VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI CAPITOLO V: TRA LE DUE GUERRE 1920-1940 09.07.1920 Rientrato al Deposito del 36° Reggimento Fanteria. xx.05.1921 Da Modena inizia una relazione epistolare con Beatrice (detta Jole) Morandi, vedova del Capitano di Fanteria Alfredo Mazza caduto sul campo, residente a Modena e madre di una bambina piccola. "Una viva simpatia che il tempo ha voluto trasformare in potente passione mi spinge ad inviarle questa cartolina. Essa segni l'inizio di un reciproco puro amore che ci avvinca per sempre..." 12.05.1921 Viene trasferito al Distaccamento di Carpi in qualità di Comandante lo stesso. 21.05.1921 Ora è a Imola. Scrive all'amata: "(...) solo, sconosciuto e senza amicizia in un paese nuovo e poco ospitale. Nulla allevia un poco il mio stato depresso. Solo la Sua ansiosamente attesa (...)" 27.05.1921 A Modena trova il coraggio di dichiararsi ufficialmente e si fidanza con Jole. 28.05.1921 Imola. Tornato in caserma scrive: "Jole mia, sono arrivato alle tre, nonostante l'ora tarda mi sono addormentato tardi. Non mi riconosco: l'allegria, la spensieratezza che una volta possedevo non sono più. Ho bisogno di star solo, di vivere appartato, di pensarti sempre." 11.06.1921 Altra lettera: "(...) Questa sera sono nervoso, tanto nervoso. Non so, il giorno che segue quello delizioso passato vicino a te è per me sempre molto triste. Ho lasciato poco fa i colleghi per rinchiudermi nella mia stanza. Lo scriverti mi solleva un poco (...) Mia Jole, sono stanco di questa odiosa Imola; ansiosamente attendo il giorno beato della mia partenza." 17.06.1921 Imola: numerosi fascisti imolesi in collaborazione con altri giunti da Bologna e dalla Romagna tutta causano vari incidenti e chiedono l'esposizione del Tricolore - al grido di Viva l'Italia - sugli edifici municipali della città ove poco prima erano state esposte delle Bandiere Rosse. Sottoprefetto e funzionari di polizia, volendo ostentare neutralità riguardo ad entrambi i vessilli, negano il permesso innescando una serie d'incidenti coi manifestanti. Il Capitano Umberto Sbacchi (ed in altro luogo di Imola il Carabiniere Luigi Cecconi), sollecitato da un Commissario di Polizia ad aprire il fuoco, per ben due volte si rifiuta di eseguire l'ordine esortando alla calma il funzionario. Alla fine, per sedare gli animi, viene concesso di issare il Tricolore sul Municipio, ma viene aperta un'inchiesta disciplinare. 18.06.1921 Imola, lettera alla fidanzata: "Mia Jole, ieri ho avuto molto da fare perché in servizio di picchetto in città con la compagnia e vari incidenti sono avvenuti per la presenza di numerosi fascisti piovuti da varie parti. Oggi tutto è tranquillo e nulla di grave è successo. Ho ceduto il comando del Battaglione al Maggiore arrivato ieri. Lunedì verrò a Modena alla solita ora (...) Mia Jole, oggi non sono nervoso, ma un po' triste perché mi hai scritto pochino (...)" 127 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI Curiosità: nel 1920, si ebbe la conversione in legge del Regio decreto-legge 24 novembre 1919, n. 2169, riguardante l'imposta straordinaria sul patrimonio. L'agiato futuro suocero , medico e possidente, compila la dichiarazione per lui obbligatoria. Nelle annotazioni in fondo alla dichiarazione, il Morandi, padre della futura moglie del Capitano Sbacchi, elenca i "danni" di guerra subiti dalla famiglia. 128 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI In primis dichiara il peggioramento della propria cardiopatia, poi la perdita dell'uso del braccio destro e l'amputazione della gamba sinistra del primogenito Alcide, l'asportazione d'un tratto d'intestino dell'altro figlio Capitano Giuseppe Morandi (entrambi invalidi di guerra) e la vedovanza della figlia Beatrice Jole il cui marito Capitano Alfredo Mazza che per lo scoppio d'una bomba "ebbe squarciato il torace e dopo pochi istanti moriva." Sottolinea che il mobilio acquistato "molto tempo prima" per £. 