Interpunzione
e figure retoriche
Lezione 10
La virgola

A - per separare gli elementi delle liste:
Ho incontrato Franco, Leo, Paola e Marina
(in casi in cui gli elementi della lista sono di più parole e si potrebbero
creare ambiguità, è consigliabile la virgola prima della e: Ho incontrato molti
compagni del liceo: Franco con Paola, Flavio con Leo, e Marina)

B - per separare gli incisi (apposizioni, attributi, intere proposizioni):
Alberto Tomba, il grande sciatore italiano, è un ragazzo estroverso
La verità, come tutti sanno, ha molte facce

Attenzione alle proposizioni relative, che possono essere restrittive
(limitative) o esplicative (appositive). Le prime, che introducono informazioni
indispensabili, non costituiscono un inciso, e non vanno tra virgole:
La ragazza che ho incontrato poco fa si chiama Francesca
La gara a cui ho partecipato era molto importante
Le seconde forniscono una informazione aggiuntiva, quindi costituiscono un
inciso:
Proust, che è il mio scrittore preferito, non è amato da tutti
La virgola

C - prima di un'apposizione:


Paolo viveva a San Francisco, una città ventosa e piena di
fascino
D - per separare le proposizioni coordinate (per
asindeto):
Marco legge, Fabio gioca a palla
Sono tornato a casa, ho aperto il frigorifero, ho cenato e
poi sono andato a letto
In alcuni casi in cui le proposizioni sono coordinate con
congiunzione, si mette una virgola prima della
congiunzione. In particolare, la virgola è [sempre]
presente prima della congiunzione avversativa ma:
Il bambino aveva sonno, ma non voleva andare a letto
La virgola
E - per separare le proposizioni subordinate (se
hanno le caratteristiche degli incisi. In particolare prima
e/o dopo costrutti con il participio o il gerundio):
Il critico, letto il libro, dette un giudizio negativo
Essendo stato trasferito a Roma, vendette il suo
appartamento fiorentino
Nelle subordinate esplicite l'uso è legato in parte allo
stile di chi scrive. La virgola viene usata più
frequentemente se la subordinata anticipa la reggente:
Tutti applaudirono quando Paolo tornò
Se vuoi partire, non insisterò
Poiché era molto stanco(,) se ne tornò a casa
Se ne tornò a casa poiché era molto stanco
La virgola
F - per separare i diversi complementi [considerati come una lista]:
Sulla riva del mare, con una gran gioia del corpo, dopo un intero inverno
nella prigione dei vestiti, i ragazzi si abbronzavano al sole
(ma se i complementi sono brevi la virgola è facoltativa:
A marzo(,) in Sicilia(,) il clima è già tiepido)
G - per separare il vocativo:
Francesca, vieni qui!
Non correre, Francesca
Senti, bambino, dimmi la verità
H - per mettere in evidenza il soggetto o l'oggetto. Generalmente la
virgola non viene usata all'interno delle unità soggetto - predicato e
predicato - complemento oggetto. Quando l'ordine degli elementi di queste
due unità viene invertito, evidenziando il soggetto o l'oggetto, la virgola
viene invece usata:
Correva, il bambino, senza preoccuparsi degli altri
Doveva davvero preoccuparsi, quella donna così sensibile
Il gelato, non devi mangiarlo tutti i giorni .
Virgola / punto e virgola
La virgola non si mette:

tra soggetto e verbo (se altre parole si frappongono tra questi due
elementi occorre prestare più attenzione); tra verbo e complemento
oggetto;

tra il verbo essere e l’aggettivo o il nome che lo accompagni nel predicato
nominale;

tra un nome e il suo aggettivo.
PUNTO E VIRGOLA (punto acuto, punto coma) segnala una pausa intermedia
tra il punto e la virgola e il suo uso spesso dipende da una scelta stilistica
personale. Si adopera soprattutto fra proposizioni coordinate complesse
e fra enumerazioni complesse e serve a indicare un’interruzione sul
piano formale ma non sul piano dei contenuti
es. «il capo gli si intorbidò di stanchezza, di sonno; e rimise la decisione
all’indomani mattina», A. Fogazzaro, Piccolo mondo moderno).
Due punti
I DUE PUNTI (punto addoppiato, doppio, piccolo) hanno tre
funzioni che sembra utile riprendere:
1. Sintattico-argomentativa (si introduce la conseguenza
logica o l’effetto di un fatto già illustrato);
Il saladino si adirò: subito entrarono due guardie che presero gli
ambasciatori veneziani
2.
Sintattico-descrittiva (si esplicitano i rapporti di un
insieme);
Mario mangiò di tutto: uova, formaggio, pane
3.
Segmentatrice (si introduce un discorso diretto in
combinazione con virgolette e trattini);
E il soldato disse: “Addio mia bella, addio”
Esercizio
Luciano Bianciardi è stato uno scrittore disperato che racconta in primo
luogo la propria disperazione un anarchico cresciuto in provincia che dà
l'assalto alla grande città del nord e vorrebbe vederla saltare per aria era
inevitabile che la vita minacciasse in qualche modo l'opera sette anni fa
Pino Corrias gli dedicò un libro-inchiesta una biografia molto ben
documentata fatta di testimonianze raccolte presso gli amici i semplici
conoscenti i pochi familiari e i colleghi di lavoro un monumento all'incapacità
di trovare il passo giusto nonostante le occasioni era stato Bianciardi
bibliotecario alla Chelliana di Grosseto quando Dante Isella indaga su un
codice portiano ivi custodito gli risponde proprio il bibliotecario professor
Bianciardi che poi Isella ringrazierà pubblicamente alla fine della prefazione
all'edizione critica delle poesie portiane siamo nei primi anni cinquanta a
Grosseto insieme a Carlo Cassola Bianciardi esplora il mondo delle miniere
si angoscia per la palese ingiustizia e per lo sfruttamento degli operai scrive
con Cassola un libro I minatori della Maremma poi va a Milano dove entra
alla Feltrinelli una Feltrinelli ancora da inventare arrivano i "fatti d'Ungheria"
il '56 Bianciardi racconta tutto nell'Integrazione che è del '60 un libro ironico
ma tranquillo senza le punte del suo capolavoro La vita agra che è di soli
due anni posteriore
Soluzione
Luciano Bianciardi è stato uno scrittore disperato che racconta in primo
luogo la propria disperazione, un anarchico cresciuto in provincia che dà
l'assalto alla grande città del nord e vorrebbe vederla saltare per aria ... Era
inevitabile che la vita minacciasse in qualche modo l'opera. Sette anni fa
Pino Corrias gli dedicò un libro-inchiesta, una biografia molto ben
documentata, fatta di testimonianze raccolte presso gli amici, i semplici
conoscenti, i pochi familiari e i colleghi di lavoro. Un monumento
all'incapacità di trovare il passo giusto. Nonostante le occasioni. Era stato,
Bianciardi, bibliotecario alla Chelliana di Grosseto. Quando Dante Isella
indaga su un codice portiano ivi custodito gli risponde proprio il bibliotecario
professor Bianciardi, che poi Isella ringrazierà pubblicamente alla fine della
prefazione all'edizione critica delle poesie portiane. Siamo nei primi anni
cinquanta. A Grosseto, insieme a Carlo Cassola, Bianciardi esplora il
mondo delle miniere, si angoscia per la palese ingiustizia e per lo
sfruttamento degli operai. Scrive, con Cassola, un libro, I minatori della
Maremma, poi va a Milano dove entra alla Feltrinelli: una Feltrinelli ancora
da inventare. Arrivano i "fatti d'Ungheria", il '56. Bianciardi racconta tutto
nell'Integrazione, che è del '60: un libro ironico, ma tranquillo, senza le
punte del suo capolavoro, La vita agra che è di soli due anni posteriore.
Bibliografia e siti web
http://www.maldura.unipd.it/romanistica/co
rtelazzo/

G. Basile, A.R. Guerriero, S. Lubello,
Competenze linguistiche per l’accesso
all’Università, Roma, Carocci, 2006
(Bussole /262)
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