LA SPIRITUALITË DELLÕIDR L’IdR sa… …stupirsi Allora tutto, anche la persona, diventa prevedibile, programmabile, sostituibile. Non c’è più nulla di cui sorprendersi (se non il cattivo funzionamento). Una persona così non ha domande, non si pone più interrogativi, crede di sapere come vanno le cose e le vede solo in questa prospettiva. Non scopre più niente, non ammira più niente, non si meraviglia più di niente, non ha più nulla da ricercare, non si stupisce più… Una vita organizzata Ciò che di solito ci aspettiamo da una nuova giornata è che tutto fili liscio, che tutto funzioni a dovere, che non ci siano sorprese o novità che modificherebbero i nostri piani e la nostra organizzazione della vita. L’ultima cosa che vorremmo, infatti, è trovarci al mattino senza gas e perciò non poter fare il caffè, o con l’auto che non parte, o con il pullman che è già passato o che non arriva ancora… Nel complesso meccanismo della nostra vita privata e professionale molte cose sono semplice routine e funzionano solo se possiamo dare per scontato che i singoli elementi dell’ingranaggio facciano il loro dovere. Perciò non ci sorprendiamo più che ci siano il gas, la corrente, l’acqua; che l’auto si accenda come tutte le mattine; che i mezzi pubblici funzionino secondo gli orari (mica sempre, però)… Questo lo diamo per scontato e lo dobbiamo dare per scontato, se vogliamo concentrarci sui nostri veri impegni. Perciò ci sorprendiamo semmai quando una di queste rotelline non gira a dovere e fa saltare la migliore programmazione. Questo vale anche in altri ambiti: diamo per scontato che le medicine facciano effetto, che i meteorologi diano previsioni esatte, che la trasmissione della partita cominci nell’orario indicato… E, generalmente, nonostante spiacevoli eccezioni, fortunatamente funziona così. L’atteggiamento di stupore Eppure succede che ci capitano dei momenti in cui esclamiamo: «Sono rimasto stupito!» – «Non me lo sarei mai aspettato!» – «Non ci avrei mai creduto…!». In quei momenti avvertiamo che la vita e il mondo sono molto più profondi, sconvolgenti e dinamici di quanto non rivelino in superficie. Purtroppo, spesse volte si tratta di avvenimenti spiacevoli che rompono l’equilibrio quotidiano e ci costringono a confrontarci con aspetti della vita non previsti. Ci aprono gli occhi e ci fanno scoprire lati che prima non avevamo visto o trascurato (per esempio, quando dopo dieci anni di matrimonio «felice» scopriamo di non aver più nulla da dirci). Lo stupore, però, non è legato ad esperienze negative, anzi. Esso infatti nasce da un atteggiamento diverso nei confronti della vita, da un rapporto dialogico con essa, in cui siamo capaci di «vedere» e «sentire» noi stessi, le cose e le persone intorno a noi come interlocutori e non come «macchine» che funzionano o meno. Una vita scontata Se è positivo e necessario poter dare per scontata l’organizzazione della vita, un atteggiamento del genere sarebbe molto rischioso nei confronti della vita stessa. Perché dare la vita per scontata significherebbe credere di averla capita e di poterla gestire, di conoscerne le leggi, di non aspettarsi più niente di nuovo, in altre parole: di ridurla a un meccanismo che funziona (o deve funzionare) come una macchina. La religione nasce dallo stupore Un semplice mal di testa può farci scoprire che non è affatto scontato che stiamo bene di salute… Anzi, guardandoci intorno con occhi aperti ci rendiamo conto che nulla è scontato, che basta un nonnulla per cambiare la solita routine. 5 Anziché affrontare questa consapevolezza con paura, chiudendoci e incrociando le dita, potremmo lasciarci coinvolgere dalla dinamica della vita e dal continuo cambiamento. Questo però richiede di non fidarsi tanto dell’organizzazione, ma della forza stessa della vita, di Dio. Questo permette di vedere tutto in un’altra luce: riscopriamo la bellezza del tramonto, il silenzio della notte, il miracolo del seme che germoglia, dei ragazzi che crescono, di noi stessi che ogni giorno ci arricchiamo di esperienze nuove… Potremmo imparare di nuovo ad «accogliere la vita come un dono», momento per momento, nella sua imprevedibilità, nelle sue gioie e sofferenze. Impareremmo a fidarci dell’unica vera certezza: che Dio comunque è presente, qualunque cosa accada. Perciò vedremmo di nuovo non solo tutto ciò che non va, ma scorgeremmo anche l’infinità delle cose che nascono e si evolvono, spesso neppure notate dai mass media, ma spesso molto più importanti delle notizie passeggere della prima pagina. geologiche, climatiche, storiche, politiche… che incidono profondamente sulla vita delle persone. La Storia non è una semplice sequenza di eventi, ma un quadro inesauribile di scelte positive e negative, fatte da persone, per rispondere nei vari tempi ai bisogni e per realizzare un mondo e una società secondo certe idee. Insegnare lo stupore in Scienze significa aiutare gli alunni a lasciarsi coinvolgere nei processi della vita, della semina, nascita, crescita… e dei fattori che permettono o che danneggiano questi processi. Infine (ma tutte le discipline si prestano a questo obiettivo), far cogliere in Italiano i «colori», «suoni», «ritmi»… di una poesia. Aiutare gli alunni a «entrare» nell’atteggiamento del poeta, li aiuterà a imparare a «leggere la vita» e il mondo non solo come «oggetti» su cui «operare», ma anche come processo in cui siamo coinvolti, che ci parla e richiede una nostra risposta. Un processo che ci può stupire in ogni momento, anche per le risposte che siamo capaci di dare. Come «insegnare» lo stupore Affrontare il nuovo anno scolastico con questo atteggiamento è l’augurio che facciamo a noi stessi e ad ogni collega, convinti che questo sia l’unico modo per evitare il rischio del burn out e affrontare l’insegnamento con la freschezza che rende il rapporto con gli alunni, l’insegnare e l’apprendere un gioco emozionante, imprevedibile e dinamico come la vita. Non è facile «insegnare» lo stupore, perché si tratta di una reazione spontanea che nasce da un atteggiamento interiore di apertura e attenzione. Per lo stesso motivo però esso può essere «promosso» da chi sa stupirsi, e non solo in Religione, ma in tutte le discipline. Per esempio, la Geografia non è solo una descrizione arida di configurazioni del terreno ecc., ma un processo stupendo di dinamiche GIORGIO KANNHEISER [email protected] LA MIA PICCOLA BIBBIA Agile libretto illustrato di storie bibliche: l’essenziale della storia della salvezza, un primo passo per aiutare i bambini a conoscere e amare il più bel libro del mondo. Questo sussidio, destinato ai bambini e ai loro educatori, raccoglie, con sapienza teologica e pedagogica, il cuore di tutta la Bibbia, i temi più importanti e le storie più belle. ELLEDICI-PICCOLI (coedizione) Pagine 72. Euro 1,90 6