2.000 andrebbe "accomodato". 129 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI Cartolina Postale commemorativa del 36° Reggimento Fanteria. Firma autografa del Capitano Umberto Sbacchi del 36° Reggimento Fanteria. 130 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI Imola, 18 giugno 1921: l'incipit della lettera in cui accenna ai tafferugli del giorno prima. Sembra ignorare che l'ufficiale di polizia, cui dipende per il mantenimento dell'ordine in tempo di pace, abbia dato corpo al proprio disappunto deferendolo al tribunale militare. 19.06.1921 Viene condannato a 90 giorni di prigionia da scontare nella fortezza di Osoppo (Udine) dove trascorre il tempo chiuso in una stanza con la possibilità di uscire all'aria aperta per tre ore al giorno. 23.06.1921 Giolitti riceve al Viminale i rappresentanti del gruppo fascista alla Camera Mussolini, Grandi, Bottai e Pasella. Costoro fanno presente al Presidente del Consiglio come siano aumentate le violenze comuniste ai danni dei fascisti specialmente nel bolognese e nel ferrarese e come i Prefetti (e quindi i loro sottoposti) mantengano spesso un contegno eccessivamente partigiano nei loro confronti con arresti arbitrari. Nel pomeriggio gli onorevoli Grandi, Vicini e Terzaghi presentano alla Camera in fine di seduta un'interrogazione al Presidente del 131 Gazzetta di Modena del 24 giugno 1921. VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI Consiglio Giolitti ed al Ministro della Guerra Albricci per conoscere "se corrisponda al vero che ad Imola nel giorno 17 giugno scorso un commissario di polizia abbia per due volte ordinato il fuoco contro un gruppo di fascisti che gridava Viva l'Italia! e reclamava l'esposizione del tricolore e sia stato sottoposto a grave punizione disciplinare un ufficiale dell'esercito ex legionario di Fiume che si era interposto per richiamare i funzionari a maggior calma, evitando così un eccidio." 26.06.1921 Scrive da Osoppo: "Mia Jole, come sono pieni d'amarezza questi giorni, le ore non passano mai, le notti sono interminabili. Ogni dì che trascorre è un gran peso d'indosso che mi levo, ma quanti ancora: come potrò resistere fino alla fine senza poterti mai vedere, senza poter udire la tua carezzevole voce, mia Jole? Quest'amore così bello perché così forte, e sorto spontaneo, è disgraziato assai, ha fatto e ci fa molto soffrire; (...) Perdonami se così parlo, il mio animo è sempre lugubre. Come vuoi che sia diversa mente? Lanciato quassù ove non c'è vita, tutto silenzio, cielo e terra, senza verun conforto che quello che mi dona il tuo amore. Passo intiere ore nella stanza perché non posso uscire. Solo tre ore mi sono concesse al giorno per respirare l'aria libera, per camminare un poco. Qui come già ti dissi, non vivo ma vegeto. Questo è un luogo adatto per chi vuol ritirarsi dal mondo per vivere lontano da tutti, per dimenticare qualche dolore intimo. Ma io, qui, soffro perché nulla debbo dimenticare, anzi tutto invita a ricordare: gli affetti lontani, le belle ore passate con te, la vita intensa di caserma, la famiglia lontana. E pensare che i miei, poverini, ancor nulla sanno; ho preferito nulla dir loro per non farli star in apprensione,(...) Ho solo scritto che mi trovo ad Osoppo per fare i tiri collettivi. Ci crederanno? Forse. Dimmi Jole e tu come passi il giorno? Desidero tanto sapere cosa ha detto la mamma tua, il tuo papà. Perché questo silenzio? (...) Nulla, mia Jole, devi nascondermi, attendo con ansia una risposta. E del trasferimento nulla ancora è pervenuto di