derato garibaldino, che cosa scrive sul « Paese » di ieri... Parole!
L'aspetto.
163.
Napoli, 14 settembre 1921
Carissimo Amico, ho sempre e tanto pensato a Lei, e in questi
ultimi giorni, specialmente, durante tanta tristezza dell'animo,
cagionata anche dall'opera degli amici! Ah, se ne riparleremo! —
Le mandai un opuscolo, a Roma. Seppi della Sua dimora a Padova, e volli ricordarmi a Lei. Sono più che mai solo. Ma che
purificazione, la solitudine! Tutto Suo.
164.
Napoli, 22 dicembre 1921
ore 7 pom.
Grazie, ancora una volta, mio carissimo Amico; e, a mezzo
Suo, di cuor vivamente commosso, grazie alla Signora Cammarota,
che tanto ossequio. Sì, mi dò ragione e... forza d'animo! Ma
meritavo, sì, una vecchiaia meno sciagurata e crudele !
1
165.
Napoli, 24 dicembre 1921
ore 9 ant.
Mio carissimo Amico, or ora ricevo lettera da P. Soneria:
« noi terremo Rionero, dove abbiamo già molto lavorato senza
« avere ancora concluso definitivamente non per colpa nostra, e
« l'Associazione penserà a Lavello, dove il caso è quasi vergine ».
— Meno male quel « quasi » mi rida una relativa calma. — Dunque cosa fatta capo ha, e non ne parliamo più. O, meglio, parliamone presto, perché Lavello ri attende. Comunichi questa
lettera al Piacentini. Aff.mo.
1
Per la morte di suo fratello Ernesto; v. lettera di Z. n. 35 (29-XI-'21).
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