Lezioni 10-12 (19, 21 ottobre 2015) “La Scienza (quella finzionale) della Deduzione (in senso largo)” In molti testi (ad es. Studio in Rosso, 1877, cap. 2; Segno dei Quattro, 1890, cap. 1; “Scandalo in Boemia”, ecc.), Sherlock Holmes definisce la sua procedura “La Scienza della Deduzione” Tre ragionamenti nella prima scena, a 221B Baker Street, dell’“Avventura degli omini danzanti” (Holmes parla di “inferenze”): (1) Se Watson intende investire, vuole il suo libretto degli assegni Watson non vuole il suo libretto degli assegni quindi Watson non intende investire Una bella deduzione modus tollendo tollens (non un sillogismo aristotelico, ma valido comunque perché la conclusione consegue di necessità dalle premesse) (2) In ogni occasione nel passato in cui Watson ha giocato a bigliardo, l’ha fatto in compagnia di Thurston Watson ha giocato a bigliardo ieri sera quindi Watson era in compagnia di Thurston ieri sera Un’induzione decente, dato che Watson è affidabile quasi quanto il Sistema Solare (3) Watson aveva del gesso sulla mano ieri sera Watson ha giocato a bigliardo ieri sera, ha messo del gesso sulla mano quindi Watson ha giocato a bigliardo ieri sera Un’abduzione ragionevole, di cui Peirce dà la forma generale: (FA) Si osserva il fatto sorprendente C Se A fosse vero, allora C sarebbe da aspettarsi (a matter of course) quindi Abbiamo motivo per sospettare che A sia vero (CP, 5.189; Opere, ed. Bucciantini (O) p. 443) Ma “essere sorprendente” e “essere da aspettarsi” non possono essere ridotti a regole puramente formali. – l’abduzione ‘è pochissmo intralciata dalle regole logiche’ (CP, 5.188, O, p. 443) – e non è aiutata dall’applicazione delle regole per la deduzione o per l’induzione Lo statuto della conclusione di un’abduzione – una “congettura” (CP, 2. 755, 5.189, 6. 469, 8.209) – una “supposizione” (guess) (CP, 2.121, 2.753, 6.491) – un “suggerimento” (CP 5.172) – “nel modo interrogativo” (CP, 2.758, 6.469) 1 Il fatto sorprendente dell’“Avventura degli omini danzanti”: l’apparizione a Riding Thorpe Manor di questi pupazzi: Gruppo (a) Gruppo (b) Gruppo (c) Gruppo (d) Gruppo (e) (4) È sorprendente che i pupazzi facciano svenire Elsie Se Elsie fosse in grado di leggere i pupazzi il suo svenimento sarebbe comprensibile quindi Abbiamo motivo per sospettare che Elsie sia in grado di leggere i pupazzi (5) Se certe lettere vengono sostituite per certi caratteri, un testo scritto in geoglifici ha un significato Gruppo (a) è scritto in geoglifici quindi Gruppo (a) ha un significato se certe sostituzioni vengono effettuate (esempio simile a quello di Peirce stesso in “Alcune conseguenze di certe incapacità” (1868) CP, 5.276) 2 Quattro ipotesi di lavoro per decifrare gli omini danzanti: (i) Gli omini costituiscono un testo o una serie di testi (ii) Sussiste un rapporto uno-a-uno tra le posture degli omini e le lettere dell’alfabeto romano (iii) La lingua dei testi è l’inglese (iv) La postura più comune degli omini corrisponde a “E” (la lettera più comune in inglese) (i)-(iv) non sono suffragate da indizi diretti al loro favore, ma solo da circostanze che le rendono ragionevoli dal punto di vista euristico La postura è quella più comune nel Gruppo (a) – per (iv), dovrebbe corrispondere a “E” – problema (α): ricorre 27% (anziché 11-12% normale in inglese); soluzione: quando arrivano gli altri gruppi, mantiene il suo primato (altamente improbabile che un’altra lettera si imponga) – problema (β): nel Gruppo (a), due dei quattro tengono in mano una bandiera, e, per (ii), potrebbero contare come un’altra lettera; soluzione: la bandiera segna l’interruzione tra parole intuizione (happy thought): il nome “Elsie” è ricco di “E” e l’autore degli omini la sta interpellando così si individuano “L”, “S” e “I” – – (6) I Gruppi (a)-(e) possono essere decrittati (in base a certi assunti come (i)-(iv)) come veicolanti un certo significato Il significato XYZ esce dalla procedura di decrittazione quindi Il significato di Gruppi (a)-(e) è XYZ Due approcci alla conferma diretta (1) per raccolta dati – i pupazzi non sono opera di bambini a Riding Thorpe Manor – il nome “Abe Slaney” significa qualcosa alla polizia americana – il nome “Elrige’s” significa qualcosa alla gente del posto (2) per simulazione del codice – si induce nel destinatario un’abduzione: Il ragionamento di Abe Slaney (7) Questa lettera è nel codice della Giunta Se Elsie mi scrive una lettera, mi scriverà nel codice della Giunta quindi Elsie ha scritto questa lettera Holmes: “ciò che un uomo può inventare, un altro può scoprire” 3 Quattro motivi per la cattiva fama di abduzioni (i) le abduzioni assomigliano a una ‘fallacia’ già individuata agli albori della logica (epomenon [Aristotele, Confutazioni sofistiche, v, 167b1ss, disp. p. 32] = affirmatio consequentis) (ii) le abduzioni non si prestano a trattamento formale (né regole deduttive né calcoli probabilistici e nemmeno i metodi di Mill) (iii) la conclusione di un’abduzione è una spiegazione delle premesse; e non abbiamo un algoritmo per la bontà di spiegazioni (iv) la bontà di un’abduzione si stabilisce alla luce delle soluzioni che offre e dei problemi che pone Un’abduzione a favore di abduzioni (8) La maggior parte dei ragionamenti che incontriamo sono in buone condizioni logiche Se la maggior parte dei ragionamenti che incontriamo fossero deduzioni o induzioni, versebbero in cattive condizioni logiche (perché la conclusione non consegue di necessità o perché gli indizi sono deboli) quindi La maggior parte dei ragionamenti che incontriamo sono abduzioni 4 “La Scienza (quella vera) della Deduzione (in senso stretto)” Il momento fondante della teoria formale delle deduzioni (Aristotele, Primi analitici, I, ii, 25a1-26) è il passaggio da Se nessun piacere è un bene, allora nessun bene è un piacere (25a8) a Se nessun A si applica a B, allora nessun B si applica ad A (25a16) Diciamo che “A” e “B” qui sono variabili e che “nessun” è una costante logica La distinzione tra variabili e costanti deriva dalla matematica – “+” è una costante per l’addizione – “1” è una costante per il numero uno – “Π” è una costante per un certo rapporto tra raggio e circonferenza di un circolo – “x” è una variabile per una quantità – “x + y = y + x” è un modo per esprimere la commutatività dell’addizione Il genio di Aristotele fu di applicare la distinzione anche al linguaggio ordinario Altre costanti nella teoria aristotelica: “qualche”, “ogni”, “qualche non”: Se A si applica a qualche B, B deve anche applicarsi a qualche A (25a21) ma Se A non si applica a qualche B, non ne consegue di necessità che B non si applica a qualche A (25a23-4) ad esempio (hoion, 25a4), Se B è “animale” e A è “uomo”; “uomo” non si applica a ogni animale, ma “animale” si applica a ogni uomo (25a25-6) 5 (I) a b DISGIUNZIONE/ESCLUSIONE (II) a (IIIa) b a INTERSEZIONE (IIIb) b (IV)a b b INCLUSIONE a IDENTITÀ AffIrmo/nEgO Aab Iab Eab Oab sta per ‘ogni (o tutti) a è (sono) b’ sta per ‘qualche (almeno uno) a è b’ sta per ‘nessun a è b’ sta per ‘qualche (almeno uno) a è non-b’ 6 noto come affermazione universale noto come affermazione particolare noto come negazione universale noto come negazione particolare Aab Iab Eab Oab Aba Iba Eba Oba (I) F F V V F F V V (II) F V F V F V F V (IIIa) F V F V V V F F (IIIb) V V F F F V F V (IV) V V F F V V F F Conversione semplice: (i) (ii) (iii) (iv) Iab ¶Iba Iba ¶Iab Eab ¶Eba Eba ¶Eab Esemplificazione: (v) Aab ¶Iab (vi) Aba ¶Iba 7 “Quadrato delle opposizioni” A E I O Due proposizioni sono – contraddittorie se e solo se (sse) almeno una è vera e almeno una è falsa – contrarie sse non più di una è vera, ma entrambe possono essere false – subcontrarie sse non possono essere entrambe false, ma possono essere entrambe vere – subalterne: A implica I (ma non viceversa) e E implica O (ma non viceversa) 8