nuovo? Mia Jole amami tanto tanto, scrivimi sempre. Il Progresso di venerdì 24 giugno 1921. Ho bisogno delle tue care perché mi confortano tanto. Ti bacio teneramente. Anche per la bambina un bacio. Tuo per sempre Tino. 01.07.1921 Iniziano a trapelare segnali d'interessamento per il suo caso, così scrive alla fidanzata: "Mia Jole, sono più contento per tutte le buone notizie che mi son pervenute da varie parti. Volesse il cielo che veramente questa prigionia termini presto, e quindi rivederti (...) Io sarò 152 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI tutto e solo per te perché t'amo tanto. Accludo una foglia di edera, simbolo del nostro amore. Essa ti sia un ricordo di questi tristi giorni. L'ho raccolta sul bastione del forte ove ore tetre passo, ove sensazioni cattive il mio animo prova " 06.07.1921 Riceve una lettera a firma Dino Grandi che dice: "Roma 31-6-21 Caro Sbacchi se mi permetti - da vecchi camerati - ti do del tu. E non mi dilungo in recriminazioni nel tuo caso, il quale piuttostoché doloroso è infame. Soltanto dico a te, che sei un vecchio soldato di Fiume, il tuo caso è in nostra mano e a costo di fare una zizzania alla Camera il tuo giusto diritto sarà riconosciuto. Un abbraccio fraterno Dino Grandi P.S. Scrivimi dandomi tutte le informazioni necessarie." La lettera di Dino Grandi, Deputato al Parlamento, datata 31 (sic!) giugno 1921. Il Popolo d'Italia di sabato 25 giugno 1921. ► 07.07.1921 Riporta il contenuto della missiva di Dino Grandi alla fidanzata: "Mia Jole, ieri ho ricevuto una lettera da Roma in data 31-6. Essa dice: « Caro Sbacchi se mi permetti ti do del tu...» Anche questa è una buona notizia. Gli scriverò per ringraziarlo dell'interessamento. Sei contenta di tutte queste buone nuove, mia Jole? Il mio morale si è di molto sollevato, ora spero molto (...)" 153 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI Si noti che della lettera di Dino Grandi, di cui riporta scrupolosamente persino la sottolineatura alle parole "zizzania alla Camera", omette l'inciso "da vecchi camerati" non riconoscendosi nella definizione usata non in senso militare, ma dalla connotazione politica. Osoppo, 7 luglio 1921: l'incipit della lettera in cui riporta la missiva di Dino Grandi. 27.08.1921 Ormai graziato e rientrato ad Imola, così ritemprato, scrive alla fidanzata: "Oggi sono di servizio all'accampamento, non dovendo recarmi all'istruzione sono più libero e posso scriverti lungamente. Mia Jole, come potrei descriverti ciò che il mio cuore sente per te, quanto grande l'affetto, la felicità che provo sapendomi tanto amato? Non vi sono parole acconcie per dimostrarti tutti ciò. Solo vicino a te, con il caldo bacio, con le mie carezze affettuose, con i miei sospiri sentiresti tutta la grandezza dell'affetto mio. T'amo Joletta, t'amo tanto tanto, più il tempo passa e più l'amore ingrandisce. Anch'io sento l'affetto così grande che quasi mi addolora perché mi fa spasimare (...) Anche la piccina amerò tanto, voglio che anche lei sia felice, che trovi in me il suo papà. Mi amerà anche lei profondamente, sarà con me affettuosa? La nostra famiglia la desidero piccola, ma piena d'amore infinito, dove tutti dobbiamo sentirci legati d'affetto infinito, dove non altro linguaggio si deve parlare che quello che sgorga dal cuore. Mia Jole, quanto sarà immensa la nostra felicità! Chi mai saprà amarsi così tanto? Credo che ben pochi oggi siano capaci di amarsi come noi, lo vedo continuamente intorno a me. Tanto l'uomo che la donna oggi risentono molto l'influsso del tempo, siamo moralmente in decadenza, ovunque si dia uno sguardo si osserva non più la grandezza che solo può dare l'amore sincero. Il mondo è gonfio di materialismo, si è perduto in parte il sentimento