se rappresenta il prodotto di
una relazione fra la realtà e l'interpretazione di quella realtà da parte del soggetto che fotografa. In questo senso si può
dire che una fotografia è l'espressione soggettiva di un reale che comunque è esistito davanti all'obiettivo.
Chi scatta la foto (o filma una scena ) decide che cosa riprendere, quando, con che luce, con quale lente e inquadratura
(o come effettuare il montaggio delle riprese). Da questo punto di vista l'immagine che ottiene è una costruzione
soggettiva. Pur tuttavia, la relazione materiale fra l'immagine e ciò che rappresenta non può essere costruita
soggettivamente: il fotografo non può intervenire tra la luce che emana dall'oggetto fotografato e l'impronta (la traccia)
che lascia sulla pellicola (Berger e Mohr 1995).
RAPPORTO DI INDICALITA’ tra l’immagine e l’oggetto
E’ alla base delle funzioni che l’immagine svolge
FUNZIONI:
1) immagine sostitutiva - "surrogato" della realtà, produce le stesse emozioni che si proverebbero davanti alla cosa
riprodotta. Lo scopo che si raggiunge per mezzo dell'immagine è emotivo, perche «l'immagine "dentro" di noi si
sovrappone per così dire all'immagine al di fuori di noi.
2) immagine documentaria, - “al servizio della realtà”. Mostra il fenomeno a un pubblico più vasto. Lo scopo è
conoscitiva, anche se la funzione sostitutiva rimane. Rientra nella funzione conoscitiva dell'immagine la comunicazione
su ciò che è rappresentato. Se prendiamo, ad esempio, la foto di un gruppo di persone, otterremo informazioni sulla loro
classe di appartenenza attraverso i vestiti, l'arredamento, il luogo dell'azione; i movimenti reciproci ci diranno qualcosa
sulle relazioni e sulle gerarchie, e ciò indipendentemente dalle parole che si stanno dicendo.
3) immagine artistica - non sostituisce niente, ma viene guardata per sé. La funzione, in questo caso, è estetica.
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BIBLIOGRAFIA
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Royal Society
Ritenuta l'accademia nazionale inglese delle scienze. Fondata il 28 novembre 1660 è una delle università
più antiche attualmente esistenti.
Si costituì come università per la promozione della cultura fisico-matematica e dell' approccio
sperimentale.
Molti famosi scienziati erano o membri fondatori o coinvolti durante la sua storia. Il gruppo iniziale
includeva Robert Boyle, John Evelyn, Robert Hooke, William Petty, John Wallis, Thomas Browne, John
Wilkins, Thomas Willis and Sir Christopher Wren. Isaac Newton dimostrò qui la sua teoria sull'ottica, e in
seguito diventò presidente della Royal Society.
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CATALOGAZIONE FOTOGRAFICA dei criminali di Cesare Lombroso
Diede un forte impulso alla FOTOGRAFIA SEGNALETICO-GIUDIZIARIA
APPROFONDIMENTO
Alla FOTOGRAFIA MEDIANICA (fotografia spiritica) In uno scritto del 1897 affermava: “Chi nega questi fatti [i fenomeni
medianici] addirittura, o si rifiuta di esaminarli prima di negarli, opera come chi, rifiutandosi di adoperare il microscopio,
pretendesse poter negare l'esistenza dei microbi perché non li vede ad occhio nudo” (Lombroso in Baudi di Vesme 1897b , p. 265)
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FONTE: http://www.cicap.org/enciclop/at101153.htm
La prima fotografia spiritica nel 1861
La vedova Lincoln con il fantasma del marito
I fotografi spiritici dell’epoca si attrezzarono creando fotografie con doppie esposizione, bagliori luminosi ed evidentemente
manipolate. Il dott.rico Morselli nel 1897 propone una prima classificazione volta a organizzare i materiali fotografici come
probatori di fenomeni paranormali (vedi approfondimento), mentre l’antropologo Cesare Lombroso dapprima scettico sui
fenomeni andò via, via appoggiandoli.
APPROFONDIMENTO MORSELLI
APPROFONDIMENTO LOMBROSO
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FOTOGRAFIA DI GUERRA
Si sviluppò subito dopo l’invenzione della fotografia
• Roger Fenton (1855 Guerra di Crimea)
• Mattew B. Brady (1861 Guerra di Secessione)
Motivazioni che legittimavano il lavoro fotografico:
• PROPAGANDA (sia nei confronti del nemico, sia per controllare l’opinione pubblica interna)
• FOTOGRAFIA COMMERCIALE – Le immagini venivano vendute al grande pubblio come cartoline (lampante il caso di
Brady, immagini che ancora oggi sono in vendita presso la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti)
• COMMESSE EDITORIALI – Il "New York Times" nel 1896 otteneva le vendite maggiori proprio in occasione di guerre e
grandi sciagure. Durante la prima guerra mondiale la fascetta "war extra" assicurava un'impennata nelle vendite.
A un primo periodo di relativa libertà a operare e divulgare le immagini scattate al fronte ne segue uno che diventa via via
più restrittivo. Il controllo delle fonti e delle pubblicazioni fotografiche diviene molto più severo: sono pochi i fotografi
autorizzati a lavorare e nuovamente la guerra viene realmente conosciuta solo dai soldati al fronte e dalle popolazioni civili
coinvolte direttamente. Il lettore-spettatore vedeva le scene di trincea e di guerra, ma solo attraverso diversi filtri di controllo
e censura.
Robert Capa documenta la guerra civile spagnola coinvolgendo il più possibile l’opinione pubblica alla condanna dei
nazionalisti.
Con la II Guerra Mondiale tutti gli apparati di informazione sono sotto il diretto controllo statale: a ogni foto pubblicata
seguiva uno stretto controllo inversamente proporzionale all'avanzare della guerra: molto forte agli inizi della guerra negli
USA rispetto alla Germania e con lo svolgersi del conflitto si irrigidì nel Reich e si fece più blando oltreoceano.
LA storia più recente dei conflitti ha dato modo di osservare fenomeni nuovi come la spettacolarizzazione del conflitto e
anche un nuovo modo di controllare la memoria collettiva, censurando e decidendo quali immagini rendere di dominio
pubblico, esasperandone la visione o, diversamente, non mostrandole.
http://www.golemindispensabile.it/Puntata9/articolo.asp?id=453&num=9&sez=133&tipo=&mpp=&ed=&as=
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