Vogliamo essere felici davvero, solo l'amore può dare la felicità, senza l'amore non v'è godimento vero (...) Amiamoci sempre così profondamente, sinceramente; quando saremo vecchi benediremo quel dì che il destino ci volle unire. Baciandoti ed accarezzandoti ti mando tutti i miei palpiti e sospiri. Un bacio a Maria, saluti ai tuoi. Tino tuo" 154 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI 04.09.1921 Finalmente giunge il tanto agognato trasferimento. Tale nel 21° Reggimento Fanteria (Bollettino Ufficia le 1921 pag. 2706 disp. 56a) per determinazione ministe riale. 18.11.1921 Ammesso all'assegno tempo raneo mensile di lire 93,33 (novantatre e trentatre) a decorrere dal 1° marzo 1921 per effetto dell'art. 19 della legge 13 agosto 921 N°1080. 18.09.1921 Gelosia, infinita incertezza di sé (Rossana Rossanda). Lettera da Bologna: "Mia Jole, da quando sono qui comprendo dalle tue una certa preoccupazione. Di che temi, cosa vuoi che faccia la sera, a che ora vuoi che vada a dormire? Joletta, Il Monumento ai Caduti nel giorno dell'inaugurazione. t'amo, sono tuo e solo tuo. Alla sera vado a caffè o a teatro, mi ritiro alle volte presto, alle volte anche a mezzanotte. Durante il giorno ho abbastanza lavoro perché devo andare ad ispezionare le guardie che sono nei dintorni di Bologna. Joletta mia non vivere di dubbi perché vuoi crearti la tristezza? Tutti i giuramenti, le promesse ho mantenuto sempre e mantengo. Lo comprendo, non è tua la colpa, ancora non mi conosci bene, mi conoscerai un giorno, allora vedrai che ti sei torturato l'animo inutilmente. Pensami sempre Jole, amami tanto tanto che lo merito l'affetto tuo grande(...) Dimmi, e tu cosa fai il giorno, quando esci dove vai, chi ti corteggia? Una volta sola hai parlato di un corteggiatore, e poi più, perché? Quando sono a Spezia voglio saper tutto, quante volte sei stata corteggiata, da chi. Preferisco soffrire, ma saper tutto da te anziché da altri. Dimmi Joletta il 21° non ha distaccamenti è vero? Se lo fosse sarebbe troppo triste doverci separare nuovamente, voglio stare vicino a te sempre sempre. Attendendo con impazienza il bel giorno ti mando infiniti baci e carezze. Un bacio alla Mariolina, un saluto per i tuoi. Tino tutto tuo" 20.11.1921 Viene inaugurato a La Spezia il monumento ai caduti del 21° Reggimento di nella Grande Guerra. 155 Fanteria VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI La Spezia, 20 novembre 1921: per le strade della città si svolge la sfilata militare. Il discorso all'inaugurazione del Monumento ai Caduti. 156 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI La Spezia, 20 novembre 1921: il palco delle autorità col sindaco Ezio Pontremoli (1920-1924). 11.12.1921 Lettera da Sarzana: "Mia Jole, sono ritornato qui, nulla di anormale, la scappata è andata bene. Joletta, lontano da te, senza le tue carezze, tuoi baci sono triste. Ti penso sempre, continuamente, ti ho sempre qui nel mio animo, ma non odo le tue care frasi. Non vedo il momento che tutto finisca per ritornare definitivamente vicino a te. (...) T'amo Jole, t'amo ma assai più di un tempo. Anche ora posso dirlo facendo un raffronto fra ciò che provo e quello che provavo un tempo. Anche allora avevo una sensazione di vuoto attorno a me, cercavo di avvicinarti a te pensandoti, leggendo le tue lettere, guardando e riguardando la tua fotografia, contando i giorni e le ore. Ma ora una maggiore tristezza invade il mio essere per la tua assenza. Anche ora cerco di avvicinarmi a te, ma non più il pensiero incessante, la tua posta potranno farlo. Solo tu in persona, i tuoi ardenti baci, le tue carezze, la tua parola affettuosa potranno rendermi felice appieno. La mia vita senza te è morte. Passo le ore tutte lugubri, uguali, lente, monotone, senza sensazioni. Jole mia mi sento quasi infelice. Tu dirai che dovrebbe essere sufficiente l'affetto tuo grande per rendermi beato. No, Jole, è troppo grande l'amor mio ché l'animo possa appagarsi del solo pensiero (...) Chi può consigliarmi la sera a star bravo, ad esser calmo se tu non sei qui? Quale sguardo loquace può rassicurarmi nei momenti di nervoso? Jole prega anche tu che ben venga sollecito il giorno del ritorno. Io non manco di farlo ogni sera. Joletta stai tranquilla, faccio il bravo, alla sera mi ritiro presto e vado subito a dormire, sei contenta? Salutami tutti i tuoi. Un bacio alla piccina. Baci infiniti dal tuo Tino 13.12.1921 Lettera giuramento: "Questa data rammenta il principio della tua vita. Poco godesti in essa, lo so. Oggi ha inizio il primo anno del tuo vivere felice. Non altro che sorriso e contento allieteranno i giorni che ti restano. Il mio affetto ti circonderà in eterno e ti renderà beata. Così sarà, perché così sento e voglio. Non omaggio di fiori, solo, voglio farti, i fiori son cose 157 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI moribonde che il tempo scolora e fa loro perdere profumo, ma un dono sempre vivo, che ti seguirà ovunque ed in ogni momento, una promessa: « Joletta mia, davanti a quel Dio che mi sente e che mi comprende, su di te, sulla nostra piccina ti giuro che sarò solo e sempre tuo.» 21.03.1922 Ottiene l'autorizzazione sovrana a sposare Beatrice Jole Morandi vedova del Capitano Alfredo Mazza morto "in seguito all'esplosione di una bomba che gli squarciò il torace". 01.04.1922 Ammesso allo stipendio annuo di £. 10.800. 11.03.1923 Trasferito al Distretto Militare di Spezia (B.U. 1923 Disp.17 pag.729 D.M.). 09.04.1923 Nasce l'agognato figlio maschio Opilio. 01.12.1923 Ammesso allo stipendio annuo di £. 13.700 (B.U. 1928 Disp. 59 pag. 3621 D.M.) Il Capitano Umberto Sbacchi con un altro Ufficiale del 21°. In questa foto oltre al Capitano Umberto Sbacchi (l'ufficiale al centro), quasi tutti i soldati appartengono al 21° Fanteria e con filtri vari si suppone che le mostrine siano verdi con due righe. Il numero della Compagnia di appartenenza è all'interno dei fregi portati sulle spalline, ma è impossibile vederli per le dimensioni molto contenute dei numeri. Vedo bene l'alzo di uno dei fucili che senza dubbio è un 91/24 e le divise sono mod. 1926, dunque la foto può essere al massimo del 1930. L'aspetto dei soldati, molto curato, la compostezza ed il decoro dell'uniforme, il tipo di moschetto in dotazione (per truppe speciali) mi fa pensare ad una Compagnia di Allievi Ufficiali di Complemento o di qualche altra specializzazione d'arma. (Gabriele Peruzzo) 158 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI 25.12.1924 In questo terzo nostro Natale abbiti i miei auguri e l'espressione di tutto il mio affetto. Anche quest'anno ti voglio rinno vare il mio giuramento di essere tutto per te. In mezzo agli eventi della vita che tutto sconvolge, una sola cosa rimane immutata: l'amore che sento sempre ardere nell'animo mio e che mi fa felice. Nel nostro piccolo grande paradiso la pace sia sempre la nostra via luminosa piena di fede sicura. Tuo Umberto 29.03.1925 Tale nel Distretto Militare di Sarzana B.U. 1925 Disp. 16 D.M. 15.05.1927 Tale nel 21° Reggimento Fanteria B.U. 1927 Disp. 21 pag. 1095 D.M. 11.07.1927 Riporta una ferita lacerocontusa al tallone destro durante l'esercitazione di marcia mentre si trova al campo di Gavedo di Mulazzo (MS). Il "Cicinello con i pizzi"... 17.07.1927 "Mia dolce Jole, Ti mando mia fotografia del Cicinello con la camicia con i pizzi. Io sto bene nonostante il duro lavoro che facciamo giornalmente. Ricevo puntualmente le tue, e ciò è l'unica mia consolazione. Scrivimi tutti i giorni che ora maggiormente sento bisogno delle tue parole affettuose, dei tuoi baci. Siamo in mezzo ai boschi come selvaggi, e con che gente! Baci affettuosi a te e bambini. Tuo Tino 15.02.1928 Gli viene conferita la qualifica di I Capitano (Comandante di Battaglione). La medaglia ricordo donata al Capitano Sbacchi dagli Ufficiali del 21° Reggimento di Fanteria al momento del congedo 159 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI Nel 1920, l'allora colonnello Giulio Douhet, sulla scorta di analoghe iniziative già attuate in Francia ed in altri Paesi coinvolti nella "Grande Guerra", propose per primo in Italia di onorare i caduti italiani le cui salme non furono identificate con la creazione di un monumento al milite ignoto a Roma. Venne quindi deciso di creare la tomba del Milite Ignoto nel complesso monumentale del Vittoriano in piazza Venezia, Roma. Sotto la statua della dea Roma, sarebbe stata tumulata la salma di un soldato italiano sconosciuto, selezionata tra quelle dei caduti della Prima Guerra Mondiale. La scelta venne affidata a Maria Bergamas, madre del volontario irredento Antonio Bergamas che aveva disertato dall'esercito austriaco per unirsi a quello italiano ed era caduto in combattimento senza che il suo corpo fosse ritrovato. Il 26 ottobre 1921, nella Basilica di Aquileia, Maria scelse il corpo di un soldato tra undici altre salme di caduti non identificabili, raccolti in diverse aree del fronte. La donna venne posta di fronte a undici bare allineate, e dopo essere passata davanti alle prime, non riuscì a proseguire nella ricognizione e gridando il nome del figlio si accasciò al suolo davanti a una bara, che venne scelta. La bara prescelta fu collocata sull'affusto di un cannone e, accompagnata da reduci decorati con la Medaglia d'oro al Valore Militare e più volte feriti, fu deposta in un carro ferroviario appositamente disegnato. Le altre dieci salme rimaste ad Aquileia furono tumulate nel cimitero di guerra che circonda il tempio romano. Il viaggio si compì sulla linea Aquileia-Roma, passando per Udine, Treviso, Venezia, Padova, Rovigo, Ferrara, Bologna, Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo, Chiusi, Orvieto a velocità moderatissima in modo che presso ciascuna stazione la popolazione avesse modo di onorare il caduto simbolo. Furono molti gli Italiani che attesero, a volte anche per ore, il passaggio del convoglio al fine di poter rendere onore al caduto. Il treno infatti si fermò praticamente in tutte le stazioni. La cerimonia ebbe il suo epilogo nella capitale. Tutte le rappresentanze dei combattenti, delle vedove e delle madri dei caduti, con il Re Vittorio Emanuele III d'Italia in testa, e le bandiere di tutti i Reggimenti mossero incontro al Milite Ignoto, che da un gruppo di decorati di medaglia d'oro fu portato nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. La salma venne posta nel monumento il 4 novembre 1921; L'epigrafe riporta la scritta Ignoto militi e le date MCMXV (1915) e MCMXVIII (1918), gli anni di inizio e fine del conflitto. Nel corso degli anni trenta il feretro del Milite Ignoto venne traslato nella cripta interna del Vittoriano denominata sacello del Milite Ignoto dove tuttora si trova. Parti della cripta e del sepolcro sono realizzate con materiali lapidei provenienti dalle montagne teatro degli scontri della prima guerra mondiale (tra cui il Grappa e il Carso). Nel 2011, dal 29 ottobre al 2 novembre, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia e del novantesimo anniversario della traslazione della salma da Aquileia a Roma, vi fu la rievocazione storica del viaggio in treno. L'immagine della tomba del Milite Ignoto fra le foto più care del Capitano Sbacchi. 160 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI 11.11.1928 Tale nel 65° Reggimento Fanteria B.U. 1928 Disp. 78 pag. 4591 D.M. 26.06.1930 Lasciato in libertà verrà tolto dai ruoli il 16-12-1930 e considerato come trattenuto in servizio sino al 5 marzo 1931 dalla Direzione Generale Personale Ufficiali Div. I Sez. II. 16.12.1930 Collocato in Congedo Provvisorio in base all'art. 39 della legge 11-3-1926 n° 397 modificato dall'art. 2 del R.D. legge 16-8-1926 N° 1477 e dall'art. 24 della legge 17-4-1930 n° 480. 12.12.1930 Tolto dai ruoli del servizio a.p. 18.02.1931 Assunto in forza dal Distretto Militare di Sarzana (R.D. 15-12-1930 e registrato alla Corte dei Conti il 27-1-1931, reg. 75 foglio 78). 15.10.1931 Trasferito al Distretto Militare di Massa in dipendenza della soppressione del Distretto Militare di Sarzana Dispaccio Ministeriale n° 12271 del 28-5-1931, D.L. 18-6-1931 n° 1205 (B.U. 1931 disp. 68 pag. 3365 D.M. 25-10-1931) 01.09.1933 Titolare di soprassoldo (alla pensione) di Medaglia al Valor Militare di £. 250 annue. 26.11.1933 Tale nel Distretto Militare Milano II dal 13-11-1933 (B.U. 1933 pag. 3699 D.M.) 161 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI Stralci del libretto pensionistico di soprassoldo di Medaglia al Valor Militare. 162 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI Ancora stralci del libretto pensionistico di soprassoldo di M.V.M.. 24.01.1935 Collocato in P.A. per anzianità di servizio dal 2-9-1932 con anzianità 13-2-1916 (B.U. 1935 pag. 1495 e registrato alla Corte dei Conti il 29-3-1935 pag. 92 foglio 158. 163 VITA MILITARE DEL CAPITANO DEL REGIO ESERCITO UMBERTO SBACCHI 65° REGGIMENTO FANTERIA Aspera quaero In attuazione del decreto 29 giugno 1862 il successivo 1° agosto vengono formati, sulle Lande di S. Maurizio (Torino), il 65° ed il 66° Reggimento che danno vita alla Brigata "Valtellina". Con l'attuazione della legge 11 marzo 1926 sull'ordinamento dell'esercito, il 65° Reggimento della Brigata Valtellina diviene 65° Reggimento Fanteria "Valtellina" ed in seguito alla formazione delle Brigate su tre Reggimenti viene assegnato alla VIII Brigata di Fanteria assieme al 61° e 62° "Sicilia"; rimanendo articolato su due battaglioni. Prende parte al conflitto in Etiopia nel 1935-36 fornendo a Reggimenti e reparti vari mobilitati 10 ufficiali e 953 soldati. Nel gennaio 1936 diviene 65° Reggimento Fanteria Motorizzato "Valtellina" su tre Battaglioni ed è inquadrato nella Divisione Motorizzata "Po" unitamente al 61° Reggimento Fanteria (sostituito il 6 maggio 1937 dal 66°) e al 21° Reggimento Artiglieria per Divisione motorizzata cui si unisce, nel 1938, anche il 9° Reggimento Bersaglieri. Il 4 aprile 1939 prende il nome di 65° Reggimento Fanteria "Trieste", in occasione del cambio di denominazione della grande unità da cui dipende in Divisione Motorizzata "Trieste" (101a). Il 10 giugno 1940 il reggimento ha in organico: comando e compagnia comando, tre Battaglioni fucilieri, 1 Compagnia mortai da 81, 1 Batteria armi di accompagnamento da 65/17. Risulta schierato sul fronte alpino occidentale. Nel 1941 il Reggimento viene inviato nelle zone di operazioni dell'Africa Settentrionale. Il 26 novembre 1942 a causa delle notevoli perdite riportate in combattimento, il Reggimento resta formato dal I Battaglione "Trieste" su 4 Compagnie (nel quale sono confluiti elementi del 65° e delle Divisioni "Pavia" e "Brescia"), dal II Battaglione "Bologna" su 5 Compagnie (costituito con reparti della Divisione "Bologna") e dal III Battaglione "Trento" su 3 Compagnie (costituito con reparti della Divisione "Trento"). Il 31 maggio 1943, in Tunisia, dopo strenui combattimenti a Mareth, Akarit, Enfidaville e Takrouma, il Reggimento viene sciolto per eventi bellici. 164